Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
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3. La Convenzione Europea del Paesaggio<br />
Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />
Queste considerazioni sugli orientamenti emergenti in ambito IUCN e UNESCO, ci portano<br />
alla Convenzione Europea del Paesaggio, esplicitamente richiamata nella citata Risoluzione IUCN,<br />
al fine dell’“integrazione della conservazione della natura con la valorizzazione efficace dei paesaggi<br />
marini e terrestri”. I motivi d’interesse della CEP a tal fine sono almeno due:<br />
a) l’ampio significato che la CEP attribuisce al <strong>paesaggio</strong> in quanto non solo prodotto evolutivo<br />
dell’interazione tra fattori naturali e umani, ma anche “componente essenziale del contesto<br />
di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale<br />
e naturale e fondamento della loro identità (art.5)”; affermazione coerente con quella considerazione<br />
integrata dei valori naturali e culturali e con quell’attenzione per le popolazioni<br />
locali che caratterizzano i “nuovi paradigmi” della conservazione;<br />
b) l’affermazione esplicita che la tutela e la valorizzazione del <strong>paesaggio</strong> riguardano l’intero territorio,<br />
“gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani…sia i paesaggi che possono essere considerati<br />
eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana, sia i paesaggi degradati”; affermazione<br />
coerente con quel ribaltamento del campo d’attenzione, dalle aree o dai siti di protezione<br />
speciale al territorio intero, che si viene delineando.<br />
Tali indicazioni giustificano l’ipotesi che le politiche del <strong>paesaggio</strong> possano svolgere un ruolo<br />
complementare a quello dei parchi e delle aree protette, contribuendo alla realizzazione dell’infrastruttura<br />
ambientale diramata su tutto <strong>il</strong> territorio. Ma questa considerazione solleva a sua<br />
volta numerosi interrogativi, non privi di implicazioni scientifiche e culturali. Anche a prescindere<br />
dalle difficoltà politico-culturali che nascono dalla separazione o dalla confusione delle competenze<br />
e delle responsab<strong>il</strong>ità amministrative, va chiarito <strong>il</strong> rapporto che può essere stab<strong>il</strong>ito<br />
tra la tutela paesistica posta in essere ai sensi della CEP e la protezione “speciale” accordata, da<br />
un lato, ai “paesaggi culturali” (in particolare a quelli riconosciuti dall’UNESCO nelle liste del patrimonio<br />
mondiale dell’umanità) e, dall’altro, ai “paesaggi protetti” corrispondenti alla categoria<br />
V della classificazione IUCN delle aree protette. Si tratta, palesemente, di tre diverse interpretazioni<br />
del concetto di <strong>paesaggio</strong>, cui corrispondono politiche diversificate. In particolare, non<br />
va dimenticato che gran parte delle aree protette europee (compresi molti “parchi nazionali”<br />
come tali classificati dalle rispettive legislazioni nazionali, quali tipicamente i parchi nazionali inglesi)<br />
sono classificate dall’IUCN nella categoria V dei “paesaggi protetti”.<br />
La chiave paesistica implica <strong>il</strong> superamento della tradizionale separazione tra natura e cultura,<br />
postulando approcci che considerino unitariamente i valori naturali e quelli culturali. In quest’ottica,<br />
mentre i grandi ed inviolati parchi americani od africani cessano di apparire come innocenti<br />
“santuari della natura” (poiché in ogni caso essi sono fruiti e osservati in base ad un<br />
preciso progetto culturale che ne determina l’interpretazione e l’organizzazione), i diversificati<br />
paesaggi culturali dei parchi europei vengono sempre più ad essere considerati come matrici<br />
insostituib<strong>il</strong>i di “naturalità diffusa”, serbatoi di biodiversità che trova nella diversità paesistica e<br />
culturale <strong>il</strong> suo supporto e <strong>il</strong> suo destino. In questo senso, <strong>il</strong> fatto che in buona parte i parchi<br />
europei siano classificati a livello internazionale come “paesaggi protetti” (IUCN, 1994) non ne<br />
indebolisce ma accresce <strong>il</strong> ruolo ai fini della conservazione della natura in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />
Non è quindi casuale che a livello internazionale si metta l’accento sui “paesaggi culturali” parlando<br />
anche di parchi naturali. E non è casuale che l’UNESCO abbia riconosciuto un gran numero<br />
di parchi naturali nell’ambito del patrimonio mondiale dell’umanità. Eppure, l’uso<br />
generalizzato di questo termine è oggi in discussione, se rapportato alle nuove concezioni del<br />
<strong>paesaggio</strong> che hanno trovato autorevole consacrazione politica nella Convenzione citata. Questa<br />
infatti, estendendo all’intero territorio l’interesse paesistico, sovrappone al significato dei pae-<br />
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