PENTECOSTALE - Assemblee di Dio in Italia

Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
RISVEGLIO
PENTECOSTALE
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
Numero 11 - Anno LX Novembre 2006
“Gesù disse loro:
Io son il pan della vita;
chi viene a me
non avrà fame,
e chi crede in me
non avrà mai sete”
(GIOVANNI 6:35)

2
“Ma ora così parla l’Eterno, il
tuo Creatore, o Giacobbe, Colui
che t’ha formato, o Israele! Non temere,
perché io t’ho riscattato, t’ho
chiamato per nome; tu sei mio!
Quando passerai per delle acque,
io sarò teco; quando traverserai de’
fiumi, non ti sommergeranno;
quando camminerai nel fuoco,
non ne sarai arso, e la fiamma non
ti consumerà. Poiché io sono l’Eterno,
il tuo Dio, il Santo d’Israele, il
tuo salvatore; io t’ho dato l’Egitto
come tuo riscatto, l’Etiopia e Seba
in vece tua. Perché tu sei prezioso
agli occhi miei, perché sei pregiato
ed io t’amo, io do degli uomini in
vece tua, e dei popoli in cambio
della tua vita. Non temere, perché,
io sono teco...”
Nel libro di Isaia, Israele è
presentato come un popolo dal
“collo duro”, che non volle sempre
ascoltare e seguire i consigli
dell’Eterno. Forse anche noi, pur
essendo credenti, alle volte possiamo
somigliare a questo popolo.
Ma grazie a Dio che, nonostante
tutto, il Signore ci ama,
ci cerca e rivolge a noi la Sua benedetta
Parola!
In questo passo il Signore
vuole parlare alle nostre diverse
nature, al “Giacobbe” e all’“Israele”
che sono in noi.
Giacobbe, l’imbroglione e il
soppiantatore dalla peccaminosa
natura, a Peniel lottò una notte
intera con Dio, cui rivolse la propria
richiesta: “Non ti lascerò andare
prima che tu m’abbia benedetto!”.
Ma Dio a Sua volta gli
chiese: “Qual è il tuo nome?” Ed
egli rispose: “Giacobbe”. E quello
disse: “Il tuo nome non sarà più
Giacobbe, ma Israele, poiché tu
hai lottato con Dio e con gli uomi-
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
EDITORIALE
“Tu sei mio”
(Isaia 43:1-5)
ni, ed hai vinto” (Gen.32:27-28).
Giacobbe ebbe un nome nuovo, Israele, colui che
lotta con Dio.
E forse anche tu, da tempo, come Giacobbe stai
lottando con Dio, ti stai opponendo a Lui, ma il
Signore ti vuole parlare e dire: “Non temere, perché io
t’ho riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei mio!”
Dio parla sia ai “Giacobbe” che non hanno ancora
aperto il proprio cuore alla Sua opera, sia agli
“Israele”, quanti sono nella Chiesa, incoraggiandoli
con la Sua Parola “Non temere...”.
Quale Padre meraviglioso! “Padre nostro che sei nei
cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia
fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo...”.
Come genitori naturali quando discipliniamo i
nostri figli lo facciamo per amore, con amore, e per il
loro bene. Pensiamo a quanto ci ama il nostro Padre
celeste che, pur conoscendoci intimamente e sapendo
dei nostri peccati, ha dato Gesù affinché noi avessimo
vita eterna!
Il salmista afferma: “O Eterno, tu m’hai investigato
e mi conosci...” (Salmo 139:1). Possa essere questo il
desiderio di ogni “Israele” che appartiene al Signore
ed è stato riscattato da Dio.
Dio si ricorda il nostro nome e chiama perché ci
conosce profondamente e desidera che Gli apparteniamo
ogni giorno di più: “...t’ho chiamato per nome;
tu sei mio!”.
Nella tempesta Dio verrà in nostro soccorso, non
sonnecchierà, né dormirà: “Quando passerai per delle
acque, io sarò teco; quando traverserai de’ fiumi, non ti
sommergeranno...”.
Nemmeno nel fuoco della prova il Signore ci abbandonerà,
anzi “la fiamma non ti consumerà” e non
permetterà che siamo divorati dal dolore, dalla tentazione,
dalla difficoltà.
Se lo vorremo veramente, niente e nessuno potranno
rapirci dalla potente mano di Dio! “Perché tu
sei prezioso agli occhi miei, perché sei pregiato ed io t’amo”.
Il solo pensiero di essere preziosi agli occhi di Dio
dovrebbe spronarci a servire il Signore con rinnovato
zelo, ma ancor di più sappiamo dalla Sua Parola che
Egli, oggi, ci ritiene degni della Sua stima, e tutto
questo per il solo, immutabile e fermo motivo che:
“tu sei mio!”
RISVEGLIO
PENTECOSTALE
Organo ufficiale
delle Chiese Cristiane Evangeliche
“Assemblee di Dio in Italia”
Ente Morale di Culto
D.P.R. 5.12.1959 n.1349
Legge 22.11.1988 n.517
Pubblicato dal Consiglio
Generale delle Chiese:
Presidente: Francesco Toppi,
Segretario: Eliseo Cardarelli
Tesoriere: Giuseppe Tilenni,
Consiglieri: Germano Giuliani,
Felice A. Loria, Paolo Lombardo,
Gaetano Montante, Vito Nuzzo,
Vincenzo Specchi
Consiglieri onorari: Francesco Rauti
Direzione, Redazione
e Amministrazione:
Via Altichieri da Zevio, 1
35132 Padova
Tel. 049.605127
fax 049.612565
e mail: adi.veneto@tin.it
Versamenti sul c/c postale
n.12710323 intestato a:
Risveglio Pentecostale
Via Altichieri da Zevio, 1
35132 Padova
Registrazione n.1688
del 1.3.2000 Trib. di Padova
La pubblicazione è distribuita a
membri e simpatizzanti delle Chiese
Cristiane Evangeliche A.D.I.
ed è sostenuta da offerte volontarie.
In conformità alla Legge
675/96 e successive modifiche
sulla tutela dei dati personali, la
“Redazione di Risveglio Pentecostale”
garantisce l’assoluta riservatezza
di quelli di cui è in possesso.
Inoltre assicura i lettori che i loro
dati personali sono custoditi in un
archivio elettronico presso la sede
del giornale e verranno utilizzati
soltanto per inviare la corrispondenza
relativa al mensile “Risveglio
Pentecostale”. Gli articoli firmati
impegnano esclusivamente i loro
autori. I manoscritti non pubblicati
non si restituiscono.
Direttore Responsabile:
Vincenzo Specchi
Comitato di Redazione Risveglio
Pentecostale:
Francesco Toppi,
Vincenzo Specchi,
Eliseo Cardarelli,
Salvatore Cusumano,
Vincenzo Martucci.

SOMMARIO
Novembre 2006
EDITORIALE
“Tu sei mio” pag.2
Perché l’Istituto Biblico
Italiano?
Francesco Toppi pag.3
Un anno dopo:
Adozioni a distanza per
l’infanzia
Gaetano Montante pag.6
Udire la Parola di Dio
Eliseo Cardarelli pag.8
I peccati di Israele
Francesco Infantino pag.10
Pane e frutti di stagione
Alessandro Cravana pag.11
Candidatura
Missionaria pag.13
NOTIZIE
DALLE COMUNITÀ pag.14
PERCHÉ
l’Istituto Biblico Italiano?
Nel passato si è sentito affermare che i
cristiani di fede pentecostale non sono interessati
agli studi teologici, che invece criticano,
ricercando unicamente la comunione
spirituale con Dio e biasimando coloro che
si applicano allo studio. Effettivamente all’inizio
del secolo scorso, quando si manifestò
il Risveglio pentecostale, il mondo religioso
protestante era percorso da due correnti
contrapposte: quella della teologia liberale e
quella della teologia cosiddetta fondamentalista.
I rappresentanti delle due tendenze si
trovarono spesso coinvolti in aspri dibattiti
nel corso di conferenze e in alcuni loro scritti.
Senza voler entrare in questa controversia,
il Risveglio pentecostale annunciò la validità
eterna della Parola di Dio, della realtà
sempre attuale dell’opera e dei carismi dello
Spirito Santo e considerò le discussioni dei
teologi secondarie rispetto all’urgenza di
predicare “Tutto l’Evangelo” ai perduti.
I predicatori pentecostali subirono fin
dall’inizio la dura opposizione dei rappresentanti
delle due correnti teologiche. I
pentecostali, seguendo l’eredità dei risvegli
che li avevano preceduti, ritennero che, prima
ancora di una istruzione teologica, era
necessaria l’esperienza profonda della “nuova
nascita”. Oltre a questa esperienza, occorreva
ricevere la potenza dello Spirito
Santo, che avrebbe reso i credenti validi testimoni
di Cristo “fino alle estremità della
terra”. Questi principi erano considerati dai
pentecostali così importanti che anche quei
pastori che avevano ricevuto una preparazione
teologica sistematica e avevano sperimentato
una genuina esperienza della “nuova
nascita” e del battesimo dello Spirito
Santo, non soltanto furono accettati, ma
onorati e stimati nell’ambito del Movimento.
Taluni pastori professionalmente preparati,
ma non convertiti nel significato biblico
del termine, ebbero reazioni, critiche che
spesso sfociarono nel dileggio e nella persecuzione.
Essi non riuscivano ad accettare
che uomini, e anche donne, senza istruzione
scolastica e teologica potessero avere la
presunzione di proclamare l’Evangelo e
conquistare delle anime a Cristo.
Da parte dei pentecostali, invece, si considerava
essenziale l’esperienza del battesimo
dello Spirito Santo per espletare il ministerio
cristiano, attribuendo perciò la priorità
al dono e alla chiamata divina piuttosto
che ai titoli accademici. Essi non rifiutarono
mai lo studio e la meditazione della Scrittura,
ma ritennero che l’erudizione non bastasse
per essere dei predicatori cristiani.
Sostenevano che una preparazione culturale
spinta fino all’intellettualismo assegna maggior
valore alla teoria che non alla pratica e
crea, di fatto, più critici che santi, cioè dei
rigidi fautori della lettera piuttosto che dello
spirito della Scrittura.
Questa posizione non voleva essere a favore
dell’ignoranza, ma un richiamo a coloro
che si gloriavano della propria conoscenza
della Scrittura senza umiliarsi sotto “la
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006 3

