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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

quasi completamente l’ontaneta; a mezzacosta (sigmeto montano di Abete rosso) sono state<br />

ottenute vaste radure; in alta quota (sigmeto subalpino di Abete rosso) le radure sono più piccole<br />

e meno frequenti; sopra <strong>il</strong> limite del bosco, in alta quota, la fascia delle praterie primarie<br />

(sigmeto di Festuca halleri) non presenta influenze antropiche.<br />

All’interno di ogni sigmeto le associazioni vegetali sono interessate da determinati processi ecologici<br />

che si riscontrano nella vegetazione di tutto <strong>il</strong> mondo; si tratta dei processi della «degenerazione»,<br />

in forza della quale la foresta perde gradatamente le sue specie caratteristiche, sia<br />

quelle del sottobosco che le altre, e la sua struttura, cioè <strong>il</strong> bosco da alto fusto può essere trasformato<br />

in bosco ceduo, ecc.; della «regressione» per cui la foresta viene gradualmente sostituita<br />

da associazioni meno complesse formate soltanto di arbusti e di erbe, fino a giungere all’erosione<br />

del suolo e alla scomparsa quasi completa di vegetazione con roccie affioranti prive<br />

di copertura vegetale; della «successione secondaria», quando nei coltivi, pascoli e prati abbandonati<br />

dall’uomo, cioè non più coltivati, incominciano ad insediarsi specie arbustive che entro<br />

un determinato tempo porteranno alla formazione della foresta. Attraverso questi processi,<br />

le associazioni dei differenti sigmeti evolvono dall’una all’altra oppure si mantengono stab<strong>il</strong>i.<br />

In base a queste considerazioni, possiamo già dare una prima risposta alla domanda iniziale. Il<br />

<strong>paesaggio</strong> vegetale dell’Italia è sicuramente interessato da vasti processi di regressione, come avviene<br />

su tutte le montagne appenniniche ove è stata completamente eliminata la foresta; in altre<br />

località è però interessato da processi evolutivi che portano alla sua ricostituzione mediante<br />

la riformazione naturale del bosco, ma bisogna capire dove e come ciò avviene.<br />

7. Caratteristiche generali del <strong>paesaggio</strong> vegetale dell’Italia<br />

Il territorio dell’Italia si può attribuire a due grandi regioni fitogeografiche: la regione mediterranea<br />

e la regione medioeuropea (Fig. 6).<br />

La regione mediterranea è limitata ad una fascia costiera molto ristretta, che sul versante Adriatico<br />

inizia al Monte Conero per affermarsi in corrispondenza del promontorio del Gargano e della<br />

penisola salentina, lungo le coste della Bas<strong>il</strong>icata e della Calabria; risale quindi verso nord fino alla<br />

costiera ligure; ad essa appartengono anche tutte le isole ed in particolare Sic<strong>il</strong>ia e Sardegna.<br />

Il <strong>paesaggio</strong> vegetale della regione mediterranea è formato da associazioni vegetali di specie sempreverdi<br />

come <strong>il</strong> Leccio (Quercus <strong>il</strong>ex), <strong>il</strong> Corbezzolo (Arbutus unedo), <strong>il</strong> Lentisco (Pistacia lentiscus),<br />

l’Olivastro (Olea oleaster), <strong>il</strong> Carrubo (Ceratonia s<strong>il</strong>iqua) e molte altre. I principali interventi<br />

antropici subiti dal <strong>paesaggio</strong> vegetale sono i seguenti: trasformazione della foresta in macchia<br />

ad eccezione di pochi nuclei residui; formazione di macchia bassa (formata da cisti, eriche, ecc.)<br />

come ulteriore stadio di regressione; eliminazione della foresta in zone molto vaste per ottenere<br />

aree agricole o pascolive, oggi sovente in fase di progressiva ed ulteriore regressione. Il dinamismo<br />

interno dei numerosi sigmeti che caratterizzano <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> vegetale è dominato prevalentemente<br />

dal processo della regressione. Indubbiamente i paesaggi mediterranei che<br />

possiamo oggi ammirare sono di grande attrazione dal punto di vista estetico, ma quasi sempre<br />

la loro condizione ecologica corrisponde a stadi di degradazione più o meno accentuati.<br />

Giova ricordare, peraltro, che negli spazi ottenuti dall’eliminazione della foresta mediterranea si<br />

sono formate macchie e aree pascolive ad elevata biodiversità, nel senso che la loro ricchezza<br />

floristica è di gran lunga superiore rispetto a quella degli ambienti sciaf<strong>il</strong>i del sottobosco delle<br />

foreste sempreverdi; alcune di tali radure sono state ottenute addirittura con <strong>il</strong> fuoco e in parte<br />

si mantengono grazie agli incendi. Sono tutte ragioni più che valide come temi di discussione,<br />

ma non sufficienti per evitare o ridurre lo sv<strong>il</strong>uppo della macchia e, se mai sarà possib<strong>il</strong>e, della<br />

foresta mediterranea, nelle aree degradate ove in certi casi si osserva una certa ripresa grazie<br />

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