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S.Maria a Peretola numero 1 anno VI Marzo 2009 Ciclostilato in proprio<br />
ControLuce<br />
www.parrocchiadiperetola.com<br />
Se il Signore non costruisce la casa,<br />
invano faticano i costruttori.<br />
Se il Signore non custodisce la città,<br />
invano veglia il custode.
NOTIZIA L’EDITORIALE BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Dedico il mio editoriale alle recenti provocazioni<br />
provenienti dalla revoca della scomunica<br />
ad alcuni vescovi della fraternità di san Pio<br />
X, fra cui Richard Williamson, che ha negato<br />
l’esistenza dello sterminio di massa nei lager<br />
nazisti. Tutto questo interagendo con il pezzo<br />
interno di Filippo Ciabatti e senza la pretesa<br />
di soddisfare i suoi dubbi.<br />
Innanzitutto, non risulta che ad oggi, 20 febbraio<br />
2009, il vescovo Williamson sia un pastore<br />
della Chiesa Cattolica Romana, anzi la<br />
stessa comunità ecclesiale di cui fa parte,<br />
pare lo abbia rimosso dall’incarico di educatore<br />
in un seminario lefevbriano. La revoca<br />
della scomunica da parte di Benedetto XVI è<br />
un gesto distensivo nei confronti di fratelli<br />
separati, nel desiderio di riassorbire uno scisma;<br />
essa nasce dalla richiesta fatta il 15<br />
dicembre 2008 dai 4 vescovi ordinati illecitamente<br />
da mons. Lefevbre nel 1988. Tale gesto<br />
attende, come già pubblicamente affermato<br />
in una nota della s. sede, una risposta<br />
chiara dai 4 vescovi appartenenti alla fraternità<br />
s. Pio X, circa l’accoglienza del magistero<br />
ecclesiale da Giovanni XXIII ad oggi (di cui,<br />
ed in sommo grado, fa parte il Concilio Vaticano<br />
II).<br />
Vorrei ricordare che la comunione fra i credenti<br />
in Cristo è un bene da perseguire con<br />
tenacia e forza all’interno della Chiesa, poiché<br />
il Signore stesso nel Vangelo di Giovanni,<br />
ha rivelato come essa sia manifestazione<br />
dell’autenticità della missione del Cristo e<br />
segno dell’intima unione con Lui. Il peccato di<br />
scisma, dunque, è uno dei peccati più gravi<br />
che si possano compiere. Lavorare per il recupero<br />
alla piena comunione cattolica di comunità<br />
scismatiche è dunque opera importante<br />
e parte della missione pontificia.<br />
Lo sconvolgimento di alcuni settori dell’ebraismo<br />
mi è parso francamente ingiustificato,<br />
viste le parole pronunciate da Benedetto XVI<br />
nella sinagoga di Colonia nel 2005 e ad Auschwitz<br />
nel 2006. Inoltre si è ancora una<br />
volta guardato alle questioni della Chiesa<br />
prima in chiave socio-politica e poi in quella<br />
squisitamente ecclesiale (cioè come questione<br />
interna che riguarda fondamentalmente la<br />
dimensione religiosa), tendente cioè a restaurare<br />
la comunione fra credenti in Cristo. Malignamente<br />
aggiungo: siamo sicuri che le prese<br />
di posizione anti vaticano siano state det-<br />
2<br />
tate da sentimenti limpidi? Don Paolo<br />
Occorre anche dire, per contro,<br />
che forse stavolta la proverbiale prudenza<br />
della s. sede nell’operare è stata un po’ messa<br />
da parte.<br />
Riguardo ai commenti su internet, che non<br />
conosco, mi vengono da dire alcune cose: a<br />
volte mi è capitato di leggere commenti a<br />
svariati argomenti e, francamente, mi sono<br />
spesso sembrati superficiali, faziosi, quando<br />
non dettati da assoluta ignoranza o qualunquismo.<br />
Certo è importante che noi credenti, ed in<br />
particolare chi ha responsabilità nella Chiesa,<br />
impariamo a trattare con padronanza i mass<br />
media, ma non dobbiamo illuderci che sia<br />
possibile prevenire ogni fraintendimento: anche<br />
la comunicazione più limpida può essere<br />
mal compresa o strumentalizzata. La comprensione<br />
infatti è filtrata da orientamento ed<br />
onestà del cuore, dell’animo.<br />
Il fatto che intorno alla Chiesa ed al suo pensiero,<br />
alla sua dottrina e prassi di vita, ci sia<br />
terra bruciata dipende da tanti fattori. Fra<br />
questi c’è sicuramente la povertà e l’inadeguatezza<br />
della testimonianza di fede e carità<br />
dei credenti, laici compresi; purtroppo la perfezione<br />
non è di questo mondo, altrimenti non<br />
ci sarebbe bisogno del sacramento della Riconciliazione.<br />
Ci sono però altri fattori, quali<br />
un sospetto, se non opposizione, per partito<br />
preso a tutto ciò che dicono il papa ed i suoi<br />
collaboratori portati avanti da diversi opinion<br />
leaders (maestri di pensiero). Mi pare che<br />
anche il tanto osannato, da morto, Giovanni<br />
Paolo II sia stato aspramente criticato quando,<br />
da vivo, parlava di difesa della vita umana,<br />
della famiglia, del matrimonio, del valore<br />
della castità anche all’interno delle coppie.<br />
Quale assordante silenzio e malcelati mal di<br />
pancia quando scrisse in un’enciclica che<br />
anche il capitalismo non era forma economica<br />
perfetta, ma anzi poteva generare strutture<br />
di peccato!<br />
Sicuramente i pastori della Chiesa devono<br />
imparare ad utilizzare un linguaggio più moderno<br />
e diretto, capace di parlare alle nuove<br />
generazioni ed incidere nelle loro vite, ma il<br />
Vangelo non può essere fatto comprendere<br />
con un SMS (messaggino): ha bisogno di<br />
riflessione, di calma e di un cuore libero e<br />
ben disposto ad approfondire.