4
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
potente mano di Dio”.
Una necessaria precisazione
Non corrisponde a verità l’opinione secondo
cui i primi pentecostali non amavano lo
studio e la meditazione della Scrittura. Tanto è
vero che la prima esperienza pentecostale del
secolo scorso si manifestò nel 1901, a Topeka,
nel Kansas, proprio in una Scuola Biblica.
È forse sempre utile ricordare che l’esperienza
del battesimo nello Spirito Santo col segno
della glossolalia fu conseguenza della ricerca
e dello studio della Scrittura e quindi il Risveglio
pentecostale non sorse solo sulla base di
esperienze personali, ma dalla chiara evidenza
di una dottrina biblica. Oltre a questo, le scuole
bibliche pentecostali che sorsero in seguito
nei Paesi anglosassoni non furono mai dei “Seminari”
che al termine del corso rilasciavano titoli
validi per l’espletamento del ministerio cristiano.
Non si diventa pastori, evangelisti o missionari
perché è stato seguito un corso di studi biblici.
I pentecostali hanno sempre, fino ad ora,
riconosciuto che la chiamata e il dono del ministerio
vengono soltanto da Dio.
Indubbiamente, conoscere bene i rudimenti
fondamentali della dottrina, essere istruiti
sull’etica cristiana per vivere una vita santificata
è veramente un mezzo di edificazione per
ogni cristiano e questi elementi potranno essere
di grande aiuto nell’opera del Signore. Prima
di tutto, però, occorre la “potenza dall’alto” senza
la quale, secondo l’insegnamento di Gesù,
non si può essere Suoi testimoni efficaci (Atti
1:8).
Il Movimento pentecostale italiano ha origini
particolari e prettamente “indigene”.
I pionieri del movimento non avevano frequentato
nessuna scuola biblica e, tanto derisi
da chi vantava studi teologici, ritennero che
tutte le scuole bibliche, anche quelle create da
pentecostali, fossero la via verso il pastorato
professionale di cui diffidavano. Riconosciamo
che si manifestarono inevitabili posizioni radicali
assunte da parte di chi affermava che “la
lettera uccide, ma lo Spirito vivifica” (2 Cor.3:6),
attribuendo al termine “lettera” il significato di
studio. Dimenticavano, però, che Paolo apostolo
era un uomo colto, anche se la sua cultura
non lo induceva a riporre la “fiducia nella
carne” ma anzi lo stimolava a “rinunciare a tutto...
al fine di guadagnare Cristo” (Fil.3:3,8).
Certamente, a quasi un secolo di distanza,
possiamo comprendere le ragioni di questa interpretazione
impropria. Tutti i pionieri del
nostro movimento provenivano dall’Italia dove,
al tempo, l’analfabetismo raggiungeva percentuali
elevatissime. La maggioranza aveva al
massimo raggiunto la terza elementare e tra lo-
ro si potevano contare anche diversi analfabeti.
Ne consegue che non erano in grado di comprendere
la necessità di una Scuola Biblica in
quanto avevano realizzato per esperienza che lo
Spirito Santo interveniva colmando le loro limitazioni,
li illuminava e li guidava. Spesso ripetevano
di trovarsi alla “Scuola dello Spirito
Santo” e questo era vero: sulle loro ginocchia,
dopo il lavoro quotidiano, chiedevano luce a
Dio che faceva loro comprendere le “cose profonde”
della Scrittura. È entusiasmante notare
che, pur senza alcuna preparazione teologica,
essi rimasero saldi nella “sana dottrina” biblica,
anche se non utilizzarono sempre la terminologia
teologica per affermare le verità fondamentali
della Bibbia.
Perché una Scuola Biblica?
Qualcuno dirà: «Allora perché oggi abbiamo
una Scuola Biblica in Italia? Ci siamo forse
allontanati dalla semplicità iniziale? Non è forse
più possibile frequentare soltanto la “Scuola
dello Spirito Santo”?»
Innanzi tutto bisogna riconoscere che la società
in cui viviamo non è più quella del principio
del secolo. Oggi l’istruzione è generalizzata
e in un mondo così evoluto, nel quale si
riserva ampio spazio all’istruzione, era necessario
che i nostri giovani, accanto alla formazione
scolastica secolare, potessero disporre di una
conoscenza più profonda e sistematica della
Scrittura. Furono proprio i cristiani convertiti
negli Stati Uniti a incoraggiare i fratelli in Italia
alla costituzione di una Scuola Biblica. Con la
preghiera e anche con i mezzi finanziari si impegnarono
affinché potesse sorgere nella nostra
nazione una Scuola Biblica.
La desiderarono ardentemente per l’esperienza
che avevano fatto nel loro paese di adozione,
perché i loro giovani, che non avevano
seguito alcun corso biblico, nel tempo si erano
raffreddati nella fede e avevano perduto quel
fervore che aveva caratterizzato le comunità
pentecostali italiane. Avevano anche notato,
però, che quanti erano riusciti a frequentare le
varie Scuole Bibliche pentecostali esistenti erano
rimasti saldi nella fede e molti di loro erano
stati usati potentemente da Dio per lo sviluppo
spirituale delle comunità, pur tenendo fermo il
principio che non è la Scuola Biblica che “sforna”
pastori e predicatori in quanto il dono divino
non può essere considerato assolutamente
secondario nel ministerio.
L’Istituto Biblico Italiano
Fu così che nel 1954 iniziò la Scuola Biblica
in Italia. Vi insegnarono anche coloro che
non avevano mai seguito un corso sistematico
di studi biblici, ma che alla “Scuola dello Spirito

Santo” avevano ricevuto la luce di Dio per
edificare gli altri. Nel 1958, per interessamento
di un credente consacrato a Dio,
figlio di poverissimi emigrati italiani, fu
possibile raccogliere dei fondi per costruire
la sede di quello che è divenuto
l’Istituto Biblico Italiano. La Scuola
Biblica delle Chiese Cristiane Evangeliche
“Assemblee di Dio in Italia”, ancora oggi,
dopo oltre cinquanta anni, si fonda sugli
stessi principi stabiliti al suo sorgere. È
un’opera di fede! Non è stabilita una retta
fissa, ma ogni studente può versare offerte
secondo le proprie possibilità, per il rimborso
delle spese. Il resto è coperto da
offerte individuali e da chiese. Gli insegnanti
svolgono la propria opera gratuitamente
e volontariamente. I corsi
di studi non abilitano al ministerio cristiano,
ma rappresentano unicamente
il riconoscimento del programma scolastico
seguito.
Con la legge d’Intesa tra lo Stato
Italiano e le Assemblee di Dio in Italia,
l’Istituto Biblico Italiano è stato riconosciuto
come un Istituto di Formazione
e Cultura Biblica, ma questo non ha modificato
le finalità e la “filosofia” della
Scuola che sono rimaste invariate.
Le Chiese Cristiane Evangeliche delle
Assemblee di Dio in Italia, eredi del
movimento pentecostale italiano del
principio del secolo, con tutti i vari
Servizi, Istituti e Opere, rimangono fedeli
nel perpetuare la sana dottrina biblica
ed i principi che fin dall’inizio sono
stati peculiari del Movimento. Gli studenti
sono incoraggiati a cercare “la potenza
dall’alto” e, se chiamati da Dio al
ministerio, esortati a vivere “per fede”
una vita semplice, consacrata a Dio e alla
causa di Cristo per essere usati per l’edificazione
delle anime e l’evangelizzazione
dei perduti. Il ministerio cristiano
non è una professione, né una soluzione
per risolvere problemi personali.
Lo scopo dell’Istituto Biblico Italiano
continua ad essere quello di preparare i
giovani delle comunità ADI a conoscere
“per esperienza quale sia volontà di Dio, la
buona, gradita e perfetta volontà” (Rom.12:
2), ponendo ogni impegno perché questo
istituto non divenga mai un arido centro
di insegnamento teologico, ma piuttosto
una “fucina” nella quale i giovani credenti
siano infiammati dall’amore di Dio per
consacrare la loro vita a Lui in qualunque
servizio Egli vorrà chiamarli.
L’Istituto Biblico Italiano, un po’ di storia
Francesco Toppi e Paolo Arcangeli nel 1948 avevano seguito in Inghilterra
un corso biennale fraternamente offerto dal fondatore e rettore
dell'IBTI (International Bible Trading Institute), il pastore Frederick H.
Squire. Negli anni seguenti altri giovani frequentarono questo Istituto,
ma si avvertì l’esigenza di avere anche in Italia un Istituto Biblico per la
preparazione e la formazione biblica e teologica degli ormai numerosissimi
predicatori che svolgevano il loro fedele ministerio in mezzo a difficoltà
di ogni genere. Nel 1953 l’Assemblea Generale, riconoscendo la
necessità di fornire i giovani e tutti coloro che sentono una vocazione per
il ministerio divino, di una più estesa conoscenza delle Scritture aveva
deliberato l’istituzione di una Scuola Biblica in Italia e, accettando l’offerta
della Fondazione Italiana di Educazione Cristiana (Italian Christian
Educational Foundation) di acquistare
un terreno, nominò una commissione
per la scelta del luogo adatto all’edificazione
del fabbricato. Il Consiglio
Generale delle Chiese, vista l’urgenza di
preparare predicatori necessari alla cura
di tante nuove comunità, nell’aprile
1954 iniziò una Scuola Biblica per corrispondenza
nei locali disponibili presso
la sede della Comunità di Roma. Il
corso, della durata di un mese, ebbe inizio il primo ottobre 1954 con la
partecipazione di quindici studenti. Il consenso a questa iniziativa fu entusiastico
e l’anno seguente venne organizzato il secondo corso di tre mesi,
il terzo ebbe la durata di quattro mesi. Intanto le richieste di iscrizione
aumentavano e le poche stanze messe a disposizione
nell’edificio di Roma erano insufficienti.
Nel frattempo l’ICEF inviò l’offerta
per acquistare un terreno in Roma, sulla via
Prenestina, secondo le indicazioni della commissione
nominata dall’Assemblea del 1953.
Il primo passo era compiuto!
Occorrevano ora i fondi per la costruzione.
Nonostante la generosità dei membri della
Fondazione di Los Angeles la cosa sembrava
non procedere fino a quando si interessò al
progetto Andrea Nelli, figlio di umili emigranti
italiani residenti a New York, convertitisi
anni prima all’Evangelo. Questo credente,
anche se era divenuto un esperto di problemi finanziari (era un consigliere
economico della Casa Bianca), non dimenticò la propria vocazione
cristiana e rimase così entusiasmato dal progetto della costruzione di
un Istituto Biblico a Roma che cooperò a organizzare nel 1958 un itinerario
tra le chiese delle Assemblies of God nel sud della California e raccogliere
offerte per la costruzione. Il Consiglio Generale in Italia incaricò
per questo giro di visite alle chiese Francesco Toppi, il quale presentò due
progetti: uno di un edificio di tre piani ed un altro di cinque. Il progetto
più ampio fu quello scelto e riscosse tanto successo tra le Chiese consorelle
in USA che al primo itinerario ne seguì un secondo nel 1960, sia
per dare un rapporto dettagliato sull’utilizzazione dei fondi raccolti, sia
per illustrare nei particolari l’attuazione del progetto stesso. I lavori, iniziati
nel 1959, furono portati a termine nel 1960, quando la sede
dell’IBI fu dedicata al Signore.
tratto da “E Mi Sarete Testimoni” di F. Toppi, ADI-Media 1999
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006 5

