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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO IV - Paesaggio, territorio e biodiversità<br />

todologie ed i modelli concettuali adottati per la progettazione delle reti ecologiche risultano<br />

essere però normativamente carenti, disomogenei e non confrontab<strong>il</strong>i tra loro per un adeguato<br />

approccio di area vasta a scala ecoregionale. Esemplare in tal senso è <strong>il</strong> caso delle due Regioni<br />

che hanno prodotto modelli di reti ecologiche per l’intero territorio regionale (le Marche<br />

e l’Umbria) e che condividono una delle aree prioritarie per la conservazione della biodiversità<br />

identificate dalla “Conservazione Ecoregionale” per <strong>il</strong> Mediterraneo centrale (Area prioritaria<br />

n.6, “Appennino Umbro – marchigiano”). L’assenza di linee guida omogenee e di una metodologia<br />

condivisa e concertata tra le Regioni per la progettazione delle reti ecologiche ha prodotto<br />

due modelli tra di loro non confrontab<strong>il</strong>i ed integrab<strong>il</strong>i per differenza d’impostazione, di<br />

struttura e di scala. Un tale approccio all’inclusione di uno strumento essenziale per la conservazione<br />

della biodiversità, come le reti ecologiche, negli strumenti di governo del territorio risulta<br />

essere del tutto inefficace rispetto ad un corretto approccio ecosistemico raccomandato<br />

anche dai documenti di indirizzo della CBD e dell’Unione Europea. Le indicazioni fornite da una<br />

metodologia come la “Conservazione Ecoregionale” possono contribuire a trovare una possib<strong>il</strong>e<br />

soluzione a questi problemi. La considerazione degli elementi emersi dall’applicazione della<br />

“Conservazione Ecoregionale” nelle Alpi e nel Mediterraneo centrale (con le aree prioritarie individuate<br />

sulla base delle Unità di Paesaggio definite dall’APAT per <strong>il</strong> progetto “Carta della Natura”<br />

a scala 1:250.000 e gli obiettivi strategici ed operativi definiti a scala ecoregionale) nella<br />

definizione dei nuovi Piani paesaggistici da parte delle diverse Regioni, potrebbe costituire una<br />

efficace modalità per includere la conservazione della biodiversità nel governo del territorio.<br />

Essendo inoltre i nuovi Piani paesaggistici cogenti rispetto agli strumenti urbanistici dei Comuni,<br />

delle città metropolitane e delle province, nonché vincolanti per gli interventi settoriali, costituirebbero<br />

un efficace strumento di tutela dei valori di biodiversità.<br />

4. La carta ecosistemica: uno strumento di conoscenza e di applicazione<br />

Al fine di contribuire concretamente allo sv<strong>il</strong>uppo di strumenti e modelli concettuali funzionali<br />

ad un approccio ecosistemico per la pianificazione del territorio, superando i limiti e le problematiche<br />

emerse nella sperimentazione della progettazione delle reti ecologiche, <strong>il</strong> WWF Italia<br />

in collaborazione con l’Università dell’Aqu<strong>il</strong>a ha promosso e finanziato l’avvio di una ricerca sperimentale<br />

finalizzata all’allestimento dello schema direttore della “Carta Ecosistemica”. In particolare<br />

la “Carta Ecosistemica” dovrebbe individuare <strong>il</strong> sistema informativo territoriale di<br />

convergenza, catalogazione, aggiornamento e confronto di tutti i dati che intervengono nella<br />

definizione delle relazioni e delle interferenze tra le diverse componenti biotiche e antropiche,<br />

consentendo, mediante un opportuno e mirato set di indicatori, di attuare operazioni di monitoraggio<br />

e la costruzione di scenari previsivi. La ricerca intende definire metodologicamente<br />

i contenuti (struttura del data base di indicatori multitematici relazionati), la struttura sinottica<br />

e di rappresentazione (dialogica con quella dei piani e dei progetti territoriali) ed, infine, sperimentare<br />

<strong>il</strong> modello su un territorio campione per <strong>il</strong> quale dovranno essere già disponib<strong>il</strong>i, o recuperab<strong>il</strong>i,<br />

i dati richiesti.<br />

La “carta ecosistemica” si innesta in un percorso concettuale che rimette in discussione la validità<br />

della pianificazione “disegnata” sulla griglia amministrativa (regioni, province, comuni). Se<br />

resta corretto, oltre che sostanzialmente inevitab<strong>il</strong>e, che la gestione dei piani sia attuata per distretti<br />

amministrativi, la conoscenza e la conduzione dei processi di controllo delle trasformazioni<br />

e dei loro effetti sul sistema ecologico deve avvalersi di altre dimensioni di lettura più<br />

adeguate.<br />

Recenti istanze internazionali sensib<strong>il</strong>izzano i diversi paesi sul tema dell’assetto ecosistemico che

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