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determinazioni di laboratorio delle sostanze psicotrope - Regione ...

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Per quanto attiene alle in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> minima da riportare sul modulo <strong>di</strong><br />

refertazione, la modulistica per richieste, le modalità <strong>di</strong> raccolta e la catena <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a<br />

vale quanto descritto ai punti precedenti.<br />

B.2 ALCOLURIA<br />

L’etanolo urinario non è un buon in<strong>di</strong>catore per valutare lo stato <strong>di</strong> ebbrezza, data<br />

l’estrema variabilità della concentrazione a parità <strong>di</strong> assunzione. Tuttavia, la<br />

permanenza dell’etanolo nelle urine per un tempo più lungo, rispetto al sangue, lo rende<br />

utile per monitorare l’astinenza: a questo scopo occorre che l’esame venga richiesto<br />

quasi giornalmente, a causa del basso tempo <strong>di</strong> emivita dell’etanolo. Rispetto al sangue,<br />

le urine hanno il grosso vantaggio <strong>di</strong> non richiedere prelievi invasivi. La presenza <strong>di</strong><br />

etanolo nelle urine va valutata caso per caso. La positività a bassi valori <strong>di</strong><br />

concentrazione (0.30-0.50 g/L) in urine prelevate dopo pranzo è poco significativa<br />

mentre è preoccupante se il prelievo è fatto <strong>di</strong> mattina. Un solo valore positivo non<br />

significa nulla mentre più valori positivi evidenziano una assunzione cronica <strong>di</strong> alcol.<br />

Valori positivi in persone che dovrebbero essere astinenti sono ovviamente in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

interruzione dello stato <strong>di</strong> sobrietà. L’etanolo si ritrova nelle urine fino a 12 ore dopo<br />

l’assunzione.<br />

La determinazione dell’alcol etilico nelle urine viene eseguita con le stesse meto<strong>di</strong>che<br />

analitiche utilizzate per il dosaggio dell’alcolemia.<br />

B.3 BIOMARCATORI NEL MONITORAGGIO DELL’ABUSO ALCOLICO<br />

Esistono <strong>di</strong>versi parametri biochimici che, in modo più o meno specifico ed in<br />

sinergia tra loro, sono in grado <strong>di</strong> monitorare l’abuso alcolico. Correttamente misurati,<br />

possono dare importarti in<strong>di</strong>cazioni circa uso/abuso e ricadute in persone in trattamento<br />

o in <strong>di</strong>sassuefazione, in quanto consentono <strong>di</strong> aumentare la finestra <strong>di</strong>agnostica per<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione dell’abuso rispetto alla semplice determinazione dell’alcolemia. I test<br />

sono utilizzati per il monitoraggio del soggetto sia per motivi sanitari (programmi<br />

riabilitativi) sia per motivi me<strong>di</strong>co legali ( patente <strong>di</strong> guida, affidamento <strong>di</strong> minori, rilascio<br />

<strong>di</strong> porto d’armi ed altro). Allo stato attuale, per l’accertamento del consumo alcolico in un<br />

soggetto a rischio <strong>di</strong> abuso, viene utilizzato un pannello <strong>di</strong> esami biochimici scelti per<br />

migliorare la prestazione <strong>di</strong>agnostica in termini <strong>di</strong> sensibilità, specificità e valore<br />

pre<strong>di</strong>ttivo. I biomarcatori più promettenti ad elevata sensibilità e specificità sono:<br />

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