6
Nessuno se lo aspettava, ma
quello che era nato come un servizio
reso a Dio per aiutare qualche
centinaio di bambini bisognosi in
un altro continente del pianeta, sta
divenendo, giorno dopo giorno,
uno degli impegni più edificanti e
coinvolgenti dell’Opera del Signore.
È passato circa un anno da
quando i fratelli del Consiglio Generale
delle Chiese hanno proposto
di prender cura di tantissimi bambini,
rimasti orfani, senza tetto e
futuro dopo la terribile tragedia
dello Tsunami. Un aiuto per ridare
speranza a quanti versavano in
condizioni assai precarie, grazie alle
Adozioni a Distanza per l’Infanzia.
Ma ora, forti dell’entusiasmo e
della massiccia partecipazione dei
fedeli di tutta Italia, si è arrivati a
sostenere già circa 1500 bambini!
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
UN ANNO DOPO
Adozioni a Distanza per l’Infanzia
“Ma Gesù chiamò a sé i bambini, e disse: Lasciate i piccoli fanciulli venire a me,
e non glielo vietate, perché di tali è il regno di Dio” (Luca 18:16)
Un risultato che è andato oltre ogni più rosea previsione. Ma come
ogni inizio, laddove vi sono grandi numeri, si presentano notevoli
difficoltà. Sono arrivate alla segreteria nazionale di ADIaid
circa 3000 richieste di adozione, a fronte di un nucleo di
bambini che in India non contava nemmeno la metà; ed ecco
che, tra le richieste, le telefonate, e gli inevitabili ritardi, il servizio
di sostegno a distanza si è allargato anche ad un’altra nazione
e continente, il Burkina Faso, in Africa. In questo modo è stato
possibile offrire aiuto e conforto su scala internazionale, facendo
del bene anche ai giovanissimi bisognosi del “terzo mondo”.
Subito all’opera dunque! Poiché le richieste erano tante e le
cartelline con i dati dei bambini tardavano ad arrivare.
Dall’India e dall’Africa i fratelli della Maranathà Full Gospel
Association e delle Assemblées de Dieu si sono dati da fare per istituire
ed organizzare nel migliore dei modi orfanotrofi, scuole,
centri d’accoglienza e tutto quello che potesse servire per attuare
quanto concordato, unitamente alla spedizione dei pacchi contenenti
le foto, le storie e i dati riguardanti i piccoli ospiti dei
centri.
I primi incartamenti ricevuti in Italia sono stati quelli del
Sud-Est asiatico, pervenuti in lingua inglese e senza codifiche di
sorta. Ed allora presso la segreteria di Raffadali (AG) si è provveduto
a tradurre le 1.000 pratiche recapitate, ad attribuire i codici
di adozione, a stampare le cartelline, le schede e le foto dei bambini
ospitati nelle “case di accoglienza”.
La gioia più grande è stata quella di vedere i volti di quei piccoli,
sorridenti e sereni, nonostante le tristissime storie riportare
nelle descrizioni individuali. Sono iniziate poi le prime attribuzioni
e spedizioni, ed ecco finalmente arrivare in alcune chiese i
“bambini sostenuti”.
Un ritardo giustificato! Ciò che ha reso complicata l’attribuzione,
è stata la gran manifestazione di affetto dei credenti italiani,
che hanno inviato le loro richieste in soli due mesi, rendendo
complicato perfino lo smistamento delle stesse e la realizzazione
di una lista di attesa.
Dopo aver preso i contatti con l’Africa sono arrivati velocemente
anche gli incartamenti del Burkina Faso, ma in questo caso
il lavoro è proceduto con maggiore celerità, poiché tutti i dati
sono stati compilati in italiano, grazie anche all’encomiabile lavoro
del fratello Douglas Ouedrago, che parla bene la nostra lingua
(avendo frequentato l’Istituto Biblico Italiano qualche anno
fa) e dei suoi collaboratori.
Riportiamo solo qualche dato per rendere l’idea dell’impegno
che richiede ogni singolo atto di adozione a distanza per un
bambino o una bambina. Dapprima avviene la ricezione e l’archiviazione
dei carteggi, a cui segue la traduzione nella nostra

lingua e il caricamento dei dati negli archivi elettronici (codice,
generalità, classe scolastica, struttura d’accoglienza e, naturalmente,
la relativa storia). A questo va aggiunta la doppia stampa
di foto, schede personali, lettere di accompagnamento, bollettini
per i versamenti di conto corrente postale, il relativo imbustamento,
etichettatura e predisposizione per l’invio..., etc. Per ogni
bambino sostenuto vengono realizzate due cartelline, una viene
spedita al sostenitore, mentre l’altra viene conservata in segreteria.
E i conti sono presto fatti:1500 bambini già assegnati i cui
fascicoli sono stati già spediti, 850 in arrivo tra Africa ed India,
ed altri 500 da richiedere; in tutto: 3000 fascicoli prodotti, 1700
in lavorazione ed altri 1000, se piace al Signore, si ritiene possano
essere prodotti nei prossimi mesi. Nel frattempo la commissione
delle Adozioni a Distanza per l’Infanzia ha incontrato i pastori
responsabili del servizio in India ed in Africa, i fratelli Vijay
Stanley e Charles Finny Joseph e i fratelli Jean-Baptiste
Sawadogo e Douglas Ouedrago.
Visitando la nostra segreteria, questi servi del Signore hanno
potuto meglio comprendere i metodi di lavoro, al fine di rendere
più funzionali e veloci gli scambi di materiale e di informazioni
riguardanti i bambini. A tal proposito, nel corso delle ultime riunioni
è stato deciso l’invio di resoconti periodici sullo stato generale
dei centri che ospitano i piccoli.
Ma non solo: sarà possibile, a Dio piacendo, ricevere dai piccoli,
una volta l’anno, disegni o lettere che loro stessi realizzeranno
per le “famiglie italiane”. Ogni bambino dunque scriverà
qualcosa o realizzerà un disegno, da inviare a chi, da lontano lo
sostiene. Questo materiale sarà poi inviato dalla nostra segreteria
alle varie chiese, per la gioia di quanti vogliono sentirsi “ancor
più vicini” agli amati bambini.
A quanti sono ancora in attesa di risposta, una rassicurazione:
verranno spedite, a Dio piacendo, nelle prossime settimane delle
lettere che informeranno gli interessati sull’attuale stato delle richieste,
contemplate negli archivi.
A tal proposito è bene dare spiegazioni anche ai tanti aspiranti
“sostenitori individuali” che sono ancora in aspettativa. Sono
state stilate per l’esattezza due liste d’attesa, una composta dalle
chiese richiedenti, l’altra dai singoli, fratelli e sorelle, che desiderano
sostenere un minore in un modo indipendente dalla comunità
di appartenenza.
Le comunità hanno avuto, in questo frangente, la priorità rispetto
ai singoli per comprensibili motivi: meno pratiche da esitare,
meno bollettini per i versamenti da produrre e meno codici
da attribuire, oltre naturalmente alle spedizioni (che in confezioni
più corpose, sono state conseguentemente in numero inferiore).
per ulteriori informazioni scrivere a:
ADI - Adozioni a Distanza per l’Infanzia
C.P. 30 - 92100 Agrigento (AG)
e mail: adozioni@adi-it.org
Se si fosse data precedenza alla lista
individuale, ad ogni bambino sarebbe
corrisposto un diverso pacco da spedire,
e ciò avrebbe notevolmente congestionato
il lavoro, specie in questa prima
fase.
Ma una rassicurazione in merito è
d’obbligo! Nelle prossime settimane
cominceranno ad essere esitate anche
le singole richieste, in modo da dare risposta
a quanti, con pazienza, stanno
attendendo.
Preghiamo dunque il Signore, affinché
faccia prosperare quest’opera ed
affinché ogni sforzo, seppur minimo,
sia profuso per la Sua Gloria e sotto la
Sua guida, ed anche noi potremo dire
un giorno “Signore, quando ti abbiamo
noi veduto aver fame, e ti abbiamo dato
a mangiare? ovvero, aver sete, e ti abbiamo
dato a bere? E quando ti abbiam veduto
forestiere, e ti abbiamo accolto? O
ignudo, e ti abbiam rivestito? E quando
ti abbiam veduto infermo, o in prigione,
e siamo venuti a te? E il Re, rispondendo,
dirà loro: Io vi dico in verità, che in
quanto l’avete fatto ad uno di questi
miei minimi fratelli, voi l’avete fatto a
me” (Matt.25:37-40).
Gaetano Montante
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006 7

