spedizione in ap-70%-milano - Urban
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SPEDIZIONE IN A.P.-<strong>70%</strong>-MILANO<br />
LA CITTà COME NON L’AVETE MAI VISTa - 03.02.03 - EURO zero<br />
istruzioni per l’uso! una guida straord<strong>in</strong>aria per <strong>milano</strong>, roma, bologna e tor<strong>in</strong>o<br />
#15<br />
SALDI PER SPIE<br />
BASTA CON I SOLITI GADGET! REGALATE UN VISORE NOTTURNO<br />
MUSICI & SELVAGGI<br />
INCREDIBILE: QUANTO È POP LA MUSICA CONTEMPORANEA<br />
OCCHI DI DONNA<br />
MONICA TIMPERI, STORIE E RACCONTI DI UNA REGISTA HARD
SOMMARIO|FEBBRAIO<br />
11URBAN VOCI<br />
12 VOCE DI FIAMMA<br />
14 FRONTE DEL PORNO<br />
18ZERO-ZERO-SHOPPING<br />
22 ROMA, LA GUERRA IN CIELO<br />
24MUSICI & SELVAGGI<br />
27 THEURBANSLEEPERS<br />
35 URBAN GUIDA<br />
MUSICA 36<br />
LIBRI 39<br />
69 LIA CELI: IL MORBO DELLA ZUCCA PAZZA FILM 40<br />
TEATRO 42<br />
63 TRAPPOLE PER LIBRI<br />
URBAN Mensile - Anno 2, Numero 15 - 03.02.03<br />
direttore responsabile: ALESSANDRO ROBECCHI<br />
alessandro@urbanmagaz<strong>in</strong>e.it<br />
art direction: ALDO BUSCALFERRI<br />
aldo@urbanmagaz<strong>in</strong>e.it<br />
c<strong>ap</strong>oredattore: ANDREA DAMBROSIO<br />
andrea@urbanmagaz<strong>in</strong>e.it<br />
segreteria di redazione: DARIA PANDOLFI<br />
daria@urbanmagaz<strong>in</strong>e.it<br />
Registrazione Tribunale di Milano: n.286, 11.05.01<br />
presidente: SIMONA TEGELOF<br />
general manager: MARCO BOLANDRINA<br />
sales manager Italia: AUGUSTA ASCOLESE<br />
traffic: PAOLA MARTINI<br />
key account: ALFONSO PALMIERE<br />
Stampa: CSQ (centro stampa quotidiani),<br />
via dell’<strong>in</strong>dustria 6, Erbusco (Bs)<br />
Fotolito: Body&Type,<br />
via San Calocero 22, 20123 Milano<br />
Visioni molto urbane: il profilo della casa scomparsa<br />
e la massa critica delle biciclette che si mette <strong>in</strong> mostra.<br />
La città e le sue voci. Anzi, la città e le sue immag<strong>in</strong>i<br />
Per solutori più che abili: il folk e l’elettronica, la piva<br />
emiliana e il computer. E dentro-sopra-attraverso,<br />
una voce contad<strong>in</strong>a e moderna, antica e nuovissima.<br />
Fiamma, signor<strong>in</strong>a cantante. Eccola raccontata qui<br />
Monica Timperi sta dietro la macch<strong>in</strong>a da presa.<br />
Davanti, <strong>in</strong>vece, stanno uom<strong>in</strong>i e donne che fanno<br />
i numeri a colori, <strong>in</strong>tesi come sesso. Già, Monica<br />
fa la regista. Del tipo hard. E ci spiega come si fa<br />
Basta con la solita cravatta! Se proprio dovete fare un<br />
regalo, sceglietelo bene. Che ne dite di un grimaldello?<br />
E di un visore notturno? Tutte cose che possono servire,<br />
specie se per hobby fate la spia o l’<strong>in</strong>vestigatore<br />
privato. <strong>Urban</strong> va a fare la spesa, come James Bond<br />
Il gioco si fa duro, ragazzi. Un concerto di musica<br />
contemporanea non è un pranzo di gala, bisogna avere<br />
le orecchie attaccate al cervello. Ecco qualcuno che vi<br />
può aiutare: Sentieri Selvaggi cavalca proprio da quelle<br />
parti. E si diverte parecchio. Provate pure voi<br />
Dormire. Sì, con il ron-ron della città. Con il dolce<br />
rollìo dei mezzi pubblici. Con Parigi tutta <strong>in</strong>torno,<br />
come una coperta calda. La moda assopita <strong>in</strong> una<br />
città che non dorme mai. Reportage a occhi chiusi<br />
ARTE 45<br />
SHOPPING 47<br />
CLUB 48<br />
Editore: URBAN ITALIA srl<br />
via Tortona 27, 20144 Milano<br />
telefono 02/42292141 - fax 02/47716084<br />
urbanitalia@urbanmagaz<strong>in</strong>e.it<br />
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URBAN PUBBLICITÀ +39 02 42292141<br />
Distribuzione:<br />
URBAN ITALIA srl<br />
Copert<strong>in</strong>a: foto di Vanessa Beecroft<br />
VBVH.04.mi.dr - Dettaglio - detail / Stampa fotografica - cpr<strong>in</strong>t<br />
/ Foto di /Photo by Dusan Relj<strong>in</strong> - © Vanessa Beecroft<br />
Da Panorama Milano, Fondazione Nicola Trussardi<br />
BAR E RISTORANTI:<br />
MILANO 51<br />
ROMA 55<br />
BOLOGNA 59<br />
TORINO 61<br />
URBAN 7
12 URBAN<br />
Fiamma è il nome di battaglia. Fiamma sta dietro due<br />
occhioni tondi che sembrano stupirsi di tutto. Ha una<br />
voce chiara e contad<strong>in</strong>a e una banda che adora. Due<br />
dischi all’attivo e anche un sogno: farne altri e altri e altri<br />
e poi cantare ancora. Perché le piace e perché, dice lei, “ci<br />
credo e ho voglia di crederci”. La storia non è né semplice<br />
né complicata. Un giorno cantava <strong>in</strong> un festival e vede un<br />
tipo che arriva per parlare con lei. È Alberto Cottica,<br />
fisarmonicista (e altro) dei Modena City Ramblers che le<br />
dice: “Vogliamo fare il folk e l’elettronica, ci serve una<br />
voce”. Et voilà, Fiamma! Primo disco con il nome di<br />
Fiamma Fumana (per chi batte la bassa padana, la<br />
fumana è quel nebbione denso che si taglia col coltello),<br />
poi Contatto, firmato Fiamma e basta (Mescal/Sony),<br />
anche se attorno a lei c’è un gruppo vero, con Lady<br />
Jessica (dalla piva emiliana al basso elettrico), Medh<strong>in</strong> (dj<br />
e baller<strong>in</strong>a) e naturalmente l’Alberto di cui sopra<br />
(economista, musicista di combat-folk, chitarra,<br />
pianoforte, fisarmonica). Ma forse si fa prima a fare altri<br />
nomi, che certi critici hanno usato per spiegare Fiamma e<br />
la sua (loro) musica: Bjork, S<strong>in</strong>ead O’Connor, Talv<strong>in</strong> S<strong>in</strong>gh,<br />
Goran Bregovic, Nusrat Fateh Alì Khan. Oddio, che cas<strong>in</strong>o.<br />
Qui bisogna sentire lei.<br />
La Bjork della bassa? La S<strong>in</strong>ead emiliana? Fiamma,<br />
aiutami tu!<br />
Beh, bene. Servono paragoni quando non sanno dove<br />
piazzarti. Poi figurati, io le adoro tutte e due: S<strong>in</strong>ead è il<br />
canto tradizionale tr<strong>ap</strong>iantato nel pop, Bjork è<br />
l’espressività. Se mi offendo? Ma sei matto? Anzi, se è<br />
vero, grazie!<br />
E tutto così, come per caso...<br />
Più o meno. Alberto è arrivato e mi ha detto: sposiamo<br />
folk ed elettronica, e la voce sei tu. Seee, figurati. Ma<br />
dopo un po’ l’ho chiamato: dài, proviamo!<br />
E lui?<br />
Mi ha detto: tu canti come le donne emiliane... Ed è vero!<br />
Forse perché mi ha <strong>in</strong>segnato la nonna, forse perché<br />
laggiù <strong>in</strong> Emilia saremo forse più prov<strong>in</strong>ciali, ma proprio<br />
questo ci tiene vic<strong>in</strong>o alle radici. Poi, nel primo disco che<br />
ho <strong>in</strong>terpretato, ho c<strong>ap</strong>ito che avevo dentro questa cosa<br />
che piano piano veniva fuori. Solo dopo, <strong>in</strong> Contatto, ho<br />
provato a scrivere... Volevo vedere se le mie emozioni<br />
c’entrano qualcosa nella vita degli altri.<br />
E...?<br />
E... è una figata! E poi è bellissimo lavorare con altre<br />
donne. Ma sono ancora <strong>in</strong> travaglio, il primo pezzo l’ho<br />
scritto solo un anno fa... Se me lo lasciano fare vorrei<br />
proprio crescere, farlo di mestiere, cantare.<br />
Beh, per essere un gruppetto di nicchia, roba strana,<br />
elettronica e folk, avete girato parecchio.<br />
Vero, siamo stati <strong>in</strong> Gi<strong>ap</strong>pone, un giornalista gi<strong>ap</strong>ponese<br />
si <strong>in</strong>namorò di noi, <strong>in</strong>sistette per portarci a Tokyo.<br />
Strabiliante.<br />
E l’America, pure.<br />
Eh, sì, lì abbiamo voluto fare tutto da noi. Abbiamo<br />
suonato alla CMJ Music Marathon a New York. Pazzesco!<br />
Io cantavo <strong>in</strong> dialetto, <strong>in</strong> italiano, e quelli stavano lì. Non<br />
riuscivo a crederci, non se ne andavano! Stavano a<br />
sentire!<br />
Non ti stupire troppo, magari sei brava come dicono!<br />
Eh, se mi lasciano andare avanti... Ma cosa credi, io faccio<br />
l’impiegata, ho tre euro sul conto corrente... Però ci<br />
credo, eh!<br />
Si vede. E se potessi esprimere un sogno?<br />
Guarda, ho cantato al festival della canzone femm<strong>in</strong>ile, a<br />
Verona, sul palco con Alice. Ecco: mi piacerebbe essere<br />
come lei. In forma smagliante, ha fatto delle scelte anche<br />
strambe, ha coraggio, voce, tutto. Ma non siamo poche,<br />
sai? Penso a Elisa, a Meg dei 99 Posse, a Mara degli<br />
Ustmamò, che è un riferimento.<br />
Però il folk e l’elettronica... Non ti fa strano?<br />
Tutt’altro, è una cosa molto naturale. Ce lo siamo sempre<br />
detti nei nostri discorsi: se Melchiade Benni (grande<br />
viol<strong>in</strong>ista della tradizione popolare emiliana, ndr) fosse<br />
vivo oggi, userebbe i campionatori. Figurati se fanno<br />
paura a me che son venuta su sentendo i Kraftwerk e<br />
Moroder...<br />
Ecco, già che ci siamo: fuori c<strong>in</strong>que dischi!<br />
Vediamo... Homogenic di Bjork. The Lion and the Cobra di<br />
S<strong>in</strong>ead...<br />
Troppo facile!<br />
I Velvet Underground, quello con la banana, ovvio. Poi<br />
Kokko, delle Värtt<strong>in</strong>ä, un gruppo musicale femm<strong>in</strong>ile<br />
f<strong>in</strong>landese. E naturalmente De André, direi Anime salve.<br />
Quando si dice la varietà! E il pezzo che avresti voluto<br />
scrivere tu?<br />
Ah, non ho dubbi: In viaggio, dei CSI.<br />
FIAMMAELETTRONICA<br />
IL CANTO POPOLARE e la musica elettronica, la piva e il computer, le mond<strong>in</strong>e e l’avanguardia.<br />
Fiamma e il suo gruppo: un esperimento sonoro che fa vibrare il nebbione padano e lo percorre<br />
di brividi elettronici. Dall’Emilia, al Gi<strong>ap</strong>pone, a New York. Cantando<br />
testo: Roberto Giallo / foto: Andrea Spotorno<br />
URBAN 13
MONICA TIMPERI fa la regista di film porno. E da dietro<br />
la macch<strong>in</strong>a da presa racconta un mondo che nei vhs non<br />
si vede. Attori, attrici, costi e ricavi, pubblico. Dal produttore<br />
al consumatore, <strong>in</strong>somma. Di cosa? Di sesso<br />
Milano, pieno centro, tardo pomeriggio di un giorno<br />
feriale. Mi guardo circospetto tutt’<strong>in</strong>torno, poi mi <strong>in</strong>filo<br />
sotto il tendone dell’edicola. Mi schiarisco la voce e dico:<br />
“Buonasera, dovrei ritirare un pacco da parte di Monica<br />
Timperi”. Dall’altra parte del banco, un signore di una<br />
certa età mi guarda stralunato, ma poi risponde: “Sì certo,<br />
adesso guardo”. Alza una pigna di videocassette tripla X,<br />
scompare sotto il bancone, ne riemerge qualche secondo<br />
dopo e chiede: “Com’è che si chiama quella persona che<br />
le ha lasciato il pacchetto?”. “Monica Timperi”, rispondo.<br />
“Ah ecco”, mi dice lui. Sposta una pila di giornali e fa: “Sarà<br />
mica un pacco con i quotidiani?”. “No, guardi, dovrebbero<br />
essere un paio di videocassette”, e mentre glielo dico<br />
fa il suo <strong>in</strong>gresso sotto il tendone una ragazz<strong>in</strong>a, che<br />
diligentemente si mette <strong>in</strong> coda. “Che tipo di cassette?”<br />
<strong>in</strong>siste quello, come se nella sua edicola la facessero<br />
da padroni W<strong>in</strong>nie the Pooh e Truffaut e non film e riviste<br />
i cui titoli alludono a falli giganteschi, grovigli di corpi<br />
nudi <strong>in</strong>trecciati e prodezze alla Jury Chechi. Qualcosa<br />
non funziona, è chiaro. E io mica posso dire, davanti<br />
alla ragazza: “Guardi, si tratta di Fallo da Rigore e di<br />
Desiderando Giulia. Roba porno… sa, mi serve per lavoro”.<br />
Già, per lavoro: e chi ci crederebbe? Perciò r<strong>in</strong>grazio,<br />
spiego che forse mi sono sbagliato e senza lasciargli<br />
il tempo di rispondere esco dal tendone. Poi riprovo con<br />
l’edicola 100 metri più avanti e tutto fila liscio. È quella<br />
l’edicola giusta!<br />
Quando le racconto la scena, il giorno dopo, Monica<br />
Timperi se la ride. Indossa una camicia bianca, giacca e<br />
pantaloni blu. Un filo di trucco. È tra le pochissime registe<br />
– registe di film porno – italiane. Certo, si fatica a<br />
immag<strong>in</strong>arla sul set chessò…di Grazie Zia a dirigere il<br />
‘traffico’ e Ursula Cavalcanti. Durante l’<strong>in</strong>tervista parla del<br />
mondo dell’hard a volte quasi con distacco, come se non<br />
la riguardasse, a volte con il piglio c<strong>in</strong>ico del manager.<br />
Bus<strong>in</strong>ess is only bus<strong>in</strong>ess. E lei, <strong>in</strong>sieme a Silvio Band<strong>in</strong>elli<br />
– suo compagno di vita e nota firma dell’hard – gestisce<br />
FRONTEDELPORNO<br />
testo: Andrea Dambrosio / foto: Cesare Cicard<strong>in</strong>i / illustrazioni: Quickhoney<br />
una società di produzione, importazione e distribuzione di<br />
film hard. Roba da parecchie X.<br />
Come sei f<strong>in</strong>ita nel mondo del porno?<br />
Ho fatto per un po’ di tempo la pr al Piper e <strong>in</strong> altri locali<br />
romani e poi l’agente immobiliare. Al porno sono arrivata<br />
quasi per caso, quando ho <strong>in</strong>iziato a fare la r<strong>ap</strong>presentante<br />
di film hard a Roma per la società di un amico. All’<strong>in</strong>izio<br />
avevo dei dubbi… non mi sembrava il massimo della vita.<br />
E poi?<br />
La mia fortuna è stata <strong>in</strong>contrare un’altra donna che<br />
lavorava <strong>in</strong> quella società. Con lei ho fatto il primo giro<br />
nelle videoteche, dove non avevo a che fare con il pubblico<br />
f<strong>in</strong>ale.<br />
E adesso?<br />
Adesso non ho problemi nemmeno con i privati perchè ho<br />
scoperto questa piccola formula: essere molto sicuri e<br />
tranquilli e parlare di pornografia <strong>in</strong> modo professionale<br />
crea forse più imbarazzi dall’altra parte. Dalla parte<br />
dell’uomo. Diventa un gioco, un’arma.<br />
Dalla distribuzione alla regia. Come?<br />
14 URBAN URBAN 15
Grazie a Silvio Band<strong>in</strong>elli, che <strong>in</strong>contro a Firenze nel ’96.<br />
Insieme fondiamo la Showtime, dividendoci i compiti: lui<br />
si sarebbe occupato della realizzazione del prodotto, film<br />
e pubblicità, io della distribuzione. Dopo un anno sono<br />
stata, anche come aiuto regista, sul set di Mamma, che<br />
poi Silvio ha portato pure alla Casa della Cultura di<br />
Milano, e poi ho deciso di buttarmi.<br />
Un’autodidatta, <strong>in</strong>somma.<br />
Non ho una preparazione specifica, ma credo di portare<br />
a casa un prodotto dignitoso.<br />
Secondo te c’è una regia al femm<strong>in</strong>ile nella<br />
pornografia o è vero che il porno è fatto da uom<strong>in</strong>i per<br />
uom<strong>in</strong>i?<br />
Non credo sia facile esprimere un punto di vista femm<strong>in</strong>ile<br />
nella pornografia… diciamo che secondo me è più<br />
femm<strong>in</strong>ile l’erotismo. Con la pornografia ti scontri con<br />
immag<strong>in</strong>i forti, con <strong>in</strong>quadrature di un certo tipo, penso<br />
per esempio alla penetrazione. La pornografia non sp<strong>in</strong>ge<br />
a esprimere questa femm<strong>in</strong>ilità che è qualcosa di più<br />
misterioso, di si-vede-e-non-si-vede.<br />
Il tuo ultimo film però mi sembra all’<strong>in</strong>segna del sivede-e-si-(stra)vede…<br />
Vedendo i miei prodotti e anche quelli di un’altra regista<br />
italiana ho notato che a volte le donne sono un poch<strong>in</strong>o<br />
più “forti” degli uom<strong>in</strong>i. Per assurdo il punto di vista<br />
femm<strong>in</strong>ile nel porno consiste nella ricerca di qualcosa<br />
di più scioccante.<br />
E da 0 a 10 nei tuoi film la storia, i dialoghi, la<br />
scenografia… quanto contano?<br />
Nei miei, nei nostri film, 8 pieno.<br />
Non stai esagerando?<br />
No, perché realizzo film che hanno una storia, una trama....<br />
altrimenti ci sono i film ‘all sex’, con solo scene di sesso.<br />
Per carità, se vuoi, la trama è anche una scusa per dare<br />
allo spettatore un alibi culturale per vedere un film hard,<br />
perché poi come diceva Joe D’Amato, “tutto gira <strong>in</strong>torno<br />
al buco del…”.<br />
Non ne dubito. E qu<strong>in</strong>di uno spettatore-tipo di un tuo<br />
film, al grido di “troppa trama!”, schiaccia sul tasto fast<br />
forward tra una fellatio e l’altra?<br />
Non credo perché, ripeto, ci sono anche film ‘solo sesso’.<br />
Quanti giorni impieghi per girare un porno?<br />
6-8 giorni circa. Certe volte si arriva ai 20 giorni.<br />
Quante scene hard ci sono <strong>in</strong> un tuo film?<br />
6 o 7, e durano dai 5 agli 8 m<strong>in</strong>uti ciascuna. Quanto<br />
tempo si impiega per girare una scena hard… dipende:<br />
la mia prima è durata 6 ore! L’attore voleva uccidermi…<br />
E ci credo. Strabiliante che ne avesse ancora la forza!<br />
Sei ore?<br />
Si, la ragazza era troppo fredda, io ero molto <strong>in</strong>sicura<br />
e cercavo di trovare situazioni e posizioni <strong>in</strong>teressanti. Sei<br />
ore però sono davvero troppe… hai pur sempre a che fare<br />
con uom<strong>in</strong>i e donne, anche se gli uom<strong>in</strong>i a volte sono<br />
veramente dei robot. Ho visto cose alla Blade Runner!<br />
Che r<strong>ap</strong>porto hai sul set con attori e attrici?<br />
Spesso abbiamo un r<strong>ap</strong>porto amichevole, molti si<br />
conoscono perché sono di frequente gli stessi. Io poi ho<br />
imparato ad <strong>ap</strong>profittare anche delle loro perversioni….<br />
E come li dirigi?<br />
A volte gli dici anche le posizioni da prendere. Dipende<br />
chiaramente dagli attori, anche se noi cerchiamo sempre<br />
dei ‘totali’ <strong>in</strong> cui si vedono i volti, oltre alla penetrazione.<br />
Qu<strong>in</strong>di magari vai lì e li sposti, li sistemi.<br />
A proposito di volti, quanto è importante lo sguardo <strong>in</strong><br />
una scena hard?<br />
È importante: è una mess<strong>in</strong>scena, e qu<strong>in</strong>di è importante<br />
che diano l’idea che si stanno divertendo.<br />
Sembra tutto così ovvio…<br />
No certo, ci sono anche i problemi. Per esempio all’<strong>in</strong>izio<br />
gli attori mi guardavano un po’ dall’alto <strong>in</strong> basso:<br />
non facevo parte del loro mondo, non avevo nemmeno<br />
mai fatto l’attrice porno. E pensavano: “E questa vuole<br />
<strong>in</strong>segnare a me a fare sesso?” Ma io ho cercato di<br />
<strong>ap</strong>profittare di questo loro esibizionismo.<br />
Attori e attrici che storia hanno alle spalle? Attori che<br />
ripiegano sul porno?<br />
No, è sicuramente l’esibizionismo che li sp<strong>in</strong>ge. Non<br />
esistono secondo me quelli che lo fanno esclusivamente<br />
per bisogno, anche perché non è che i guadagni siano<br />
così grandi. Allora una donna più che l’attrice hard fa la<br />
prostituta, così rimane anonima. Per certi versi, il c<strong>in</strong>ema<br />
porno è forse più ‘pulito’ del c<strong>in</strong>ema tradizionale perché<br />
non è che dici: “Bimba farò di te una stella se vieni a letto<br />
con me”. Quello devi fare, e qu<strong>in</strong>di…<br />
E tu che stai 10 ore sul set, quando torni a casa e fai<br />
l’amore con il tuo uomo… non ti viene un po’ da<br />
ridere?<br />
Dopo ore di riprese, <strong>in</strong> genere mi riposo! Comunque c’è<br />
sicuramente una iper-esposizione che <strong>in</strong> qualche modo<br />
<strong>in</strong>fluisce. Non viene da ridere, però… sicuramente qualche<br />
effetto collaterale c’è. Lo stesso accade sul set, dove ti<br />
passa davvero ogni voglia. A un nostro amico, per<br />
esempio, piaceva molto un’attrice: è voluto venire sul set<br />
per vederla dal vivo, ma dopo 5 m<strong>in</strong>uti russava a bocca<br />
<strong>ap</strong>erta!<br />
Non è mica una grande pubblicità per i film hard!<br />
Ma no, è che l’iper-esposizione alla f<strong>in</strong>e normalizza un po’.<br />
Allora ha ragione il regista Davide Ferrario quando<br />
scrive che chi pensa che il mondo dell’hard sia un<br />
ambiente trasgressivo sbaglia perchè “è uno degli<br />
ambiente più borghesi che si possano immag<strong>in</strong>are”.<br />
Non sono d’accordo, anzi mi sembra un po’ una stronzata.<br />
È comunque un ambiente trasgressivo: gli attori hanno<br />
un r<strong>ap</strong>porto con il sesso che non è certo quello di tutti.<br />
Per esempio, dietro le qu<strong>in</strong>te c’è l’attore che parla con te<br />
e magari <strong>in</strong>tanto si masturba.<br />
Cioè uno ti parla e <strong>in</strong>tanto si mena il batacchio?!<br />
Sì certo, è solo che “(si) ripassa la parte”, come dice Silvio!<br />
“SEI ORE PER UNA SCENA... L’ATTORE VOLEVA UCCIDERMI!”<br />
Prendo atto, ma a te allora cosa imbarazza?<br />
Mi imbarazza stare al centro dell’attenzione, essere ripresa,<br />
fotografata. Non sono esibizionista.<br />
E quanto guadagnano gli attori?<br />
Dipende: gli uom<strong>in</strong>i sui 600 euro a scena, le donne da<br />
600 a 1500-2000 euro. Poi varia anche <strong>in</strong> r<strong>ap</strong>porto alla<br />
notorietà, alla bellezza e alla prestazione… Gli uom<strong>in</strong>i<br />
però sono di meno e qu<strong>in</strong>di lavorano di più.<br />
E quanto costa girare un film porno?<br />
Il mio ultimo film, Desiderando Giulia, è costato sui 40 mila<br />
euro, tutto compreso. Poi sai, anche nell’hard il produttore<br />
è spesso per necessità anche distributore.<br />
Qual è, <strong>in</strong> Europa, la città del porno per eccellenza?<br />
Da un punto di vista produttivo, sicuramente Bud<strong>ap</strong>est. In<br />
generale, per produzione e attrici, tutti i Paesi dell’Est.<br />
E <strong>in</strong> Italia?<br />
Milano, come pubblico e sexy shop. Poi direi Roma.<br />
C’è differenza <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di pubblico tra città?<br />
Si, sicuramente. Per esempio ci sono film lesbo che noi<br />
distribuiamo e che a Roma e nel Lazio non vengono<br />
acquistati. Nel resto d’Italia sì. Lo stesso per i film gay.<br />
Il Centro Sud è spesso più ‘chiuso’ del Nord.<br />
E <strong>in</strong> una stessa città?<br />
Le differenze spesso le hai da quartiere a quartiere, ma è<br />
molto difficile c<strong>ap</strong>irne le ragioni perché la gente non parla<br />
di queste cose come di altri prodotti. È difficile fare le<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di mercato! Spesso poi nei centri storici ci sono<br />
poche videoteche che lavorano con l’hard, che va<br />
maggiormente <strong>in</strong>vece nelle zone più periferiche. Anche se<br />
dipende dalla città: a Roma, sono un po’ ovunque.<br />
E le sale a luci rosse che f<strong>in</strong>e hanno fatto?<br />
Ormai, non sono più importanti: la distribuzione oggi<br />
passa attraverso home video e tv, e qu<strong>in</strong>di sexy shop,<br />
videoteche, edicole e, meno, vendita per corrispondenza<br />
e <strong>in</strong>ternet. Posti diversi, per un pubblico diverso: <strong>in</strong> edicola<br />
secondo me va un pubblico che non vuole lasciare traccia<br />
e che non se la sente di entrare <strong>in</strong> un sexy shop.<br />
Nella videoteca vanno quelli che hanno meno problemi,<br />
ma anche meno soldi: affittano <strong>in</strong>vece di comprare.<br />
URBAN 17
CONSIGLI PER<br />
GLI ACQUISTI.<br />
Un manganello,<br />
un visore notturno.<br />
Un mazzo di<br />
grimaldelli, uno<br />
spray paralizzante.<br />
Ma è roba legale?<br />
Chi lo sa, ma <strong>in</strong>tanto<br />
la vendono.<br />
E <strong>Urban</strong> è andato<br />
a fare la spesa<br />
SPYSHOPPING<br />
testo: Cristiano Valli e Disma Pestalozza<br />
illustrazione: E-boy<br />
18 URBAN<br />
“Ma dove li prende questi fantastici giochetti?”<br />
Jack Nicholson, da Batman<br />
Che non si tratti di un negozio come tutti gli altri lo<br />
si c<strong>ap</strong>isce subito, già dal sito <strong>in</strong>ternet. Sezione<br />
filosofia, testuale: “… una veste <strong>in</strong>novativa e<br />
accattivante… creare con la simpatia e la cordialità<br />
una nuova tendenza… giovani e meno giovani di<br />
entrambi i sessi”. Perbacco! Peccato che “cordialità e<br />
simpatia” si facciano da parte quasi subito, f<strong>in</strong> dalla<br />
vetr<strong>in</strong>a di via Paolo da Cannobio, a Milano, per<br />
lasciare spazio a passamontagna neri aderenti<br />
dall’aria torva e per nulla rassicurante. Sopra i<br />
passamontagna, occhiali scuri. “Per vedere senza<br />
essere visti”, recita l’etichetta. Forse abbiamo avuto<br />
f<strong>in</strong>ora della cordialità un’idea un po’ naif.<br />
Sempre <strong>in</strong> vetr<strong>in</strong>a, altri scaffali. Svariati modelli di<br />
spray anti-aggressione, un manganello telescopico<br />
della lunghezza di una trent<strong>in</strong>a di centimetri con un<br />
