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26 Panorama Reportage Nel programma «Per chi non scia» tra l’altro anche le ciaspolate In Alta Badia come Davy Crockett testi e foto di Ardea Velikonja Badia, con oltre 500 chilometri di piste collega- L’Alta te fra di loro all’interno del comprensorio sciistico del “Dolomiti Superski”, negli ultimi anni è diventata meta di sciatori provenienti da diverse parti. Secondo gli ultimi dati, nei mesi invernali quest’area reistra circa un milione di presenze, mentre in estate si attesta sulle 800.000. Non meno interessante il dato che, in specifi co riferimento a questa stagione, i cittadini croati risultano terzi in quanto a pernottamenti, preceduti dai tedeschi, secondi, e dagli italiani al primo posto. Però non tutti coloro che vengono a Corvara, Colfosco, Pedraces, San Cassiano, La Villa, Badia, ecc., sono sciatori e quindi il Consorzio turistico locale ha pensato bene di “riempire le giornate” anche dei non sciatori. Di conseguenza sono state messe a punto anche parecchie piste per lo sci di fondo, più adatte alle persone in età, frequentate con molta più intensità di quanto uno sarebbe por- Con le ciaspole si può provare l’emozione di camminare sulla neve fresca senza sprofondare Alla scuola sci di fondo di San Cassiano si possono noleggiare le scarpe e le racchette da neve tato a pensare anche dagli over settanta. Ci sono poi parchi giochi per bambini accompagnati, serve dirlo? in primo luogo dalle mamme e quindi da nonni, molto solerti nell’accudire alla terza generazione dopo aver messo al mondo e fatto crescere la seconda, che adesso se la spassa con gli sci ai piedi. Attorno alle piste, dato che la neve abbonda (non se ne vedeva tanta dal 1951, ci è stato detto da un abitante del posto) sono stati battuti sentieri per passeggiate, e create piste per slittini. Gli amanti del pattinaggio hanno poi a disposizione a Corvara lo stadio del ghiaccio e il lago di Badia. Il programma del Consorzio turistico, denominato “Se non scio” ovviamente comprende i centri benessere che negli ultimi anni hanno avuto un grande successo. Concedersi una nuotata, un idromassaggio, un massaggio fatto da mani esperte dopo una giornata passata sugli sci è diventato quasi d’obbligo ed ecco che sempre più alberghi sono dotati dei centri relax. Chi non vuole camminare può farsi un’escursione con la slitta a cavallo, un’escursione incantevole nel silenzio ovattato dalla neve in cui si sentono solo le campanelle dei cavalli. Aria pura, manto in- nevato intatto, fatte salve le impronte di qualche lepre o daino. La slitta fa il giro dei boschi passando sopra i recinti che nel corso della bella stagione fungono da dimora a mucche e pecore. Infatti a fondo valle la neve è alta quasi due metri e quindi le casette delle malghe appena si intravvedono, sembrano che i tetti si siano piegati sotto il folto manto nevoso. A guidare la slitta chi troviamo? Un indiano, venuto undici anni fa da un paese non lontano da New Delhi. Gli chiedo: “Ma tu come sei arrivato qui?” “Ero in cerca di lavoro e qui l’ho trovato. Cosa credi tu, italiani non vogliono lavorare in stalla con cavalli, dicono che puzzano. Ma per me è lo stesso, basta lavorare. Copriti tu, eccoti la coperta perché fa freddo” e mi porge una coperta da mettermi sulle ginocchia. “Ora io mostro te come faccio. Vedi, ho slitta e ruote. Dobbiamo passare un piccolo pezzo di asfalto, allora alzo la slitta e calo le ruote. Vedi? Sono bravo sai”. Scherzando gli dico: “Ma tu venendo dall’India, non hai freddo qui”. “Ho freddo sì, tanto, ma lavorare si deve. Vedi che bel cappello che ho. C’è tanta concorrenza sai, io la chiamo la mafi a dei cavalli. Siamo in tanti e devo battermi per ave-

