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20 Panorama Arte Al Museo Correr in esposizione oltre novanta opere di Fortunato Depero Dare scheletro e carne all’invisibile di Erna Toncinich Il Carnevale di Venezia 2009 è stato “contaminato” da un gruppo di fi guranti venuti dal nord. L’”intrufolamento” ha avuto a che vedere con un avvenimento artistico in atto nella città lagunare: si è trattato di un omaggio che il gruppo, di Serrada nel Trentino, ha voluto fare ad un artista del loro territorio, Fortunato Depero. Partito da Piazzale Roma nei costumi da lui disegnati, il gruppo di fi guranti si è piazzato dinanzi al Museo Correr in Piazza San Marco, spazio che ospita l’ultima mostra dell’artista, un’anticipazione, questa, sulla grande esposizione sul futurismo, primo e unico movimento artistico italiano di carattere internazionale. E Depero è stato un futurista. Serrada, la località trentina nella quale l’artista di sovente si ritirava, già da anni, lo ricorda allestendo cortei carnascialeschi con carri e scenografi e riprese dalla vastissima produ- La Casa Museo Depero di Rovereto, primo e unico museo futurista d’Italia zione deperiana, e quest’anno in cui ricorrono i cent’anni del movimento futurista, eccoli a Venezia, a “contaminare”, con i loro variopinti e stravaganti costumi, il suo tradizionale, sofi sticato e sfarzoso Carnevale. La mostra al Correr, comprendente opere che vanno dal 1914 al 1956, pone in visione il poliedrico Depero creativo in una gamma di campi straordinariamente estesa, dalla pittura alla scultura e all’architettura, dal design alla grafi ca pubblicitaria, alla scenografi a, dalla letteratura ad una vasta creatività nelle arti applicate. E non sempre da futurista “puro”, perché sin dall’inizio della sua attività artistica coglie ed elabora, sempre con originalità, varie tendenze d’avanguardia, in primis cubismo ed espressionismo, sempre come autore di forme ben delineate, chiare e spigolose, giocate in scomposizioni di ascendenza cubista, e colorate, quasi nella totalità, da colori trillanti e contrastanti. Le oltre novanta opere esposte nel museo veneziano provengono tutte dalla collezione di un medico oculista, Giuseppe Fedrizzi, che negli ultimi anni aveva in cura sia Depero che sua moglie Rosetta. Erano per questi anni piuttosto diffi cili dal punto di vista economico, ed il medico, appassionato dell’opera del suo paziente, oltre ad acquistare soprattutto opere di pittura, ne riceveva altre in cambio dei suoi servizi. Era stato l’allineamento dell’artista con il fascismo, espresso anche con la pubblicazione di un libro intitolato “A passo romano”, che, con la

Fortunato Depero fi ne del secondo confl itto mondiale, fece cessare l’interesse per la sua attività artistica. Successivamente, a partire dagli inizi degli anni Settanta, le numerose mostre allestite in varie città italiane nonché gli scritti di alcuni storici dell’arte hanno portato ad una rivalutazione della sua opera. Nato nel 1892 a Fondo, nella Valle di Non, Fortunato Depero compie gli studi di arti applicate a Rovereto dove per alcuni anni farà il marmista di lapidi sepolcrali, dopo un tentativo, non riuscito, di accedere all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Poco più che ventenne, conosce i futuristi Bal- la (che diventerà suo maestro) e Boccioni, il maggior esponente del movimento. Diaghilev, il mago dei balletti russi, lo ingaggia come scenografo e costumista per un suo spettacolo, “Il canto dell’usignolo”, commessa non completamente realizzata dall’artista, occupato con Picasso a creare i costumi per un altro spettacolo. Non solo multiforme ma straordinariamentre produttivo, Depero si fa ben presto conoscere attraverso le più importanti esposizioni d’arte, la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma, a Parigi, oltreoceano, a New York dove per due anni svolge un’ampia e intensa attività. Assieme a Balla, nel 1915,appone la sua fi rla al Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo. ”...daremo scheletro e carne all’invisibile, all’impalpabile, all’imponderabile, all’impercettibi- Arte le...” è la massima di questo documento, il cui testo è accompagnato da opere fi gurative dei due estensori e segna il passaggio tra il Primo ed il Secondo futurismo. Nel 1959 Depero crea a Rovereto anche un museo, il suo museo, luogo ”...dove avanguardia e memoria convivono...” e ”...luogo dinamico di incontro e formazione...”. Nel gennaio scorso il Comune di Rovereto ed il MART (Museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento, fondato nel 1980), ripreso il progetto museale dell’artista, hanno dato vita alla Casa d’arte futurista Fortu- nato Depero, primo e unico museo futurista d’ Italia, che si pone come una grande e pregevole vetrina delle creazioni futuriste e non di Fortunato Depero: disegni, dipinti, scenografi e, marionette, cartelloni pubblicitari, tarsie in legno, stoffe, soluzioni grafi - che, libri, poesie, prose, arazzi, costumi... eccetera, eccetera. ● Panorama 21

