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Progetto di ricerca
FRANCESCO ARINGHIERI (1411-1470).
FRA IMPRENDITORIALITÀ E DIPLOMAZIA NEL CONTESTO DELLA
CLASSE POLITICA SENESE DEL QUATTROCENTO.
di
Barbara Gelli
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Inquadramento storiografico
La prima sintesi di storia senese modernamente concepita è rappresentata dal libro di Judith
Hook, Siena: una città e la sua storia, Siena 1988 1 . In essa le pagine dedicate al Rinascimento
senese tratteggiano un quadro di assoluta decadenza dinanzi ai fasti del Due-Trecento: Siena
risulta essere ‘città gotica’ per eccellenza con una fase rinascimentale praticamente inesistente
e assolutamente marginale anche e soprattutto a paragone della vicina città dell’Arno. Il
giudizio della Hook riassumeva un consolidato orientamento storiografico preponderante
almeno sino agli anni Ottanta quando cominciarono ad essere elaborati attraverso gli studi di
Mario Ascheri i primi lavori di carattere politico-istituzionale sulla Siena del Quattrocento 2 ;
lavori nei quali lo studioso tracciava prime indagini sul funzionamento delle assemblee e dei
collegi della Repubblica e denunciava il pesante ritardo storiografico nello studio di questo
periodo. Nel corso degli anni Novanta il Rinascimento senese è stato oggetto di alcune
importanti indagini come quelle di Paolo Nardi sullo Studio senese 3 e di Maria Ginatempo
sulla demografia del territorio senese 4 , tuttavia la debolezza ‘strutturale’ 5 della Repubblica
sotto il profilo degli studi di storia economica già a suo tempo rimarcata dagli atti
dell’importante convegno in memoria di Giorgio Giorgetti 6 , continuava a compromettere i
tentativi di rivalutazione di quest’epoca.
Soltanto tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del decennio successivo, nuove indagini per
lo più incentrate sull’analisi degli interventi urbanistici - ad opera di studiosi come Petra
Pertici 7 , Patrizia Turrini 8 , Fabrizio Nevola 9 - e sulla storia artistica e letteraria – tra i quali si
1 L’edizione originale era stata stampata a Londra nel 1979.
2 M. ASCHERI, Siena nel Rinascimento. Istituzioni e sistema politico, Siena 1985; M. ASCHERI, D. CIAMPOLI,
Siena e il suo territorio nel Rinascimento, I, Siena 1986. Quest’ultimo testo raccoglieva numerosi documenti
inediti del XV secolo preceduti da un denso saggio iniziale dello stesso Ascheri. Le osservazioni formulate nei
due testi trovarono poi una naturale fusione qualche anno dopo in M. ASCHERI, Siena nel Quattrocento: una
riconsiderazione, in La pittura senese nel Rinascimento, 1420-1500, a cura di K. Christiansen, C. B. Strehlke, L.
B. Kanter, Siena-Milano 1989.
3 P. NARDI, L’insegnamento superiore a Siena nei secoli XI-XIV. Tentativi e realizzazioni dalle origini alla
fondazione dello Studio generale, Milano 1996.
4 M. GINATEMPO, Crisi di un territorio. Il popolamento della Toscana senese alla fine del Medioevo, Firenze
1988.
5 M. ASCHERI, Una introduzione: verso una nuova storia del Rinascimento a Siena, in L’ultimo secolo della
Repubblica di Siena. Politica e istituzioni, economia e società a cura di M. Ascheri e F. Nevola, Siena 2007, p. 4.
6 Contadini e proprietari nella Toscana moderna, Atti del convegno di studi in onore di Giorgio Giorgetti, I,
Firenze 1973.
7 P. PERTICI, La città magnificata. Interventi edilizi a Siena nel Rinascimento, Siena, 1995.
8 P. TURRINI, “Per honore e utile de la città di Siena”. Il Comune e l’edilizia nel Quattrocento, Siena 1997.
9 F. NEVOLA, “Per ornato della città”: Siena’s Strada Romana and Fifteenth-Century Urban Renewal, in “Art
Bullettin”, 82, 2000, pp. 26-50.
2

possono citare i contributi di Marilena Caciorgna 10 e Roberto Guerrini 11 - hanno contribuito a
creare nuovo interesse per questa tematica che progressivamente si è arricchita di numerosi e
diversificati lavori in altri versanti di ricerca come quelli di Isabella Gagliardi sui gesuati
senesi 12 , Adams e Pepper sulle fortificazioni 13 , Didier Boisseuil sull’allume 14 ; contributi assai
interessanti ma ancora sostanzialmente adombrati dagli studi sul periodo comunale senese,
tali da farli apparire “come aspetti eccezionali di una realtà normale, più che come momenti
normali, come dire ‘naturali’, di una realtà che globalmente doveva essere considerata come
eccezionale” 15 .
