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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO III - Paesaggi d’Italia<br />

Questo, almeno fino ad un secolo fa, prima che l’uso del cemento armato e di altre tecniche<br />

costruttive moderne si diffondesse con imperiosa invadenza.<br />

E, naturalmente, la possib<strong>il</strong>e e auspicab<strong>il</strong>e catalogazione delle preesistenze antropiche più ragguardevoli<br />

dovrà servire da prodromo per una loro futura messa in protezione, secondo i dettati<br />

e le indicazioni della Convenzione Europea del Paesaggio.<br />

2. I materiali da costruzione<br />

Oltre ai primitivi materiali da costruzione che, come si è detto, erano essenzialmente legati alla<br />

componente organica (soprattutto forestale) del territorio (frasche, pali, tronchi, erbe, stoppie),<br />

la complessa struttura geologica e tettonica del nostro Paese ha condizionato i materiali<br />

che, nei secoli e nelle diverse aree geografiche, sono stati ut<strong>il</strong>izzati dall’uomo per le opere che<br />

caratterizzano <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>.<br />

Pensate ad esempio all’infinita varietà di rocce e pietre, ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nelle costruzioni, che ne compongono<br />

i r<strong>il</strong>ievi e anche i tavolati, come ad esempio quelli che contraddistinguono le Murge<br />

pugliesi.<br />

Si va dai complessi di rocce prevalentemente cristalline che costituiscono tutti i massicci più alti<br />

dell’intero arco alpino, ai grandi complessi calcarei alpini, prealpini ed appenninici, alle arenarie,<br />

ai tufi vulcanici e sedimentari, alle arg<strong>il</strong>le, ai graniti, ai porfidi, ai basalti, alle lave, agli scisti<br />

cristallini e a tutte quelle rocce che, dai muri a secco delle “fasce” liguri ai terrazzamenti costieri<br />

del Centro e del Sud Italia, dalle chiudende della Sardegna alle pavimentazioni e ai selciati, dai<br />

basolati alle aie, dai muri ai tetti, ci parlano di un dialogo diretto e continuo tra le opere dell’uomo<br />

e la natura in cui esse si inseriscono.<br />

3. Le mura, i muri<br />

Esistono ancora, nei versanti abruzzesi che guardano verso l’Adriatico, delle antiche costruzioni<br />

rurali fatte di terra cruda. Le cosiddette “case di terra” - edificate nei secoli scorsi con una tecnica<br />

che prevede l’ut<strong>il</strong>izzo di un impasto di fango, ottenuto sul posto, e paglia (<strong>il</strong> classico “adobe”<br />

delle costruzioni tradizionali ed etniche del sud degli Stati Uniti) - rappresentano, assieme alle<br />

antiche capanne dei pastori e dei carbonai fatte di frasche su una base di terra battuta o di pietrame,<br />

un po’ <strong>il</strong> simbolo del legame dell’opera umana con la natura preesistente. Ragioni di economicità<br />

(se non proprio di povertà) la non reperib<strong>il</strong>ità, su quelle pendici plioceniche, di pietrame<br />

adatto e la scarsezza di legname, hanno condizionato mirab<strong>il</strong>mente gli antichi costruttori.<br />

Ma di esempi sim<strong>il</strong>i è pieno <strong>il</strong> nostro territorio.<br />

Pensiamo ad esempio alle splendide architetture alpine che, con un sapiente ut<strong>il</strong>izzo di pietre<br />

locali e di legname dei boschi di conifere, s’inseriscono armonicamente in un habitat quanto<br />

mai ost<strong>il</strong>e per ragioni geografiche e climatiche, stab<strong>il</strong>endosi nei luoghi ove la speciale conformazione<br />

delle pendici le difendeva dall’impeto di slavine e valanghe o dalla prolungata assenza<br />

invernale di luce solare.<br />

È molto ut<strong>il</strong>e constatare come, in tutto l’arco alpino, dalle Alpi Marittime fino alle Alpi Giulie,<br />

l’adattamento alle diverse situazioni locali abbia condizionato gli st<strong>il</strong>i e l’aspetto delle costruzioni<br />

delle popolazioni autoctone.<br />

Solo per restare, ad esempio, in due storici Parchi Nazionali - ove fortunatamente, grazie ai vincoli,<br />

l’ingresso del “nuovo” è stato più controllato e limitato - è interessante osservare come in<br />

quello del Gran Paradiso gli edifici del versante canavesano, più arido e meno ricco di foreste,<br />

siano quasi tutti realizzati in pietra locale, a volte intonacata a volte lasciata “a vista”, e le co-

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