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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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316<br />

CAPITOLOV - Paesaggi e partecipazione<br />

DELLE RELAZIONI, SPAZIO DELLA RAPPRESENTAZIONE MENTALE.<br />

Le mappe di comunità sono considerate uno degli strumenti priv<strong>il</strong>egiati di raccolta e auto rappresentazione<br />

del punto di vista delle comunità sul proprio ambiente di vita, da affiancare –integrare<br />

con i più consueti strumenti di indagine e conoscenza: raccontano le storie umane,<br />

riflettono i punti di vista di chi le ha realizzate e di quanti ut<strong>il</strong>izzano i luoghi, incoraggiano le comunità<br />

a ri-conoscere quegli elementi spesso trascurati a cui ridare valore e significato, includono<br />

o escludono elementi, emblematici e indispensab<strong>il</strong>i per affrontare una completa interpretazione<br />

del territorio. Nelle mappe, tese a rappresentare ciò che la popolazione “percepisce” (come prima<br />

definito, percezione in senso globale, di tutte le dimensioni della vita quotidiana) come territorio<br />

“proprio”, si parte dai luoghi vicini, allargando progressivamente <strong>il</strong> “cono di visuale” fino<br />

a rappresentare l’insieme delle relazioni territoriali: nel nostro caso nei laboratori attivati con gli<br />

abitanti molti sentivano l’esigenza di inserire nella rappresentazione anche luoghi lontani, ma ad<br />

“alta relazionalità”, anche simbolica, con i propri luoghi di vita. Alla fine del percorso si giunge<br />

quindi ad una mappa delle relazioni fra le diverse categorie umane e non umane che gravitano<br />

attorno all’area. Gli esiti delle mappe di comunità possono essere diversi: possono fermarsi ad<br />

essere dei poster, come “prodotto” di quella comunità, in quel tempo, registrando chi vi ha partecipato,<br />

come nei casi inglesi di riferimento, ed essere usati come “specchio” della comunità,<br />

oppure diventare, come nel caso dell’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, punti di partenza per<br />

la promozione di progetti .<br />

Dalle mappe realizzate 4 (Figg. 2-3-4) è quindi venuto alla luce un ricco intreccio tra modi di vivere<br />

<strong>il</strong> territorio (i torrenti e le “pozze” in cui è ancora possib<strong>il</strong>e tuffarsi, i sentieri - “scorciatoie”<br />

tra i nuclei abitati e tra questi ed i fontan<strong>il</strong>i o i campi), le culture ancora vive di tipo religioso (le<br />

feste dei santi ed i percorsi delle processioni) o legate ai cicli stagionali agricoli (le feste di autunno,<br />

della primavera, della trebbiatura, le fiere del bestiame), i luoghi amati e quelli problematici<br />

(l’attraversamento sopra <strong>il</strong> centro di Allerona della rete ferroviaria direttissima Roma-Firenze<br />

– Fig. 4, i luoghi degradati e in abbandono, le sponde fluviali a rischio per l’insorgere di problemi<br />

di dissesto), <strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> presente ed <strong>il</strong> passato attraverso le foto d’epoca (come a Ficulle<br />

dove è stata evidenziata, a fronte di una quasi immutab<strong>il</strong>ità dei luoghi, un sostanziale<br />

stravolgimento delle vie e delle piazze principali ad opera delle automob<strong>il</strong>i Fig. 5), <strong>il</strong> rapporto<br />

con le fabbriche e le fornaci, intese come testimonianza di una ricca capacità produttiva artigianale<br />

e di quanto questi luoghi abbiano rappresentato nella vita di quanti vi lavoravano ed ad esse<br />

erano legati.<br />

Un altro elemento, ricorrente negli Ecomusei, è costituito dalla “amplificazione” ad opera del<br />

progetto di una diffusa conoscenza di tutti quegli elementi che costituiscono <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>, ovvero<br />

del “patrimonio”delle risorse posizionate in un territorio: a conclusione della prima fase, nell’Atlante<br />

del patrimonio della comunità abbiamo raccolto e riportato su GIS tutte quelle<br />

informazioni (documenti da archivi pubblici e privati, pubblicazioni, immagini e foto d’epoca, progetti<br />

realizzati, in corso o proposte), attinenti al tema che potranno poi esserci ut<strong>il</strong>i nella realizzazione<br />

dell’ecomuseo, attraverso la selezione degli elementi più significativi. Parte importante<br />

dell’Atlante è costituita dal “censimento dei saperi” ovvero la sperimentazione di metodi per la<br />

raccolta, documentazione e trasmissione di saperi connessi, in particolare, alla costruzione e manutenzione<br />

del <strong>paesaggio</strong> (tecniche tradizionali di coltivazione e di allevamento, modalità co-<br />

4 Tale processo ha portato all’elaborazione di sei mappe di Comunità (Comuni di Allerona e Castel Viscardo, Fabro, Ficulle,<br />

Montegabbione, Parrano, San Venanzo). A fianco degli adulti anche i ragazzi hanno partecipato al progetto, realizzando<br />

con le scuole elementari di Allerona, Fabro e San Venanzo la mappa di comunità dei luoghi “visti ad altezza di bambino”.<br />

5 Ricerca affidata al Dipartimento Uomo Territorio dell’Università degli studi di Perugia, coordinata dalla Prof.ssa Cristina<br />

Papa.

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