Negli ultimi anni arti, tecniche, istituzioni, politica e commercio tra Quattro e Cinquecento
sono tornati ad assumere un risalto maggiore, complici, da un lato, la maggiore visibilità
dell’arte rinascimentale senese tramite la mostra a tema tenutasi presso la National Gallery di
Londra 16 e, dall’altro, tutta una serie di miscellanee 17 e convegni organizzati in ambito
cittadino 18 ed extracittadino tra i quali spiccano i molteplici lavori dedicati alla figura del papa
senese Enea Silvio Piccolomini in occasione del VI centenario della nascita 19 .
In particolare gli studi di carattere più spiccatamente politico-istituzionale hanno interessato
per lo più gli ultimi decenni del XV secolo ed il periodo senese contrassegnato dalla
‘signoria’ di Pandolfo Petrucci con i lavori di Maurizio Gattoni 20 , Christine Shaw 21 , Philippa
10 M. CACIORGNA, Il naufragio felice: studi di filologia e storia della tradizione classica nella cultura letteraria
e figurativa senese, Siena 2004.
11 M. CACIORGNA, R. GUERRINI, La virtù figurata: eroi ed eroine dell’antichità senese tra Medioevo e
Rinascimento, Siena 2003.
12 I. GAGLIARDI, I pauperes Yesuati tra esperienze religiose e conflitti istituzionali, Roma 2004.
13 S. PEPPER, N. ADAMS, Armi da fuoco e fortificazioni, Siena 1995.
14 D. BOISSEUIL, L’alun en Toscane à la fin du Moyen Age, in L’alun de Méditerranée, Naples-Aix-en-Provence
2005, pp. 105-117.
15 M. ASCHERI, Una introduzione: verso una nuova storia del Rinascimento a Siena, in L’ultimo secolo della
Repubblica di Siena. Politica e istituzioni, economia e società a cura di M. Ascheri e F. Nevola, Siena 2007, p. 5
16 Il catalogo della mostra curato da Luke Syson, Reinassance Siena. Art for a City, London 2007 avrà anche
un’edizione italiana. Per la recente fortuna del tema ‘Rinascimento’ a Siena attraverso prevalentemente le
pubblicazioni dedicate alla storia dell’arte si veda E. MECACCI, Renaissance Siena, “Bullettino Senese di Storia
Patria”, CXIV (2007), pp. 337-346.
17 Ad esempio tramite il volume di Mario Ascheri, Siena e il suo territorio nel Rinascimento, III, Siena 2000,
contenente contributi decisamente diversificati ed interessanti.
18 In particolare si ricorda il convegno pubblicato in due volumi L’ultimo secolo della Repubblica di Siena.
Politica e istituzioni, economia e società a cura di M. Ascheri e F. Nevola, Siena 2007 e L’ultimo secolo della
Repubblica di Siena. Arti, cultura e società, Atti del Convegno Internazionale. Siena 28-30 settembre 2003 e 16-
18 settembre 2004, a cura di M. Ascheri, G. Mazzoni, F. Nevola, Siena 2007.
19 Tra le numerose pubblicazioni volte a celebrare la nascita di Pio II possiamo annoverare le Conferenze su Pio
II di Luca d’Ascia, Arnold Esch, Alessandro Scafi e Francesco Ricci nel sesto centenario della nascita di Enea
Silvio Piccolomini (1405-2005), a cura di Enzo Mecacci, Siena 2006; Pio II umanista europeo. Atti del 17°
convegno internazionale (Chianciano-Pienza, 18-21 luglio 2005), a cura di L. Secchi Tarugi, Firenze 2007; Enea
Silvio Piccolomini. Pio secundus poeta laureatus pontifex maximus. Atti del convegno internazionale, 29
settembre-1 ottobre 2005, Roma 2007, nonché il più recente Pio II Piccolomini. Il papa del Rinascimento a
Siena. Atti del convegno internazionale di studi, 5-7 maggio 2005, a cura di F. Nevola, Siena 2009.
20 M. GATTONI, Pandolfo Petrucci e la politica estera della Repubblica di Siena (1487-1512), Siena 1997
nonché il recente ID, La Titanomachia. L’età dei Nove a Siena e le guerre d’Italia (1477-1524), Siena 2010.