Udire
la Parola
di Dio
“Or avvenne che essendo
la moltitudine addosso
(a Gesù) per udir la parola
di Dio...” (Luca 5:1)
Si ascoltano tante parole ogni
giorno, forse troppe. Perfino l’atmosfera
ne è satura. Basta, infatti,
prendere una radio e sintonizzarsi
sulle varie lunghezze d’onda per
constatare che nell’aria circolano
milioni di parole. Possono avere
effetto diverso quelle che ascoltiamo.
Ve ne sono alcune che ci aiutano,
che ci insegnano qualcosa,
altre invece che danneggiano
mente, anima e corpo.
Quanto è prezioso invece
“udir la Parola di Dio”! Quanti
insegnamenti si apprendono,
quante cose preziose s’imparano.
Che cosa succede quando si
nutre questo stesso desiderio della
folla? La Parola di Dio produce:
Armonia (v.2,7)
C’erano due barche a terra e
Gesù ne prese una, quella di Simone.
Dopo aver ammaestrato la
moltitudine, chiese al proprietario
di scostarsi un po’ da terra: vi
sarebbe stata una tale presa di
pesci che gli occupanti di una
barca sarebbero stati costretti a
chiedere la collaborazione dei colleghi
dell’altra. Da soli non ce l’avrebbero
fatta.
Abbiamo bisogno di altre
chiese, di altri ministeri, di altri
fratelli, di altre sorelle per pescare
e portare i pesci a riva. A Samaria
ebbero bisogno di Pietro e Giovanni
dopo l’opera compiuta dal
8 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
Signore per mezzo di Filippo!
Le parole degli uomini possono dividere, creare addirittura conflitti, turbare
l’armonia, produrre scompiglio, ma la Parola di Dio unisce nella collaborazione,
produce armonia, indica a ciascuno i propri limiti, distrugge l’arroganza umana,
umilia perché dinanzi al compito dell’evangelizzazione, alle esigenze e
alle necessità dell’opera di Dio ci uniamo in uno sforzo comune per il bene delle
anime!
Umiltà (v.3)
Gesù montò sulla barca di Simone e sedutosi ammaestrava la moltitudine.
Questo fu il Suo primo pulpito, rudimentale e preso in prestito. Egli è nato in
una mangiatoia, perché per la Sua famiglia non c’era posto nell’albergo; è cresciuto
a Nazaret, ma non aveva una casa propria da dove partire per svolgere il
ministerio; si fermò a Capernaum, a casa di Pietro, poiché non aveva dove posare
il capo; i fondi per il servizio reso a favore di tanti poveri, malati e derelitti
Gli venivano forniti da donne facoltose, che Lo seguivano e Lo assistevano; la
cassa non l’ha mai gestita Lui; alla fine, mentre seminudo moriva in croce, i soldati
Gli presero anche la tunica e la divisero in quattro parti; nemmeno da
morto ha potuto disporre di una tomba propria, anche quella l’ha avuta in prestito;
i pannilini furono acquistati per l’occasione.
La Parola di Dio ci presenta un esempio di umiltà in Cristo Gesù: non aveva
nulla di questo mondo, ma pure era ed è padrone di tutto, perché le ricchezze
vere sono quelle del cielo! Le parole umane possono incitare alla violenza, alla
prevaricazione, alla superbia, ma la Parola di Dio rivela la vera condizione in cui
ci troviamo per umiliarci, perché “Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili...
Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli vi innalzerà” (Giac.4:7,10).
Fede (vv.4-6)
Il Signore cessò di parlare alla folla, ma poi disse a Simone... in altre parole,
passò ad ordinare. Gli ordini di Gesù non sono i comandi secchi e perentori di
un generale terreno, ma equivalgono ai consigli di un padre buono e fedele.
Egli ci parla, ci consiglia per indicarci la strada della prosperità spirituale e
della benedizione traboccante: “Prendi il largo e calate le reti per pescare” (v.4).
La fede è dimostrazione di cose che non si vedono: “Maestro, tutta la notte ci
siamo affaticati, e non abbiam preso nulla; però, alla tua parola, calerò le reti”
(v.5).
Spesso la realtà ci mostra impietosamente le nostre sconfitte, alimenta il pessimismo
e la rassegnazione; la Parola di Dio nutre la speranza, indica la soluzio-

