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Valori, luci nella notte - Santuario della Guardia

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Periodico ROC - La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 01 anno 117 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />

1/gennaio 2012<br />

<strong>Valori</strong>,<br />

<strong>luci</strong> <strong>nella</strong> <strong>notte</strong><br />

Se nei momenti diffi cili<br />

ritroviamo gli altri.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />

... e c’era la Madre di Gesù<br />

Gv. 2,1


il Sommario<br />

7 le fonti del credere misericordia o durezza?<br />

gianfranco parodi lo scontro tra gesuiti e giansenisti<br />

8 la guardia... oltre la guardia la guardia di levanto (sp)<br />

enrico quaglia<br />

9 editoriale chiesa... la bella di torriglia?<br />

marco granara<br />

10 osservatorio nel fango riscoprire l’uomo<br />

mirco mazzoli<br />

13 maria apparve e disse... l’umiltà di Juanito<br />

ilaria giusto<br />

20 le ragioni del credere dio che soffi a dentro<br />

alma severino, anna gatti<br />

26 cronache<br />

29 momenti di vita<br />

30 il ricordo e la preghiera<br />

Cchiesa ed emergenza educativa.<br />

Un nuovo anno per educare. Perché?<br />

4 scrivere e rispondere<br />

marco granara<br />

19 succede in chiesa<br />

alma severino<br />

24 due minuti per pensare<br />

nucci scipilliti, laura siccardi<br />

Associato all’U.S.P.I.<br />

unione Stampa<br />

Periodica Italiana<br />

Stampa B.N. MARCONI s.r.l.<br />

Passo Ruscarolo, 71 - 16153 Genova<br />

Tel. 010.651.59.14<br />

laguardia dei piccoli 14<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

pensierino <strong>della</strong> sera 19<br />

l’eroismo del quotidiano 25<br />

marcello monticone<br />

La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Anno 117 o n. 01<br />

Autorizzazione n. 2/84 del 17.1.1984<br />

del Tribunale di Genova


fernando primerano<br />

a Proposito<br />

Il primo giorno di gennaio la Chiesa ci ha invitato a riprendere il cammino contemplando<br />

Maria madre di Dio, che è esempio di fede concreta, di amore per l’umanità, di<br />

speranza riposta in Colui a cui nulla è impossibile. L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è<br />

stato ricordato particolarmente per ciò che di negativo l’ha caratterizzato: catastrofi, guerre,<br />

povertà in aumento, clandestini in fuga e non accolti, crisi economica globale… Ma perché<br />

non sottolineare anche che è stato un anno che il Signore ci ha donato per crescere<br />

<strong>nella</strong> fede e nell’amore? Ricordo i giorni dopo l’alluvione quando molti giovani sono<br />

accorsi per dare aiuto a chi si è visto portare via tutto in pochi istanti. Mi amareggiavano i<br />

commenti che sottolineavano la straordinarietà del gesto… Davvero pensiamo che prima di<br />

allora quei giovani non avevano fatto nulla di buono e di eroico? O che il cuore dell’uomo sia<br />

di pietra? Maria ha detto il suo grande “Sì” all’Angelo perché abituata (quindi è virtù) a dire<br />

sì a Dio da sempre. Quei giovani hanno detto “ci sono anch’io” dopo innumerevoli “eccomi”<br />

detti a loro coetanei nel bisogno, alle loro famiglie, a poveri che hanno incontrato, a lacrime<br />

che hanno asciugato e anche dopo tanti “grazie” rivolti a coloro che li hanno soccorsi nei<br />

momenti di bisogno.<br />

Ma allarghiamo ancora l’orizzonte, lodiamo il Signore e ringraziamo l’umanità per i tanti successi<br />

in campo medico e scientifico; per chi ha difeso la dignità dell’uomo ad ogni costo; per<br />

l’arte e la cultura nati dal genio dell’uomo. E poi il fatto che nel 2011 l’umanità sulla Terra ha<br />

superato il numero di sette miliardi di abitanti, non dice che la vita è più forte <strong>della</strong> morte e<br />

l’amore dell’odio? Come cristiani pensiamo anche a quanti battesimi sono stati celebrati nel<br />

mondo, quante Messe, quante volte abbiamo ascoltato la parola di Dio e agito di conseguenza<br />

<strong>nella</strong> carità. Quanti semi di bene sono stati elargiti e accolti! Il Santo Padre, <strong>nella</strong><br />

Giornata <strong>della</strong> Pace, con il suo messaggio ha esortato tutti – i giovani in particolar modo<br />

– ad essere costruttori e testimoni di giustizia e di pace, cercando la verità sull’uomo<br />

che è immagine di Dio e usando la forza <strong>della</strong> libertà per scegliere il bene con coraggio. Benedetto<br />

XVI, cosciente del “senso di frustrazione che sta assillando la società” scrive: “Vi invito<br />

a guardare il 2012 con atteggiamento fiducioso”. Crediamoci: il cuore dell’uomo e la<br />

nostra fede sono più grandi dello spread!<br />

Alla Madonna <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> chiediamo di saper<br />

accogliere la missione<br />

di essere operatori di<br />

pace oggi. Anche a noi<br />

Dio Padre, come a Maria,<br />

manda il suo Angelo<br />

per dirci: “Non temere!”<br />

(cfr Lc. 1,30).<br />

Buon 2012<br />

e buona lettura<br />

Don Fernando<br />

3


scrivere e rispondere<br />

Guerre tra poveri e gli altri tutti zitti?<br />

Egregio Monsignore,<br />

cattolico praticante, devoto <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> e lettore interessato <strong>della</strong> rivista tramite la quale ho<br />

conosciuto le Sue autorevoli doti di equilibrio e saggezza, La prego di raccogliere e confortare il<br />

momento di disagio che sto vivendo circa la situazione attuale del nostro Paese e <strong>della</strong> Chiesa.<br />

A fronte di questo momento di grave crisi del paese gran parte dei prelati, compresi i vertici massimi,<br />

spalleggiati dai soliti politici, ci ricordano che <strong>nella</strong> vita bisogna soffrire e fare sacrifici, che anche i<br />

meno abbienti debbono contribuire ai sacrifici per contribuire ad uscirne. Ma lo sanno questi signori<br />

che le categorie in discorso i sacrifici li fanno da tutta la vita? Lo sanno che milioni di pensionati,<br />

donne e uomini soli, dopo una vita di lavoro hanno una pensione che non permette neanche la<br />

sussistenza? Quanti si privano anche del cibo pur di onorare il pagamento delle tasse e delle bollette!<br />

Ma questi non hanno visibilità, non protestano, sono dignitosi, orgogliosi e vivono il loro dramma<br />

in solitudine: chi li difende e dà loro voce? NESSUNO!!!<br />

La voce e le cronache le si danno ai milioni di clandestini che arrivano nel nostro paese verso i<br />

quali si predica l’accoglienza a senso unico indistintamente, ignorando (o fingendo) che solo la<br />

minoranza fugge da situazioni insostenibili o da guerre, mentre la maggioranza arriva inseguendo<br />

un modello di vita e di società consumistica che noi abbiamo loro fornito e che anche da noi è<br />

ormai irreversibilmente in crisi. Non fuggono dalla fame o dai genocidi ma alla ricerca del telefonino<br />

ultima generazione, delle ultime diavolerie informatiche, delle auto lussuose, <strong>della</strong> bella vita<br />

e quant’altro; per ottenerle non esitano davanti a nulla, senza che alcuno abbia qualcosa da dire<br />

in proposito. Che siano in malafede? Che pensino di attirare i consensi alternativi che i cittadini<br />

onesti sempre meno riconoscono loro? Il perdurare di questa situazione non porterà altro che ad<br />

uno scontro sociale e saranno ancora i poveri a pagarne le conseguenze. Non mi sembra che l’insegnamento<br />

di Nostro Signore sia stato in questi termini, non mi sembra che nel Vangelo vengano<br />

esaltati i furbi o gli ipocriti o quelli che gridano più forte. Ecco! Penso che gran parte <strong>della</strong> causa di<br />

calo dei consensi verso la Chiesa e verso i Governanti derivino anche da questo. Le sarei grato se<br />

mi illuminasse in proposito e cordialmente La saluto.<br />

Enrico F. - Genova<br />

Condivido la sua idea che lo “zoccolo duro”, l’asse portante anche dell’economia nazionale è questa<br />

bistrattata famiglia italiana che “responsabilmente” alla fine non si tira fuori dalla mischia e paga sicuramente<br />

la sua parte. Onestamente non metterei sullo stesso piano Chiesa e classe politica nostrana. L’unica<br />

che “tiene detto” in mille modi – ma inascoltata a sua volta – la classe politica, è proprio solo la Chiesa.<br />

La lettura onesta di certe valutazioni/accuse fatte alla Chiesa di irresponsabilità e inadempienza (v. problema<br />

ICI...) deve sentire oggettivamente i fatti e non solo gli slogans radicali. Conosco bene la generalità<br />

<strong>della</strong> presenza delle istituzioni religiose. Mi creda, quasi mai ci sono papponi o “vescovoni” che si mettono<br />

soldi in tasca. La nostra gente lo sa ed è per questo che – avendo la realtà locale sotto gli occhi ogni giorno<br />

– sanno come vanno spesi certi denari, sanno anche se ne avanza e se si spreca o se vanno alla fin fine a<br />

sostegno dei più deboli.<br />

Quanto al problema dei cosi detti “clandestini”, lei stesso distingue tra minoranze che arrivano fuggendo<br />

da situazioni subumane e maggioranze che verrebbero attirate da sistemi di vita consumistica<br />

che noi stessi facciamo loro arrivare come proposte/miraggio. Proprio questo, onestamente, è da<br />

verificare e in base a questo pensare a doverose accoglienze - mai comunque sconsiderate, senza<br />

gradualità e senza regole - o a rigoroso intervento per ostacolare e prevenire comportamenti illegali.<br />

Dobbiamo essere solo obiettivi: qualche volta vedremo che forse quello che sembrava<br />

“problema” è invece una “risorsa” per noi locali e altre volte vero problema da affrontare<br />

con serietà e determinazione. Tutti comunque sono figli di Dio e fratelli, da pensare e<br />

trattare come tali. Anche i “delinquenti”, nostrani o forestieri. Quando la severità è<br />

amore e medicina, viva la severità; quando è recriminazione è fuga dai problemi<br />