3

Jackson 22 e Riccardo Terziani 23 . Per quanto riguarda invece i decenni centrali del XV secolo i
lavori di riferimento sono quelli di Petra Pertici la quale ha avanzato le prime analisi sul ceto
dirigente senese con una particolare attenzione al gruppo ‘ghibellino’ guidato dalla figura di
Antonio di Checcho Rosso Petrucci, antenato di Pandolfo e politico di primissimo ordine. In
particolare, gli studi della Pertici si sono incentrati prevalentemente sugli anni Trenta e
Quaranta del Quattrocento con una particolare cura per il rapporto tra politica e cultura
umanistica 24 .
Infine, sul versante della storia bancaria senese, recentemente sono stati pubblicati importanti
e innovativi contributi in grado di mostrare una continuativa, anche se ridimensionata vivacità
del tessuto economico senese attraverso gli studi di Sergio Tognetti 25 e Cruselles Gòmez e
Igual Luis 26 .
21 C. SHAW, L’ascesa al potere di Pandolfo Petrucci il Magnifico, signore di Siena (1487-1500), Siena 2001.
22 P. JACKSON, F. NEVOLA, Beyond the Palio: Urbanism and Ritual in Renaissance Siena, Malden 2006.
23 R. TERZIANI, Il governo di Siena dal medioevo all’età moderna. La continuità repubblicana al tempo dei
Petrucci (1487-1525), Siena 2002.
24 Tra le pubblicazioni più importanti si veda P. PERTICI, Tra politica e cultura nel primo Quattrocento senese.
Le epistole di Andreoccio Petrucci (1426-1443), Siena 1990; EAD., Una “coniuratio” del reggimento di Siena
nel 1450, “Bullettino Senese di Storia Patria”, IC (1992), pp. 1-39; M. ASCHERI, P. PERTICI, La situazione
politica senese nel secondo Quattrocento (1456-1479) in La Toscana al tempo di Lorenzo il Magnifico. Politica,
economica, cultura, arte, Pisa 1995, vol. III., pp. 995-1012; EAD., “In sacri splendori”. Eugenio IV e Siena in un
affresco di Domenico di Bartolo, “Bullettino Senese di Storia Patria”, CVI (1999), pp. 484-494; EAD., La pagina
perduta di Enea Silvio Piccolomini in Forte fortuna, “Leggere l’arte della Chiesa”, fasc. I, nn. VII, VIII, IX
(2003-2004-2005), pp. 34-129; EAD., Uno sguardo in avanti: il soggiorno di Sigismondo di Lussemburgo e le
ultime manifestazioni di ghibellinismo a Siena in Fedeltà ghibellina, affari guelfi. Saggi e riletture intorno alla
storia di Siena fra Due e Trecento, Pisa 2008, II, pp. 617-649.
25 S. TOGNETTI, Fra li compagni palesi et li ladri occulti. Banchieri senesi del Quattrocento, “Nuova rivista
storica”, LXXXVIII (2004), pp. 27-101.
26 J. M. CRUSELLES GÒMEZ, D. IGUAL LUIS, El duc Joan de Borja a Gandia. Els comptes de la banca
Spannocchi (1488-1496), Gandia 2003.
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Analisi specifica del tema di ricerca
In questo contesto della Siena rinascimentale si inserisce la figura di Francesco Aringhieri
(1411-1470) che fu un imprenditore, diplomatico e uomo politico tra i più influenti
dell’organico governativo senese del XV secolo. La sua vicenda familiare e personale, a
cavallo tra ‘guelfismo’ e ‘ghibellinismo’, offre allo studioso un interessante punto di
osservazione per cercare di comprendere la dialettica politica interna della Repubblica,
tratteggiare l’evoluzione della politica estera senese e cercare di delineare il nesso tra
particolarismo politico e orientamenti economici. In altre parole, con questo lavoro ci si
propone di ricostruirne la biografia, soprattutto nella dinamica politica e sociale, al fine di
misurare l’emblematicità di questa vicenda rispetto alla classe politica e imprenditoriale
senese del Quattrocento ed analizzarne configurazioni politiche, modus operandi, strategie
economiche; il tutto in un continuo interscambio tra vicenda personale e contesto politico di
riferimento.
Un’iniziale ricognizione della prima parte della sua vita in veste di esponente di spicco
dell’organico governativo della Repubblica, oggetto della mia tesi di laurea 27 , incoraggia a
proseguire nell’analisi del rapporto tra l’Aringhieri e il dibattito politico senese. Una
dialettica, quella interna al ceto di governo senese, che all’epoca risultava strutturata per
fazioni costituite da raggruppamenti verticali nei quali valeva ancora il principio del cuius
regio, eius factio facenti ancora uso della dicotomia ‘guelfo’–‘ghibellino’, per connotare nessi
ideologici che poco o niente avevano a che fare con l’originario significato 28 e che trovavano
la loro principale caratterizzazione nella predilezione e/o nell’avversione nei confronti della
vicina Repubblica di Firenze. Ideologie per le quali occorre ancora compiutamente definire
retroscena economici e composizioni sociali, e che gli stessi uomini politici dell’epoca,
sovente anche letterati, promuovevano attraverso le nuove composizioni umanistiche 29 e la
produzione di mirate opere di carattere storico ancora in gran parte da analizzare.
