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Nessuna traccia Nessuna traccia di qualsiasi messaggio nulla questa è davvero la fi ne tanto da staccare dai muri con le unghie le parole di sublime esaltazione rotoli d’amore e rotoli d’argento fanno scorrere su vecchie tegole gli specchi rotti cornici di risvolti mai esistiti a difesa delle proprie roccaforti manovrate in presa diretta. Nessuna traccia di qualsiasi messaggio nulla l’inchiostro dell’intelletto rappreso vaga silente nei cunicoli cancellati della coscienza e spesso si accompagna alla sensazione di globalizzante impotenza che riverbera in didascalie rinsecchite costrette a produrre troppo rumore cieco obsolescenti e vecchi camminano su ricordi sacrifi cati di eutanasie evocate e morti tanti. Vorrei sentirtelo dire Quello che penso dentro quello che penso contro sotto la loggia sotto l’ombrello grandestoria microstoria di province di madri e di padri di fratelli e sorelle di periferia di legami con tutte le patrie di bandiere alte svettanti orgogliose e sfacciate nuove tappe nuovi tappi tempi migliori odori odori odori ancora odori e poi tremori. Passato. Ricordi di anime contadine di irruzioni di nuovi protagonisti del rumore dei fl utti delle onde del mare sugli scogli della mente pause silenzi battute sospiri odori rumori. Letture Quante volte Camminando per strada Ho pensato di uccidere? Così solamente per fastidio Motivo: ANTIPATIA. Quante volte Camminando per strada Ho pensato di amare? Così solamente per essere bella L’avrei amata… Motivo: BELLEZZA. Quante volte Camminando per strada Ho pensato di mettermi a gridare? Così solamente per spaventare… Motivo: PAURA. Quante volte Camminando per strada Ho pensato di mettermi a piangere? Così solamente per trovare conforto… Motivo: SOLITUDINE. Quante volte Camminando per strada Ho pensato di rimanere indifferente? Così solamente per non essere coinvolto… Motivo: SOPRAVVIVENZA Ma poi nulla di tutto ciò… Me ne andai In balia del tempo Senza un nome Senza una tenda Con solo una penna E un foglio nero Sul quale scrivere tutto Senza poter mai più rileggere niente. Era di giorno Oggi fa più freddo del solito. Abbiamo rivolto il viso verso il sole. Poi, lentamente, contemporaneamente, ci siamo voltati senza avvertire la nostra coesistenza. Fissavamo imbambolati la bella di un altro. Sparito il paesaggio siamo rimasti storditi ad ammirare l’unico lampione della strada, per giunta spento. Panorama 35

36 Panorama Letture Soffoco Pagine incomplete poste lì appena suffi cienti a sottolineare con forza una proclamazione inattesa un evento da aiutare un incoraggiamento non un atto di accusa donne e uomini che si incontrano lancinanti bellezze che condividono dialoghi in diffi coltà per non pagare con la vita un milione di volte già sconfi tta suscitano sdegno in uno zaino dimenticato riappaiono nel deserto gli ultimi spasimanti della calotta polare lì racchiusi a ricomporre il grande sentimento che assorbe gli urli. Paura Questa stupida paura Questa nevrosi paranoico creativa… E comunque ci muove E non solo per fame Voi annegati e naufraghi d’amore Moderni Ci fate pensare Clandestino - assassino E il console riceve Perché c’è il ricevimento E Dio si avvicina a chi naufraga E a chi muore A chi è in cerca di cibo… Dio è vicino Per chi dovrei suonare? Una mano tiene il foglio L’altra la penna L’altra scrive Gli occhiali posti elegantemente sul tavolo La cenere della sigaretta si allunga Tre sedie vicino al banco Come Dio vicino a noi La luce si spegne… Mi addormento. Molto lontani Creature abbandonate indotte da simulazioni assai larghe unite fra loro lanciano il solito soffi o vitale edifi cano soltanto se stesse in un’anomala forma di strana euforia. Chissà se riusciranno ad afferrare qualcosa di questa realtà? Essenze Senza fama e appellativi incido percorsi tortuosi, ricordo il vecchio davanzale e gomiti consunti dove stendevo le mie altalene. Un maglione a collo alto a riparo di San Biagio orientava l’intuizione. Girellavo già allora con deboli e pasticcioni, li vedevo trasformarsi e con presentimento sospettavo in metamorfosi di essenze. 1.02.08 Uno, zero due, zero otto una data come un’altra le crocchette si posano scivolano lentamente nel contenitore della sostanza con tante vitamine. E tanto, tanto che non desidero forse mi manca un bisbiglio, dolce semplice come un miraggio. Mi addormento e Ti consolo, per non staccarti dalla luna. Le nuvole in cielo ancora insistono non piove, ma potrebbe succedere da un momento all’altro. Luci della sera Appena, appena lumeggiano, in lontananza lei da sola con occhi abituati al buio e trascorsi tramonti, distratto chiedo di sedermi a quel tavolo traballante sgangherato come me. Si accende un sorriso, un cenno di consenso. ”Mi hai salvato la vita” sento dire in un sol fi ato. Da allora stiamo insieme, e togliamo i pezzetti di cartone di scatole di sigarette che qualcuno pone sotto la zampa di quel tentennante tavolo. A noi invece piace che traballi e traballerà per sempre a costo di segargli una gamba.

