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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO I1 - La percezione del Paesaggio<br />

tigue, o altro ancora. Un approccio strategico risponde perciò alla necessità di assim<strong>il</strong>are alle<br />

procedure di valutazione tutte quelle situazioni che, pur essendo determinate a livello puntuale<br />

da singole attività ed opere, tendono ad assumere una portata più ampia in virtù delle dinamiche<br />

indotte a scala superiore. (Gibelli, Ruzzeddu, 2006).<br />

Oggi sappiamo che i maggiori fattori di vulnerab<strong>il</strong>ità di un <strong>paesaggio</strong> sono: l’iperstrutturazione del<br />

territorio (Rapport et.al, 1997), che tende ad aumentarne la frammentazione, la perdita di habitat,<br />

le richieste energetiche, la specializzazione degli elementi che costituiscono <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> (Forman,<br />

1995), in quanto ne aumentano la monofunzionalità riducendo le relazioni reciproche e<br />

le strategie di sopravvivenza legate alle molteplicità delle funzioni, l’alta eterogeneità di un mosaico<br />

prodotta da elementi che non si relazionano reciprocamente 11 , in quanto ciò riduce la quantità<br />

di informazione scambiata nel sistema e la velocità delle trasformazioni, (Crutzen, 2005, Gibelli,<br />

2003) perché i cambiamenti troppo rapidi non consentono l’adattamento alle condizioni mutate.<br />

I primi due aspetti annoverano già una bibliografia abbastanza ricca, anche dal punto di vista<br />

applicativo. Sembra quindi ut<strong>il</strong>e soffermarsi sugli ultimi due.<br />

Notiamo che le riflessioni sui rapporti tra energia, informazione e percezione, ci inducono a<br />

modificare le modalità di applicazione di parecchi strumenti di misura quando, dall’ecosistema<br />

si passa ad una realtà più complessa, quale <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>. Per esempio in Fig. 5, <strong>il</strong> caso A detiene<br />

una diversità paesistica minore di B, misurab<strong>il</strong>e mediante formule derivate dalla teoria dell’informazione<br />

(es. Shannon &Weaver,1969). Nonostante ciò, l’informazione scambiata è sicuramente<br />

più alta in A, che risulta anche più stab<strong>il</strong>e di B. La diversità di B non è significativa<br />

dell’informazione realmente scambiab<strong>il</strong>e, la quale può fluire solo fra elementi tra loro compatib<strong>il</strong>i<br />

funzionalmente, ossia tra elementi in grado di decodificare messaggi e attribuirvi significato,<br />

o, comunque, tra elementi attraverso cui si instaurano processi sinergici (es: campo e siepe).<br />

In B l’alta diversità è data da una quantità di elementi nuovi, incapaci di instaurare relazioni con<br />

gli oggetti territoriali preesistenti, si potrebbe parlare di un “alto contenuto informativo latente”.<br />

In Fig. 6 sono schematizzate le trasformazioni avvenute nel territorio di Fig. 5 a scala ravvicinata.<br />

Abbiamo più volte affermato come l’informazione ut<strong>il</strong>e sia quella che permette le relazioni<br />

tra gli elementi tra loro compatib<strong>il</strong>i e interagenti: gli animali che vivono nelle siepi riescono a<br />

decodificare i segni che individuano nel mosaico ambientale e, in base a questi, riescono ad ut<strong>il</strong>izzare<br />

<strong>il</strong> mosaico stesso. In questo modo si instaurano mutue relazioni che determinano gli equ<strong>il</strong>ibri<br />

e la res<strong>il</strong>ienza del <strong>paesaggio</strong>. Quando, ad esempio, si trasforma un campo attraverso la<br />

costruzione di un edificio, oppure si realizza una strada (elementi, estranei al <strong>paesaggio</strong> iniziale<br />

e non “riconoscib<strong>il</strong>i” dagli elementi presenti), si interrompono delle relazioni, e si diminuisce l’informazione<br />

effettivamente scambiab<strong>il</strong>e. Di conseguenza, assisteremo alla scomparsa di una o<br />

più unità ecosistemiche interessate dalla trasformazione, alla riduzione o perdita degli habitat,<br />

ecc.. Ma <strong>il</strong> danno maggiore starà nell’aumento della vulnerab<strong>il</strong>ità dell’intero sistema paesistico,<br />

in quanto viene ridotta la possib<strong>il</strong>ità di scambi di informazione al suo interno, p<strong>il</strong>astri dell’organizzazione<br />

del sistema e della sua res<strong>il</strong>ienza.<br />

Quando le relazioni vengono reiteratamente interrotte, come nelle aree di frangia urbana in<br />

veloce espansione, troviamo situazioni che si presentano in modo sim<strong>il</strong>are tutte le volte che<br />

trasformiamo un <strong>paesaggio</strong>. Assistiamo infatti a varie fasi con caratteristiche diverse. In una prima<br />

fase, all’aumento di diversità prodotta dalle novità che le forme urbane introducono nel territorio<br />

preesistente si accompagna l’aumento considerevole della frammentazione del <strong>paesaggio</strong>.<br />

Quando la trasformazione procede oltre un certo limite, le aree di frangia tendono a compat-<br />

11 Li potremmo chiamare “elementi connotati da reciproca incompatib<strong>il</strong>ità”.

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