Il caso di Francesco Aringhieri e prima ancora quello del padre, Aringhiero di Niccolò da
Casole, consentono di riflettere in merito al significato che l’alternarsi delle fazioni assunse
nel tempo all’interno del contesto familiare di riferimento nell’analisi del rapporto tra
27 B. GELLI, Francesco Aringhieri nella politica e nella diplomazia senesi del XV secolo, Facoltà di Lettere e
Filosofia, Università degli Studi di Siena, relatore prof. Duccio Balestracci, anno accademico 2009-2010.
28 Sull’uso di tale dicotomia nel Quattrocento si rimanda ai saggi presenti nella miscellanea Guelfi e ghibellini
nell’Italia del Rinascimento a cura di M. Gentile, Roma 2005.
29 Sul ruolo del nascente fenomeno umanistico senese come veicolo di propaganda politica si veda P. PERTICI,
Tra politica e cultura nel primo Quattrocento senese. Le epistole di Andreoccio Petrucci (1426-1443), Siena
1990.
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lignaggio e partes politiche, logiche identitarie, logiche di gruppo e riconoscimento societario.
Il guelfismo del padre infatti, uomo politico e banchiere a cavallo tra la fine del XIV e l’inizio
del XV secolo in un ‘triangolo affaristico’ dai caratteri ancora in parte da definire i cui vertici
erano rappresentati dagli Stati di Venezia, Firenze e Siena, assunse i caratteri di un’alterità
politica ed affaristica rispetto alla linea ufficiale filoviscontea promossa del governo senese
dell’epoca, determinata dall’esclusione dalla politica senese. La vicenda di Francesco di
Aringhiero, invece, civis ormai perfettamente integrato all’interno del ceto di governo e
influente mercante di bestiame, con il suo alternarsi di guelfismo, ghibellinismo e poi di
nuovo guelfismo si caratterizzò per una serie di pragmatiche ‘variazioni’ ideologiche volte al
mantenimento e/o all’accrescimento del proprio status sociale e delle proprie prerogative
economiche. Tutto questo rende lo studio di quest’uomo un punto di osservazione privilegiato
per cercare di comprendere l’estrema vischiosità della dialettica politica cittadina, misurare
l’effettivo consenso delle fazioni politiche nel tempo e tentare di evidenziarne le logiche
interne.
In questo senso lo spettro cronologico di riferimento insisterà prevalentemente sugli anni che
vanno dal 1431, anno del suo debutto nella vita politica senese, al 1470, anno della sua morte.
L’analisi terrà conto prevalentemente del suo vissuto in qualità di uomo politico ripercorrendo
modalità di ascesa sociale e affermazione personale: dai primi passi nell’organico governativo
senese alla sua attestazione in veste di diplomatico di chiara fama e alla sua inclusione
all’interno dei membri più autorevoli del ceto dirigente; dagli onori del cavalierato,
conseguito a Venezia, alla nomina per ben tre volte nell’incarico di senatore di Roma sotto i
papi Pio II e Paolo II. In questo arco di tempo, la dialettica politica interna della Repubblica
senese prese corpo attorno ad eventi come la guerra di Lucca, le guerre aragonesi in Toscana,
le guerre di Lombardia, il contesto politico che si accompagnò alla pace di Lodi e alle
successive guerre senesi contro il conte di Pitigliano, prima, e il condottiero Jacopo Piccinino
poi, gli sconvolgimenti diplomatici provocati dalla cospirazione politica senese del 1456, il
pontificato di papa Pio II e quello di papa Paolo II. Il lavoro si propone di analizzare questi
eventi e il ruolo politico e diplomatico giocato all’interno di essi (o con essi sullo sfondo) da
Francesco Aringhieri con attenzione al risvolto ‘economico’ e imprenditoriale che
l’Aringhieri e l’intera classe politica senese hanno sempre ben presenti in queste stesse
congiunture.