asta di metallo allungabile, un <strong>in</strong>tera gamma di<br />
microspie. E poi tutto un repertorio di accessori da<br />
guardoni: visori notturni, microfoni direzionali,<br />
b<strong>in</strong>ocoli nucleari. Cose così. Dalla vetr<strong>in</strong>a ci facciamo<br />
anche un idea riguardo ai prezzi, si parte da un<br />
m<strong>in</strong>imo di 25 euro per il manganello-base per arrivare<br />
a svariate cent<strong>in</strong>aia di euro per gli oggetti più<br />
tecnologici e sofisticati. Cordialità e simpatia? Mah!<br />
Non ci resta che entrare. Ma cosa racconti al<br />
commesso di un posto del genere? Perché <strong>in</strong>somma, se
non siamo ex-KGB, dovremmo <strong>in</strong>teressarci a ciò che<br />
vendono lì dentro? Come fare, per sembrare due clienti<br />
qualsiasi? Una mimetica? Un tatuaggio da mar<strong>in</strong>e sul<br />
braccio?<br />
Appena dentro sembra di essere <strong>in</strong> quel momento dei<br />
film di Bond, James Bond, <strong>in</strong> cui al protagonista<br />
vengono mostrate le diavolerie che avrà a disposizione<br />
durante il film. Siamo circondati da spray antiaggressione,<br />
allarmi anti-scippo, rivelatori di banconote<br />
false, sistemi di sicurezza anti-<strong>in</strong>trusione, tele-camere<br />
spia, micro-trasmettitori e micro-ricevitori, scanner<br />
rivelatori di micro-spie. È un trionfo di ch<strong>in</strong>caglieria<br />
tecnologica e di etichette piene di parole piene di<br />
tratt<strong>in</strong>i. Una vera m<strong>in</strong>iera di tratt<strong>in</strong>i. Ti guardi <strong>in</strong>torno<br />
cercando di c<strong>ap</strong>ire che tipo di clientela passa da queste<br />
parti. Aspiranti 007? Navy Seal <strong>in</strong> erba? Diabolik ed Eva<br />
Kant? Nulla di tutto questo. Attualmente nel negozio c’è<br />
un aspirante guardone che valuta quale sistema di<br />
visore notturno è meglio prendere. Lo sentiamo<br />
chiedere al commesso come risolvere il suo problema,<br />
ha una casa molto grande <strong>in</strong> cui va spesso via la luce e<br />
non sa mai dove mettere i piedi. Il commesso sembra<br />
crederci (pazzesco!). Per adesso è dura che qui dentro ci<br />
si possano riconoscere “giovani e meno giovani di<br />
entrambi i sessi”. Anzi, siamo decisamente più su un<br />
target meno giovane, dal sesso molto ben def<strong>in</strong>ito.<br />
Non <strong>ap</strong>pena uno dei commessi ci si fa <strong>in</strong>contro, noi<br />
optiamo per la copertura meno impegnativa fra quelle<br />
concordate. Siamo <strong>ap</strong>passionati di stellette n<strong>in</strong>ja! È<br />
evidente che il commesso, con aria esperta, ci considera<br />
gli ennesimi guardoni timidi e si rassegna ad aspettare<br />
che, con noncuranza, il discorso vada a f<strong>in</strong>ire sui visori<br />
notturni. Ma noi vogliamo il tour completo. Iniziamo<br />
dagli spray. C’è l’ormai classico spray al peperonc<strong>in</strong>o,<br />
nella ancora più classica forma a bomboletta, oppure<br />
camuffato da penna. E poi c’è l’<strong>in</strong>credibile spray<br />
colorante che macchia la pelle. Una macchia che per una<br />
settimana non viene via. Più passa il tempo, più la<br />
macchia si allarga su tutto il corpo. A cosa serve? Non è<br />
illegale? Pare di no: serve per rendere <strong>in</strong>dividuabile un<br />
mal<strong>in</strong>tenzionato troppo veloce per essere fermato, ma<br />
non abbastanza per il “nostro” spray colorante. Mamma,<br />
mamma, mi hanno rubato tutto e mi hanno anche<br />
stuprato, però sono riuscita a spruzzargli la faccia di blu!<br />
Son soddisfazioni.<br />
Si prosegue. Manganelli. Il commesso ne prende <strong>in</strong><br />
mano uno e ci fa una dimostrazione pratica di come si<br />
tira un fendente. Accompagna tutto con una sorta di<br />
urletto, poi lo ripone aspettandosi ammirazione da<br />
parte nostra. Non per deluderlo (non ci permetteremmo<br />
mai), ma trova solo un vago sgomento. Ce ne mostra un<br />
altro tipo, uno con una impugnatura pazzesca. Protegge<br />
la mano e ricorda vagamente l’alabarda spaziale di<br />
Goldrake. “È un manganello molto particolare – dice –<br />
ha una sorta di meccanismo a serramanico: levando il<br />
t<strong>ap</strong>po che tiene chiusa l’asta del manganello questo si<br />
allunga di scatto e colpisce con estrema violenza<br />
l’obbiettivo”. “Scusi ma uno ci può andare <strong>in</strong> giro?” “No,<br />
no, però lo puoi tenere a casa”. Utile.<br />
Tra le vetr<strong>in</strong>ette sono esposti anche giubb<strong>in</strong>i antiproiettile<br />
e torce segnaletiche identiche a quelle che si<br />
usano sulle portaerei. Beh, certo, se uno ha un eliporto<br />
sul tetto di casa le torce segnaletiche sono un po’ la<br />
morte sua. Dagli articoli per il corpo a corpo si passa al<br />
settore spionaggio. È il trionfo dei microfoni direzionali,<br />
f<strong>in</strong>o a novanta metri di portata. Illegali? Tronfio, sicuro e<br />
con la faccia di chi la sa lunga il commesso risponde<br />
“Ma no, nessuno ti vieta di andare <strong>in</strong> un bosco ed<br />
ascoltare il canto degli uccelli!”. E ci mancherebbe!<br />
Stesso discorso per il microfono da muro, un aggeggio<br />
con cui sentire cosa succede nella stanza accanto. Per<br />
sentire se il bamb<strong>in</strong>o dorme tranquillo, ovviamente. Ci<br />
sono anche quelli con una portata maggiore, per sentire<br />
f<strong>in</strong> dall’altra parte della strada. Così se tu abiti <strong>in</strong> un<br />
posto e tuo figlio di due anni e ha già la sua<br />
20 URBAN<br />
UN GRIMALDELLO? SAI MAI... SE HAI PERSO LE CHIAVI...<br />
<strong>in</strong>dipendenza e va a dormire <strong>in</strong> una casa nel portone di<br />
fronte, stai più sereno.<br />
Altro giro, altro regalo. Passiamo al reparto dei<br />
guardoni. Occhiali a raggi X. Con questi puoi davvero<br />
vedere sotto i vestiti della gente, grazie a delle<br />
sofisticate lenti termiche. E poi, f<strong>in</strong>almente, i visori<br />
notturni, utilissimi, ti spiegano, se di notte vuoi s<strong>ap</strong>ere<br />
esattamente <strong>in</strong> che punto del giard<strong>in</strong>o sta scorazzando<br />
il tuo cane. E poi, ancora, un <strong>ap</strong>parecchietto che cambia<br />
la voce.<br />
Inf<strong>in</strong>e la cosa che forse ci stupisce di più. Un set, anzi<br />
vari tipi di set, di grimaldelli, ossia quegli oggett<strong>in</strong>i di<br />
metallo leggermente ricurvi che servono per forzare le<br />
porte. Ora che ci è chiaro il meccanismo, anticipiamo il<br />
commesso e facciamo bella figura. “Ovviamente servono<br />
nel caso uno perda le chiavi della macch<strong>in</strong>a e non abbia<br />
una copia!”. Certo, annuisce lui, ma attenti a non andarci<br />
<strong>in</strong> giro, che non è consentito. Ci sfugge come si possa<br />
<strong>ap</strong>rire la macch<strong>in</strong>a se non ci puoi andare <strong>in</strong> giro, ma non<br />
si può mica andare dietro a tutto quello che ci sfugge.<br />
Ecco, f<strong>in</strong>e del tour. È rimasta <strong>ap</strong>erta una vetr<strong>in</strong>etta e con<br />
la coda dell’occhio vediamo un tizio sulla c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a<br />
<strong>in</strong>filarsi <strong>in</strong> tasca con noncuranza un set di grimaldelli.<br />
Pover<strong>in</strong>o, avrà perso le chiavi della macch<strong>in</strong>a e si<br />
vergognerà a dirlo al p<strong>ap</strong>à…
UCCELLACCI&UCCELLINI<br />
LA GRANDE GUERRA<br />
nei cieli di Roma.<br />
Gabbiani <strong>in</strong> formazione<br />
presidiano l’Altare<br />
della Patria pensando<br />
che sia una scogliera.<br />
I poveri piccioni si<br />
danno alla fuga e<br />
le cornacchie serrano<br />
le fila. Il cielo come<br />
non l’avete mai visto<br />
testo: Daniela Amenta<br />
illustrazione: Gibi<br />
22 URBAN<br />
Il romanesco, che è l<strong>in</strong>gua prosaica ma <strong>in</strong> grado di<br />
superbe metafore, descrive bene la questione: “Pure gli<br />
uccelli hanno perso la brocca”. Intendendo per “brocca” il<br />
contenitore delle conoscenze, la traduzione è quasi<br />
simultanea. E poi basta alzare il naso <strong>in</strong> piazza Venezia per<br />
vederli, gli aerei “sbroccati”. Sono gabbiani reali: stazza<br />
super, becco giallo oro, cipiglio fiero. Hanno confuso il<br />
Vittoriano – proprio quello –, per una bianca scogliera e<br />
presidiano il centro di Roma tra svolazzi e stridii.<br />
Impossibile allontanarli. Sono <strong>in</strong> migliaia le nuove vedette<br />
del Milite Ignoto. E pur di acc<strong>ap</strong>arrarsi l’Altare della Patria<br />
<strong>in</strong> versione Dover, hanno combattuto e v<strong>in</strong>to una battaglia<br />
senza esclusioni di colpi con i gabbiani “vulgaris”, ricacciati<br />
lungo le sponde del Tevere. Gli etologi non hanno dubbi:<br />
“Il candore del travert<strong>in</strong>o, ripulito di recente, li ha confusi.<br />
In più il monumento è illum<strong>in</strong>ato notte e giorno, e il calore<br />
attrae i volatili mar<strong>in</strong>i. Non va neppure trascurata l’altezza<br />
del mausoleo che offre una perfetta visuale per chilometri<br />
e chilometri”. Tra le pietre risorgimentali, i gabbiani reali la<br />
fanno da padroni. Si accoppiano, nidificano. All’alba lo<br />
spettacolo è a metà tra l’<strong>in</strong>quietante e il sorprendente.<br />
Eccoli <strong>in</strong> volo, tutti assieme, a caccia di cibo mentre la<br />
c<strong>ap</strong>itale si trasforma <strong>in</strong> un borgo mar<strong>in</strong>aro. Con due colpi<br />
d’ala i “Liv<strong>in</strong>gstone de noantri” sono già al fiume, i più<br />
pigri razzolano tra i cest<strong>in</strong>i dei Fori Imperiali. Lo specchio<br />
di cielo è ampio ma circoscritto. Guai a superare il<br />
Testaccio, o peggio il quartiere Ostiense. Qui l’area è di<br />
pert<strong>in</strong>enza delle gracchianti cornacchie che somigliano a<br />
r<strong>ap</strong>aci tanto sono obese. Carnivore, per di più. Ennesima<br />
mutazione genetica che preoccupa non poco gli esperti.<br />
“Ostiense è un’altra zona strategica – spiegano i tipi della<br />
Lipu. F<strong>in</strong>o a qualche mese fa c’erano anche i mercati<br />
generali e le cornacchie si <strong>in</strong>gozzavano di tutto. Ora,<br />
costrette a una dieta forzata, attaccano quello che c<strong>ap</strong>ita.<br />
Pers<strong>in</strong>o passeri e piccioni. Se serve anche i gabbiani, ma<br />
con quelli reali è un match duro, da pesi massimi”.<br />
Uccellacci e uccell<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>somma, si contendono il cielo<br />
dell’Urbe. Prati, per dirne un’altra, è il rione degli storni,<br />
milioni di storni. Sfrecciano, disegnano spirali nel cielo<br />
vespert<strong>in</strong>o. Bello spettacolo. Solo che strade, macch<strong>in</strong>e e<br />
terrazzi, sono letteralmente ricoperti dal guano dei piccoli<br />
acrobati. Un t<strong>ap</strong>peto giallo-bianco scivoloso e<br />
impert<strong>in</strong>ente, per di più a due passi dal Vaticano. Per<br />
evitare spiacevoli “cadute dall’alto”, i residenti hanno<br />
<strong>in</strong>gaggiato le ronde anti-volatili che, armate di megafoni,<br />
hanno il compito di allontanarli. Attraverso gli altoparlanti<br />
viene trasmesso un richiamo al contrario, rumorosissimo.<br />
Gli storni, però, oramai hanno c<strong>ap</strong>ito il gioco. Si<br />
allontanano f<strong>in</strong>o all’Olimpico e poi ritornano. Lieti di<br />
scaricare le loro bombette sulle teste dei nemici terrestri.
A dirla tutta, ci siamo un po’ <strong>in</strong>timiditi. Perché qui si<br />
mastica pop, <strong>in</strong> tutti i sensi, e ci siamo trovati <strong>in</strong>vece<br />
davanti a musicisti coi fiocchi che giocano con la Musica<br />
Vera, quella Colta, quella per Pochi. Insomma, quelli di<br />
Sentieri Selvaggi, musicisti sopraff<strong>in</strong>i della<br />
Contemporanea (poi, se ci ripenso, tolgo tutti queste<br />
Fastidiose Maiuscole). Gente come Carlo Boccadoro e<br />
Filippo Del Corno, che anche senza volere li chiami<br />
“maestro”. Con loro c’è Andrea Miotto, un altro della<br />
banda, che di mestiere fa il giornalista, e sono i fondatori<br />
di questo gruppo di musici che (cito testualmente) “vuole<br />
avvic<strong>in</strong>are la musica contemporanea al grande pubblico”.<br />
Altri che ci vengono a trovare: Marcella Schiavelli<br />
(violoncello), Paola Fre (flauto), Thomas Schrott (viol<strong>in</strong>o).<br />
Campano da sei anni e fanno ogni anno un festival. Fanno<br />
concerti, fanno dischi. E fanno (gentili) quattro chiacchiere<br />
con <strong>Urban</strong>, che per quanto <strong>in</strong>timidito riesce a rompere il<br />
ghiaccio parlando con Boccadoro, uno dei maggiori<br />
compositori italiani, di quanto è bello The Last Waltz con<br />
il vecchio Dylan <strong>in</strong> dvd, o di quale pilastro del ’900 sia<br />
Exile on Ma<strong>in</strong> Street degli Stones. Naturalmente ognuno<br />
dice la sua, nella chiacchierata, ma metteremo tutto <strong>in</strong> un<br />
calderone, perché Sentieri Selvaggi è un progetto comune<br />
e dunque...<br />
Ma allora siete umani! Sai, verrebbe da dire: la<br />
contemporanea? Che pesantezza!<br />
Uff, luoghi comuni. La contemporanea è come le altre<br />
musiche: se è cattiva è noiosa, se è buona no.<br />
Non fa una piega, però ammetterete di maneggiare<br />
una cosa difficile...<br />
Sì, certo. Ma un l<strong>in</strong>guaggio difficile vuol dire anche un<br />
l<strong>in</strong>guaggio <strong>in</strong>trigante, e noi non abbiamo fatto nessuna<br />
alchimia e nessuna concessione. Cioè: vogliamo un<br />
pubblico spregiudicato, che vuol dire esattamente “senza<br />
pregiudizi”.<br />
Insomma, cercate ascoltatori disponibili...<br />
Attivi, sarebbe la parola giusta. E siamo conv<strong>in</strong>ti che per<br />
avvic<strong>in</strong>are questa musica, e la musica, qualche parola non<br />
guasta. A volte basta poco, basta spiegare come nasce<br />
un’idea, come nasce una musica. E <strong>in</strong> più stiamo molto<br />
attenti alla qualità dell’esecuzione: abbiamo raccolto<br />
musicisti eccellenti, e suonano di tutto.<br />
Non mi farete i didattici!<br />
No, ci piace di più essere considerati istigatori. Chi ascolta<br />
deve fare un po’ di sforzo, deve uscire dai soliti sentieri,<br />
scegliersi percorsi suoi, <strong>in</strong>somma, noi suoniamo,<br />
scriviamo, eseguiamo e scoviamo musiche. Chi ascolta,<br />
faccia la sua parte!<br />
E così siete riusciti a essere qualcosa, differenziandovi<br />
da tutto il resto.<br />
Già: esistiamo da sei anni e siamo fuori moda da sei anni,<br />
non male, eh? E poi, diciamolo: ci vogliamo dist<strong>in</strong>guere da<br />
quel frullatore attuale della contam<strong>in</strong>azione, che spesso è<br />
solo una sovr<strong>ap</strong>posizione di market<strong>in</strong>g diversi.<br />
Giocare con la classica...<br />
Contemporanea, prego! Nella classica oggi c’è molta<br />
speculazione. Nascondersi dietro Pucc<strong>in</strong>i come fa Bocelli,<br />
per esempio, non ci <strong>in</strong>teressa. Noi suoniamo per chi fa<br />
qualche sforzo per conoscerci.<br />
Ora fate un festival dedicato all’Est. Uno dice:<br />
contemporanea più Est europeo, da spararsi!<br />
Che scemenza! L’Est sta entrando nell’Unione Europea,<br />
s<strong>ap</strong>piamo tutto di quei Paesi, i giornali lo scrivono. Ecco,<br />
noi vogliamo raccontare anche i riferimenti culturali, le<br />
musiche. E la gente che viene a vederci mica dice di aver<br />
sentito la contemporanea, dice di aver sentito musica<br />
bella. Al novanta per cento ci conoscono con il<br />
pass<strong>ap</strong>arola, che è sempre la cosa migliore...<br />
Come ensemble siete a numero variabile, mi pare...<br />
Siamo sei più uno, ma sì, è vero, preferiamo la geometria<br />
variabile. E facciamo anche cose da pazzi, tipo un brano<br />
per otto contrabbassi e cubo di legno...<br />
Cubo di legno?<br />
Guarda, non diresti mai quel che si può tirare fuori<br />
musicalmente da un cubo di legno... L’unico problema è<br />
che bisogna cambiarlo ogni volta...<br />
Però voi, istigatori di musica, avete fatto fare cose<br />
pazzesche a gente che con voi non c’entra!<br />
Ma sì, abbiamo <strong>in</strong>vitato ospiti con storie e percorsi<br />
diversi. Lella Costa, Moni Ovadia. Omar Pedr<strong>in</strong>i ha<br />
suonato Monteverdi con la chitarra elettrica! È che la<br />
musica non è una. L’importante sono le differenze.<br />
Un mondo dove tutto sta sullo stesso piano, francamente,<br />
è <strong>in</strong>tollerabile.<br />
Qu<strong>in</strong>di Monteverdi e anche gli Stones,<br />
è questo che volete dire?<br />
24 URBAN<br />
Perché no? Tutto sommato noi costruiamo un pubblico,<br />
gli diciamo: guarda, tu non lo sai, ma questo<br />
probabilmente ti <strong>in</strong>teressa. Se poi quello va a casa a<br />
sentirsi i Roll<strong>in</strong>g Stones, a noi va benissimo: questa<br />
competitività tra musiche è assolutamente <strong>in</strong>dotta, una<br />
fesseria giornalistica...<br />
Ultima domanda: e adesso?<br />
Adesso il festival dell’Est! Quattro concerti a Milano con<br />
musica e musicisti contemporanei dell’Est europeo.<br />
E poi andiamo noi là, a San Pietroburgo, allo Skif festival.<br />
Ultima domanda...<br />
Ma l’ultima non era prima?<br />
Lo so, è un vecchio trucchetto. Ma comunque, non<br />
sfuggirete: fuori qualche disco strepitoso di cui non<br />
si può fare a meno!<br />
(Qui i selvaggi parlano un po’ tutti <strong>in</strong>sieme). Roll<strong>in</strong>g<br />
Stones, Exile on Ma<strong>in</strong> Street. Per par condicio il White<br />
Album dei Beatles. Sonny Roll<strong>in</strong>s, A night at Village<br />
Vanguard. Arvo Pärt, Arbos, non fare quella faccia,<br />
è un musicista estone, bravissimo. E mettici anche Gav<strong>in</strong><br />
Bryars, Jesus’ Blood Never Failed Me Yet.<br />
Ok, ok, mi arrendo.<br />
No, non ti arrendere così! Mettici anche Made <strong>in</strong> J<strong>ap</strong>an<br />
dei Deep Purple!<br />
DISCHI E CONCERTI (SELVAGGI)<br />
Se siete curiosi, sentitevi questi: Bad Blood e La formula<br />
del fiore (Sensible Records), rispettivamente l’ultimo<br />
e il primo disco dei Sentieri Selvaggi. Se volete esagerare,<br />
leggetevi Musica Cœlestis (E<strong>in</strong>audi), undici <strong>in</strong>terviste<br />
di Carlo Boccadoro a grandi musicisti contemporane.<br />
Per vederli dal vivo, <strong>in</strong>vece, ecco qualche data: La donna<br />
col martello (24 febbraio, Teatro Leonardo, Milano)<br />
e Braci (24 marzo, Teatro dell’Elfo, Milano).<br />
MUSICI&SELVAGGI<br />
SI CHIAMANO SENTIERI SELVAGGI, e portano la gente a sentire la musica contemporanea. Roba colta per<br />
coltissimi? Macché: loro dicono che basta avere le orecchie attaccate alla testa e combattere i pregiudizi.<br />
Insomma, strumentisti e compositori considerati per pochi, che vogliono essere per tanti. E ci riescono<br />
testo: Alessandro Robecchi / illustrazione: Kojak<br />
URBAN 25
Una volta, un tale dell’Oregon arrivò a Palazzolo<br />
Milanese. Aveva s<strong>ap</strong>uto, chissà come, del bizzarro<br />
museo personale del signor Guido Fisogni.<br />
Si aggirò estasiato tra le dec<strong>in</strong>e di vecchi distributori<br />
di benz<strong>in</strong>a, contemplò i globi lum<strong>in</strong>osi, si soffermò<br />
sull’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ità di targhe pubblicitarie smaltate.<br />
Alla f<strong>in</strong>e guardò il Fisogni e fece: “Credevo di essere<br />
il numero uno. Sono il numero due.”<br />
Eh sì, la collezione di pompe di benz<strong>in</strong>a e d<strong>in</strong>torni,<br />
che l’imprenditore lombardo ha messo <strong>in</strong>sieme <strong>in</strong><br />
quasi quarant’anni, non ha confronti; nemmeno nel<br />
paese che ha fatto delle “gas stations” un’icona pop<br />
o, per mano di Edward Hopper, uno dei c<strong>ap</strong>olavori<br />
della pittura del ’900. Tant’è che da un paio d’anni<br />
figura ufficialmente nel Gu<strong>in</strong>ness dei Primati.<br />
In realtà, è qualcosa di più e di diverso rispetto<br />
alle stravaganze che popolano la bibbia dei record.<br />
È un patrimonio dell’archeologia <strong>in</strong>dustriale e del<br />
modernariato, che Christie’s ha valutato <strong>in</strong>torno<br />
agli 11 miliardi di vecchie lire.<br />
È il sacrario dei totem della società fondata sul<br />
petrolio. La galleria delle mammelle dalle quali<br />
abbiamo succhiato la l<strong>in</strong>fa iridescente della nostra<br />
mobilità. Un’antologia dei pit-stop nella corsa<br />
del XX secolo. Una miscela di estetica e progresso<br />
tecnologico. Un pieno di storia e vita quotidiana.<br />
E tante altre metafore <strong>in</strong>fiammabili.<br />
Qualche esempio concreto? Il primo distributore<br />
della storia, anno 1892, quando le auto circolanti<br />
<strong>in</strong> Italia erano quarantadue. Le pompe trasportabili<br />
a forma di biga, quando la benz<strong>in</strong>a costava 2 lire<br />
al litro e i benz<strong>in</strong>ai erano i farmacisti e i droghieri –<br />
perché a quel tempo erano gli unici a vendere<br />
petrolio, i primi come anti-pidocchi, gli altri per le<br />
lampade.<br />
I sensazionali distributori di carburante “senz’acqua”<br />
o “senz’aria”, perché, anche se costava poco, f<strong>in</strong>o<br />
ad allora pagavi anche la condensa e le bolle.<br />
Quello della benz<strong>in</strong>a del “fascio”: “Vittoria” la normale,<br />
“Littoria” la super. C’è anche, ed è tra i più<br />
belli, il distributore personale che Benito Mussol<strong>in</strong>i<br />
aveva nella residenza di Villa Torlonia, disegnato<br />
da Marcello Piacent<strong>in</strong>i, l’architetto del Ventennio: un<br />
piccolo monumento, stile certe prefetture dell’epoca,<br />
con tanto di tettuccio a mo’ di saluto romano (come<br />
non pensare che la parabola del duce sarebbe<br />
macabramente f<strong>in</strong>ita <strong>in</strong> un’altra stazione di servizio,<br />
quella di piazzale Loreto).<br />
E che dire dei cartelli stradali o dei segnali di<br />
pericolo sponsorizzati dalle compagnie petrolifere<br />
(e ci lamentiamo adesso…). O delle marche taroccate,<br />
tipo una BP con gli stessi colori sociali, ma che<br />
al posto dello scudo ha un triangolo, e che non<br />
significa British Petroleum, bensì Benz<strong>in</strong>a<br />
Purissima? E il più antico autolavaggio, mai visto<br />
prima? E poi la sterm<strong>in</strong>ata raccolta di latte, gadget,<br />
giocattoli, merchandis<strong>in</strong>g delle sette sorelle e di<br />
tutto il parentado. E il certos<strong>in</strong>o archivio di progetti,<br />
lucidi, disegni tecnici, vecchie cartol<strong>in</strong>e, pubblicità<br />
d’antan, compresa quella della ricciolona ramata di<br />
“Sc<strong>ap</strong>pa con Superissima”, che poi si scoprì essere<br />
un travestito e scoppiò un putiferio. Interessante,<br />
AMARCORDOIL<br />
VOI FATE IL PIT-STOP e il distributore nemmeno lo degnate di uno sguardo. E magari tra trent’anni<br />
quello diventa un pezzo da museo. Come quelli del signor Fisogni, che ha il museo più <strong>in</strong>fiammabile del<br />
mondo, <strong>in</strong> attesa di trasloco. <strong>Urban</strong> è andato a fare il pieno, come al tempo che fuel<br />
testo: Vittorio Montieri<br />
24 URBAN
26 URBAN<br />
no? Per grandi e per picc<strong>in</strong>i, giusto? Per l’<strong>ap</strong>passionato<br />
di motori e per il profano. Anche. Ma ora, da<br />
qualche tempo, le pompe di benz<strong>in</strong>a del signor<br />
Fisogni se ne stanno accatastate, nascoste. Il palazzo<br />
che le ospitava non avrà più forma di museo, è stato<br />
venduto, e il tesoro delle benz<strong>in</strong>e via, <strong>in</strong> cant<strong>in</strong>a.<br />
“Ci vorrebbe un posto più adeguato, più turistico”,<br />
lamenta il suo fondatore-curatore-guida.<br />
Lui ha cercato soci e acquirenti per dare una sistemazione<br />
migliore ai suoi 8000 pezzi unici: vic<strong>in</strong>o<br />
a un autodromo, a un Gardaland, dentro un Museo<br />
della Scienza e della Tecnica. Perf<strong>in</strong>o il World Trade<br />
Center era una delle sedi candidate. Ha fatto la trafila<br />
Prov<strong>in</strong>cia-Regione-Beni culturali, ma non si è mosso<br />
nulla. Prossimamente il museo si sposterà dalle parti<br />
di Brescia, al Centro Fiera di Montichiari,<br />
dove tutto farà fare “ohhh!” ai visitatori. Quando?<br />
Entro l’estate: siamo all’allestimento. Se avete<br />
nostalgia, o solo curiosità, chiamate il Fisogni:<br />
335-6777118. Uno che vi fa il pieno, ai ricordi.