e irresponsabilità.<br />

4


Botti di<br />

capodanno,<br />

sintomo di che...?<br />

Come sempre - e anzi peggio<br />

- i botti di capodanno hanno<br />

fatto vittime e feriti. Io ci<br />

vedo una relazione con questo<br />

tempo di crisi che stiamo<br />

vivendo, come dire: scacciamo<br />

la paura con un botto in più!<br />

Resto sempre particolarmente<br />

infastidito da questi boati che<br />

scuotono i muri, dal vedere<br />

gente che caccia giù dai balconi<br />

delle piccole bombe, senza<br />

neppure guardare se in strada<br />

passa qualcuno. Quando poi<br />

sento la triste conta e quanti<br />

bambini sono rimasti feriti anche<br />

in modo grave il fastidio si<br />

tramuta in rabbia. Siamo proprio<br />

un popolo di barbari, che<br />

pensa di scacciare il fantasma<br />

<strong>della</strong> recessione accendendo<br />

un fuoco? Gente che continua<br />

a fregarsene delle conseguenze<br />

dei propri comportamenti,<br />

badando solo ai fatti propri?<br />

Speriamo che il 2012 ci faccia<br />

rinsavire.<br />

Martino M. - Genova<br />

Forse si può dire che c’è botto<br />

e botto. C’è un istintivo modo<br />

di esprimere gioia collettiva anche<br />

così e c’è l’espressione irrazionale<br />

del rimbambimento<br />

collettivo. Da prete di quartiere,<br />

sono tanti anni che sperimento<br />

sti fenomeni. Devo purtroppo<br />

dire che i maggiori protagonisti<br />

di questo fenomeno son sempre<br />

risponde mons. marco granara, rettore del santuario<br />

rettore@santuarioguardia.it<br />

le persone più modeste di intelligenza,<br />

ragazzini o adulti. La<br />

persona equilibrata ha risorse<br />

sufficienti per capire, moderare,<br />

contenere anche le espressioni<br />

dell’allegria. In un tempo in cui<br />

i mezzi di comunicazione – loro<br />

sì, “per far botto” (leggasi audience)<br />

– promuovono ed evidenziano<br />

i trasgressivi di ogni tipo,<br />

il costume prende queste pieghe<br />

e non solo non si risolve, ma si<br />

ingigantisce: un impoverimento<br />

collettivo, quando i “poveri” sono<br />

utilizzati anche in questo senso.<br />

No, non si riuscirà a molto con<br />

la repressione anche preventiva<br />

del fenomeno in sé, ma solo con<br />

l’innalzamento del livello spirituale.<br />

Forse – anche questo è sintomatico<br />

– si potrà attenuare il<br />

fenomeno per una via indiretta.<br />

Sarà una nuova guerra tra poveri.<br />

Perché? Perché pare che i più accaniti<br />

oppositori del costume dei<br />

botti siano quanti possiedono un<br />

animale domestico. Gli animali,<br />

pare che siano i più “colpiti” dal<br />

fenomeno dei botti. Ho letto di 5<br />

mila animali domestici morti per<br />

“botti” ?! Possibile? Se è così, un<br />

motivo in più per finirla con ’sta<br />

gazzarra.<br />

Un Dio<br />

che “mette<br />

alla prova”,<br />

che Padre è?<br />

Caro Don, ad un funerale ho<br />

sentito il prete dire che <strong>nella</strong><br />

sofferenza Dio ci mette alla<br />

prova, per vedere di che pasta<br />

siamo fatti. Pensavo che questo<br />

genere di considerazioni<br />

sul senso del dolore fosse superato.<br />

Capisco che il dolore sia<br />

anch’esso un luogo in cui Dio<br />

ci visita e non ci lascia, ma mi<br />

spaventa credere che Egli mi<br />

fa star male per capire se sono<br />

fedele.<br />

Anna Maria R. - Genova<br />

Anche questo era uno dei tanti<br />

modi semplicistici per risolvere<br />

in breve i problemi complessi. Si<br />

diceva che “non muove foglia che<br />

Dio non voglia” e, con questo, tutto<br />

– meriti e colpe – erano di Dio.<br />

Un Dio che, poveretto, aveva bisogno<br />

continuamente di avvocati<br />

pronti a difenderlo quando, con<br />

guerre, malattie, disgrazie varie...<br />

le combinava proprio grosse. Di<br />

qui, il Dio che “metterebbe alla<br />

prova” il poveraccio innocente<br />

(sì, perché per il mascalzone non<br />

c’era problema, bastava dire che,<br />

un bel castigo, “se lo era meritato”).<br />

E così l’elenco delle facili<br />

sciocchezze a carico di Dio aumentavano<br />

di giorno in giorno.<br />

Sta a me, non a Dio, valutare<br />

come “prova di sapienza e forza”<br />

da parte mia il riuscire o<br />

meno a vivere con decenza una<br />

situazione difficile. Anche san<br />

Paolo aveva chiesto più volte di<br />

essere liberato da una situazione<br />

di costante e condizionante malessere,<br />

ma gli era stato risposto<br />

dall’alto che gli era sufficiente<br />

la sua grazia al momento op-<br />

5


scrivere e rispondere<br />

portuno, proprio perché “è <strong>nella</strong><br />

debolezza che viene fuori il<br />

valore di un uomo”. In questo<br />

senso il “problema” può essere<br />

anche “una prova” e, in questo<br />

senso, forse anche una “grazia<br />

di Dio”. Fuori di qui, suvvia,<br />

non riduciamo il “Padre” a un<br />

giustiziere insensato! Moderare<br />

e cambiare i linguaggi e i modi<br />

di dire troppo scontati? Sì, ma,<br />

soprattutto, ripensare il “dio”<br />

che ci ritroviamo confrontandolo<br />

meglio col “Dio di Gesù Cristo”<br />

del Vangelo. È... un altro Dio!!<br />

Certamente sarebbe l’ora che<br />

questa “purificazione catechistica”<br />

di testa e cuore facessimo in<br />

fretta ad attuarla, per non continuare<br />

a scandalizzare “in nome<br />

di Dio” e a deturpare la “Bella<br />

Notizia” di Gesù.<br />

Un lettore<br />

contento<br />

dei “documenti”<br />

del Papa e<br />

dei Vescovi?<br />

Possibile?<br />

Rev. Rettore, sono un lettore<br />

contento dei documenti <strong>della</strong><br />

Chiesa. Mi definisco apposta<br />

un “lettore contento” perché<br />

a me sembra che non tutti si<br />

accostino a questi documenti,<br />

per paura di trovarsi di fron-<br />

6<br />

te a questioni noiose e ad un<br />

modo complicato di esporle.<br />

Invece, pur avendo, come<br />

tutte le cose umane, i loro limiti,<br />

questi documenti - del<br />

Vaticano o <strong>della</strong> Cei, che siano<br />

- rivelano la passione <strong>della</strong><br />

Chiesa per la felicità e la pienezza<br />

dell’uomo e sono aiuti<br />

alla formazione permanente<br />

del cristiano. Sono strano io?<br />

Forse la Chiesa potrebbe comunicare<br />

meglio la ricchezza<br />

di questi testi, ma i credenti<br />

dovrebbero innanzitutto averne<br />

meno timore....<br />

Gian Franco V. - Savona<br />

“Rara avis”, avrebbero detto di<br />

lei gli antichi. Un uccello davvero<br />

strano <strong>nella</strong> fauna cristiana. Anche<br />

tra i preti, molti, certi documenti<br />

del magistero non l’hanno<br />

mai letti. Meno ancora meditati,<br />

studiati, condivisi e applicati. E<br />

lei ha il coraggio di dire che le<br />

piacciono! Una vera rarità! Mi<br />

si perdoni questo sarcasmo, forse<br />

davvero un po’ eccessivo. Preti<br />

e cristiani più seri sanno che la<br />

complessità delle “molte verità o<br />

pseudo verità” che sono sul mercato<br />

di ogni epoca, da parte dei<br />

cristiani si deve affrontare “solo”<br />

col riferimento preciso, costante,<br />

rigoroso alla Parola di Dio, mediata<br />

dal magistero autorevole<br />

del Papa e dei Vescovi in comunione<br />

con Lui. Nella storia, si<br />

sarebbero evitate eresie e tragedie<br />

di ogni tipo con riferimenti di<br />

questo genere. Quando però queste<br />

referenze autorevoli sono abitualmente<br />

disattese, allora prevalgono<br />

i guru, i visionari, i capi<br />

carismatici, le rivelazioni private<br />

più fantasiose, i magisteri paralleli,<br />

le divisioni <strong>nella</strong> Chiesa, le<br />

scentrature dottrinali e morali, il<br />

“ciascuno per conto suo”, le nuove<br />

sette, i madonnari dell’ultimo<br />

grido che non sentono Vescovi e<br />

Papi che tengano perché “la Madonna<br />

ha detto così e la Madonna<br />

è più importante dei Vescovi e<br />

del Papa”... Già il nostro grande<br />

Dante aveva ammonito: “Avete il<br />

Nuovo e l’Antico Testamento, il<br />

Pastor <strong>della</strong> Chiesa che vi guida<br />

e questo basti a vostro salvamento”.<br />

Punto!<br />

Che poi Papi e Vescovi, qualche<br />

regola nel comunicare, debbano rispettarla<br />

loro stessi per farsi ascoltare<br />

e capire, anche questo può<br />

essere vero. Ma lasciamo anche a<br />

loro la loro parte di riflessione e<br />

di responsabilità. Ogni inflazione,<br />

certo, non è mai una ricchezza<br />

e, forse anche una maggiore sobrietà,<br />

una tempestività negli interventi<br />

che siano preventivi alle<br />

distorsioni più ancora che difficilmente<br />

correttivi, una attualità di<br />

linguaggio, una maggiore incarnazione<br />

del messaggio... possono<br />

essere un ulteriore invito alla<br />

responsabilità di tutti noi. Caro<br />

amico, grazie del suo entusiasmo<br />

e del suo buon esempio.


le Fonti del Credere<br />

gianfranco parodi<br />

Misericordia o durezza?<br />

Lo scontro tra Gesuiti e Giansenisti<br />

Nello scorso numero di ottobre, incontrando<br />

le fi gure che in campo<br />

cattolico diedero un impulso decisivo alla<br />

controriforma, abbiamo accennato alla fi gura<br />

di Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556) e<br />

all’ordine da lui fondato. Il numero di aderenti<br />

alla Compagnia di Gesù, nonostante<br />

i ferrei criteri di selezione, fu subito altissimo<br />

tanto che in pochi anni essi si espansero in<br />

tutti gli angoli del mondo. Abbiamo visto la<br />

loro incrollabile fedeltà al Pontefi ce e<br />

la loro vita estremamente austera. Ma<br />

quale era il loro approccio in termini di predicazione<br />

ed evangelizzazione? In quei tempi<br />

i teologi si contrapponevano su due posizioni<br />

quasi inconciliabili tra loro.<br />

Una parte, che potremmo defi nire “rigoristi”,<br />

erano convinti che Dio Padre fosse un Dio<br />

giusto ma molto rigoroso che salvava solo<br />

un numero ristretto di uomini: interpretando<br />

certi passi dell’Antico e del Nuovo Testamento,<br />

ma anche di San Paolo e Sant’Agostino,<br />

sostenevano che l’uomo, dopo il peccato originale,<br />

nasceva corrotto. Era quindi incapace<br />

di fare il bene e, purtroppo, trasmetteva<br />

questa incapacità ai suoi discendenti. Solo i<br />

predestinati potevano ottenere la salvezza da<br />

Dio mentre la maggioranza degli uomini sarebbe<br />

stata giustamente dannata a causa <strong>della</strong><br />

sua malvagità. Questa posizione era sostenuta<br />

in campo cattolico (tra i fautori di questa<br />

dottrina va annoverato anche l’ordine domenicano<br />

allora molto infl uente), ma lo era<br />

ancor più in ambito protestante: Calvino<br />

ne fu uno dei più rigorosi sostenitori. Aveva<br />

questo convincimento anche lutero.<br />

Dall’ altra parte c’erano altri teologi che invece<br />

criticavano la durezza di questa posizione e<br />

pensavano che Dio <strong>nella</strong> sua infi nita misericordia<br />

avrebbe accolto nel suo regno anche<br />

quei peccatori che si pentivano del male<br />

commesso e decidevano di cambiar vita. Tutto<br />

questo grazie anche all’azione redentrice<br />

di Cristo che, con il suo sacrifi cio, forniva<br />

al credente le grazie necessarie per risollevarsi<br />

dalla condizione di peccatore. I Gesuiti abbracciarono<br />

senza esitazioni questa seconda<br />

posizione, convinti che specialmente<br />

tramite il sacramento <strong>della</strong> confessione,<br />

cui attribuivano una particolare importanza,<br />

fosse possibile conquistare alla salvezza eterna<br />

un gran numero di anime.<br />

La posizione dei gesuiti fu invece aspramente<br />

criticata dal vescovo francese Jansen (1585-<br />

1638) e dai suoi seguaci (chiamati Giansenisti)<br />

che invece erano arroccati su posizioni di<br />

massimo rigore. Per un certo periodo la chiesa<br />

uffi ciale non prese posizione sulla controversia,<br />

poi, quando fu chiaro che si poteva<br />

rischiare un altro scisma arrivò alla condanna<br />

delle posizioni gianseniste. Dalla condanna<br />

scaturirà una lunga polemica che sconvolgerà<br />

in particolare la chiesa francese per oltre un<br />

cinquantennio, con strascichi fi no all’800. I<br />

gesuiti si sentirono incoraggiati nei loro convincimenti<br />

e presero a divulgarli con sempre<br />

maggior convinzione. E gesuita era il direttore<br />

spirituale di Santa Margherita Maria<br />

Alacoque, (1647-1690) monaca in un monastero<br />

di Paray le Monial, cui va fatta risalire<br />

la devozione al Sacro Cuore di Gesù e la<br />

pratica dei “primi venerdì”. In sostanza gli<br />

scritti <strong>della</strong> santa, che riassumono i messaggi<br />

avuti nelle sue numerose visioni, affermano<br />

che l’abbandono fi ducioso all’amore e alla<br />

misericordia di Cristo non mancherà di salvare<br />

i suoi devoti fedeli.<br />

7


La <strong>Guardia</strong>... oltre la <strong>Guardia</strong><br />

8<br />

enrico quaglia<br />

Foto: Stefano Perfumo<br />

DIOCESI DI LA SPEZIA - SARZANA E BRUNATO:<br />

I l <strong>Santuario</strong>, che è in stile ambrosiano,<br />

incominciò ad essere costruito nel 1938 per<br />

iniziativa di don Pellegro Daneri, su disegno<br />

dell’architetto Arturo Danusso. La consacrazione<br />

avvenne il 2 Luglio del 1958.<br />

COME ARRIVARCI:<br />

in auto: autostrada Genova-Livorno uscita<br />

Carrodano e poi per Levanto per 11 km.<br />

in treno: lasciando la stazione ferroviaria si<br />

va a piedi verso l’interno per circa 15 minuti.<br />

La Madonna del Pareto in Liguria<br />

La Regione Ecclesiastica Ligure, presieduta dall’arcivescovo card. Bagnasco, è formata da sette diocesi che, a partire da<br />

Levante, sono: La Spezia-Sarzana-Brugnato, Chiavari, Genova, Tortona, Savona - Noli, Albenga – Imperia, Ventimiglia<br />

– San Remo. E’ sorprendente dover notare che, oltre al <strong>Santuario</strong> principale del monte Figogna, in ogni diocesi si trovano<br />

uno o più santuari dedicati alla Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> che abbiamo voluto visitare per consentire anche ai nostri lettori<br />

di conoscere, attraverso un ideale “pellegrinaggio”, questi luoghi di devozione intitolati a “Maria <strong>Guardia</strong>na”.<br />

la <strong>Guardia</strong> di Levanto (SP)<br />

L’interno del <strong>Santuario</strong>.<br />

L’esterno<br />

del <strong>Santuario</strong>.<br />

NELLE<br />

VICINANZE:<br />

(in Levanto) la<br />

chiesa di S. Andrea<br />

del XIII sec.