Parallelamente alla ricostruzione del suo ruolo di politico, infatti il lavoro analizzerà anche il
versante prettamente affaristico cercando di indagare i rapporti, ad oggi tutti da studiare, tra il
senese e la Repubblica di Venezia, retaggio culturale, politico ed economico del peculiare
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apporto intrattenuto dal padre con la Repubblica lagunare e proseguito dal figlio, non
casualmente onorato della milizia proprio dallo Stato veneto, e presumibilmente rintracciabile
attraverso i legami coltivati tra l’Aringhieri ed il fratellastro, Silvestro Montucci, quasi
certamente mercante a Venezia.
Allo stesso modo l’indagine terrà conto anche dell’attività imprenditoriale di Francesco in
veste di mercante di bestiame e affittuario di pascoli, un’attività che molto sembra avere
favorito il suo inserimento all’interno della fazione ghibellina senese i cui esponenti di spicco
esercitavano attività nell’ambito del mercato tessile 30 .
Tutti ancora da indagare sono infine i suoi legami con taluni autorevoli banchi senesi come
quelli di Lorenzo di Ghino, Pietro Turamini e quelli Cinughi, Colombini, Saracini, nonché il
rapporto d’affari che sembra collegare la sua figura a quella del vescovo della città di Massa.
Parallelamente, il lavoro terrà conto anche del progressivo aumento dei suoi possedimenti
immobiliari e fondiari e dei guadagni derivanti dall’affitto delle sue botteghe.
Per quello che riguarda l’analisi della politica senese (nella consapevolezza di disporre di un
punto di osservazione che, per quanto privilegiato, rappresenta sempre e comunque soltanto
una delle molte, parziali, chiavi di lettura di questo arco di anni), in alcuni punti-chiave del
presente lavoro mi propongo di allargare la visuale su alcune tematiche specifiche utili alla
comprensione del contesto storico di riferimento e della figura specifica di Francesco
Aringhieri. In particolare già nel corso della tesi di laurea era emersa la consapevolezza
dell’esistenza di più orientamenti politici ed ideologici compresenti all’interno delle fazioni
cittadine di cui l’Aringhieri, a lungo esponente di punta dell’orientamento filoveneziano
all’interno di una fazione ghibellina senese per lo più composta da filoaragonesi, si presenta
come uno dei casi più emblematici. Una tematica questa di grande interesse che nel corso di
questo lavoro mi propongo di indagare con particolare attenzione in quanto essa risulta assai
importante per comprendere il nesso tra logiche di partito e composizione effettiva delle
fazioni senesi. Conseguentemente, lo studio cercherà di tracciare prime, ancorché ovviamente
incomplete, osservazioni in merito alla circolazione di quella vasta gamma di risorse (denaro,
merci, funzionariato, milieux culturali) che aveva luogo tra alcuni gruppi di senesi e le corti
degli Stati peninsulari più importanti, e che rispecchia la configurazione degli orientamenti
politici e la conseguente organizzazione diplomatica senese.
30 M. ASCHERI, P. PERTICI, La situazione politica senese nel secondo Quattrocento (1456-1479) in La Toscana
al tempo di Lorenzo il Magnifico. Politica, economica, cultura, arte, Pisa 1995, III, p. 1002; P. PERTICI, Uno
sguardo in avanti: il soggiorno di Sigismondo di Lussemburgo e le ultime manifestazioni di ghibellinismo a
Siena in Fedeltà ghibellina, affari guelfi. Saggi e riletture intorno alla storia di Siena fra Due e Trecento, Pisa
2008, II, p. 635.
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Inoltre, nel ripercorrere il percorso politico e imprenditoriale di Francesco Aringhieri, sempre
presente all’interno dei gruppi politici di volta in volta ‘dominanti’ della dialettica politica
cittadina, un’attenzione particolare sarà dedicata al legame tra la legittimità dei ceti dirigenti
locali e il riconoscimento sovra-statale di questi ultimi in un intreccio tra circuiti finanziari e
schieramenti politici. Tematica quest’ultima direttamente riconducibile alla logica dei rapporti
tra entità statali minori e maggiori nell’Italia rinascimentale; logica che, per dirla con le parole
della Isaacs, risultava improntata sulla base di “significativi vincoli funzionali [che]
coinvolgevano in rapporti non semplici, istituzionalizzati e non, una pluralità di attori e di
‘poteri’” 31 .
Nello specifico dunque quest’ultima parte del lavoro (complemento indispensabile all’altra
parte costituita, come si è detto, dall’analisi specifica della figura dell’Aringhieri) si propone
di chiarire come l’ambizione da parte degli Stati più importanti della penisola di imporre una
propria egemonia sulla Repubblica senese, per definizione degli stessi contemporanei, “la più
grande delle piccole, la più piccola della grandi”, si fondasse tanto su motivazioni di ordine
strategico, al fine di alterare o mantenere il proverbiale sistema politico dell’‘equilibrio’ 32
rinascimentale, quanto, in egual misura, sulla possibilità di imbastire proficui rapporti di
natura economica direttamente riconducibili al sistema mercantile e bancario senese 33 i cui
‘attori’ e operatori economici facevano parte dell’organico deliberativo in qualità di amici,
familiari, ‘compagni’ dello stesso Francesco Aringhieri.
