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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

si pone pertanto come paradigma moderno di impostazione delle politiche di tutela del territorio.<br />

Non si tratta di un paradigma alternativo o in opposizione a quello ben più consolidato<br />

che vede le aree protette quali capisaldi della conservazione, bensì di una visione integrativa,<br />

parallela, per ottenere risultati ben più efficienti sia sul piano della eco-sostenib<strong>il</strong>ità, sia su quello,<br />

parimenti importante, della socio-sostenib<strong>il</strong>ità.<br />

È dimostrato da autorevoli fonti scientifiche che la conservazione per aree protette, anche se<br />

portata alle estreme conseguenze di non trasformab<strong>il</strong>ità assoluta, non aiuta a conseguire risultati<br />

soddisfacenti sul lungo termine, mentre è fondamentale centrare l’attenzione sulla cosiddetta<br />

“matrice”, ovvero sul territorio di frequentazione quotidiana che, oltretutto, è quello che<br />

contribuisce, con la sua qualità, ad influenzare decisamente anche la qualità ordinaria della vita<br />

dell’Uomo.<br />

Il perseguimento di tali risultati di qualità deve basarsi su una r<strong>il</strong>ettura delle tradizionali modalità<br />

che hanno condotto a molti dei risultati pessimi che oggi, dappertutto, è dato di constatare:<br />

<strong>il</strong> territorio è uno e non può essere distinto in “buono” e “cattivo”, scaricando su quest’ultimo<br />

overdose di ambizioni trasformative che, a medio termine, si traducono, fuor di retorica, in cause<br />

reali di invivib<strong>il</strong>ità.<br />

Su tutto <strong>il</strong> territorio risulta necessario quindi pesare la classificazione dei valori ambientali, anche<br />

di rango medio e basso, con la distribuzione dei valori funzionali dell’insediamento, tentando,<br />

nei limiti del possib<strong>il</strong>e, di mediare i contrasti, le interferenze e i disturbi e ponendo in atto<br />

criteri di assorbimento degli esiti negativi sia sul <strong>paesaggio</strong> percepito che sulla struttura ecologica.<br />

Per poter progettare le forme e le dimensioni dell’insediamento (strade, parti residenziali e produttive,<br />

servizi) in modo da inserirle favorevolmente nella “matrice” preesistente, minimizzando<br />

gli impatti e massimizzando le qualità fruitive, è indispensab<strong>il</strong>e conoscere le caratteristiche<br />

multiple dell’assetto ecosistemico, considerato nella sua fisionomia allargata, ovvero comprensivo<br />

di tutte le manifestazioni di permanenza e di relazione (naturale-naturale, umana-umana,<br />

naturale-umana) che in esso sono sempre presenti, ma che la cultura tecnico-scientifica che nel<br />

passato ha elaborato i progetti di territorio non è stata in grado, spesso anche per ragioni tecnologiche,<br />

di apprezzare e di esplorare.<br />

La tecnologia odierna ci permette attualmente di superare tale handicap e, unitamente alla sensib<strong>il</strong>ità<br />

politica alimentata dai messaggi provenienti dalla sfera internazionale, può consentire di<br />

ovviare ad alcune lacune sperimentando nuovi percorsi di conoscenza ambientale e di pianificazione.<br />

L’approccio ecoregionale appare senza alcun dubbio quello più idoneo per la costruzione del<br />

teatro di incontro tra l’esigenza insediativa e quella di qualità ambientale, anche perché travalica<br />

ogni geometria amministrativa nelle sue manifestazioni di funzionalità, ma, per contro, si presta<br />

ad essere introdotto senza alcun problema in ogni tipo di piano di coordinamento o operativo<br />

incoraggiando e rinforzando l’uso di alcuni strumenti che, già da anni, sono usualmente presenti<br />

nella governance del territorio ad ogni livello (accordi di programma, co-pianificazione, sussidiarietà,<br />

etc..).<br />

La considerazione delle valenze territoriali-ambientali per ambiti di omogeneità ecologico-funzionale<br />

conduce pressoché direttamente all’idea di “carta ecosistemica”, intesa quale supporto<br />

tecnico di confluenza dei saperi multidisciplinari, ma, anche e soprattutto, come contenitore capace<br />

di attivare <strong>il</strong> dialogo inter e intra-cognitivo spingendo l’incrocio delle conoscenze verso<br />

sintesi commisurate alle capacità scientifiche correnti.<br />

A titolo di esempio si è oggi già al corrente che talune specie animali e vegetali costituiscono<br />

indicatori fondamentali capaci di registrare variazioni ambientali anche minime che potrebbe-<br />

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