LA CITTÀ COME UNA CULLA.<br />
Il dondolio ipnotico, il sonno,<br />
l’abbandono onirico da<br />
mezzo pubblico. Piccola<br />
n<strong>in</strong>na-nanna urbana sotto il<br />
soffice piumone di Parigi<br />
PARISLEEPERS<br />
foto Andrea Spotorno, styl<strong>in</strong>g Keiko Seya, trucco e c<strong>ap</strong>elli Frederic Mennetrier@Streeters France, production Yves<br />
KATARINA@CITY ~ MAGLIONE DI TOM VAN LINGEN<br />
URBAN 27
28 URBAN<br />
CHRISTINA@CITY ~ VESTITO TOM VAN LINGEN<br />
GATE@IMG ~ GIACCA BERNARD WILLHELM<br />
URBAN 29
30 URBAN<br />
JOANNA@IMG ~ CARDIGAN JUNKO SHIMADA<br />
CELINE@IMG ~ GIACCA MARJAN PEJOSKI<br />
URBAN 31
GUIDA|FEBBRAIO<br />
Lee Miller, Picasso, Parigi 1944<br />
MUSICA 36<br />
LIBRI 39<br />
FILM 40<br />
TEATRO 42<br />
La star del mese: Lee Miller.<br />
Roma, Galleria Moncada, f<strong>in</strong>o al 15 marzo 2003<br />
CAPOLAVORO<br />
Oh mio Dio! Come ho fatto senza, f<strong>in</strong>ora?<br />
GRANDE<br />
Come sarebbe già f<strong>in</strong>ito!? Ancora! Ancora!<br />
BUONO<br />
Non ci cambierà la vita, ma funziona<br />
VABBÈ<br />
Coraggio, consideriamola una prova generale<br />
BLEAH!<br />
Complimenti! Fare peggio era davvero difficile<br />
PRO E CONTRO<br />
I VOTI DI URBAN<br />
BUONI E CATTIVI<br />
AFFOLLATO<br />
Beh, tutti qui stasera?<br />
ETNICO<br />
Qui nessuno è straniero<br />
FLIRT<br />
Uno ci spera sempre /1<br />
GAY<br />
Uno ci spera sempre /2<br />
ROMANTICO<br />
Due cuori e un tavol<strong>in</strong>o<br />
VEGETARIANO<br />
Il silenzio delle zucch<strong>in</strong>e<br />
VIP<br />
C’era questo, c’era quello...<br />
immag<strong>in</strong>e: Anna Flox<br />
ARTE 45<br />
SHOPPING 47<br />
CLUB 48<br />
Parafrasando il sottotitolo di questo giornale (la città<br />
come non l’avete mai vista), si potrebbe dire che è molto,<br />
molto <strong>in</strong>teressante anche la città come non la potete vedere.<br />
La notizia rimbalza a metà gennaio sulle pag<strong>in</strong>e locali<br />
dei quotidiani milanesi e dice che la mostra di Palazzo<br />
Reale Dialogo al buio (<strong>Urban</strong> ne parlò sul numero di ottobre<br />
2002, scusate la piccola vanteria, prima di tutti) ha<br />
avuto tale successo che il Comune sta pensando di renderla<br />
permanente. Si vedrà, si farà, e nel caso vi faremo s<strong>ap</strong>ere.<br />
Di notevole ci sono un paio di cose da notare en passant.<br />
La prima: si prende un’idea nata all’estero (nel caso, ad<br />
Amburgo) e si cerca di importarla, e questo è bene. In più,<br />
sembra stia prendendo piede (non c’è che da rallegrarsi) la<br />
sensazione che gli sguardi molteplici, le esperienze diverse,<br />
gli <strong>ap</strong>procci meno scontati abbiano presso i consumatori di<br />
cultura (dalla mostra al cibo, dalla musica al c<strong>in</strong>ema e via<br />
FOOD: Milano 51<br />
Roma 55<br />
Bologna 59<br />
Tor<strong>in</strong>o 61<br />
CULTURA IN CITTA<br />
SE SI OSA SI VINCE<br />
Una mostra di passaggio diventa (forse) permanente. Buono a s<strong>ap</strong>ersi<br />
Milano / Tattoo convention<br />
Un’orgia di tatuaggi, pierc<strong>in</strong>g e tatuatori<br />
(settanta da tutto il mondo), per riflettere<br />
sulla cultura del tatuaggio e<br />
mixare modi e mode, stili e tecniche.<br />
Qu<strong>in</strong>di eventi collaterali come la mostra<br />
di Don Ed Hardy (un’autorità nel<br />
campo), sem<strong>in</strong>ari e performance di art<br />
fusion e di spettacoli circensi. Ci sarà<br />
anche l’uomo più tatuato del mondo.<br />
All’Hotel Quark di via Lampedusa dalle<br />
12 alle 24. 7-8-9 febbraio<br />
ROMA / Indipendent film festival<br />
Torna il Rome <strong>in</strong>dipendent film festival<br />
(www.romafilmfestival.org) che<br />
festeggia la sua seconda edizione<br />
raddoppiando il numero di sezioni<br />
<strong>in</strong> concorso (da 3 a 6): sceneggiatura,<br />
lungometraggi, corti, medi, documentari<br />
e animazioni. 30 opere <strong>in</strong><br />
competizione provenienti da oltre<br />
20 paesi, una sezione dedicata al<br />
c<strong>in</strong>ema femm<strong>in</strong>ile americano e molto<br />
altro ancora. 25-28 febbraio<br />
via riempiendosi occhi, orecchie, nasi e bocche) una risposta<br />
sempre <strong>in</strong>coraggiante, si direbbe quasi: un sicuro successo.<br />
La buona notizia è che si tratta di un ottimo segnale.<br />
La cattiva notizia è che ciò accade troppo raramente,<br />
anzi, quasi mai, e che di solito (con qualche eccezione) si<br />
scommette sulle cose di sicura presa, si esita, non si osa,<br />
non si sperimenta. Salvo poi accorgersi che quando si osa<br />
si v<strong>in</strong>ce. Al di là della (bellissima) mostra di Palazzo Reale a<br />
Milano, il discorso è ampliabile a piacimento. Quante cose<br />
“di passaggio” potrebbero diventare stabili nelle nostre<br />
città? Molte, forse moltissime. Cosa lo vieta? Difficile dire:<br />
forse la pigrizia, forse la prudenza. Pure, le grandi c<strong>ap</strong>itali<br />
europee della cultura di questo vivono: di idee che girano,<br />
che <strong>in</strong>novano, che conv<strong>in</strong>cono il pubblico. E qu<strong>in</strong>di si fermano<br />
e si trovano una casa. A casa nostra. Bello, no?<br />
A.R.<br />
TORINO / Snowboard Village<br />
Lo mangereste?<br />
Certo, <strong>in</strong> fondo<br />
il cibo è pur<br />
sempre cibo...<br />
ma è anche<br />
feticcio, arte,<br />
piacere, rituale,<br />
metafora. E<br />
anche libro:<br />
2398 gr., a cura<br />
di Fabrica, edito<br />
da Electa.<br />
In libreria da<br />
metà febbraio<br />
CINE, CORPO E FUORISPISTA (IN CITTA)<br />
Una gara di Coppa del mondo di<br />
Snowboard <strong>in</strong> pieno centro. A Tor<strong>in</strong>o,<br />
<strong>in</strong> piazza Vittorio Veneto, il giorno di<br />
San Valent<strong>in</strong>o dalle 16.30 alle 20 si<br />
sfideranno i campioni per il Nokia<br />
Snowboard Fis Cup. Tripli avvitamenti<br />
ed evoluzioni saranno preceduti dallo<br />
Snowboard village: campo scuola<br />
gratuito, concerti, <strong>in</strong>contri, spettacoli<br />
e piste <strong>in</strong>nevate con gare per tutti.<br />
8-15 febbraio<br />
URBAN 35
DJ PLAYLIST<br />
36 URBAN<br />
MUSICA<br />
TUTTI SOTTO ATTACCO:<br />
IL CALORE ELETTRONICO<br />
I 5 dischi “di sempre” e i 5<br />
più suonati nei suoi dj set.<br />
Jori Hulkkonen, producer di<br />
suoni elettronici e uno dei<br />
fautori del ritorno della<br />
new-new wave, regala a<br />
<strong>Urban</strong> la sua top ten ideale La centesima f<strong>in</strong>estra è quella che rimane <strong>ap</strong>erta. Agli <strong>in</strong>trusi come le emozioni, i contatti<br />
1.<br />
2.<br />
3.<br />
4.<br />
5.<br />
1.<br />
2.<br />
3.<br />
4.<br />
5.<br />
1.<br />
2.<br />
3.<br />
4.<br />
5.<br />
6.<br />
7.<br />
8.<br />
9.<br />
10.<br />
THE BELOVED<br />
Sun ris<strong>in</strong>g<br />
PET SHOP BOYS<br />
My october symphony<br />
THE SMITHS<br />
This charm<strong>in</strong>g man<br />
CARL GRAIG<br />
/PAPERCLIP PEOPLE<br />
Climax<br />
KUUS PROFEETTA<br />
Supersankasi<br />
ADA<br />
Blidhouse<br />
SIR DREW<br />
She male<br />
GOLD CHAINS<br />
The game (luomo rmx)<br />
SUNDAY BRUNCH<br />
My world<br />
PEPITA PROJECT<br />
Pepita’s house<br />
FNAC HITS<br />
Italiani brava gente.<br />
Ecco i più venduti nei<br />
negozi Fnac<br />
VASCO ROSSI<br />
Tracks<br />
CELENTANO<br />
Per sempre<br />
DANIELE, DE<br />
GREGORI, MANNOIA,<br />
RON - In tour<br />
FRANCESCO<br />
DE GREGORI<br />
E GIOVANNA MARINI<br />
Il fischio del v<strong>ap</strong>ore<br />
CARMEN CONSOLI<br />
L’eccezione<br />
SAMUELE BERSANI<br />
Che vita<br />
PIERO PELÙ<br />
Uds<br />
CESARE CREMONINI<br />
Bagus<br />
ORNELLA VANONI<br />
Sogni proibiti: Ornella<br />
e le canzoni di Bacharach<br />
LUCIO DALLA<br />
Caro amico ti scrivo<br />
foto: Warren Du Preez<br />
umani, il cuore. L’elettronica fluida ci gira <strong>in</strong>torno, come la voce di S<strong>in</strong>ead O’Connor<br />
Il brit-pop con<br />
i Blur, l’hip hop<br />
con i Gorillaz. E ora<br />
un disco tutto nero,<br />
dal cuore dell’Africa<br />
DACCI OGGI I NOSTRI OSBOURNES
LIBRI<br />
CRONACA, MA NERA<br />
I c<strong>ap</strong>olavori di D<strong>in</strong>o<br />
Buzzati. Omicidi e<br />
altro raccontati sul<br />
Corriere della Sera.<br />
Eccellente noir<br />
LA NERA<br />
D<strong>in</strong>o Buzzati<br />
Mondadori, 640 pp.,<br />
15,80 euro<br />
La Milano che viene raccontata<br />
<strong>in</strong> questo libro sicuramente non<br />
l’avete mai vista. E non solo perché<br />
risale a qualche decennio fa,<br />
né perché a farlo è un testimone<br />
d’eccezione (un cronista del<br />
Corriere <strong>in</strong> questa città è quasi<br />
pari a un commissario c<strong>ap</strong>o,<br />
quanto a <strong>in</strong>formazioni, accesso<br />
ai luoghi, prestigio e c<strong>ap</strong>acità<br />
d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e), ma perché un tale<br />
modo di raccontare la nera è andato<br />
perduto. O forse non è mai<br />
esistito, essendo così proprio e<br />
unico: d’altronde, qui, stiamo<br />
parlando di uno dei maggiori<br />
scrittori italiani di tutti i tempi,<br />
quel D<strong>in</strong>o Buzzati narratore,<br />
poeta, pittore, che non r<strong>in</strong>unciò<br />
mai al suo mestiere di giornalista,<br />
fatto con perizia e passione<br />
anche dopo esser diventato uno<br />
scrittore famoso.<br />
Arrivato al Corriere nel ’28, giovanissimo,<br />
Buzzati fece tutto il<br />
percorso canonico, come ci racconta<br />
il curatore di questo cofanetto<br />
Oscar, Lorenzo Viganò,<br />
che ha qui raccolto tutti i pezzi<br />
di cronaca di Buzzati scritti dal<br />
’45 al ’71 per il Corriere della<br />
sera e il Corriere d’<strong>in</strong>formazione.<br />
All’<strong>in</strong>izio reporter (girando per<br />
caserme e ospedali) poi estensore,<br />
ma anche compilatore (e illustratore!)<br />
<strong>in</strong> tempi non computerizzati<br />
del registro della crona-<br />
IL GIOCO PREFERITO<br />
Leonard Cohen<br />
Fazi, 286 pp.,<br />
16 euro<br />
Corpi, corpi. Corpi da esplorare,<br />
abbracciare, dissezionare.<br />
Cicatrici, rughe, malattie term<strong>in</strong>ali,<br />
animali. Però anche episodi<br />
comici (un malloppo di kleenex<br />
sotto i talloni per rialzarsi <strong>in</strong> occasione<br />
d’una festa studentesca<br />
ca: bianca o nera, le notizie corredate<br />
di nomi e date, andavano<br />
trascritte ogni giorno su dei libri<br />
e archiviate. Buzzati si <strong>ap</strong>passionò<br />
molto a questo lavoro che gli<br />
permetteva di raccontare storie,<br />
descrivere personaggi, restituire<br />
atmosfere, e anche prendersi<br />
qualche bella licenza – certi articoli<br />
com<strong>in</strong>ciano come cronache<br />
fedeli e poi si tramutano <strong>in</strong> racconti,<br />
ricchi di dialoghi, suggestioni,<br />
visioni (emblematico La<br />
bambol<strong>in</strong>a del Vajont ambientato<br />
<strong>in</strong> un salotto ricco e snob di<br />
Milano ove – come una s<strong>in</strong>istra<br />
opera d’arte contemporanea –<br />
giace una bambol<strong>in</strong>a prelevata<br />
sul luogo del disastro).<br />
Viganò ha deciso di dividere<br />
questo ricco lavoro <strong>in</strong> due volumi.<br />
Il primo, Crim<strong>in</strong>i e misteri,<br />
presenta i classici casi di nera,<br />
che, ballando, si trasforma <strong>in</strong> cilicio<br />
martoriante). All’<strong>in</strong>izio del libro<br />
Leonard Cohen <strong>in</strong>siste molto<br />
sui dettagli, lobi bucati, una<br />
bamb<strong>in</strong>a che cade da un albero<br />
e si spezza qualche osso, le amichette<br />
da far spogliare, topi e rane<br />
da osservare, ipnotismo per<br />
padroneggiare i corpi degli altri.<br />
È molto autobiografico, questo<br />
libro d’esordio (risale al 1963)<br />
nonostante i travestimenti e le<br />
famosi e non, omicidi, sparizioni,<br />
le notti a bordo delle volanti.<br />
Il secondo, Incubi ospita le<br />
grandi tragedie collettive (dalla<br />
sciagura di Superga alla tragedia<br />
di Albenga, dall’affondamento<br />
dell’Andrea Doria al<br />
Vajont).<br />
Alcuni casi vengono seguiti a<br />
lungo, altri meritano solo un articolo<br />
ma tutti ci vengono <strong>in</strong>trodotti<br />
da una scheda che ripercorre<br />
la vicenda ed è bello leggere<br />
anche i titoli (spesso <strong>ap</strong>posti<br />
dall’autore). Così, nel primo<br />
tomo, dopo esserci <strong>in</strong>filati<br />
<strong>in</strong> un <strong>ap</strong>partamento di via<br />
Andrea Doria da cui è sparita<br />
una bella trentenne bionda e<br />
pazza che si è lasciata dietro il<br />
cadavere della mamma chiuso<br />
<strong>in</strong> una cassa, si arriva a uno di<br />
quegli orrori che sconvolse<br />
Grande musicista e chansonnier. Ma anche grande scrittore: ecco il suo (vecchio) esordio<br />
distanze che ci sono dentro: come<br />
recita la nota <strong>in</strong> copert<strong>in</strong>a<br />
“d<strong>ap</strong>prima poeta e romanziere,<br />
Cohen è poi passato alla musica”.<br />
Una prima raccolta di versi<br />
pubblicata ventunenne e accolta<br />
molto bene, e da lì <strong>in</strong> poi una<br />
produzione meravigliosa soprattutto<br />
<strong>in</strong> musica, ma accompagnata<br />
anche da exploit letterari<br />
(questo testo è considerato <strong>in</strong><br />
Canada uno dei dieci romanzi<br />
l’Italia <strong>ap</strong>pena uscita dalla<br />
guerra e dalla censura fascista<br />
che di fatto aveva cancellato<br />
ogni caso di nera: il terribile<br />
eccidio di via San Gregorio.<br />
Un’ombra gira tra noi, Addio, anime<br />
<strong>in</strong>nocenti!, La belva <strong>in</strong> gabbia,<br />
Immensità della tragedia sono solo<br />
alcuni dei pezzi che si occupano<br />
di R<strong>in</strong>a Fort, e qui troviamo alcune<br />
delle cose migliori <strong>in</strong> assoluto<br />
(la scena del crim<strong>in</strong>e descritta<br />
<strong>in</strong> modo scioccante, il quartiere di<br />
Porta Venezia c<strong>in</strong>quant’anni fa, i<br />
funerali tristissimi dei bamb<strong>in</strong>i,<br />
il terribile viaggio dei parenti<br />
delle vittime dalla Sicilia, l’assass<strong>in</strong>a<br />
‘bov<strong>in</strong>a’ e alienata da<br />
tutto). Una raccolta preziosa per<br />
c<strong>ap</strong>ire la storia d’un paese e<br />
d’un grande autore.<br />
LA PRIMA VOLTA DI MISTER COHEN<br />
SILVIA BALLESTRA<br />
più importanti del paese).<br />
Fulm<strong>in</strong>anti, dense di amore, erotismo,<br />
giov<strong>in</strong>ezza, queste pag<strong>in</strong>e<br />
sono da leggere al volo, come <strong>in</strong><br />
uno di quei giri on the road che<br />
Breavman e il suo amico Kratnz<br />
fanno spesso di notte, <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a,<br />
ma anche da rileggere lentamente<br />
per <strong>ap</strong>prezzarne il passo<br />
poetico, l’<strong>in</strong>cedere per illum<strong>in</strong>azioni,<br />
lo scambio fra i sessi, la<br />
grandiosità sommessa.<br />
illustrazione: D<strong>in</strong>o Buzzati, Diabolik (part.),1967 - acrilico su tela<br />
SCAFFALE<br />
Un’occasione<br />
persa <strong>in</strong> Francia<br />
e l’<strong>in</strong>vasione dei<br />
soliti svedesi,<br />
tutti gialli<br />
UNA BUONA MADRE<br />
Marie Darrieussecq<br />
Guanda, 150 pp.,<br />
10 euro<br />
Un taccu<strong>in</strong>o d’<strong>ap</strong>punti, una<br />
serie di pag<strong>in</strong>e di riflessioni<br />
e notazioni, alla maniera di<br />
tanta scrittura francese (anche<br />
un po’ d’epoca). Non un<br />
romanzo, dunque, ma una<br />
sorta di diario del bebè<br />
compilato da una mamma<br />
scrittrice che fece scandalo<br />
(Troismi). Per carità, c’è la ricerca<br />
del term<strong>in</strong>e letterario,<br />
qualche citazione <strong>ap</strong>pesa lì,<br />
un <strong>in</strong>terno giovane-borghese-parig<strong>in</strong>o-stupito,<br />
ma il<br />
tutto sembra <strong>in</strong>adeguato e<br />
<strong>in</strong>sufficiente per accostarsi a<br />
un mistero così totale, come<br />
è un neonato. Serviva più<br />
poesia. Più visioni. Meno,<br />
o forse ben più, pudore.<br />
SENZA FISSA DIMORA<br />
Kar<strong>in</strong> Alvtegen<br />
Rizzoli, 300 pp.,<br />
16 euro<br />
Questi svedesi, ci danno<br />
dentro coi gialli. Dopo Akan<br />
Nasser, dopo Mankell, ecco<br />
una scrittrice diventata bestsellerista:<br />
Kar<strong>in</strong> Alvtegen.<br />
Su una trama em<strong>in</strong>entemente<br />
noir, poggia anche il ritratto<br />
di una condizione,<br />
quella dei senza casa, <strong>in</strong>solita<br />
per la Svezia (<strong>in</strong>somma,<br />
barboni a c<strong>in</strong>que stelle, verrebbe<br />
da dire). Sibylla, una<br />
giovane rigettata dall’asfissiante<br />
ambiente famigliare<br />
ultraricco, vittima d’una tragedia<br />
comune a tante donne<br />
da sempre (rimasta <strong>in</strong>c<strong>in</strong>ta,<br />
le viene sottratto il frutto<br />
della vergogna), decide di<br />
fuggire e sparire.<br />
Da qui, partono i suoi guai.<br />
Un’autrice da tenere d’occhio.<br />
URBAN 39
LOS ANGELES<br />
INDAGINI SPORCHE<br />
Ron Shelton<br />
Forse quando starete leggendo<br />
queste righe potreste non<br />
trovare più <strong>in</strong> sala il film che<br />
vorremmo segnalarvi. Succede.<br />
Soprattutto per quei lavori che<br />
non godono di ampie protezioni<br />
di mercato.<br />
È il caso di Dark Blue - Indag<strong>in</strong>i<br />
sporche. C<strong>in</strong>que milioni di dollari<br />
di budget (praticamente un<br />
<strong>in</strong>sulto per i livelli statunitensi).<br />
Una dura storia di corruzione e<br />
arroganza poliziesca tracciata<br />
da James Ellroy. Un regista<br />
str<strong>ap</strong>pato a film di carattere<br />
sportivo, s<strong>in</strong>ora Ron Shelton<br />
aveva diretto solo quelli. Kurt<br />
Russell ripescato dal dimenticatoio<br />
hollywoodiano. Alcune immag<strong>in</strong>i<br />
autentiche del pestaggio<br />
di Rodney K<strong>in</strong>g e della rivolta<br />
seguita all’assoluzione<br />
dei poliziotti.<br />
E il miracolo si compie. Tutto<br />
funziona e si <strong>in</strong>castra perfettamente<br />
per un film che mostra il<br />
conflitto tra bianchi e neri da<br />
una prospettiva s<strong>in</strong>golare su<br />
sfondo reale. Forse zuccher<strong>in</strong>o<br />
nel f<strong>in</strong>ale, ma perché prima c’era<br />
troppa amarezza.<br />
A.C.<br />
GARZANTINA<br />
- Nessuna foto di p<strong>ap</strong>à?<br />
- Non stette <strong>in</strong> casa il tempo<br />
necessario per fargli una foto.<br />
(Walter Matthau e Carol<br />
Burnett, Un marito per Tillie)<br />
Il mondo si divide <strong>in</strong> due categorie:<br />
chi ha la pistola carica e<br />
chi scava. Tu scavi. (Cl<strong>in</strong>t<br />
Eastwood, Il buono il brutto, il<br />
cattivo)<br />
- Lei è come la Svizzera: bella<br />
ma <strong>in</strong>sipida. (Faye Dunaway,<br />
Arizona Dream)<br />
- Non ho mai visto nessuno con<br />
tanto trucco: come se lo leva la<br />
sera, con lo scalpello?<br />
(Alphonsia Emmanuel, Gli amici<br />
di Peter)<br />
- Tu non hai valori. Tutta la tua<br />
vita è nichilismo, c<strong>in</strong>ismo, sarcasmo<br />
e orgasmo.<br />
- Be’ <strong>in</strong> Francia con uno slogan<br />
così v<strong>in</strong>cerei le elezioni.<br />
(Carol<strong>in</strong>e Aaron e Woody Allen,<br />
Harry a pezzi)<br />
Dì un po’, non c’è nessuno che<br />
dia una festa per poter restare<br />
a casa stasera? (Cary Grant, Il<br />
magnifico scherzo)<br />
40 URBAN<br />
FILM<br />
GRANDE NICHOLSON<br />
AMERICANO MEDIO<br />
Non più gigione e<br />
sciupafemm<strong>in</strong>e, Jack<br />
Nicholson fornisce<br />
una superba prova<br />
d’attore. E l’Oscar?<br />
A PROPOSITO<br />
DI SCHMIDT<br />
Alexander Payne<br />
Warren Schmidt è un uomo<br />
tranquillo quando il mondo <strong>in</strong>tero<br />
gli casca addosso.<br />
Dirigente, di secondo piano,<br />
presso una compagnia di assicurazione,<br />
ora è <strong>in</strong> pensione. E<br />
scopre che nessuno sa più cosa<br />
farsene di lui.<br />
Improvvisamente schiatta anche<br />
la moglie con cui ha diviso<br />
una vita <strong>in</strong>tera. Warren sbanda.<br />
La sua casa è ridotta a un cumulo<br />
di spazzatura. E <strong>in</strong> quella confusione<br />
affiorano anche le prove<br />
di un vecchio tradimento della<br />
consorte. Allora decide di darsi<br />
un compito <strong>in</strong> una vita che gli<br />
<strong>ap</strong>pare sempre più chiaramente<br />
come scivolata via nell’<strong>in</strong>utilità.<br />
Prende il poderoso camper parcheggiato<br />
nel giard<strong>in</strong>o di casa e<br />
punta verso Denver. Non prima<br />
di avere rivisitato i luoghi della<br />
sua <strong>in</strong>fanzia, scoprendo che non<br />
esiste più nulla. A Denver vive<br />
sua figlia. Prossima al matrimonio<br />
con un imbecille venditore di<br />
letti ad acqua. E Warren arriva <strong>in</strong><br />
anticipo sul previsto. Creando<br />
più di uno scompenso.<br />
Fra<strong>in</strong>tende il r<strong>ap</strong>porto con una<br />
donna sposata che sta sul camper<br />
accanto al suo. Rimane<br />
<strong>in</strong>orridito di fronte alla dis<strong>in</strong>voltura<br />
tardofreak della futura<br />
consuocera. Warren ha solo una<br />
risorsa: parlare dei suoi problemi.<br />
Non a uno strizzacervelli.<br />
Ma a un bimbo di sei anni.<br />
Ndugu, piccolo tanzaniano cui<br />
<strong>in</strong>via 22 dollari al mese e lettere<br />
terrificanti che gli chiariscono<br />
il nonsenso della sua vita.<br />
A proposito di Schmidt è uno dei<br />
film più <strong>in</strong>triganti della stagione,<br />