31 A. K. ISAACS, Sui rapporti interstatali in Italia dal medioevo all’età moderna in G. Chittolini, A. Molho, P.
Schiera (a cura di ), Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna
Bologna 1994, p. 132. Più in generale sul sistema degli Stati italiani si rimanda tra i molti titoli alle opere di G.
CHITTOLINI, La formazione dello Stato regionale e le istituzioni del contado, Torino 1979 e ID, La crisi degli
ordinamenti comunali e le origini dello Stato del Rinascimento, Bologna 1979.
32 Su questo classico tema storiografico della diplomazia rinascimentale si vedano R. FUBINI, Lega italica e
‘politica dell’equilibrio’ all’avvento di Lorenzo de’Medici al potere, in G. Chittolini, A. Molho, P. Schiera (a
cura di ), Origini dello Stato cit., pp. 51-96. e G. SORANZO, La lega italica (1454-1455), Milano 1924.
33 Sulla banca senese nel Quattrocento rimando all’articolo di S. TOGNETTI, Fra li compagni palesi et li ladri
occulti. Banchieri senesi del Quattrocento, “Nuova rivista storica”, LXXXVIII (2004), pp. 27-101.
8

Il percorso documentario
I primi due anni saranno dedicati alla ricerca e alla schedatura delle fonti mentre il terzo anno
sarà dedicato alla stesura della monografia.
Per poter ricostruire il percorso politico dell’Aringhieri ed inserirlo all’interno del contesto
diplomatico ed economico di riferimento, in prima istanza si procederà alla schedatura delle
delibere prodotte dai consigli cittadini senesi, Concistoro, Consiglio del Popolo, Consiglio
Generale e Balìa, compresi all’interno dei fondi Concistoro 34 , Consiglio Generale 35 e Balìa 36
per l’arco di anni compreso tra il 1429, anno della guerra di Lucca, ed il 1470, anno della
morte di Francesco (Concistoro, serie ‘deliberazioni’, Consiglio Generale, serie
‘deliberazioni’, Balìa, serie ‘deliberazioni’) 37 .
Allo stesso modo, al fine di ricostruire il suo ruolo di ambasciatore e ad un contempo avere
un’idea del quadro diplomatico coevo, effettuerò, per lo stesso torno di anni anche lo spoglio
delle lettere inviate e ricevute dalla Repubblica attraverso i fondi di Concistoro e Balìa
(Concistoro, serie ‘copialettere’, serie ‘carteggio’, serie ‘copiarii’, serie ‘lettere senza data’,
serie ‘cifrari’) nonché le note di commissione scritte dal governo senese per i suoi oratori
(Concistoro, serie ‘legazioni e commissarie’).
Assolutamente indispensabile per avere un quadro del personaggio è naturalmente l’analisi
del suo vasto archivio di famiglia, frammentato tra l’archivio dell’Opera Metropolitana di
Siena e l’Archivio di Stato di Siena 38 . In particolare, per quello che concerne il suo profilo
politico si procederà all’analisi dettagliata dei due copialettere di ambasciata, redatti
rispettivamente nel 1453-1454 e nel 1458 in occasione delle sue missioni in qualità di oratore
a Napoli 39 e a Milano 40 . Ad un contempo, altrettanto interessanti si presentano i tre bastardelli
34 Sulla documentazione prodotta da questo organo consiliare si rimanda a ARCHIVIO DI STATO DI SIENA,
Archivio del Concistoro del Comune di Siena. Inventario, Roma 1952. Sulla corrispondenza diplomatica
presente all’interno del fondo Concistoro precedente all’arco cronologico compreso da questo lavoro si veda A.
GIORGI, Il carteggio del Concistoro della Repubblica di Siena (spogli delle lettere: 1251-1374), “Bullettino
Senese di Storia Patria”, XCVII (1990), pp. 230-250.
35 A riguardo si veda ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio del Consiglio Generale del Comune di Siena.
Inventario, Roma 1952.
36 Per un approfondimento rimando a ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio di Balia. Inventario, a cura di G.
Prunai e S. De Colli, Roma 1952.
