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Umberto MAGNANI - Facoltà di Economia

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G. Giorgi<br />

FACOLTA’ DI ECONOMIA – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA<br />

Giornata <strong>di</strong> apertura dell’anno accademico 2007/2008 – Lune<strong>di</strong> 5/11/2007<br />

BREVE RICORDO DI<br />

<strong>Umberto</strong> <strong>MAGNANI</strong><br />

Rievocare la figura <strong>di</strong> <strong>Umberto</strong> Magnani vuol <strong>di</strong>re, per me, andare in<strong>di</strong>etro con la<br />

memoria <strong>di</strong> parecchi anni e coprire un intervallo <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> quasi un quarantennio.<br />

Magnani fu infatti mio docente <strong>di</strong> Matematica Finanziaria, quale assistente del prof.<br />

Angelo Pistoia, fu poi mio docente per il corso <strong>di</strong> “Meto<strong>di</strong> Matematici per Economisti<br />

e per Aziendalisti”, corso iniziato da Lui e che poi si chiamerà “Strumenti Matematici<br />

per l’Analisi Economica” e infine “Matematica per l’<strong>Economia</strong> e la Finanza”.<br />

Magnani fu poi relatore della mia tesi <strong>di</strong> laurea sui modelli economici <strong>di</strong> Sraffa<br />

(correlatore il prof. Giorgio Lunghini e terzo relatore l’allora giovanissimo prof.<br />

Lorenzo Rampa). Sotto la guida <strong>di</strong> <strong>Umberto</strong> Magnani mossi i primi ed anche i secon<strong>di</strong><br />

passi nella ricerca scientifica ed infine <strong>di</strong>venni suo collega in questa <strong>Facoltà</strong>.<br />

<strong>Umberto</strong> Magnani ha percorso tutta la sua carriera accademica nella nostra <strong>Facoltà</strong>:<br />

si era laureato in economia all’Università Cattolica <strong>di</strong> Milano, con Siro Lombar<strong>di</strong>ni, e<br />

quasi subito dopo la laurea era entrato in contatto con il prof. Angelo Pistoia che era<br />

stato chiamato sulla cattedra <strong>di</strong> Matematica Finanziaria dell’allora neonata facoltà <strong>di</strong><br />

<strong>Economia</strong> dell’Università <strong>di</strong> Pavia. Fu dapprima, come ho già detto, assistente <strong>di</strong><br />

Angelo Pistoia e successivamente libero docente. Nel 1974 vinse un concorso a<br />

cattedra e venne chiamato dalla stessa <strong>Facoltà</strong>, nella quale prestò la sua preziosa opera<br />

<strong>di</strong> docente fino al 2004, anno in cui andò in pensione per motivi <strong>di</strong> salute.<br />

Non è questa la sede più adatta per ripercorrere dettagliatamente la varia e vasta<br />

attività scientifica <strong>di</strong> <strong>Umberto</strong> Magnani. Tale attività verrà analizzata nelle se<strong>di</strong><br />

opportune, soprattutto nell’ambito della Associazione per la Matematica Applicata alle<br />

Scienze Economiche e Sociali, associazione che ebbe <strong>Umberto</strong> Magnani fra i soci<br />

fondatori. Voglio tuttavia fare ugualmente un breve excursus <strong>di</strong> tale attività, che


iflette non solo le sue innegabili competenze, ma anche i suoi gusti per le applicazioni<br />

della Matematica a questioni economiche e finanziarie, nonché la sua passione per lo<br />

stu<strong>di</strong>o e la ricerca, passione che talvolta sconfinava in qualcosa <strong>di</strong> simile ad un<br />

proficuo fanatismo. In questo aveva tratti comuni con un altro caro e valoroso collega<br />

scomparso, Carlo Giannini, che <strong>di</strong> <strong>Umberto</strong> era amicissimo.<br />

Come ho già accennato, Magnani cominciò la sua carriera accademica come<br />

assistente <strong>di</strong> Angelo Pistoia. I suoi primi lavori riguardano questioni classiche della<br />

Matematica Finanziaria ed Attuariale, soprattutto questioni inerenti criteri <strong>di</strong> scelta per<br />

progetti finanziari alternativi. Agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso Magnani<br />

manifestò una spiccata tendenza allo stu<strong>di</strong>o delle applicazioni dell’Algebra Lineare<br />

alla modellistica economica. Sono <strong>di</strong> quegli anni le ricerche su particolari classi <strong>di</strong><br />

matrici in problemi <strong>di</strong> stabilità locale e <strong>di</strong> statica comparata per modelli <strong>di</strong> equilibrio<br />

generale walrasiano <strong>di</strong> puro scambio. Nel contempo Magnani si interessa allo stu<strong>di</strong>o<br />

delle con<strong>di</strong>zioni che garantiscono l’esistenza <strong>di</strong> soluzioni <strong>di</strong> celebri modelli economici<br />

multisettoriali <strong>di</strong> equilibrio e <strong>di</strong> crescita, quali quelli <strong>di</strong> Leontief, Sraffa, von Neumann.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> altre speciali classi <strong>di</strong> matrici (non necessariamente quadrate) permise a<br />

Magnani <strong>di</strong> unificare varie con<strong>di</strong>zioni sparse in letteratura, <strong>di</strong> trovarne delle nuove e <strong>di</strong><br />

fare luce su alcuni risultati non del tutto corretti, concernenti i modelli in questione.<br />

Allorché, verso la fine degli anni ’80 il prof. Angelo Pistoia andò in pensione,<br />