Credo inoltre sia intellettualmente disonesto<br />
pensare che il papa abbia voluto sposare le<br />
tesi negazioniste di mons. Williamson, solo<br />
uno dei 4 a cui si è voluti andare incontro<br />
nella speranza di poter un giorno ricuperare<br />
alla piena comunione ecclesiale una parte di<br />
credenti. Sì perché questa è, lo ripeto, questione<br />
squisitamente ecclesiale, interna alla<br />
Chiesa (mmh! non sarà che stavolta ci sia<br />
un’ingerenza all’incontrario?), la quale sa di<br />
essere un campo in cui accanto al grano cresce<br />
la zizzania, destinata ad essere estirpata<br />
solo poco prima la mietitura, per non sciupare<br />
le piantine di grano estirpandola prima. Occorre<br />
che almeno noi credenti impariamo a<br />
leggere le questioni della Chiesa, prima dal<br />
punto di vista ecclesiale, magari informandosi<br />
anche sui media cattolici, poi valutare le conseguenze<br />
socio-politiche.<br />
Un’ultima cosa: ricordiamo tutti quanti che nei<br />
campi di concentramento nazisti sono morti<br />
per lo più ebrei, ma anche zingari, oppositori<br />
L’AVVOCATO DEL DIAVOLO - DUBBI... RAGIONATI<br />
Sono arrivato alla stesura di quest'articolo in<br />
merito all'aver provato più di una volta in questi<br />
giorni un profondo disagio. Non voglio<br />
certo riaccendere polemiche che hanno scaldato<br />
gli animi di larga parte dell'opinione pubblica,<br />
ma mi sento comunque di voler dire la<br />
mia, con pacatezza e risolutezza.<br />
Io ho visitato Auschwitz nel mese di gennaio,<br />
in pieno inverno, circa quattro anni fa. La<br />
temperatura più mite era di circa -20° C, il<br />
mio abbigliamento era pesantissimo, al limite<br />
del verosimile, e nonostante ciò, non riusciva<br />
a proteggermi dalla profondità di quel freddo,<br />
che mi scuoteva le ossa ad ogni passo. Il<br />
museo, le baracche, i forni; è stata un'esperienza<br />
umana che consiglio a tutti per la pregnanza<br />
che quell'ambiente comunica.<br />
Credetemi, non amo la retorica, ma è qualcosa<br />
che non si dimentica con facilità.<br />
Io non sono stato scevro di critiche nei confronti<br />
di Israele in merito all'ultimo attacco<br />
inferto alla striscia di Gaza, per vari motivi;<br />
ma nulla si può confondere con ciò che è<br />
accaduto in quei posti là.<br />
Quindi non posso nascondervi il profondo<br />
malessere che mi ha attraversato quando un<br />
bambino del catechismo, parlando di Shoah,<br />
mi ha chiesto candidamente cos'avesse detto<br />
politici (tedeschi compresi), appartenenti a<br />
movimenti di resistenza dei paesi occupati,<br />
omosessuali e malati mentali. Fra questi vi<br />
erano cristiani, compresi vescovi, preti, religiosi<br />
uomini e donne, pastori protestanti. Ne<br />
sono testimonianza s. Massimiliano Kolbe e<br />
s. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein).<br />
Se dunque l’olocausto non può essere proprietà<br />
esclusiva di alcuno, la sua negazione<br />
significa: mancare di rispetto e negare ancora<br />
dignità a chiunque tale esperienza ha vissuto;<br />
oscurare vicende di eroica e gloriosa fedeltà<br />
al Vangelo, vissuta da chi nei lager ha resistito<br />
o è morto nella fedeltà a Cristo e alla<br />
Chiesa. Per questo il papa può affermare che<br />
chi nega l’olocausto “non sa nulla né del<br />
mistero di Dio, né della croce di Cristo”. Con<br />
rammarico aggiungo: purtroppo i negazionisti<br />
non sono gli unici a non conoscere il mistero<br />
di Dio e la croce di Cristo, il popolo dei tuttosuperficiali<br />
commentatori su internet lo dimostrano.<br />
quel “vescovo alla tele- Filippo Ciabatti<br />
visione” (si riferiva ovviamente<br />
al vescovo negazionista britannico<br />
R. Williamson).<br />
Io gli ho risposto semplicemente che era un<br />
idiota e che diceva un mucchio di fandonie.<br />
Però so bene che un adulto smaliziato avrebbe<br />
potuto ben rispondermi che quello che io<br />
chiamavo, perchè lo ritengo tale, idiota, da<br />
poco è nuovamente un pastore della mia<br />
Chiesa.<br />
Ed io, sinceramente, non avrei saputo dargli<br />
una risposta convinta e convincente.<br />
Vedete, so bene che qualche dotto esperto in<br />
dottrina e diritto ecclesiastico potrebbe ben<br />
spiegarmi i perchè e i perchè non di una<br />
scomunica, e so bene anche che il Papa è<br />
chiamato alla distensione e non alla discordia,<br />
ma io non riesco a pensare ad un elemento<br />
simile come mio pastore (tra l'altro<br />
seguito a ruota in dichiarazioni affini da un<br />
altro prete della stessa comunità), nonostante<br />
l'assoluta e nettissima condanna del Papa e<br />
del Vaticano in merito a queste sue parole,<br />
arrivando a dichiarare che chi nega l'Olocausto<br />
“non sa nulla né del mistero di Dio, né<br />
della croce di Cristo”.<br />
3
NOTIZIA NEL SEGNO DI MARIO, FRANCESCA, MARGAUX <br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Purtroppo tutti noi siamo a conoscenza del<br />
grave incidente automobilistico accaduto in<br />
via Pistoiese, la notte tra il 5 e 6 gennaio<br />
2009. Incidente nel quale hanno perso la vita<br />
due ragazze, Margaux e Francesca, e un<br />
ragazzo, Mario; tutti tra i 16 e i 19 anni. Miracolosamente<br />
illeso un altro passeggero del<br />
veicolo, Filippo e in via di guarigione dopo un<br />
intervento il ragazzo che guidava, 19 anni,<br />
Gianmarco, indagato per omicidio plurimo<br />
colposo.<br />
L’intera città, in ogni sua piega, ha vissuto il<br />
contraccolpo di questa tragedia.<br />
Tra le tante parole lette sui giornali dei giorni<br />
successivi, cordoglio da parte delle istituzioni,<br />
dichiarazioni addolorate di amici, grida disperate<br />
di parenti, slogan di gestori di locali, dialoghi<br />
nati con gli alunni nelle classi, tra le<br />
tante frasi ascoltate e lette, mi ha molto colpito<br />
questo volantino che riporto, scritto da un<br />
gruppetto di studenti di Firenze che ha voluto<br />
stare davanti agli avvenimenti fino in fondo:<br />
UNA DOMANDA CHE NON SI PUO’ PER-<br />
DERE<br />
(Nel segno di Mario, Francesca, Margaux)<br />
L’incidente nella notte<br />
del 6 gennaio, con la<br />
morte di Francesca,<br />
Margaux e Mario, è un<br />
fatto che ha coinvolto e<br />
coinvolge la nostra città<br />
e in primo luogo i più<br />
giovani.<br />
Vedendo soprattutto i<br />
loro amici, si capisce<br />
benissimo che la loro<br />
assenza rappresenta<br />
uno strappo enorme<br />
nella vita di tutti.<br />
Le creature sono il<br />
modo con cui l’infinito<br />
diventa presente al cuore<br />
dell’uomo e gli desta<br />
la sete di sé. Gli desta la<br />
sete, gli desta l’esigenza<br />
della felicità, della giustizia, della verità, dell’amore.<br />
Se questa sete e questa esigenze di<br />
vita e di significato del vivere sono adesso più<br />
forti di prima, è perché Margaux, Francesca e<br />
Mario sono presenti più che mai. Lo spettaco-<br />
4<br />
lo di unità e di ami- Chiara Staderini<br />
cizia, lo spettacolo di<br />
bellezza ferita e splendente mostrato dai loro<br />
amici e dai genitori, ne è la testimonianza più<br />
grande.<br />
“Ci sono momenti in cui la realtà non esita a<br />
darci uno schiaffo. La pelle brucia, si gonfia,<br />
le lacrime scendono, il nodo in gola si stringe<br />
fino a quasi soffocare. Ma lo schiaffo ha un<br />
scopo. E’ per dirci: “Sveglia!”. Sei al mondo<br />
per cercare il significato delle cose, per vivere<br />
pienamente ogni istante, dal più serio al più<br />
scherzoso, dal più lieto al più doloroso. Per<br />
paragonare ogni cosa che vedi e che vivi con<br />
il tuo cuore. Ma da solo non puoi, chiedi questo<br />
ai tuoi amici, dentro ogni momento. Con<br />
la tua instancabile ricerca di verità e di senso<br />
