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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO IV - Paesaggio, territorio e biodiversità<br />

questa nuova carta sono state valutate ut<strong>il</strong>izzando l’indice ILC (Index of Landscape Conservation)<br />

(Pizzolotto & Brandmayr, 1996) calcolato per ogni ambito relativo sia alle diciassette UTA, sia ai<br />

trentuno Sottosistemi di <strong>paesaggio</strong> (Figg. 4-5).<br />

Senza entrare nel merito della complessità del risultato, si riportano in forma sintetica alcune<br />

considerazioni di particolare interesse sia per la pianificazione che per la conservazione della<br />

biodiversità:<br />

è emersa la presenza di un gradiente da zone a maggior grado di artificialità a zone più naturali,<br />

a partire dall’asse NE-SW rappresentato dal F. Tevere (con bassi valori di ILC), procedendo<br />

verso SE e verso NW. I valori di ILC sono maggiori allontanandosi da questo asse e<br />

procedendo verso i confini provinciali;<br />

per la Campagna Romana si nota un minor grado di artificializzazione nel settore a nord del<br />

Tevere, come mostrano i valori di ILC per UTA compresi nell’intervallo D (ILC 0.3÷0.4),<br />

mentre nel settore a sud del Tevere i valori rientrano nell’intervallo C (ILC 0.2÷0.3). A livello<br />

di sottosistema <strong>il</strong> valore del Sottosistema relativo alle Colline piroclastiche rientra invece<br />

nell’intervallo C;<br />

<strong>il</strong> settore costiero è caratterizzato da uno stato di conservazione piuttosto basso, con i livelli<br />

inferiori per <strong>il</strong> Sottosistema delle Pianure alluvionali costiere (intervallo C, ILC 0.2÷0.3),<br />

e valori medio-bassi per i Sottosistemi delle Dune recenti e per quelli delle Dune antiche<br />

(intervallo E, ILC 0.4÷0.5), grazie soprattutto alla presenza della grande area di Castelporziano,<br />

compresa al loro interno;<br />

i sistemi vulcanici dei Colli Albani e di Bracciano presentano valori intermedi (ILC 0.5÷0.6).<br />

Dall’analisi dei sottosistemi presenti in queste UTA si evince una certa articolazione dovuta<br />

ai caratteri climatici (ad es. zone temperate meglio conservate di quelle mediterranee) e litologici<br />

(ad es. colate laviche meglio conservate rispetto ai settori piroclastici);<br />

l’area di Tolfa, che a livello di UTA presenta un valore di ILC medio-alto (ILC=0.67), esaminata<br />

a livello di sottosistema presenta invece una notevole articolazione, correlab<strong>il</strong>e alle diverse<br />

litologie presenti nell’UTA ed anche alla variab<strong>il</strong>ità climatica. I valori migliori si hanno<br />

infatti nei r<strong>il</strong>ievi lavici e nelle quote più elevate (intervalli I ed L), mentre i peggiori nei sottosistemi<br />

costieri sabbioso-conglomeratici e arg<strong>il</strong>losi (intervallo D);<br />

le catene montuose carbonatiche antiappenniniche, preappenniniche ed appenniniche sono<br />

i territori a più elevato grado di conservazione, tuttavia le litologie alluvionali o piroclastiche<br />

comprese in questi complessi montuosi presentano comunque bassi valori di ILC.<br />

6. Rete Ecologica Territoriale della Provincia di Roma<br />

Nella pianificazione urbanistica spesso si considera “rete ecologica” l’insieme delle aree che per<br />

motivi diversi sono sottoposti a vincoli ambientali. Se ciò può avere una certo ruolo a scala nazionale<br />

(vedi la Rete Ecologica Nazionale), perde di significato nella pianificazione a scala di dettaglio.<br />

In realtà la valutazione della funzionalità ecologica rispetto ad una determinata specie (rete ecologica<br />

specie specifica) dovrebbe partire dalla conoscenza sia della biologia della specie che del<br />

mosaico territoriale reale e potenziale. Per questa ragione sarebbe sempre e comunque più corretto<br />

parlare di “reti ecologiche” specialmente se l’obiettivo della rete è la conservazione della<br />

funzionalità e dell’efficienza degli habitat in termini generali e non per una determinata specie.<br />

Quando si intende quindi inserire la Rete Ecologica nella pianificazione territoriale e non si vuole<br />

porre l’attenzione solo su singole specie, ma sul contesto ambientale nel suo insieme, è più<br />

opportuno ut<strong>il</strong>izzare un modello di rete capace di valutare in modo integrato e complesso le

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