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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLOV - Paesaggi e partecipazione<br />

dono a consumare le risorse locali, con proprio beneficio immediato e esclusivo, supportando<br />

la politica locale in tale scelta, per non essere sopraffatta da tali processi, perseguendo l’araba<br />

fenice dei “nuovi posti di lavoro”. Dalle donne imprenditrici agricole, che hanno costituito una<br />

larga fetta dei partecipanti al percorso, tra cui le referenti delle associazioni di categoria locali, è<br />

venuta la proposta di lavorare sulle “f<strong>il</strong>iere corte” e realizzare una integrazione tra chi produce<br />

la materia prima, chi la lavora, chi la trasforma facendone delle creazioni artistiche. Inoltre è stata<br />

verificata la possib<strong>il</strong>ità di un reimpianto di colture da lungo tempo abbandonate, la canapa in<br />

particolare, a cui si possono correlare tecniche di f<strong>il</strong>atura, tessitura e creazione di oggetti, tele,<br />

opere d’arte ancora presenti nel territorio; ciò ha prodotto la redazione di schede sulle tecniche<br />

recuperate dai “tesori viventi”, la raccolta di ricettari correlati a utens<strong>il</strong>i in ceramica ancora<br />

prodotti dai “cocciari” (Comune di Ficulle) e delle “Storie del territorio”, racconti raccolti dagli<br />

anziani, intimamente legati ai luoghi (Comune di San Venanzo, progetto della comunità di San<br />

Marino). Il programma è stato inoltre rivolto al riconoscimento di “presidi paesistici” ovvero alla<br />

stab<strong>il</strong>izzazione dei gruppi aggregati dal progetto ecomuseale, tra cui la creazione di forme di<br />

collaborazione tra diverse artigiane e imprenditrici per porsi con maggiore “forza” nei mercati<br />

locali.<br />

La ricerca azione ha infine avuto quale esito un nuovo approccio alla pianificazione, attraverso<br />

lo Slow Planning, ovvero forme di pianificazione condivisa e corale che possono accompagnare/stimolare<br />

i piani e programmi urbanistici dei comuni. “Tutte le considerazioni finora affrontate<br />

comportano che qualunque attività intrapresa nei confronti del Paesaggio debba essere pensata come<br />

un “processo”, come una “gestalt” come un formarsi, come un divenire, compresa quindi ogni ipotesi<br />

di programma o di pianificazione. In tal senso non sono più sufficienti tutti gli apparati tradizionali<br />

di Piano, e neppure quelli recenti, compresi i Piani strategici, tutti comunque deterministici. Invece, una<br />

procedura processuale, non può essere altro che stocastica, evolutiva, non prevedib<strong>il</strong>e, e quindi oggettiva<br />

e rigorosa in quanto trasparente, ma non predeterminata. Una tale procedura allora non può<br />

essere che partecipativa e può crescere solo in cicli iterati di ricerca/azione/verifica. Tutto ciò richiede<br />

tempi e ritmi appropriati che dovrebbero scandire <strong>il</strong> divenire del Paesaggio, sempre che flussi esterni<br />

al sistema non modifichino <strong>il</strong> quadro complessivo, che comunque dovrà riprendere successivamente<br />

i suoi, pur mutati, andamenti. Trasferire tutto questo nelle pratiche urbanistiche è tutt’altro che semplice,<br />

ma già da alcuni “paesaggi delle tensioni” stanno emergendo interessanti ipotesi di una duplice<br />

complessa gestione delle procedure territoriali e del rapporto con le popolazioni, e si sono intraviste<br />

concrete possib<strong>il</strong>ità di programmi di gestione delle risorse paesistiche tramite piani/processo partecipati”.<br />

18<br />

In particolare sul tema del <strong>paesaggio</strong> della pietra, che comprende le murature a secco delle partizioni<br />

interpoderali, i casali ed i manufatti legati alla tecniche di coltura tradizionali (Comuni di<br />

Porano e Montegabbione) si sono avuti esiti nella pianificazione di livello locale, tradotti in indirizzi<br />

normativi (schede per tipo di bene individuato dalle comunità) volti a preservare <strong>il</strong> territorio<br />

affinché le trasformazioni in atto non lo stravolgano negli aspetti caratteristici, che hanno<br />

valore per chi da generazioni vi abita o per chi lo ha scelto in quanto tale come proprio luogo<br />

di residenza.<br />

I metodi ut<strong>il</strong>izzati hanno attinto dalla “cassetta degli attrezzi” propria dei metodi partecipati, tra<br />

questi: le “passeggiate progettanti” ovvero visita ai luoghi interessanti guidata dai partecipanti ai<br />

laboratori, testimonianze dirette della popolazione, sotto forma dell’auto intervista o del racconto<br />

dei “Tesori viventi”, la comp<strong>il</strong>azione di questionari aperti distribuiti presso alcune strutture<br />

ricettive del territorio e attraverso le quali si sono raccolte le impressioni di chi ha scelto<br />

18 G. Pizziolo, R. Micarelli – Tematiche emergenti dalla ricerca/azione “I paesaggi della ruralità contemporanea”, materiali interni.

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