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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO IV - Paesaggio, territorio e biodiversità<br />

gli effetti che talune modificazioni dell’insediamento comportano a carico del “substrato” ecosistemico,<br />

ancora si deve prendere atto di una scucitura metodologica e strumentale che ostacola<br />

in maniera considerevole l’assestamento, almeno minimale, di una traiettoria operativa.<br />

È necessario in primo luogo riordinare criticamente <strong>il</strong> quadro di riferimento attinente l’interrelazione<br />

parametrica tra gli indici che denunciano le condizioni ecobiogeografiche del territorio<br />

e quelli che descrivono l’impianto urbanistico, con la consapevolezza che si è in presenza di strumenti<br />

che presentano un netto salto nel loro background applicativo: quelli urbanistici sono, almeno<br />

in certe forme più consolidate, in uso da decenni e hanno regolato - e regolano - seppur<br />

in diversa misura e con variab<strong>il</strong>e efficacia, la conformazione e la fisionomia dei paesaggi urbani<br />

e periurbani italiani attuali. Gli indici relativi agli assetti ecologici e biogeografici, pur non essendo<br />

certamente di ideazione recente (anzi, più o meno contemporanei agli altri) sono stati implementati<br />

e sv<strong>il</strong>uppati pressoché esclusivamente nel ristretto quartiere scientifico, con rare<br />

incursioni nella applicazione reale.<br />

Tra questi alcuni, noti da tempo e classicamente ut<strong>il</strong>izzati nei rispettivi settori disciplinari, possono<br />

essere ut<strong>il</strong>izzati secondo una chiave di lettura riferita ai temi della frammentazione e delle<br />

reti ecologiche. Nello specifico è di grande ut<strong>il</strong>ità la valutazione del ruolo che le singole<br />

componenti della frammentazione ambientale (riduzione in area, incremento del grado di isolamento,<br />

riduzione della qualità ambientale indotta dai disturbi e dall’effetto margine indotto<br />

dalla matrice antropizzata limitrofa ai frammenti rivestono nella determinazione dei parametri<br />

di diversità biologica.<br />

La stesura attiva di un “protocollo dialogico” urbanistico-ecologico consentirebbe effettivamente,<br />

soprattutto se fosse possib<strong>il</strong>e tradurne alcuni contenuti sul versante normativo, un riposizionamento<br />

dei processi metodologici di allestimento dei piani secondo criteri attualizzati e sensib<strong>il</strong>i<br />

alle ormai irrinunciab<strong>il</strong>i istanze di mantenimento dei valori di biodiversità.<br />

La “Carta Ecosistemica” viene proposta come strumento di descrizione e di valutazione delle<br />

condizioni e delle potenzialità ecosistemiche individuab<strong>il</strong>i in contesti territoriali locali (comuni<br />

o province). La “Carta Ecosistemica” interloquisce pertanto con <strong>il</strong> Piano Strutturale o <strong>il</strong> Piano<br />

di Coordinamento, ut<strong>il</strong>izzando una scala di dettaglio idonea al doppio confronto (1:10.000) che<br />

possa avvalersi anche di contenuti di cartografie istituzionali di larga diffusione (es. CTR). La<br />

“Carta Ecosistemica” dovrà necessariamente avere un elevato grado di coerenza con i contenuti<br />

della “Carta della Natura” in via di elaborazione da parte dell’APAT, potendo assumere le<br />

caratteristiche di specifica standard della medesima alla scala locale. Lo schema definito per la<br />

“Carta Ecosistemica”, valido per scale di dettaglio come quella comunale 1:10.000, potrebbe essere<br />

senza difficoltà funzionale anche per un approccio ecosistemico alla pianificazione paesaggistica<br />

a scala regionale che opererà sicuramente a scala minore, presumib<strong>il</strong>mente a scala 1:<br />

25.000 o scala 1: 50.000. Sarebbe così possib<strong>il</strong>e assicurare la coerenza dei diversi strumenti di<br />

pianificazione e governo del territorio, ad ogni livello, rispetto all’obiettivo strategico della conservazione<br />

della biodiversità.<br />

N.d.A. Il paragrafo relativo alla Carta Ecosistemica è stato redatto con <strong>il</strong> contributo del prof. Bernardino<br />

Romano, dell’Università dell’Aqu<strong>il</strong>a, che ringrazio per la preziosa collaborazione.

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