metti a disagio gli adulti che ti circondano a<br />
casa, a scuola, ovunque! E chiedi questo<br />
anche a chi ora quel significato, quella felicità<br />
la sperimenta nella sua interezza, come Mario,<br />
Francesca e Margaux”<br />
Così lo schiaffo non fa meno male, ma il dolore,<br />
la nostalgia diventano occasioni di cam-<br />
biamento. Il dolore insostenibile e lo stordimento<br />
con il tempo si allevieranno, ma questa<br />
ferita, questa domanda di significato, non<br />
la vogliamo perdere.<br />
Gioventù Studentesca
NOTIZIA IL QUARTIERE GION DI KYOTO<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
La sera è particolarmente fresca nonostante<br />
sia giugno inoltrato. La pioggia scende giù in<br />
piccoli aghi che riempiono di brividi la carne<br />
scoperta dalle magliette a maniche corte. La<br />
strada è poco illuminata, qualche luce bassa<br />
al neon e qualche lanterna rossa alimentata<br />
probabilmente a metano.<br />
Il rivestimento degli edifici è completamente in<br />
legno come vuole la tradizione giapponese. Il<br />
quartiere è rimasto pressoché intatto da circa<br />
400 anni, si intravedono solo piccole modifiche<br />
legate alla qualità della vita e alle necessità.<br />
Un anacronistico cassonetto della spazzatura<br />
si intravede in un vicolo. E’ il quartiere di<br />
Gion a Kyoto. Il quartiere<br />
è percorso da piccoli<br />
fiumi che si intersecano<br />
tra di loro, l’acqua è<br />
limpida e bassissima,<br />
nonostante Gion sia un<br />
quartiere centrale della<br />
metropoli giapponese.<br />
Sulle rive di questi ruscelli<br />
si affacciano decine<br />
di ristoranti e sale da<br />
the e in alcuni di loro, in<br />
sale private o semplicemente<br />
nascoste da<br />
paraventi, si esibiscono<br />
le Geishe o le piccole<br />
Maiko. Rimaniamo appostati<br />
per circa un'ora<br />
nel fresco vicolo attendendo<br />
di vedere uscire<br />
da uno dei locali del<br />
quartiere una di queste<br />
signorine. L’uscita non<br />
sarà trionfale, ci ha spiegato<br />
il proprietario di una<br />
delle poche sale da the tradizionali rimaste nel<br />
quartiere, sarà un’uscita discreta, in puro stile<br />
giapponese. “Le vedrete uscire da un locale<br />
ed entrare in un taxi che le aspetta davanti<br />
all’ingresso del ristorante, saranno solo pochi<br />
istanti, qualche fotogramma, ma se siete fortunati<br />
potrete vederne qualcuna dirigersi verso<br />
la più vicina stazione della metropolitana”. La<br />
pioggia comincia a scendere abbondante, ci<br />
ripariamo sotto un tetto di legno e ad ogni<br />
fascio di luce proiettato dall’apertura di qualche<br />
porta speriamo nel colpaccio. Passa diverso<br />
tempo. Comincia a fare freddo. Le porte<br />
si aprono raramente Francesco Noferini<br />
e le poche volte che<br />
lo fanno ne escono inservienti con i sacchi<br />
della spazzatura o qualche distinto signore<br />
con giacca, cravatta e ventiquattrore. Dopo un<br />
po’ Irene mostra la propria impazienza e così<br />
decide di andare a comprare qualcosa da<br />
bere in uno dei tanti Family Mart – Seven Eleven<br />
aperti 24 ore su 24. E’ in questo breve<br />
lasso di tempo che da lontano scorgo un kimono<br />
avvicinarsi alla mia postazione, un ombrello<br />
colorato nasconde la sagoma, il cuore<br />
comincia a pulsarmi forte nel petto ma la delusione<br />
è dietro l’angolo, la signorina che si avvicina<br />
non è una Geisha<br />
o una Maiko (giovane<br />
apprendista) è semplicemente<br />
una ragazza<br />
vestita con un abito da<br />
sera che qui in Giappone<br />
si traduce con<br />
Kimono. Aspetto. Sono<br />
disposto a stare qui<br />
tutta la notte, Irene<br />
permettendo, ma conosco<br />
bene il suo livello di<br />
sopportazione e so che<br />
non mi rimane molto<br />
tempo a disposizione.<br />
Nonostante la pioggia è<br />
una buona serata, il<br />
rumore delle macchine<br />
è nascosto dalla leggera<br />
corrente del fiume<br />
che mi scorre a due<br />
passi, qualche bicicletta<br />
transita nel vicolo,<br />
non ci sono pedoni.<br />
Irene ritorna, dalla sua<br />
espressione suppongo che possa resistere<br />
ancora per poco a quel clima ostile e infatti ho<br />
ragione. Dispiaciuto abbandono la mia postazione<br />
sul crocevia e leggeri ci dirigiamo verso<br />
il nostro Ryokan quando improvvisamente da<br />
un ristorante si sentono delle risa, qualche<br />
parola di congedo e il cigolio dei cardini di una<br />
porta. Ci voltiamo e davanti a noi, in tutta il<br />
loro anacronismo appaiono tre Geishe, ci sorridono,<br />
ho appena il tempo di scattare due foto<br />
senza prendere la mira. Questo è il mio trofeo<br />
di caccia.<br />
5
NOTIZIA SAN VALENTINO BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Nella città di Terni nacque un bambino,<br />
era il 176 d.C. , e il suo nome Valentino.<br />
“Oh beh”- voi direte-”un bambino come un<br />
altro!”<br />
Si, certo, ma lui, si , lui diventerà santo:<br />
nel 197 divenne egli cristiano,<br />
e fu ordinato vescovo da san Feliciano.<br />
Della città di Terni fu un punto di riferimento<br />
per la sua saggezza, per il suo comportamento.<br />
Un giorno una coppietta vide litigare<br />
“Meglio far qualcosa per quei due riconciliare”.<br />
Si avvicinò a un cespuglio, ne colse una rosa,<br />
“Vediamo se con questa accade qualcosa”.<br />
La porse ai due giovani:”Fra le vostre mani<br />
unita,<br />
è questa rosa, come simbolo di una vita<br />
che, passata insieme, qualche spina certo ha,<br />
ma sempre, finché viva, col suo profumo vi<br />
allieterà”.<br />
Allora, pentiti, gli innamorati si guardarono<br />
e, mano nella mano, a passeggiar tornarono.<br />
Vi fu poi un'altra volta in cui Valentino<br />
corse in aiuto del centurione Sabino<br />
che la sua amata Serapia desiderava sposare<br />
ma i genitori di lei non lo volevano accettare:<br />
“Lo so che son pagano, ma lei è malata gravemente<br />
starle vicino come sposo: questo desidero<br />
intensamente”.<br />
Allora Valentino decise di battezzarlo<br />
e andò al capezzal di Serapia ad accompagnarlo.<br />
Così i due giovani finalmente si sposarono<br />
e poi, insieme, in un profondo sonno si addormentarono.<br />
Nel 270 V. era a Roma a predicare,<br />
a convertire gli altri e il Vangelo ad annunciare<br />
Disse l'imperatore:” Smetti o la tua testa cadrà<br />
giù!”<br />
6<br />
e lui per risposta: “Dai, Maria Romiti<br />
convertiti, pure tu!”<br />
Questa volta gli andò bene, perché fu graziato,<br />
non così tre anni dopo, quando fu ricatturato.<br />
E' ricordato, per i consigli da lui dati,<br />
come (chi non lo sa?) patrono degli innamorati.<br />
INTERNET - Indirizzi utili<br />
Parrocchia: www.parrocchiadiperetola.com<br />
S.Sede: www.vatican.va<br />
La Chiesa.it: www.lachiesa.it<br />
Maranathà: www.maranatha.it<br />
Diocesi di Firenze: www.diocesifirenze.it
NOTIZIA VERBUM CARO HIC FACTUM EST<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
La differenza sostanziale fra le tre religioni<br />
monoteiste, è che nell’ebraismo e nell’islamismo<br />
Dio non entra nel mondo e non impegna<br />
il suo progetto nella storia comunicandosi<br />
attraverso persone, luoghi e situazioni. Le<br />
altre fedi coincidono con una storia malinconica<br />
perché segnata da un’attesa senza riscontro.<br />
Non c’è religione oltre il Cristianesimo<br />
per cui uno possa vedere quei luoghi dove<br />
quel Dio si è reso incontrabile.<br />
Infatti questa è la prima, costante e ultima<br />
considerazione che due cari amici mi raccontano<br />
al ritorno dal loro primo viaggio in Terra<br />
Betlemme, Grotta della Natività<br />
Santa.<br />
Si, perché<br />
in quella terra, mi dicono, tutto parla di Lui.<br />
