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Riconquistiamo il paesaggio - ACCA software SpA

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1. Il <strong>paesaggio</strong> in Italia, cenni storici<br />

Già in epoche lontane, <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> era ben conosciuto e rappresentato in pittura, anche se non<br />

identificato da un termine preciso. Basti ricordare che Vitruvio nel suo trattato “De Architettura”,<br />

consigliava affreschi di paesaggi (topoi 1 ) sulle pareti dei corridoi per allargarne la prospettiva<br />

(Büttner, 2006). È di Petrarca, nel 1336, <strong>il</strong> celebre scritto sull’ascesa al monte Ventoso in cui<br />

<strong>il</strong> contesto viene descritto sia in termini visuali che di ambiente e strutture culturali (Pignatti,<br />

1996). Il termine "<strong>paesaggio</strong>" pare sia stato introdotto per la prima volta in Italia da Tiziano Vecellio<br />

nel 1552, o, forse, dal collezionista e mercante d'arte veneziano Marcantonio Michiel, già<br />

nel 1521, parlando di quadretti fiamminghi. Il vocabolo risulta essere la traduzione di “paysage”<br />

coniato dal poeta francese Jean Molinet nel 1493 che lo impronta sullo stampo fonetico dell'italiano<br />

“paese”, di leonardesca memoria, e su quello semantico dell’olandese “landskip” In tale<br />

forma rimane cristallizzato nel nostro paese fino a tempi recentissimi (Caravello, et al., 2000).<br />

Il termine usato nelle varie epoche e luoghi era diverso, ma <strong>il</strong> concetto <strong>il</strong> medesimo, legato alla<br />

interpretazione e rappresentazione di parti del mondo conosciuto.<br />

In seguito le questioni si sono complicate. Tema centrale è lo scenario di cambiamento del paradigma<br />

culturale che ha portato, a partire dal XVII secolo, alla divisione delle discipline, alla conseguente<br />

settorializzazione della conoscenza derivata dal riduzionismo e sfociata negli specialismi<br />

dell’epoca attuale, determinando grandi diversità nelle concezioni di <strong>paesaggio</strong>. In particolare ci<br />

si riferisce al dualismo, sv<strong>il</strong>uppatosi soprattutto nell’ultimo secolo, che ha visto la contrapposizione<br />

tra gli approcci umanistici prevalentemente soggettivi, legati agli aspetti storico-culturali,<br />

estetici e percettivi e quelli scientifici, oggettivi, nati dalla geografia e dall’ecologia, rendendo estremamente<br />

diffic<strong>il</strong>e una concezione completa di un tema tanto complesso quale <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong>.<br />

2. La ricerca scientifica e l’evoluzione del concetto di <strong>paesaggio</strong><br />

Attualmente, molti studi si stanno muovendo in una direzione che, sempre più, conduce all’integrazione<br />

dei molteplici concetti che, in passato, hanno dominato i dibattiti sul <strong>paesaggio</strong>. Ci<br />

pare infatti, che questa fase storica della ricerca sul <strong>paesaggio</strong>, sia connotata dalla consapevolezza<br />

dei limiti del riduzionismo e della settorializzazione del sapere, nonchè da diffusi sforzi per<br />

individuare approcci sempre più ampi verso un tema che, di giorno in giorno, scopre la sua natura<br />

complessa e “imprendib<strong>il</strong>e” attraverso le interpretazioni tradizionali, siano essi di impronta<br />

umanistica od ecologica.<br />

Le ultime novità in questo campo ci sembrano derivare dai recenti studi sulla comunicazione visiva<br />

e, soprattutto, da quanto espresso dalla teoria dell’informazione. Tali “novità”, si sposano perfettamente<br />

sia con le teorie appartenenti al grande f<strong>il</strong>one tradizionale basato sulla percezione e<br />

l’estetica, sia con quelle più recenti derivate dalla geografia e dall’ecologia, determinando l‘anello<br />

mancante tra i diversi settori disciplinari che, insieme, possono fornire una descrizione sempre più<br />

completa ed esaustiva del <strong>paesaggio</strong>, in grado rifornire strumenti applicativi via via più efficaci.<br />

Gli studi classici hanno da sempre enfatizzato gli aspetti legati alla visione e alla percezione. Questo,<br />

probab<strong>il</strong>mente, era necessario, in quanto la vista è l’organo di senso che più ci aiuta nell’immediata<br />

decodificazione e comprensione di un luogo sconosciuto. Il processo di acquisizione<br />

dell’informazione dal mondo che ci circonda può essere semplificato come segue:<br />

visione+ elaborazione personale dell’oggetto visivo= percezione.<br />

1 Dal greco topos, traducib<strong>il</strong>e con <strong>il</strong> termine “luogo”.<br />

Riconquistare <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong><br />

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