editoriale<br />

Bella di Torriglia “La – si dice qui da noi<br />

da antica data – ognun la vuole<br />

e nessuno la piglia”. Si dice da<br />

sempre, quando si ritorna su<br />

un problema che sembrerebbe<br />

senza soluzione. Dopo oltre<br />

due decenni, ormai, di “nuova<br />

evangelizzazione”, magari<br />

ancora in continuità con<br />

quell’imperativo, ora Papa Benedetto<br />

– a cinquant’anni dalla<br />

fine del Concilio e a venti dalla<br />

pubblicazione del grande “Catechismo<br />

<strong>della</strong> Chiesa Cattolica”–<br />

tenta la carta di un “Anno <strong>della</strong><br />

Fede”. Partirà dal prossimo<br />

11 ottobre, giorno d’inizio del<br />

grande Concilio. Già previste<br />

innumerevoli e pertinenti iniziative.<br />

Anche l’enfasi con cui<br />

se ne parla da parte <strong>della</strong> Chiesa<br />

è segno <strong>della</strong> convinzione<br />

dell’urgenza del problema<br />

<strong>della</strong> Fede, una Fede “più<br />

pensata” e “amica dell’intelligenza”,<br />

come dice il Papa<br />

pensatore. Senza complessi d’inferiorità,<br />

la Chiesa di Papa Benedetto<br />

(ma anche di Ambrogio,<br />

Agostino, Tommaso d’Aquino e<br />

mille altri...) si ripropone ancora<br />

col suo Gesù, disarmato e disarmante,<br />

a questa nuova svolta<br />

<strong>della</strong> storia. Ma, nonostante la<br />

ricchezza enorme del suo corredo,<br />

nonostante la infinita corona<br />

dei suoi Santi, l’uomo d’oggi<br />

sembra affacciarsi sulla soglia<br />

di “questa” Chiesa, annusarne<br />

l’odore, forse rimanendo affascinato<br />

di molte cose di lei, ma,<br />

alla fin fine, non arrivare in<br />

fondo al percorso per una<br />

adesione gioiosa. Lo ha de-<br />

marco granara<br />

Chiesa... la Bella di Torriglia?<br />

nunciato il Papa i giorni scorsi ai<br />

membri <strong>della</strong> Santa Sede riuniti<br />

per gli auguri di Natale. “Perché<br />

in Benin ho trovata<br />

tanta gioia di appartenere<br />

alla Chiesa e nel nostro<br />

Occidente tanta diffidente<br />

stanchezza”? L’ultraottantenne<br />

pontefice, con quell’aria<br />

mite e timida che lo caratterizza<br />

come discreto propositore di<br />

verità, continua a credere con fiducia<br />

nel Suo Signore, a credere<br />

che solo Lui è la Via, la Verità e<br />

la Vita, anche per l’uomo d’oggi.<br />

Senza retoriche o nuovi dogmatismi.<br />

Ma allora, perché questa<br />

Chiesa sembra impotente, il suo<br />

grembo materno sterile, la sua<br />

capacità di concepire, di far figli<br />

e allevarli adulti e felici<br />

cristiani sembra impedita? Da<br />

che? Perché questa chiesa parla<br />

di missione e sembra<br />

non essere in grado di fare<br />

missione? Perché sembra più<br />

ripiegata su se stessa in cura dei<br />

suoi guai, a difendersi dagli errori<br />

dei suoi membri, più che<br />

prendere gusto a testimoniare,<br />

generare e allevare nuovi figli?<br />

Perché molti figli, appena generati,<br />

non riescono a crescere e la<br />

mortalità infantile dei non molti<br />

neofiti ha percentuali altissime?<br />

Perché questa casa, con storie<br />

gloriose alle spalle e altrettante<br />

attuali in certe regioni del mondo,<br />

in altre non sembra abitabile<br />

da giovani leve in crescita? Perché,<br />

pur agognando “nuovi cristiani<br />

credibili” in politica, <strong>nella</strong><br />

vita civile, nelle professioni e in<br />

ogni ambiente, sembra non esserci<br />

tempo per prepararli e farli<br />

tali? Più volte abbiamo visitato<br />

questa casa/chiesa al suo interno:<br />

molte le cose belle, appesi ai<br />

muri i quadri di una sua storia<br />

passata di grande splendore...<br />

ma troppi impianti fondamentali<br />

per vivere e crescere in quella<br />

casa sembrano mancare. E si,<br />

così non è vivibile. Ma, soprattutto,<br />

pare a noi che manchi<br />

proprio... l’“impianto centrale”,<br />

l’indispensabile per<br />

generare e far crescere fino<br />

a maturità i figli adulti”.<br />

Manca l’impianto – si direbbe<br />

con linguaggio antico – di una<br />

nuova sorta di catecumenato<br />

per chi, incuriosito dalla testimonianza<br />

dei cristiani, decidesse<br />

di entrare e fermarsi per<br />

crescere insieme in quella casa.<br />

Eppure i tecnici <strong>della</strong> “pastorale<br />

ordinaria” recente lo hanno<br />

previsto e approvato. Ma – che<br />

strano – gli stessi vescovi che<br />

l’hanno previsto e approvato,<br />

non sembrano avere coraggio<br />

per tradurlo in esecuzione! Troppo<br />

complesso e difficile? Troppo<br />

difficile trovare un prete che ci<br />

creda, un gruppo di “accompagnatori/testimoni<br />

e catechisti”<br />

che prendano a cuore e seguano<br />

un percorso innovativo e formativo<br />

per quanti si affacciano, incontrano<br />

Cristo e ne rimangono<br />

affascinati? C’è un impianto del<br />

genere per i bambini, ma per gli<br />

adulti... niente. Sì, c’è da riflettere<br />

ancora a lungo. Altrimenti<br />

la “Casa Chiesa” avrà ancora al<br />

suo esterno il cartello “affittasi”,<br />

ben visibile, troverà qualche visitatore<br />

ma nessuno disposto a<br />

fermarsi.<br />

9


IEmergenza e condivisione.<br />

Perché attendere una diffi coltà per dare il meglio di noi?<br />

Cosa rende salda la mia vita? È una domanda che ci si pone con maggiore spontaneità<br />

in tempi come questi, tra crisi economica e disastri naturali. Quali sono i “valoripilastri”,<br />

quelli che ci sorreggono nei momenti diffi cili? E quale funzione svolgono nei<br />

giorni normali? Può accadere che nei giorni più duri si riscopra l’esistenza degli altri,<br />

la solidarietà, l’attenzione di chi prima ci ignorava, e ci si senta commossi, come di fronte<br />

a qualcosa di straordinario, di inatteso. Come è possibile? La normalità addormenta?<br />

Nel fango riscoprire<br />

l’uomo<br />

mirco mazzoli<br />

Mario abita con moglie<br />

e fi glia nel<br />

quartiere genovese di Marassi,<br />

il più colpito dalla esondazione<br />

del Rio Fereggiano, il 4<br />

novembre scorso. Giorni carichi<br />

di angoscia. Ma anche<br />

portatori di una solidarietà<br />

assente nei giorni normali.<br />

Il ricordo di quell’aiuto, reciproco<br />

e inatteso, scalda e fa<br />

rifl ettere.<br />

Mario, qualcosa è cambiato<br />

in quei giorni, nel<br />

vostro palazzo.<br />

Il 4 novembre è stata per tutti<br />

noi una giornata di paura<br />

e dolore. Mi sono trovato<br />

con l’auto insieme a mia fi -<br />

glia, ancora molto piccola,<br />

in mezzo all’acqua che trascinava<br />

contro di noi altre<br />

auto, bidoni, fango, detriti.<br />

Ho fatto appena in tempo a<br />

scappare via e a rifugiarmi in<br />

un portone. Ho trovato ospitalità<br />

presso amici che abitano<br />

ai piani alti e dopo qual-<br />

10<br />

che ora ho raggiunto casa.<br />

Mia moglie è rimasta bloccata<br />

sul luogo di lavoro fi no<br />

all’indomani: in casa, eravamo<br />

come tutti senza luce né<br />

gas. Persino i cellulari non<br />

prendevano. Le notizie erano<br />

terribili, a pochi passi sono<br />

morte sei persone. In questo<br />

scenario di emergenza<br />

è accaduto però qualcosa di<br />

particolare, in un certo senso<br />

di sorprendente. La gente del<br />

palazzo ha iniziato ad aprire<br />

le porte, a suonare al vicino,<br />

a muoversi per le scale, per<br />

informarsi su come poteva<br />

essere di aiuto, confortarsi a<br />

vicenda, ripercorrere i fatti<br />

e cercare di capire. Io stesso,<br />

quando con la sera la casa è<br />

piombata nel buio, ho preso<br />

la bambina e ho suonato ai<br />

vicini, spinto dalla necessità<br />

di condividere.<br />

Prima non era così.<br />

No. Il giorno prima era come<br />

tanti altri, ciascuno faceva<br />

una vita piuttosto ritirata.<br />

Alla nostra famiglia piace<br />

fare amicizia e con alcuni<br />

vicini siamo in confi denza<br />

ma sembra quasi inevitabile,<br />

<strong>nella</strong> vita di palazzo, non<br />

conoscere, non frequentarsi,<br />

scambiarsi un ‘buongiorno e<br />

buonasera’ e correre a chiudersi<br />

in casa. Le porte sono<br />

sempre più blindate. Il giorno<br />

dopo, invece, l’aiuto è<br />

arrivato anche da chi non ti<br />

aspettavi, da chi quasi non ti<br />

salutava. Se noi eravamo in<br />

emergenza, il quartiere fuori<br />

era <strong>nella</strong> tragedia. È stato<br />

spontaneo organizzarsi: per<br />

permettere ai più di spalare<br />

via il fango dai negozi, alcuni<br />

hanno badato ai bambini,<br />

altri hanno cucinato per<br />

tutti: anche una cosa banale<br />

come il caffè <strong>della</strong> mattina<br />

è diventata occasione per<br />

trovarsi in casa di chi aveva<br />

la macchinetta elettrica invece<br />

che la moka, visto che<br />

la luce era tornata ma il gas


Credere<br />

fermamente all’utopia<br />

“C<br />

ome vorremmo che lo spirito di generosità<br />

e di sacrifi cio che ha impastato<br />

quei giorni, che si è opposto subito<br />

alla violenza <strong>della</strong> natura, ad ataviche insuffi<br />

cienze strutturali e a costumi non sempre<br />

coerenti, diventasse un’onda buona<br />

permanente contro ogni male che vorrebbe<br />

spazzar via, come un’onda malefi ca, la<br />

gioia di una società giusta e solidale! Utopia?<br />

Ebbene, noi crediamo fermamente a<br />

questa utopia!”<br />

Card. Bagnasco, Omelia per il “Te Deum”,<br />

31/12/2012<br />

no. E così anche nei giorni<br />

seguenti, quando hanno iniziato<br />

a scarseggiare le provviste,<br />

specie per i bambini:<br />

anche in questo caso ci si è<br />

organizzati per fare una spesa<br />

comune tra famiglie con le<br />

stesse esigenze.<br />

Dal fango si è creata una<br />

comunità. Serve un fatto<br />

tragico per vivere più<br />

uniti?<br />

È certo che gli eventi negativi<br />

fermano il tempo e le<br />

attività delle persone. Tutti<br />

danno priorità a quello che è<br />

successo e questo crea legami<br />

che <strong>nella</strong> quotidianità sembra<br />

diffi cile stabilire. Forse è<br />

normale che sia così: però ti<br />

fa pensare a come potremmo<br />

vivere tutti meglio e a ciò di<br />

cui avremmo davvero bisogno.<br />

Io e mia moglie sentiamo<br />

la necessità di vivere più<br />

a misura d’uomo: avere più<br />

tempo gli uni per gli altri è<br />

parte di questa misura.<br />

I valori ritrovati<br />

A due mesi da quei giorni,<br />

cosa rimane del loro spirito,<br />

nel vostro palazzo?<br />

Sicuramente si è più concilianti<br />

di prima, gli uni nei<br />

confronti degli altri: riscoprire<br />

il valore <strong>della</strong> pazienza<br />

è un’altra di quelle capacità<br />

che dà alla vita umana la<br />

misura adeguata. È rimasta<br />

anche l’attenzione nei confronti<br />

del quartiere e in certi<br />

casi si è trattato di una vera<br />

riscoperta. I rapporti con i<br />

osservatorio<br />

negozianti si sono fatti più<br />

stretti: negli stessi negozi<br />

dove abbiamo spalato, abbiamo<br />

comprato la maggior<br />

parte dei regali di Natale. Il<br />

quartiere di Marassi non è<br />

mai stato così pieno di “grazie”,<br />

scritti su lenzuola, manifesti<br />

e cartelli.<br />

Su uno di questi, sta scritto:<br />

“Pensavamo che l’alluvione<br />

ci avesse tolto tutto. Voi ci<br />

avete dato molto di più”.<br />

11


La strategia<br />

del sorriso<br />

intervista alla dott.ssa carmelle lengue, medico<br />

Dott.ssa lengue, in Camerun, il<br />

suo paese di origine, come in altri<br />

paesi meno ricchi, la gente dimostra<br />

un’attitudine al sorriso che da qui si fa<br />

fatica a capire. Molti si chiedono: come<br />

si può sorridere in situazioni di diffi coltà?<br />

Qual è il segreto?<br />

Il segreto è accontentarsi di ciò che si ha<br />

senza focalizzarsi su quello che non si ha o<br />

su quello che si dovrebbe avere. La vita è un<br />

dono prezioso, il sorriso è la dimostrazione<br />

evidente <strong>della</strong> vita, del colore, del calore del<br />

sole.<br />

In Italia, e in genere nei paesi ricchi, la<br />

gente cammina rapida, in preda a pensieri<br />

che, a giudicare dall’espressione,<br />

sono sempre gravi. Se chiedi a qualcuno<br />

come va, raramente ha il coraggio di<br />

dirti: “Benissimo, sono proprio contento”,<br />

anche se magari lo è. Come giudica<br />

questo atteggiamento?<br />

In Occidente, non solo in Italia, la felicità è<br />

direttamente proporzionale alla quantità di<br />

beni che si ha e, quando si riesce ad avere, si<br />

pensa già al prossimo guadagno. Invece la felicità<br />

non è un traguardo nel viaggio <strong>della</strong> vita<br />

ma una stazione dove fermarsi, ristorarsi per<br />

essere pronto a continuare il viaggio sapendo<br />

che si potrà attraversare a volte il deserto, arido<br />

e afoso, cioè le diffi coltà, ma che saranno<br />

12<br />

temporanee. In effetti chi si concentra solo<br />

ad acquisire un bene materiale, si sente vuoto<br />

e scontento.<br />

lei è medico ed esercita in Italia. Quali<br />

ricadute ha il sorriso sulla salute?<br />

Essendo per la mia professione molto in contatto<br />

con la sofferenza altrui ho notato che<br />

tante volte solo un sorriso, una parola amabile,<br />

è coadiuvante alle numerose terapie che<br />

si possono dare o fare. D’altra parte è risaputo<br />

il rapporto stretto tra l’umore e l’attività<br />

epatica, il sistema immunitario, le malattie<br />

psichiche. Mi avvalgo sempre - dico sempre!<br />

- di questo ausilio importante sia <strong>nella</strong> vita<br />

privata che lavorativa.<br />

Ci si può allenare a vedere il positivo?<br />

In altri termini, siamo ancora in tempo<br />

per cambiare la nostra prospettiva?<br />

Non parlerò <strong>della</strong> prospettiva italiana bensì<br />

di quella individuale. Dare risalto alla spiritualità<br />

è essenziale. Si dice che “c’è più felicità<br />

nel dare che nel ricevere”, quindi chi<br />

s’impegna attivamente e consapevolmente<br />

a dare agli altri - un sorriso? un aiuto materiale?<br />

una spalla sulla quale piangere?...<br />

- può ritrovare la vera gioia. L’educazione<br />

familiare è molto importante a questo proposito.<br />

Le famiglie forti e unite creano le<br />

società forti.