Dai luoghi più rinomati come il Santo Sepolcro,<br />
il Golgota, la grotta dell’Annunciazione,<br />
fino ai posti più semplici come la spiaggia del<br />
lago di Tiberiade, la città di Cafarnao, le strade<br />
di Nazareth. « Stai camminando dove<br />
camminava Cristo, stai seduto sotto un’olivo,<br />
dove anche Lui riposava ».<br />
Continuano stupiti: « è commovente visitare i<br />
luoghi dove Cristo ha vissuto, dove ha fatto i<br />
miracoli, dove ha chiamato a sé gli apostoli;<br />
fino ad arrivare al luogo dove tutto ha avuto<br />
origine, dove quella ragazzina di 14-15 anni<br />
ha detto quel sì al Mistero ». Sul luogo del-<br />
l’Annunciazione c’è Saverio Staderini<br />
un altare con scritto<br />
“Verbum caro hic factvm est” ( il Verbo qui si<br />
è fatto carne ).<br />
Come testimoniano i miei due amici, « la cosa<br />
più impressionante, più commovente di<br />
questo viaggio - ci cascavano le lacrime - è<br />
proprio quel “qui” che permea tutti i luoghi<br />
visitati. E ancora più forte è il comprendere<br />
che tutta la nostra storia parte da qui, tutto<br />
quel che noi siamo ha avuto origine qui, tutto<br />
quello di cui noi consistiamo, qui si è reso<br />
incontrabile per la prima volta ».<br />
La nostra fede e la nostra<br />
speranza nascono lì.<br />
La cosa ancor più<br />
straordinaria è accorgersi<br />
che questa storia<br />
non è nata e finita lì<br />
dopo 33 anni.<br />
Questa storia continua<br />
ancora oggi, con la<br />
stessa modalità e intensità<br />
di come l’hanno<br />
vissuta Pietro e Giovanni:<br />
quell’Uomo che<br />
sedeva sugli stessi gradini<br />
dove Luciano ha<br />
trovato la conchiglia<br />
strana, quell’Uomo che<br />
ha percorso la Via Dolorosa<br />
dove anche la<br />
Grazia è inciampata;<br />
quell’Uomo lì ci viene<br />
incontro ancora, tutti i<br />
giorni, con la faccia dell’amico,<br />
del capo, del collega uggioso, della<br />
moglie e dei figli; e anche oggi non ci chiede<br />
granchè, ci chiede solo di lasciarci colpire<br />
dalla sua eccezionalità, salire come Zaccheo,<br />
assetati di verità su quel sicomoro - che esiste<br />
davvero, non è una fantasia della tradizione<br />
popolare - e riconoscere che, allora<br />
come oggi, solo Lui può colmare le nostre<br />
esigenze.<br />
Il viaggio in Terra Santa, dove tutto ha avuto<br />
inizio, aiuta a far memoria di Cristo, cioè a<br />
prendere coscienza di questa Presenza che<br />
inizia nel passato e che è arrivata fino a noi.<br />
Rinvigorisce la speranza, che è riconoscere<br />
una certezza per il futuro che nasce da questa<br />
Presenza.<br />
7
LIBER CHRONICUS<br />
8 settembre 1943. Ore 19:45. Alla radio risuona<br />
la voce del Maresciallo Pietro Badoglio:<br />
“Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità<br />
di continuare l'impari lotta contro la<br />
soverchiante potenza avversaria, nell'intento<br />
di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure<br />
alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale<br />
Eisenhower, comandante in capo delle<br />
forze alleate anglo-americane. La richiesta è<br />
stata accolta. Conseguentemente, ogni atto<br />
di ostilità contro le forze anglo-americane<br />
deve cessare da parte delle forze italiane in<br />
ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali<br />
attacchi da qualsiasi altra provenienza “. La<br />
guerra contro gli Alleati è finita! Ma la situazione<br />
non è chiara: come reagirà la Germania,<br />
l’alleato di ieri, a questa mossa italiana?<br />
Certamente con ostilità. Ci si dovrebbe preparare<br />
a questa nuova situazione, si dovrebbe<br />
essere pronti a contrastare le truppe tedesche<br />
presenti nel territorio nazionale,presenti<br />
fino a ieri per contribuire alla difesa del suolo<br />
italiano dall’invasione anglo-americana, e che<br />
ora cambiano atteggiamento. Ma gli ordini<br />
all’esercito italiano, che, nonostante la guerra,<br />
è ancora un’importante strumento militare,<br />
non arrivano. In sostanza, tutto si riassume in<br />
quella frase “…Esse però reagiranno ad<br />
eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza<br />
…” pronunciata da Badoglio. Troppo<br />
poco. In pochi giorni l’Italia si trova occupata<br />
dalle truppe del Reich, dalle Alpi fino alla Puglia<br />
e alla Calabria. Da una speranza di pace<br />
si ripiomba nella tragedia. E’ l’inizio della<br />
guerra di liberazione: in due lunghi anni le<br />
truppe alleate risalgono faticosamente il paese,<br />
ricacciando i tedeschi, i quali lasciano<br />
dietro di se stragi e distruzione.<br />
In questo contesto, ogni città, ogni paese,<br />
ogni contrada ha una storia da raccontare.<br />
Anche il nostro borgo di Peretola vive giorni<br />
di guerra e sofferenze. E’ l’agosto del 1944<br />
quando gli Alleati, con il fondamentale contributo<br />
delle formazioni partigiane, si apprestano<br />
a liberare Firenze. E anche l’abitato di<br />
Peretola è coinvolto negli scontri. Nel nostro<br />
archivio parrocchiale giace un Liber Chronicus<br />
in cui sono raccontate dettagliatamente le<br />
vicende di quei giorni. L’autore di queste cronache<br />
è il parroco di Peretola di quegli anni,<br />
don Stefano Casabianca. Un racconto appassionato,<br />
sofferto: storie di coraggio, di<br />
8<br />
dolore, con perfino Umberto Cerini<br />
qualche punta di ironia.<br />
Abbiamo deciso di pubblicarlo, a “puntate”,<br />
sul nostro giornalino. Un’impressionante testimonianza<br />
di cosa vuol dire essere cristiani<br />
in una situazione drammatica come la guerra.<br />
Addì 4 agosto 1944<br />
Per i popoli di Santa Maria a Peretola, di<br />
S.Biagio a Petriolo, di S.Piero a Quaracchi, di<br />
S.Donnino, di S.Andrea a Brozzi e S.Martino<br />
a Brozzi il mese di agosto di quest’anno è<br />
stato il mese così detto “d’emergenza”, cioè<br />
di pericolo imminente sia per le razzie di uomini<br />
e oggetti, sia per il cannoneggiamento;<br />
razzie compiute dalle truppe tedesche di occupazione;<br />
cannoneggiamenti delle truppe<br />
alleate anglo-americane allo scopo di snidare<br />
i tedeschi. Un mese intero di rovine, di uccisioni,<br />
di ferimenti e fame continua!<br />
Il 4 agosto i tedeschi piazzano tre mortai in<br />
un orto del Motrone, orto confinante con quel-<br />
lo delle RR me suore Teresiane che tengono<br />
asilo dei bambini e scuola di lavoro. Il 3 agosto<br />
cade la prima cannonata in Peretola sulla<br />
casa di una donna detta “Ciampina”. Insonni<br />
furono le notti del 5-6-7 agosto per la grande<br />
sparatoria di cannonate.<br />
Il 9 di agosto alle ore 21 arrivano gli abitanti<br />
di S.Donnino e S.Andrea a Brozzi obbligati a<br />
sfollare dai tedeschi. Il parroco di S.Andrea,<br />
don Dino Tofani, e alcuni suoi parrocchiani<br />
vengono alloggiati nei locali della “Cattolica”<br />
[Società Cattolica Operaia, ndr] e vi rimangono<br />
fino al termine dello stato di emergenza e<br />
cioè fino ai primi di settembre del 1944. Anche<br />
il pievano di Brozzi (S.Martino) don Adolfo<br />
Martini e il suo cappellano don Sergio Baldini<br />
furono ospiti del parroco di Peretola.<br />
La domenica 13 agosto 1944, appena il Parroco<br />
torna a casa dopo aver sbrigate alcune<br />
faccende inerenti sempre l’incolumità dei suoi<br />
parrocchiani, gli viene riferito che il Priore di<br />
S.Biagio a Petriolo, don Pietro Palanti, è rimasto<br />
ferito da una granata [caduta] sulla<br />
chiesa mentre stava celebrando la S.Messa.<br />
Il Parroco si sente in dovere di accorrere subito<br />
a Petriolo. Arrivato là constatò che non<br />
era rimasto ferito don Palanti, ma il parroco di<br />
S.Donnino a Brozzi (che quasi si trovava sfollato),<br />
don Frisoni Rizieri.