<strong>Umberto</strong> Magnani assunse l’insegnamento del corso <strong>di</strong> Matematica Finanziaria. Egli<br />

subito si rese conto che non era più possibile non tenere in considerazione i nuovi<br />

prodotti e strumenti finanziari che, negli Stati Uniti prima e in Europa subito dopo, si<br />

erano imposti non solo all’attenzione degli stu<strong>di</strong>osi ma anche e soprattutto nei mercati<br />

finanziari medesimi.<br />

Era allora, più o meno, sulla cinquantina. Ciò non<strong>di</strong>meno, si buttò su questa nuova<br />

matematica finanziaria con l’entusiasmo <strong>di</strong> un giovane ricercatore o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> un<br />

dottorando. Cominciò allora una lunga serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, in collaborazione con Maria<br />

Elena De Giuli e successivamente con Mario Alessandro Maggi, suo ultimo allievo,<br />

sia su questioni critiche riguardanti modellistiche finanziarie tra<strong>di</strong>zionali, sia<br />

soprattutto su questioni <strong>di</strong> moderna finanza matematica e finanza computazionale.<br />

Voglio solo ricordare il volume sui derivati, scritto in collaborazione con De Giuli,


Maggi ed Eduardo Rossi, che è probabilmente a tutt’oggi la sola trattazione<br />

matematica in lingua italiana su tali prodotti finanziari.<br />

<strong>Umberto</strong> lavorò fino ai suoi ultimi giorni: è per me motivo <strong>di</strong> profonda tristezza<br />

aprire la casella della mia posta elettronica e vedere che due giorni prima <strong>di</strong> mancare<br />

mi aveva spe<strong>di</strong>to in attachment l’ultimo capitolo <strong>di</strong> un lungo e corposo testo <strong>di</strong><br />

Matematica per l’<strong>Economia</strong> e la Finanza che avevamo deciso <strong>di</strong> scrivere, con De Giuli<br />

e Maggi, all’indomani del suo pensionamento. Sarà nostra cura ottenere al più presto<br />

la pubblicazione e fare pervenire il libro a tutti i soci della nostra Associazione <strong>di</strong><br />

Matematica. Cre<strong>di</strong>amo che questo sia il modo migliore per ricordare <strong>Umberto</strong> e per<br />

<strong>di</strong>ffondere e valorizzare il suo ultimo lascito scientifico.<br />

<strong>Umberto</strong> Magnani era persona molto aperta e cor<strong>di</strong>ale ma era anche capace <strong>di</strong> battute<br />

taglienti. Voglio ricordarne solo una, che è stata recentemente posta come epigrafe in<br />

un libro <strong>di</strong> Castagnoli e Peccati e che non sfigurerebbe neanche nel noto “Allegro ma<br />

non troppo” <strong>di</strong> quell’altro illustre nostro collega scomparso che è Carlo Maria Cipolla.<br />

Durante un congresso negli anni ’80 Magnani pubblicamente <strong>di</strong>chiarò che “il vero<br />

problema non sta tanto nell’espandere l’intelligenza artificiale, quanto nel contenere la<br />

stupi<strong>di</strong>tà naturale”.<br />

Gran<strong>di</strong>oso.<br />

Voglio terminare con due, per così <strong>di</strong>re, citazioni. I Romani auguravano al defunto<br />

Ti sia lieve la terra.<br />

Sit tibi terra levis<br />

<strong>Umberto</strong> Magnani era la negazione del protagonismo, era l’opposto della figura del<br />

barone accademico, dell’uomo <strong>di</strong> potere, <strong>di</strong> ambizioni. Qualcuno, durante le esequie,<br />

fece notare alla moglie che nel manifesto funebre non compariva il titolo “professore”.<br />

La moglie Giuliana rispose: “<strong>Umberto</strong> era così <strong>di</strong>stante da questo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee”.<br />

Così come sei passato con levità, con aristocratica levità su questa terra, cha anche la<br />

terra ti sia lieve:<br />

Ti sarà lieve la terra.<br />

Erit tibi terra levis


La seconda citazione proviene dal linguaggio marinaresco. <strong>Umberto</strong> era un<br />

appassionato velista: un anno andai al mare con lui e la sua famiglia ed ebbi così modo<br />

<strong>di</strong> sperimentare le sue capacità. Mi spiegava, in termini matematici, l’azione del vento<br />

(che è una forza e quin<strong>di</strong> un vettore) per ottenere l’andatura <strong>di</strong> bolina. Anche nel libro<br />

<strong>di</strong> Matematica per l’<strong>Economia</strong> e la Finanza <strong>di</strong> cui vi parlavo, volle mettere il <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> una barchetta stilizzata, colpita dal parallelogramma delle forze, che come è noto,<br />

rappresenta geometricamente la somma <strong>di</strong> due vettori nel piano.<br />

Ebbene, nella lingua italiana ma anche in quella inglese e in francese il termine<br />

“opera morta” designa la parte emergente dall’acqua <strong>di</strong> una nave, la parte visibile,<br />

quella che è sopra la linea <strong>di</strong> galleggiamento. Ciò è abbastanza paradossale, in quanto<br />

siamo abituati ad associare alla morte ciò che è sepolto, ciò che non si vede. Per<br />

contro, l’ “opera viva” <strong>di</strong> una nave è quella immersa, quella che non si vede, che è<br />

nascosta dalle acque.<br />

Io credo che la parte più “viva” <strong>di</strong> <strong>Umberto</strong> Magnani sia stata quella più intima, più<br />

nascosta, quella che saltuariamente rivelava ai suoi famigliari e ai suoi amici più<br />

vicini. Io mi reputo fortunato per aver potuto beneficiare non solo della personalità<br />

scientifica del professor <strong>Umberto</strong> Magnani, ma anche per avere potuto conoscere,<br />

quale suo amico, la parte più “viva”, più intima, quella dell’uomo <strong>Umberto</strong> Magnani.

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