Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
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2. La partecipazione e la Convenzione Europea del Paesaggio<br />
Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />
Nel Preambolo della Convenzione Europea del Paesaggio (CEP) viene sancito che <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />
è una componente importante della qualità della vita sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o culturale, sia da un punto<br />
di vista economico, tanto nelle aree di grande pregio ambientale e naturalistico, quanto nelle<br />
aree urbanizzate dove si svolge la vita quotidiana della maggioranza dei cittadini europei. Tra<br />
le sue novità più significative c’è <strong>il</strong> riconoscimento del ruolo che va assegnato alla percezione<br />
del contesto da parte della popolazione, che non soltanto viene “ammessa” nella sfera dei soggetti<br />
chiamati a decidere sul <strong>paesaggio</strong>, ma che viene chiamata a definire e legittimare <strong>il</strong> riconoscimento<br />
del <strong>paesaggio</strong> in quanto tale. Questo passaggio ha già aperto in Europa la strada per<br />
progetti partecipativi, formativi ed educativi che puntano alla riappropriazione culturale del <strong>paesaggio</strong><br />
locale e a stimolare una riflessione sugli scenari di trasformazione e sulle potenzialità di<br />
sv<strong>il</strong>uppo di attività basate sulla tutela e sulla valorizzazione del territorio.<br />
Queste potenzialità partecipative, del resto, non rappresentano nella Convenzione Europea soltanto<br />
un principio guida o un auspicio, ma diventano una chiara indicazione per le politiche e le<br />
pianificazioni nazionali in tema di <strong>paesaggio</strong>.<br />
Si prevede infatti che ogni Parte firmataria si debba impegnare ad “avviare procedure di partecipazione<br />
del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione<br />
e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche” e che vadano perseguiti specifici “Obiettivi<br />
di qualità paesaggistica” intesi come “…formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti,<br />
per un determinato <strong>paesaggio</strong>, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le<br />
caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita”.<br />
Nel dibattito che sta accompagnando <strong>il</strong> recepimento e l’applicazione della Convenzione Europea<br />
l’attenzione si concentra prevalentemente sulla definizione del <strong>paesaggio</strong> e sulla centralità<br />
assegnata al punto di vista delle comunità locali sul riconoscimento stesso delle risorse paesistiche.<br />
Appare invece molto meno maturo <strong>il</strong> dibattito su come rendere concretamente possib<strong>il</strong>e<br />
<strong>il</strong> nuovo ruolo che i cittadini, secondo la CEP devono assumere nella costruzione condivisa<br />
di Politiche per <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> e nella definizione-attuazione partecipata di obiettivi di qualità paesaggistica.<br />
3. Gli strumenti di partecipazione e <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />
Considerando la Convenzione nel suo insieme appare evidente come <strong>il</strong> nuovo modo di intendere<br />
<strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>, la sua lettura, la definizione di politiche, piani e obiettivi di qualità paesistica non<br />
possano avvenire senza coinvolgere le comunità interessate e cioè senza un ingente ‘investimento’<br />
in partecipazione. Dare spazio alla partecipazione nelle politiche paesistiche e territoriali<br />
richiede a sua volta un approccio sistematico che non è certo riducib<strong>il</strong>e alle tradizionali<br />
procedure consultive delle osservazioni ai piani regolatori e nemmeno ai nuovi strumenti delle<br />
valutazioni ambientali, giocate ancora una volta quasi esclusivamente sul rapporto amministratori<br />
– esperti. Una volta che si è discusso, capito e condiviso <strong>il</strong> principio della centralità dei cittadini<br />
nel rapporto con <strong>il</strong> loro “ambiente di vita”, sarebbe infatti davvero deludente tornare a<br />
una pianificazione, a una progettazione e una gestione delle risorse paesistiche fondata soltanto<br />
sul tradizionale rapporto b<strong>il</strong>aterale tra politica ed expertise.<br />
E tuttavia non è certamente fac<strong>il</strong>e, al di là delle dichiarazioni di principio, tradurre in pratica un<br />
obiettivo di coinvolgimento che comporta un notevolissimo spostamento di posizione rispetto<br />
al tema “<strong>paesaggio</strong>” da parte di tutte le parti in causa: amministratori locali, paesaggisti, pianificatori<br />
ed esperti nelle varie discipline territoriali, comunità locali.<br />
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