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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO I1 - La percezione del Paesaggio<br />

5. Energia e Paesaggio<br />

Elemento fondamentale per la strutturazione del Paesaggio sono le forze in gioco. Di queste<br />

l’energia, nelle diverse forme, costituisce <strong>il</strong> principale fattore di trasformazione. Ogni volta che<br />

nella storia del mondo si è presentata una grande quantità di energia disponib<strong>il</strong>e, nel <strong>paesaggio</strong>,<br />

negli ecosistemi e negli habitat, sono avvenute ingenti trasformazioni. La prima, dalla comparsa<br />

dell’uomo sulla Terra, pare avvenuta in epoca neolitica, originatasi in Medio Oriente nell’VIII e<br />

VII m<strong>il</strong>lennio a.C. (Delort e Walter, 2002). In Italia, a partire dal 6500 a.C., la situazione ecologica<br />

comincia a cambiare notevolmente (Pratesi, 2001): attraverso <strong>il</strong> controllo del fuoco e <strong>il</strong> suo<br />

largo impiego nell’adattamento del <strong>paesaggio</strong> alle esigenze umane, si sono diffusi <strong>il</strong> pascolo e<br />

l’agricoltura da cui sono nati gli attuali paesaggi agrari sui quali, in epoca recente, si è sv<strong>il</strong>uppata<br />

la maggior parte dei paesaggi urbani. La trasformazione dei paesaggi è stata talmente ingente<br />

da indurre gli studiosi a definirla la “rivoluzione neolitica”. (Gibelli, 2007)<br />

Saltando alla nostra era, <strong>il</strong> diciottesimo secolo ha introdotto un’altra novità cruciale: l’impiego<br />

ingente dei combustib<strong>il</strong>i di origine foss<strong>il</strong>e in sostituzione delle biomasse, con <strong>il</strong> contemporaneo<br />

ingresso sulla scena tecnologica della Macchina a Vapore e del Motore a Combustione Interna<br />

(o motore a scoppio). Questi eventi hanno contribuito enormemente ad aumentare la capacità<br />

umana di mob<strong>il</strong>ità e trasporto, con le conseguenze che tutti conosciamo sull’assetto dei<br />

paesaggi: la rivoluzione industriale ha investito <strong>il</strong> sistema dei rapporti uomo-ambiente avviando<br />

la fase di sv<strong>il</strong>uppo tecnologico e dei trasporti caratterizzato da consumi energetici fortemente<br />

crescenti. Ciò ha comportato una rapida emarginazione della “natura” in ambiti sempre più ristretti.<br />

Senza entrare nel merito delle conseguenze di tutto questo sulla società e sull’economia,<br />

possiamo soffermarci sulle enormi trasformazioni che <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> ha avuto, per effetto del<br />

passaggio da un tipo di energia ad un altro e, soprattutto, della larga disponib<strong>il</strong>ità di quest’ultima.<br />

Si pensi che <strong>il</strong> consumo quotidiano per abitante delle antiche società agrarie è stimato globalmente<br />

a 10-20.000 kcal, a 70.000 quello delle società industriali del XIX secolo, fino a 230.000<br />

Kcal. quello attuale della società tecnologica (Delort e Walter, 2002).<br />

Ad esempio la banalizzazione degli ecosistemi agroforestali ha origine nel fatto che le siepi e le<br />

alberature costituivano la fonte energetica primaria del sistema rurale fino alla metà del secolo<br />

scorso: venuta a cessare la funzione di produzione di energia, quindi economica, la vegetazione<br />

posta al bordo dei campi è stata eliminata a favore dell’ottimizzazione nei confronti delle<br />

lavorazioni meccanizzate dipendenti dai combustib<strong>il</strong>i foss<strong>il</strong>i: ciò ha determinato trasformazioni<br />

radicali nelle strutture e nelle funzioni del <strong>paesaggio</strong>. L’elevata frammentazione del nostro territorio,<br />

causata dalle infrastrutture lineari, si è originata con l’ingresso e la diffusione del motore<br />

a scoppio. L’inurbamento, <strong>il</strong> recente d<strong>il</strong>agare delle città con <strong>il</strong> conseguente consumo di suolo<br />

e di <strong>paesaggio</strong>, derivano massimamente dalle modifiche degli st<strong>il</strong>i di vita introdotti dalla rivoluzione<br />

industriale e evoluti di pari passo con l’aumento di energia ut<strong>il</strong>izzata e dissipata. Il recente<br />

fenomeno dell’urbanizzazione diffusa è addirittura stato indicato come uno dei fattori primari<br />

che minacciano la biodiversità a livello mondiale (LIU et al, 2003).<br />

Ma <strong>il</strong> “disordine territoriale” 8 con <strong>il</strong> quale queste trasformazioni si sono manifestate non è spiegab<strong>il</strong>e<br />

solo con le vicende energetiche, bensì con la perdita di informazione che trasformazioni<br />

così rapide hanno prodotto, e con l’introduzione in tempi brevi di nuovi contenuti informativi<br />

prodotti da oggetti territoriali sconosciuti, quali le grandi infrastrutture di trasporto, i grandi insediamenti,<br />

ecc., variamente interpretab<strong>il</strong>i, incapaci di scambiare informazione con gli elementi<br />

8 Tale disordine può essere descritto attraverso l’aumento di entropia del sistema.

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