diretto da Alexander Payne, uno<br />
dei migliori giovani talenti d’oltreoceano.<br />
Alla base c’è un romanzo<br />
di Louis Begley, ma<br />
Payne, <strong>in</strong> coppia con Jim Taylor,<br />
ne ha preso solo l’ossatura.<br />
L’avvocato newyorkese del libro<br />
è diventato un piccolo uomo del<br />
Nebraska. Ma soprattutto è <strong>in</strong>terpretato<br />
da Jack Nicholson <strong>in</strong><br />
forma stratosferica. Se fosse stato<br />
avvocato il ricordo sarebbe<br />
subito corso a Easy Rider, dove<br />
un giovane Jack si affacciava curioso<br />
alla vita con laurea <strong>in</strong> legge<br />
e amici <strong>in</strong> chopper. Tanto<br />
tempo è passato.<br />
Jack da trent’anni è un divo, superbo,<br />
talvolta gigione, sciupafemm<strong>in</strong>e<br />
e nevrotico. C<strong>ap</strong>ace<br />
però di compiere un’operazione<br />
<strong>in</strong>consueta perché <strong>in</strong> questo<br />
film, f<strong>in</strong>almente, un divo hollywoodiano<br />
del suo calibro, viene<br />
mostrato con una moglie ultrasessantenne<br />
modesta, anonima<br />
e fuori forma. Vero che lei (June<br />
Squibb) esce subito di scena,<br />
ma il segnale forte è lanciato e<br />
arriva. Il percorso dell’uomo che<br />
riscopre solitud<strong>in</strong>e e libertà è<br />
sublime. Dalle notazioni sull’uso<br />
dei sanitari, a quel W<strong>in</strong>nebago<br />
colossale per le vacanze.<br />
Poi c’è Ndugu. Meglio la sua<br />
lontana presenza. Le lettere di<br />
Warren al bimbo sono piccoli<br />
saggi di lucida lettura della realtà<br />
(con voce fuori campo) senza<br />
mediazioni e grazie all’ipotetico<br />
dest<strong>in</strong>atario acquistano un tono<br />
ancora più divertente e folle.<br />
Magnifiche poi le sc<strong>in</strong>tille che si<br />
sprigionano tra Cathy Bates futura<br />
consuocera con lo spaesato<br />
Nicholson davanti a una t<strong>in</strong>ozza<br />
d’acqua calda fumante.<br />
Forse poche volte come <strong>in</strong> questo<br />
racconto la middleclass made<br />
<strong>in</strong> Usa esce r<strong>ap</strong>presentata<br />
per quel che è davvero, <strong>in</strong> tutte<br />
le sue sfaccettate contraddizioni.<br />
Con una forte compassione<br />
che si fa largo nei confronti di<br />
un monumento alla mediocrità.<br />
Sono già molti i premi e le<br />
candidature ottenute dal film,<br />
<strong>in</strong> attesa di quelle più ambite e<br />
prestigiose dell’Academy. Che<br />
sicuramente prenderà <strong>in</strong> considerazione<br />
questo film “m<strong>in</strong>ore”<br />
nel panorama hollywoodiano,<br />
ma colossale nell’immag<strong>in</strong>ario<br />
c<strong>in</strong>efilo.<br />
ANTONELLO CATACCHIO<br />
LA FELICITÀ NON COSTA NIENTE<br />
LA FELICITÀ<br />
NON COSTA NIENTE<br />
Mimmo Calopresti<br />
Dopo qualche tempo di silenzio<br />
torna Mimmo Calopresti che<br />
<strong>in</strong>dossa anche i panni del protagonista<br />
Sergio. Sergio è un uomo<br />
che si potrebbe def<strong>in</strong>ire di successo.<br />
È architetto e il lavoro lo<br />
gratifica. È sposato, amato dalla<br />
moglie, ha due figli affettuosi e<br />
un’amante all’occorrenza. Tutte le<br />
casell<strong>in</strong>e sono a posto e riempite<br />
a dovere per glorificare l’ipocrisia<br />
del vivere contemporaneo. Un<br />
<strong>in</strong>cidente d’auto lo costr<strong>in</strong>ge<br />
però a riflettere. E Sergio molla<br />
tutto e tutti, diventa solitario e<br />
scontroso, s<strong>in</strong>o a quando non<br />
<strong>in</strong>contra Sara (Francesca Neri).<br />
Un nuovo c<strong>ap</strong>itolo dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
sull’animo umano del detective<br />
esistenziale Calopresti.<br />
ANTONELLO CATACCHIO<br />
GANGS OF NEW YORK<br />
Mart<strong>in</strong> Scorsese<br />
Prima ancora di uscire le gang di<br />
Scorsese avevano tenuto banco<br />
su giornali e rotocalchi. Perché<br />
grosso film hollywoodiano, girato<br />
<strong>in</strong> Italia, perché rimasto a lungo <strong>in</strong><br />
montaggio, perché New York era<br />
PROVA A PRENDERMI<br />
Steven Spielberg<br />
A modo suo Frank Abagnale<br />
è un genio. Quando le disgrazie<br />
famigliari lo portano a frequentare<br />
un liceo statale, lui si improvvisa<br />
docente di francese. E regge<br />
il gioco per un paio di settimane.<br />
Poi, sempre improvvisando, si<br />
spaccia anche per medico, avvocato,<br />
pilota. Ma è soprattutto<br />
il suo talento di falsario che gli<br />
permette di vivere alla grande<br />
con valigie rigonfie di dollari.<br />
Tra l’altro Abagnale non<br />
ha ancora compiuto venti anni.<br />
L’unico che sembra non divertirsi<br />
alle sue performance è<br />
l’agente Fbi Carl Hanratty. Per<br />
lui <strong>in</strong>castrare Frank è diventata<br />
una missione. Missione che <strong>in</strong>fi-<br />
GANGS OF NEW YORK<br />
stata ferita, perché ci sono Leo Di<br />
C<strong>ap</strong>rio e Daniel Day Lewis, perché<br />
Cameron Diaz è una garanzia.<br />
Soprattutto perché la storia è<br />
forte, e attuale, con gli scontri<br />
terrificanti tra bande di nativi (si<br />
fa per dire) e più recenti immigrati.<br />
Una volta tanto l’<strong>in</strong>chiostro non<br />
è stato sprecato. Lo spettacolo è<br />
sontuoso e dirompente. Anche se<br />
Scorsese non è Leone.<br />
SELVAGGIA CONTI<br />
L’IMPORTANZA<br />
DI CHIAMARSI ERNESTO<br />
Oliver Parker<br />
Certo, <strong>in</strong> italiano si rischia di perdere<br />
molto del gusto orig<strong>in</strong>ale<br />
della commedia di Wilde. A partire<br />
dal titolo che <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese è The<br />
importance of be<strong>in</strong>g Earnest,<br />
parola che si pronuncia allo stesso<br />
modo sia per il nome proprio<br />
che per <strong>in</strong>dicare onesto. Una<br />
classica commedia degli equivoci,<br />
dove ognuno gioca un ruolo<br />
diverso e si dà un nome differente<br />
da quel che dovrebbe avere,<br />
pur di fare breccia nei cuori femm<strong>in</strong>ili.<br />
Oliver Parker ormai è uno<br />
specialista del genere come il<br />
grande Rupert Everett. Un irresistibile<br />
ritratto d’epoca.<br />
ANTONELLO CATACCHIO<br />
LA CASA DEI MATTI<br />
LA CASA DEI MATTI<br />
Andrei Konchalovsky<br />
Janna è ospite di un ospedale<br />
psichiatrico. Lì la vita scorre su<br />
ritmi blandi. Il cibo, i medic<strong>in</strong>ali<br />
e un treno che passa. Poi scoppia<br />
la guerra. Già, perché siamo<br />
<strong>in</strong> Cecenia. E alla guerra segue<br />
la confusione più totale per i<br />
pazienti abbandonati a se stessi.<br />
Per sua fortuna Janna trova<br />
rifugio nella musica di Bryan<br />
Adams, che la porta lontano<br />
dalla miseria e dalla desolazione.<br />
Un Konchalovsky <strong>in</strong> forma<br />
sceglie come argomento uno<br />
dei tabù della Russia contemporanea<br />
come la guerra cecena,<br />
per costruire un racconto fantastico<br />
e trasognato e alla f<strong>in</strong>e<br />
piuttosto efficace.<br />
SELVAGGIA CONTI<br />
GLI ASTRONOMI<br />
Diego Ronsisvalle<br />
Non c<strong>ap</strong>ita spesso che un figlio<br />
traduca c<strong>in</strong>ematograficamente un<br />
romanzo del babbo. È quel che<br />
ha scelto di fare Diego<br />
Ronsisvalle, siciliano, che ha scelto<br />
una strada impervia per esordire.<br />
Un film <strong>in</strong> costume, siamo<br />
<strong>in</strong>torno alla metà dell’800, e una<br />
SPIELBERG IL FALSARIO<br />
Via dalle produzioni miliardarie: Steven Spielberg si dà alla commedia. E ci riesce bene<br />
WHITE OLEANDER<br />
storia ricca di riferimenti culturali<br />
e filosofici. Si tratta <strong>in</strong>fatti dello<br />
scontro tra uno scienziato del<br />
Nord che deve costruire una<br />
meridiana nella cattedrale di<br />
Acireale e l’ambizioso canonico<br />
Stupendo che l’ha commissionata.<br />
Paolo Bonacelli e Marisa<br />
Fabbri (en travesti) si sono<br />
coraggiosamente prestati.<br />
Nonostante limiti di budget e<br />
qualche (<strong>in</strong>)evitabile <strong>in</strong>genuità<br />
l’operazione è curiosa.<br />
ANTONELLO CATACCHIO<br />
WHITE OLEANDER<br />
Peter Kosm<strong>in</strong>sky<br />
Michelle Pfeiffer <strong>in</strong> <strong>in</strong>edita veste<br />
di cattiva. È lei a stendere il suo<br />
amante, traditore, con il veleno<br />
dell’oleandro. E f<strong>in</strong>isce <strong>in</strong> galera.<br />
Chi ci rimette è sua figlia Astrid<br />
(Alison Lohman), qu<strong>in</strong>dicenne,<br />
che avrebbe bisogno di ben altre<br />
figure di riferimento. Che si profilano<br />
<strong>in</strong> Rob<strong>in</strong> Wright Penn e<br />
Renée Zellweger come affidatarie,<br />
ma la perfida Michelle riesce<br />
a imporre il suo ruolo anche<br />
dal carcere. Tratto dal bestseller<br />
di Janet F<strong>in</strong>ch, dirige Peter<br />
Kosm<strong>in</strong>sky, s<strong>in</strong>ora conf<strong>in</strong>ato<br />
<strong>in</strong> televisione.<br />
SELVAGGIA CONTI<br />
ne si compie. Anche se poi sarà<br />
proprio Hanratty a farlo uscire<br />
di galera offrendogli un lavoro<br />
come consulente antifalsificazioni<br />
per l’Fbi.<br />
E Frank oggi è miliardario,<br />
anche per le consulenze date a<br />
banche e enti. Steven Spielberg<br />
si prende una piacevole vacanza<br />
anni ’60, come sottol<strong>in</strong>ea<br />
il racconto (vero), i titoli di testa<br />
(brillanti) e gli ammicchi a<br />
James Bond (spassosi). La faccetta<br />
furba di Di C<strong>ap</strong>rio sembra<br />
fatta <strong>ap</strong>posta per questa <strong>in</strong>terpretazione,<br />
mentre Tom Hanks<br />
deve un tant<strong>in</strong>o camuffarsi per<br />
essere perfetto. E dietro di loro<br />
giganteggiano altri nomi importanti<br />
(Mart<strong>in</strong> Sheen,<br />
Christopher Walken, Natalie<br />
Baye, Jennifer Garner).<br />
MADE IN ITALY<br />
Mucc<strong>in</strong>o colpisce<br />
ancora. La bella è<br />
Monica Bellucci<br />
L’ultimo bacio è passato agli<br />
archivi. E Gabriele Mucc<strong>in</strong>o ci<br />
riprova con Ricordati di me. In<br />
uscita, da tempo annunciata, il<br />
14 febbraio, festa degli <strong>in</strong>namorati.<br />
Ma per molti sarà una<br />
giornata da fucili spianati,<br />
pronti a impall<strong>in</strong>are il giov<strong>in</strong>otto<br />
che si è permesso, non annunciato,<br />
di fare sconquassi al<br />
box office con un film che non<br />
era comico e neppure di derivazione<br />
televisiva.<br />
Qualcuno ha già def<strong>in</strong>ito<br />
questa tendenza come fandanghiana,<br />
dal nome della<br />
società di produzione (ma anche<br />
di altro) di Domenico<br />
Procacci. E Ricordati di me<br />
sembra rientrare nella tendenza.<br />
Con i Ristuccia, una famiglia<br />
canonica composta dai<br />
genitori Fabrizio Bentivoglio<br />
e Laura Morante e dai due<br />
figli adolescenti Nicoletta<br />
Romanoff e Silvio Mucc<strong>in</strong>o.<br />
È l’<strong>in</strong>sana determ<strong>in</strong>azione<br />
con cui la figlia vuole diventare<br />
soubrette televisiva, e per<br />
questo è disposta a tutto,<br />
rimette <strong>in</strong> movimento pulsioni<br />
sopite e voglie di fuga verso<br />
nuove dest<strong>in</strong>azioni.<br />
E qui compare anche Monica<br />
Bellucci. L’armonia dei<br />
Ristuccia se n’è andata e loro<br />
stessi si sentono come centrifugati.<br />
Difficile riprendere <strong>in</strong><br />
mano la situazione per ricom<strong>in</strong>ciare<br />
tutto da c<strong>ap</strong>o. Ma<br />
è l’unica conclusione cui sono<br />
arrivati, ognuno attraverso<br />
il proprio personale percorso.<br />
URBAN 41
42 URBAN<br />
REPLICHE<br />
P<strong>in</strong>ter, Genet<br />
e tutti gli altri<br />
I LUNEDÌ<br />
CON LO ZIO NANNI<br />
Milano, Teatro Ciak<br />
Faccia a faccia diretto con<br />
uno dei padri storici del cabaret<br />
italiano: Nanni Svampa,<br />
ex-Gufo e anfitrione di questi<br />
<strong>in</strong>contri settimanali. Brassens<br />
tradotto <strong>in</strong> milanese e passerella<br />
di cantanti e cabarettisti.<br />
3-10 febbraio<br />
L’IRADIDDIO<br />
Bologna,<br />
Teatro delle Celebrazioni<br />
Sull’onda della popolarità al<br />
fianco di Gianni Morandi, la<br />
brava Paola Cortellesi riprende<br />
uno spettacolo tra la commedia<br />
e il dramma contemporaneo<br />
datato 2000. In un<br />
mondo fatto di locali notturni<br />
e discoteche “maschi” e “femm<strong>in</strong>e”<br />
della specie umana <strong>in</strong><br />
lotta per i propri bisogni nella<br />
più totale anestesia di sentimenti.<br />
25-26 febbraio<br />
I NEGRI<br />
Tor<strong>in</strong>o, Teatro Gobetti<br />
Un testo giudicato impossibile,<br />
una sfida improba: <strong>in</strong> scena la<br />
parola di Genet per un dramma<br />
provocatorio e antisociale.<br />
La/le diversità (sesso, cultura,<br />
razza) al potere contro il potere.<br />
Ne risulta uno spettacolo<br />
corale di totale fisicità che colpisce<br />
il pubblico nell’<strong>in</strong>timo.<br />
Da vedere. 11-15 febbraio<br />
LA STANZA E<br />
L’ANNIVERSARIO<br />
Roma, Teatro Argent<strong>in</strong>a<br />
Robertò Andò riunisce <strong>in</strong> un<br />
solo allestimento La stanza e<br />
L’anniversario, prima e ultima<br />
commedia di P<strong>in</strong>ter. Mar<strong>in</strong>a<br />
Confalone, Paolo Graziosi,<br />
Lorenza Indov<strong>in</strong>a e Giorgio<br />
Lupano gli attori <strong>in</strong> scena.<br />
Atmosfere tese per parlare<br />
della stupidità del potere.<br />
F<strong>in</strong>o al 16 febbraio<br />
TEATRO<br />
NEL SEGNO DI KOLTES<br />
Tra febbraio e marzo il Teatro dell’Elfo mette <strong>in</strong> scena due c<strong>ap</strong>olavori del famoso drammaturgo<br />
francese. In ‘scena’ le voci di Carlo Cecchi e Claudio Amendola e, sul palco, Remo Girone<br />
“Se lei se ne va <strong>in</strong> giro, a quest’ora<br />
e <strong>in</strong> questo posto, è che<br />
desidera qualcosa che non ha,<br />
e… questa cosa, io gliela posso<br />
fornire”. Con questa celebre battuta<br />
<strong>in</strong>izia Nella solitud<strong>in</strong>e dei<br />
campi di cotone, uno dei testi<br />
teatrali più famosi di Bernard-<br />
Marie Koltès, che nel corso di<br />
quest’anno avrebbe festeggiato<br />
il 55° compleanno se l’Aids non<br />
lo avesse stroncato nel 1989.<br />
Autore disperato, emarg<strong>in</strong>ato, <strong>in</strong><br />
perenne fuga tra Occidente e Sud<br />
del mondo, omosessuale, erede<br />
dei massimi fasti drammaturgici<br />
ILIADE<br />
Milano, CRT-Teatro dell’Arte<br />
Il testo <strong>in</strong> versi del c<strong>ap</strong>olavoro<br />
di Omero riletto dal Teatr<strong>in</strong>o<br />
Clandest<strong>in</strong>o, gruppo di punta<br />
del teatro emerso negli anni<br />
’90. Commistione tra musica,<br />
danza, c<strong>in</strong>ema (con riprese da<br />
film muto espressionista) e arti<br />
sceniche tradizionali. Una scenotecnica<br />
da urlo e megadecibel<br />
da discoteca per rendere<br />
attuali i palpiti di Achille, Ettore,<br />
Andromaca e Priamo.<br />
18-23 febbraio<br />
d’oltralpe da Rac<strong>in</strong>e a Marivaux.<br />
Quella battuta d’<strong>in</strong>cipit la si ascolta<br />
nel buio di un labir<strong>in</strong>to, seduti<br />
accanto ad altri 19 compagni di<br />
un’avventura teatrale <strong>in</strong> cui c’è<br />
molto da sentire e ben poco da<br />
vedere. Non ci sono attori, solo<br />
le voci dei due <strong>in</strong>terpreti, Carlo<br />
Cecchi e Claudio Amendola, <strong>in</strong><br />
una registrazione effettuata per<br />
Radio 3 nel 1998.<br />
È questo l’allestimento ideato da<br />
Mario Martone per farci penetrare<br />
nel r<strong>ap</strong>porto tra un venditore<br />
e un acquirente i quali per un’<strong>in</strong>tera<br />
ora trattano e discettano su<br />
FILOTTETE<br />
Bologna, Teatri di Vita<br />
La dura tragedia di He<strong>in</strong>er Müller<br />
vista da Eugenio Sideri come uno<br />
scontro generazionale tra prigionieri<br />
della storia, come lotta tra la<br />
realtà e il mito. Su un’isola immobile<br />
<strong>in</strong> cui tutto è immoto, a partire<br />
dal tempo, quattro “giovani <strong>in</strong>felici”<br />
giocano un’<strong>in</strong>utile partita<br />
contro un vecchio ugualmente<br />
disperato. E su tutti la suprema<br />
ragione della Morte, ovvero della<br />
Ragion di Stato.<br />
8-9 febbraio<br />
una merce che ci rimane sconosciuta,<br />
forse droga, forse sesso,<br />
più probabilmente il senso stesso<br />
della vita. “Non c’è azione nel testo<br />
di Koltès – spiega il regista –<br />
solo tensione… un lungo dialogo<br />
<strong>in</strong> cui ogni battuta è un monologo…<br />
una manciata di secondi dilatata<br />
scenicamente per un’ora.<br />
Così è nato questo piccolo e buio<br />
labir<strong>in</strong>to <strong>in</strong> cui ciascuno è isolato<br />
dall’altro ma ci sono come è naturale<br />
<strong>in</strong> un labir<strong>in</strong>to anche <strong>in</strong>numerevoli<br />
possibilità di <strong>in</strong>contro tra<br />
gli ascoltatori”. Il risultato è affasc<strong>in</strong>ante,<br />
come riporta la critica<br />
CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE –<br />
IL RACCONTO DEL CERMIS<br />
Settimo Tor<strong>in</strong>ese, Teatro Garibaldi<br />
3 febbraio 1998: un aereo americano<br />
trancia di netto i cavi di<br />
una funivia causando la morte<br />
di 20 persone. Il giovane P<strong>in</strong>o<br />
Loperfido, sulle orme di Marco<br />
Paol<strong>in</strong>i, costruisce un’orazione<br />
civile di analisi e di denuncia.<br />
Andrea Castelli, attore maestro<br />
del comico, accetta di passare<br />
al monologo drammatico per ripercorrere<br />
i passi della tragedia.<br />
27 febbraio-1 marzo<br />
più accreditata che attesta: “Qui<br />
spettatore e testo restano avv<strong>in</strong>ghiati<br />
<strong>in</strong> un corpo a corpo (…)<br />
lo spettatore esce frastornato da<br />
una vertig<strong>in</strong>e di metafore di cui<br />
non è riuscito a toccare il fondo”.<br />
Lo spettacolo-<strong>in</strong>stallazione (andato<br />
<strong>in</strong> scena la scorsa estate<br />
ad Ancona) ora rivive al Teatro<br />
dell’Elfo, palcoscenico sul quale<br />
ha avuto luogo il primo allestimento<br />
italiano (1992, regia di<br />
Enzo G. Cecchi) di questo lavoro<br />
che è ormai considerato<br />
un classico dell’ultimo ’900.<br />
In parallelo, sotto il medesimo<br />
tetto, viene anche proposto<br />
un altro c<strong>ap</strong>olavoro di Koltès,<br />
quel Lotta di negro contro cane<br />
portato al successo nell’83 da<br />
Patrice Chéreau, che ora va <strong>in</strong><br />
scena per la regia di Giampiero<br />
Solari con protagonista un Remo<br />
Girone lontano anni luce dal cattivone<br />
della Piovra.<br />
SANDRO AVANZO<br />
Nella solitud<strong>in</strong>e<br />
dei campi di cotone<br />
Milano, Teatro dell’Elfo<br />
Tel. 02-716791<br />
11-16 febbraio<br />
Lotta di negro contro cane<br />
Milano, Teatro dell’Elfo<br />
18 febbraio-2 marzo<br />
CINQUE ATTORI (BRAVI) E UN PUPO DI TUTTI<br />
Di chi è Gabriele?<br />
I c<strong>in</strong>que protagonisti<br />
se lo chiedono.<br />
E gli spettatori<br />
si divertono<br />
GABRIELE<br />
Roma, Teatro Valle<br />
Tel. 06-6869049<br />
18 febbraio-2 marzo<br />
Gabriele è il nome di un bebé<br />
<strong>in</strong> arrivo che getta scompiglio<br />
nell’esistenza di c<strong>in</strong>que giova-<br />
nissimi attori genovesi tr<strong>ap</strong>iantati<br />
a Roma <strong>in</strong> cerca di fortuna.<br />
La madre è Angela, <strong>in</strong>contrata<br />
dai 5 nella c<strong>ap</strong>itale, ma chi di<br />
loro è il padre? Fausto<br />
Paravid<strong>in</strong>o con Giampiero<br />
R<strong>ap</strong>pa firma testo e regia di<br />
questo lavoro <strong>in</strong> parte autobio-<br />
grafico. Frizzante, brioso, divertente,<br />
pieno di vitalità. Premio<br />
per la drammaturgia emergente<br />
nel 2000, con Gabriele riesce<br />
sempre il miracolo di sale piene<br />
di ragazzi e ragazze, pubblico<br />
altrimenti <strong>in</strong> est<strong>in</strong>zione.<br />
CECILIA RINALDINI<br />
MARCO PAOLINI E IL TEATRO CIVILE< PIU I CLASSICI<br />
TERRITORI – LA CELLA –<br />
DANNO COLLATERALE<br />
Roma, Teatro del Vascello<br />
Visto il successo si prosegue.<br />
Sul palco gli artisti di Teatro<br />
Civile con tre spettacoli scritti<br />
da loro: Territori di Lorenzo<br />
Gioielli, Danno collaterale<br />
di Alessandro Occhip<strong>in</strong>ti e<br />
La cella di Raffaella Battagl<strong>in</strong>i.<br />
Guerre vere o mediatiche, tra<br />
soldati e ostaggi, tra leader<br />
politici <strong>in</strong> campagna elettorale<br />
e tra prigionieri e carcerieri.<br />
29 gennaio-9 febbraio
MEDIA<br />
LA NEW ECONOMY<br />
TUTTA DA RIDERE<br />
che si è trovato a fare il boss<br />
del web. Però quella maledetta<br />
abitud<strong>in</strong>e di disegnare non se<br />
l’è tolta mai ed ecco allora che<br />
per un anno le sue strisce sono<br />
state pubblicate da Puntocom e<br />
poi sono f<strong>in</strong>ite <strong>in</strong> questo libro,<br />
ovvio (To Be or Net to be, Hops<br />
Libri, 11 euro e mezzo spesi<br />
benissimo). Ecco.<br />
Un libro di fumetti?<br />
Di più: una satira<br />
aziendale che svela<br />
il (f<strong>in</strong>to) miracolo<br />
della web<br />
generation italiana<br />
Riassunto delle puntate precedenti.<br />
Roberto Grassilli ha <strong>in</strong>contrato<br />
<strong>in</strong>ternet e il web quando<br />
certa gente (e certi editori)<br />
dicevano “non dura, non dura, è<br />
una moda”. Hi! Faceva certi esilaranti<br />