36 <strong>Panorama</strong><br />

Letture<br />

Soffoco<br />

Pagine incomplete poste lì<br />

appena suffi cienti a sottolineare con forza<br />

una proclamazione inattesa<br />

un evento da aiutare<br />

un incoraggiamento<br />

non un atto di accusa<br />

donne e uomini che si incontrano<br />

lancinanti bellezze che<br />

condividono dialoghi in diffi coltà<br />

per non pagare con la vita<br />

un milione di volte già sconfi tta<br />

suscitano sdegno<br />

in uno zaino dimenticato<br />

riappaiono nel deserto<br />

gli ultimi spasimanti<br />

della calotta polare<br />

lì racchiusi a ricomporre<br />

il grande sentimento<br />

che assorbe gli urli.<br />

Paura<br />

Questa stupida paura<br />

Questa nevrosi paranoico creativa…<br />

E comunque ci muove<br />

E non solo per fame<br />

Voi annegati e naufraghi d’amore<br />

Moderni<br />

Ci fate pensare<br />

Clandestino - assassino<br />

E il console riceve<br />

Perché c’è il ricevimento<br />

E Dio si avvicina a chi naufraga<br />

E a chi muore<br />

A chi è in cerca di cibo…<br />

Dio è vicino<br />

Per chi dovrei suonare?<br />

Una mano tiene il foglio<br />

L’altra la penna<br />

L’altra scrive<br />

Gli occhiali posti elegantemente sul tavolo<br />

La cenere della sigaretta si allunga<br />

Tre sedie vicino al banco<br />

Come Dio vicino a noi<br />

La luce si spegne…<br />

Mi addormento.<br />

Molto lontani<br />

Creature abbandonate<br />

indotte da simulazioni assai larghe<br />

unite fra loro<br />

lanciano il solito soffi o vitale<br />

edifi cano soltanto se stesse<br />

in un’anomala forma<br />

di strana euforia.<br />

Chissà se riusciranno<br />

ad afferrare qualcosa<br />

di questa realtà?<br />

Essenze<br />

Senza fama e appellativi<br />

incido percorsi tortuosi,<br />

ricordo il vecchio davanzale<br />

e gomiti consunti<br />

dove stendevo le mie altalene.<br />

Un maglione a collo alto<br />

a riparo di San Biagio<br />

orientava l’intuizione.<br />

Girellavo già allora<br />

con deboli e pasticcioni,<br />

li vedevo trasformarsi<br />

e con presentimento<br />

sospettavo<br />

in metamorfosi di essenze.<br />

1.02.08<br />

Uno, zero due, zero otto<br />

una data come un’altra<br />

le crocchette si posano<br />

scivolano lentamente<br />

nel contenitore della sostanza<br />

con tante vitamine.<br />

E tanto, tanto che non desidero<br />

forse mi manca un bisbiglio,<br />

dolce semplice<br />

come un miraggio.<br />

Mi addormento e Ti consolo,<br />

per non staccarti dalla luna.<br />

Le nuvole in cielo ancora insistono<br />

non piove, ma potrebbe<br />

succedere da un momento all’altro.<br />

Luci della sera<br />

Appena, appena lumeggiano,<br />

in lontananza lei da sola<br />

con occhi abituati al buio<br />

e trascorsi tramonti,<br />

distratto chiedo<br />

di sedermi a quel tavolo traballante<br />

sgangherato come me.<br />

Si accende un sorriso,<br />

un cenno di consenso.<br />

”Mi hai salvato la vita”<br />

sento dire in un sol fi ato.<br />

Da allora stiamo insieme,<br />

e togliamo i pezzetti di cartone<br />

di scatole di sigarette<br />

che qualcuno pone sotto la zampa<br />

di quel tentennante tavolo.<br />

A noi invece piace che traballi<br />

e traballerà per sempre<br />

a costo di segargli una gamba.

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