Inizia con questo numero<br />

un viaggio alla scoperta<br />

delle più importanti apparizioni mariane<br />

e del loro specifi co messaggio.<br />

Maria apparve e disse...<br />

ilaria giusto<br />

l’umiltà di Juanito,<br />

splendore <strong>della</strong> Madonna di Guadalupe<br />

Guadalupe, Messico. Tutto inizia<br />

con Juan Diego, indio convertito<br />

al Cristianesimo, vedovo, che, il 9 dicembre<br />

1531, si trova a passare ai piedi <strong>della</strong> collina<br />

tepeyac. Non si sa molto <strong>della</strong> sua destinazione<br />

ma si sa di certo che da quel momento <strong>nella</strong><br />

sua vita tutto cambia: programmi e prospettive.<br />

Prima il canto soave di numerosi uccelli poi…<br />

il silenzio. Da questo silenzio, una voce che<br />

lo chiama: “Juanito, Juan Dieguito!”. Un<br />

moto irresistibile lo spinge a raggiungere la vetta<br />

<strong>della</strong> collina per vedere chi è che lo chiama<br />

così dolcemente. Ed ecco una Signora bellissima,<br />

intorno alla quale la vegetazione si presenta<br />

mutata in pietre preziose e luce. Juan Diego<br />

si inchina. “Juanito, il più umile dei miei<br />

fi gli, dove vai?” La Bella Signora si presenta<br />

come “la Vergine Santa, Madre del Vero<br />

Dio per il quale esistiamo” e come Madre<br />

dolce e premurosa si comporta fi n dalle prime<br />

parole: sa già di avere una richiesta da presentare<br />

a Juan Diego ma, prima, si interessa di lui. Lo<br />

chiama con un diminutivo spinta da tenerezza.<br />

La Signora sceglie Juan Diego per la sua umiltà;<br />

sembra quasi voler dire: “Ho molti fi gli ai quali<br />

proporre la mia missione ma fra tutti scelgo il<br />

più umile proprio come ha fatto Dio con me!”.<br />

La Signora invita Juan Diego a recarsi dal Vescovo<br />

di Città del Messico per presentargli la<br />

sua richiesta: una Chiesa in suo onore. Il motivo?<br />

“Perché io possa mostrarvi e donarvi<br />

il mio amore, la mia compassione, il mio<br />

aiuto e la mia protezione”. Juan Diego,<br />

<strong>nella</strong> sua totale semplicità, si reca dal Vescovo<br />

ma si rende conto di non essere stato ascoltato<br />

veramente, così chiede alla Signora di mandare<br />

una persona più importante di lui ma… “È<br />

proprio a te che mi rivolgo e a cui chiedo<br />

di aiutarmi”. Solo dopo un segno prodigioso,<br />

appositamente richiesto, il Vescovo capisce,<br />

crede e inizia l’opera di costruzione <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Con Juan Diego la Madonna sceglie la fede<br />

nutrita di umiltà e carità perché sa per esperienza<br />

che solo tali virtù possono spingere alla realizzazione<br />

di ciò che può sembrare senza senso<br />

e impossibile. Maria sembra quasi voler rivivere<br />

nei suoi fi gli il miracolo <strong>della</strong> sua stessa vita per<br />

unire al suo canto del Magnifi cat tanti altri<br />

fi gli umili e semplici. Figli che, proprio grazie<br />

alla loro piccolezza, non attirano lo sguardo dei<br />

grandi del mondo bensì lo sguardo pieno d’amore<br />

di Dio stesso al quale, solo, si affi dano e<br />

dal quale, solo, attendono tutto.<br />

Il SEGnO<br />

Juan Diego riceve l’incarico di portare al Vescovo<br />

delle rose sbocciate in pieno inverno<br />

quale segno miracoloso <strong>della</strong> vera identità <strong>della</strong><br />

Signora. Per trasportarle le avvolge <strong>nella</strong> sua tilma<br />

(il mantello dell’epoca). Una volta giunto di<br />

fronte al Vescovo, però, le rose cadono a terra<br />

e, al loro posto, impressa proprio sul mantello,<br />

ecco l’immagine di una giovane donna palestinese.<br />

Dall’11 Dicembre 1531 tale immagine è<br />

come stampata sul tessuto, senza che si sia riusciti<br />

fi no ad oggi a spiegare il fenomeno. I ricami<br />

<strong>della</strong> tilma non tengono conto delle pieghe<br />

<strong>della</strong> stoffa. L’immagine si presenta, dunque,<br />

come una superfi cie piana che nessuna linea<br />

del tessuto su cui è disegnata scompiglia.<br />

13


la<strong>Guardia</strong><br />

dei<br />

piccoli<br />

Questa è la storia di<br />

Sansone, un personaggio un<br />

po‛ particolare che si distingue<br />

nettamente dalle altre<br />

fi gure <strong>della</strong> Bibbia per il suo<br />

carattere impetuoso, un po‛<br />

spaccone e un po‛ ingenuo e<br />

per le sue imprese strabilianti.<br />

Sansone era dotato<br />

di una forza prodigiosa: un<br />

giorno - dice la Bibbia - con<br />

le sole mani nude dilaniò<br />

come se fosse<br />

stato un capretto, un<br />

leone che gli era venu-<br />

to incontro ruggendo.<br />

In quel tempo le tribù<br />

14<br />

I personaggi <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Salvezza<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

Sansone e la rovina dei Filistei<br />

ghe e preghiere cercasse<br />

di carpirgli la soluzione e<br />

l‛ingenuo Sansone ci cascò.<br />

Aveva promesso trenta tuniche<br />

ai solutori dell‛enigma<br />

e mantenne la promessa,<br />

ma a modo suo: uccise altri<br />

trenta fi listei e ne portò le<br />

vesti ai primi, poi abbandonò<br />

la sposa di cui aveva<br />

ben capito il tradimento e<br />

di Israele si erano<br />

stabilite <strong>nella</strong> terra<br />

promessa, ma dovevano<br />

fare i conti con<br />

i Filistei, un popolo<br />

molto ben organizzato,<br />

militarmente<br />

forte (conoscevano<br />

e lavoravano<br />

bene il ferro) con<br />

cui spesso vi erano<br />

guerriglie per il possesso di se ne tornò a casa.<br />

una fonte o di un pascolo. La Un‛altra feroce vendetta<br />

forza eccezionale di Sanso- contro i fi listei fu l‛incendio<br />

ne spesso era determinante delle loro messi: Sansone<br />

per il risultato dello scontro. catturò 300 volpi e legò<br />

Nonostante questi confl itti alle loro code delle torce di<br />

si innamorò di una donna resina, poi le accese e lasciò<br />

fi listea e la volle per forza libere le bestie che impaz-<br />

sposare. Durante i sette zite presero a correre nei<br />

giorni di festa per il matri- campi coltivati incendiando<br />

monio sfi dò trenta giovani tutto. Molte volte i fi listei<br />

invitati fi listei a risolvere cercarono di catturarlo, ma<br />

un indovinello; questi, non ogni volta era Sansone che<br />

riuscendovi, convinsero la faceva strage di loro. Non vi<br />

sposa perché con lusin- era nessuno più forte di lui,<br />

eppure fu rovinato da una<br />

donna. Si chiamava Dalila e<br />

Sansone se ne era innamorato<br />

perdutamente. Da lei<br />

andarono i capi dei Filistei e<br />

le promisero molto argento<br />

se avesse scoperto il segreto<br />

<strong>della</strong> sua forza. Sansone<br />

per un po‛ glielo nascose, poi<br />

vedendola triste e piangente<br />

glielo confi dò: “Mai rasoio<br />

passò sul mio capo da quando<br />

nacqui”: la sua forza<br />

stava nei capelli.<br />

Dalila aspettò che<br />

si addormentasse,<br />

poi chiamò i fi listei<br />

che gli tagliarono le<br />

lunghe chiome, lo accecarono<br />

e lo legarono.<br />

Il forte Sansone,<br />

l‛invincibile, fu messo<br />

a girare una macina<br />

come fosse un animale<br />

da fatica e divenne<br />

per i fi listei oggetto di<br />

scherno e divertimento.<br />

Passò del tempo e<br />

Sansone era sempre a<br />

girare la macina, ma intanto<br />

i capelli ricrescevano. Un<br />

giorno i filistei lo portarono<br />

nel loro tempio per<br />

divertirsi a schernirlo, ma<br />

Sansone sentiva che la forza<br />

era tornata e meditava la<br />

vendetta: abbrancò le due<br />

colonne centrali del tempio<br />

e gridando “Muoia Sansone<br />

con tutti i Filistei!” le tirò a<br />

sé spezzandole e il tempio<br />

rovinò trascinando nelle<br />

macerie tutti i fi listei.