ne, addita la benedizione.
Seguiamola e saremo benedetti! Non saremo
benedetti per ciò che sentiamo, ma perché la Parola
ce lo promette: fondiamo la nostra fede sulla
Parola di Dio e non su ciò che vediamo. Basiamo
la nostra fede su quello che gli occhi nostri leggono
nella Scrittura non su quello che vedono; su quello
che le nostre orecchie ascoltano della voce di Dio
non su quello che l’animo nostro avverte.
Adorazione (vv.8-10/a)
“Simon Pietro, veduto ciò, si gettò a’ ginocchi di
Gesù...” (v. 8). Simon Pietro offrì un’adorazione
spontanea a Colui che ne è degno, il Signore; e tutto
era iniziato dalla Parola di Dio predicata da
Gesù (v. 1).
Il nostro culto è sano e spontaneo, libero ed
edificante, efficace ed accettevole se è il risultato
della meditazione della Parola di Dio: “Ma siccome
abbiam lo stesso spirito di fede, ch'è in quella parola
della Scrittura: Ho creduto, perciò ho parlato, anche
noi crediamo, e perciò anche parliamo” (II Cor.4:13).
Nessuno impose a Simon Pietro di adorare in
quel momento, ma il suo culto fu razionale, consapevole,
frutto di una profonda convinzione, non fu
emotivo né superficiale, “veduto ciò”, è scritto.
Fu spirituale perché Pietro si sentì peccatore...
come il profeta Isaia: allora è vero culto, allora è
autentica adorazione! E coinvolse anche gli altri, i
suoi soci. Signore, aiutaci ad ascoltare e a meditare
la Tua Parola. Il nostro allora sarà un culto veramente
spirituale, sentito, coinvolgente... perché è
frutto della potenza della Parola di Dio!
Missione (vv.10/b,11)
Il brano inizia con Gesù che “ammaestrava le
turbe” (v. 3) e si conclude con Gesù che parla ancora.
Ora addita a Simon Pietro una missione, un
compito.
La Parola di Dio ci presenta e ci dispensa la
vita, ma ci indica anche le responsabilità; i diritti
della vita, ma anche i doveri; gli onori, i privilegi,
ma anche le necessità e gl’impegni.
Abbiamo una missione da compiere: siamo stati
costituiti pescatori d’uomini: “Andate per tutto il
mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura”!
Pietro lo sperimentò... realizzata la benedizione
pentecostale, predicò e tremila persone si convertirono
all’Evangelo.
Lasciamo le cose del mondo... usiamole, ma
senza farci frenare nel servizio... e noi vedremo la
gloria di Dio!
Eliseo Cardarelli
ARTICOLI DI FEDE
Crediamo e accettiamo l’intera
Bibbia come la ispirata Parola di
Dio, unica, infallibile e autorevole
regola della nostra fede e della nostra
condotta (II Tim.3:15-17; II
Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13).
Crediamo nell’unico vero Dio, Eterno,
Onnipotente, Creatore e
Signore di tutte le cose e che nella
Sua unità vi sono tre distinte Persone:
Padre, Figliolo e Spirito Santo
(Efe.4:6; Matt. 28:19; Luca 3:
21-22, I Giov.5:7).
Crediamo che il Signore Gesù
Cristo fu concepito dallo Spirito
Santo e assunse la natura umana in
seno di Maria vergine. Vero Dio e
vero uomo (Giov.1:1,2, 14; Luca
1:34,35; Matt. 1:23).
Crediamo nella Sua vita senza peccato,
nei Suoi miracoli, nella Sua
morte vicaria, come “prezzo di riscatto
per tutti” gli uomini, nella
Sua resurrezione, nella Sua ascensione
alla destra del Padre, quale
unico mediatore, nel Suo personale
e imminente ritorno per i redenti
e poi sulla terra in potenza e gloria
per stabilire il Suo regno (I Pie.
2:22; II Cor.5:21; Atti 2:22; I Pie.
3: 18; Rom.1:4; 2:24; I Cor.15:4;
Atti 1:9-11, Giov.14:1-3; I Cor.
15:25; I Tim.2:5).
Crediamo all’esistenza degli angeli
creati tutti puri e che una parte di
questi, caduti in una corruzione e
perdizione irreparabili, per diretta
azione di Satana, angelo ribelle, saranno
con lui eternamente puniti
(Matt.25:41; Efe.6:11-12).
Crediamo che soltanto il ravvedimento
e la fede nel prezioso sangue
di Cristo, unico Sommo Sacerdote,
siano indispensabili per la
purificazione dal peccato di chiunque
Lo accetta come personale Salvatore
e Signore (Rom.3:22-25;
Atti 2:38; I Pie. 1:18, 19; Efe.2:8).
Crediamo che la rigenerazione
(nuova nascita) per opera dello
Spirito Santo è assolutamente essenziale
per la salvezza (Giov.3:3; I
Pie.1:23; Tito 3:5).
Crediamo alla guarigione divina,
secondo le Sacre Scritture mediante
la preghiera, l’unzione dell’olio e
l’imposizione delle mani (Isa.53:4-
5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar.
16:17-18; Giac.5:14-16).
Crediamo al battesimo nello Spirito
Santo, come esperienza susseguente
a quella della nuova nascita,
che si manifesta, secondo le
Scritture, con il segno del parlare
in altre lingue e, praticamente, con
una vita di progressiva santificazione,
nell’ubbidienza a tutta la verità
delle Sacre Scritture, nella potenza
dell’annuncio di “Tutto l’Evangelo”
al mondo (Atti 2:4; 2:42-46,
8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15:
7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Giov.16:
13; Matt.28:19-20).
Crediamo ai carismi e alle grazie
dello Spirito Santo nella vita dei cristiani
che, nell’esercizio del sacerdozio
universale dei credenti, si manifestano
per l’edificazione, l’esortazione
e la consolazione della comunità
cristiana e, conseguentemente,
della società umana (I Cor. 12:4-11;
Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1).
Crediamo ai ministeri del Signore
glorificato, quali strumenti autorevoli
di guida, d’insegnamento, di
edificazione e di servizio nella comunità
cristiana, rifuggendo da
qualsiasi forma gerarchica (Efe.1:
22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18).
Crediamo all’attualità e alla validità
delle deliberazioni del Concilio
di Gerusalemme, riportate in Atti
15: 28-29; 16:4.
Crediamo alla resurrezione dei
morti, alla condanna dei reprobi e
alla glorificazione dei redenti, i
quali hanno perseverato nella fede
fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:
46; 24:12, 13).
Celebriamo il battesimo in acqua
per immersione, nel nome del Padre
e del Figliolo e dello Spirito
Santo, per coloro che fanno professione
della propria fede nel Signore
Gesù Cristo come loro personale
Salvatore (Matt. 28:18-19;
Atti 2: 38; 8:12).
Celebriamo la cena del Signore o
Santa Cena, sotto le due specie del
pane e del vino, rammemorando
così la morte del Signore e annunziandone
il ritorno, amministrata
a chiunque sia stato battezzato secondo
le regole dell’Evangelo e vive
una vita degna e santa davanti a
Dio e alla società (I Cor.11:23-29;
Luca 22:19-20).
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
9

La storia descritta nel capitolo
25 del libro dei Numeri si svolge
sulla vetta di un monte sacro nel
territorio Cananeo chiamato Peor.
Poiché vi era situato un santuario
dedicato al dio Baal, dio della
vita e della fecondità, detto santuario
veniva chiamato Baal-Peor.
Questo monte non doveva essere
molto lontano dal monte Nebo,
dalla cui vetta Mosé vide la meravigliosa
terra che Dio aveva promesso
di dare al Suo popolo Israele.
L’evento di Baal-Peòr fu la continuazione
del diabolico tentativo, da
parte del re Balak, di maledire il
popolo di Dio, usandosi del falso
profeta ed indovino Balaam, abbindolato
dalle promesse di ricchi doni
da parte del re.
Non riuscendo nel tentativo di
maledire Israele, per impedimento
da parte dell’Iddio di Israele, Balaam
rivela a Balak il segreto per far
cadere sul popolo il giudizio di Dio.
Nel libro dei Numeri cap.25:1-5
è scritto: “Or Israele era stanziato a
Sittim, e il popolo cominciò a darsi
alla impurità con le figliuole di
Moab...”.
Questo peccato coinvolgeva anima
e corpo di coloro che lo commettevano,
quindi, la sua natura era
fisica e spirituale.
Poiché la religione tratta il rapporto
tra l’uomo e Dio, ne consegue
che il peccato commesso dagli
Israeliti assume la caratteristica di
vera e propria idolatria, una chiara
10 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
I peccati di
ISRAELE
Num.25:1-3,6-9; Sal.106:28-31
ed inequivocabile disubbidienza al primo comandamento (Eso.20:3).
Quando il cuore è preso dalla concupiscenza è trascinato sempre più
lontano da Dio, infatti, come se non bastassero le donne Moabite, Israele,
va a cercare anche quelle Madianite.
Ormai, la sfrontatezza aveva superato ogni limite, infatti un certo Simeonita
chiamato Zimri, figlio di un capo Israelita, con una certa Cozbi,
figlia di un capo Madianita, mentre il popolo piangeva per la perdita di
24.000 uomini (a causa della peste scoppiata a motivo del peccato), come
se nulla fosse successo, accecato dalla passione morbosa del piacere, si fa
vedere in giro mentre cerca la propria tenda dentro la quale continuare a
peccare.
Alla vista di questa scena, Fineas, figlio di Eleazar, mosso dallo zelo di
Dio e per il bene del Suo popolo, segue i due che nel frattempo erano
entrati nella tenda, e li trafigge entrambi con la propria spada ponendo
fine al flagello. Dio approva questo atto stabilendo un patto di pace con
lui e con i Leviti.
L’ultima parola del Signore, però, non è di giudizio e di morte, ma di
pace e di vita. Fineas il sacerdote, il consacrato, il giudice e intercessore si
erge a giudice del peccato e, punendolo, opera la giustizia di Dio.
La sua azione terribile ferma, infatti, la peste e lo sterminio in Israele.
Per il nostro salmista, l’atto sanguinario di Fineas ha il totale valore di
intercessione e consacrazione, da quell’atto nasce l’alleanza di pace tra Dio
e il sacerdozio Levitico (Num.25:12).
Dio è amore e giustizia.
Dio elargirà sicuramente copiose benedizioni a tutti quei credenti che
si adopereranno per impedire che il peccato continui ad entrare nella loro
vita, nella loro famiglia e nella loro Chiesa.
Nel popolo di Dio di oggi, il peccato non è meno presente di ieri, perciò,
coraggio, prendiamo “la Spada dello Spirito che è la Parola di Dio...
combattendo strenuamente per la fede che una volta è stata insegnata ai Santi”.
Lo zelo per l’Opera di Dio e il bene delle anime che Lui ci ha affidate
e delle quali dobbiamo renderne conto al Signore, ci “sospingerà” (così dicevano
un tempo i pionieri della Pentecoste) ad opporci con tutte la nostre
forze contro il peccato, che è ancora capace di farci perdere la Grazia
di Dio.
Francesco Infantino