disegn<strong>in</strong>i per Cuore (il<br />
giornale satirico) e aveva la pes-<br />
PETS, PELOUCHE PER ADULTI<br />
Un p<strong>ap</strong>pagallo filosofo che beve<br />
la sua ur<strong>in</strong>a ed è conv<strong>in</strong>to di<br />
essere la re<strong>in</strong>carnazione della<br />
cantante afrocaraibica Joan<br />
Armatrad<strong>in</strong>g; una gatta persiana<br />
c<strong>in</strong>ica e psicopatica che si<br />
cala antidepressivi come fossero<br />
croccant<strong>in</strong>i; un setter rosso<br />
che si sente un po’ un <strong>in</strong>tellettuale<br />
e fa cose piuttosto bizzarre<br />
come <strong>in</strong>filarsi nel freezer per<br />
viaggiare nel futuro; un bulldog<br />
grigio, decisamente meno ambizioso,<br />
che passa il tempo a<br />
sima abitud<strong>in</strong>e di disegnare durante<br />
le riunioni: perlopiù le facce<br />
perplesse (e fesse) di quelli<br />
che non disegnavano durante le<br />
riunioni. Non ha mai smesso,<br />
peraltro. Poi, <strong>in</strong>sieme al suo degno<br />
compare Gianluca Neri e altri<br />
ha fondato Clarence, comuni-<br />
mangiare sandwiches, leggere<br />
riviste porno e avere r<strong>ap</strong>porti<br />
sessuali con i mobili di casa.<br />
Benvenuti su Pets, orig<strong>in</strong>ale e irriverente<br />
sit-com di pupazzi per<br />
adulti <strong>in</strong> onda <strong>in</strong> tarda serata su<br />
Mtv (a febbraio andranno <strong>in</strong> onda<br />
delle repliche, per la programmazione<br />
cliccate su www.mtv.it).<br />
Una sit-com made <strong>in</strong> England,<br />
trasmessa orig<strong>in</strong>ariamente su<br />
Channel 4, <strong>in</strong> cui JP The Parrot,<br />
Dav<strong>in</strong>a, Hamish e Trevor – rispet-<br />
tà virtaule e portale para-satirico,<br />
sopravvissuto a tutte le follie<br />
della New Economy, ancora<br />
vivo là dove altri, ben più poderosi,<br />
sono morti scoppiando come<br />
una bolla (la bolla della<br />
new-economy, <strong>ap</strong>punto!).<br />
Insomma, Grassilli è un artista<br />
È già culto la sit-com <strong>in</strong>glese trasmessa da Mtv. Protagonisti, pupazzi folli e sporcaccioni<br />
tivamente il p<strong>ap</strong>pagallo, la gatta<br />
e i due cani – mangiano, dormono,<br />
discutono, leggono, fanno l’amore<br />
(solo con le lampade, però!),<br />
si azzuffano e fanno la pace.<br />
Quattro pupazzi che vivono <strong>in</strong><br />
una casa piccola e sporca, regalano<br />
gag di puro humor <strong>in</strong>glese<br />
ironizzando sui tic sociali e le nevrosi<br />
del nostro tempo.<br />
E così Hamish <strong>in</strong>stalla un sistema<br />
di videocamere per spiare i suoi<br />
co<strong>in</strong>quil<strong>in</strong>i, Trevor evoca Satana,<br />
Ora: quel che c’è nel libro. Una<br />
spaventevole ed esilarante galleria<br />
di personaggi che girano<br />
<strong>in</strong>torno al net, o meglio <strong>in</strong>torno<br />
(e dentro) a un’azienda nemmeno<br />
tanto immag<strong>in</strong>aria che si<br />
chiama Immanet. Tipi umani,<br />
macchiette, pazzi generici, folli<br />
geniali. Tutti a comporre la cosmogonia<br />
dell’Azienda. Da<br />
scompisciarsi, specie se <strong>in</strong> un’azienda<br />
ci siete stati e ne conoscete<br />
le fesserie galattiche. Il<br />
paragone che viene <strong>in</strong> mente è<br />
quello con Bristow di Frank<br />
Dickens, quell’<strong>in</strong>glese che stava<br />
<strong>in</strong> un’azienda mostruosamente<br />
grande senza nemmeno ricordarsi<br />
quando c’era entrato per<br />
la prima volta.<br />
In più i personaggi di Grassili,<br />
questi poveri schiavi-complici<br />
della Immanet hanno ruoli bizzarri,<br />
flessibilità estreme, ai limiti<br />
dello slogamento e filosofie<br />
tutte loro (per fortuna!). Alla f<strong>in</strong>e<br />
della lettura, penserete che<br />
questo ex-ragazzotto ha del genio.<br />
E che non metterete mai<br />
piede <strong>in</strong> un’azienda, se solo potrete<br />
evitarlo.<br />
Jp The Parrot è conv<strong>in</strong>to che nel<br />
giard<strong>in</strong>o ci sia un ufo e Dav<strong>in</strong>a (la<br />
sua battuta classica nell’orig<strong>in</strong>ale<br />
<strong>in</strong>glese è: “The drugs don’t work,<br />
you know...”) passa il tempo a pianificare<br />
modi orrendi per accoppare<br />
il suo fidanzato. Se e quando<br />
deciderà di tornare, visto che è<br />
partito da molto tempo e le spedisce<br />
cartol<strong>in</strong>e, quando c<strong>ap</strong>ita, da<br />
paesi esotici.<br />
Se non vi spaventa il politically<br />
uncorrect, per una volta accendete<br />
pure la tv.<br />
CARTA & SITI<br />
FUMETTOPOLI<br />
www.fumettopoli.com<br />
Gli eroi di tutto il mondo si riuniscono<br />
nel primo f<strong>in</strong>e settimana<br />
di marzo davanti alla stazione<br />
Garibaldi di Milano.<br />
L’Hotel Executive sabato 1 e<br />
domenica 2 ospita Fumettopoli<br />
dove vedere, sfogliare, acquistare<br />
e ascoltare tutte le care<br />
vecchie avventure dell’<strong>in</strong>fanzia<br />
e della gioventù. Dall’America<br />
al Gi<strong>ap</strong>pone, gli eroi dei fumetti<br />
e gli idoli del pop e del rock<br />
dagli anni ’50 a oggi arrivano<br />
sotto forma di fumetti, libri,<br />
film, dischi <strong>in</strong> v<strong>in</strong>ile, cd e dvd.<br />
Ingresso 7 euro (il giro sul web<br />
però è gratuito!).<br />
L’ITALIA DI BELL’ITALIA<br />
02-43313354<br />
Settanta foto per settanta<br />
copert<strong>in</strong>e. Bell’Italia (Giorgio<br />
Mondadori Editore) festeggia<br />
i 200 numeri (a proposito:<br />
auguri!) con una mostra<br />
al Castello Sforzesco di<br />
Milano. F<strong>in</strong>o al 23 febbraio<br />
vengono qu<strong>in</strong>di esposte 70<br />
fotografie utilizzate come<br />
copert<strong>in</strong>e da Bell’Italia a<br />
partire dal 1986, anno di<br />
nascita del mensile.<br />
Alla mostra, curata da<br />
Susanna Scafuri e Milena<br />
Mentasi, si accede (gratuitamente)<br />
dalla corte Ducale.<br />
ORECCHIOACERBO<br />
www.orecchioacerbo.com<br />
Si parte dal sito, molto divertente,<br />
si clicca di qua e di là rispolverando<br />
le lezioni di<br />
Rodari e si <strong>ap</strong>proda ad alcuni<br />
libretti (deliziosi) per i bamb<strong>in</strong>i<br />
(veri) e quelli sopra gli anta. C’è<br />
il gigante Gamb<strong>in</strong>ipiombo e le<br />
sue scoreggie da gigante, le<br />
storie del Signor Ventriglia, di<br />
NoiAltri Bamb<strong>in</strong>i di Strada e<br />
quelle del Paese dei Quadrati.<br />
I libri si comprano sul sito con<br />
lo sconto del 20% o si trovano<br />
<strong>in</strong> tutte le librerie. Costo sui<br />
7/8 euro. Intelligente.<br />
URBAN 43
ARTE<br />
TUTTO FA L<br />
Due mostre diverse<br />
ma notevolissime:<br />
il non-pittore e nonscultore<br />
Parmiggiani<br />
e il fotografo<br />
Juergen Teller<br />
, ARTE,<br />
BOLOGNA ESAGERA<br />
Domanda: che cosa hanno <strong>in</strong><br />
comune l’artista Claudio<br />
Parmiggiani e il fotografo<br />
Juergen Teller? A prima vista<br />
niente, se non il fatto che sono<br />
conosciuti a livello <strong>in</strong>ternazionale<br />
e attualmente celebrati dalla<br />
città di Bologna con due grandi<br />
mostre personali: una alla<br />
Galleria d’Arte Moderna e una<br />
alla Villa delle Rose (telefono<br />
valido per le due mostre: 051-<br />
502859). Però, a ben cercare,<br />
un elemento comune c’è. I due<br />
con le loro opere hanno <strong>in</strong>fatti<br />
lasciato segni <strong>in</strong>delebili e, superando<br />
le categorie tradizionali<br />
di pittura e scultura da un lato<br />
e di fotografia di moda dall’altro,<br />
hanno <strong>in</strong>fluenzato le generazioni<br />
successive.<br />
La storia è questa: nel 1968<br />
Parmiggiani cosparge il pavimento<br />
di una galleria d’arte di pigmento<br />
giallo puro che irradia una<br />
luce abbac<strong>in</strong>ante, facendo affiorare<br />
prepotente la forza poetica della<br />
sua ricerca. “Raramente uso gli<br />
strumenti tradizionali della pittura<br />
– racconta lo stesso artista del<br />
suo lavoro – non faccio quadri: ho<br />
come un senso di rifiuto all’idea di<br />
ARNOLD SCHÖNBERG<br />
Tor<strong>in</strong>o, 011-4429518<br />
Pensate di aver sbagliato pag<strong>in</strong>a?<br />
E <strong>in</strong>vece no, siete proprio<br />
nella guida dell’arte. Ebbene sì,<br />
la GAM presenta l’attività pittorica<br />
del grande compositore<br />
austriaco che tra il 1906 e il<br />
1912 realizzò ben settanta dip<strong>in</strong>ti<br />
a olio e centosessanta acquerelli.<br />
In mostra, provenienti<br />
da Vienna, gli autoritratti, le visioni,<br />
i ritratti, le caricature e i<br />
bozzetti di scena.<br />
Dal 4 febbraio al 16 marzo<br />
dip<strong>in</strong>gere un quadro, un senso di<br />
<strong>in</strong>utilità, di <strong>in</strong>adeguatezza. Non<br />
mi sono mai posto il problema<br />
dell’abbandono o del ritorno alla<br />
pittura; mi considero un pittore<br />
che non fa della pittura.” Perché<br />
biasimarlo? Geniale iconoclasta,<br />
Parmiggiani realizza opere con il<br />
fuoco, la polvere, il fumo e la luce.<br />
Lavori che impongono la loro assenza<br />
piuttosto che la loro presenza.<br />
Ed è proprio la durata effimera<br />
di molti suoi <strong>in</strong>terventi che<br />
rende le sue opere uniche, <strong>in</strong>afferrabili<br />
ed emozionanti. La mostra<br />
bolognese ripercorre qu<strong>in</strong>di la ricerca<br />
dell’artista delle ‘pitture<br />
scolpite’, con un percorso di qu<strong>in</strong>dici<br />
stazioni s<strong>in</strong>gole che trasportano<br />
il visitatore <strong>in</strong> un sogno a occhi<br />
<strong>ap</strong>erti.<br />
La copert<strong>in</strong>a del Sueddeutsche<br />
Zeitung che riporta un nudo<br />
CARLO MOLLINO<br />
Tor<strong>in</strong>o, 011-544132<br />
La Fondazione italiana per la<br />
fotografia ha ord<strong>in</strong>ato le immag<strong>in</strong>i<br />
realizzate dall’architetto<br />
Carlo Moll<strong>in</strong>o sul f<strong>in</strong>ire degli<br />
anni ’30, e le presenta al pubblico<br />
per la prima volta. Si tratta<br />
di orig<strong>in</strong>ali preziosi, quasi<br />
tutti ritratti ambientati.<br />
Immag<strong>in</strong>i che lo stesso Moll<strong>in</strong>o<br />
ha ritoccato e ritagliato per<br />
farci entrare nel suo personale<br />
mondo visivo.<br />
F<strong>in</strong>o al 23 marzo<br />
<strong>in</strong>tegrale di Kristen McMenamy<br />
è stato <strong>in</strong>vece l’esordio dirompente<br />
di Juergen Teller.<br />
Allontanandosi dai tradizionali<br />
canoni della fotografia di moda,<br />
Teller tenta di andare oltre<br />
l’aspetto ammiccante e artificiale<br />
delle modelle che immortala.<br />
Ciò che vuole far emergere<br />
dalle sue fotografie è la personalità<br />
del soggetto ritratto.<br />
Memorabile <strong>in</strong> questo senso è<br />
l’immag<strong>in</strong>e di Kurt Coba<strong>in</strong> che<br />
Teller ha conosciuto nel 1991<br />
e ha seguito <strong>in</strong> tour, studiando<br />
il suo comportamento. Il fotografo<br />
era rimasto così affasc<strong>in</strong>ato<br />
dalla personalità timida,<br />
riservata ed enigmatica di colui<br />
che nel giro di qualche anno si<br />
sarebbe suicidato con un colpo<br />
di pistola, che l’ultimo giorno<br />
del tour si era reso conto di<br />
MUSICA E ARCHITETTURA, ARTE AI CONFINI<br />
ENZO CUCCHI<br />
Roma, 06-6832766<br />
La galleria Valent<strong>in</strong>a Bonomo<br />
Arte Contemporanea ospita una<br />
mostra personale di Enzo Cucchi,<br />
artista def<strong>in</strong>ito visionario che <strong>ap</strong>proda<br />
alla pittura sul f<strong>in</strong>ire degli<br />
anni ’70. Oltre all’opera <strong>in</strong>edita<br />
Grillo Amato, pittura su canna e<br />
neon, la mostra presenta alcune<br />
piccole figure <strong>in</strong> bronzo dal titolo<br />
simbolico Idoli e un taccu<strong>in</strong>o <strong>in</strong>timo<br />
di <strong>ap</strong>punti e disegni raccolti<br />
dall’artista negli ultimi anni.<br />
F<strong>in</strong>o al 28 febbraio<br />
non aver fatto ancora uno scatto.<br />
L’immag<strong>in</strong>e che ha poi realizzato<br />
è l’emblema della vulnerabilità<br />
e dell’<strong>in</strong>troversione.<br />
La Villa delle Rose ripercorre il<br />
lavoro di Teller attraverso cent<strong>in</strong>aia<br />
di scatti orig<strong>in</strong>ali, il video<br />
Go sees e numerose fotografie<br />
pubblicate su riviste di moda<br />
nel corso degli anni Novanta.<br />
Un campionario di aspiranti<br />
bellezze, alcune acerbe altre<br />
aggressive, che nascondono la<br />
spasmodica voglia di raggiungere<br />
il successo.<br />
LE FOYERS INFINIS<br />
Bologna, 051-243438<br />
D.P. TESEI<br />
Claudio Parmiggiani<br />
Bologna, Galleria d’Arte Moderna<br />
F<strong>in</strong>o al 30 marzo<br />
Juergen Teller<br />
Bologna, Villa delle Rose<br />
F<strong>in</strong>o al 23 marzo<br />
Siete di quelli che pensano che le<br />
immag<strong>in</strong>i di donne che si uniscono<br />
sessualmente con uom<strong>in</strong>i-cervello<br />
o sono penetrate da membri<br />
senza corpo e trafitte con fasci<br />
di luce, siano erotiche? Allora<br />
la mostra del visionario Hayashi<br />
fa al caso vostro. Le pareti della<br />
Mondo Bizzarro Gallery si trasformano<br />
<strong>in</strong> un prontuario di feticci<br />
e ossessioni <strong>in</strong> cui la metà<br />
<strong>in</strong>feriore della donna trionfa.<br />
F<strong>in</strong>o al 27 febbraio<br />
Immag<strong>in</strong>i di Juergen Teller<br />
MOSTRE<br />
Piccoli robot e<br />
grandi foto. Anche<br />
grandissime<br />
80.000<br />
Milano, 02-29060171<br />
Dai primi piccoli robot a un<br />
grosso sommergibile, f<strong>in</strong>o alle<br />
tende palafittate (esposte a<br />
Viafar<strong>in</strong>i): le forme di Pierluigi<br />
Calignano, classe 1971, scaturiscono<br />
dall’attualità per<br />
immergersi <strong>in</strong> un mondo onirico.<br />
La mostra alla Galleria<br />
Antonio Colombo <strong>in</strong>daga alcuni<br />
elementi dell’immag<strong>in</strong>ario<br />
di un artista giovane e c<strong>ap</strong>ace<br />
di creare strani <strong>in</strong>trecci<br />
tra mondo animale e robotica,<br />
storia dell’arte e fumetto.<br />
F<strong>in</strong>o al 14 marzo<br />
ZIJAH GAFIC<br />
Milano, 02-625271<br />
La Galleria Grazia Neri ospita<br />
le immag<strong>in</strong>i del giovanissimo<br />
fotografo bosniaco Zijah<br />
Gafic, premiato a Word Press<br />
Photo 2002 <strong>in</strong> due diverse<br />
sezioni e v<strong>in</strong>citore del Prix<br />
Kodak 2002 du Jeune<br />
Reporter. Gafic, che ha vissuto<br />
<strong>in</strong> prima persona la drammatica<br />
esperienza della<br />
guerra nel suo Paese, ha voluto<br />
testimoniare l’impatto<br />
psicologico che il conflitto<br />
ha avuto sulla gente.<br />
F<strong>in</strong>o al 19 febbraio<br />
LA RIPRORIDUZIONE<br />
Roma, 06-699801<br />
La mostra, ospitata presso<br />
l’Istituto Nazionale della<br />
Grafica, affronta le problematiche<br />
legate alla riproduzione<br />
nell’arte contemporanea,<br />
al suo utilizzo e al r<strong>ap</strong>porto<br />
tra fotografo e artista.<br />
Un tema <strong>in</strong>teressante che<br />
viene analizzato attraverso<br />
le opere di artisti di diversa<br />
provenienza e generazione<br />
tra cui: Thomas Demand,<br />
Carlos Garaicoa, Gerhard<br />
Richter, Ettore Spalletti.<br />
F<strong>in</strong>o al 9 febbraio<br />
URBAN 45
SHOPPING<br />
LASCIATECI LE PENNE<br />
Anzi, portatevele via<br />
(pagando s’<strong>in</strong>tende),<br />
perché qui le hanno<br />
proprio tutte,<br />
dalla stilo da emiro<br />
al tratto-pen<br />
Massima suspence: siamo nella<br />
cella di Hannibal alias Anthony<br />
Hopk<strong>in</strong>s che, zitto zitto, a un<br />
certo punto estrae una penna e<br />
cerca di forzare la serratura che<br />
lo imprigiona. Atterriti dall’idea<br />
del suo prossimo snack portate<br />
le mani agli occhi e abbassate la<br />
testa? Provate a distrarvi con i<br />
particolari: lo s<strong>ap</strong>ete che la penna<br />
è una preziosa stilografica<br />
Cross?<br />
Altra variante: siete a Vienna<br />
nella bl<strong>in</strong>datissima sede<br />
dell’Opec (Organizzazione dei<br />
Paesi Esportatori di Petrolio<br />
eh?): lasciate perdere gli orologi<br />
miliardari di m<strong>in</strong>istri ed emiri e<br />
buttate un occhio a quei luccicanti<br />
strumenti con cui vengono<br />
suggellati accordi e riunioni:<br />
prestigiosissime e opulentissime<br />
Chicago anni ’30?<br />
No, il Celio, oggi<br />
Avete nostalgia dei m<strong>in</strong>i abiti da<br />
sera con le frange stile<br />
Charleston? Il vostro desiderio<br />
nascosto è sempre stato possedere<br />
un frac come quello di Fred<br />
Astaire o scendere uno scalone<br />
<strong>in</strong>dossando un vestito di raso<br />
nero come quello di Gloria<br />
penne Omas. Un’idea della realtà<br />
vista attraverso biro, roller e<br />
penn<strong>in</strong>i che potete gustare andando<br />
da Tor<strong>in</strong>o Penna (a Tor<strong>in</strong>o<br />
<strong>ap</strong>punto). La vetr<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>equivocabile,<br />
ha un fasc<strong>in</strong>o d’altri tempi<br />
e mostra solo le briciole di<br />
quello che trovate all’<strong>in</strong>terno. Il<br />
negozio è piccolissimo e ospita<br />
orizzontali, verticali, oblique e <strong>in</strong><br />
<strong>ap</strong>positi cassett<strong>in</strong>i <strong>in</strong> stile ‘far-<br />
macista pazzo’ (visione che da<br />
sola vale la gita) penne per tutti<br />
i gusti e per tutti i portafogli. Ci<br />
sono le stilografiche d’oro Omas<br />
tempestate da diamanti o pietre<br />
preziose, richiestissime sul mercato<br />
arabo (costo dai 100.000<br />
euro <strong>in</strong> su), le severe Montblanc,<br />
le Parker un po’ retrò, le <strong>in</strong>tramontabili<br />
Pelikan e le penne<br />
multiuso del futuro (matita, sti-<br />
MILANO ELEGANTE, RILEGATA E AFRICANA<br />
LA PICCOLA LEGATORIA<br />
Via Palermo, 11<br />
Una mecca per poeti, viaggiatori<br />
con ansie scribacch<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>namorati<br />
dalla parola debordante e per<br />
tutti quelli che amano il bello scrivere<br />
su bella carta o bel quadernetto.<br />
Qui si trovano risme di carta<br />
dal s<strong>ap</strong>ore antico e prezioso,<br />
quaderni (anche <strong>in</strong>i e oni), portafoto<br />
di tutte le misure, album, scatole<br />
e quello che preferite (ovviamente<br />
su ord<strong>in</strong>azione). Prezzi, ovviamente<br />
da laboratorio artigiano.<br />
Swanson <strong>in</strong> Viale del tramonto?<br />
Non c’è bisogno di partire per<br />
Chicago o di spendere un c<strong>ap</strong>itale,<br />
ma solo di fare una passeggiata<br />
f<strong>in</strong>o al Celio. Qui, tra un negozio<br />
di candele e i banchi del<br />
mercat<strong>in</strong>o, non fatevi sfuggire le<br />
due sarac<strong>in</strong>esche (anche loro<br />
molto anni ’30) di Vecchia<br />
America. Da più di vent’anni<br />
(tranne la domenica, giorno di<br />
chiusura) questo magazz<strong>in</strong>o ri-<br />
AFRICAN ORIENTAL CRAFT<br />
Via Confalonieri, 34<br />
Di tutto e di più dall’Africa e<br />
dall’India. Obbligatorio perdersi<br />
tra i corridoi con maxi contenitori<br />
ed enormi scaffali stracolmi di<br />
collane, braccialetti, pietre, <strong>in</strong>censi,<br />
maschere, bonghi, pipe,<br />
mobili, t<strong>ap</strong>peti, babbucce e altre<br />
sorprese. Da fuori non si direbbe,<br />
poi una volta dentro non si<br />
uscirebbe più. Per regalare vero<br />
artigianato agli amici senza l’ansia<br />
di partire. Prezzi ottimi.<br />
fornisce abiti di scena alle compagnie<br />
teatrali romane.<br />
Nonostante l’aspetto trasandato<br />
e gli immancabili strati di polvere<br />
che aleggiano all’<strong>in</strong>terno, questo<br />
negozio resiste nel centro della<br />
c<strong>ap</strong>itale: qui <strong>in</strong>fatti potete trovare<br />
frac da cameriere anni ’20 o<br />
un abito da sposa <strong>in</strong> pizzo con lo<br />
strascico lungo 10 metri. Oltre a<br />
guanti di raso neri come quelli di<br />
Gilda alias Rita Hayworth, copri-<br />
REBUS<br />
Via De Amicis, 35<br />
Un negozio che <strong>ap</strong>prezzate solo<br />
se avete tutto. Cosa vi manca?<br />
Un prato con fiori, immancabili<br />
formiche, funghi e nani di<br />
Biancaneve? Un asse del water<br />
con conchiglie e fossili? Un set<br />
tascabile per <strong>in</strong>terrogare I Ch<strong>in</strong>g<br />
sul posto, ovunque vi troviate?<br />
Un classico salvadanaio a porcell<strong>in</strong>o?<br />
Un portafoto etnico fucsia<br />
degno di Marta Marzotto?<br />
Basta leggere: precipitatevi.<br />
lografica, roller e penn<strong>in</strong>o da<br />
palmare <strong>in</strong> diversi colori tutto <strong>in</strong>sieme).<br />
M<strong>in</strong>i, maxi, tecnologiche,<br />
di design e penn<strong>in</strong>i d’oca, nel<br />
più puro stile marchese De<br />
Sade, vi faranno correre a casa a<br />
scrivere le vostre memorie.<br />
SARA TEDESCHI<br />
Tor<strong>in</strong>o Penna<br />
Tor<strong>in</strong>o, via XX Settembre 4<br />
VECCHIA AMERICA A ROMA<br />
c<strong>ap</strong>o con la veletta, bombette,<br />
cil<strong>in</strong>dri, borse di ogni tipo e maschere.<br />
Tutto (o quasi) importato<br />
dagli Stati Uniti, tutto (o quasi)<br />
usato e, con un po’ di fortuna e<br />
di occhio, qualche vero e rarissimo<br />
pezzo di antiquariato.<br />
VECCHIA AMERICA<br />
Roma, via Ostilia 4<br />
LUCREZIA CIPPITELLI<br />
IL SALVAGENTE<br />
Via Fratelli Bronzetti, 16<br />