Un nuovo anno<br />

per educare. Perché?<br />

ivana zanobelli<br />

Educare non è mai stato facile, preoccupa<br />

e stanca, e soprattutto oggi sembra<br />

mancare agli adulti, oltre agli strumenti<br />

adatti, anche la motivazione. Perché educare?<br />

Che diritto ho di dirigere la vita di un<br />

altro? A chi tocca farlo? Che cosa signifi ca<br />

educare? Per questo la parola d’ordine, lanciata<br />

da papa Benedetto XVI, è diventata<br />

“emergenza educativa”. Nella generale<br />

incertezza il passaggio di testimone da una<br />

generazione all’altra sembra essersi inceppato:<br />

la famiglia è tentata di accudire, proteggere,<br />

esaudire desideri e, divenuta spesso<br />

ostaggio dei fi gli, demanda l’educazione alla<br />

scuola; la scuola spesso confonde l’educare<br />

con il trasferimento del sapere e delle competenze;<br />

la chiesa stessa è, a volte, tentata di<br />

allettare e divertire per trattenere, mentre la<br />

trasmissione dei valori civili e sociali<br />

si è incagliata nel relativismo morale<br />

che nega che ci sia una verità oggettiva e un<br />

senso <strong>della</strong> vita comune da ricercare.<br />

Appena i bambini sono diventati ragazzi ci<br />

può capitare di scoprire che la loro educazione<br />

è avvenuta o sta avvenendo altrove: nel<br />

gruppo degli amici, in piazza, al pub, <strong>nella</strong><br />

discoteca, allo stadio, con la navigazione su<br />

internet, chattando, con gli sms, tutti luoghi<br />

che sono una scuola parallela, una<br />

“università” <strong>della</strong> vita in cui elaborano modi<br />

di vedere e fanno pratica di comportamenti<br />

alternativi. Spesso li scopriamo incerti e infelici<br />

e ci può sembrare di aver fallito su tutto.<br />

Se è vero che l’impronta educativa è lasciata<br />

soprattutto nei primi anni di vita i nostri<br />

ragazzi hanno ancora bisogno di noi.<br />

L’importante è esserci, non stare fuori del<br />

Mese dopo mese, con la<strong>Guardia</strong>,<br />

ripercorriamo insieme<br />

gli orientamenti pastorali<br />

dei vescovi italiani sull’educazione.<br />

campo, avere a cuore e impegnarci, possibilmente<br />

da subito, per quella cosa buona<br />

che è l’educazione.<br />

Da chi farci aiutare? la<strong>Guardia</strong> coglie l’occasione<br />

offerta dagli Orientamenti pastorali <strong>della</strong><br />

Conferenza Episcopale Italiana per il decennio<br />

2010-2020 “Educare alla vita buona<br />

del Vangelo” per proporre alla rifl essione alcune<br />

tematiche educative, seguendo in particolare<br />

le linee proposte dalla Diocesi genovese per i vicariati:<br />

“Educare a percorsi… di vita buona<br />

secondo il Vangelo”. I temi che toccheremo<br />

sono molto interessanti: educare...<br />

- alla gioia del cuore<br />

- alla verità.<br />

- a donare e ricevere<br />

- all’impegno<br />

- alla preghiera,<br />

- alla vera umanità.<br />

- alla libertà.<br />

- alla cura dell’anima.<br />

In questo percorso incontreremo storie e ci faremo<br />

aiutare da esperti. Lo sfondo su cui impostare<br />

ogni azione educativa è - come dice Romano<br />

Guardini, fi losofo e teologo del secolo scorso<br />

- la consapevolezza che ciascuno di noi ha il diritto<br />

di educare solo “se esso stesso lotta per<br />

essere educato” perché “la più potente forma<br />

di educazione consiste nel fatto che io stesso ricomincio<br />

a crescere”.<br />

Educare comporta un viaggio per condurre, non<br />

solo l’educando ma anche chi educa, verso una<br />

seconda nascita e durante questo viaggio possono<br />

accadere molte cose.<br />

I


E la gioia venne ad<br />

abitare in mezzo a noi<br />

intervista di gianfranco parodi a paolo curtaz, scrittore e saggista<br />

Nella diocesi di Genova sono stati<br />

programmati numerosi incontri<br />

sul tema dell’educazione, secondo le indicazioni<br />

pastorali <strong>della</strong> CEI. <strong>nella</strong> traccia<br />

fornita dall’Arcivescovo, che propone rifl<br />

essioni su diversi aspetti dell’intervento<br />

educativo, compare al primo posto<br />

l’”educazione alla gioia”. Sul tema lei è<br />

senz’altro un esperto perché ha già scritto<br />

un libro dal titolo “Convertirsi alla gioia”.<br />

Allora, le domandiamo: perché secondo<br />

lei il tema dell’educazione alla gioia è<br />

stato considerato così importante?<br />

Magari fossi un esperto! Diciamo che anch’io,<br />

come tutti, vorrei essere felice! L’idea che alla<br />

gioia si vada “educati”, cioè portati, condotti,<br />

signifi ca che non identifi chiamo la felicità<br />

con l’emozione. C’è questa idea in giro: la gioia<br />

è un’emozione e le emozioni vanno suscitate.<br />

Gran parte dell’economia mondiale si basa su<br />

questa idea: creiamo dei bisogni perché la gente,<br />

soddisfacendoli, sperimenti la gioia di possedere<br />

qualcosa. La verità è che il bisogno di felicità che<br />

portiamo nel cuore è molto più grande del possedere<br />

qualcosa o dello sperimentare un’emozione<br />

inesorabilmente destinata a fi nire. La Chiesa propone<br />

un percorso per arrivare alla felicità che è<br />

un’emozione incarnata, nata dallo scoprire di far<br />

parte di un grande progetto di salvezza voluto da<br />

Dio cui siamo chiamati a collaborare. E questo ci<br />

riempie il cuore di felicità!<br />

In un mondo funestato da infi nite disgrazie,<br />

fame, sofferenze di ogni tipo, violenze,<br />

guerre (ora ci si è messa anche la crisi<br />

II<br />

La felicità cristiana?<br />

Siamo discepoli di un risorto!<br />

economica col suo carico di preoccupazioni<br />

e timori), che senso ha parlare di gioia?<br />

Proprio perché viviamo un momento così diffi -<br />

cile! Sperimentiamo che l’uomo non è cambiato,<br />

che porta dentro di sé una contraddizione:<br />

vorrebbe il bene ma si lascia travolgere dalla tenebra.<br />

La crisi economica, devastante e carica di<br />

angoscia per il futuro, spero che serva - almeno!<br />

- a scoprire che la nostra vita è un passaggio, che<br />

la nostra pienezza è altrove. Rimbocchiamoci le<br />

maniche per migliorare il mondo, allora, sapendo,<br />

però, che la pienezza che ogni uomo cerca è<br />

posta in Dio.<br />

nei 2000 anni di storia <strong>della</strong> chiesa, si<br />

sono periodicamente alternati momenti<br />

di invito alla gioia e di mortifi cazione e<br />

di penitenza. Come spiega questo atteggiamento?<br />

La vita ci porta al pessimismo mentre il vangelo<br />

ci obbliga ad un ottimismo realista e sofferto.<br />

Esiste una parte oscura anche nel nostro rapportarci<br />

a Dio e possiamo stravolgere la “buona notizia”<br />

facendola diventare una “cupa notizia”. A<br />

volte abbiamo confuso la serietà del vangelo con<br />

la mestizia e questo ha fatto un gran danno alla<br />

fede. Dovremmo ricordarci che siamo discepoli<br />

di un risorto. Porta <strong>nella</strong> sua carne i segni dei<br />

chiodi, perché la vita è faticosa, ma è il vivente.<br />

Penso che noi Chiesa, oggi, dobbiamo recuperare<br />

il senso <strong>della</strong> gioia profonda, <strong>della</strong> bellezza,<br />

dello stupore. Arrivare al Dio di Gesù per una via<br />

di bellezza: è bellissimo credere e ci conduce ad<br />

una felicità intima che nessuno ci può togliere,<br />

come dice Gesù…


educare alla gioia del cuore<br />

non avere paura, Dio non ruba la gioia.<br />

Non avere paura di<br />

“(...) Dio. Non avere<br />

paura delle tue paure, di te<br />

stesso, delle tue domande.<br />

Ascoltale. Fai tacere le voci<br />

che ti ingombrano l’anima,<br />

tanti rumori che rintronano<br />

l’udito del cuore, e presta l’orecchio<br />

alle voci che salgono<br />

dal tuo mondo interiore: esse<br />

parlano di te, <strong>della</strong> tua vita,<br />

dell’enigma <strong>della</strong> tua esistenza,<br />

del mistero del dolore, del<br />

destino che ti sta davanti, oltre<br />

la porta del tempo. Non temere<br />

queste voci: sono voci amiche,<br />

sono una grazia, non ti<br />

vogliono rubare la gioia di vi-<br />

vere ma, al contrario, vogliono<br />

aiutarti a vivere meglio i giorni<br />

terreni; chiedono di poterti condurre<br />

nello spazio <strong>della</strong> verità,<br />

<strong>della</strong> libertà e dell’amore. (...)<br />

Lascia, amico mio, che queste<br />

voci emergano dalle molte cose<br />

che vociano, dal tuo spirito che<br />

a volte rischia di essere un mercato<br />

anziché la cella interiore,<br />

decisiva per ritrovare te stesso<br />

e la serenità che spesso cerchi<br />

altrove. Forse, mi dirai (...)<br />

che sei troppo preso da impegni<br />

e preoccupazioni per il lavoro,<br />

la famiglia, la casa, il<br />

futuro; che non hai tempo per<br />

pensare ad altro; che il presen-<br />

Gioia, Parola di Chiesa<br />

te ti assorbe, tante sono le urgenze<br />

cui devi attendere. Io ti<br />

rispondo che è tutto vero, che<br />

la vita impone responsabilità<br />

gravi e non risparmia colpi a<br />

nessuno; però ti ricordo anche<br />

che non puoi vivere fuori<br />

di te, preda delle cose che ti<br />

rincorrono. (...) Il Mistero del<br />

Dio fatto uomo, non ti porta<br />

lontano dalla tua esistenza, al<br />

contrario ti vuole accompagnare<br />

in essa ma con maggiore<br />

libertà e serenità”.<br />

Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo<br />

di Genova, stralcio dall’omelia <strong>della</strong><br />

Notte del S. Natale, Genova 2011<br />

Dalla Sacra Scrittura:<br />

ome il Padre ha amato me così io ho amato voi…se osserverete i miei comandamenti rimar-<br />

“Crete nel mio amore. Questo vi ho detto affi nché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia giunga<br />

alla pienezza”. (Vangelo di Giovanni 15, 9-12)<br />

“Amatevi cordialmente con l’amore di fratelli… abbiate gioia <strong>nella</strong> speranza, siate costanti nelle avversità,<br />

assidui <strong>nella</strong> preghiera”.<br />

(Lettera ai Romani 12, 10-12)<br />

la parola dell’Arcivescovo di Genova A. Bagnasco:<br />

“Gesù è il modello affascinante, l’amico che non tradisce e viene sempre incontro, che prende per mano e<br />

riaccende ogni volta la forza sorgiva che sostiene la fi ducia verso la realizzazione di sé e la vera felicità”.<br />

(Prolusione al Consiglio permanente <strong>della</strong> CEI, 24 Gennaio 2011)<br />

Da “Educare alla vita buona del Vangelo” (Conferenza Episcopale Italiana):<br />

“Un’autentica educazione deve essere in grado di parlare al bisogno di signifi cato e di felicità delle persone.<br />

Il messaggio cristiano pone l’accento sulla forza e sulla pienezza di gioia (GV 17,13) donate dalla<br />

fede, che sono infi nitamente più grandi di ogni desiderio e attesa umani. Il compito dell’educatore<br />

cristiano è diffondere la buona notizia che il Vangelo può trasformare il cuore dell’uomo, restituendogli<br />

ragioni di vita e di speranza”.<br />

E.Q.<br />

III


gioia alla <strong>Guardia</strong><br />

Kàire, Maria!<br />

Rallegrati, Maria!<br />

marco granara<br />

Solo chi è “pieno” di Dio, ne è cosciente<br />

e sta al gioco può essere<br />

pieno di gioia. L’aveva detto lei stessa ad<br />

Elisabetta. Da lei si era sentita dire: “Beata te!<br />

Come mai è bastato il suono <strong>della</strong> tua voce e<br />

il bambino, nel mio seno, ha esultato di gioia?<br />

“Sei tu, Maria, la prima a portare la “bella<br />

notizia-vangelo-fatta persona”! Sei tu che, portando<br />

Gesù, porti la notizia che Dio non cessa<br />

di amare e riempire di grazia un’umanità che<br />

non lo meriterebbe. Tu, stupita ed emozionata,<br />

senti la conferma di tutto questo dalla voce<br />

dei pastori di Betlemme, squalifi cati dai contemporanei,<br />

ma amati da Dio. Tu hai gli occhi<br />

aperti sulla gioia degli sposi al pranzo di nozze<br />

di Cana e, grazie a te, l’acqua si tramuta nel<br />

buon vino <strong>della</strong> gioia e la festa è salva... Tu,<br />

hai scelto il monte <strong>della</strong> vedetta (<strong>Guardia</strong>), per<br />

salva-guardare i tuoi fi gli dalle grinfi e di antichi<br />

e nuovi nemici <strong>della</strong> loro gioia...<br />

È per questo che il <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> si potrebbe legittimamente<br />

chiamare “<strong>Santuario</strong> <strong>della</strong> gioia”? Per<br />

questo ti sei presentata al povero e smarrito<br />

Pareto dicendogli subito: “Accostati a me e<br />

non avere paura, sono la Madre di Gesù Cri-<br />

IV<br />

La festa del “Kàire” alla <strong>Guardia</strong>,<br />

nel tempo di Pasqua.<br />

sto”? È il tuo biglietto da visita: “Quella che<br />

viene ad annunciare di non aver paura”? Per<br />

questo molta gente che arriva quassù... ci dice:<br />

“Che bello! È come essere in Paradiso”? Per<br />

questo migliaia e migliaia di riscontri – noi li<br />

chiamiamo ex voto – costellano la tua casa:<br />

sono innumerevoli momenti di gioia che la<br />

tua presenza ha portato ai tuoi fi gli... Sì, o<br />

“piena di Grazia”, tu continui a portare<br />

gioia. Noi dobbiamo solo recepirla gratuitamente<br />

e gratuitamente distribuirla a nome<br />

tuo a quanti incontriamo.<br />

Con queste premesse, così ben radicate e motivate<br />

biblicamente e storicamente, l’impegno<br />

presente e futuro del <strong>Santuario</strong> è solo quello di<br />

non sciupare questo patrimonio, di trasmetterlo<br />

a tutta un’umanità spesso “satura ma disperata”.<br />

In questa linea, vogliamo riprendere<br />

un forte impegno per le famiglie, per<br />

i bambini/ragazzi e giovani, con nuove<br />

iniziative per loro e nuove strutture di accoglienza<br />

(il “Punto Famiglia”, il piazzale<br />

del lato Ovest, nuovi percorsi e nuovi<br />

appuntamenti per loro). Nessuno deve tornare<br />

dalla <strong>Guardia</strong> “così com’è arrivato”. Tutti<br />

devono tornare col cuore e il volto rinnovati.


• I rappresentanti dei Movimenti per la Vita di 15 Paesi<br />

europei si sono riuniti a Roma al fi ne di “ritrovare l’anima<br />

dell’Europa” proponendo iniziative per dare più voce ai popoli<br />

e favorendo l’emergere <strong>della</strong> cultura <strong>della</strong> vita. I delegati<br />

dei MpV europei hanno discusso di come rinnovare l’impegno<br />

e difendere i diritti umani ed in particolare il diritto alla<br />

vita ed alla famiglia naturale. A questo proposito è stato<br />

costituito un comitato preparatorio per raccogliere alcuni<br />

milioni di fi rme, in almeno sette Paesi europei, al fi ne di far<br />

includere nel Trattato di Lisbona il riconoscimento <strong>della</strong><br />

persona fi n dal concepimento. Il presidente del MpV<br />

italiano, Carlo Casini, che è anche Presidente <strong>della</strong> Commissione<br />

Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, ha rilevato<br />

che ci sono evidenti contraddizioni nel comportamento delle<br />

istituzioni europee. “L’Unione Europea – ha precisato – protegge<br />

gli animali ma, quando si tratta di parlare di bambini<br />

o bambine concepite, nel migliore dei casi tace, mentre sono<br />

continui i tentativi di fare riconoscere l’aborto come diritto<br />

umano fondamentale”.<br />

• Papa Benedetto XVI ha ricordato, nelle settimane scorse,<br />

l’imminenza del 50° anniversario dell’Organizzazione<br />

Mondiale per le Migrazioni. Questa ricorrenza – ha aggiunto<br />

il Papa – va a coincidere con il 50° anniversario <strong>della</strong><br />

Convenzione sulla riduzione dei casi di apolidia e con<br />

il 60° anniversario <strong>della</strong> Convenzione sullo status dei<br />

rifugiati. “Affi do al Signore quanti, spesso forzatamente,<br />

debbono lasciare il proprio Paese o sono privi di nazionalità”<br />

ha detto il Santo Padre ed ha incoraggiato la “solidarietà<br />

nei loro confronti” assicurando la propria preghiera “per<br />

tutti coloro che si prodigano per proteggere ed assistere<br />

questi fratelli in situazioni di emergenza, esponendosi anche<br />

a gravi fatiche e pericoli”.<br />

Una pillola di saggezza...<br />

a cura di Enrico Quaglia<br />

NELL’AMORE<br />

SPARISCONO<br />

TUTTI I<br />

CONTRASTI<br />

DELLA VITA<br />

(Tagore)<br />

ah!<br />

ah!<br />

ah...<br />

ah...<br />

ah!<br />

succede in Chiesa<br />

alma severino<br />

... e un sorso di buon umore<br />

DUE PULCI ESCONO DAL TEATRO:<br />

– Cara, cosa facciamo,<br />

andiamo a casa a piedi<br />

oppure prendiamo un cane?<br />

19


Aprirci alla potenza dello Spirito Santo.<br />

Le parole di Benedetto XVI.<br />

Dio che soffia dent<br />

alma severino<br />

Quale parte ha lo<br />

Spirito Santo <strong>nella</strong><br />

nostra vita di fede?<br />

“Lo Spirito è fuoco d’amore,<br />

tempesta che purifica l’aria,<br />

vincitore <strong>della</strong> paura”, scriveva<br />

papa Benedetto XVI,<br />

in occasione <strong>della</strong> Messa <strong>nella</strong><br />

solennità <strong>della</strong> Pentecoste<br />

dello scorso anno.<br />

Il FUOCO VERO<br />

Gesù stesso annuncia lo scopo<br />

di tutta la sua missione<br />

sulla terra alludendo al fuoco:<br />

‘Sono venuto a gettare<br />

fuoco sulla terra, e quanto<br />

vorrei che fosse già acceso!’<br />

(Lc 12,49). “Il vero fuoco, –<br />

ha spiegato il Santo Padre<br />

– lo Spirito Santo, è stato<br />

portato sulla terra da Cristo.<br />

Egli non lo ha strappato agli<br />

dèi, come fece Prometeo, secondo<br />

il mito greco, ma si è<br />

fatto mediatore del ‘dono di<br />

Dio’ ottenendolo per noi con<br />

il più grande atto d’amore<br />

<strong>della</strong> storia: la sua morte in<br />

croce”. Il Papa ha precisato<br />

che oggi “la via normale” per<br />

incontrare lo Spirito e riceve-<br />

20<br />

re questo fuoco è la Chiesa.<br />

Ma per riceverlo, perché la<br />

Chiesa sia “il prolungamento<br />

dell’opera rinnovatrice<br />

di Cristo”, occorre che i cristiani<br />

siano come i discepoli<br />

“perseveranti e concordi<br />

<strong>nella</strong> preghiera”. Occorre<br />

che “la Chiesa sia meno<br />

‘affannata’ per le attività<br />

e più dedita alla preghiera”.<br />

lA tEMPEStA<br />

ChE CAMBIA l’ARIA<br />

Riferendosi al racconto <strong>della</strong><br />

Pentecoste negli Atti degli<br />

Apostoli, il pontefice si è<br />

soffermato sulla descrizione<br />

che lì si fa dello Spirito come<br />

‘tempesta’. “Chiaramente<br />

San Luca (l’autore degli Atti)<br />

ha in mente la teofania del<br />

Sinai, raccontata nei libri<br />

dell’Esodo (19, 16-19) e del<br />

Deuteronomio (4, 10-12.36).<br />

Nel mondo antico la tempesta<br />

era vista come segno <strong>della</strong><br />

potenza divina, al cui cospetto<br />

l’uomo si sentiva soggiogato<br />

e atterrito. Ma vorrei<br />

sottolineare – ha prosegui-<br />

to il papa – anche un altro<br />

aspetto: la tempesta è descritta<br />

come ‘vento impetuoso’,<br />

e questo fa pensare all’aria,<br />

che distingue il nostro pianeta<br />

dagli altri astri e che ci<br />

permette di vivere su di esso.<br />

Quello che l’aria è per<br />

la vita biologica, lo è lo<br />

Spirito Santo per la vita<br />

spirituale; e come esiste un<br />

inquinamento atmosferico,<br />

che avvelena l’ambiente e gli<br />

esseri viventi, così esiste un<br />

inquinamento del cuore<br />

e dello spirito, che mortifica<br />

e avvelena l’esistenza spirituale.<br />

[...] La metafora del<br />

vento impetuoso <strong>della</strong> Pentecoste<br />

fa pensare a quanto<br />

invece sia prezioso respirare<br />

aria pulita, sia con i polmoni,<br />

quella fisica, sia con il cuore,<br />

quella spirituale, l’aria salubre<br />

dello spirito che è<br />

l’amore!”.<br />

COlUI ChE VInCE<br />

lA PAURA<br />

Scriveva ancora Benedetto<br />

XVI, richiamandosi al comportamento<br />

dei discepoli,


o<br />

Terza Persona<br />

prima <strong>della</strong> Pentecoste rinchiusi<br />

nel Cenacolo, poi coraggiosi<br />

annunciatori del<br />

Vangelo: “Lo Spirito di Dio<br />

dove entra, scaccia la paura;<br />

ci fa conoscere e sentire<br />

che siamo nelle mani di<br />

una Onnipotenza d’amore:<br />

qualunque cosa accada, il<br />

suo amore infi nito non ci<br />

abbandona. Lo dimostra la<br />

testimonianza dei martiri,<br />

il coraggio dei confessori<br />

<strong>della</strong> fede, l’intrepido<br />

slancio dei missionari, la<br />

franchezza dei predicatori,<br />

l’esempio di tutti i<br />

santi, alcuni persino adolescenti<br />

e bambini. lo dimostra<br />

l’esistenza stessa<br />

<strong>della</strong> Chiesa che, malgrado<br />

i limiti e le colpe degli<br />

uomini, continua ad attraversare<br />

l’oceano <strong>della</strong> storia,<br />

sospinta dal soffi o di Dio e<br />

animata dal suo fuoco purifi<br />

catore. Con questa fede<br />

e questa gioiosa speranza<br />

ripetiamo oggi, per intercessione<br />

di Maria: ‘Manda<br />

il tuo Spirito, Signore, a<br />

rinnovare la terra!’”.<br />

le ragioni del credere<br />

21


Nei Vangeli lo Spirito santo compare<br />

sotto forme insolite (vento,<br />

colomba, soffi o, fuoco...). Delle tre<br />

persone <strong>della</strong> trinità, mentre il Padre<br />

e il Figlio riusciamo in qualche modo<br />

a raffi gurarceli, lo Spirito Santo resta<br />

inafferrabile...<br />

È proprio questo carattere inafferrabile su cui<br />

dovremmo concentrare la nostra attenzione<br />

(e oserei dire che sta proprio in questo la<br />

“bellezza” dello Spirito Santo!). Mi pare che<br />

proprio nel nostro tempo siamo particolarmente<br />

incerti tra un eccesso di concretezza e<br />

materialità, che non riesce però a darci conto<br />

<strong>della</strong> complessità e varietà dell’esistenza, e<br />

una genericità astratta e totalmente soggettiva,<br />

che ci prepara ad ogni sorpresa, ma ci<br />

rende un po’ cinici e disincantati; se si vuole,<br />

tra “non si può essere dei sognatori” e “beh,<br />

così è la vita!”. Il Dio trinitario ci dice che i<br />

due elementi non sono contrari, né generici:<br />

il Figlio è la concretezza storica, il volto<br />

riconoscibile, e lo Spirito è l’anima impalpabile,<br />

non richiudibile in uno schema, ma reale<br />

e personale. Come di una persona, né il<br />

suo volto, né le sue azioni ci dicono il tutto<br />

di lei, e c’è sempre un inaspettato, un profondo,<br />

un gratuito che può mostrarsi, e che<br />

è profondamente quella persona, ma insieme<br />

non sapremmo ricondurlo ad un elemento<br />

concreto o già conosciuto, così in Dio. Ogni<br />

amore umano sa che c’è sempre, per quanto<br />

bene ci si conosca e per quanti anni si siano<br />

spesi insieme, un essere profondo dell’altro<br />

che ci sorprende, una impossibilità a dire “so<br />

22<br />

Rileggendo i Vangeli<br />

per capire meglio lo Spirito.<br />

L’amore fa spazio<br />

intervista di anna gatti a stella morra, teologa<br />

tutto, conosco tutto, tutto è già accaduto”,<br />

pena altrimenti la fi ne dell’amore stesso, così<br />

in Dio. Non è un caso che allo Spirito la tradizione<br />

cristiana ha sempre attribuito i doni<br />

“sottili” dell’anima (sapienza, intelletto, consiglio,<br />

ecc…), l’essere l’ispiratore <strong>della</strong> Parola<br />

e l’interprete <strong>della</strong> stessa, ciò che va al di là/<br />

al di dentro <strong>della</strong> materialità <strong>della</strong> Parola, il<br />

suscitatore <strong>della</strong> pluralità e <strong>della</strong> novità dei<br />

carismi, e così via. È la vita, nel suo spessore<br />

impalpabile e non imprigionabile, ma reale e<br />

ben concreto, la vita che fi orisce e ci stupisce,<br />

la vita che ci raggiunge anche quando non la<br />

speriamo più!<br />

I tre Vangeli sinottici riportano le parole<br />

estremamente dure di Gesù verso<br />

chi bestemmia contro lo Spirito Santo.<br />

“Ogni peccato o bestemmia sarà rimessa<br />

agli uomini, ma la bestemmia contro<br />

lo Spirito non sarà rimessa” (Mt<br />

12,31). Qual è questo peccato così terribile<br />

che non ammette perdono?<br />

È esattamente in relazione a ciò di cui stavamo<br />

parlando: è il “rifi uto” <strong>della</strong> vita che si<br />

mostra, è la chiusura ad ogni novità; spesso<br />

la tradizione lo ha identifi cato con la “disperazione”<br />

radicale, la convinzione profonda,<br />

radicata e durevole (attenzione a questi aggettivi!)<br />

che nulla potrà più accadere da parte<br />

di Dio per me. La sua imperdonabilità non è<br />

di ordine giuridico (così grave, da non poter<br />

essere perdonato… ma cosa può essere così<br />

grave da superare la misura senza misura <strong>della</strong><br />

misericordia di Dio?), ma piuttosto è in sé


Terza Persona le ragioni del credere<br />

ciò che toglie la condizione fondamentale di<br />

ogni relazione, che è l’esserci. Vorrei chiarire<br />

con un esempio: quando due persone hanno<br />

una storia, sono fi danzate o sposate, possono<br />

discutere, anche litigare, non capirsi e avere<br />

momenti diffi cili, ma fi no a che la relazione<br />

continua, si può spiegarsi, fare la pace, capirsi<br />

(e riconfondersi, forse!). Ma se si lasciano, non<br />

c’è più lo spazio minimo per poter ritrovarsi e<br />

anche una cosa bella (per esempio, telefonarsi<br />

per farsi gli auguri di compleanno) diventa<br />

impercorribile (forse penserà che voglio rimettermi<br />

con lui, forse interpreterà in questo<br />

modo o in quell’altro… meglio lasciare perdere!).<br />

Oggi io personalmente direi “impercorribile”,<br />

piuttosto che “imperdonabile”, proprio<br />

per non entrare in una logica oggettivo-giuridica<br />

che non dà conto <strong>della</strong> verità di questa<br />

affermazione. Nella storia, la tradizione ha a<br />

volte identifi cato questo rifi uto con il suicidio,<br />

rifi uto radicale di una speranza di novità, e per<br />

questo un tempo si rifi utava il funerale ai suicidi:<br />

ma oggi siamo ben consapevoli che i tre<br />

aggettivi di cui dicevo più sopra (convinzione<br />

profonda, radicata e durevole) richiedono una<br />

libertà di scelta così grande e totale rispetto<br />

alla nostra vita, che è molto diffi cile agli esseri<br />

umani e, soprattutto, che nessuno di noi può<br />

sapere di un altro se ha potuto scegliere così<br />

liberamente. Così oggi non identifi chiamo<br />

più con un particolare gesto concreto questa<br />

chiusura radicale alla vita e al suo fi orire e lasciamo<br />

a Dio di giudicare il mistero di libertà<br />

di ognuno. Ma manteniamo salda l’idea che la<br />

cosa peggiore che possa accaderci è la chiusura<br />

radicale al soffi o impalpabile che ci dischiude<br />

la vita come un dono che arriva da altrove, e<br />

che non ci consente di pensare che solo ciò<br />

che produciamo noi sia reale.<br />

nel Vangelo di Giovanni leggiamo: «È<br />

meglio per voi che io parta; perché se<br />

non parto, il Paraclito non verrà a voi.<br />

Se invece me ne vado, lo manderò a voi.<br />

E quando egli verrà confuterà il mondo<br />

in fatto di peccato, di giustizia e di<br />

giudizio» (16,7-8). Sembra quasi che la<br />

presenza di Gesù impedisca la presenza<br />

dello Spirito Santo. Come possono essere<br />

spiegate queste parole? E cosa signifi ca<br />

“quando verrà, confuterà il mondo?”<br />

È per noi che Dio si “ritrae”: come in Gesù,<br />

prendendo carne, ritrae la sua potenza, nello<br />

Spirito, affi dando non più agli occhi, ma<br />

al cuore e alla mente il riconoscerlo, ci lascia<br />

lo spazio necessario per “diventare adulti” e<br />

stare di fronte a Lui <strong>nella</strong> libertà. Le nostre<br />

nonne ci hanno insegnato che in un amore<br />

nascondersi è a volte più importante che mostrarsi…<br />

La presenza di Dio con noi, presenza<br />

che ci è assicurata, fi no alla fi ne dei tempi,<br />

non signifi ca dimenticare la dinamica di una<br />

certa assenza, di un evitare l’evidenza: forse<br />

per secoli teologi e chiese hanno percorso di<br />

più la logica <strong>della</strong> presenza, <strong>della</strong> chiarezza e<br />

<strong>della</strong> evidenza; forse molti degli elementi <strong>della</strong><br />

cultura in cui viviamo oggi ci richiamano<br />

alla necessità di una certa “umiltà”, di una<br />

modestia e castità del mostrarsi di Dio. Proprio<br />

per questo lo Spirito Santo ci accompagna<br />

<strong>nella</strong> storia: <strong>nella</strong> forma di una presenza<br />

discreta e non catturabile. In questo c’è<br />

una profonda confutazione, un “tener testa<br />

a”: nell’umiltà <strong>della</strong> discrezione e del ritrarsi<br />

c’è tutta la forza di una fi ducia nelle propria<br />

forza e <strong>nella</strong> propria giustizia che non ha bisogno<br />

di imporsi. La confutazione è, ancora<br />

una volta secondo la logica dello Spirito, in<br />

una vita che si mostra e non si dimostra.<br />

23


2 minuti per pensare<br />

24<br />

nucci scipilliti, laura siccardi<br />

UnA MAtItA nEl MOnDO<br />

Il fabbricante di matite prese da parte una matita, prima di metterla <strong>nella</strong><br />

scatola e le rivolse queste parole: “Ci sono cinque cose che devi sapere prima<br />

che io ti mandi nel mondo. Non dimenticarle mai e diventerai la miglior<br />

matita possibile.”<br />

“Uno: Sarai in grado di fare molte grandi<br />

cose, ma soltanto se permetterai di essere<br />

tenuta <strong>nella</strong> mano di qualcuno.”<br />

“Due: Ogni tanto sperimenterai una<br />

dolorosa temperata, ma ne avrai<br />

bisogno per diventare<br />

una matita migliore.”<br />

“Tre: Sarai in grado di correggere<br />

qualsiasi errore tu potrai<br />

fare.”<br />

“Quattro: La parte più importante<br />

di te sarà sempre<br />

ciò che è dentro di te.”<br />

“E cinque: Su qualsiasi superficie<br />

tu sarai usata, dovrai lasciare<br />

il segno e, in qualsiasi<br />

condizione, dovrai continuare<br />

a scrivere.”<br />

La matita capì e promise di ricordare. Entrò<br />

<strong>nella</strong> scatola, conoscendo nel suo cuore<br />

lo scopo per cui era stata fabbricata.<br />

Ora sostituendo la matita con te, ci sono cinque cose che devi sapere. Non dimenticarle mai<br />

e diventerai la miglior persona possibile.<br />

Uno: Sarai in grado di fare molte grandi cose, ma soltanto se permetterai di essere tenuta<br />