37 Nel corso della tesi di laurea ho già schedato per lo più la documentazione compresa tra il 1447 e il 1456.
38 Sull’archivio Aringhieri si rimanda alle considerazioni di S. MOSCADELLI, L’Archivio dell’Opera della
metropolitana di Siena. Inventario, München 1995, pp. 278-279. La maggior parte dell’archivio infatti risulta
compreso all’interno dei locali dell’Opera del Duomo, tuttavia una parte della documentazione è conservata
anche all’interno dell’Archivio di Stato di Siena nel fondo Particolari famiglie senesi, busta 2 nonché all’interno
del fondo, tutt’ora in fase di riordinazione archivistica, Giusdicenti dello Stato Senese, Sezione antecosimiana.
39 ARCHIVIO DELL’OPERA DELLA METROPOLITANA DI SIENA (da ora AOMS), Archivi e aggregati – famiglie e
particolari 19.
40 AOMS, Archivi e aggregati – famiglie e particolari 20.
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di conti compilati dall’Aringhieri in occasione di alcune missioni diplomatiche (quello del
1449-51 per l’andata di Venezia 41 , quello del 1453-54 per Napoli 42 e quello del 1455-56, di
nuovo per Venezia 43 ) in quanto consentono di analizzare il giro delle ‘amicizie’ e dei banchi
ai quali egli faceva riferimento al di fuori della madrepatria.
Per i mesi nei quali l’Aringhieri si ritrovò a ricoprire l’incarico di senatore di Roma
(rispettivamente nel 1459 e nel 1463), la ricerca prenderà in esame anche il fondo
dell’Archivio di Stato di Roma ‘Tribunale criminale del senatore’ 44 mentre per i periodi nei
quali il senese si recò in ambasciata presso la Repubblica di San Marco (anni 1445, 1449-
1451, 1455-56) la mia analisi prenderà in considerazione fondi di natura deliberativa e
giudiziaria come la serie ‘Secreta, registri ad annum’ del fondo ‘Senato’ 45 , la serie ‘Registri
misti ad annum’ del fondo ‘Consiglio dei Dieci’ 46 e la serie ‘Commemoriali’ 47 .
Sempre sotto il profilo diplomatico, risulterà particolarmente utile analizzare anche il
cosiddetto ‘copiario Guidini’ 48 , manoscritto inedito seicentesco nel quale risultano trascritte le
lettere stilate tra il 1431 e il 1473 dal politico ‘guelfo’ Giacomo Guidini, coetaneo di
Francesco Aringhieri, le cui missive originali, pervenuteci sparse all’interno degli
incartamenti diplomatici senesi, risultano per la maggior parte irrimediabilmente
danneggiate 49 . Una fonte questa che, in considerazione del ruolo d’eccezione rivestito dal
personaggio nell’ambito del panorama politico senese, si presenta degna di analisi ed offre
utili spunti di comparazione ed integrazione politica.
Allo stesso modo, mi riservo di esaminare un documento di assoluto interesse come il ‘diario’
di Ludovico Petroni 50 , capogruppo della fazione guelfa di cui anche Francesco Aringhieri per
41 ARCHIVIO DI STATO DI SIENA (da ora ASS), Particolari famiglie senesi, busta 2.
42 AOMS, Archivi e aggregati – famiglie e particolari 17.
43 AOMS, Archivi e aggregati – famiglie e particolari 18.
44 Guida generale degli archivi di Stato italiani, vol. III, N-R, Roma 1986, ad vocem “Archivio di Stato di
Roma”, p. 1131.
45 Guida generale degli archivi di Stato italiani, vol. IV, S-V, Roma 1994, ad vocem “Archivio di Stato di
Venezia”, pp. 894-895.
46 Ivi, pp. 898-902.
47 Ivi pp. 907-908.
48 ASS, Particolari famiglie senesi 83, “Guidini”. Sul copiario si veda L. BANCHI, Ultime relazioni dei senesi
con papa Callisto III, “Archivio Storico Italiano”, V (1880), p. 432 nota 1
49 Tutte quante le lettere del Guidini presentano le medesime lacerazioni e macchie tali da far supporre che in
origine esse fossero state custodite tutte assieme in uno degli ordinamenti archivistici precedenti rispetto
all’attuale. Per quel che concerne le dinamiche dei vari ordinamenti archivistici senesi si rimanda a C. ZARRILLI,
L'istituzione dell'Archivio di Stato di Siena e i suoi primi ordinamenti, in Salvatore Bongi nella cultura
dell'Ottocento: archivistica, storiografia, bibliologia, Atti del convegno nazionale (Lucca, 31 gennaio-4 febbraio
2000), a cura di G. Tori, Roma, 2003, pp. 577-598 e a S. VITALI, L'archivista e l'architetto: Bonaini, Guasti,
Bongi e il problema dell'ordinamento degli Archivi di Stato toscani, in Salvatore Bongi nella cultura
dell'Ottocento cit., pp. 519-564.