Una salvezza (così si c<strong>ap</strong>isce il nome)<br />
per chi vuole o deve fare un<br />
debutto <strong>in</strong> società con i fiocchi.<br />
Nel negozio si trovano vestiti eleganti,<br />
elegantissimi e accessori<br />
curiosi a prezzi scontatissimi. Non<br />
avete mai lasciato il vostro divano<br />
e dovete andare alla Scala (<strong>in</strong> palco<br />
si c<strong>ap</strong>isce) o a una serata di<br />
gala? Cercate un sobrio tailleur<br />
di Armani, un vestito di pailletes o<br />
un tub<strong>in</strong>o di Prada? Accontentati!<br />
BOLOGNA<br />
Oggetti per mani<br />
bucate. Anelli per<br />
nasi bucati. Pierc<strong>in</strong>g<br />
e acquisti <strong>in</strong> città<br />
BODYBAG<br />
THE PIERCING STORE<br />
Via delle Mol<strong>in</strong>e, 1/b<br />
Mollati dalla morosa? Saltato il<br />
fosso con l’abbandono degli<br />
studi di <strong>in</strong>gegneria per <strong>ap</strong>rire<br />
un chir<strong>in</strong>guito di <strong>ap</strong>eritivi?<br />
F<strong>in</strong>almente sc<strong>ap</strong>pati da casa<br />
verso la libertà? Sono questi i<br />
momenti <strong>in</strong> cui di solito ci si<br />
segna il corpo. Non lo s<strong>ap</strong>evate?<br />
Se andate a farvi un giro<br />
da Bodybag oltre alla possibilità<br />
di farvi pierc<strong>in</strong>g, decorazioni<br />
sui denti, <strong>ap</strong>plicazioni di<br />
diamanti e brillanti e ovviamente<br />
tattoo, troverete anche<br />
tutta la filosofia che gira <strong>in</strong>torno.<br />
In totale sicurezza e igiene.<br />
CLUB STERLINO<br />
Via Indipendenza,66<br />
L’importante è andarci selettivi.<br />
Gli oggetti pazzi sono parecchi,<br />
ma la cosa più <strong>in</strong>teressante<br />
è una palma a tre fusti<br />
(con tanto di noci di cocco)<br />
che <strong>in</strong> realtà è una lampada<br />
per bontemponi con la casa<br />
spaziosa. Poi stivaletti di gomma<br />
per bimbi che sognano<br />
cocc<strong>in</strong>elle o l’Ape Maia.<br />
REGALIMPORT<br />
Via A. Righi, 17<br />
Anche qui occhio alla chicca.<br />
Tra gadget, oggestistica, regali<br />
da ridere, pupazzi e molto<br />
altro per la serie “mai più senza”<br />
segnaliamo tutto il meglio<br />
del meglio del trash. Per<br />
esempio perché non ripiegare<br />
su regali sexy ispirati alla parti<br />
più <strong>in</strong>time e formose di giovanotti<br />
e fanciulle? La scelta è<br />
sterm<strong>in</strong>ata: dal classico portas<strong>ap</strong>one,<br />
al mouse, dal portafotografie<br />
(doppio ovviamente),<br />
al salvadanaio f<strong>in</strong>o al biberon<br />
(non descrivibile per scritto...)<br />
e agli spazzol<strong>in</strong>i. Un tocco di<br />
kitsch è concesso a tutti.<br />
URBAN 47
48 URBAN<br />
BALLARE<br />
Da Milano a Roma,<br />
via Bergamo<br />
GOA<br />
Roma, via Libetta 13<br />
La mente vulcanica di<br />
Giancarl<strong>in</strong>o ha tirato fuori un<br />
altro asso nella manica: la prima<br />
e la terza domenica del<br />
mese il locale si trasforma <strong>in</strong><br />
una piazza dove si organizzano<br />
un mercat<strong>in</strong>o, un’esposizione<br />
di quadri, varie performance<br />
di gruppi di danza contemporanea<br />
con, ovvio, un’alternarsi<br />
alla consolle di dj tra cui<br />
il conduttore radiofonico<br />
Claudio de Tomasi.<br />
Tel. 06-5748277<br />
INDEX<br />
Azzano San Paolo (Bg),<br />
via Solfer<strong>in</strong>o 7/9<br />
A poche cent<strong>in</strong>aia di metri dall’uscita<br />
dalla A4 uno dei nuovi<br />
club più <strong>in</strong>teressanti della scena<br />
elettronica. La programmazione<br />
è curata dal gruppo Pvc:<br />
il venerdì dj set <strong>in</strong>ternazionali<br />
e le migliori mani della consolle<br />
nu-dance italiana. Il 7 febbraio<br />
Tomatom, il 21 Telepopmusik,<br />
il 25 Subsonica Soundsystem.<br />
Da vedere il secondo piano <strong>in</strong><br />
stile Paisley underground.<br />
Tel. 348-5526029<br />
GASOLINE<br />
Milano, via Bonnet 11/a<br />
Lo small club propone da<br />
alcuni anni una serata per<br />
gli <strong>ap</strong>passionati della musica<br />
<strong>in</strong>die-pop e della new wave<br />
(quanto mai attuale <strong>in</strong> questi<br />
mesi). Organizzata da Filippo,<br />
grande <strong>ap</strong>passionato del british<br />
sound, la one night Pop<br />
Starz del giovedì notte è un<br />
ritrovo per i giovanissimi alternativi<br />
di Milano, che stanchi<br />
dei nuovi idoli pat<strong>in</strong>ati del<br />
pop ‘chew<strong>in</strong>g gum’, si emozionano<br />
per le chitarre di<br />
New Order, Placebo, Cure,<br />
Pulp… e compagnia bella.<br />
Tel. 02-29013245<br />
CLUB<br />
LE NOTTI PIU STRANE:<br />
TANGO E SUONI ASIAN<br />
Il venerdì dell’Alphaeus somiglia a un allenamento di arti marziali. Alla Locanda Atlantide<br />
impazza il breakbeat asiatico. Roma scopre notti pazze, musiche lat<strong>in</strong>e e ‘paki’ lond<strong>in</strong>esi<br />
Assetati di situazioni curiose?<br />
Di contam<strong>in</strong>azioni metropolitane?<br />
Nella c<strong>ap</strong>itale sono da<br />
prendere <strong>in</strong> considerazione<br />
due locali con le loro rispettive<br />
proposte notturne, sicuramente<br />
bizzarre. All’Alpheus, storico<br />
locale dove di solito si tengono<br />
concerti dal vivo, il venerdì<br />
prende vita una notte di combattimenti<br />
marziali e dance<br />
music! Niente paura, non vi<br />
troverete scaraventati <strong>in</strong> una<br />
scena di Fight club e non sarete<br />
obbligati a partecipare: si<br />
tratta di un abile connubio tra<br />
suoni dance molto commerciali<br />
e una strana convention di diverse<br />
palestre c<strong>ap</strong>itol<strong>in</strong>e devote<br />
alle arti marziali e al fitness.<br />
La domenica <strong>in</strong>vece niente arti<br />
marziali e nessuna esibizione<br />
di muscoli, visto che si balla al<br />
ritmo franco-argent<strong>in</strong>o del tango,<br />
con tanto di maestro di<br />
bandoneon sul palco.<br />
L’età media, diciamolo, è alt<strong>in</strong>a,<br />
ma se siete under 30 e volete<br />
stupire una nuova fiamma,<br />
perché non provate a imitare,<br />
almeno nelle <strong>in</strong>tenzioni (e tenendo<br />
ben presente che si sta<br />
sempre parlando di ballo eh?),<br />
il Marlon Brando del film di<br />
Bertolucci? Se poi non vi fidate<br />
delle vostre c<strong>ap</strong>acità seduttive,<br />
ma confidate nel vostro sense<br />
of humor allora scegliete di<br />
immergervi nel più popolare<br />
sabato sera dell’Alpheus con<br />
revival anni ’70 - ’80 a go go.<br />
Un brano di Barry White o un<br />
Enola Gay degli Omd <strong>in</strong> fondo<br />
non fanno male a nessuno, anzi<br />
mettono di buon umore.<br />
Se vi spostate alla locanda<br />
Atlantide <strong>in</strong>vece vi troverete<br />
all’<strong>in</strong>terno di un ex c<strong>ap</strong>annone<br />
<strong>in</strong>dustriale, completamente<br />
rivestito <strong>in</strong> legno, dove il martedì<br />
ci sono concerti dal vivo<br />
di jazz, il giovedi c’è la serata<br />
“Coque madame” a cura di<br />
“Om<strong>in</strong>ostanco” mentre il venerdì<br />
è “Torretta style”.<br />
Il sabato poi si respira un’atmosfera<br />
da Bollywood anche<br />
grazie a qualche <strong>in</strong>censo acceso<br />
quà e là e ai dj che lasciano<br />
scorrere sui piatti sonorità<br />
Asian breakbeat e drum’n’bass.<br />
In italia il fenomeno ‘Asian’ sta<br />
esplodendo (grazie a produzioni<br />
nostrane come quelle dei<br />
piemontesi della Feel good<br />
production) e per una notte,<br />
sembrerà di essere <strong>in</strong> uno dei<br />
quartieri più pakistani di una<br />
Londra cosmopolita e meticcia.<br />
TOMMASO TOMA<br />
ALPHAEUS<br />
Roma, via del Commercio 36<br />
06-5747826<br />
LOCANDA ATLANTIDE<br />
Roma, via dei Lucani 22/b<br />
06-44704540<br />
MILANO, IL GAYO NIGHTCLUBBING<br />
Nel turb<strong>in</strong>e del “solito” revival, la cultura camp trionfa. Siamo tutti sorc<strong>in</strong>i? Perché no!<br />
Vada per le nuove tendenze e<br />
tutti attenti ai nuovissimi trend.<br />
Tutto si muove e qu<strong>in</strong>di anche<br />
il popolo dei musicofili nottambuli,<br />
sparpagliati per la città ad<br />
annusare i ritmi che vanno e<br />
che verranno. Inevitabili la chill<br />
out e la lounge e se va bene<br />
asian breakbeat e drum’n’bass.<br />
Stiamo parlando della musica<br />
chiaro, ma soprattutto delle atmosfere<br />
e della ‘fauna’ che un<br />
certo ritmo porta con sé. Ma<br />
per i veri “ggiovani”, per gli<br />
esigenti e perennemente scon-<br />
tenti, per i curiosi ma nostalgici,<br />
per quelli che di solito se ne<br />
stanno volentieri sul divano<br />
(data anche la certa età...) <strong>in</strong><br />
attesa di salutari contraddizioni<br />
e di paradossi che li soddisf<strong>in</strong>o<br />
f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo, quali alternative<br />
ci sono?<br />
Il segreto è it<strong>in</strong>erare nel giorno<br />
giusto. Com<strong>in</strong>ciamo da un’<strong>in</strong>augurazione<br />
fresca fresca:<br />
dalla f<strong>in</strong>e di gennaio c’è il nuovissimo<br />
Saturday-Go, il gayo<br />
sabato notte dell’Oca Dip<strong>in</strong>ta<br />
che parte dalla chill, dalla<br />
lounge e dal buddha bar per<br />
poi passare alla house ed<br />
esplodere dopo le 2 nel più verace<br />
revival con Donna<br />
Summer, Gloria Gaynor, Bee<br />
Gees, Raffa, Renato, Madonna e<br />
Mal. Stessa musica al Black<br />
Hole (non turbatevi per il nome)<br />
il venerdì sera con miscela<br />
di brit pop e commercial che<br />
sul tardi scivola verso Zorro,<br />
Goldrake e Maz<strong>in</strong>ga. Ogni ultimo<br />
venerdì del mese andate al<br />
Q che propone commercial,<br />
house, underground e jungle<br />
suond, mentre il Plastic è sempre<br />
una garanzia (soprattutto<br />
<strong>in</strong> ‘saletta bordello’). Bravissimi<br />
i dj, sublimi il mix e i revival.<br />
OCA DIPINTA<br />
Zelo Buon Persico, S.S. Paullese<br />
BLACK HOLE<br />
Milano, via Cena 1<br />
Q<br />
Milano, viale Padova 21<br />
PLASTIC<br />
Milano, viale Umbria 120
illustrazione: akire.erika@libero.it<br />
RISTORANTI-BAR<br />
»»»» MILANO<br />
LA VECCHIA LATTERIA,<br />
AMARCORD MILANESE<br />
Trani, come li chiamano i vecchi della città.<br />
O bar con cuc<strong>in</strong>a, o latterie. Il s<strong>ap</strong>ore dell’antica<br />
trattoria nella fretta postmoderna<br />
Guardiamoci <strong>in</strong> faccia (e allo<br />
specchio): f<strong>in</strong>o a poche settimane<br />
fa, causa Natale, siamo passati<br />
senza tregua da agnolotti a<br />
stracotti, da bignè a can<strong>ap</strong>è, da<br />
cannelloni a panettoni. Certo,<br />
poi gennaio è stato un mese di<br />
Ramadan quasi obbligato: qualche<br />
rotolo di troppo è rotolato,<br />
l’occhio è meno <strong>ap</strong>pannato, il<br />
fegato r<strong>in</strong>grazia sollevato. Ma<br />
questa non è vita. Anche perché<br />
i giorni della Merla, cioè il<br />
freddo cane di metà <strong>in</strong>verno,<br />
fanno venire voglia di assumere<br />
roba calduccia e consolatoria,<br />
una specie di ritorno all’<strong>in</strong>fanzia<br />
alimentare che significa non<br />
tanto attaccarsi al seno (è questo<br />
a cui pensavate, vero?) ma<br />
piuttosto la gratificazione dei<br />
sani, buoni piatti di mammà o<br />
dell’altrettanto sano e calorifico<br />
bicchiere di rosso allungatoci<br />
da p<strong>ap</strong>à.<br />
Trani e latterie sono nati (e vissuti)<br />
<strong>ap</strong>punto per questo: permettere<br />
di sopravvivere a chi –<br />
per lavoro o altro – doveva r<strong>in</strong>unciare<br />
ai piatti di casa.<br />
A maggior ragione qui a Milano,<br />
dove risotto, ossobuco e cotoletta<br />
sono nel Dna cittad<strong>in</strong>o<br />
quanto la Madonn<strong>in</strong>a o i sottopassi<br />
allagati. Certo, ci sono ancora<br />
(poche, sempre meno)<br />
le trattorie dove mangiare come<br />
una volta. Ma i trani (cioè le bottiglierie<br />
antesignane dei moderni<br />
w<strong>in</strong>e-bar: quelli dove, cantava<br />
Gaber, “si passa la sera scolando<br />
barbera”) e le latterie hanno<br />
uno spirito diverso, quasi genitoriale.<br />
La latteria per esempio è come<br />
la mamma: sarà per il richiamo<br />
del latte, sarà per l’arredamento<br />
con piastrelle e tavol<strong>in</strong>i di legno/formica,<br />
sarà per la cuc<strong>in</strong>a<br />
semplice e senza pretese, ma<br />
sembra di stare dalla nonna o<br />
dalla vecchia zia. Cioè, quasi<br />
sempre, una sicurezza. E <strong>in</strong>fatti<br />
dietro ai fornelli dei locali sopravissuti<br />
troverete spesso e volentieri<br />
mani di donna pronte a sorreggervi<br />
con una m<strong>in</strong>estra calda,<br />
lo sformato di erbette, il petto<br />
di pollo al limone, la torta fatta<br />
la matt<strong>in</strong>a stessa. Più maschio<br />
<strong>in</strong>vece, senza dubbio, il trani: è<br />
il p<strong>ap</strong>à che ti offre un bicchiere<br />
di quello forte, lo zio di campagna<br />
che il v<strong>in</strong>o se lo fa da solo,<br />
il nonno che ti dà una pacca<br />
sulle spalle. Allora avanti con<br />
una cuc<strong>in</strong>a spiccia e senza fronzoli:<br />
salsiccia e fagioli, stufato<br />
di manzo, cassoela con bottiglia<br />
dell’Oltrepò.<br />
E alla f<strong>in</strong>e un caffè forte col<br />
resentìn, l’immancabile sorso<br />
di gr<strong>ap</strong>pa secca. Prima di commuovervi,<br />
annotatevi (su carta,<br />
palmare, notebook, oppure,<br />
portatevi questo <strong>Urban</strong> <strong>in</strong> tasca)<br />
gli <strong>in</strong>dirizzi sotto e a fianco,<br />
anche quelli meno attraenti:<br />
perché trani e latterie sono<br />
peggio dei panda giganti dello<br />
zoo di Pech<strong>in</strong>o, muoiono e non<br />
si riproducono. Vanno visitati<br />
cioè f<strong>in</strong>ché tengono duro, per<br />
un’esperienza da raccontare<br />
ai nipot<strong>in</strong>i: c’era una volta,<br />
a Milano, qualche postic<strong>in</strong>o dove<br />
le polpette erano di carne<br />
e non di plastica, il ragù fatto<br />
<strong>in</strong> casa e non <strong>in</strong> vasetto,<br />
la crostata con la frutta e non<br />
la marmellata...<br />
P.D. SFORNELLI<br />
BEVI, BEVI, BEVI (E MANGIA PURE QUALCOSA)<br />
MOSCATELLI<br />
02-6554602<br />
Storica sede (dal 1859) di storiche<br />
ubriacature, la bottiglieria<br />
è stata da poco ri<strong>ap</strong>erta e rimessa<br />
<strong>in</strong> sesto con garbo, salvando<br />
cioè bancone, vetr<strong>in</strong>e e<br />
atmosfera alternativa: tanto<br />
che qui potete anche <strong>in</strong>contrare<br />
Manu Chao. A pranzo, con<br />
6-7 euro si mangiano pochi<br />
piatti caldi – pizzoccheri, aranc<strong>in</strong>i,<br />
c<strong>ap</strong>onata, arrosto, cotolet-<br />
ta – mentre la sera (f<strong>in</strong>o all’una<br />
e più) via a salumi e formaggi.<br />
Buoni v<strong>in</strong>i al bicchiere dai 3<br />
euro <strong>in</strong> su.<br />
Corso Garibaldi, 93.<br />
Chiuso domenica.<br />
BERTI<br />
02-2613073<br />
I mitici Fifties sono rimasti fermi<br />
anche qui, e con pochissime<br />
varianti a base di piatti casal<strong>in</strong>ghi,<br />
facce simpatiche e orari<br />
elastici. A pranzo fatevi tentare<br />
da ribollita, tagliatelle al ragù,<br />
arrosto: quello che per il patron<br />
sarebbe un menu “leggero”.<br />
Il “pesante” <strong>in</strong>fatti arriva la<br />
sera quando è d’uopo esagerare<br />
con ossobuchi, rosticciada,<br />
baccalà. Buoni i prezzi che<br />
prevedono tra i 5 e i 10 euro a<br />
piatto. Onesti anche i v<strong>in</strong>i al<br />
bicchiere, dall’euro e mezzo <strong>in</strong><br />
su (anche per palati medio-esigenti).<br />
Via Crespi, 14. Chiuso<br />
domenica e lunedì sera.<br />
TAVERNA MORIGI<br />
02-86450880<br />
Polveroso e derangé, fra ambiente<br />
e bottiglie è ancora come<br />
un secolo fa o giù di lì. I piatti,<br />
pure: penne panna e prosciutto<br />
scotte e costolette d’agnello da<br />
risuolare con patate carbonizzate.<br />
I v<strong>in</strong>i (dozz<strong>in</strong>ali) a bicchiere<br />
costano come una bottiglia al<br />
super (4-5 euro). Conto sui 15-<br />
20 euro. Via Morigi, 8. Chiuso<br />
sabato a pranzo e domenica.<br />
LOW BUDGET<br />
Piccole, piacevoli<br />
e popolari. Cuc<strong>in</strong>e<br />
da prendere al volo<br />
ALLA VECCHIA<br />
LATTERIA<br />
02-874401<br />
Latte e mozzarelle ci sono<br />
ancora: garantisce il baffo del<br />
vulcanico Giorgio. Qui però, a<br />
pranzo, si sgomita alla conquista<br />
dei pochi tavol<strong>in</strong>i, delle<br />
semplici portate vegetariane<br />
(lasagne di magro, gnocchi,<br />
tortelloni, parmigiana,<br />
sformati, polpettoni al forno)<br />
o del piatto unico con agnolotti<br />
e verdure ripiene (a 13<br />
euro). V<strong>in</strong>o sfuso, ambiente<br />
<strong>in</strong>formal-caciaron-impiegatizio,<br />
conto sui 15 euro.<br />
Via Unione, 6.<br />
Chiuso domenica.<br />
LATTERIA<br />
SAN MARCO<br />
02-6597653<br />
La più raff<strong>in</strong>ata delle latterie <strong>in</strong><br />
città? È sicuramente <strong>in</strong> questa<br />
bomboniera dove il cuoco<br />
Arturo cuc<strong>in</strong>a sia a pranzo sia<br />
a cena, e <strong>in</strong> padelle d’argento,<br />
cosucce sfiziose come riso<br />
freddo, polpett<strong>in</strong>e, paillard,<br />
una deliziosa crem<strong>in</strong>a di ortiche.<br />
V<strong>in</strong>o sfuso, conto sui 30<br />
euro, niente prenotazioni.<br />
Via San Marco, 24.<br />
Chiuso sabato e domenica.<br />
NOI DUE<br />
02-58101593<br />
I tavoli, per pranzo e cena, sono<br />
solo nove. Sì, perchè <strong>in</strong><br />
questa latteria che funziona<br />
ancora come tale, c’è anche<br />
una cuc<strong>in</strong>a bio-vegetariana che<br />
sforna zuppe di legumi, penne<br />
alle zucch<strong>in</strong>e, polpette vegane,<br />
spezzat<strong>in</strong>i di seitan e tofu. E<br />
<strong>in</strong>sieme, niente alcolici ma succhi<br />
di frutta e verdura, <strong>in</strong>fusi e<br />
tisane. Conto fra i 10 e i 15<br />
euro, ben spesi. Viale Col di<br />
Lana, 1. Chiuso domenica.<br />
URBAN 51
UNDERGROUND<br />
Mangiare <strong>in</strong> metrò,<br />
più urban di così...<br />
Buono però!<br />
Una giornata underground.<br />
Con la bava alla bocca dalle<br />
6 alle 20, cioè circa il tempo<br />
che serve per andare da<br />
Bolzano a Villa San Giovanni<br />
con puntate sulle isole. Dai<br />
canederli alla font<strong>in</strong>a, dai pizzoccheri<br />
alla bresaola, dall’ossobuco<br />
al culatello, dalla<br />
mocetta alla soppressata calabra,<br />
passando per le mozzarelle<br />
di bufala campana, i<br />
taralli, le stracciatelle, la pastiera,<br />
gli aranc<strong>in</strong>i, le cassat<strong>in</strong>e<br />
e il voluttuoso marz<strong>ap</strong>ane.<br />
E i sottaceti ripieni? Boooni!<br />
E le torte con creme, panna o<br />
frutta? Che bontà, anzi<br />
“Bontà Più”, una tradizione<br />
milanese al mezzan<strong>in</strong>o di<br />
Loreto (con il famoso ascensore<br />
delle golosità <strong>in</strong> mezzo<br />
alla piazza).<br />
Qui l’it<strong>in</strong>erario può essere<br />
spaziale o temporale. Di prima<br />
matt<strong>in</strong>a al banco del bar<br />
con c<strong>ap</strong>puccio e brioche oppure<br />
con la pasticceria n<strong>ap</strong>oletana<br />
e siciliana o alla ligure<br />
con tuffo di focaccia dentro il<br />
caffelatte. Poi per lo spunt<strong>in</strong>o<br />
seduti ai tavol<strong>in</strong>i con spremuta<br />
di tarocco, latte di mandorla,<br />
cantucc<strong>in</strong>i o tramezz<strong>in</strong>o e<br />
per pranzo con lasagne (di<br />
carne, di verdura e al pesto),<br />
risotti, ravioli, cotoletta, pollo<br />
arrosto e amor di polenta.<br />
Oppure girovaghi tra i banchi<br />
salumeria, macelleria, formaggi,<br />
gastronomia, dolciumi,<br />
pasticceria, panificio, v<strong>in</strong>i<br />
e liquori. E per i più snob caviale,<br />
champagne, bourbon,<br />
ostriche e pudd<strong>in</strong>g. Un luna<br />
park per le p<strong>ap</strong>ille, un’epifania<br />
della goduria con un unico<br />
dubbio <strong>in</strong> fatto di l<strong>in</strong>ea:<br />
che sia verde o rossa poco<br />
importa. Basta scendere a<br />
Loreto. La domenica si tira<br />
dritto: è chiuso.<br />
52 URBAN<br />
ILARIA VECCHI<br />
RISTORANTI-BAR<br />
»»»» MILANO<br />
TECHNO-TRENDY, PER BERE E MANGIARE<br />
IL PUBBLICITÀ<br />
02-72003181<br />
A prima vista, nel suo glamour<br />
vetroacciaioso, sembra un negozio<br />
per pc e hi-fi. Invece è un<br />
locale multimediale dove navigare<br />
<strong>in</strong> <strong>in</strong>ternet, ballare (sotto)<br />
e, perché no, bere/mangiare.<br />
Fra macch<strong>in</strong>ari avveniristici potete<br />
sorseggiare un caffè o un<br />
frullato, sgranocchiare una focaccia<br />
o sedervi nella zona<br />
ristorante (fredd<strong>in</strong>acciaiosa)<br />
e scegliere nello scomodo menu<br />
(sedici pag<strong>in</strong>e tenute da un<br />
anello) mentre sbirciate i monitor<br />
sempre accesi. Peccato che,<br />
per ora, antipasti, primi, secondi<br />
o <strong>in</strong>salatone dai nomi cellulartelematici<br />
(Sms, Aaa.com,<br />
Gprs...) s<strong>ap</strong>piano un po’ di<br />
chip, un po’ di modem, un po’<br />
di memory card. Colpa della<br />
pubblicità?<br />
Foro Bon<strong>ap</strong>arte, 71.<br />
Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
Dite la verità: Halloween è<br />
passato da un pezzo, ma oggi<br />
vi sentite un po’ dark. Di più:<br />
doom e forse anche horror.<br />
Magari con perverse voglie<br />
death, gr<strong>in</strong>d o splatter.<br />
