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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO IV - Paesaggio, territorio e biodiversità<br />

cuni casi discutib<strong>il</strong>i, ha messo sul tappeto alcuni limiti di questo tipo di strategia. Senza affrontare<br />

nuovamente gli aspetti teorici e applicativi specifici di questo settore e i punti di forza e di debolezza<br />

che lo caratterizzano, già oggetto di convegni, saggi e di un’ampia letteratura di riferimento<br />

(cfr. la revisione in Battisti & Romano 2007), può essere interessante sottolinearne uno dei limiti<br />

più evidenti.<br />

Boitani et al. (2007) hanno recentemente criticato l’approccio per reti ecologiche sottolineando<br />

come esso non contempli la possib<strong>il</strong>ità di monitorare nel tempo i piani che vengono elaborati,<br />

soprattutto a causa della generale assenza di indicatori e di obiettivi correttamente declinati.<br />

Uno degli aspetti problematici è, infatti, rappresentato proprio dalla valutazione nel tempo dell’efficacia<br />

di un piano di rete ecologica e, più in generale, dal suo monitoraggio. Un piano di rete<br />

ecologica dovrebbe definire a priori i propri obiettivi specifici (si agisce sull’incremento in<br />

superficie, sulla riduzione del grado di isolamento degli habitat o sulla mitigazione dei disturbi?<br />

Sui frammenti di habitat o sulla matrice? Con che modalità? In che tempi? Verso quali target?). Il<br />

raggiungimento degli obiettivi dovrebbe essere verificato definendo, anche in questo caso a priori,<br />

opportuni indicatori che possano fornire indicazioni sull’efficacia di una strategia di connectivity<br />

conservation nel tempo.<br />

2. Gli indicatori a livello di specie: una ripartizione in categorie<br />

Il tema degli indicatori nelle scienze ambientali, nella pianificazione e in tutte le scienze del territorio<br />

è quanto mai attuale (cfr. ANPA 2000). La pianificazione di rete ecologica, in quanto strategia<br />

a livello territoriale, necessita di strumenti che siano capaci di fornire efficacemente una<br />

informazione quali-quantitativa in merito ai determinanti delle trasformazioni territoriali (le driving<br />

forces), alle pressioni, allo stato e alle variazioni di stato di determinati fattori e processi, all’impatto<br />

subito da specifiche componenti territoriali e alle risposte di vario tipo che possono<br />

essere previste per mitigare gli impatti (cfr. lo schema DPSIR dell’Agenzia Europea dell’Ambiente<br />

in ANPA 2000).<br />

Nella pianificazione di rete ecologica si può quindi prevedere la definizione di indicatori di pressione<br />

(ad esempio, quelli di tipo urbanistico/insediativo che possono consentire una valutazione<br />

del grado di “severità” di una matrice paesistica sui frammenti residui di habitat), di indicatori<br />

di stato (esprimib<strong>il</strong>i, ad esempio, dallo stato attuale delle tipologie ambientali ‘focali’ in termini di<br />

superficie, grado di isolamento, forma, ecc.), di indicatori di impatto, in grado di esplicitare la relazione<br />

causa-effetto tra pressione, stato, impatto. Per quanto riguarda gli indicatori di impatto,<br />

e limitandoci al livello di specie, può essere possib<strong>il</strong>e prevedere una definizione di queste ultime<br />

sulla base della loro sensib<strong>il</strong>ità a specifiche componenti del processo di frammentazione. Quindi,<br />

una volta definiti opportuni parametri valutativi (presenza/assenza, densità, successo riproduttivo,<br />

ecc.), ciò può consentire di ottenere informazioni in merito all’impatto subito da queste<br />

specie (e da quelle ecologicamente affini o relazionate) a causa delle trasformazioni antropiche<br />

avvenute nell’area di studio.<br />

Mantenendo <strong>il</strong> discorso a livello di popolazione/specie, e non affrontando quindi <strong>il</strong> tema degli<br />

indicatori ad altri livelli gerarchici (comunità, ecosistema), è tuttavia opportuno distinguere attentamente<br />

tra specie che appartengono a categorie ecologicamente differenti e che possono<br />

richiedere strategie di pianificazione territoriale altrettanto distinte. Su questa base è possib<strong>il</strong>e<br />

così riferirsi a:<br />

- specie sensib<strong>il</strong>i a elementi puntiformi/lineari di frammentazione, ovvero sensib<strong>il</strong>i al disturbo<br />

diretto o indiretto di tipo fisico-chimico-meccanico da essi derivanti. Tra queste rientrano anche<br />

specie generaliste, antropof<strong>il</strong>e, alloctone, oltre che specialiste, che ut<strong>il</strong>izzano in modo

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