NOTIZIA VISTO DA NOI BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Giuseppe Pancino<br />
9
NOTIZIA DUE SCALINI VERSO IL CIELO<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
La preghiera, che è il canto del cuore,<br />
giunge alle orecchie di Dio<br />
anche se confusa in mezzo alle grida<br />
e ai lamenti di migliaia di voci.<br />
Kahlil Gibran<br />
Questo è quello che spesso viviamo nel nostro<br />
rapportarci a Dio quando cerchiamo di<br />
pregare. Spesso non è un canto perché le<br />
tribolazioni della vita mettono l’amaro in bocca<br />
tanto che è impossibile accennare due<br />
note di canto. Per questo motivo Gesù stesso<br />
ci ha voluto insegnare a pregare inventandoci<br />
quella meravigliosa preghiera del Padre Nostro.<br />
Quelle parole semplici e stupende, messe<br />
lì ad arte, una dietro l’altra per costruire<br />
una scala. Una scala dalla terra al cielo penserà<br />
qualcuno, anche, ma soprattutto una<br />
scala sulla quale salire per alzare lo sguardo<br />
e guardare dall’alto la nostra misera condizione<br />
umana. A volte sottoposta ad immense<br />
pressioni a causa di grossi macigni di dolore<br />
e sofferenza. Sono catastrofico, non so, ma a<br />
volte nel vivere mi capita di incrociare vite<br />
10<br />
percosse aspramente Paolo Braschi<br />
dai fatti della vita e arrancano<br />
per andare avanti. Allora dico grazie<br />
Signore che ci hai regalato questa preghiera<br />
del Padre Nostro e la uso per non far produrre<br />
alla mente e poi uscire dalla bocca parole<br />
più umane, ma sicuramente più maldestre e<br />
soprattutto condite con lo stridore della rabbia.<br />
Così facendo uso la Preghiera di Gesù e<br />
salgo uno o due gradini della scala distaccandomi<br />
dal mondo, non oso andare più in su<br />
non ho il dono dell’estasi e l’altezza mi dà la<br />
vertigine. Mi piace dopo un po’ scendere per<br />
riabbracciare quell’umanità ferita e riprendere<br />
insieme l’itinerario verso ….. l’eternità. Poiché<br />
è vero che per fare una buona orchestra ci<br />
vuole un ottimo maestro, ma ogni musicista<br />
deve dare il massimo con il proprio strumento<br />
affinchè l’esecuzione sia magistrale. Ecco il<br />
nostro compito quotidiano dare il massimo<br />
della testimonianza dell’Amore di Dio per<br />
l’Uomo. È una faticaccia non lo nascondo<br />
allora una bella e fresca “preghiera-doccia” ci<br />
darà vigore per un altro pezzo di cammino.
NOTIZIA “IL VOSTRO CORPO... BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
...è tempio dello Spirito Santo che è in voi,<br />
che voi avete ad parte di Dio, e che voi non<br />
siete più di voi stessi?.....Date dunque gloria<br />
a Dio nel vostro corpo!” (1 Cor. 6,19-20)<br />
Ma come è “utilizzato”questo tempio?<br />
Portando l'Eucaristia agli ammalati come<br />
ministro straordinario,ho incontrato persone,<br />
che, gravemente malate, vicino alla fine, si<br />
sentivano “inutili”; io, al contrario, rendendomi<br />
conto della grazia grande che quelle persone<br />
sofferenti mi facevano, nel darmi l'occasione<br />
di portare loro la Persona che l'universo stesso<br />
non può contenere, mi accorgevo di come<br />
il loro corpo, dono di Dio per il viaggio terreno,<br />
stesse offrendo l' ultima e più grande<br />
“prestazione”.Quanto dovevo essere dunque<br />
grato a quelle persone per questa possibilità<br />
che mi davano di essere “utile” a loro!<br />
Utile: dal latino “utor”: usare, servirsi; ma<br />
anche “aver bisogno” ed ”essere in relazione,<br />
frequentare”. Allora: siamo utili anche nella<br />
malattia, nella bisogno di qualcuno che, in<br />
relazione con noi, ci conforti rendendosi utile.<br />
E ci pensiamo, alle volte,alle stagioni future<br />
del nostro corpo? Troppo forse, palestrandolo<br />
e imbottendolo di vitaminizzanti, o assumen-<br />
NOTIZIA IL MONDO DI DOMANI E’ OGGI NELLE MIE MANI<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Il progetto della scuola Santa Teresa ha questo<br />
slogan “IL MONDO DI DOMANI E’ OGGI<br />
NELLE MIE MANI”. Tutti sono stati coinvolti<br />
sia la scuola dell’Infanzia e sia la scuola Primaria.<br />
Questo impegno comunitario ha preso<br />
spunto dal concorso promosso dall’Istituto di<br />
Geofisica e Vulcanologia durante la XVIII Settimana<br />
della Cultura Scientifica e Tecnologica<br />
del marzo 2008. Ci siamo soffermati principalmente<br />
ad individuare le cause di tanto disordine<br />
sia nel nostro vivere quotidiano e sia<br />
negli atteggiamenti errati di tutti noi, nei confronti<br />
della nostra “Madre Terra”, come soleva<br />
chiamarla S.Francesco, il vero “amante” delle<br />
creature uscite dalle mani provvidenti di Dio.<br />
“ Laudato sì mi Signore per sora Matre Terra<br />
la quale ne sustenta et governa et produce<br />
diversi fructi con coloriti fiori et erba” (Cantico<br />
delle Creature).<br />
Tutte le insegnanti hanno preso “d’assalto”<br />
questo progetto per sfruttare al massimo il<br />
lavoro da svolgere con gli alunni. Le uscite<br />
didattiche preferite sono state quelle a contatto<br />
con la natura e con il lavoro intelligente<br />
do farmaci ad ogni Giuseppe Pancino<br />
d o l o r i n o c h e c i<br />
preoccupa? O al contrario lo trascuriamo,<br />
facendo ogni sera le ore piccole e sottraendo<br />
tempo prezioso al sonno? sperimentando<br />
“fumi” di vario tipo (“tanto che male vuoi che<br />
faccia?”) o alcoolici, o altra roba? Passando<br />
ore al computer-tv-playstation, ignorando il<br />
suo “irrobustimento spirituale”? Stressandoci<br />
di lavoro, con il solo scopo di carriera e guadagno,<br />
scavalcando gli affetti familiari?<br />
Questo dono che Dio ci ha fatto, da tutelare<br />
per il servizio agli altri, era presente nella<br />
mente di quei ragazzi che hanno distrutto la<br />
loro vita in quella sera fatale in via Pistoiese ?<br />
E' possibile, genitori, anche noi, fermarci a<br />
riflettere un attimo a pensare , al bene che<br />
non potranno più fare tutti i ragazzi che lasciano<br />
la loro vita sulla strada?<br />
Allora forse è necessario da subito dedicare<br />
il maggior tempo possibile all'educazione dei<br />
nostri ragazzi, sin dalla più tenera età, con la<br />
parola e con l'esempio, dando loro quel patrimonio<br />