Insomma, avete ben chiaro come<br />
vestirvi e che musica ascoltare,<br />
ma non s<strong>ap</strong>ete dove sbattere<br />
la testa per bere un goccio<br />
di sangue o addentare un bel<br />
teschietto. Niente paura: ci<br />
pensa Gothic<strong>Urban</strong> a consigliarvi<br />
il miglior Rocky Horror<br />
Eat’n’Dr<strong>in</strong>k Tour <strong>in</strong> città. Che<br />
non può non partire dal Vlad,<br />
ristorgotico dalle parti del<br />
Corvetto (<strong>in</strong> via Macerata 4, tel.<br />
02-5523126), con atmosfera<br />
tetra da castello dei Carpazi,<br />
fra armature e vellutoni, candele<br />
e luci rosse, lampadarioni <strong>in</strong><br />
ferro battuto e ritratti di conti<br />
simil-Dracula alle pareti. Ma<br />
anche camerier<strong>in</strong>e darkett<strong>in</strong>e,<br />
EL BRELLIN<br />
02-58101351<br />
L’<strong>in</strong>gresso è nel vicolo più caratteristico<br />
dei Navigli, l’<strong>in</strong>terno su due<br />
piani è curato-elegantoso, il servizio<br />
gentile e premuroso.<br />
L’ambiente, abbastanza chiassoso,<br />
ricorda la vecchia Milano, pianobar<br />
compreso, con cuc<strong>in</strong>a che<br />
privilegia i piatti della tradizione:<br />
risotti e cotolette i meglio riusciti.<br />
Alla f<strong>in</strong>e vi sorprenderà il conto,<br />
sui 40-50 euro senza che abbiate<br />
esagerato. Potete consolarvi nel<br />
bar vista Naviglio, più raccolto e<br />
frizzant<strong>in</strong>o. Vicolo Lavandai.<br />
Chiuso domenica sera.<br />
NOVECENTO<br />
02-48007166<br />
In una delle vie a più alta concentrazione<br />
di pizzerie <strong>in</strong> città, questo<br />
è forse il posto con i tavoli più<br />
comodi/distanziati e l’arredo meno<br />
dozz<strong>in</strong>ale. E forse, col menu<br />
CHATULLE<br />
02-342008<br />
No, non si chatta nè si studia<br />
Catullo <strong>in</strong> questo nuovo ritrovo <strong>in</strong><br />
zona Sempione. Piuttosto, si beve<br />
un dr<strong>in</strong>k su morbidi puff o si cena<br />
all’<strong>in</strong>terno di un ambient<strong>in</strong>o immacolato<br />
e trendaiolo, con buttadentro<br />
all’<strong>in</strong>gresso e musica lounge.<br />
I cocktail sono ben fatti (curiosi<br />
il Johnny Blu e il J<strong>ap</strong>an Ice Tea)<br />
con buffet abbastanza ricco,i piat-<br />
GIARDINO DI GIADA<br />
02-8053891<br />
Cameriere c<strong>in</strong>esi rigorsosamente<br />
<strong>in</strong> divisa e poco cortesi, ampia<br />
scelta tra piatti della cuc<strong>in</strong>a cantonese,<br />
ambiente sobrio. È il<br />
Giard<strong>in</strong>o di Giada, uno dei ristoranti<br />
c<strong>in</strong>esi più famosi a Milano.<br />
Buoni gli <strong>in</strong>volt<strong>in</strong>i primavera e il<br />
branz<strong>in</strong>o al v<strong>ap</strong>ore, così così i ravioli<br />
di verdure al v<strong>ap</strong>ore, troppo<br />
fritto il maiale <strong>in</strong> agrodolce.<br />
Peccato poi che alle 23 facciano<br />
c<strong>ap</strong>ire che è ora di sloggiare…<br />
Prezzo sui 25 euro. Via Palazzo<br />
Reale, 5. Chiuso lunedì.<br />
CENA GOTICO-STYLE,<br />
A CASA DI DRACULA<br />
Per avventori dark (astenersi depressi), già il nome è tutto un<br />
programma: Vlad. Bravi, come il vecchio conte di Transilvania...<br />
la cassa dentro un confessionale<br />
e vampirattori che allietano<br />
(o rabbrividiscono, fate voi)<br />
la cena. Diciamo subito che la<br />
cuc<strong>in</strong>a, più che grande, è da<br />
Grand Guignol: su tovagliette<br />
con la scritta Welcome To Your<br />
Funeral vi arriveranno piatti<br />
dal gusto horror come<br />
Bresaola della Valacchia,<br />
Vedove nere al profumo di funghi,<br />
Tricolori all’Esorcista,<br />
Entrecote con v<strong>in</strong>o sconsacra-<br />
che si dist<strong>in</strong>gue un filo per proporre<br />
ostriche oppure caco al<br />
rum (!) a fianco delle solite robespierre,<br />
tagliate o pasta al salmone.<br />
Reg<strong>in</strong>a delle ord<strong>in</strong>azioni rimane<br />
sempre e comunque la pizza,<br />
proposta <strong>in</strong> una dozz<strong>in</strong>a di versioni<br />
fra i 6 e 9 euro, ben condita<br />
e col profilo molto basso (nel<br />
senso che risulta quasi trasparente).<br />
Si cena f<strong>in</strong>o a tardi.<br />
Via Ravizza, ang. via Vittoria<br />
Colonna. Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
to, Goulasch della Valchiria,<br />
Frutti della Valmorta. E per f<strong>in</strong>ire,<br />
un amaro rumeno dal colore<br />
rosso sangue, presentato<br />
<strong>in</strong> provetta.<br />
Se <strong>in</strong>vece preferite pizze, bruschette<br />
o cocktail <strong>in</strong> odor di<br />
Satana, <strong>in</strong>abissatevi pure nei<br />
Navigli, <strong>in</strong> via Torricelli: qui, al<br />
numero 15, ecco un altro locale<br />
a tema come l’Angelo Nero<br />
(tel. 02-8378748). Per entrare<br />
ti a cena prevedono fra l’altro<br />
pennette <strong>in</strong> salsa di noci, risotto<br />
al barolo, cotoletta o panna cotta.<br />
Nella carta dei v<strong>in</strong>i “speciale” trovate<br />
anche qualche Château (tipo<br />
Pétrus) da 2 mila euro; per cena<br />
ve la caverete con molto meno,<br />
35-40 euro. Via Piero della<br />
Francesca, 68. Chiuso lunedì.<br />
<strong>in</strong> questa grotta da girone <strong>in</strong>fernale<br />
sarete obbligati a passare<br />
sotto l’altare di un bel<br />
Satanasso con spadone, mentre<br />
cameriere-diavolette vi faranno<br />
assaggiare specialità come<br />
Sangue del dannato,<br />
Inferno della gola, Pizza<br />
Dannata, Lussuria o Tre<br />
Peccati. Non vi basta? Sicuri?<br />
E allora andate al diavolo.<br />
P.D. SFORNELLI<br />
illustrazione: akire.erika@libero.it
illustrazione: Elisabetta Reicher<br />
RISTORANTI-BAR<br />
»»»» ROMA<br />
LA DOLCE VITA<br />
Pensavate al<br />
cioccolato come a<br />
un figlio del Nord?<br />
Sbagliato: assaggiate<br />
Roma, cacao mundi<br />
Tutto cioccom<strong>in</strong>ciò con pochi,<br />
stimati cioccopionieri. La pasticceria<br />
Pascucci, che d’estate proponeva<br />
la cioccolata <strong>in</strong> tazza<br />
bella fredda. La cioccolateria di<br />
via Cola di Rienzo, che faceva lo<br />
squaglio come a Firenze il celebre<br />
Rivoire. E naturalmente<br />
Moriondo & Gariglio, artisti della<br />
pral<strong>in</strong>a e del bonbon, eroi del<br />
cioccolat<strong>in</strong>o alle creme e decoratori<br />
di uova e animaletti pasquali.<br />
Oggi, <strong>in</strong> una Roma sempre<br />
più cioccogolosa, solo quest’ultimo<br />
<strong>in</strong>dirizzo resiste al<br />
BAVARESI, TORTE E TORTINI CHOC<br />
LA TERRAZZA<br />
DELL’ EDEN<br />
06-478121<br />
Tra i piatti migliori di un grande<br />
e discont<strong>in</strong>uo chef, Enrico<br />
Derfl<strong>in</strong>gher: la sua bavarese di<br />
cioccolato bianco con crema<br />
cotta alla liquirizia vale da sola<br />
una puntat<strong>in</strong>a. Via Ludovisi,<br />
49. Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
SIMPOSIO<br />
06-3211502<br />
Tort<strong>in</strong>o di cioccolato con pesche<br />
tempo. Ha solo cambiato sede:<br />
da piazza della Pilotta, bottega<br />
sotto l’arco antico, a uno spazio<br />
elegante e più vasto <strong>in</strong> via del<br />
Piè di Marmo 21 (tel. 06-699<br />
0856) dove Attilio Proietti cont<strong>in</strong>ua<br />
l’opera di p<strong>ap</strong>à Marcello.<br />
Suo fratello Maurizio <strong>in</strong>tanto<br />
s’è messo <strong>in</strong> proprio e gestisce<br />
quella Bottega del Cioccolato<br />
<strong>in</strong> via Leon<strong>in</strong>a 82 (tel. 06-48<br />
21473) che sforna ogni giorno<br />
80 proposte tra cioccolat<strong>in</strong>i,<br />
pral<strong>in</strong>e e tavolette, con diversa<br />
percentuale di cacao (f<strong>in</strong>o al<br />
100%) più qualità e creatività a<br />
mille. Ma <strong>in</strong>tanto <strong>in</strong>torno a questi<br />
figli d’arte è esploso il boom:<br />
mai a Roma il (buon) cioccolato<br />
ha goduto di tanta popolarità.<br />
Basti dire che un posto à la mode<br />
come il Caffè Romano<br />
dell’Hotel d’Inghilterra organiz-<br />
e salsa di birra doppio malto:<br />
già a leggerlo sul menu si c<strong>ap</strong>isce<br />
che non è la solita roba. Ma<br />
va assaggiato per c<strong>ap</strong>ire f<strong>in</strong> dove<br />
possono arrivare questi artisti<br />
del foie gras. Piazza Cavour, 16.<br />
Chiuso sabato a pranzo<br />
e domenica.<br />
CABIRIA<br />
MARRIOTT FLORA<br />
06-489929<br />
New entry niente male della ristoralbergazione:<br />
non cara,<br />
elastica negli orari, punta mol-<br />
za affollati “chocolate tast<strong>in</strong>g”<br />
e relativi corsi. O che sono<br />
sbarcati <strong>in</strong> città il Gay Od<strong>in</strong> di<br />
N<strong>ap</strong>oli (quello che fa il Vesuvio<br />
di cioccolato al rum su disegno<br />
di un architetto gourmand) e il<br />
Leonidas di Bruxelles, seguiti<br />
dalla casa belga Godiva e posti<br />
come il Cds di via Santa Maria<br />
Goretti 24 (tel. 06-8618622)<br />
con i suoi cioccolat<strong>in</strong>i “nudi”,<br />
oppure Giuliani <strong>in</strong> via Paolo<br />
Emilio 67 (tel. 06-3243548),<br />
nome storico della pasticceria<br />
che oggi punta su pral<strong>in</strong>e e<br />
marron glacées ricoperti.<br />
Ma soprattutto, non c’è enoteca<br />
o gastronomia coi fiocchi<br />
(per esempio la Bottega del<br />
V<strong>in</strong>o Bleve, con una cioccoscelta<br />
vastissima) che non abbia <strong>in</strong><br />
vendita le dolci chicche di<br />
Amedei o Domori, i prestigiosi<br />
to sui cioccolat<strong>in</strong>i home made<br />
proposti a f<strong>in</strong>e pasto.<br />
Controllate: c’è chi mangia <strong>in</strong><br />
tutta fretta per arrivarci prima...<br />
Via Sardegna, 8.<br />
Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
ANTICO ARCO<br />
06-5815274<br />
Dal Bacaro, il vecchio domicilio,<br />
si sono portati il piattomust,<br />
il tort<strong>in</strong>o dal cuore morbido<br />
di cioccolato. Allora i tavoli<br />
erano sei, ora a coperti triplicati,<br />
le cose non cambiano: il<br />
protagonisti del derby più<br />
giocato fra i buoncioccogustai,<br />
dopo Roma-Lazio, <strong>in</strong> città (noi<br />
di Ciocco<strong>Urban</strong> tifiamo Amedei).<br />
Intanto, sono sempre di più<br />
i ristoranti che non fanno mai<br />
mancare il “n<strong>ap</strong>olita<strong>in</strong>e”, la sfoglietta<br />
d’assaggio, a f<strong>in</strong>e pasto.<br />
Così, per chi ha voglia di cioccoristoranti<br />
sfiziosi, ecco un<br />
quartetto di nomi i cui dessert<br />
sono senza rivali. Non dimenticate<br />
però il soufflé del<br />
Leonardo, il tort<strong>in</strong>o di Gusto<br />
o la mano da sacerdote maya<br />
di Agata e Romeo. Oppure fate<br />
un salto fuori città, alle Coll<strong>in</strong>e<br />
Ciociare di Acuto: i dolci al cioccolato<br />
di Salvatore Tassa sono<br />
tutti da cioccourlo.<br />
O da cioccolacrima, fate voi.<br />
PAUL DE CELLAR<br />
cuore (morbido) è sempre il<br />
cuore. Se poi è fondente, son<br />
godurie...<br />
Piazzale Aurelio, 7.<br />
Chiuso a pranzo e domenica.<br />
VIVENDO<br />
06-47092736<br />
Altro giro, altro albergo, altro<br />
chef creativo che propone una<br />
terr<strong>in</strong>a di cioccolato con wasabi<br />
e confettura di arancia amara:<br />
un vero trionfo della cuc<strong>in</strong>a<br />
fusion. Via V.E. Orlando, 3.<br />
Chiuso a pranzo e lunedì.<br />
COMPRARE<br />
Drogati di cacao?<br />
Ecco i migliori<br />
pusher <strong>in</strong> città<br />
FELLUS<br />
06-6792352<br />
Il meglio della cioccoItalia<br />
(Amedei, Bonaiuto, Domori),<br />
rarità come i deliziosi cioccolat<strong>in</strong>i<br />
del Bar Montanucci di<br />
Orvieto, le particolari pral<strong>in</strong>e<br />
al basilico di S<strong>ap</strong>ori Flegrei.<br />
In più, un bel banco di v<strong>in</strong>i<br />
passiti e liquori, attrezzi e<br />
tanta cortesia. Via Belsiana,<br />
70/b. Chiuso domenica.<br />
QUETZACOATL<br />
CHOCOLAT PASSION<br />
06-69202191<br />
La passione è quella dei giovani<br />
proprietari: merito loro se<br />
troverete bonbon e pral<strong>in</strong>e autoprodotte<br />
sempre fresche. Ma<br />
anche molte altre novità, compresa<br />
la l<strong>in</strong>ea speciale di cioccolat<strong>in</strong>i<br />
da conservare <strong>in</strong> freezer<br />
e servire a basse temperature.<br />
Via delle Carrozze, 26.<br />
Chiuso domenica.<br />
CHOCOLAT<br />
06-4740689<br />
Una nuova <strong>ap</strong>ertura golosa,<br />
con produzione propria a base<br />
di cacao criollo selezionato,<br />
idee divertenti (maxi pral<strong>in</strong>e<br />
con dedica e/o segno zodiacale<br />
del dest<strong>in</strong>atario) e una l<strong>in</strong>ea<br />
<strong>in</strong>trigante di cioccolat<strong>in</strong>i alle<br />
spezie (cannella, peperonc<strong>in</strong>o,<br />
zenzero). Piazza Barber<strong>in</strong>i, 4.<br />
Chiuso domenica.<br />
BASIGIÒ<br />
06-69190403<br />
In vetr<strong>in</strong>a propone diverse<br />
ghiottonerie da mangiare e<br />
bere. Ma il cioccolato, di produzione<br />
propria, è il clou: anche<br />
perchè presentato <strong>in</strong> modo<br />
scenografico, a forma di<br />
dadi componibili o m<strong>in</strong>i poster<br />
al cacao.<br />
Via Crispi, 105. Chiuso<br />
domenica e lunedì matt<strong>in</strong>a.<br />
URBAN 55
ALLA FACCIA!<br />
Mani <strong>in</strong> alto, questo<br />
è un brunch!<br />
Il posto promette, non c’è che<br />
dire. Già il nome è tutto un programma,<br />
Hotel ES (via F. Turati<br />
171, tel. 06-4448411), un<br />
sontuoso azzardo di architettura<br />
m<strong>in</strong>imal-nippo-antracite alle<br />
spalle della stazione Term<strong>in</strong>i.<br />
Nella gigantesca hall che sembra<br />
l’<strong>in</strong>gresso della sede della<br />
Spectre, <strong>in</strong>torno a una reception<br />
lum<strong>in</strong>escente come una<br />
megalampada <strong>in</strong> carta di riso<br />
brulica un nutrito numero di<br />
simil-007 nero-essenziali stile<br />
Armani/Yamamoto. “Il brunch è<br />
al settimo piano”, dice uno con<br />
l’aria di chi la sa lunga, lasciando<br />
immag<strong>in</strong>are delizie gastronomiche<br />
non mai sperimentate.<br />
Il tasso di acquol<strong>in</strong>a sale <strong>in</strong>sieme<br />
al futuristico ascensore che<br />
ci porta f<strong>in</strong>o al roof mozzafiato<br />
con vista Sironi.<br />
Prima di accomodarci, siamo<br />
costretti a lasciare i c<strong>ap</strong>potti.<br />
Ogni possibilità di fuga, a questo<br />
punto, è <strong>in</strong>terdetta. Uno<br />
007 orientale, con fare più didascalico<br />
degli altri, ci avverte:<br />
“Qui all’ES il brunch è un po’<br />
particolare. Si ord<strong>in</strong>a alla carta”.<br />
Massimo dis<strong>ap</strong>punto!<br />
Come, alla carta?! Mi aspettavo<br />
un grandioso buffet di sfiziose<br />
delikatessen tra le quali dibattermi<br />
nell’imbarazzo della scelta!<br />
Mentre medito se alzarmi<br />
sento un frusciare di stoffe e<br />
vedo gli 007 che si esibiscono<br />
<strong>in</strong> un balletto di srotolamento<br />
dei tovaglioli. Ecco, ora siamo<br />
davvero <strong>in</strong> tr<strong>ap</strong>pola. Il resto è<br />
depressione. Le descrizioni altisonanti<br />
del menu si riducono,<br />
nella realtà, a frittat<strong>in</strong>e dalla<br />
consistenza gommosa, misticanza<br />
somigliante <strong>in</strong> modo sospetto<br />
all’<strong>in</strong>salata <strong>in</strong> busta del<br />
supermarket, fagiol<strong>in</strong>i dal diametro<br />
di un asparago. Solo il<br />
conto è s<strong>ap</strong>orito: 110 euro <strong>in</strong><br />
tre. ES… si vede che dobbiamo<br />
sempre fare gli italiani furbetti.<br />
Anche vestiti da 007.<br />
56 URBAN<br />
MONICA CAPUANI<br />
RISTORANTI-BAR<br />
»»»» ROMA<br />
illustrazione: Elisabetta Reicher<br />
ROMAGNOLI, SICILIANI E LIBANESI< DE ROMA<br />
LA LOCANDA<br />
06-86207499<br />
Guadagna terreno, questo locale<br />
del quartiere africano ormai<br />
tra gli <strong>in</strong>dirizzi affidabili <strong>in</strong> città.<br />
Anche perché si presenta<br />
come bel testimonial della corrente<br />
di cuc<strong>in</strong>a romagnola (attenti<br />
a non dire “emiliana” al titolare:<br />
un derby è sempre<br />
un derby...) che a Roma non<br />
ha mai offerto, dai tempi della<br />
Cesar<strong>in</strong>a cara a Fell<strong>in</strong>i nei favolosi<br />
Sixties, grandissimi riscontri.<br />
Qui <strong>in</strong>vece trovate passatelli<br />
<strong>in</strong> brodo secondo la ricetta<br />
artusiana (non s<strong>ap</strong>ete chi era<br />
Artusi? Vergogna!) col plus del<br />
pecor<strong>in</strong>o di fossa (vero!), giambonnetto,<br />
lesso tradizionale e<br />
una squisita lasagna bianca<br />
con romanissima “vignarola” <strong>in</strong><br />
stagione. Ambiente senza concessioni<br />
alle mode, pubblico<br />
composto e goloso, cant<strong>in</strong>a<br />
discreta e <strong>in</strong> crescita.<br />
Via Massaciuccoli, 26.<br />
Chiuso lunedì.<br />
LA ZAGARA<br />
06-6832075<br />
Il titolare, che f<strong>in</strong> dal nome denuncia<br />
le sue scelte regionali, ha<br />
cultura s<strong>in</strong>ceramente mediterranea.<br />
E nel menu fa ponte tra le<br />
due sponde, sicula e araba. Così,<br />
accanto ai classici primi alla<br />
Norma o con sarde e f<strong>in</strong>occhietto,<br />
ecco i couscous, con la semola<br />
usata per quel che è: accogliente<br />
compagna per tonno fresco con<br />
p<strong>in</strong>oli e mentuccia, vongole e citronella,<br />
peperoni rossi e gialli.<br />
Interessanti anche i dolci, su tutti i<br />
cannoli. Cant<strong>in</strong>a accettabile, prezzo<br />
un po’ su (40 euro) per ambiente<br />
e servizio non proprio da<br />
gran ristorante. Ma i prodotti di<br />
mare sono freschi e di qualità. E<br />
dunque, cari miei, costano... Via<br />
Paola, 25. Chiuso domenica.<br />
SHAWARMA STATION<br />
06-4881216<br />
Dalle 11 (non le 23!) a mezzanotte,<br />
ecco un bar-tavola calda che<br />
senza posa propone tutto quel<br />
che il nome promette: non tanto<br />
treni ma felafel con hummus e pu-<br />
Uno chef tunis<strong>in</strong>o che ama contam<strong>in</strong>are. Avventori esperti che<br />
amano farsi contam<strong>in</strong>are. Risultato: tutto molto buono e “sudista”<br />
Il venticello di mangiar<strong>in</strong>i nordafricani<br />
era già arrivato, <strong>in</strong> passato,<br />
a Roma. Mai però <strong>in</strong> maniera<br />
così organica, così caratterizzata<br />
(qui l’<strong>in</strong>dirizzo di riferimento è la<br />
Tunisia) e al tempo stesso così<br />
poco folkloristica nella cornice<br />
(m<strong>in</strong>imal-chic), come nel caso del<br />
Bricabar. Per non parlare della<br />
LE NINFE<br />
06-87201331<br />
Mangiare bene per 20 euro? Sì,<br />
ma non una pizza o un piatto-due<br />
rea di melanzane, couscous con<br />
quel che volete (legumi <strong>in</strong> primis),<br />
dolci libanesi, kebab con pane<br />
arabo. Il tutto <strong>in</strong> un ambiente assolutamente<br />
disadorno e qu<strong>in</strong>di<br />
verace. Attenzione, enofili: qui gli<br />
alcolici sono banditi <strong>in</strong> toto.<br />
Prezzi modici, pubblico very mixed<br />
e molto giovane.<br />
Via Merulana, 271.<br />
Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
AP PIZZA ART<br />
06-5896646<br />
È una m<strong>in</strong>i-catena di “pizzis<strong>in</strong>g”<br />
(cioè pizza-franchis<strong>in</strong>g o franchipizza)<br />
di ottimo livello <strong>in</strong> città, con<br />
<strong>in</strong>dirizzi anche a Monti di Creta 9<br />
e via Pisa 46: qui la pasta è lievita<br />
vera e non il solito preparato<br />
surgelato, si usa l’extraverg<strong>in</strong>e e i<br />
pomodori hanno, miracolo, un s<strong>ap</strong>ore.<br />
Oltre alle grandi classiche,<br />
molte proposte di fantasia; possibile<br />
l’asporto prenotando telefonicamente.<br />
Via Fonteiana, 63.<br />
Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
IL MELTING-POT IN CUCINA,<br />
MEDITERRANEO E DINTORNI<br />
clientela, che ha fatto di questo<br />
postic<strong>in</strong>o <strong>ap</strong>pena <strong>ap</strong>erto <strong>in</strong> un<br />
quartiere residenziale alle soglie<br />
dei vecchi Parioli (<strong>in</strong> via Basento<br />
56, tel. 06-85303349) un local<strong>in</strong>o<br />
afro-smart, afro-trendy e<br />
afro-fashion al tempo stesso. Il<br />
Bric, cioè un pezzo di nome del<br />
locale, sarebbe il piatto naziona-<br />
tirati via. Bene, qui, vuol dire essere<br />
serviti con cortesia, un menu<br />
divertente e <strong>in</strong>novativo <strong>in</strong> alcune<br />
proposte, il supporto di una cant<strong>in</strong>a<br />
non sterm<strong>in</strong>ata ma più che<br />
dignitosa. Miracolo riuscito a<br />
Montesacro, quartiere popoloso e<br />
popolare, grazie alla passione illum<strong>in</strong>ata<br />
dei patron. Ambiente vivace<br />
e semplice (c’è anche una tivù,<br />
purtroppo ogni tanto accesa), <strong>ap</strong>parecchiature<br />
senza sbavature e<br />
piatti come zuppa di farro e lenticchie<br />
ai frutti di mare, baccalà alle<br />
prugne su crostone, tagliatelle<br />
con versa e salsa al taleggio. E ottimi<br />
dolci fatti <strong>in</strong> casa. Un <strong>in</strong>dirizzo<br />
prezioso. Via Antamoro, 65.<br />
Chiuso domenica.<br />
le tunis<strong>in</strong>o. E lo chef (tunis<strong>in</strong>o,<br />
ma dalla mano leggera) ha s<strong>ap</strong>uto<br />
ricreare qui tutto il divertimento<br />
che la sfoglia ripiegata<br />
con ripieno a sorpresa promette.<br />
Non manca la versione più<br />
