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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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6. I tetti<br />

Basterebbe una pur sommaria elencazione delle coperture dei tetti a farci comprendere e apprezzare<br />

l’incredib<strong>il</strong>e assortimento che domina, anche in questo campo, <strong>il</strong> nostro paese, caratterizzato<br />

come pochi altri da ambienti, climi e situazioni geografiche che vanno dall’Artico delle<br />

alte Alpi alle subtropicali distese del Mezzogiorno costiero e insulare.<br />

Si va dalle “bèole”, lastre di gneiss delle montagne piemontesi, alle “chianche” calcaree della Puglia;<br />

dalle “lose” che coprono le bàite della Val d’Aosta alle lavagne di ardesia dei tetti liguri; dalle<br />

“scandole” di legno di larice (sulle Alpi) o di faggio (sugli Appennini) agli embrici di terracotta<br />

dei tetti “alla romana”; dai “coppi” usati in quasi tutt’Italia alle più recenti (ma ormai entrate nella<br />

tradizione) tegole “marsigliesi”. Per non parlare delle coperture di capanne tutt’ora presenti<br />

in tanti luoghi montani, in cui le fascine di ginestra o di erica (comunemente definite “scopa”)<br />

sono ancora ut<strong>il</strong>izzate, o dei tronchi di ginepro che proteggono le “pinnette” (capanne) dei pastori<br />

del Gennargentu. O di quel miracolo di inventiva e di arte che sono i tetti dei trulli pugliesi<br />

o delle “pagliare” (capanne e ricoveri di pietra a forma circolare e troncoconica, sim<strong>il</strong>i a<br />

piccoli ziggurat mesopotamici, usate da pastori e contadini) dei monti e delle campagne, non<br />

solo abruzzesi. O infine le coperture a grandi lastre calcaree delle case in pietra dei Monti Lessini<br />

in provincia di Verona e le cupolette di lap<strong>il</strong>lo delle classiche case della Campania costiera<br />

o dei “dammusi” di Pantelleria.<br />

Là dove la scarsezza di precipitazioni nevose non obbliga a costruire tetti in pendenza, soprattutto<br />

nell’Italia meridionale costiera e insulare, i lastrici solari sono pavimentati in mattonelle di<br />

ceramica o in lastre di pietra calcarea.<br />

Un cenno a parte, naturalmente negativo, va fatto alle recenti forme di copertura con i pericolosi<br />

(e oggi vietati) laminati in cemento-amianto, con abusati laminati plastici, con tegole in<br />

cemento e altre, del tutto estranee alle tradizioni locali.<br />

7. Le pavimentazioni<br />

Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

Nei centri storici di cui l’Italia è generosamente dotata, un perspicuo segno del <strong>paesaggio</strong> è<br />

rappresentato dalle pavimentazioni.<br />

Anche in questo settore, la varietà e la disponib<strong>il</strong>ità di materiali, per lo più lapidei, e l’inventiva<br />

degli operatori offrono soluzioni molteplici e tutte interessanti.<br />

Un esempio tra tanti. Esaminando i cordoli in pietra che delimitano i marciapiedi dei quartieri<br />

di Roma edificati dopo l’Unità d’Italia, si possono, a pochi metri di distanza, osservare elementi<br />

in travertino delle cave di Tivoli, in peperino dei Castelli Romani o dei Monti Cimini, in leucitite<br />

delle colate provenienti dai Colli Albani, in granito dell’Isola del Giglio, in pietra lavica delle<br />

pendici vesuviane.<br />

Del resto, tutto quanto vi è di costruito nella Roma imperiale, medievale e rinascimentale offre<br />

uno scenario composito e ricco delle pietre usate, non solo per le pavimentazioni. Si va da<br />

materiali prettamente vulcanici - come la leucitite dei basoli e dei “selci” e le rocce piroclastiche<br />

come <strong>il</strong> tufo e <strong>il</strong> peperino - a quelli sedimentari come essenzialmente <strong>il</strong> travertino e ai marmi<br />

di molte provenienze.<br />

Ma ovunque nel nostro Paese le pavimentazioni, prima dell’alluvione del cemento (anche in forma<br />

di mattonelle), dell’asfalto e degli ormai onnipresenti blocchetti in porfido del Trentino, hanno<br />

sempre presentato diversissimi aspetti che sarebbe necessario preservare anche nelle nuove<br />

conurbazioni.<br />

Penso agli splendidi selciati di pietre miste di Erice e di Caserta Vecchia, ai ciottolati di tante cit-<br />

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