spirituale che li sosterrà nel loro<br />
viaggio della vita, per a discernere, quando<br />
saranno da soli, la Via migliore da seguire.<br />
dell’uomo: l’Uliveto con Suor Paolina<br />
annesso il frantoio; la Vigna<br />
e l’esperienza di spremere i grappoli<br />
d’uva appena strappati dalle viti; a Casa d’Erci<br />
per assaporare il pane ,prima lavorato , visto<br />
lievitare e messo nel forno a legna. Le passeggiate<br />
nel bosco hanno richiamato ai nostri<br />
sensi il profumo della terra, il canto degli uccelli<br />
le case con i camini fumanti e la grandine<br />
improvvisa che ci ha colto mentre passeggiavamo<br />
sotto un bel cielo grigio d’autunno. Tutto<br />
è stato ed è stupore e meraviglia per noi che<br />
abbiamo Dio nel cuore! L’argomento che ci<br />
vede coinvolti da sempre è quello dell’acqua. I<br />
bambini sanno che l’acqua è il nostro bene<br />
prezioso “ogni goccia conta”. Noi “spreconi”<br />
la usiamo senza pensarci! I bambini cercano<br />
di stare attenti . Sappiamo che accanto alle<br />
meraviglie della Terra ci sono le brutture di<br />
alcuni uomini che la stanno distruggendo. Ma<br />
noi cosa facciamo per fermare tutto questo?<br />
Noi insegnanti cerchiamo di aiutare i nostri<br />
allievi a scoprire la realtà dei fatti; starà a loro<br />
e a noi che proponiamo, di mettere in pratica i<br />
11
NOTIZIA LEZIONI DI CIOCCOLATO<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Commedia del 2007 di Claudio Capellini, tra il<br />
cast possiamo notare la presenza di Luca<br />
Argentero.<br />
Luca ha cominciato la sua carriera nel mondo<br />
dello spettacolo partecipando al Grande Fratello<br />
e ha sfatato il luogo comune che i concorrenti<br />
del GF non sanno fare nulla.<br />
Tra i ruoli interpretati evidenziamo la serie<br />
televisiva “Carabinieri”, il film “Saturno Contro”<br />
e il recente “Solo un Padre”.<br />
Passando alla trama, la pellicola racconta di<br />
Mattia, giovane e<br />
“taccagno” imprenditore<br />
edilizio, il cui<br />
motto è “il massimo<br />
guadagno al minor<br />
prezzo”.<br />
Disgraziatamente<br />
un suo operaio cade<br />
dal tetto (il cantiere<br />
era senza i<br />
ponteggi di sicurezza)<br />
ed è costretto a<br />
portare un gesso<br />
dalla vita in su.<br />
Questo inizio di film<br />
ci porta a un tema<br />
per nostra sventura<br />
molto attuale: la<br />
sicurezza sul lavoro.<br />
Le cosiddette morti<br />
bianche sono notizie<br />
pressoché quotidiane<br />
senza contare<br />
quegli incidenti<br />
che causano danni<br />
temporanei o permanenti.<br />
Questo film apre<br />
però una riflessione: è<br />
tutta colpa degli imprenditori?<br />
Queste persone devono rifarsi ad un budget<br />
per eseguire una determinata opera e se<br />
sforano, qualche punto dovranno tagliare:<br />
anche se quando si parla di sicurezza non si<br />
dovrebbe scendere a compromessi.<br />
Mattia a questo punto, per non farsi denunciare<br />
dall’operaio ferito, deve seguire fingendosi<br />
lui un corso di produzione del cioccolato<br />
organizzato dalla “Perugina”.<br />
12<br />
Deve trasformarsi Marco Giacomelli<br />
da giovane e promettente<br />
impresario a un povero operaio egiziano.<br />
Crea uno spunto di riflessione sull’incontro tra<br />
due culture: quella italiana e quella musulmana.<br />
Sebbene differenti negli stili di vita e nelle<br />
abitudini non sono poi così diverse.<br />
Nel contempo apre uno stralcio sulla situazione<br />
degli immigrati.<br />
Si vedono molti luoghi<br />
comuni: dal non avere<br />
il permesso di<br />
soggiorno al classico<br />
venditore ambulante<br />
di rose.<br />
Tornando alla trama<br />
Mattia si innamora di<br />
Cecilia(Violante Placido):<br />
si potrebbe<br />
dire che galeotto fu il<br />
cioccolatino.<br />
E’ secondo il mio<br />
modesto avviso un<br />
film che mette d’accordo<br />
gli amanti delle<br />
storie d’amore e<br />
quelli che non le<br />
sono, sebbene la<br />
presenza di dolci non<br />
manchi, la storia non<br />
è così zuccherosa.<br />
Come concludere<br />
questo articolo se<br />
non parlando di quello<br />
che è alla base di<br />
tutto: il cioccolato.<br />
Questo alimento,<br />
considerato cibo degli<br />
dei, era utilizzato sin dai<br />
tempi dei precolombiani dai quali veniva consumato<br />
solo in occasione d’importanti eventi.<br />
Il cioccolato è stato fonte d’ispirazione per<br />
molti film(per esempio “Chocolat” o “La Fabbrica<br />
di Cioccolato”).<br />
Numerose sono le sue proprietà: da quelle<br />
antiossidanti a quelle afrodisiache(per citarne<br />
solo alcune).<br />
Si scopre inoltre attraverso questa pellicola<br />
gli innumerevoli tipi di ciocstrafare nella sua<br />
consumazione durante e
NOTIZIA CHIESA DI SAN PAOLO APOSTOLO<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
“… sono lieto di annunciare ufficialmente che<br />
all’Apostolo Paolo dedicheremo uno speciale<br />
Anno Giubilare, dal 28 giugno 2008 al 29<br />
giugno 2009 in occasione del bimillenario<br />
della sua nascita!” Benedetto XVI. In via<br />
del Palazzuolo, tra via della Scala e Borgo<br />
d’Ognissanti, detta di San Paolino, si trova<br />
una tra le più antiche chiese fiorentine, in un<br />
antico quartiere popolato da artigiani e caratterizzato<br />
ancora oggi da numerose botteghe<br />
di antiquariato e dell’arte della scagliola. Mi<br />
pare giusto portare all’attenzione di tutti questo<br />
edificio di antica e profonda devozione.<br />
Infatti, la sua fondazione si stabilisce tradizionalmente<br />
nel 335, ma si hanno notizie certe<br />
solo nel 1094. La chiesa fu subito<br />
convento:all’inizio dei Domenicani, nel 1221<br />
dei Minori osservanti, fra ‘400&’500 dei Canonici<br />
del Duomo, ed infine,nel 1618,dei<br />
Carmelitani Scalzi, che nel 1669 iniziarono<br />
importanti lavori di ristrutturazione sovvenzionati<br />
dal Granduca Cosimo II e diretti<br />
dall‘architetto Giovan Battista Balatri,<br />
che la ruotò di ben 90° rispetto<br />
all‘originale. Pochi sanno, inoltre,<br />
che nel 1485 Angiolo Ambrogini, il<br />
Poliziano, ne fu Priore. L’ attuale<br />
facciata, semplice e spoglia e con<br />
tre portali, corrisponde all’antico<br />
fianco sinistro della chiesa ed evidenzia<br />
nella struttura tre passaggi<br />