Fortunato Depero<br />

fi ne del secondo confl itto mondiale,<br />

fece cessare l’interesse per la sua attività<br />

artistica. Successivamente, a partire<br />

dagli inizi degli anni Settanta, le<br />

numerose mostre allestite in varie città<br />

italiane nonché gli scritti di alcuni<br />

storici dell’arte hanno portato ad una<br />

rivalutazione della sua opera.<br />

Nato nel 1892 a Fondo, nella Valle<br />

di Non, Fortunato Depero compie<br />

gli studi di arti applicate a Rovereto<br />

dove per alcuni anni farà il marmista<br />

di lapidi sepolcrali, dopo un tentativo,<br />

non riuscito, di accedere all’Accademia<br />

di Belle Arti di Vienna. Poco più<br />

che ventenne, conosce i futuristi Bal-<br />

la (che diventerà suo maestro) e Boccioni,<br />

il maggior esponente del movimento.<br />

Diaghilev, il mago dei balletti<br />

russi, lo ingaggia come scenografo e<br />

costumista per un suo spettacolo, “Il<br />

canto dell’usignolo”, commessa non<br />

completamente realizzata dall’artista,<br />

occupato con Picasso a creare i costumi<br />

per un altro spettacolo.<br />

Non solo multiforme ma straordinariamentre<br />

produttivo, Depero si<br />

fa ben presto conoscere attraverso le<br />

più importanti esposizioni d’arte, la<br />

Biennale di Venezia, la Triennale di<br />

Milano, la Quadriennale di Roma, a<br />

Parigi, oltreoceano, a New York dove<br />

per due anni svolge un’ampia e intensa<br />

attività. Assieme a Balla, nel<br />

1915,appone la sua fi rla al Manifesto<br />

della ricostruzione futurista dell’universo.<br />

”...daremo scheletro e carne<br />

all’invisibile, all’impalpabile,<br />

all’imponderabile, all’impercettibi-<br />

Arte<br />

le...” è la massima di questo documento,<br />

il cui testo è accompagnato<br />

da opere fi gurative dei due estensori<br />

e segna il passaggio tra il Primo ed il<br />

Secondo futurismo.<br />

Nel 1959 Depero crea a Rovereto<br />

anche un museo, il suo museo, luogo<br />

”...dove avanguardia e memoria<br />

convivono...” e ”...luogo dinamico di<br />

incontro e formazione...”. Nel gennaio<br />

scorso il Comune di Rovereto ed<br />

il MART (Museo d’arte moderna e<br />

contemporanea di Rovereto e Trento,<br />

fondato nel 1980), ripreso il progetto<br />

museale dell’artista, hanno dato<br />

vita alla Casa d’arte futurista Fortu-<br />

nato Depero, primo e unico museo<br />

futurista d’ Italia, che si pone come<br />

una grande e pregevole vetrina delle<br />

creazioni futuriste e non di Fortunato<br />

Depero: disegni, dipinti, scenografi e,<br />

marionette, cartelloni pubblicitari,<br />

tarsie in legno, stoffe, soluzioni grafi -<br />

che, libri, poesie, prose, arazzi, costumi...<br />

eccetera, eccetera. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 21

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