<strong>nella</strong> mano di Dio, e se permetterai ad altri esseri umani di accedere ai molti doni che tu<br />

possiedi.<br />

Due: Ogni tanto sperimenterai una dolorosa affinatura, attraversando vari problemi <strong>nella</strong><br />

vita, ma ne avrai bisogno per diventare una persona più forte.<br />

Tre: Sarai in grado di correggere gli errori che potrai fare.<br />

Quattro: La parte più importante di te sarà sempre ciò che è dentro di te.<br />

E cinque: Su qualsiasi strada camminerai, dovrai lasciare il tuo segno e in qualsiasi situazione<br />

dovrai continuare a fare il tuo dovere.<br />

Lascia che questa storia sulla matita ti incoraggi a capire che sei una persona speciale e che<br />

soltanto tu puoi adempiere allo scopo per cui sei venuto al mondo. Non lasciarti mai scoraggiare<br />

e non pensare mai che la tua vita sia senza significato e non possa cambiare.


l’eroismo del quotidiano<br />

GlI EROI ORDInARI ChE SOnO In nOI<br />

roi ordinari”, gente<br />

“Enormale che nel momento<br />

giusto fa cose fuori dal<br />

normale. Da questo numero<br />

ci cimenteremo in questa piccola<br />

“indagine” o ricerca, per<br />

mandare una volta di più a<br />

memoria il loro esempio. Persone<br />

che, senza essere votate<br />

al sacrifi cio o al martirio,<br />

compiono gesti straordinari,<br />

spesso eroici agli occhi <strong>della</strong><br />

gente che assiste o legge delle<br />

loro imprese. Persone il cui<br />

impegno può diventare lungo,<br />

diffi cile, spesso anche lontano<br />

da affetti e famiglie, in<br />

nome di una causa che li vede<br />

comunque vincitori. A volte<br />

il sacrifi cio estremo diventa<br />

ineluttabile dato il mestiere o<br />

il servizio che scelgono di<br />

fare; spesso agiscono di istinto<br />

di fronte ad una situazione<br />

di pericolo, sopruso, ingiustizia:<br />

per quell’istinto di solidarietà,<br />

quel senso del dovere<br />

che il Signore ha messo dentro<br />

ciascuno di noi. A volte li<br />

piangiamo ma spesso li ammiriamo<br />

perché meglio di<br />

loro non avremmo saputo<br />

fare.<br />

Ricordate lo studente cinese<br />

che nel bel mezzo <strong>della</strong> rivolta<br />

si ferma ritto in piedi, <strong>nella</strong><br />

mano sinistra la giacca e<br />

nell’altra mano un sacchetto<br />

<strong>della</strong> spesa? In Piazza Tienanmen<br />

la scena sembra irreale:<br />

i carri armati in colonna,<br />

l’autista del primo blindato<br />

fa manovra, cerca di aggirare<br />

il ragazzo sulla destra. Lui gli<br />

si para davanti di nuovo, allarga<br />

le braccia come si fa per<br />

domare una bestia. Costringendoli,<br />

senza dire una parola,<br />

ad ammettere che di fronte<br />

a tanto coraggio il buon senso<br />

vince comunque. “Eroe ordinario”<br />

di cui nessuno sa più<br />

niente ma che rimarrà <strong>nella</strong><br />

nostra memoria per quell’impresa<br />

titanica. O perché non<br />

citare Nelson Mandela e la<br />

sua lotta anti-apartheid o<br />

Aung San Suu Kyi leader del<br />

movimento non-violento che<br />

si oppone al regime militare<br />

birmano? Entrambi premi<br />

Nobel per la pace. Entrambi<br />

marcello monticone<br />

Eroi Ordinari. O, per guardare<br />

più vicino, come non ricordare<br />

Sandro Usai (<strong>nella</strong> foto),<br />

volontario travolto dalla marea<br />

di fango a Monterosso, il<br />

25 ottobre scorso, dopo aver<br />

salvato due persone? Era lì per<br />

dare una mano, per essere utile,<br />

per dare una ragione di<br />

speranza agli abitanti del paese<br />

ligure in balia <strong>della</strong> pioggia.<br />

25


cronaca<br />

<strong>Guardia</strong>, casa di Maria,<br />

santuario del<br />

contadino pastore, posto fuori<br />

mano nel mondo degli umili...<br />

tutti elementi che non possono escludere<br />

il Presepe: troppo connaturale e coerente<br />

quella storia con quella <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>.<br />

Sono rimaste ormai poche statue, altezza<br />

quasi naturale, in gesso, con la Natività, l’asino<br />

e il bue, il pastore e i tre magi... come ricordo<br />

di un’antica passione. Una grossa fetta di<br />

basilica era riservata al presepe e un mondo di<br />

gente sentiva che, per Natale, “si doveva” andare<br />

alla <strong>Guardia</strong> a visitare il suo presepe. Nelle<br />

parrocchie, in genere, c’erano modeste statuine<br />

di gesso, nelle case, qualcosa di ancora<br />

più modesto, mentre al <strong>Santuario</strong>, con qualunque<br />

tempo, si doveva salire per il presepe.<br />

Oggi, su quella spinta ideale e popolare, altre<br />

raffigurazioni non meno significative hanno<br />

integrato il percorso. C’è un bel bassorilievo<br />

in marmo di Carrara presso l’altare<br />

<strong>della</strong> vita: è da qualche anno al centro di<br />

26<br />

Presepi visitati, goduti e premiati<br />

Un nuovo CD per la <strong>Guardia</strong><br />

dal cantuautore genovese Piero Parodi<br />

D a tempo l’aveva nel cuore. Ora è riuscito<br />

a realizzare una bella cosa per il godimento<br />

dei pellegrini <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> che, anche<br />

a distanza dal <strong>Santuario</strong>, potranno “ritornare<br />

lassù” grazie all’ascolto di antiche e<br />

nuove espressioni del cuore, prima che di belle<br />

voci e di strumenti familiari (organo, campane,<br />

chitarre). Piero Parodi, notissimo<br />

cantautore nostrano, oltre a mille cantate<br />

Due cari ritorni al <strong>Santuario</strong>:<br />

Don Aldo e P. Emilio<br />

Uno arriva dall’Africa (Costa d’Avorio,<br />

costruttore e primo rettore del nuovo <strong>Santuario</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>), l’altro dall’Argentina (è<br />

Vicario Generale <strong>della</strong> grande Archidiocesi di<br />

Rosario, è stato per diversi anni Parroco alla<br />

<strong>Guardia</strong> di Rosario). Ambedue convinti devoti<br />

<strong>della</strong> nostra Madonna, guide spirituali seguite e<br />

stimate in Africa e Argentina dei devoti <strong>della</strong><br />

una miriade di fiocchi rosa e azzurri che le nostre<br />

famiglie hanno portato all’atto dell’affidamento<br />

a Maria delle loro creature. Luogo la<br />

navata laterale, un vero artista moderno, Enzo<br />

Cassini, ha creato il contesto giusto – scorci<br />

<strong>della</strong> Genova antica – per ricollocare le preziose<br />

statuine lignee <strong>della</strong> scuola del Maragliano,<br />

qualcuna anche del Canepa (autore<br />

<strong>della</strong> grande statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

<strong>della</strong> nicchia). Altra sosta obbligata, soprattutto<br />

per i bambini, al presepe “di noci e<br />

materiale poverissimo del bosco” per l’originalissimo<br />

presepe di Gigi noli. Tanta grazia,<br />

non poteva non stimolare altri artisti minori<br />

(?) <strong>nella</strong> contemplazione del “Mistero”... Così<br />

la “Mostra dei Presepi” che è diventata ormai<br />

tradizione. Visita stupita di oltre 4 mila<br />

persone... l’imbarazzo <strong>nella</strong> scelta di uno migliore<br />

di altri. In tutti c’è un pezzo d’anima.<br />

Inutile elencare vincitori: tutti vincitori in<br />

questo affascinante percorso al cuore del Mistero<br />

dell’Amore di Dio fatto uomo. C’è solo<br />

da contemplare, godere e continuare.<br />

che hanno rallegrato innumerevoli feste popolari<br />

di mezza Liguria, ha voluto andare in<br />

profondità. Là, ha ritrovato nelle radici <strong>della</strong><br />

sua fede da bambino, struggenti nenie e<br />

storie mariane significative. Le ha sapientemente<br />

messe insieme e ne ha fatto dono<br />

alla “sua” e “nostra” Madonna con squisita<br />

sensibilità. I pellegrini potranno trovare il<br />

CD presso il <strong>Santuario</strong>.<br />

Madonna. Un gradito dono di Natale, un ritorno<br />

“a casa” di due cari amici: un piacere stare<br />

con loro qualche tempo. Don Aldo Viti, per<br />

un tempo di revisione anche di forze fisiche,<br />

Mons. Emilio Cardarelli per un tempo di vacanza<br />

e di impegni italiani e romani legati anche<br />

al suo prezioso ministero diocesano. Permanenze<br />

brevi ma intense, per loro e per noi amici.


La Madonna <strong>della</strong> guardia ancora in viaggio...<br />

ora verso il Mozambico<br />

Due suorine mozambicane delle<br />

Clarisse Cappuccine di via Chiodo<br />

in Genova, dopo qualche anno di permanenza<br />

al Monastero/Madre, tornate in Mozambico,<br />

hanno fondato laggiù una bella<br />

comunità di contemplative. Hanno conosciuto<br />

qui la nostra Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>.<br />

Una di loro, suor Veronica, ha avuto, proprio<br />

pregando dal nostro <strong>Santuario</strong>, un chiaro<br />

segno <strong>della</strong> Sua protezione: un fratello<br />

disperso in guerra da anni, proprio in contemporanea<br />

con la sua preghiera, era tornato<br />

a casa. Anche per questo non hanno mai<br />

dimenticato la “nostra/loro” Madonna.<br />

Ogni volta che scrivono c’è sempre un ricordo<br />

“alla mia mamma di <strong>Guardia</strong>”. In questi<br />

giorni è partita dal <strong>Santuario</strong> una bella<br />

statua <strong>della</strong> Vergine guardiana per<br />

le monache del Mozambico. Un’ulteriore<br />

“presenza” di Maria <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> in terra<br />

africana. Dove? Proprio nel cuore di una giovane<br />

comunità di contemplative. Un avamposto<br />

di preghiera che tornerà senza dubbio<br />

anche su tutti i pellegrini e devoti <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> del mondo. Buon viaggio, Maria!<br />

Guardati bene quelle nostre sorelle, anche<br />

perché loro, con la loro preghiera, continuano<br />

a sostenere i nostri pellegrini.<br />

La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> “alla porta” <strong>della</strong> città:<br />

ogni mercoledì che Dio manda<br />

C os’è sta novità? Beh, mica tanto “novità”.<br />

È dal lontano 1700 che, “alla porta<br />

<strong>della</strong> città” – oggi si chiama via San Pietro<br />

alla porta – una bellissima edicola<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, “guarda”<br />

una popolazione cosmopolita che,<br />

numerosissima, entra ed esce dalla città più<br />

antica... Una bella, storica, “presenza”! Da<br />

anni succede che il Rettore responsabile di<br />

quella bellissima e piccola chiesa storica è<br />

anche Rettore del nostro <strong>Santuario</strong>. Una<br />

coincidenza fortuita? Forse... Ma è parso a<br />

lui più che una coincidenza, un’occasione<br />

per “far presente” abitualmente la<br />

Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, non solo al suo<br />

grande <strong>Santuario</strong> del Figogna, ma anche giù,<br />

in mezzo alla gente. È così che ogni mercoledì<br />

che Dio manda verrà celebrata in<br />

quella Chiesa di San Pietro una Messa speciale<br />

– la “Messa <strong>della</strong> città e del Villaggio<br />

mondo” – e, subito dopo, nei locali annessi,<br />

un’occasione di “ricerca e dialogo”. Una<br />

ricerca sul “senso dell’esistenza” in vista di<br />

una Fede “più pensata e amica dell’intelligenza”<br />

come la chiama e la desidera Papa Benedetto.<br />

Così anche i nostri pellegrini al <strong>Santuario</strong><br />

hanno d’ora in poi questa ulteriore<br />

possibilità. Per gli ADUltI ogni mercoledì,<br />

dopo la Messa (17,30), un “cammino<br />

di ricerca” dalle 18,15 alle 19,45.<br />

Subito dopo, un analogo incontro per<br />

i GIOVAnI (ore 20). Con loro, nel contesto<br />

di uno spuntino/cenetta tra amici. È aperto<br />

a tutti i “cercatori di Dio”, al di là di una<br />

fede forse fi n troppo demotivata e scontata.<br />

27


cronaca<br />

Una mostra di alcuni nostri “ex voto” più antichi...<br />

Sì, sono stati esposti a Palazzo Balbi, sede del<br />

comune di Campomorone, per lodevole iniziativa<br />

dello stesso, una sessantina dei nostri<br />

“ex voto” più signifi cativi nei giorni prima<br />

di Natale 2011. Un successo di interesse e<br />

di pubblico! Coinvolte tutte le autorità dei<br />

Beni artistici, civili e diocesane. L’iniziativa<br />

è del Sindaco Campora con la appassionata<br />

collaborazione di Paola Alpa ed il consenso<br />

previo del <strong>Santuario</strong>. Gli ex voto sono stati<br />

affi dati al restauro di un grande competente,<br />

Gianni Casali e riaffi dati, bellissimi, alla<br />

contemplazione del pubblico. Il fatto, già lodevole<br />

in sé, ha aperto la necessità del recupero<br />

al degrado imminente di tutti gli altri.<br />

Davvero l’usura del tempo, i tarli, il fumo dei<br />

ceri, hanno prodotto danni gravi: si deve intervenire<br />

per non perdere un patrimonio di<br />

fede e d’arte popolare di grandissimo rilievo.<br />

DON FRANCO PERTICA<br />

Nato a Valleregia (1930), morto Arciprete di Sori (GE) nel 2010<br />

e amico <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>.<br />

Da sempre devoto alla Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> e<br />