di edificazione: la parte inferiore<br />
romanica, la muratura rinascimentale<br />
e la parte superiore con il paramento<br />
di epoca barocca. Sopra il<br />
portale centrale si trovano quattro<br />
stemmi, tra i quali uno particolarmente<br />
interessante, il più piccolo,<br />
perché in terracotta policroma invetriata,<br />
con l'arme dei Pandolfini<br />
posto entro una ghirlanda vegetale<br />
retta da due cherubini. Gli altri tre<br />
stemmi di marmo appartengono<br />
invece a papa Leone X (al centro),<br />
al cardinale Giulio de’ Medici (poi<br />
papa Clemente VII, a sinistra) e ai<br />
Canonici del Duomo (a destra).<br />
L’interno è a navata unica a croce<br />
latina con volta a botte e cappelle<br />
laterali. Nell’intersezione dei bracci<br />
si trova un’elegante cupola che ben<br />
accompagna le altre più famose<br />
della città. L'aspetto risa- Erica Romano<br />
le completamente agli<br />
interventi fra ’600 e ’700 (non ci sono tracce<br />
visibili delle strutture precedenti), con un singolare<br />
stacco fra la parte inferiore, dove si<br />
aprono le cappelle, gli altari, i dipinti e le sculture,<br />
e la parte superiore, quasi completamente<br />
disadorna, dove spiccano solo alcuni<br />
elementi architettonici bianchi sull'intonaco<br />
verde chiaro. Poco usuale per Firenze è la<br />
presenza di un camminamento al primo piano<br />
che passa sopra le cappelle laterali e che si<br />
affaccia sulla navata e sull'altare centrale per<br />
mezzo di terrazzini balaustrati che ricordano i<br />
palchetti teatrali. Oggi rimane ancora a margine<br />
degli itinerari turistici principali, relegata<br />
nel novero di quei beni culturali classificati<br />
come minori che spesso, come in questo<br />
caso, tali non sono. Nel 2008 sono terminati i<br />
restauri che oltre a collocarla in un più ampio<br />
contesto di recupero dell’intera area, hanno<br />
13
NOTIZIA SETTE NOTE BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Da quando mia figlia Chiara si è sposata ed<br />
ha trovato casa in zona, sono diventato peretolaio<br />
(peretolese – peretolino?) anch’io. Mi<br />
sono addentrato nei vicoli di quello che ha<br />
ancora sapore di paese, di borgo. Negozietti<br />
caratteristici con sacchetti di immondizia vicino.<br />
Etnie diverse, piccoli tabernacoli ed immagini<br />
sacre (ce ne sono molte). Stazione dei<br />
carabinieri, sede delle ambulanze, solo il gran<br />
casotto degli aeroplani in decollo od in atterraggio<br />
mi diceva che ero parte di una realtà<br />
più grande. Cercavo i due cinema (Roma e<br />
Vespucci se non ricordo male) con i quali<br />
lavoravo quando ero alla distribuzione delle<br />
pellicole cinematografiche. Niente! Chiusi o<br />
non li ho visti, poi sono entrato nella piazza e<br />
Garibaldi mi ha indicato a colpo la chiesa:<br />
Santa Maria a Peretola!<br />
La prima volta non era aperta e mi sono dovuto<br />
accontentare di osservare il loggiato e<br />
poco più. Quando sono tornato il bel portone<br />
ligneo era aperto: entrato, ho notato un ambiente<br />
che sa di antico, molto ben curato, con<br />
molti fiori di stagione e ci sta pure l’organo a<br />
canne!! (Poi sarà una mezza delusione perché<br />
il sopra, le canne appunto, è tutto finto,<br />
forse non lo dovevo dire non tutti lo sapranno<br />
ma ormai l’ho scritto!). Una preghiera al Santissimo<br />
e, nel mentre, si affaccia da una porta<br />
laterale il DonPa. Lo avevo conosciuto quando<br />
ha celebrato il matrimonio dei miei ragazzi<br />
ma due parole e poco più. Quel pomeriggio<br />
invece fu una lunga chiacchierata e da allora<br />
ho iniziato a frequentare la parrocchia ed alla<br />
fine, spinto anche da pressanti richieste,<br />
memori dei miei enormi trascorsi canori (come<br />
no!), sono approdato al coro. Gran bella<br />
voce, dicono, ma la mia ignoranza circa le<br />
sette note è totale. Mi inquadrano nei bassi<br />
(come altezza fisica ci siamo!).<br />
14<br />
E’ dunque un an- Alessandro Gallotta<br />
netto che canto nel<br />
coro e tra un sol e un do di petto (spesso di<br />
stomaco) mi sono integrato al meglio. Ho<br />
conosciuto Cip e Ciop, Brontolo (per brevità<br />
non posso nominare tutti) e si è instaurato un<br />
bel rapporto. Chissà se avrò già un nomignolo<br />
anche io (sembra di si: insieme ad Alberto,<br />
altro ex sancopino, Tom e Jerry) Udite! Siamo<br />
stati anche all’estero (leggi don Stefano):<br />
canti alla Messa e mangiata. Grazie di nuovo<br />
a chi ha preparato il tutto e anche se la fatica<br />
spesso si fa sentire (caldo, freddo ed auto da<br />
S. Jacopino ogni mercoledì per le prove) sono<br />
contento che si possa dare un piccolo<br />
contributo alla Liturgia ed alla vita della Parrocchia<br />
che non è la mia, ma voglio essere<br />
franco (“o un tu eri Alessandro tene !) mi ha<br />
accolto in modo amichevole.<br />
A proposito di amicizia, domandiamo ad amici<br />
e conoscenti la disponibilità ad entrare a far<br />
parte del coro per aumentarne la consistenza.<br />
Forse scopro l’acqua calda ed in molti<br />
l’avranno già fatto ma tant’è! Riprovare non<br />
costa molto. Ho letto in un articolo di questo<br />
giornalino scritto da Umberto una frase di<br />
Papa Giovanni Paolo II nella lettera agli artisti:<br />
“ Per trasmettere il messaggio salvifico<br />
affidatoLe da Cristo, la Chiesa ha bisogno<br />
dell’arte” Ora la nostra non sarà arte con la a<br />
maiuscola ma è risaputo che cantare è pregare<br />
due volte.<br />
Una preghiera per il DonPa che abita sopra la<br />
chiesa e ad ogni prova sopporta i nostri strillozzi:<br />
“Reggi e non ci rovesciare il pitale addosso!”.<br />
Mentre dico grazie ai maestri che<br />
hanno messo in cantiere un pezzo di Benedetto<br />
Marcello, la via della chiesa di S. Jacopino,<br />
e mi fanno ricordare venti e più anni fa<br />
quando stonavo come oggi, ero fuori tempo<br />
comere per sempre maggior gloria a Dio!<br />
CONTROLUCE E’ ANCHE ON-LINE!!!<br />
Su www.parrocchiadiperetola.com troverai questa e le<br />
vecchie uscite di Controluce a colori, comodamente<br />
scaricabili sul tuo computer!!!!!!!<br />
Potrai inoltre commentare gli articoli e scambiare opinioni<br />
con gli altri lettori sul forum dedicato a Controluce!
