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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO III - Paesaggi d’Italia<br />

Figura 5 – Cinque Terre. Ricostruzione<br />

del <strong>paesaggio</strong> rurale di<br />

Riomaggiore nei sec. XVIII-XIX,<br />

sulla base di fonti testuali, cartografiche,<br />

toponomastiche e biostratigrafiche.<br />

La presenza di spazi<br />

e risorse foraggere ut<strong>il</strong>izzati dalla<br />

pastorizia restituisce un’immagine<br />

più articolata del sistema socioeconomico<br />

locale. La transumanza<br />

avrebbe lasciato tracce anche<br />

in toponimi dei dintorni (Vernazza<br />

da hibernatia, pascoli invernali<br />

costieri e Zignago da juniacula, pascoli<br />

estivi montani). I crinali non<br />

terrazzati avrebbero costituito<br />

“corridoi erbacei” (messi in evidenza<br />

da analisi polliniche dei suoli)<br />

per <strong>il</strong> transito di migliaia di capi<br />

ovi-caprini (da Moreno et al. 2005).<br />

Figura 6 – Sito di Pian delle Groppere.<br />

Sezione archeologica di un<br />

cumulo di spietramento presso<br />

Pian delle Groppere (1200 m, Casanova<br />

di Rovegno, Genova). Diagrammi<br />

antracologici relativi a due<br />

diverse unità stratigrafiche (US 4,<br />

precedente l’attività agricola altomedievale<br />

e US 3, successiva)<br />

mettono in luce le modificazioni<br />

ambientali prodotte dalla pratica<br />

del debbio (taglio del bosco +<br />

fuoco confinato): l’Abete bianco,<br />

che aveva dominato <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

regionale fino al periodo romano,<br />

scomparirà in epoca post-medievale<br />

(da Guido et al. 2003).<br />

muli ha precisato la loro funzione di spietramento dei terreni circostanti e analisi di sezioni di<br />

suolo hanno portato alla ricostruzione di una fase di messa in opera dell’attività di coltivazione<br />

temporanea, dal taglio della foresta montana di Abete bianco e Faggio (tracce antracologiche<br />

e datazione radiocarbonica sono fornite da carboni delle specie forestali dominanti) a quelle di<br />

abbandono delle colture (dinamismo della vegetazione spontanea postcolturale e formazione<br />

di un nuovo suolo con presenza di polline della brughiera di neoformazione (Fig. 6 e 7). L’analisi<br />

dei prof<strong>il</strong>i di suolo ha messo in luce un paleosuolo troncato (resti di un suolo generato da<br />

un tipo di vegetazione preesistente) sormontato da uno più recente prodotto dalla brughiera<br />

attuale; anche queste stratigrafie di suolo, più “naturali” solo contigue al manufatto, contengono<br />

piccoli carboni e polline che consentono di seguire la scomparsa del precedente bosco di Abete<br />

e la sua sostituzione con la faggeta, cui si accompagnano specie coltivate (Castagno). A poche<br />

centinaia di metri da questo sito, un altro prof<strong>il</strong>o di suolo ha restituito carboni di Faggio<br />

datati attorno al 1200 A.D.; l’Abete bianco è assente, in accordo con la sua scomparsa dall’Appennino<br />

ligure nel corso del Medioevo.<br />

Queste informazioni ricavate da fonti sedimentarie, da resti vegetali inglobati nel suolo e conservatisi<br />

per diversi secoli, confermano, localizzano e contestualizzano nello spazio e nel tem-

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