Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
322<br />
CAPITOLOV - Paesaggi e partecipazione<br />
dono a consumare le risorse locali, con proprio beneficio immediato e esclusivo, supportando<br />
la politica locale in tale scelta, per non essere sopraffatta da tali processi, perseguendo l’araba<br />
fenice dei “nuovi posti di lavoro”. Dalle donne imprenditrici agricole, che hanno costituito una<br />
larga fetta dei partecipanti al percorso, tra cui le referenti delle associazioni di categoria locali, è<br />
venuta la proposta di lavorare sulle “f<strong>il</strong>iere corte” e realizzare una integrazione tra chi produce<br />
la materia prima, chi la lavora, chi la trasforma facendone delle creazioni artistiche. Inoltre è stata<br />
verificata la possib<strong>il</strong>ità di un reimpianto di colture da lungo tempo abbandonate, la canapa in<br />
particolare, a cui si possono correlare tecniche di f<strong>il</strong>atura, tessitura e creazione di oggetti, tele,<br />
opere d’arte ancora presenti nel territorio; ciò ha prodotto la redazione di schede sulle tecniche<br />
recuperate dai “tesori viventi”, la raccolta di ricettari correlati a utens<strong>il</strong>i in ceramica ancora<br />
prodotti dai “cocciari” (Comune di Ficulle) e delle “Storie del territorio”, racconti raccolti dagli<br />
anziani, intimamente legati ai luoghi (Comune di San Venanzo, progetto della comunità di San<br />
Marino). Il programma è stato inoltre rivolto al riconoscimento di “presidi paesistici” ovvero alla<br />
stab<strong>il</strong>izzazione dei gruppi aggregati dal progetto ecomuseale, tra cui la creazione di forme di<br />
collaborazione tra diverse artigiane e imprenditrici per porsi con maggiore “forza” nei mercati<br />
locali.<br />
La ricerca azione ha infine avuto quale esito un nuovo approccio alla pianificazione, attraverso<br />
lo Slow Planning, ovvero forme di pianificazione condivisa e corale che possono accompagnare/stimolare<br />
i piani e programmi urbanistici dei comuni. “Tutte le considerazioni finora affrontate<br />
comportano che qualunque attività intrapresa nei confronti del Paesaggio debba essere pensata come<br />
un “processo”, come una “gestalt” come un formarsi, come un divenire, compresa quindi ogni ipotesi<br />
di programma o di pianificazione. In tal senso non sono più sufficienti tutti gli apparati tradizionali<br />
di Piano, e neppure quelli recenti, compresi i Piani strategici, tutti comunque deterministici. Invece, una<br />
procedura processuale, non può essere altro che stocastica, evolutiva, non prevedib<strong>il</strong>e, e quindi oggettiva<br />
e rigorosa in quanto trasparente, ma non predeterminata. Una tale procedura allora non può<br />
essere che partecipativa e può crescere solo in cicli iterati di ricerca/azione/verifica. Tutto ciò richiede<br />
tempi e ritmi appropriati che dovrebbero scandire <strong>il</strong> divenire del Paesaggio, sempre che flussi esterni<br />
al sistema non modifichino <strong>il</strong> quadro complessivo, che comunque dovrà riprendere successivamente<br />
i suoi, pur mutati, andamenti. Trasferire tutto questo nelle pratiche urbanistiche è tutt’altro che semplice,<br />
ma già da alcuni “paesaggi delle tensioni” stanno emergendo interessanti ipotesi di una duplice<br />
complessa gestione delle procedure territoriali e del rapporto con le popolazioni, e si sono intraviste<br />
concrete possib<strong>il</strong>ità di programmi di gestione delle risorse paesistiche tramite piani/processo partecipati”.<br />
18<br />
In particolare sul tema del <strong>paesaggio</strong> della pietra, che comprende le murature a secco delle partizioni<br />
interpoderali, i casali ed i manufatti legati alla tecniche di coltura tradizionali (Comuni di<br />
Porano e Montegabbione) si sono avuti esiti nella pianificazione di livello locale, tradotti in indirizzi<br />
normativi (schede per tipo di bene individuato dalle comunità) volti a preservare <strong>il</strong> territorio<br />
affinché le trasformazioni in atto non lo stravolgano negli aspetti caratteristici, che hanno<br />
valore per chi da generazioni vi abita o per chi lo ha scelto in quanto tale come proprio luogo<br />
di residenza.<br />
I metodi ut<strong>il</strong>izzati hanno attinto dalla “cassetta degli attrezzi” propria dei metodi partecipati, tra<br />
questi: le “passeggiate progettanti” ovvero visita ai luoghi interessanti guidata dai partecipanti ai<br />
laboratori, testimonianze dirette della popolazione, sotto forma dell’auto intervista o del racconto<br />
dei “Tesori viventi”, la comp<strong>il</strong>azione di questionari aperti distribuiti presso alcune strutture<br />
ricettive del territorio e attraverso le quali si sono raccolte le impressioni di chi ha scelto<br />
18 G. Pizziolo, R. Micarelli – Tematiche emergenti dalla ricerca/azione “I paesaggi della ruralità contemporanea”, materiali interni.