NOTIZIA ULTIMI GIORNI DI UN CANE<br />
BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Circa un mese fa, su L’Espresso mi è capitato<br />
sotto gli occhi un articolo di uno scrittore polacco,<br />
una riflessione etica interessante.<br />
Andrzey Stasiuk descrive l’agonia della sua<br />
vecchia cagna (sedici anni), ormai priva di<br />
vista, udito, olfatto. La vecchiaia l’ha ridotta a<br />
non muoversi più dal suo giaciglio di coperte<br />
sporche, poiché, non riuscendo più ad alzare<br />
le zampe paralizzate, vomita e fa i suoi bisogni<br />
lì dove si trova. Ogni tanto abbaia fioca,<br />
forse ai suoi sogni o ai suoi ricordi. Dorme<br />
quasi ininterrottamente e mangia vorace ciò<br />
che le viene messo sotto al naso: l’appetito è<br />
l’unico degli istinti canini che le è rimasto.<br />
Quante volte il padrone ha percorso le campagne<br />
intorno per cercarla, dopo che era<br />
fuggita dietro a qualche altro cane compagno<br />
di scorribande, e tornata con il carico di qualche<br />
cucciolo nel ventre: tutti venuti su come<br />
lei, pelo giallo, muso furbo, vitalità e tenacia<br />
tipiche dei bastardini…eppure Stasiuk dice:”<br />
Ora a volte persino mi irrita. Come se fosse<br />
contro di noi che è diventata vecchia e inetta,<br />
come se lo avesse fatto per dispetto…ci sono<br />
momenti in cui sento pungermi l’impazienza.<br />
Così come se insieme alla sua vita si fossero<br />
raffreddati in me i buoni sentimenti nei suoi<br />
confronti. E’ una sorta di crudeltà involontaria.<br />
Mi chino e la carezzo. Ciò che un tempo era<br />
istintivo ora è diventato un’azione premeditata.”<br />
Tipico dell’essere umano cedere a pensieri di<br />
indifferenza (quando questa non si trasforma<br />
in sopraffazione), verso i propri simili schiacciati<br />
dall’esistenza.<br />
In casi come questi, con gli animali domestici,<br />
il consiglio che ci si sente rivolgere più spesso<br />
da veterinari o conoscenti è che una semplice<br />
iniezione risparmierebbe tanti problemi<br />
al padrone, tante sofferenze alla bestiola.<br />
Strano poi notare la “delicatezza linguistica”<br />
per definire certe pratiche (eutanasia = “dolce<br />
morte”): non si parla di Ylenia Petrini<br />
“uccidere”, ma di “addormentare”:<br />
in fondo la cagna di Stasiuk ormai<br />
fa solo questo, dormire. Sopprimerla non<br />
sarebbe altro che un prolungamento del suo<br />
sonno pesante. Ma lui no. Ha scelto di tenerla<br />
con sé fino alla fine.<br />
Impossibile non pensare a quanti posti esistano<br />
nel mondo, adibiti all’attesa della morte.<br />
Posti in cui persone in camice e guanti vengono<br />
pagate per assistere malati terminali o<br />
infermi non più autosufficienti, nel loro lento<br />
processo di spegnimento; pagate per cambiare<br />
loro il pannolino, le lenzuola, per portar via<br />
i loro escrementi, per respirare quell’odore di<br />
morte che noi, invece, tentiamo di evitare o di<br />
rimandare il più possibile.<br />
Un tempo, lasciar morire i propri cari lontani<br />
dal loro letto era considerato riprovevole,<br />
quasi un disonore. Ora, strutture para-ospedaliere<br />
sono occupate da anziani che non<br />
possono essere assistiti dai parenti: il tempo,<br />
la società odierna non ce lo permettono.<br />
L’aspettativa di vita si è allungata, siamo al<br />
sicuro contro molte brutte malattie, ci proteggiamo<br />
dalla morte, ma di fronte a lei non sappiamo<br />
come comportarci. Non sappiamo più<br />
come gestirla. Inseguiamo un’immortalità<br />
che altro non è se non una solitudine più lunga.<br />
Ma sempre più grande e costosa. “ Di<br />
cosa parlerebbe un immortale con un mortale<br />
che non possa permettersi l’immortalità?”<br />
I bambini non vengono portati al funerale del<br />
nonno, per non impressionarli; i cortei e i riti<br />
funebri sono frettolosi e imbarazzati.<br />
E visto che nell’ultimo secolo siamo diventati<br />
capaci di manipolare la vita, diamoci pure il<br />
diritto di deciderne la fine. Di stabilire, tra le<br />
varie forme di esistenza, quale è inutile e<br />
quale no, quale gravidanza portare a termine<br />
e quale no, quale cuore far cessare di battere<br />
e quale no.<br />
www.parrocchiadiperetola.com<br />
Il sito della parrocchia è completamente rinnovato, attivo<br />
e sempre più funzionale!!!<br />
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NOTIZIA CARO PREZZO BOMBA BUDELLONI ALLA RISCOSSA<br />
Ho percorso Via Pistoiese dopo il 6 gennaio<br />
devo dire che non è stato come prima,quel<br />
piccolo tratto,quei pochi metri tra la rotonda e<br />
l’albero con i fiori,sono diventati per me attimi<br />
di riflessione e di sgomento. Qualche anno fa<br />
mentre facevo colazione in un bar prima di<br />
raggiungere l’ospedale,ascoltavo alcuni signori<br />
che commentavano così la morte di un<br />
ragazzo in un incidente stradale:”Gli sta bene<br />
!Chissà come correva!” Sapevo dell’incidente<br />
e sapevo pure che i genitori avevano deciso<br />
di donare gli organi, ho smesso di bere il mio<br />
cappuccino ed in malo modo mi sono rivolto<br />
verso quei signori: ”Ma come fate a parlare<br />
così?” dissi, “cosa ne sapete di questo ragazzo,<br />
del dolore della famiglia? E se fosse stato<br />
uno dei vostri cari ad uscire di strada e rimetterci<br />
la vita, il vostro giudizio sarebbe lo stesso?<br />
Con chi vi arrabbiereste? La disperazione,<br />
l’amore per lui sarebbe diverso a seconda<br />
della velocità dell’auto? Questo ragazzo<br />
sta pagando un caro prezzo ed i suoi familiari<br />
stanno compiendo un atto di amore estremo,<br />
l’ultimo e doloroso che possono compiere<br />
affinché il loro ragazzo almeno non sia morto<br />
invano e forse i suoi organi saranno donati a<br />
qualcuno che avrebbe commentato la notizia<br />
così come avete fatto voi.” Non mi sono mai<br />
più fermato in quel bar.<br />
La notte della Befana<br />
una rotonda, un<br />
albero, l’alcool ma<br />
sicuramente la velocità<br />
hanno ucciso<br />
tre ragazzi e sconvolto<br />
le loro famiglie<br />
che tuttavia hanno<br />
deciso di donare gli<br />
organi. Eseguo, per<br />
la mia professione,<br />
prelievi e trapianti di<br />
rene da svariati<br />
anni, ma questa<br />
volta quando ho<br />
saputo che avrei<br />
dovuto trapiantare il<br />
rene prelevato ad<br />
uno di questi ragazzi<br />
confesso che la<br />
cosa mi ha provocato<br />
non solo ansia<br />
16<br />
ma una profonda tri- Eugenio Dattolo<br />
stezza ,mista a sensazione<br />
di impotenza che non avevo mai provato<br />
prima come medico ma ancor più come<br />
genitore.<br />
All’aspetto tecnico e pertanto arido dell’intervento<br />
si è mescolata “pìetas”, rabbia ma soprattutto<br />
riflettevo sulle nostre responsabilità.<br />
Responsabilità genericamente addebitate alla<br />
società all’alcool e, secondo alcuni, alla scuola.<br />
Troppo comodo pensare che è sempre colpa<br />
di qualcos’altro o di qualcun altro; non continuiamo<br />
ad auto assolverci. Per chi crede alla<br />
fatalità doveva succedere e niente avremo<br />
potuto o potremmo fare affinché certe cose<br />
non avvengano,ma mettiamocela tutta affinché<br />
non succeda!!<br />
La mia vuole essere solo una testimonianza;<br />
non ho giudizi da esprimere o ricette miracolose<br />
da prescrivere, la morte violenta di un<br />
ragazzo non è solamente una “scomparsa”,<br />
ma una sconfitta per tutti noi.<br />
Donare gli organi è un atto d’amore estremo<br />
ma è pur sempre un caro prezzo pagato alla<br />
vita.