Discernere la mensa
apparecchiata dal
Signore
Siba era il servo di
Mefiboseth, figlio di
Gionatan, verso il
quale Davide usò
benevolenza concedendogli
un vitalizio
alla sua mensa. “Il re
gli disse: C’è ancora
qualcuno della casa di
Saul, al quale possa
fare del bene per amore
di Dio? Siba rispose
al re: C’è ancora un
figlio di Gionatan, storpio dai piedi... Allora il re
chiamò Siba, servo di Saul e gli disse: Tutto quello
che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa io lo
do al figlio del tuo signore. Tu dunque , con i tuoi
figli e con i tuoi servi, coltiverai per lui le terre e
gli porterai il raccolto, perché il figlio del tuo
signore abbia pane da mangiare; Mefiboseth,
figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia
mensa... ” (II Sam. 9:3, 9-10).
La premura del re e poi l’imprevedibile attentato
al trono del figlio Absalom ricordano
l’incoraggiamento biblico alla generosità: “Getta
il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo
lo ritroverai. Fanne parte a sette, e anche a otto,
perché tu non sai che male può avvenire sulla
terra” (Eccl.11:1-2).
Davide, tuttavia, non consuma subito tali
esaltanti provviste, considerandole un premio
della fedeltà divina, ma pare “fiutare odor di
Pane e frutti
di stagione
“Davide aveva superato di poco la cima del monte,
quando Siba, servo di Mefiboseth, gli venne incontro
con un paio di asini sellati e carichi di duecento
pani, cento grappoli d’uva passa, un centinaio di
frutti di stagione e un otre di vino. Il re disse a Siba:
Che vuoi fare con queste cose? Siba rispose: Gli asini
serviranno da cavalcatura per la famiglia del re;
il pane e i frutti di stagione sono per nutrire i giovani,
il vino per dissetare quelli che sono stanchi nel
deserto. Il re disse: dov’è il figlio del tuo signore? Siba
rispose al re: è rimasto a Gerusalemme, perché ha
detto: oggi la casa d’Israele mi renderà il regno di
mio padre. Il re disse a Siba: tutto quello che appartiene
a Mefiboseth è tuo...” (II Sam.16:1-4).
bruciato”.
Così, al di là dell’ovvio
scopo materiale
di tanto cibo posto
dinanzi a gente
stremata, egli esamina
gli effettivi intenti
che muovono Siba.
“Che vuoi fare con
queste cose?... Dov’è il
figlio del tuo signore?”.
Dio ci conceda di
manifestare tanta generosità
nel dare per
amore Suo, quanta
lucidità di valutazione
nel ricevere, soprattutto quando siamo nell’urgenza
del bisogno, così da evitare che gli
istinti abbiano il sopravvento.
Vogliamo sempre cercare la Sua guida, senza
farci impressionare dalla quantità, ma appurando
se c’è qualcosa che manca, se “tornano i
conti” insieme al pane gettato sulle acque…
Accertiamoci che la benedizione e la cura divine
accompagnino l’interessamento umano.
Il Signore ci dia saggezza per discernere tra
una mensa apparecchiata da Dio al cospetto dei
nemici, ed una mensa imbandita dai nemici
per separarci da Lui.
Gli emissari diabolici, infatti, possono presentarsi
abilmente travestiti da benefattori, proprio
mentre ci troviamo in urgenti necessità
umane, materiali o morali.
Quando arranchi in ansietà economiche,
giungono risolutrici proposte che in realtà im-
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006 11

plicano di barattare la fedeltà spirituale e la testimonianza
cristiana...
Se attraversi una crisi coniugale, qualcuno
potrebbe esprimerti un abbondante affetto...,
spingendoti a ricambiare in modo malsano.
Se hai problemi comunitari, le amicizie della
vecchia vita sembreranno potere riempire
quei vuoti lasciati dalla comunione fraterna...
Il Signore ci dia sempre grazia di sapere
rifiutare certi apparenti “soccorsi” anche nel
momento di massimo affanno, stimando come
sia meglio rimanere a digiuno che essere avvelenati...
Piuttosto che sederci ad un convito infernale,
restiamo “a bocca asciutta”, aspettando fiduciosamente
che sia Dio a risollevarci e ricolmarci
del Suo ristoro!
Gustare il pane che nutre
La disputa intestina nella famiglia di Davide
dovette fare risvegliare
ambizioni nel parentado
di Saul per la riconquista
del regno.
Siba, quindi, presenta
una storia attendibile
riferendo che si trova da
solo a soccorrere il re
perché Mefiboseth,
nipote di Saul, è tra
quelli che sperano nella
disfatta della sua dinastia.
Le circostanze possono
fare nutrire false
speranze, le altrui sventure
possono rappresentare perfino delle ghiottonerie
per i famelici di potere, gli avidi di guadagni,
gli egoisti ed invidiosi d’ogni risma.
I figlioli di Dio, però, non si cibano di simili
cose, non sono avvoltoi, ma colombe...
Essi gustano un pane che nutre la loro anima
della beata speranza, che rinvigorisce per
afferrare o riconquistare le benedizioni divine,
che addolcisce il cuore dalle amarezze di tradimenti
e disillusioni, per perseverare nel procacciare
il bene del loro prossimo.
Il pane che nutre chiunque aspira a fare la
volontà di Dio, ad ogni età e in tutte le circostanze,
è la Sua Parola.
“Ragazzi, vi ho scritto perché avete conosciuto
il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto
colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho
scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane
in voi, e avete vinto il maligno” (I Giov. 2:14).
12 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
Il credente non abboccherà all’esca del maligno,
né si lascerà divorare dalle sue colpevolizzanti
accuse, se continua a gustare profondamente
la rivelazione divina.
È pertanto di vitale importanza assimilare la
Parola di Dio, lasciarla agire nei nostri cuori,
affinché produca una condotta degna della divina
vocazione rivoltaci.
Certi artificiali impulsi procurati dagli uomini,
per finalità affatto spirituali, non edificano
l’anima.
Non lasciamoci ingannare: il calore fraterno
è un’oasi nel deserto delle aride relazioni umane,
ma per fortificare concretamente deve
seguire la luce della rivelazione biblica, non
offuscarla.
Tante esperienze, per quanto risultino piacevoli
ed utili, perché ci entusiasmano o scuotono,
da sole non bastano a nutrire la nostra crescita
spirituale.
Il pane che fa sviluppare
la fede dell’anima,
permettendo di camminare
nelle vie di Dio
anche in salita, di servirLo
pure nella solitudine,
di combattere
qualunque avversario, è
l’ispirata Parola di Dio!
“Esponendo queste
cose ai fratelli, tu sarai
un buon servitore di Cristo
Gesù, nutrito con le
parole della fede e della
buona dottrina che hai
imparata. Ma rifiuta le
favole profane e da vecchie...” (I Tim.4:6-7).
La dottrina è necessaria: è lo scheletro senza
cui i muscoli non avrebbero sostegno, né capacità
di azione.
Partecipiamo alla riunione di preghiera? Frequentiamo
gli studi biblici? Stiamo cibando la
nostra anima di Cristo, il celeste Pane della
vita, Colui che nutre teneramente la Sua Chiesa?
(cfr. Efes. 5:29).
Cogliere frutti di stagione
Il tempo permetterà a Mefiboseth di riscattare
la sua reputazione, provando di non volere
cavalcare i nuovi venti che riportarono Davide
sul trono.
Egli, inoltre, potrà esporre la sua versione
dei fatti, mostrando che quasi certamente Siba
è stato un calunniatore il quale, dietro l’apparente
volontà di soccorrere il re, mirava invece a

sfruttare la sua disgrazia (II Sam. 19:25-
30). Il frutto del peccato, d’altronde, non
può procurare soddisfazione a lungo; ciò
che invece si protraggono, talora in dilanianti
e interminabili strascichi, sono le sue
amare conseguenze.
Tanta frutta fuori stagione non ha sapore,
non contiene zuccheri: pare riempire,
ma non nutre... Così è nel campo spirituale,
anzi, se il giovane raccoglie certi frutti
fuori dai tempi e dai contesti stabiliti da
Dio, finirà con il provare soltanto amarezza.
Il pericolo è più che mai in agguato nell’adolescenza,
quando la spinta verso nuove
emozioni aumenta vertiginosamente e pare
rendere insopportabile il freno degli adulti,
che vuole preservare l’inesperienza giovanile
da errori distruttivi e finanche fatali.
La sapienza divina esorta a non bruciare
le tappe, ma ad assaporare ogni cosa nel
tempo giusto, affinché non risulti una frode
portatrice di condanna, ma sia una benedizione
che rende docile il cuore, gustando
“quanto il Signore è buono” (Sal. 34:8).
Ci sono frutti che Dio non ha dato
(Gen.2:17), altri da sperimentare man mano
che maturiamo nella comunione con
Lui.
Esamina dunque con lungimiranza la
mensa che ti è posta dinanzi, per comprendere
se serve a farti risalire dalla fossa della
prova oppure a farti scivolare dalla cima
della dignità spirituale, della fedeltà a Dio.
Se per afferrare e godere qualcosa devo
lasciare la mano di Dio, significa allora che
non si tratta di una provvista o un dono
che proviene dalla Sua Grazia (cfr. Giac.1:
16-17).
Dove stai attingendo aiuto e sostegno
nell’avversità?
In quali affetti ricerchi conforto ed amicizia?
A quale contraccambio ti sta inducendo
la mano che ti procura ristoro?
Soltanto Gesù, il Buon Pastore, ristora
l’anima conducendo per sentieri di giustizia,
per amore del Suo nome (cfr. Sal.
23:3).
Alessandro Cravana
Candidatura
MISSIONARIA
Alle tre di un mattino d’inverno, un candidato
missionario saliva i gradini della casa del suo esaminatore.
Fu introdotto nell’ufficio, dove attese fino alle
otto, ora in cui arrivò il vecchio pastore, per procedere
ad un interrogatorio d’esame.
Questi gli rivolse le seguenti domande:
“Sapete compitare?”
“Sì, signore” fu la risposta.
“Benissimo. Allora scomponete la parola fornaio”.
“F, o, r, n, a, i, o”
“Benissimo. Adesso, sapete fare i conti?”
“Sì, signore, abbastanza”.
“Allora ditemi quanto fa due volte due”.
“Quattro” rispose con calma il giovane.
“Magnifico” disse il vecchio pastore, “credo che
abbiate superato l’esame. Domani m’incontrerò con i
fratelli del Comitato e parlerò a vostro riguardo”.
Alla riunione del Comitato, l’anziano pastore presentò
il risultato della sua inchiesta e disse: “Quel
giovanotto ha tutte le qualità per essere un buon
missionario. Infatti:
• Ho provato la sua abnegazione: gli ho chiesto di
trovarsi a casa mia alle tre del mattino; egli ha lasciato
il suo letto ed è venuto, con quel freddo, senza dir
parola.
• Ho provato la sua precisione: è arrivato puntualmente
alle tre.
• Ho provato la sua pazienza: l’ho fatto attendere
cinque ore, prima di presentarmi.
• Ho provato il suo buon carattere: non ho potuto
notare sul suo volto nessun segno d’impazienza ed
egli non ha fatto nessun accenno alla sua lunga attesa.
• Ho potuto constatare la sua umiltà: gli ho posto
delle domande che si farebbero ad un bambino di
cinque anni ed egli ha risposto umilmente, senza
indignazione.
Credo che abbiamo trovato il giovane che ha le
caratteristiche di un missionario.
È l’uomo di cui avevamo bisogno”.
Da “Viens et vois”
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006 13