L’Alta Badia è un paradiso anche per chi non scia re ospiti. Quando la stagione è buona riesco a guadagnare anche mille euro al giorno, ma vanno al padrone non a me, sai, non pensare che i soldi sono miei. Costa caro tenere un cavallo cosa credi, e il mio padrone ne ha parecchi”. Dopo questo simpatico incontro vado a vedere l’ultima trovata in ordine di tempo: le escursioni con le ciaspole che non sono altro che le moderne racchette da neve come quelle usate dal leggendario Davy Crockett. Le escursioni, con l’accompagnatore, partono dalla scuola Sci di fondo di San Cassiano. Qui si noleggiano scarpe (che devono essere come quelle da trekking) e ciaspole, in alluminio, del tutto adeguate ai tempi d’oggi. Innanzitutto l’istruttore spiega che nella scelta l’elemento essenziale è il peso della persona. Un paio di bastoncini aiutano a camminare meglio, specie in salita. Tutti, sia bambini che persone anziane, possono partecipare all’escursione. Scopo principale è quello di muoversi nella natura, ovvero provare l’emozione di camminare sulla neve fresca, immacolata, alta anche due metri senza sprofondare. Si parte in gruppo dal fondovalle per poi salire, fra gli alberi del bosco, mentre la guida illustra le peculiarità dell’ambiente e i mutamenti profondi connessi alle stagioni. Addentrandosi sempre più nei Reportage I tre tipi di racchette da neve Le racchette da neve nascono, per ovvie ragioni, in ambiente montano ad ingegno di cacciatori, contadini e villici per risolvere il problema degli spostamenti anche durante i mesi invernali. L’ideazione delle racchette da neve va però ricondotta alle popolazioni del nord America e del nord Asia, ovvero in area siberiana. Sembrerebbe che il primato per l’invenzione delle ciaspole vada alle popolazioni paleosiberiane. L’adozione delle racchette da neve viene riscoperta negli ultimi anni soprattutto nel mondo dell’escursionismo di montagna. Ad oggi ne vengono prodotte dalle caratteristiche tecniche estremamente avanzate (leggerezza, resistenza, capacità di galleggiamento, rapida indossabilità). Esistono vari tipi di ciaspole e per rigore sistematico possiamo dire che ci sono 3 tipi differenti: a fagiolo, canadesi, moderne. Va detto però che questa catalogazione sistematica è puramente ideale ma riesce a rappresentare correttamente la loro evoluzione nel corso della storia. Racchetta da neve fagiolo: si tratta del modello più semplice ed economico, probabilmente non se ne trovano neppure più in commercio. Si tratta di racchette costituite da una intelaiatura ovale (appunto a forma di fagiolo). Su tale intelaiatura, di legno o di alluminio, sono inseriti dei cordini intrecciati fra di loro a formare appunto un rete. Questa rete si fi ssa al piede tramite lacci e fettucce. Racchetta da neve canadese: molto più lunghe rispetto a quelle da neve a fagiolo le racchette canadesi erano originariamente costituite di legno intrecciato, provviste di una lunga coda e di fettucce per attaccarle ai piedi. Moderni modelli di racchette da neve: il mercato offre dei prodotti tecnologicamente molto avanzati caratterizzati da facile trasportabilità data la loro leggerezza, resistenza, indice di galleggiamento molto alto, rapida indossabilità. Le ciaspole moderne possono essere provviste di attacco automatico per scarponi da neve e spesso presentano un piccola ramponatura al di sotto per migliorare la presa anche su terreni lievemente inclinati. ● boschi se si ha fortuna si può incappare in qualche animale e per questa ragione in una delle escursioni i partecipanti vengono muniti di binocolo. Insomma, per concludere, le ciaspolate sono ideali per gli amanti della natura. ● Panorama 27

