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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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CAPITOLO I1 - La percezione del <strong>paesaggio</strong><br />

La percezione permette la formazione della propria immagine, ossia la descrizione di quanto<br />

osserviamo in base alle informazioni disponib<strong>il</strong>i, le quali derivano dal contesto e dalla natura<br />

propria dell’osservatore. Queste teorie non sono mai riuscite a staccarsi dalla soggettività intrinseca<br />

determinata dall’enfasi posta sull’osservatore.<br />

Le più recenti teorie geografiche ed ecologiche, prendendo spunto dalla fotografia aerea che,<br />

per la prima volta, ha permesso di evidenziare legami e relazioni non percepib<strong>il</strong>i alla scala umana,<br />

hanno tentato di conferire oggettività al <strong>paesaggio</strong>, evidenziando le relazioni tra i caratteri<br />

dei mosaici ambientali e i processi biologici. Le teorie ecosistemiche, correlate ai caratteri spaziali<br />

hanno infatti dato corpo alle teorie ecologiche sul <strong>paesaggio</strong>, evidenziando le correlazioni<br />

esistenti e oggettive, tra strutture e processi e tra le scale spazio-temporali 2 .<br />

Entrambe gli approcci mostrano, però, delle carenze nella descrizione della complessità del <strong>paesaggio</strong>:<br />

<strong>il</strong> primo accusa le carenze delle conoscenze fisico-biologiche che stanno alla base di molti<br />

processi costituivi del <strong>paesaggio</strong>, incentrandosi sugli aspetti legati alla percezione umana, <strong>il</strong><br />

secondo ignora l’importanza dei processi cognitivi che permettono lo scambio di informazione<br />

tra <strong>il</strong> mondo e l’osservatore, e incidono fortemente sulle modalità di interpretazione, quindi<br />

di uso e trasformazione dei mosaici ambientali.<br />

Per anni gli studiosi si sono “accapigliati” per dimostrare la veridicità del proprio approccio. Oggi,<br />

possiamo asserire che entrambe le posizioni sono necessarie, in quanto entrambe portatrici<br />

di verità, ma insufficienti in quanto in entrambe i casi si tratta di verità parziali, incapaci di<br />

comprendere e spiegare in toto la complessità del <strong>paesaggio</strong>, la quale si basa su strutture e processi<br />

oggettivi, quelli messi in luce dalle teorie ecologiche, ma viene f<strong>il</strong>trata e modificata da processi<br />

assolutamente soggettivi che dipendono dagli individui, dalle comunità e dalle modalità<br />

con cui l’informazione si trasmette dal contesto all’osservatore e viceversa.<br />

Dal momento che dall’interpretazione della realtà derivano le scelte personali e parte dei processi<br />

decisionali che incidono sulle trasformazioni del territorio, ecco che <strong>il</strong> tipo di percezione<br />

non riguarda solo gli aspetti descrittivi, ma assume importanza fondamentale anche nei confronti<br />

del “destino” che un certo <strong>paesaggio</strong> potrà avere. È quindi evidente che la conoscenza<br />

delle strutture e dei processi fisico-biologici e la percezione che di questi si può avere diventano<br />

entrambe elementi imprescindib<strong>il</strong>i per coloro che si occupano di Paesaggio e, più in generale,<br />

di governo del territorio. È altrettanto evidente che <strong>il</strong> tipo di percezione di un mosaico da<br />

parte di un osservatore/fruitore “informato” del significato dei processi fisico-biologici, sarà altra<br />

cosa rispetto alla percezione di un individuo indirizzato da “un’immagine di ricerca” diversa,<br />

e che le scelte operate saranno conseguenti.<br />

Si sottolinea inoltre <strong>il</strong> fatto che l’osservatore/fruitore può essere qualunque individuo in grado<br />

di catturare stimoli sensoriali e di elaborarli in modo tale da trasformarli in informazione ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e.<br />

Questa osservazione travalica l’approccio antropocentrico che ha dominato le teorie<br />

sulla percezione in passato, allargando enormemente <strong>il</strong> campo di indagine alle modalità con cui<br />

ogni essere vivente può interpretare <strong>il</strong> proprio “intorno soggettivo” 3 sottolineando l’importanza<br />

degli studi che riguardano le diverse modalità con cui l’informazione influisce sull’organizzazione<br />

ed evoluzione dei mosaici ambientali e sui ruoli degli elementi che li compongono. Ciò<br />

2 Carl Troll (1939) fu <strong>il</strong> primo a porre le basi dell’ecologia del <strong>paesaggio</strong>, disciplina che si occupa precisamente degli aspetti<br />

citati.<br />

3 Termine coniato all’inizio del secolo scorso da Jacob von Uexkull che con <strong>il</strong> termine “Umwelt”, definì, appunto, l’intorno<br />

soggettivo di ogni specie che, a seconda delle proprie capacità d’uso degli organi di senso, interpreta ed ut<strong>il</strong>izza<br />

<strong>il</strong> mondo che la circonda. Questo concetto è oggi ripreso da Farina ( 2004) nella sua formulazione dell’ecofield,<br />

come modello interpretativo del <strong>paesaggio</strong> specie specifico e funzione specifico.

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