Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
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Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />
ad compenetrarsi nel processo relativo alla sua attuazione; quasi che questa integrazione rappresenti<br />
<strong>il</strong> suo ubi consistam. Come quando, riferendosi alla leva, Archimede esclamava: “Da mihi<br />
ubi consistam, terramque movevo” - datemi un punto di appoggio e solleverò <strong>il</strong> mondo.<br />
Il carattere politicamente programmatico e giuridicamente prescrittivo della Convenzione non ha<br />
l’ambizione di sollevare <strong>il</strong> mondo; piuttosto quello di rivoluzionare <strong>il</strong> modo di concepire e amministrare<br />
<strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>. In molti paesi europei, tale proposito sta già producendo risultati positivi.<br />
Basta guardare all’incisività con la quale in Italia la Convenzione si è imposta nel dibattito<br />
politico, a tutti i livelli; provocando da un lato una graduale, ma rapida revisione (se si pensa alla<br />
longevità dei concetti che l’hanno preceduta) della normativa di riferimento (cfr. Parte IV);<br />
dall’altro, la formazione, segnatamente a livello territoriale, di politiche paesaggistiche volute ed<br />
animate da leaders politici ben coscienti del fatto che <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>, così come è concepito dalla<br />
Convenzione, rappresenta una formidab<strong>il</strong>e occasione per promuovere - in ogni territorio e<br />
nel lungo periodo - benessere, identità e sv<strong>il</strong>uppo.<br />
Come ogni “rivoluzione” che si rispetti, la Convenzione, oltre agli apprezzamenti, ha ovviamente<br />
suscitato anche opinioni critiche. Ald<strong>il</strong>à di ogni metafora, in Italia tali opinioni sembrano trovare<br />
la loro radice nell’idea che i principi della normativa internazionale in questione possano<br />
in qualche modo aggravare i problemi che ci si propone di risolvere. Considerato <strong>il</strong> carattere<br />
vincolante della Convenzione, non sono quindi mancati in questo paese tentativi volti a limitare<br />
la portata dei suoi effetti. Questi tentativi hanno talvolta riguardato la traduzione delle sue<br />
disposizioni; altre volte si sono rivolti all’interpretazione dei suoi principi; altre volte ancora, sono<br />
partiti dall’idea che le sue prescrizioni vadano “adeguate” alla tradizione giuridica espressa<br />
dal diritto interno, o che questo abbia facoltà di “tradurre” tali prescrizioni secondo le proprie<br />
esigenze 4 .<br />
Anche se viene <strong>il</strong> dubbio che, almeno in alcuni casi, le opinioni sopra indicate abbiano colto appieno<br />
la sfida di carattere politico-culturale espressa dalla Convenzione, esse rappresentano comunque<br />
un importante contributo alla dialettica riguardante <strong>il</strong> suo processo di attuazione. In<br />
alcune situazioni, le stesse opinioni critiche hanno finito per accrescere l’interesse nei confronti<br />
del trattato internazionale in esame. Un interesse che si traduce già oggi in azioni concrete.<br />
Nel momento in cui <strong>il</strong> legislatore italiano lavora all’adattamento della normativa di riferimento<br />
- curandosi, non senza sforzo, del pieno recepimento delle disposizioni della Convenzione - a<br />
livello territoriale le sue norme sono già in via di applicazione. In molte regioni italiane, gli Articoli<br />
5 e 6 della Convenzione (rispettivamente le Misure generali e le Misure specifiche) sono stati<br />
integrati negli atti legislativi e di pianificazione. Sul piano amministrativo, alcune province e<br />
qualche comune lavorano alla messa a punto di processi decisionali finalizzati all’intervento sulla<br />
dimensione paesaggistica dei propri territori, in conformità con i principi, le prescrizioni e i<br />
metodi di lavoro indicati a livello europeo 5 . L’anima politica della Convenzione costituisce un elemento<br />
necessario per sostenere nel tempo l’ideale europeo su cui è fondata. Perché la Convenzione<br />
non è un compito di breve durata; uno strumento per compiere un’opera o un servizio,<br />
realizzati i quali, può essere messa da parte. Retorica a parte, la Convenzione rappresenta una<br />
proposta per una nuova “percezione del mondo”, ovvero un nuovo modo di intendere <strong>il</strong> rapporto<br />
tra società e territorio fondato sulla percezione delle sue risorse. Dato <strong>il</strong> suo carattere<br />
fortemente innovativo, per entrare a far parte della realtà amministrativa degli Stati che l’hanno<br />
4 Si veda quanto affermato in merito da P. Carpentieri, R. Priore, e D. Sorace in Convenzione Europea del Paesaggio e governo<br />
del territorio, cit..<br />
5 Per maggiori informazioni al riguardo si può consultare <strong>il</strong> sito della RECEP / ENELC - Rete europea degli enti locali e<br />
regionali per l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio: www.recep-enelc.net, E-ma<strong>il</strong>: info@recepenelc.net.<br />
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