11.06.2013 Views

Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

mab<strong>il</strong>i in chiave diversa, sia essa rappresentata da nuovi usi economici e funzionali o da usi sociali<br />

o culturali. Il loro interesse va al di là del loro interesse intrinseco, poiché si riverbera sul<br />

contesto territoriale in cui <strong>il</strong> patrimonio stesso affonda le sue radici. Essi diventano re-interpretab<strong>il</strong>i<br />

in funzione del significato culturale, in senso lato, che concorrono ad attribuire al patrimonio<br />

di cui fanno parte. In particolare, del significato estetico: e in questo senso, diventano<br />

paesaggi. È l’estetizzazione dell’eredità storica che la trasforma in <strong>paesaggio</strong>. Il riconoscimento<br />

dei paesaggi culturali come sistema di valori condivisi non è certo esente da derive nostalgiche<br />

e ripiegamenti localistici. “Il desiderio di <strong>paesaggio</strong>” è spesso intriso di nostalgia per un territorio<br />

che non c’è più (Raffestin, 2005). Il culto delle memorie che sembra ispirare la gelosa difesa<br />

dei paesaggi culturali – quando non si configurano come puro e semplice prodotto per i<br />

turisti - nasconde non di rado la tendenza delle comunità locali a rinchiudersi nelle gabbie del<br />

passato. Nonostante le sue contraddizioni, <strong>il</strong> riconoscimento dei paesaggi culturali come risorsa<br />

collettiva riflette la transizione post-industriale e post-moderna dell’economia e della società<br />

contemporanea e concorre a costruire sulle memorie del passato le immagini del futuro.<br />

5. Eccellenze e valori diffusi<br />

In realtà, la transizione porta necessariamente a mettere in discussione <strong>il</strong> concetto stesso di<br />

<strong>paesaggio</strong> culturale, situato in quella “logica dell’eccellenza” che guida i criteri di selezione applicati<br />

dall’UNESCO ai fini dell’inclusione nelle liste del World Heritage, derivandone una gerarchia<br />

di valori valevole a scala mondiale. Questa logica non sembra scalfita dalle discussioni in<br />

corso, anche all’interno dell’UNESCO, volte a sv<strong>il</strong>uppare l’attenzione per i sistemi di valori e per<br />

le esigenze di controllo e protezione estesi ai contesti territoriali. Come si è già notato, la logica<br />

dell’eccellenza caratterizza anche, seppure in modo diverso, i criteri con cui l’Unione Mondiale<br />

della Natura include tra le aree naturali protette i “paesaggi protetti” corrispondenti alla<br />

Categoria V. In entrambi i casi è <strong>il</strong> pregio specifico del <strong>paesaggio</strong> a decidere l’eleggib<strong>il</strong>ità degli<br />

ambiti interessati. Nella logica della Convenzione Europea la prospettiva e le priorità cambiano<br />

notevolmente. L’attenzione si sposta sul territorio, sui suoi valori diffusi, sui suoi sistemi di<br />

relazioni, sulle dinamiche evolutive, sui rischi e i problemi che occorre affrontare per migliorare<br />

la qualità del <strong>paesaggio</strong> non in poche aree di pregio eccezionale, ma in tutto <strong>il</strong> territorio, a<br />

partire dalle aree più bisognose di intervento migliorativo.<br />

La concezione proposta dalla CEP riflette uno spostamento r<strong>il</strong>evante nel modo con cui la società<br />

contemporanea si rapporta al patrimonio ereditario. In sintesi, uno spostamento d’attenzione<br />

dai singoli oggetti (siano essi “beni” culturali o naturali o singole risorse) ai sistemi in cui<br />

essi si contestualizzano, interagendo e qualificandosi a vicenda. È uno spostamento ben avvertib<strong>il</strong>e<br />

nel campo della conservazione dei beni culturali, in particolare per quanto concerne gli<br />

insediamenti d’interesse storico o archeologico: da “giacimenti” inerti di oggetti fra loro slegati<br />

e incoerenti, prelevab<strong>il</strong>i e separab<strong>il</strong>i a piacere, a “sistemi culturali territoriali” (IMED, 2006) più<br />

o meno fortemente integrati, che intrattengono rapporti di appartenenza e di identificazione<br />

con le comunità territorializzate. Ma è uno spostamento che ha precisi riscontri anche nel campo<br />

della conservazione della natura: lo spostamento dalla considerazione degli habitat o delle<br />

singole specie a quella degli ecosistemi e delle ecoregioni, dalle singole aree naturali protette<br />

“insularizzate” ai sistemi integrati di aree protette interconnesse dalle reti ecologiche, connota<br />

i “nuovi paradigmi” della conservazione proposti dall’Unione Mondiale della Natura (Iucn, 2003)<br />

e i grandi temi in discussione a livello internazionale (Gambino, 2002, 2007). Analogamente <strong>il</strong><br />

riconoscimento del significato profondo del <strong>paesaggio</strong> nella direzione imboccata dalla CEP non<br />

poteva non accompagnarsi all’affermazione che tutto <strong>il</strong> territorio ha valenza paesistica. Anche<br />

229

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!