Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
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CAPITOLOV - Paesaggi e partecipazione<br />
DELLE RELAZIONI, SPAZIO DELLA RAPPRESENTAZIONE MENTALE.<br />
Le mappe di comunità sono considerate uno degli strumenti priv<strong>il</strong>egiati di raccolta e auto rappresentazione<br />
del punto di vista delle comunità sul proprio ambiente di vita, da affiancare –integrare<br />
con i più consueti strumenti di indagine e conoscenza: raccontano le storie umane,<br />
riflettono i punti di vista di chi le ha realizzate e di quanti ut<strong>il</strong>izzano i luoghi, incoraggiano le comunità<br />
a ri-conoscere quegli elementi spesso trascurati a cui ridare valore e significato, includono<br />
o escludono elementi, emblematici e indispensab<strong>il</strong>i per affrontare una completa interpretazione<br />
del territorio. Nelle mappe, tese a rappresentare ciò che la popolazione “percepisce” (come prima<br />
definito, percezione in senso globale, di tutte le dimensioni della vita quotidiana) come territorio<br />
“proprio”, si parte dai luoghi vicini, allargando progressivamente <strong>il</strong> “cono di visuale” fino<br />
a rappresentare l’insieme delle relazioni territoriali: nel nostro caso nei laboratori attivati con gli<br />
abitanti molti sentivano l’esigenza di inserire nella rappresentazione anche luoghi lontani, ma ad<br />
“alta relazionalità”, anche simbolica, con i propri luoghi di vita. Alla fine del percorso si giunge<br />
quindi ad una mappa delle relazioni fra le diverse categorie umane e non umane che gravitano<br />
attorno all’area. Gli esiti delle mappe di comunità possono essere diversi: possono fermarsi ad<br />
essere dei poster, come “prodotto” di quella comunità, in quel tempo, registrando chi vi ha partecipato,<br />
come nei casi inglesi di riferimento, ed essere usati come “specchio” della comunità,<br />
oppure diventare, come nel caso dell’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, punti di partenza per<br />
la promozione di progetti .<br />
Dalle mappe realizzate 4 (Figg. 2-3-4) è quindi venuto alla luce un ricco intreccio tra modi di vivere<br />
<strong>il</strong> territorio (i torrenti e le “pozze” in cui è ancora possib<strong>il</strong>e tuffarsi, i sentieri - “scorciatoie”<br />
tra i nuclei abitati e tra questi ed i fontan<strong>il</strong>i o i campi), le culture ancora vive di tipo religioso (le<br />
feste dei santi ed i percorsi delle processioni) o legate ai cicli stagionali agricoli (le feste di autunno,<br />
della primavera, della trebbiatura, le fiere del bestiame), i luoghi amati e quelli problematici<br />
(l’attraversamento sopra <strong>il</strong> centro di Allerona della rete ferroviaria direttissima Roma-Firenze<br />
– Fig. 4, i luoghi degradati e in abbandono, le sponde fluviali a rischio per l’insorgere di problemi<br />
di dissesto), <strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> presente ed <strong>il</strong> passato attraverso le foto d’epoca (come a Ficulle<br />
dove è stata evidenziata, a fronte di una quasi immutab<strong>il</strong>ità dei luoghi, un sostanziale<br />
stravolgimento delle vie e delle piazze principali ad opera delle automob<strong>il</strong>i Fig. 5), <strong>il</strong> rapporto<br />
con le fabbriche e le fornaci, intese come testimonianza di una ricca capacità produttiva artigianale<br />
e di quanto questi luoghi abbiano rappresentato nella vita di quanti vi lavoravano ed ad esse<br />
erano legati.<br />
Un altro elemento, ricorrente negli Ecomusei, è costituito dalla “amplificazione” ad opera del<br />
progetto di una diffusa conoscenza di tutti quegli elementi che costituiscono <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>, ovvero<br />
del “patrimonio”delle risorse posizionate in un territorio: a conclusione della prima fase, nell’Atlante<br />
del patrimonio della comunità abbiamo raccolto e riportato su GIS tutte quelle<br />
informazioni (documenti da archivi pubblici e privati, pubblicazioni, immagini e foto d’epoca, progetti<br />
realizzati, in corso o proposte), attinenti al tema che potranno poi esserci ut<strong>il</strong>i nella realizzazione<br />
dell’ecomuseo, attraverso la selezione degli elementi più significativi. Parte importante<br />
dell’Atlante è costituita dal “censimento dei saperi” ovvero la sperimentazione di metodi per la<br />
raccolta, documentazione e trasmissione di saperi connessi, in particolare, alla costruzione e manutenzione<br />
del <strong>paesaggio</strong> (tecniche tradizionali di coltivazione e di allevamento, modalità co-<br />
4 Tale processo ha portato all’elaborazione di sei mappe di Comunità (Comuni di Allerona e Castel Viscardo, Fabro, Ficulle,<br />
Montegabbione, Parrano, San Venanzo). A fianco degli adulti anche i ragazzi hanno partecipato al progetto, realizzando<br />
con le scuole elementari di Allerona, Fabro e San Venanzo la mappa di comunità dei luoghi “visti ad altezza di bambino”.<br />
5 Ricerca affidata al Dipartimento Uomo Territorio dell’Università degli studi di Perugia, coordinata dalla Prof.ssa Cristina<br />
Papa.