Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA
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10. Il <strong>paesaggio</strong> vegetale e <strong>il</strong> ritorno della foresta<br />
Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />
Le aree agricole e prative abbandonate sono oggi interessate dai processi della successione secondaria;<br />
essi consistono nello sv<strong>il</strong>uppo e diffusione di specie arbustive ed arboree, che via via<br />
si affermano, fino a provocare la completa trasformazione della prateria in prebosco e quindi<br />
bosco (Fig. 9). In tal modo le associazioni vegetali preesistenti vengono sostituite da altre associazioni<br />
vegetali che si formano con la diffusione di specie colonizzatrici che provengono da altri<br />
ambienti (Canullo e Falinska, 2003).<br />
Negli Appennini questi fenomeni sono molto diffusi ed avvengono soprattutto con un progressivo<br />
incespugliamento per lo sv<strong>il</strong>uppo di ginestra (Spartium junceum), citiso (Cytisus sess<strong>il</strong>ifolius),<br />
ginepro (Juniperus oxycedrus), ginepro comune (Juniperus communis), la stessa roverella<br />
(Quercus pubescens) e numerose altre specie. Sulle Alpi nelle praterie abbandonate si insedia già<br />
dopo pochissimi anni <strong>il</strong> nocciolo (Corylus avellana), e quindi <strong>il</strong> pioppo tremulo (Populus tremula),<br />
<strong>il</strong> sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e la betulla (Betula alba); in Val Rendena ed in altre<br />
valli del Trentino molte praterie sono armai completamente trasformate in arbusteti di nocciolo<br />
e pioppo tremulo.<br />
È evidente che tali cambiamenti inducono grandi mutamenti sul <strong>paesaggio</strong> vegetale; all’interno<br />
dei singoli sigmeti in questo caso si passa dall’assenza di foresta alla presenza di foresta, contrariamente<br />
a quanto avveniva con <strong>il</strong> processo della regressione. Dunque la successione secondaria<br />
produce una grande evoluzione nel <strong>paesaggio</strong> vegetale, che ha però notevoli conseguenze<br />
non soltanto di carattere floristico-vegetazionale ma anche socio-economico.<br />
Come già detto, in Italia c’è una tendenza abbastanza diffusa che vorrebbe mantenere le praterie,<br />
con varie motivazioni, anche quando è ormai evidente <strong>il</strong> loro passaggio alla foresta. Dare<br />
giudizi negativi perché la foresta sta guadagnando nuove aree rispetto al pascolo sembra decisamente<br />
eccessivo, pur tenendo conto che delle volte la controversia potrebbe essere legittima,<br />
purché non diventi la norma comune. Va sottolineato che l’Accademia Italiana di Scienze Forestali<br />
segnala che <strong>il</strong> ritorno verso le formazioni forestali non è da scartare a priori e anzi può essere<br />
incoraggiato in alcune situazioni (Ciancio et al., 2001); ma credo che si possa e si debba<br />
aggiungere “in tutte le situazioni nelle quali è possib<strong>il</strong>e” e comunque sicuramente nelle aree protette<br />
per le quali però normalmente non esiste una politica forestale ed anzi si cerca di incrementare<br />
in esse l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, in evidente contrasto con i principi<br />
informatori degli stessi parchi nazionali. Va chiarito che <strong>il</strong> tentativo di incrementare l’agricoltura<br />
e l’allevamento del bestiame in montagna è un fatto da considerare di per sé stesso positivo,<br />
ma dovrebbe essere realizzato in prima istanza al di fuori delle aree protette, nelle migliaia e migliaia<br />
di ettari abbandonati. Nelle aree protette dovrebbe invece essere sempre priv<strong>il</strong>egiato <strong>il</strong><br />
ritorno alla foresta, e a maggior ragione nelle foreste demaniali.<br />
11. L’impoverimento del <strong>paesaggio</strong> vegetale. Associazioni in via di scomparsa<br />
Una delle conseguenze dell’azione dell’uomo sul <strong>paesaggio</strong> vegetale è rappresentata dalla progressiva<br />
riduzione, fino alla scomparsa, di quelle associazioni vegetali che occupano ambienti specializzati,<br />
generalmente di limitata estensione, per cui oggi sono diventate molto rare e alcune<br />
sono prossime alla definitiva scomparsa, come le associazioni ripariali e quelle degli ambienti umidi<br />
in genere, stagni, paludi, torbiere, laghi, ecc.<br />
La vegetazione ripariale occupa i terrazzi fluviali depositati ai lati dei corsi d’acqua, ogni terrazzo<br />
presenta caratteristiche ecologiche sue proprie e quindi tesele differenti, ognuna con i propri<br />
sigmeti. I terrazzi più vicini al corso d’acqua accolgono <strong>il</strong> sigmeto con le foreste del Salicetum al-<br />
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