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Questo può essere di particolare
importanza qualora altre banche centrali
inizino a fare (o stiano già facendo)
altrettanto. Dal momento che le riserve
valutarie delle banche centrali ammontano
(dato fine 2008) complessivamente a
6.700 miliardi di dollari, è comprensibile
come anche piccoli cambiamenti nella
composizione possano avere un impatto
significativo sul mercato: un movimento
dell’1% equivale a 67 miliardi di USD in
vendita.
Il vice-governatore della banca centrale
russa ha poi aggiunto che questi
aggiustamenti non rappresentano un
cambiamento fondamentale nel modo
in cui la banca centrale intende detenere
le sue riserve, ma il report annuale citato
è certamente chiaro nel messaggio che
emerge dai numeri.
Gli ultimi dati IMF sulla composizione
delle riserve valutarie globali hanno
mostrato significative vendite di dollari
nell’ultimo trimestre del 2008 (Exhibit
1), come menzionato in passato (Not so
reserved?, 7 Aprile 2009).
Sono stati venduti dollari per 176 miliardi
nel Q4 2008, il che suggerisce che già
allora le banche centrali avevano iniziato
a uscire parzialmente dal dollaro, anche se
è difficile affermarlo con certezza visto che
la pesante crisi finanziaria in quel trimestre
aveva spinto diverse banche centrali dei
paesi emergenti a vendere dollari per
difendere le proprie valute da eccessive
svalutazioni.
aCCordi CommErCiaLi
E SdrS, aLtrE formE di
aLLontanamEnto daL
doLLaro
Alcune banche centrali hanno mostrato
una volontà meno diretta di ripudiare
il dollaro. Mr. Zhou, governatore della
PBOC, ha di recente pubblicato un saggio
sul sito internet della banca in cui discute
Exhibit 1. Central bank buying of major currencies (quarterly)
Source: Nomura, IMF
POLITICHE MONETARIE FX
la necessità di creare una valuta di riserva
“scollegata dai singoli stati”, eventualmente
nella forma di Special Drawing Rights
(SDRs). La Cina è anche entrata in una
serie di accordi commerciali bilaterali
con nazioni come Brasile e Argentina in
maniera da utilizzare le valute locali negli
scambi al posto dei dollari.
Questa settimana veniva nuovamente
riportato dai media, durante la visita del
presidente brasiliano in Cina, come le due
nazioni intendessero lavorare insieme verso
un utilizzo delle proprie monete e non del
dollaro nei loro scambi commerciali.
Anche se accordi simili di per sé possono
avere un impatto limitato, essi giungono
in un momento in cui gli USA stanno
perseguendo un’aggressiva politica di
Quantitative Easing che pensiamo possa
alla fine minare il valore del biglietto verde.
Come già detto di recente, sappiamo che
le autorità cinesi condividono la nostra
preoccupazione su questo aspetto e sui
rischi potenziali di inflazione futura se
la Fed non riuscisse a ridurre il bilancio
in maniera sufficientemente veloce
quando l’economia inizierà a riprendersi.
Di conseguenza riteniamo concepibile
che i grandi detentori di riserve valutarie
FX TRADER MAGAZINE Luglio - Settembre 1