zelatore <strong>della</strong> stessa dovunque fece il prete.<br />

I suoi fedeli, accanto alla sua foto di prete con le grucce<br />

per le gambe amputate, hanno scritto:<br />

“Il suo stile di vita è stato per noi la migliore omelia”.<br />

AVVISO AGLI ABBONATI<br />

Sono ormai numerosi i lettori abbonati<br />

che utilizzano il conto corrente<br />

bancario intestato al <strong>Santuario</strong> per<br />

versare l’importo dell’abbonamento<br />

(o per altre offerte). Il bonifi co<br />

è sicuramente uno strumento comodo,<br />

ma ci raccomandiamo che siano<br />

sempre rilevabili - salvo si desideri<br />

conservare l’anonimato - i dati<br />

dell’abbonato (nome, cognome e indirizzo)<br />

e la causale del versamento.<br />

Grazie.<br />

28<br />

Inoltre, da molto tempo, era alla rifl essione<br />

del <strong>Santuario</strong> una rivalutazione/restauro di<br />

tutta la sala degli “ex voto”. Lo spontaneismo<br />

dei fedeli pellegrini – peraltro lodevole<br />

e ammirevole – tuttavia stava facendo di<br />

quella sala un luogo piuttosto disordinato,<br />

con un miscuglio di cose non sempre rispondente<br />

al valore umano e spirituale delle<br />

stesse. Forse è la volta buona. I nostri pellegrini,<br />

per qualche tempo, dovranno pazientare<br />

perché non possiamo prevedere quanto<br />

questo disagio potrà durare. Sappiamo già<br />

che avrà un suo onere esecutivo che richiama<br />

già ora, da questa notizia e nel prossimo<br />

futuro, la collaborazione fattiva dei nostri<br />

devoti del <strong>Santuario</strong> più sensibili. Siamo<br />

certi che, con l’aiuto di molti, riusciremo<br />

anche in questo intento. Speriamo prima<br />

<strong>della</strong> prossima estate.


Quattro generazioni<br />

<strong>della</strong> famiglia Montelatici:<br />

bisnonna Angela (1917);<br />

nonni Italia e Gianluigi;<br />

papà, mamma e Edoardo (2010).<br />

Gianfranco Pelissa<br />

e Luigina Ghiglino ringraziano<br />

la Madonna in occasione<br />

del 55° anniversario di matrimonio<br />

(18 ottobre 1956-2011)<br />

momenti di vita<br />

Benvenuto Raffaele<br />

e Pagano Tina<br />

di Teriasca<br />

di Sori (GE),<br />

ringraziano<br />

la Madonna<br />

per il 45° anniversario<br />

di matrimonio.<br />

Roggerone Luciano e Montaldo Caterina<br />

nel 50° anniversario di matrimonio,<br />

uniti ai figli e nipoti, ringraziano la Madonna<br />

per le grazie ricevute (4 giugno 1961-2011).<br />

Pellegrinaggio <strong>della</strong> Parrocchia<br />

di S. Bartolomeo di Sori per il centenario<br />

<strong>della</strong> statua <strong>della</strong> Madonna del Carmine<br />

(11 settembre 2011).<br />

29


il ricordo e la preghiera<br />

Emilia Bandini 65 anni<br />

Genova<br />

Suor Francesca Traversone<br />

(Gianellina) 96 anni<br />

Vico Soprano (GE)<br />

Erminia Bracco 88 anni<br />

Genova<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

30<br />

Angiolina Profumo in Parodi 77 anni<br />

Genova<br />

Carlo Odicino 94 anni<br />

Basaluzzo (AL)<br />

Barbara Maini 39 anni<br />

Portalbera (PV)<br />

Giuseppe Ferrari 101 anni<br />

Montacuto (AL)<br />

Lina Carossino 97 anni<br />

Manesseno (GE)<br />

Giacomo Traverso 78 anni<br />

Variana di Grondona (AL)<br />

■ Sabato 3 dicembre - Pellegrinaggio<br />

diocesano mensile e primo Pellegrinaggio<br />

dei Taxisti genovesi.<br />

■ Martedì 6 dicembre - Celebrano al<br />

<strong>Santuario</strong> il 50° di Matrimonio i coniugi<br />

Tognoni Francesco e Perelli Maria Angela.<br />

■ Giovedì 8 dicembre - Gruppo Sportivo<br />

Aurora <strong>della</strong> Parrocchia S. Francesco<br />

Maria Lucia Ponte 78 anni<br />

Campo Ligure (GE)<br />

Maria Teresa Dodero 89 anni<br />

Genova<br />

Francesco Ratto 82 anni<br />

Albenga (SV)<br />

Ferruccio Marzi 94 anni<br />

Genova<br />

Carlo Carlini 55 anni<br />

S. Martino di Ceranesi (GE)<br />

Francesca Massa 71 anni<br />

Montoggio (GE)<br />

di Lecco con P. Bruno.<br />

■ Domenica 11 dicembre - Gruppo<br />

Amici <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> (50).<br />

■ Venerdì 23 dicembre - Bivacco degli<br />

Scout del GE50 di S. Maria dei Servi in<br />

Genova.<br />

■ Lunedì 26 dicembre - 50° di Matrimonio<br />

di Margone Giuseppe e Romana.


informazioni utili<br />

Abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>” 2012<br />

Italia: Ordinario 20,00 Sostenitore 30,00<br />

Estero: Ordinario 30,00 Sostenitore 37,00<br />

$ 35 $ 50<br />

Gli abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>”, si possono fare,<br />

oltre che al <strong>Santuario</strong>, anche presso:<br />

- Ufficio Amm.vo, Via Serra 6/A (solo mattino)<br />

tel. 010 561033 e-mail: amministr.guardia@libero.it;<br />

- Ufficio Pastorale <strong>della</strong> Curia, P.zza Matteotti 4;<br />

- Libreria San Paolo, P.zza Matteotti 31/R;<br />

- Libreria L.D.C., Via Rolando 63/R.<br />

Conto Corrente Postale n. 387167<br />

IBAN: IT30 I 07601 01400 000000387167<br />

intestato a: <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Orari<br />

Il <strong>Santuario</strong> è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle 12 e<br />

dalle 14 alle 19,00. Nei giorni festivi dalle ore 7 alle 19,00<br />

ininterrottamente (nell’ora solare la chiusura è alle 18,30).<br />

Sante Messe<br />

Ora Solare festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 16.<br />

feriali: ore 9,30 - 16.<br />

sabato: ore 9,30 - 11<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 16.<br />

Ora Legale festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 17.<br />

feriali: ore 9,30 - 11 - 17.<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 17.<br />

Rosario<br />

domenica e festivi ore 10 e ore 16 alla Cappella dell’Apparizione.<br />

Tutti i giorni feriali in Basilica ore 17,00 (ora<br />

solare) ore 18,00 (ora legale).<br />

Indirizzo <strong>Santuario</strong> N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

piazza <strong>Santuario</strong>, 4 - 16014 Ceranesi (GE)<br />

Amministrazione<br />

Via Serra, 6 A<br />

16122 Genova - Tel. 010.561033<br />

e-mail: amministr.guardia@libero.it<br />

Con approvazione ecclesiastica<br />

L’ufficio abbonamenti, offerte<br />

e Sante Messe del <strong>Santuario</strong> è<br />

aperto dalle ore 8,30 alle 12,00<br />

e dalle ore 14,00 alle 17,00.<br />

Foto defunti:<br />

formato tessera 25,00.<br />

Foto dei Gruppi:<br />

formato grande 50,00.<br />

Foto dei Bambini: pubblicazione <strong>della</strong><br />

foto gratuita per i bambini nuovi abbonati.<br />

Le quote di abbonamento non sono ritoccate per i meno abbienti. Per chi può - soprattutto ora che<br />

un nuovo provvedimento di legge ha aumentato a dismisura le spese di spedizione - chiediamo di<br />

aderire in libertà a rinnovare l’abbonamento con le quote sopra indicate.<br />

C/C Bancario n. 59722/80 Banca Carige - Sede<br />

di Genova - IBAN: IT79 Q 06175 01400 000005972280<br />

intestato a: Amministrazione <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

telefoni<br />

Prefisso da tutta Italia Genova compresa: 010;<br />

prefisso internazionale dall’estero: +39 010.<br />

Segreteria 010 72351<br />

Centralino 010 7235810<br />

Fax segr. 010 7235805<br />

Suore 010 7235813<br />

Rettore 010 7235811 (solo ore pasti)<br />

Vice Rettore 010 7235809<br />

E-mail <strong>Santuario</strong>: segreteria@santuarioguardia.it<br />

E-mail Rettore: rettore@santuarioguardia.it<br />

sito internet: www.santuarioguardia.it<br />

Per soggiornare al <strong>Santuario</strong><br />

• Il <strong>Santuario</strong> è attrezzato per accogliere persone<br />

singole, famiglie e gruppi anche numerosi.<br />

La gestione dell’accoglienza è stata da tempo<br />

affidata a Cooperative di servizi e a trattorie private.<br />

Le condizioni e le prenotazioni si possono<br />

trovare al numero <strong>della</strong> segreteria del <strong>Santuario</strong>.<br />

Per arrivare al <strong>Santuario</strong> con il servizio A.T.P.<br />

Bolzaneto FF.SS. - <strong>Santuario</strong> (dal 12 settembre 2011 a giugno 2012)<br />

FeStivi da Bolzaneto: 08.30* - 10.40 - 13.35 - 16.20* * arriva da Genova-Brignole<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 09.50 - 12.10 - 14.25** - 17.45 ** prosegue per Genova-Brignole<br />

Feriali da Bolzaneto: 08.35 - 15.15 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

Stazione Ferroviaria BriGnole - <strong>Santuario</strong> - autolinea Gran turiSmo<br />

(dal 18 settembre 2011 a giugno 2012)<br />

FeStivi dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza verdi): 08.00 - 15.50<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 14.25<br />

Redazione<br />

Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Anna Gatti, Ilaria Giusto,<br />

Gianfranco Parodi,<br />

Marcello Monticone,<br />

Enrico Quaglia, Nucci Scipilliti,<br />

Alma Severino, Laura Siccardi,<br />

Ivana Zanobelli.<br />

... e c’era la Madre di Gesù<br />

Fermate intermedie: Piazza De Ferrari, Stazione FS Principe, Via Milano, Piazza Montano, Piazza Pallavicini, Via Pastorino.<br />

Per informazioni: Tel. 010 7177210 oppure www.atp-spa.it<br />

Direttore Responsabile<br />

Fernando Primerano<br />

Responsabile di redazione<br />

Mirco Mazzoli<br />

Fotografie<br />

archivio fotografico<br />

I dati personali di ogni singolo abbonato vengono usati esclusivamente per la gestione degli abbonamenti in conformità alla vigente legge sulla privacy (n. 675 del 31-12-96)<br />

La testata “La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.<br />

Periodico ROC - La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 01 anno 117 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />

1/gennaio 2012<br />

<strong>Valori</strong>,<br />

<strong>luci</strong> <strong>nella</strong> <strong>notte</strong><br />

Se nei momenti diffi cili<br />

ritroviamo gli altri.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />

Gv. 2,1


la “Cappella del Pareto”<br />

la<strong>Guardia</strong><br />

La Cappella dell’Apparizione.<br />

questa la “cappella/santuario” che chiese “la Madre di Gesù Cristo” a Benedetto Pareto. Si era<br />

È presentata e definita così a un uomo impaurito e sgomento per il compito che sembrava impossibile.<br />

In seguito, verso la metà dell’ottocento, sembrando quella troppo modesta come memoria<br />

di un evento simile, si costruì, sul davanti, un’aggiunta un po’ più pretenziosa. La “Cappella/<strong>Santuario</strong>”<br />

delle origini, rimase per secoli un angolo negletto, quasi un angusto retrobottega<br />

per l’accoglienza di povere suppellettili per il culto. Solo da poco si è riusciti a rivalorizzare quel<br />

“nucleo” delle origini: un piccolo, umilissimo, manufatto contadino, con gli intonaci<br />

irregolari, un altarino in muratura e, al centro, la piccola prima Madonnina <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong>, quella donata da laura Ghersi, donna benestante e devota del fondovalle, una<br />

delle prime a salire alla <strong>Guardia</strong> e una delle prime a lasciarsi coinvolgere da quei quattro scalcagnati<br />

contadini <strong>della</strong> montagna. Poi, solo poi, venne la prima Chiesa sul colle (giugno 1530),<br />

poi... l’attuale Basilica, poi... decine di altri “santuari” <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>. In questo anno, a<br />

questo punto <strong>della</strong> nostra rivista, ce li riproporremo tutti. Una storia che spesso abbiamo<br />

chiamato “umile e gloriosa”, senza pretese e senza enfasi, solo con lo stupore di quel<br />

primo incontro, di quel primo mandato, di quella prima “impresa di Maria e <strong>della</strong> sua<br />

povera gente”. La storia <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> è andata e va avanti così, con una coerenza incredibile,<br />

che non può che far crescere lo stupore e la gioia di lavorare con Lei e per Lei.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

16122 GENOVA - ANNO 117 - N. 01 GENNAIO 2012<br />

PERIODICO ROC - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />

(CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1 - MP/GENOVA NO/51/2011<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. TAxE PERçuE - TASSA RISCOSSA - CMP GE AEROPORTO

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