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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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328<br />

CAPITOLOV - Paesaggi e partecipazione<br />

I positivi risultati delle precedenti edizioni del Concorso, hanno permesso non solo la diffusione<br />

dei metodi di partecipazione anche presso amministrazioni locali che non li avevano mai sperimentati,<br />

ma anche un approfondimento di come l’attivazione di processi partecipativi possa<br />

migliorare la qualità degli interventi di recupero e riqualificazione urbana, della progettazione di<br />

spazi aperti, della riqualificazione di aree marginali e/o degradate, come concreta e coerente applicazione<br />

dei principi e metodi di sostenib<strong>il</strong>ità. Grazie alla collaborazione tra associazioni, ciascuna<br />

concorrente per le proprie specificità, è stato possib<strong>il</strong>e declinare la terza edizione seguendo<br />

due obiettivi piuttosto ambiziosi: <strong>il</strong> primo quello del tema, “Riqualificazione e ri-progettazione del<br />

<strong>paesaggio</strong>”, secondo cui sono stati approfonditi i diversi casi di studio; <strong>il</strong> secondo quello del percorso<br />

concorsuale al fine di renderlo ancora più aderente ai metodi partecipativi, alla qualità, alla<br />

coerenza con i principi della sostenib<strong>il</strong>ità e quindi consentire una interazione diretta tra i gruppi<br />

di progettisti iscritti ed i Laboratori attivati in ogni Comune partecipante.<br />

La scelta di incentrare la terza edizione sul tema del <strong>paesaggio</strong>, nella più ampia accezione, in cui<br />

ampio spazio ha trovato <strong>il</strong> tema del “<strong>paesaggio</strong> delle periferie”, del rapporto tra nuovo abitato<br />

e le preesistenze (i borghi e centri rurali, i beni sparsi, <strong>il</strong> territorio aperto), è partita dalla Convenzione<br />

Europea del Paesaggio (Firenze, 2000), all’epoca del “lancio” della terza edizione, avvenuto<br />

nel novembre 2002 nel corso della Rassegna Urbanistica Nazionale INU di Venezia,<br />

ancora poco conosciuta ed ancor più scarsamente applicata, ed in particolare da una delle definizioni<br />

alla base della Convenzione stessa: “Il riconoscimento del ruolo attivo dei cittadini nelle<br />

decisioni che riguardano <strong>il</strong> loro <strong>paesaggio</strong> può offrir loro l’occasione di meglio identificarsi con<br />

i territori e le città in cui lavorano e trascorrono i momenti di svago. Se si rafforzerà <strong>il</strong> rapporto<br />

dei cittadini con i luoghi in cui vivono, essi saranno in grado di consolidare sia le loro identità,<br />

che le diversità locali e regionali, al fine di realizzarsi dal punto di vista personale, sociale e<br />

culturale. Tale realizzazione è alla base dello sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e di qualsiasi territorio preso in<br />

esame, perché “la qualità del <strong>paesaggio</strong> costituisce un elemento essenziale per <strong>il</strong> successo delle<br />

iniziative economiche e sociali, siano esse private che pubbliche” 4 .<br />

La costruzione dei piani e dei progetti “dal basso” allarga dunque <strong>il</strong> campo di interesse verso la<br />

percezione sociale del <strong>paesaggio</strong> come “ambiente di vita”. Non più solo, quindi, una qualità del<br />

<strong>paesaggio</strong> riconosciuta attraverso analisi di tipo storico-documentale, estetico-visuale, e, più recentemente,<br />

nell’evoluzione disciplinare, ecologico e sistemico, ma anche e soprattutto, attraverso<br />

un approccio multi dimensione, e multi relazionale, possib<strong>il</strong>e attraverso la riscoperta delle<br />

“affettività” degli abitanti verso i luoghi, delle memorie individuali e collettive, delle “culture insediate”.<br />

Proporre forme di ascolto attivo degli abitanti inoltre focalizza l’attenzione verso l’importanza<br />

della “cura dei luoghi”: riscoprire <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> come “bene comune”, in particolare nei<br />

territori rurali e montani, attribuisce “responsab<strong>il</strong>ità” a chi vive, lavora, trasforma i territori, nella<br />

consapevolezza che anche le piccole trasformazioni possono stravolgere un territorio. Inoltre<br />

apre percorsi di nuovo sv<strong>il</strong>uppo coerenti con un uso attento delle risorse (e quindi anche del<br />

<strong>paesaggio</strong>) verso “processi di consapevolezza/attribuzioni di valore”, collegando le tematiche<br />

ambientali con la sostenib<strong>il</strong>ità sociale dello sv<strong>il</strong>uppo; evita in tal senso <strong>il</strong> rischio di un “ritorno al<br />

passato”, insito in alcune esperienze: la “riscoperta” delle antiche sapienze deve essere stimolo<br />

per ripensare i luoghi, spesso stravolti da un uso improprio delle tecnologie moderne, per riacquisire<br />

<strong>il</strong> concetto del “limite”, ma anche per proporre nuove “visioni”, ovvero proiezioni di un<br />

futuro coerente con le aspettative, i desideri, i bisogni di una comunità.<br />

4 Convenzione Europea del Paesaggio, Relazione esplicativa II Obiettivi e struttura della Convenzione punti 23, 24, 2.

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