26 <strong>Panorama</strong><br />

Reportage<br />

Nel programma «Per chi non scia» tra l’altro anche le ciaspolate<br />

In Alta Badia come Davy Crockett<br />

testi e foto di Ardea Velikonja<br />

Badia, con oltre 500<br />

chilometri di piste collega-<br />

L’Alta<br />

te fra di loro all’interno del<br />

comprensorio sciistico del “Dolomiti<br />

Superski”, negli ultimi anni è diventata<br />

meta di sciatori provenienti<br />

da diverse parti. Secondo gli ultimi<br />

dati, nei mesi invernali quest’area<br />

reistra circa un milione di presenze,<br />

mentre in estate si attesta sulle<br />

800.000. Non meno interessante<br />

il dato che, in specifi co riferimento<br />

a questa stagione, i cittadini croati<br />

risultano terzi in quanto a pernottamenti,<br />

preceduti dai tedeschi, secondi,<br />

e dagli italiani al primo posto.<br />

Però non tutti coloro che vengono<br />

a Corvara, Colfosco, Pedraces, San<br />

Cassiano, La Villa, Badia, ecc., sono<br />

sciatori e quindi il Consorzio turistico<br />

locale ha pensato bene di “riempire<br />

le giornate” anche dei non sciatori.<br />

Di conseguenza sono state messe<br />

a punto anche parecchie piste per<br />

lo sci di fondo, più adatte alle persone<br />

in età, frequentate con molta più<br />

intensità di quanto uno sarebbe por-<br />

Con le ciaspole si può provare<br />

l’emozione di camminare sulla<br />

neve fresca senza sprofondare<br />

Alla scuola sci di fondo di San Cassiano si possono noleggiare<br />

le scarpe e le racchette da neve<br />

tato a pensare anche dagli over settanta.<br />

Ci sono poi parchi giochi per<br />

bambini accompagnati, serve dirlo?<br />

in primo luogo dalle mamme e quindi<br />

da nonni, molto solerti nell’accudire<br />

alla terza generazione dopo aver<br />

messo al mondo e fatto crescere la<br />

seconda, che adesso se la spassa con<br />

gli sci ai piedi. Attorno alle piste,<br />

dato che la neve abbonda (non se ne<br />

vedeva tanta dal 1951, ci è stato detto<br />

da un abitante del posto) sono stati<br />

battuti sentieri per passeggiate, e<br />

create piste per slittini. Gli amanti<br />

del pattinaggio hanno poi a disposizione<br />

a Corvara lo stadio del ghiaccio<br />

e il lago di Badia. Il programma<br />

del Consorzio turistico, denominato<br />

“Se non scio” ovviamente comprende<br />

i centri benessere che negli<br />

ultimi anni hanno avuto un grande<br />

successo. Concedersi una nuotata,<br />

un idromassaggio, un massaggio<br />

fatto da mani esperte dopo una<br />

giornata passata sugli sci è diventato<br />

quasi d’obbligo ed ecco che sempre<br />

più alberghi sono dotati dei centri<br />

relax. Chi non vuole camminare<br />

può farsi un’escursione con la slitta<br />

a cavallo, un’escursione incantevole<br />

nel silenzio ovattato dalla neve<br />

in cui si sentono solo le campanelle<br />

dei cavalli. Aria pura, manto in-<br />

nevato intatto, fatte salve le impronte<br />

di qualche lepre o daino. La slitta<br />

fa il giro dei boschi passando sopra i<br />

recinti che nel corso della bella stagione<br />

fungono da dimora a mucche e<br />

pecore. Infatti a fondo valle la neve<br />

è alta quasi due metri e quindi le casette<br />

delle malghe appena si intravvedono,<br />

sembrano che i tetti si siano<br />

piegati sotto il folto manto nevoso.<br />

A guidare la slitta chi troviamo?<br />

Un indiano, venuto undici anni fa da<br />

un paese non lontano da New Delhi.<br />

Gli chiedo: “Ma tu come sei arrivato<br />

qui?” “Ero in cerca di lavoro e qui<br />

l’ho trovato. Cosa credi tu, italiani<br />

non vogliono lavorare in stalla con<br />

cavalli, dicono che puzzano. Ma per<br />

me è lo stesso, basta lavorare. Copriti<br />

tu, eccoti la coperta perché fa freddo”<br />

e mi porge una coperta da mettermi<br />

sulle ginocchia. “Ora io mostro<br />

te come faccio. Vedi, ho slitta e<br />

ruote. Dobbiamo passare un piccolo<br />

pezzo di asfalto, allora alzo la slitta<br />

e calo le ruote. Vedi? Sono bravo<br />

sai”. Scherzando gli dico: “Ma tu<br />

venendo dall’India, non hai freddo<br />

qui”. “Ho freddo sì, tanto, ma lavorare<br />

si deve. Vedi che bel cappello<br />

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