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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO III - Paesaggi d’Italia<br />

a “opera incerta” con ricorsi di mattoni, degli edifici più recenti, al d<strong>il</strong>agare orrendo dei blocchetti<br />

di tufo fatti a macchina che sono divenuti, soprattutto in Italia centrale, <strong>il</strong> recente simbolo<br />

di tante case abusive costruite in poche notti.<br />

Ma infiniti altri esempi, rinvenib<strong>il</strong>i in tutta l’Italia rurale (e non solo) si possono citare: le mura di<br />

ciottoli granitici posti “a spina di pesce”di alcuni piccoli paesi della S<strong>il</strong>a Piccola, o quelle di grandi<br />

ciottoli dell’Adige con ricorsi in mattoni delle mura di Verona, le murature in pietra lavica dei<br />

dammusi e dei muri a secco di Pantelleria, <strong>il</strong> chiaro tufo sedimentario (“carparo”) delle campagne<br />

pugliesi dal Tavoliere al Salento.<br />

Naturalmente, molti di questi gioielli, opera di scalpellini e di muratori dei secoli passati, sono<br />

oggi stati intonacati, omogeinizzando e occultando tristemente le loro nature originarie.<br />

5. Il cotto<br />

La seconda componente delle costruzioni che caratterizzano <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> italico è la terracotta.<br />

Nei vasti territori ove la pietra scarseggia o è assente - come le grandi pianure alluvionali o le<br />

pendici plioceniche prevalentemente arg<strong>il</strong>lose - le murature in laterizio prevalgono. Ma, anche<br />

in questo caso, non è lecito pensare ad una generale uniformità del loro aspetto.<br />

Le diverse composizioni delle crete ut<strong>il</strong>izzate nelle fornaci, a seconda della presenza al loro interno<br />

di minerali di ferro, manganese, ecc. determinano, infatti, <strong>il</strong> colore del mattone messo in<br />

opera.<br />

Se, soprattutto nella Pianura Padana, <strong>il</strong> colore “rosso mattone” prevale quasi ovunque, nella<br />

Campania e nelle Marche (dove, principalmente in quest’ultime, le fornaci forniscono materiali<br />

per i cantieri romani), i mattoni sono quasi sempre gialli.<br />

Una differenza che però è diffic<strong>il</strong>e poter osservare in natura, in quanto, soprattutto nei secoli<br />

passati, le murature in mattoni, che denotano maggiori disponib<strong>il</strong>ità economiche dei committenti,<br />

appaiono prevalentemente intonacate.<br />

Un buon esempio della differenza tra le diverse murature si possono r<strong>il</strong>evare in due recenti importanti<br />

edifici romani, opera di grandi architetti contemporanei, che sono posti a breve distanza<br />

l’uno dall’altro. La moschea di Roma, all’Acqua Acetosa, è stata realizzata da Paolo Portoghesi<br />

con un paramento di mattoni gialli, tipici della costruzioni rinascimentali (vedi ad esempio la V<strong>il</strong>la<br />

di Papa Giulio del Vignola a Valle Giulia), mentre le mura esterne dell’Auditorium di Renzo<br />

Piano, presso <strong>il</strong> V<strong>il</strong>laggio Olimpico, sono costruite con mattoni rossi, sim<strong>il</strong>i a quelli ut<strong>il</strong>izzati, sabbiati,<br />

nella chiesa di Cristo Re di Marcello Piacentini nel Quartiere Prati, e in gran parte delle<br />

murature della Roma imperiale, dalle Terme di Caracalla alla Bas<strong>il</strong>ica di Massenzio.<br />

Una apprezzab<strong>il</strong>e varietà anche nei formati e nelle dimensioni dei mattoni si può osservare in<br />

tutta Italia, legata alle tradizioni, alle situazioni economiche e geografiche e alla sopravvivenza di<br />

tecniche antiche.<br />

Ma oltre ai muri e ai rivestimenti, <strong>il</strong> laterizio, materiale quanto mai durevole ed “ecologico”, viene<br />

adoperato nei pavimenti, nelle coperture e negli intradossi dei tetti (mediante le “campigiane”<br />

o “pianelle”), nei ricorsi di irrobustimento e negli imbotti delle murature in pietrame, nelle<br />

volte e volticine e, più recentemente, nelle cosiddette “pignatte” dei solai in ferro o in cemento<br />

armato e nei “forati” e “foratoni” dei tramezzi interni e delle tamponature esterne delle gabbie<br />

in calcestruzzo che sono da qualche decennio assurte a triste simbolo dell’abusivismo e<br />

delle abitazioni “usa e getta” che infestano <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> italiano.<br />

Un ultimo cenno è riservato ai cosiddetti “blocchetti” di cemento e pomice che stanno invadendo<br />

le campagne, obliterando <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>, prima che una pietosa mano d’intonaco ne cancelli<br />

<strong>il</strong> tetro sembiante.

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