14
BATTESIMI A RAVENNA
Desideriamo ringraziare il Signore per la fedeltà
con cui porta avanti la Sua opera di salvezza
nel ravennate.
Da un anno circa si è accesa una “luce” a
Lugo (RA) dove Dio ci ha dato grazia di poter
aprire al culto un piccolo locale del comune,
continuando così l’opera di evangelizzazione
in questi luoghi della Romagna.
MEZZOJUSO E LERCARA FRIDDI (PA)
L’11 giugno 2006 le comunità di Mezzojuso e
Lercara Friddi (PA) hanno gioito nel veder
scendere tre credenti nelle acque battesimali:
uno della comunità di Mezzojuso e due provenienti
da Lercara hanno testimoniato pubblicamente
la propria salvezza in Gesù.
Il culto si è tenuto nel salone del castello di
Mezzojuso e, per l’occasione, è stato con noi
il fratello Giuseppe Leonardi, pastore nella
comunità di Bagheria (PA), che ha ministrato
la Parola tratta da Atti capitolo 8, verso 5.
CASALNUOVO (NA)
L’11 giugno u.s. abbiamo avuto un servizio
battesimale in cui sono stati battezzati nove
credenti di Casalnuovo e cinque della comunità
di Casoria (NA). In occasione del servizio
battesimale è stato con noi il fratello
Salvatore Caruso, il quale ha esposto la Parola
di Dio che ha rallegrato i nostri cuori attraverso
la dolce ed efficace presenza del
Signore; siamo veramente grati al Signore per
SATRIANO (CZ) - BATTESIMI
Con grande gioia comunichiamo che il
Signore continua ad operare anche a Satriano
(CZ), salvando altre persone e benedicendo il
Suo popolo.
Domenica 25 giugno, per la comunità di
Satriano è stata una giornata di grande festa
perché sette credenti, quasi tutti giovani, sono
scesi nelle acque del battesimo e hanno confessato
pubblicamente la loro fede in Cristo
Gesù. Quattro dei sette credenti vengono dalla
missione di Cardinale (CZ) dove il Signore
continua a salvare, tutti frequentano regolarmente
anche la chiesa di Satriano, alla quale
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Quattro persone, frutto di questa missione,
hanno deciso di battezzarsi in acqua l’11 giugno
scorso. È stata una giornata ricca di benedizioni,
la chiesa in cui si svolgevano i battesimi
era quella di Ravenna, gremita di fedeli e
simpatizzanti. Il fratello Spiridione Strano,
pastore delle comunità di Rimini e Forlì, ci
ha allietati portando il messaggio della Parola
Tutti siamo stati spronati a servire il Signore
con integrità di cuore.
Siamo grati a Dio perché questo è il secondo
servizio battesimale nell’arco di un anno, il
primo si è svolto nel mese di giugno dello
scorso anno nel medesimo sito, dove sei credenti,
quattro di Mezzojuso e due di Lercara,
al seguito del messaggio pronunciato hanno
testimoniato di accettare Gesù come
Salvatore e di seguirLo come proprio Signore.
Il fratello Antonino Mancuso è stato guidato
l’edificazione e l’ammaestramento della Sua
Parola.
Il giorno 2 agosto abbiamo celebrato la Cena
del Signore per la quale abbiamo avuto la gradita
visita del fratello Claudio D’Antonio; anche
attraverso questo Suo servitore, il Signore
ci ha distribuito la dolce Sua Parola, opportuna
per ciò di cui abbiamo ricordato: “La morte
del Signore, finché Egli venga”.
appartengono gli altri tre giovani, una di essi
già battezzata nello Spirito Santo. Il Signore ci
ha concesso una grande benedizione attraverso
la Sua Parola, predicataci dal fratello Felice
Antonio Loria, il quale ha esposto un messaggio
di grande incoraggiamento ed esortazione.
Domenica 9 luglio abbiamo celebrato la Santa
Cena, un’altra bella occasione di comunione
fraterna e gioia. Semplice ed efficace è stato il
messaggio della Parola di Dio, predicato dal
fratello Francesco Molea, pastore della chiesa
di Chiaravalle Centrale (CZ).
Il mese di luglio è stato caratterizzato da diver-
sia al mattino, durante il servizio battesimale,
che al pomeriggio, durante la celebrazione
della Cena del Signore.
Fra i due momenti di grande benedizione spirituale
abbiamo potuto intrattenerci in un’agape
fraterna nelle belle caae del ravennate.
Luigi Mendolicchio
dallo Spirito Santo nella predicazione della
Parola di Dio.
Ringraziamo l’Eterno per quanto sta operando
a Mezzojuso e a Lercara Friddi, e invitiamo
tutti i fratelli a pregare perché possiamo
vedere altre persone sperimentare la salvezza
in Cristo Gesù e maturare il desiderio di servire
il Signore, proclamando l’Evangelo a
questa confusa generazione. Vincenzo Rosavalle
Siamo ben intenzionati da parte nostra a impegnarci
a trafficare quei talenti che Dio ci ha
donato, col desiderio di onorarLo e servirLo,
con la certezza che l’unzione del Suo Santo
Spirito è per tutti quelli che di cuore puro Lo
amano e Lo onorano.
Stefano D’Alessandro
se riunioni di evangelizzazione prima in una
sala pubblica, poi all’aperto in diversi paesi
della diaspora.
Il Signore sta benedicendo il Suo popolo, e
mentre alcuni ricercano miracoli, altri sapienza,
altri manifestazioni strane, noi continuiamo
a predicare semplicemente l’Evangelo della
grazia: Cristo crocifisso e risorto, Egli salva e
trasforma molti cuori. Grazie a Dio per questi
sette nuovi credenti che si aggiungono alla
Chiesa del Signore, e per i quali preghiamo il
Signore che li mantenga fermi nella fede.
Severino Nicastro

NAPOLI, SANTA LUCIA
Desideriamo condividere con la fratellanza i
momenti di gioia e di benedizione che il
Signore ha concesso alla nostra comunità. Il
18 giugno u.s., infatti, è stato un giorno di festa,
in quanto abbiamo visto scendere nelle
acque battesimali 6 neofiti, che hanno reso
pubblica testimonianza dell’opera di rigene-
SANTA MARGHERITA BELICE (AG)
Con immensa gioia comunichiamo che domenica
2 luglio, nella comunità di Santa
Margherita Belice abbiamo avuto la gioia di
veder scendere nelle acque battesimali alcune
sorelle della nostra comunità ed un’intera famiglia
del paese di Montevago, convertita da
pochi mesi. Questa famiglia era arrivata ad
SIENA
Desideriamo farvi partecipi della gioia che
abbiamo avuto Domenica 2 Luglio 2006, nel
vedere tre fratelli ed una sorella testimoniare
pubblicamente la loro fede in Cristo Gesù
CATANZARO LIDO
“Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo
ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà
stato battezzato sarà salvato …” (Marco
16:15,16). Al “Grande Mandato” deve seguire
l’ubbidienza al battesimo di quanti sono
stati conquistati dal messaggio, ed hanno ricevuto
Cristo, infatti si può essere pronti al
battesimo solo dopo aver udito e creduto alla
Parola del Signore, ed essere stati preparati
per questo importante passo (cfr. Matt.
28:19, 20).
Ringraziamo Dio per l’opera di evangelizzazione
che ci sta dando grazia di svolgere nella
nostra zona, per le moltissime persone raggiunte
dalla Sua Parola, ma Lo ringraziamo
soprattutto per i credenti che hanno deciso
NOTIZIE DA PIAZZA ARMERINA (EN)
Con gioia e gratitudine al Signore, vogliamo
rendere partecipe a tutta la fratellanza che abbiamo
tenuto una tenda evangelistica dal 3 al
9 luglio. È stato un momento di comunione e
collaborazione fraterna. Ringraziamo Dio per
aver avuto la bellissima opportunità di poter
parlare di Lui alle persone che non lo conoscono,
alcune delle quali si trovano in grosse diffi-
razione che Cristo ha compiuto nella loro vita.
Per l’occasione tante persone hanno avuto
modo di ascoltare per la prima volta la predicazione
della Parola di Dio.
La domenica successiva, abbiamo celebrato la
Santa Cena ed è stato per tutti i fedeli un ul-
una condizione di sfacelo comunicativo, ma
Dio è intervenuto con la Sua potente mano,
salvando, battezzando nello Spirito Santo e
riunendo i membri nel Suo amore.
Per l’occasione siamo stati rallegrati dalla visita
del fratello Francesco Infantino, pastore
della chiesa di Misilmeri (PA), che ci ha pre-
mediante la discesa nelle acque battesimali.
Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di
avere con noi il fratello Luigi Borelli, pastore
della comunità di Verona.
di fare patto col Signore, testimoniando fedeltà
a Dio per vivere al Suo servizio. A
Catanzaro Lido, domenica 2 Luglio il
Signore ci ha dato la gioia di vedere tre giovani
(un fratello e due sorelle) scendere nelle
acque battesimali, tutti desiderosi di servire il
Signore senza paura. Il giovane che si è battezzato
viene da Borgia (CZ) uno dei paesi
della diaspora da poco raggiunto dal messaggio
dell’Evangelo, ed è il secondo credente di
questa missione che fa patto col Signore. Per
l’occasione, il Signore ci ha dato grazia di ricevere
il consiglio della Sua Parola tramite il
fratello Davide Di Iorio, pastore della comunità
di Reggio Calabria - Sbarre e diaspora. Il
messaggio è stato presentato con grazia e
coltà. Abbiamo avuto anche dei culti all’aperto
nei giorni 2 e 9 settembre e, il 24 dello stesso
mese, la gioia di ospitare il fratello Silvano
Basile per il raduno delle province di Enna e
Caltanissetta presso la sala congressi del Park
Hotel Paradiso. Certi e sicuri che il Signore
opererà grandemente anche nelle nostre zone,
Lo ringraziamo di cuore per l’aiuto e la grazia
teriore momento di comunione spirituale.
Incoraggiati dalla benedetta Parola di Dio,
desideriamo proseguire il cammino di fede
adoperandoci sempre di più per il progresso
dell’Evangelo, fino al ritorno del nostro
Signore Cristo Gesù.
Paolo Vitulli
dicato il consiglio della Parola di Dio.
Preghiamo il Signore affinché, prima del Suo
ritorno, possa continuare a dare vita all’opera
Sua.
Antonino Mauceri
Grati a Dio aspettiamo di vedere che altre
anime si aggiungano alla schiera dei testimoni
del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Gionathan Borelli
chiarezza, e tutti siamo stati consolati, istruiti
e benedetti. Anche domenica 9 Luglio è stata
una giornata di grande gioia e commozione
perché abbiamo celebrato la Cena del
Signore. Insieme ai nuovi credenti battezzati,
abbiamo goduto grande comunione fraterna
e soprattutto la presenza e la benedizione del
Signore. Il pastore della chiesa di Catanzaro,
il fratello Luigi Scicchitano, accompagnato
da alcuni credenti, è stato lo strumento che
Dio ha usato per parlare al nostro cuore.
Continuiamo a pregare per tutti coloro che
stanno ascoltando il messaggio dell’Evangelo,
ed insieme continuiamo ad andare avanti seguendo
il nostro Signore Gesù Cristo.
Severino Nicastro
che ci accorda. Invitiamo tutta la fratellanza a
presentarci a Dio nelle preghiere, affinché Egli
possa rendere stabile l’opera delle nostre mani;
“sì, l’opera delle nostre mani rendila stabile” (Sal
90:17).
Giuseppe Conserva
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006 15

NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BATTESIMI A CONEGLIANO (TV)
“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli
battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello
Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte
quante le cose che vi ho comandate” (Matt.28:19-
20). Con grande gioia comunico a tutta la fratellanza
che domenica 2 luglio c.a. nella nascente
comunità di Ogliano, frazione di Conegliano
(TV) cinque credenti hanno fatto confessione
pubblica di appartenere al Signore scendendo
nelle acque battesimali. Tre di loro appartengono
alla stessa famiglia, padre e due figlie, realizzando
così ora maggiormente uniti con la moglie
che ha accettato Gesù come personale Salvatore
due anni fa il verso della Parola di Dio
“...quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore”
(Giosuè 24:15). Un’altra di loro è di nazionalità
ecuadoregna, a testimonianza che per
Dio non esistono barriere insormontabili né di
tempo né di luogo. Fra loro anche una sorella
anziana sopra gli ottanta anni, sofferente del
Siamo grati al Signore per le Sue copiose benedizioni
che Egli sta continuando a spandere sulla
nostra comunità. La nostra preghiera è come
quella del profeta: “Signore, dà vita all’opera tua
nel corso degli anni, nel corso degli anni falla conoscere”
(Habacuc 3:2). Nel corso dell’ultimo anno
abbiamo avuto la gioia di vedere altri 23 nuovi
credenti scendere nelle acque battesimali testimoniando
così della loro fede in Cristo. Stiamo
vedendo il Signore all’Opera. Infatti ci sono stati
diversi battesimi nello Spirito Santo. Diverse famiglie
si sono avvicinate al Signore e stanno frequentando
regolarmente i culti. Dio ci dà grazia
di lavorare con gioia nel campo dove Lui ci ha
posti, infatti abbiamo svolto diversi culti nelle varie
piazze della nostra città. Stiamo cercando di
raggiungere attraverso una evangelizzazione pianificata
tutte le varie zone, sia strade che parchi.
16
morbo di Alzheimer, che, proprio perché fragile
nel fisico, ma forte nello spirito, ha commosso
tutti. Per l’occasione siamo stati allietati da alcuni
canti della corale di Treviso guidati dalla moglie
del fratello Eronia, pastore della chiesa di
Treviso. Abbiamo ascoltato la meditazione della
Parola di Dio dal fratello Giuseppe Bortoli, pastore
a Bassano del Grappa (VI). Il passo su cui
si è soffermato si trova in 2Re 2, dove è evidenziato
la fermezza di Eliseo nel seguire in ovunque
Elia, come conseguenza della chiamata divina
al ministerio.
Abbiamo goduto della comunione fraterna e celebrato
la santa cena con i simboli biblici del pane
e del vino, testimoniando a tanti che erano
con noi per la prima volta che Gesù ritorna.
Preghiamo insieme che l’opera in queste zone
possa svilupparsi oltremodo, nell’attesa del ritorno
di Gesù.
Giacomo Aceto
NOTIZIE DALLA COMUNITÀ DI TORRE DEL GRECO
Calendario 2007
Ecco l’anteprima del calendario di Risveglio Pentecostale
edizione 2007 che, a Dio piacendo, sarà inviato gratuitamente
a tutti gli abbonati col prossimo numero di dicembre.
Se ne desiderate ricevere alcune copie aggiuntive,
segnalate la vostra richiesta telefonando o inviando un
fax o un messaggio di posta elettronica alla redazione di
Risveglio Pentecostale, entro il 13 novembre 2006, indicando
il numero delle copie richieste e l’indirizzo presso il
quale inviarle: Risveglio Pentecostale, Via Altichieri da
Zevio, 1 - 35132 Padova, telefono 049.605127 - fax
049.612565 - e mail: adi.veneto@tin.it
Ringraziando Dio per l’opportunità concessaci di effettuare
questo servizio gradito ai lettori, vi salutiamo nell’amore
del Signore Gesù.
R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - NOVEMBRE 2006
E nei prossimi mesi svolgeremo una campagna
evangelistica per mezzo della tenda. Tutto questo
affinché il solo nome del Signore sia proclamato
e innalzato e a Lui vada tutta la gloria.
Inoltre quest’anno abbiamo avuto la gioia di poter
iniziare per la prima volta il culto giovanile. È
stato accolto con entusiasmo da tanti giovani:
abbiamo gustato la benedizione di Dio e in uno
dei culti un giovane è stato battezzato nello
Spirito Santo. Consapevoli e sicuri che il Signore
continuerà a portare avanti l’Opera Sua, ci studieremo
di essere sempre fondati sulla fedel
Parola, avendo fiducia in questo: “che colui che ha
cominciato in noi un’opera buona, la condurrà a
compimento fino al giorno di Cristo Gesù”.
Fraterni saluti in Cristo.
Raimondo Mennella
RISVEGLIO
PENTECOSTALE
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane
Evangeliche“Assemblee di Dio in Italia”
Ente Morale di Culto D.P.R.5.12.1959 n.1349
Legge 22.11.1988 n.517
Mensile a carattere religioso
Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese
Direzione, Redazione e Amministrazione:
Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova
Tel. 049.605127 - fax 049.612565
e mail: adi.veneto@tin.it
Versamenti
c/c postale n.12710323 intestato a:
Risveglio Pentecostale
Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova
Spedizione in Abbonamento Postale
Poste Italiane spa - D.L.353/2003
(conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2,
DCB Vicenza
Tipografia
Cooperativa Tipografica Operai srl - Vicenza
“Risveglio Pentecostale” è una pubblicazione delle
Assemblee di Dio in Italia, che fin dal 1946 ha lo
scopo d’essere, con l’aiuto di Dio, strumento di edificazione
per la Chiesa del Signore, sostenendosi
esclusivamente con libere offerte.
Questo numero di Risveglio Pentecostale è consultabile
anche su internet all’indirizzo web delle Chiese
Cristiane Evangeliche A.D.I.: www.adi-it.org
STAMPE PERIODICHE
Imprimé à taxe réduite - taxe perçue
Tassa pagata - Italia
In caso di mancata consegna si prega di restituire al
mittente (Redazione Risveglio Pentecostale, Via
Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova) che si impegna
a corrispondere il diritto fisso specificando il
motivo contrassegnando con una X il quadratino
corrispondente:
Destinatario
❑ SCONOSCIUTO
❑ PARTITO
❑ TRASFERITO
❑ IRREPERIBILE
❑ DECEDUTO
Indirizzo
❑ INSUFFICIENTE
❑ INESATTO
Oggetto
❑ RIFIUTATO
❑ NON RICHIESTO
❑ NON AMMESSO
grazie per la cortese collaborazione