10.06.2013 Views

Dimensioni

Dimensioni

Dimensioni

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

LIBER
CHRONICUS<br />

8 settembre 1943. Ore 19:45. Alla radio risuona<br />

la voce del Maresciallo Pietro Badoglio:<br />

“Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità<br />

di continuare l'impari lotta contro la<br />

soverchiante potenza avversaria, nell'intento<br />

di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure<br />

alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale<br />

Eisenhower, comandante in capo delle<br />

forze alleate anglo-americane. La richiesta è<br />

stata accolta. Conseguentemente, ogni atto<br />

di ostilità contro le forze anglo-americane<br />

deve cessare da parte delle forze italiane in<br />

ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali<br />

attacchi da qualsiasi altra provenienza “. La<br />

guerra contro gli Alleati è finita! Ma la situazione<br />

non è chiara: come reagirà la Germania,<br />

l’alleato di ieri, a questa mossa italiana?<br />

Certamente con ostilità. Ci si dovrebbe preparare<br />

a questa nuova situazione, si dovrebbe<br />

essere pronti a contrastare le truppe tedesche<br />

presenti nel territorio nazionale,presenti<br />

fino a ieri per contribuire alla difesa del suolo<br />

italiano dall’invasione anglo-americana, e che<br />

ora cambiano atteggiamento. Ma gli ordini<br />

all’esercito italiano, che, nonostante la guerra,<br />

è ancora un’importante strumento militare,<br />

non arrivano. In sostanza, tutto si riassume in<br />

quella frase “…Esse però reagiranno ad<br />

eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza<br />

…” pronunciata da Badoglio. Troppo<br />

poco. In pochi giorni l’Italia si trova occupata<br />

dalle truppe del Reich, dalle Alpi fino alla Puglia<br />

e alla Calabria. Da una speranza di pace<br />

si ripiomba nella tragedia. E’ l’inizio della<br />

guerra di liberazione: in due lunghi anni le<br />

truppe alleate risalgono faticosamente il paese,<br />

ricacciando i tedeschi, i quali lasciano<br />

dietro di se stragi e distruzione.<br />

In questo contesto, ogni città, ogni paese,<br />

ogni contrada ha una storia da raccontare.<br />

Anche il nostro borgo di Peretola vive giorni<br />

di guerra e sofferenze. E’ l’agosto del 1944<br />

quando gli Alleati, con il fondamentale contributo<br />

delle formazioni partigiane, si apprestano<br />

a liberare Firenze. E anche l’abitato di<br />

Peretola è coinvolto negli scontri. Nel nostro<br />

archivio parrocchiale giace un Liber Chronicus<br />

in cui sono raccontate dettagliatamente le<br />

vicende di quei giorni. L’autore di queste cronache<br />

è il parroco di Peretola di quegli anni,<br />

don Stefano Casabianca. Un racconto appassionato,<br />

sofferto: storie di coraggio, di<br />

8<br />

dolore, con perfino Umberto
Cerini<br />

qualche punta di ironia.<br />

Abbiamo deciso di pubblicarlo, a “puntate”,<br />

sul nostro giornalino. Un’impressionante testimonianza<br />

di cosa vuol dire essere cristiani<br />

in una situazione drammatica come la guerra.<br />

Addì 4 agosto 1944<br />

Per i popoli di Santa Maria a Peretola, di<br />

S.Biagio a Petriolo, di S.Piero a Quaracchi, di<br />

S.Donnino, di S.Andrea a Brozzi e S.Martino<br />

a Brozzi il mese di agosto di quest’anno è<br />

stato il mese così detto “d’emergenza”, cioè<br />

di pericolo imminente sia per le razzie di uomini<br />

e oggetti, sia per il cannoneggiamento;<br />

razzie compiute dalle truppe tedesche di occupazione;<br />

cannoneggiamenti delle truppe<br />

alleate anglo-americane allo scopo di snidare<br />

i tedeschi. Un mese intero di rovine, di uccisioni,<br />

di ferimenti e fame continua!<br />

Il 4 agosto i tedeschi piazzano tre mortai in<br />

un orto del Motrone, orto confinante con quel-<br />

lo delle RR me suore Teresiane che tengono<br />

asilo dei bambini e scuola di lavoro. Il 3 agosto<br />

cade la prima cannonata in Peretola sulla<br />

casa di una donna detta “Ciampina”. Insonni<br />

furono le notti del 5-6-7 agosto per la grande<br />

sparatoria di cannonate.<br />

Il 9 di agosto alle ore 21 arrivano gli abitanti<br />

di S.Donnino e S.Andrea a Brozzi obbligati a<br />

sfollare dai tedeschi. Il parroco di S.Andrea,<br />

don Dino Tofani, e alcuni suoi parrocchiani<br />

vengono alloggiati nei locali della “Cattolica”<br />

[Società Cattolica Operaia, ndr] e vi rimangono<br />

fino al termine dello stato di emergenza e<br />

cioè fino ai primi di settembre del 1944. Anche<br />

il pievano di Brozzi (S.Martino) don Adolfo<br />

Martini e il suo cappellano don Sergio Baldini<br />

furono ospiti del parroco di Peretola.<br />

La domenica 13 agosto 1944, appena il Parroco<br />

torna a casa dopo aver sbrigate alcune<br />

faccende inerenti sempre l’incolumità dei suoi<br />

parrocchiani, gli viene riferito che il Priore di<br />

S.Biagio a Petriolo, don Pietro Palanti, è rimasto<br />

ferito da una granata [caduta] sulla<br />

chiesa mentre stava celebrando la S.Messa.<br />

Il Parroco si sente in dovere di accorrere subito<br />

a Petriolo. Arrivato là constatò che non<br />

era rimasto ferito don Palanti, ma il parroco di<br />

S.Donnino a Brozzi (che quasi si trovava sfollato),<br />

don Frisoni Rizieri.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!