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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

re forza narrativa, i luoghi rimasti nell’immaginario delle collettività locali.<br />

Un passaggio fondamentale è pertanto quello di proporre forme di ascolto attivo degli abitanti<br />

rivolte ad una maggiore consapevolezza dell’importanza della cura dei luoghi, ma anche tese<br />

ad individuare processi di nuovo sv<strong>il</strong>uppo locale coerenti con un uso attento delle risorse (e<br />

quindi anche del <strong>paesaggio</strong>) e conseguenti attribuzioni di valore, anche in termini di regole da<br />

perseguire all’interno della pianificazione territoriale e locale.<br />

Partendo da tali considerazioni, alcune caratteristiche focali, studiate nel Piano Territoriale di Coordinamento<br />

della Provincia (2000), hanno guidato la scelta dell’Amministrazione Provinciale<br />

verso <strong>il</strong> territorio del cosiddetto “Alto orvietano” per sperimentare un progetto p<strong>il</strong>ota di Ecomuseo<br />

del Paesaggio. Le principali possono essere così riassunte:<br />

- è un territorio ricco di qualità diffuse, ma senza emergenze tali da richiamare un particolare<br />

interesse turistico-culturale e/o polarizzare i fenomeni insediativi e produttivi, anche se collocato<br />

nelle immediate vicinanze della città di Orvieto; un territorio poco appariscente, la cui<br />

grande ricchezza risiede in un <strong>paesaggio</strong> che ancora conserva una sua forte connotazione e<br />

che si esprime sia in termini di qualità (etica, estetica ed esperienziale, percepita, spesso inconsapevolmente,<br />

da chi vi abita o da chi solamente lo attraversa) sia nella permanenza di<br />

una armonica integrazione tra elementi antropici e naturali (quali ad esempio le numerose<br />

presenze di manufatti con i caratteri dell’architettura rurale tradizionale, una partizione poderale<br />

non stravolta dalla meccanizzazione agricola, una riconoscib<strong>il</strong>ità dei centri, delle frazioni<br />

e dei nuclei storici non “inglobati” nelle espansioni insediative degli ultimi decenni, anche<br />

grazie alla assenza di fattori omologanti, di una contenuta polverizzazione insediativa) tipica<br />

dei territori cosiddetti “marginali”;<br />

- è un territorio diversificato, ma omogeneo per alcuni parametri di tipo socio economico,<br />

nonché per la continuità delle vicende storiche, che lo vedono “unito” sotto l’influenza di<br />

Orvieto a partire dal XII secolo. La continuità è anche confermata dalla programmazione<br />

unitaria degli strumenti di gestione e sv<strong>il</strong>uppo delle risorse ambientali e paesaggistiche attraverso<br />

lo STINA (Sistema Territoriale di Interesse Turistico Ambientale), affidata alla Comunità<br />

Montana Monte Peglia e Selva di Meana; le valenze ambientali nell’area sono state<br />

riconosciute anche dalla recente istituzione delle Aree Naturali Protette dell’Elmo-Melonta,<br />

del Vulcano di San Venanzo e della Selva di Meana, mentre è in costituzione <strong>il</strong> Parco Interregionale<br />

(con la Regione Lazio) del Monte Rufeno;<br />

- è un territorio caratterizzato dalla presenza di molte forme di associazionismo, di matrice<br />

culturale, ecologica-ambientale, sociale e, in generale, dall’attenzione da parte delle comunità<br />

locali ai “valori” che questo territorio ancora rappresenta, che si concretizza in una “affezione”<br />

per la storia dei territori, alle sue leggende e favole, alle sue tradizioni, alla sua cultura<br />

materiale (i saperi ancora presenti riguardo alle tecniche di coltivazione, di costruzione, di<br />

uso del bosco, ai sapori delle ricette tradizionali).<br />

A partire dunque da questo scenario è stato naturale individuare come uno degli elementi fondanti<br />

<strong>il</strong> progetto la partecipazione delle comunità locali, attivando laboratori con gli abitanti per<br />

la costruzione di “mappe di comunità”, volte a rappresentare, nella prima fase, <strong>il</strong> modo con cui<br />

ogni comunità, con le sue differenziazioni di età, sesso, cultura, percepisce e “vede”i propri luoghi<br />

di vita, partendo dall’assunto che i cittadini non siano più degli “spettatori”, ma “attori”nel<br />

percorso di realizzazione. Le Mappe di comunità 3 , attraverso diverse modalità di rappresentazione<br />

finale (Figg. 2,3,4), sono finalizzate all’individuazione dell’intreccio tra SPAZIO DI VITA, SPAZIO<br />

3 Le Mappe di Comunità si ispirano alle Parish Map elaborate all’interno di Common Ground: la “parrocchia”viene intesa come<br />

<strong>il</strong> più piccolo territorio in cui una comunità si riconosce, con cui instaura un senso di appartenenza.<br />

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