classica (à l’oeuf, con un uovo<br />
semicrudo <strong>in</strong>tero a far da le-<br />
gante), ma ce ne sono poi svariate<br />
altre, come da copione.<br />
Oltre il copione e oltre i pure<br />
immancabili taj<strong>in</strong> e couscous,<br />
va la ricerca di tutto ciò che,<br />
utilizzando ancora una volta<br />
una parola molto citata di questi<br />
tempi, potrebbe def<strong>in</strong>irsi<br />
“fusion mediterranea”. Marocco<br />
allora, oltre a Tunisia. Ma anche<br />
le isole italiane (Pantelleria <strong>in</strong><br />
testa, con i suoi profumi di erbe<br />
e c<strong>ap</strong>peri) e l’Egitto, con la sua<br />
impostazione <strong>in</strong>confondibile<br />
per quanto riguarda carni<br />
e spezie.<br />
Malgrado la vocazione vagamente<br />
panaraba, il Bricabar,<br />
cioè il primo locale <strong>in</strong>teramente<br />
tunis<strong>in</strong>o <strong>in</strong> città, non r<strong>in</strong>uncia<br />
affatto al supporto di una buona<br />
cant<strong>in</strong>a. E la prima selezione<br />
di v<strong>in</strong>i, attenta a non pesare<br />
troppo sulle tasche, sembra decisamente<br />
felice e <strong>in</strong>coraggiante.<br />
Così, <strong>in</strong> cambio di una serata<br />
dal s<strong>ap</strong>ore diverso – la domenica<br />
è giorno di riposo – e<br />
dalla qualità più che accettabile,<br />
non dovrete sborsare più di<br />
30 euro. Briccontenti?<br />
PAUL DE CELLAR
RISTORANTI-BAR<br />
»»»» BOLOGNA<br />
BERE A TUTTA BIRRA,<br />
LA SCHIUMA IN CITTA<br />
Per i veri <strong>in</strong>tenditori<br />
la birra non è una<br />
bibita estiva. È una<br />
specie di religione<br />
con i suoi riti. Ecco<br />
i templi bolognesi<br />
Colore chiaro, gusto pulito… vi<br />
ricordate il famoso spot tv? Va<br />
bene, parlava di whisky: però lo<br />
slogan si può benissimo adottare<br />
anche per la birra. Già, perché<br />
sotto le due torri gli estimatori<br />
di lager, pilsner, ale o weizen<br />
stanno crescendo a dismisura,<br />
rischiando di mettere <strong>in</strong> m<strong>in</strong>oranza<br />
tutti quei birrignoranti che<br />
considerano la bionda bevanda<br />
solo un dissetante <strong>in</strong> latt<strong>in</strong>a per<br />
combattere il caldo, meglio se<br />
consumato (vergogna!) con fett<strong>in</strong>a<br />
di limone.<br />
Sono proprio i buonbirrgustai<br />
ad affollare anche <strong>in</strong> pieno <strong>in</strong>verno<br />
le birrerie più serie <strong>in</strong><br />
città, dove il rischio di una<br />
chiara che non sa di niente o di<br />
una rossa troppo dolce è decisamente<br />
lontano. Dove si ritrovano<br />
questi birrmaniaci?<br />
Ai banconi o ai tavol<strong>in</strong>i<br />
dell’Amadues <strong>in</strong> via Dagn<strong>in</strong>i,<br />
del Bibendum o del K<strong>in</strong>gs<br />
Road Pub <strong>in</strong> via Saragozza,<br />
del Meddix (ex Druido) <strong>in</strong> via<br />
Mascarella, della Birreria del<br />
Pratello o del Monastero <strong>in</strong> via<br />
del Pratello, del Dragon <strong>in</strong> via<br />
della Repubblica.<br />
Senza dimenticare, anche se meriterebbero<br />
un c<strong>ap</strong>itolo a parte,<br />
tutti i vari Irish ed English Pub<br />
che sp<strong>in</strong>ano stout, porter, pale<br />
ale o bitter ale a tutta… birra,<br />
<strong>ap</strong>punto. Quali? Per esempio il<br />
Victoria Station di via Zanardi,<br />
l’irish Clauricane, l’English<br />
Empire e il Lord Lister tutti <strong>in</strong> via<br />
Zamboni, il Celtic Druid di via<br />
Caduti di Cefalonia, l’Irish Times<br />
di via Paradiso, il Madigan’s di<br />
via Lame, il Malt & Hops di via<br />
Emilia Levante o The Auld<br />
Dubl<strong>in</strong>er di via Cairoli. Bastano?<br />
Allora aggiungiamo il Black<br />
Fire di via Serlio, unico nel suo<br />
genere perché propone la birra<br />
flambè, un cocktail speciale<br />
che si prepara così: prima si<br />
versa nel bicchiere uno sciroppo<br />
alcolico al gusto di frutta,<br />
poi gli si dà fuoco e qu<strong>in</strong>di, dopo<br />
aver zuccherato il bordo, gli<br />
si versa sopra la birra, preferibilmente<br />
chiara.<br />
Che birrchicca, ragazzi!<br />
CARLO FRASSOLDATI<br />
NOTTI LUNGHE, LUPPOLO, BIONDE< E BLUES<br />
PUB 2000<br />
051-702774<br />
Decisamente fuori mano, dalle<br />
parti di Corticella, a prima vista<br />
sembra una casa di <strong>ap</strong>puntamenti:<br />
luci bassissime, arredamento<br />
retrò, un titolare sui generis<br />
che vi accoglierà. Merita un<br />
salto se amate fare tardi (chiude<br />
alle 4) e la birra alla frutta, genere<br />
particolarmente <strong>ap</strong>prezzato<br />
dal gentil sesso e tipico delle<br />
bionde (le birre, che pensate?)<br />
nordiche. Via Bent<strong>in</strong>i, 36.<br />
Chiuso martedì.<br />
LA TANA DEL LUPPOLO<br />
051-238207<br />
Da anonima latteria, grazie alla<br />
passione del proprietario<br />
Gianfranco Donati, è diventato<br />
uno dei negozi di birre (con assaggio)<br />
più forniti <strong>in</strong> assoluto, addirittura<br />
a livello nazionale. Più di<br />
350 etichette (molto Belgio ma<br />
anche altri Paesi) tra le quali 25<br />
marche di weizen bavaresi, <strong>in</strong> più<br />
molti bei boccali e bicchierozzi,<br />
ma anche belle confezioni regalo.<br />
Chiude alle 20,30: peccato. Via<br />
Petroni, 15/a. Chiuso domenica.<br />
BIRRERIA MEDDIX<br />
051-266757<br />
I più la conoscono ancora col vecchio<br />
nome, Druido: nella Bologna<br />
anni ’90, un mito da “balotte”<br />
<strong>ap</strong>erto f<strong>in</strong>o alle 2 di notte, brutt<strong>in</strong>o<br />
da vedere ma gettonatissimo<br />
per le sue bionde. L’ampia e selezionata<br />
scelta di birre alla sp<strong>in</strong>a<br />
(Lucifer, Harp, Kilkenny, Gu<strong>in</strong>ness,<br />
Erd<strong>in</strong>ger Weisse) più la frequentazione<br />
assidua di birraioli, ne fanno<br />
uno dei locali più amati <strong>in</strong> città.<br />
Via Mascarella, 26.<br />
Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
THE IRISH TIMES PUB<br />
051-26164<br />
Il primo Irish Pub nato a<br />
Bologna. Siate coscienti che il<br />
sabato e la domenica è un po’<br />
un carnaio. Molto meno affollato<br />
durante la settimana, anche<br />
se non è comodissimo trovare<br />
parcheggio. È comunque un<br />
postic<strong>in</strong>o tranquillo dove sorseggiare<br />
con voluttà ottime<br />
birre (irlandesi, naturalmente)<br />
tipo Gu<strong>in</strong>ness, Harp e Kilkenny.<br />
Via Paradiso, 1/d.<br />
Sempre <strong>ap</strong>erto.<br />
illustrazione: Cristiana Valent<strong>in</strong>i / Delicatessen<br />
OSTERIE & ALTRO<br />
Pizza e piad<strong>in</strong>a,<br />
Bologna non si<br />
smentisce mai.<br />
Però <strong>in</strong>grassa...<br />
OSTERIA<br />
DEI CAVALIERI<br />
051-346602<br />
È diventata famosa prima per<br />
il mangiar bene e abbondante,<br />
poi perché qui si vede<br />
spesso Alberto Tomba. Noi<br />
oggi la <strong>ap</strong>prezziamo quasi<br />
esclusivamente per i dolci: la<br />
torta di cioccolato è leggera,<br />
il mascarpone cremoso e delizioso.<br />
Il resto, soprattutto il<br />
conto, lascia a desiderare: una<br />
misera cena a base di crost<strong>in</strong>i<br />
e v<strong>in</strong>o viene la bellezza di 25<br />
cocuzze a testa. Senza contare<br />
il rumore di fondo, piuttosto<br />
assordante. Viale Oriani,<br />
38/2. Chiuso domenica.<br />
BRASSERIE<br />
FRATELLI POLLACCI<br />
051-320605<br />
Un po’ sperduta <strong>in</strong> zona<br />
Corticella, non è conosciutissima<br />
ma vanta una clientela<br />
giovane e fedele. L’ambiente<br />
è squalliduccio, fattore messo<br />
<strong>in</strong> secondo piano da specialità<br />
della casa come piad<strong>in</strong>e,<br />
crost<strong>in</strong>i, primi piatti e stuzzicheria<br />
niente male. Se però<br />
non fumate, vi affumicherete.<br />
Via dei Fornaciai, 9/3.<br />
Chiuso lunedì.<br />
O’ SOLE MIO<br />
051-220511<br />
Ambiente caldo e servizio veloce<br />
fanno il paio con le colonne<br />
greco-kitsch all’<strong>in</strong>gresso:<br />
<strong>in</strong> questa trattor-pizzeria<br />
la clientela è giusta e <strong>in</strong>ternazionale,<br />
la pizza buona e soprattutto<br />
leggera. Addirittura<br />
troppo: nella misura, quasi<br />
microscopica, e nel condimento,<br />
decisamente scarso.<br />
In compenso, spenderete il<br />
giusto. Via Castiglione, 50.<br />
Chiuso lunedì.<br />
URBAN 59
RISTORANTI-BAR<br />
»»»» TORINO<br />
L , OCCHIO A TAVOLA,<br />
ARTE DA MANGIARE<br />
Nella città dell’arte contemporanea impazza il ristorante-mostra-<strong>in</strong>stallazione. Perché<br />
anche l’ambiente si adegua ai ritmi tor<strong>in</strong>esi: il bello è più bello se è anche buono<br />
Mangia l’arte e mettila da parte.<br />
O, più semplicemente, Mangiarte.<br />
Ecco il nuovo slogan che impazza<br />
nella Tor<strong>in</strong>o più attenta ai fermenti<br />
creativi. In città <strong>in</strong>fatti nessuno<br />
dimentica la situazione Fiat,<br />
ma si parla anche di mostre e<br />
manifestazioni artistiche, fondazioni<br />
nascenti, <strong>in</strong>augurazioni di<br />
opere e <strong>in</strong>stallazioni di maestri<br />
contemporanei.<br />
E lì, nei luoghi dell’arte più deputati,<br />
si <strong>ap</strong>rono guarda caso i locali<br />
dove bere con creatività (cioè<br />
Dr<strong>in</strong>karte) o mangiare tra foto,<br />
pitture e sculture (Foodarte): bar,<br />
caffetterie e ristoranti di musei e<br />
gallerie sono <strong>in</strong>fatti diventati la<br />
location preferita per il d<strong>in</strong>ner più<br />
sfizioso, il party più glam, il cocktail<br />
più trendy.<br />
Così, chi ama le novità non solo<br />
sulla tavolozza ma anche a tavola<br />
sarà certo entusiasta della recente<br />
<strong>ap</strong>ertura al Castello di Rivoli,<br />
sede del Museo d’Arte<br />
Contemporanea, del ristorante <strong>in</strong><br />
legno e cristallo dell’artista dei<br />
fornelli Davide Scab<strong>in</strong>, affacciato<br />
com’è sulla città e sull’<strong>in</strong>stallazione<br />
Fibonacci di Mario Merz. Il suo<br />
nome? Futurista: Combal Punto<br />
Zero.<br />
E mentre la Galleria d’Arte<br />
Moderna presenta un Café<br />
Museum old style, la neonata<br />
Fondazione Sandretto Re<br />
Rebaudengo non ha badato a<br />
spese per allestire il caffè e ristorante<br />
Spazio, ideali per cocktail<br />
o cenette. In attesa poi che <strong>ap</strong>ra<br />
l’atteso locale di ristoro enoga-<br />
PIATTI DA ESPOSIZIONE, MUSEO AL PIATTO<br />
COMBAL.ZERO<br />
011-9565225<br />
La vista su Tor<strong>in</strong>o, da questa galleria<br />
<strong>in</strong> cristallo <strong>ap</strong>poggiata sul<br />
cortile del Museo d’Arte<br />
Contemporanea, c’è tutta. E qui<br />
la cuc<strong>in</strong>a di Davide Scab<strong>in</strong>, prima<br />
ad Almese, prende aria e vola<br />
sulle ali di piatti fantasiosi come<br />
Baby c<strong>ap</strong>pucc<strong>in</strong>o di tonno e fagioli,<br />
Carpaccio d’aragosta con<br />
fonduta di gorgonzola, Zabaione<br />
di crostacei e porri croccanti.<br />
Attenzione però: se volete il menu<br />
più creativo, dovete prenotar-<br />
lo per telefono. Anche per quanto<br />
riguarda il conto, trionfa comunque<br />
la creatività: preparatevi<br />
fra i 50 e i 110 euro. Rivoli,<br />
piazza Mafalda di Savoia.<br />
Chiuso lunedì e martedì.<br />
SPAZIO<br />
011-19831626<br />
Alla Fondazione Sandretto Re<br />
Rebaudengo l’arte contemporanea<br />
si vede anche nel ristoro:<br />
la caffetteria, progettata da<br />
St<strong>in</strong>gel, è arredata con materiali<br />
specchianti space effect, al<br />
piano superiore il ristorante,<br />
sul bianco più legno, <strong>ap</strong>re solo<br />
la sera. Bella la scelta di v<strong>in</strong>i e<br />
cocktail (vedi il Negroski<br />
Spazio), a pranzo un bel monopiatto<br />
più caffè fanno 6 euro,<br />
mentre a cena ne spenderete<br />
<strong>in</strong>torno ai 30. Responsabile lo<br />
chef Michele Palitto, abile nella<br />
cuc<strong>in</strong>a fusion-alternativa.<br />
Il suo piatto preferito? Ingera<br />
(il pane etiope-eritreo) e fusi di<br />
tacch<strong>in</strong>o glassati al cioccolato.<br />
Vedete voi...<br />
Via Modane, 16.<br />
Chiuso lunedì.<br />
str<strong>in</strong>tellettuale alla Fondazione<br />
Merz, consolatevi con le art-<strong>in</strong>iziative<br />
nei locali sull’onda: mostre<br />
<strong>in</strong> lounge bar come Paris Texas o<br />
Amantes, arte esposta e on-l<strong>in</strong>e<br />
alla Fusion Gallery sopra il ristorante<br />
omonimo, serate dr<strong>in</strong>kolte<br />
al circolo creativo Machè.<br />
Se no, assaggiate l’edizione<br />
2003 di Food Design, prevista<br />
fra breve al Quadrilatero<br />
Romano: col food, ovvio, come<br />
materia prima di opere d’arte.<br />
CRISTINA LATTUADA<br />
CAFFÈ GAM<br />
011-5185818<br />
Al Café Museum della GAM tira<br />
un’aria gam-tristanzuola. Peccato,<br />
perché il locale godrebbe di una<br />
bella vetrata e di un giard<strong>in</strong>o con<br />
dehors coperto. La caffetteria serve<br />
bevande, brioches e pan<strong>in</strong>i da<br />
<strong>in</strong>tristire anche un Gam-beretto; a<br />
pranzo la tavola calda offre piatti<br />
unici (e tristi) di cuc<strong>in</strong>a piemontese<br />
(a 7,50 euro). Da lunedì a venerdì<br />
cene per gruppi su prenotazione.<br />
C.so Galileo Ferraris, 30.<br />
Chiuso lunedì.<br />
illustrazione: Cristiana Valent<strong>in</strong>i / Delicatessen<br />
CAFFE 6 CACAO<br />
Tutti gli espressi<br />
del mondo. Per i<br />
nervosi, cioccocolato<br />
e zabaione<br />
SAN TOMMASO 10<br />
011-534201<br />
In questo local<strong>in</strong>o della<br />
Lavazza il caffè c’è <strong>in</strong> tutti<br />
i gusti, dall’espresso-crema<br />
al marocch<strong>in</strong>o ai quattro<br />
aromi. Ma soprattutto, <strong>in</strong><br />
esclusiva per l’Italia, ecco<br />
lo sconvolgente Espesso,<br />
cioè l’espresso solido creato<br />
dallo chef catalano Ferran<br />
Adrià, da mangiare con<br />
tanto di cucchia<strong>in</strong>o bucato.<br />
Meritevole e da provare anche<br />
la versione macchiato<br />
(0,85 euro) e c<strong>ap</strong>pucc<strong>in</strong>o<br />
(1,15 euro).<br />
E poi, sul retro c’è anche<br />
un ristorant<strong>in</strong>o niente<br />
male, elegant<strong>in</strong>o e dai<br />
piatti sfiziosi.<br />
Via San Tommaso, 10.<br />
Chiuso domenica.<br />
AL BICERIN<br />
011-4369325<br />
Per gli adoratori di cioccolata<br />
o zabaglione, la t<strong>ap</strong>pa<br />
obbligata è <strong>in</strong> questa antica<br />
e m<strong>in</strong>uscola bomboniera<br />
tutta legno. Anche se è<br />
necessario avere tempo e<br />
pazienza, mettersi magari <strong>in</strong><br />
coda, sgomitare per sedersi<br />
e sopportare il personale<br />
non certo cordiale. Quando<br />
però arriverete a uno dei<br />
m<strong>in</strong>uscoli tavol<strong>in</strong>i antichi<br />
o al banconc<strong>in</strong>o (cosa che<br />
le ‘simpatiche’ bariste scoraggeranno,<br />
per farvi sedere<br />
e pagare di più) f<strong>in</strong>almente<br />
gusterete il vero Bicer<strong>in</strong>,<br />
miscela unica e <strong>in</strong>imitabile<br />
di cioccolata calda fondente,<br />
caffè e crema di latte.<br />
Al modico prezzo di 2,80<br />
euro <strong>in</strong> piedi, 3,90 seduti.<br />
Piazza della Consolata, 5.<br />
Chiuso mercoledì.<br />
URBAN 61
testo: Lia Celi / illustrazione: Annalisa Pagetti<br />
TRAPPOLEPERLIBRI<br />
LE LIBRERIE si fanno chiamare bookstore. Vendono di tutto e ogni tanto ci si trova anche qualche libro.<br />
Di solito, però, si comprano spille, magliette, dischi, aggeggi new age. Istituzioni totali o post-edicole, le librerie<br />
sono un po’ cambiate. Ma niente paura, una biografia di Padre Pio si trova sempre e ovunque: un miracolo!<br />
Diciamolo subito: le librerie sono fari di civiltà.<br />
Ma visto che oggi si fanno chiamare “bookstores”<br />
e vendono pure magliette, spill<strong>in</strong>e e pastarelle, ogni<br />
tanto l’umorista può prenderle (garbatamente)<br />
per il culo senza rimorsi. Specie se <strong>ap</strong>partengono<br />
a una delle categorie <strong>in</strong>dicate qui sotto.<br />
LA MEGA<br />
Si espande a macchia d’olio sfrattando senza pietà botteghe<br />
storiche e caffeucci crepuscolari: puro stile<br />
McDonald, però siccome vende cultura<br />
è vietato <strong>in</strong>cazzarsi. Strano però che, nonostante<br />
gli spazi immensi, i volumi vi siano sempre stipati<br />
<strong>in</strong> orizzontale e verticale al limite dell’impenetrabilità<br />
dei corpi, <strong>in</strong> un misterioso equilibrio architettonico<br />
di sp<strong>in</strong>te e controsp<strong>in</strong>te per cui se sfili un tascabile nella<br />
sezione classici crolla tutto il reparto antropologia<br />
venti metri più <strong>in</strong> là.<br />
Più che una libreria, la Mega è un’istituzione totale:<br />
<strong>ap</strong>eritivi, party, performances, ogni giorno c’è un evento<br />
(il vero evento sarebbe trovare un commesso cortese,<br />
ma è <strong>in</strong>utile sperarci). Se un nuovo libro non debutta<br />
alla Mega, non esiste; purtroppo la lista d’attesa per<br />
le presentazioni è più lunga e bl<strong>in</strong>data della l<strong>in</strong>ea di<br />
successione al trono <strong>in</strong>glese, dunque chi si prenota<br />
adesso si rassegni a far presentare il suo tomo da un<br />
pronipote, o a farsi ibernare f<strong>in</strong>o al 2094.<br />
NEW AGE<br />
Entrarci è uno shock. Sei <strong>in</strong> mezzo al traffico, allo smog<br />
e agli “a’ stronzo” degli automobilisti cafoni, e un mo-<br />
mento dopo ti ritrovi <strong>in</strong> una piccola oasi tutta feng-shui,<br />
<strong>in</strong>censi aromatici e ambient-music di campane tibetane,<br />
accolto da fanciulle dall’aria vagamente suonata ma<br />
tanto gentili. Stordito ed entusiasta, ne esci con l’opera<br />
omnia di Osho, l’iscrizione a un corso di biodanza, una<br />
sfera di quarzo antistress, una fornitura annuale di <strong>in</strong>censi<br />
e ciddì di campane tibetane, e la ferma conv<strong>in</strong>zione<br />
che è il momento di r<strong>in</strong>unciare ai tuoi vizi da forzato<br />
urbano per dedicarti allo studio dei fiori di Bach. Buoni<br />
propositi che sfumano <strong>in</strong> un “a’ stronzo” al vigile che ti<br />
sta <strong>ap</strong>pioppando una multa per sosta vietata.<br />
UNIVERSITARIA<br />
Non lasciarti <strong>in</strong>gannare dagli <strong>in</strong>terni austeri e dall’<strong>in</strong>segna<br />
professorale. Altro che videopoker, è qui che tanti<br />
figli di p<strong>ap</strong>à bruciano <strong>in</strong>teri patrimoni <strong>in</strong> pochi m<strong>in</strong>uti. Il<br />
pollo perfetto è la timida matricola di prov<strong>in</strong>cia, ignara<br />
del demi-monde dei fotocopiatori clandest<strong>in</strong>i, dei trafficanti<br />
dell’usato e priva di una rete di compagni con cui<br />
pianificare l’acquisto collettivo dei testi. Una volta pagati<br />
i libri del primo esame di Medic<strong>in</strong>a, il poveretto<br />
scoprirà di aver esaurito anche i fondi per vitto e alloggio.<br />
Meno male che un’occhiata alle illustrazioni<br />
dell'Atlante di Anatomia basta a far passare l’<strong>ap</strong>petito<br />
per mesi; lo stesso volume, coperto da un plaid, diventa<br />
una pratica tenda canadese che sarà l’<strong>in</strong>vidia dei barboni<br />
nel giard<strong>in</strong>o della stazione.<br />
METÀ PREZZO<br />
Anticamera del macero, dà al bibliofilo le stesse strazianti<br />
emozioni che il c<strong>in</strong>ofilo prova al canile municipa-<br />
URBANSATIRA<br />
le: per un rema<strong>in</strong>der str<strong>ap</strong>pato all’oblio, mille sfortunati<br />
rimarranno a gelare sulla bancarella sognando <strong>in</strong>vano<br />
un padrone affettuoso. E non sono solo bastard<strong>in</strong>i cartacei<br />
frutto di <strong>in</strong>cauti accoppiamenti tra editori e autori,<br />
o scarti di cucciolate librarie abbandonati al loro dest<strong>in</strong>o<br />
per un’orecchia di troppo o una macchia non regolamentare<br />
sul dorso.<br />
Ci sono anche opere di grossa taglia, con fior di pedigree<br />
e premiate nei concorsi, ma poi svendute perché<br />
chiedevano troppe attenzioni o erano troppo <strong>in</strong>gombranti<br />
per stare <strong>in</strong> <strong>ap</strong>partamento. Sii buono, scegli qui il<br />
tuo amico di carta: i libri trovatelli spesso sono i più <strong>in</strong>telligenti<br />
e affezionati.<br />
CARTOLIBRERIA<br />
Le librerie sono un lusso metropolitano. Fuori dai c<strong>ap</strong>oluoghi<br />
di prov<strong>in</strong>cia l’<strong>ap</strong>provvigionamento librario passa<br />
dalle cartolerie, il che spiega perché <strong>in</strong> Italia si legga<br />
poco e si scriva troppo. Un trespolo girevole ospita un<br />
panorama di tutti i generi letterari: “L’avventura di<br />
Padre Pio” (narrativa italiana), “Le ricette di Padre Pio”<br />
(saggistica) “Il terzo mistero di Fatima” (straniera). Al<br />
posto d’onore, il canzoniere <strong>in</strong> dialetto del poeta locale<br />
con prefazione del presidente della Pro loco, lontano<br />
parente di Padre Pio. Tutto il resto bisogna ord<strong>in</strong>arlo <strong>in</strong><br />
città, e viene rec<strong>ap</strong>itato a dorso di ciuccio entro qualche<br />
anno, sempreché il cartolaio abbia trascritto correttamente<br />
autore e titolo (“Lo so che lei voleva un giallo<br />
di Carlo Lucarelli, ma visto che dal magazz<strong>in</strong>o mi hanno<br />
mandato il ‘Sorriso di Padre Pio’ di questo Claudio<br />
Cuccatelli, perché non lo prova?”).<br />
URBAN 63