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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO III - Paesaggi d’Italia<br />

a ritroso nel tempo alla scoperta di paesaggi più antichi, le fonti di informazione vanno rarefacendosi:<br />

vengono meno prima quelle deducib<strong>il</strong>i da organismi viventi (es. composizione di flora<br />

fauna attuali, individui e gruppi sociali di attori del controllo e produzione delle risorse ambientali)<br />

e successivamente anche quelle rappresentate da testimonianze scritte e raffigurate di<br />

varia natura (es. testi, immagini, opere d’arte, cartografia storica, ecc.). Infine dei periodi preistorici<br />

non restano che le fonti sedimentarie, veri e propri archivi della storia ambientale dei<br />

paesaggi culturali; d’altra parte, non ha più senso parlare di spazi rurali se non vi sono spazi urbani<br />

che vi si oppongono; più oltre, alla scala delle decine di m<strong>il</strong>lenni, sono le prospettive ed i<br />

metodi della paleoecologia che devono essere riadottati.<br />

L’ecologia storica è un percorso di ricerca aperto a quanti ecologi, geografi o storici, praticano<br />

l'osservazione di terreno, incrociando le informazioni derivanti da diverse fonti: è quindi in grado<br />

di produrre quadri ambientali più ricchi, relativamente aderenti alla realtà, in quanto tutti i<br />

fattori che hanno determinato i paesaggi rurali e la loro dinamica possono essere presi in considerazione.<br />

L’archeologia ambientale si propone gli stessi obiettivi, in quanto adotta un approccio<br />

ecosistemico allo studio del passato e ricostruisce le tecniche ma sopratutto le pratiche<br />

effettivamente impiegate in un sito (o in un area) per l’attivazione delle risorse ambientali; tuttavia,<br />

dispone oggettivamente di una gamma minore di fonti. La paleo-ecologia, che si occupa<br />

prevalentemente di tempi precedenti alla comparsa di società umane complesse, deve fare a<br />

meno anche delle fonti archeologiche, disponendo soltanto di quelle che definiamo sedimentarie<br />

(in questo caso, foss<strong>il</strong>i) ma non rinuncia per questo alla ricostruzione di paesaggi.<br />

Lo studio dell’aspetto temporale dei processi ambientali e sociali che ci interessano è strettamente<br />

legato a quello spaziale: i paesaggi recenti si possono ricostruire con maggiore dettaglio<br />

e <strong>il</strong> loro studio va affrontato alla scala topografica del singolo sito come è normale nelle ricerche<br />

archeologiche convenzionali interessate ai problemi della storia degli insediamenti. La scala<br />

locale è anche quella adottata per lo studio analitico degli scambi tra società e risorse<br />

(microanalisi geografico storica) nella valutazione e decifrazione delle fonti archivistiche, testuali<br />

e cartografiche: un metodo che tra gli storici si è convenuto di chiamare, appunto, topografico<br />

(Torre in stampa). La ricostruzione dei paesaggi rurali in forte discontinuità con le forme di quelli<br />

attuali, o molto antichi, è spazialmente meno definita, sia a causa della più ampia distribuzione<br />

geografica delle informazioni (siti di ritrovamento di foss<strong>il</strong>i), sia per l’impoverimento delle<br />

fonti, sia anche per la difficoltà di applicazione di un criterio uniformistico (o attualistico).<br />

3. Paesaggi rurali e siti di interesse storico-ambientale in Liguria<br />

3.1. Le trasformazioni di un <strong>paesaggio</strong> della viticoltura specializzata tra XVII e XX secolo<br />

nelle Cinque Terre (Riviera di Levante)<br />

Il Parco Nazionale delle Cinque Terre (La Spezia), evoluzione del precedente Parco Regionale,<br />

è stato istituito per salvaguardare e promuovere un <strong>paesaggio</strong> forse non unico, come spesso si<br />

legge, ma certamente caratteristico e soprattutto espressivo del rapporto tra le forme del <strong>paesaggio</strong><br />

e sua interpretazione storica, in termini di uso. Si tratta, come è noto, di un vero e proprio<br />

“<strong>paesaggio</strong> costruito”, nel senso che l’andamento stesso del r<strong>il</strong>ievo risulta modellato da<br />

centinaia di ch<strong>il</strong>ometri di muri a secco che sorreggono altrettante terrazze, paragonati per sv<strong>il</strong>uppo<br />

lineare alla Grande Muraglia cinese. Un ambiente, perciò, evidentemente artificiale non<br />

solo riguardo al soprassuolo coltivato, ma anche per <strong>il</strong> suolo stesso che, nelle aree terrazzate,<br />

consiste in terrapieni costruiti con terreno di riporto sostenuto da muri a secco.<br />

Tuttavia, ciò che non è subito evidente, se non tramite l’osservazione delle dinamiche post-colturali,<br />

è <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> attuale non è più in relazione con <strong>il</strong> sistema economico-socia-

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