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di Mario Simonovich<br />
Li vediamo già da qualche giorno,<br />
sia in fotografi a che nelle<br />
immagini in movimento. Basta<br />
aprire un giornale e miseri resti di<br />
uomini ci balzano agli occhi, per trasmetterci,<br />
immoti, con la sola presenza,<br />
l’orrore. Un orrore di cui, da vivi,<br />
sicuramente mai avrebbero potuto<br />
immaginare di potersi un giorno fare<br />
veicolo, neppure inconscio. Allo stesso<br />
modo basta prestare anche una distratta<br />
attenzione a un notiziario televisivo<br />
e, dopo qualche minuto eccoti<br />
sullo schermo uomini in camice bianco<br />
e stivali che portano capaci borsoni<br />
il cui contenuto è facilmente intuibile,<br />
anche perché ripresenta, con<br />
poche varianti, immagini venute negli<br />
anni scorsi ripetutamente e spesso<br />
senza preavviso nei nostri soggiorni,<br />
da aree relativamente vicine, interno<br />
del paese compreso, a testimoniare<br />
una barbarie che rende alfi ne gli uomini<br />
eguali, almeno nel nefando intendimento<br />
di sterminare i loro simili.<br />
Le immagini vengono stavolta dalla<br />
Slovenia, il luogo si trova non lontano<br />
da Krško e si chiama Huda jama,<br />
nome certamente non beneaugurale.<br />
Poi si entra nei meccanismi dell’informazione<br />
quotidiana, nelle modalità<br />
in cui viene intesa ad esempio dalla<br />
Tv nazionale croata e, sicuramente<br />
con poche o nessuna differenza, anche<br />
dalle altre. Una delle tante trasmissioni<br />
sul tema è andata in onda<br />
allo scadere della prima decade del<br />
mese, diretta da una delle conduttrici<br />
d’assalto, una che, per intenderci, già<br />
da quindici anni a questa parte non ha<br />
dubbi sul fatto che si debba innanzitutto<br />
tifare per il proprio paese, quale<br />
che sia la sua posizione oggettiva nelle<br />
contese con altri. Così è stato anche<br />
stavolta. Posto che lo spettatore<br />
non di necessità è sempre informato<br />
sugli ultimi sviluppi del tema dato,<br />
era lecito sperare che gli venissero<br />
forniti i dovuti ragguagli.<br />
Nulla di tutto questo. Dopo una<br />
scheletrica introduzione, la navigata<br />
redattrice ha preferito andare sul sicuro,<br />
mandando subito in onda il fi l-<br />
In primo piano<br />
Come vengono trattate le informazioni sulle vittime di Huda jama<br />
Più che l’orrore poté la speculazione<br />
mato sulla vita compiuta al sito dalla<br />
vicepremier, accompagnata dal ministro<br />
degli Interni. Dunque nessun<br />
impegno per un’opera pià approfondita.<br />
Era molto più importante dare<br />
spazio ai “propri” politici e riportare<br />
i loro discorsi che magari potrebbero<br />
sembrare di una certa profondità,<br />
se non ci fossero altri elementi a<br />
indicare trattarsi di parole al vento o<br />
poco più. Che cosa ha detto la vicepremier?<br />
Che il governo è intenzionato<br />
a fare piena luce sulle vittime e<br />
che i colpevoli vanno puniti, senza<br />
pietà. Sul primo elemento non c’è veramente<br />
niente di nuovo. Ogni governo<br />
che si rispetti ha fra i propri compiti<br />
prioritari quello di promuovere e<br />
garantire la giustizia, e di perseguire<br />
coloro che la minacciano. In quanto<br />
alla punizione, una domanda inevitabile:<br />
quanto in alto arriverà? Un rapido<br />
calcolo: se si suppone che i presunti<br />
colpevoli nel ‘45 avevano l’età<br />
minima di vent’anni, oggi ne dovrebbero<br />
avere 84. Si sa che nell’esercito<br />
partigiano le promozioni fi occavano,<br />
ma comunque c’è da chiedersi:<br />
un militare che ha solo vent’anni,<br />
quanto può trovarsi in alto nella<br />
gerarchia? Sicuramente non tanto da<br />
poter essere collocato fra i mandanti.<br />
La dichiarazione pertanto, restando<br />
nel linguaggio militare, è nient’altro<br />
che un colpo a salve.<br />
Inoltre, muovendosi con abilità,<br />
la balda conduttrice è riuscita a mettere<br />
al muro uno dei due interlocutori<br />
sloveni che parlavano dallo studio<br />
della Tv lubianese, costringendolo<br />
ad ammettere che il presidente<br />
Turk aveva sbagliato defi nendo la<br />
questione come secondaria. Era stata,<br />
questa, un’uscita di cui la giornalista<br />
rampante ha voluto rilevare subito<br />
l’inaccettabilità. Un’uscita che però,<br />
in questo senso, si discostava assai<br />
poco da quella, sopra citata, della vicepremier,<br />
che la giornalista si è ben<br />
guardata dal commentare in negativo,<br />
seppur sicuramente ben cosciente<br />
della sua assurdità. Una posizione<br />
che nel suo piccolo dimostra che oggi<br />
il senso di giustizia nel mondo è assente<br />
come lo era ieri e prima. ●<br />
Costume<br />
e scostume<br />
Fatta la biopsia<br />
ci pensa il malato<br />
Effettuata una biopsia al rene,<br />
un’anziana zaratina ha dovuto<br />
provvedere da sola affi nché il<br />
campione prelevato raggiungesse<br />
a Zagabria il laboratorio per essere<br />
sottoposto ad analisi. E bisognava<br />
anche concludere presto<br />
tutta l’opera: al massimo nell’arco<br />
delle sei ore successive, aveva<br />
detto il medico curante ai trasecolati<br />
parenti. I quali, obbedienti,<br />
si sono affrettati a consegnare la<br />
speciale bottiglia refrigerante al<br />
conducente di un autobus di linea.<br />
A Zagabria era ad attendere un<br />
altro parente che ha prelevato il<br />
contenitore e l’ha portato di volata<br />
al laboratorio ospedaliero. Nulla<br />
d’insolito anche se la famiglia<br />
della donna non sapeva che questa<br />
a Zara è prassi che va avanti<br />
ormai da sette anni. Mancando<br />
infatti un microscopio elettronico<br />
il cui prezzo è molto alto, l’ospedale<br />
locale ha escogitato questo<br />
sistema che ha comunque il vantaggio<br />
di evitare al malato di farsi<br />
un viaggio a Zagabria solo per<br />
sottoporsi alla biopsia. In compenso<br />
spetta a lui l’obbligo di occuparsi<br />
a tutti gli effetti dell’invio<br />
del materiale prelevato, ed anche<br />
di accollarsi le inevitabili spese<br />
di spedizione. Cosciente dell’importanza<br />
insita in un rapido inoltro,<br />
il giorno previsto per l’esame<br />
tutto il team sanitario impegnato<br />
si presenta al lavoro in anticipo,<br />
ha spiegato ai giornalisti il medico.<br />
E se il prezioso contenuto andasse<br />
perduto? Finora non è mai<br />
successo, ha detto con orgoglio il<br />
dottore, a illustrare un caso che illustra<br />
emblematicamente e con<br />
grande trasparenza lo stato in cui<br />
si trova la nostra sanità.<br />
<strong>Panorama</strong> 3