50 ASS, Particolari famiglie senesi 145, “Petroni”, ins. 4. Su Ludovico Petroni ed il suo diario rimando a P.
TURRINI, Ludovico Petroni, diplomatico e umanista senese in “Interpres. Rivista di studi quattrocenteschi diretta
da Mario Martelli”, XVI, n.s., 1997, pp. 27-28.
10

numerosi anni farà parte. Il manoscritto, anch’esso inedito, copre, seppur in maniera
discontinua, gli anni 1454-1460 e si presenta come un denso copialettere e libro di memorie
particolarmente ricco di osservazioni di carattere politico e umanistico 51 .
Entrambi i manoscritti sono compresi all’interno del fondo dell’Archivio di Stato di Siena,
Particolari famiglie senesi, fondo assai composito che intendo analizzare in toto nell’ambito
dell’arco cronologico di riferimento costituito dall’aggregazione di materiale vario composto
per lo più da lettere e manoscritti e raggruppato per famiglie originariamente presenti nella
disciolta serie Scritture concistoriali la cui indagine accurata potrebbe riservare sorprese
nell’acquisizione di ulteriori informazioni utili a precisare la rete di relazioni tra il ceto
dirigente senese e le varie corti peninsulari. Allo stesso modo, mi propongo di effettuare un
ulteriore spoglio anche per il sostanzialmente analogo fondo Particolari famiglie forestiere 52 .
Un ulteriore fondo in grado di offrire informazioni utili al contesto politico è rappresentato dai
Capitoli 53 nei quali sono naturalmente presenti tregue, atti di sottomissione, accordi
commerciali, accordi di pace e che per l’arco cronologico d’interesse comprende numerose
unità archivistiche.
Infine, per cercare di cogliere i meccanismi ideologici di propaganda politica patrocinati dalle
varie fazioni senesi, mi riservo di analizzare il testo completo della frammentata opera storica
di Agostino Dati, Libri Senensium Historiarum, conservato presso la Biblioteca Marciana di
Venezia 54 . Si tratta di una cronaca commissionata dallo stesso organo deliberativo senese
redatta nel 1457 a seguito della congiura del ’56 che portò alla definitiva consacrazione del
guelfismo senese e al fallimento delle ambizioni egemoniche dei più decisi fautori della parte
ghibellina e che si presenta come la narrazione ‘politicizzata’ del decennio di storia senese
precedente alla congiura. Tale scritto verrà comparato con un’altra opera narrativa anonima
ma di parte ghibellina conservata alla Biblioteca Apostolica Vaticana 55 redatta dalla
51
In considerazione della inusitata ricchezza di questa fonte mi riservo in futuro di effettuarvi uno specifico
lavoro a riguardo.
52
Su questi due fondi si veda ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-inventario dell'Archivio di Stato di Siena, III,
introduzione di U. Morandi, Roma 1977, pp. 151- 167.
53
Sul fondo Capitoli si rimanda a ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-inventario dell'Archivio di Stato di Siena,
I, introduzione di G. Cecchini, Roma 1951, pp. 122-123.
54
La cronaca venne pubblicata nei primi anni del XVI secolo dal figlio Niccolò Dati assieme alle altre opere del
padre, tuttavia, al fine di compiacere il nuovo signore di Siena, Pandolfo Petrucci, Niccolò operò tagli pesanti al
manoscritto originale eliminando quei passi giudicati eccessivamente critici nei confronti dell’antenato di
Pandolfo, Antonio Petrucci, e della fazione ghibellina senese. Fortunatamente, come segnalato dal Viti, esiste ad
oggi una copia dell’originaria stesura delle Historie nel manoscritto Larino, cl. X, 318 della Biblioteca Marciana
di Venezia; P. VITI, Dati Agostino, in “Dizionario Biografico degli Italiani” ad vocem.
Oltre alla cronaca del Dati mi riservo inoltre la possibilità di analizzare altri codici latini ed italiani attinenti agli
anni considerati relativamente a Siena e agli altri Stati italiani che so essere presenti nella detta biblioteca
veneziana.
55
Su questa cronaca rimando a P. BROGINI, A. GIORGI, Una cronaca senese del XV secolo nella Biblioteca
Apostolica Vaticana, “Bullettino Senese di Storia Patria”, XCV (1988), pp. 420-434.
11

generazione appena successiva a quella dell’Aringhieri recante nelle prime carte una
narrazione dei medesimi avvenimenti storici ma vista con gli occhi della controparte politica.
Inoltre, al fine di avere una prospettiva esterna, ugualmente ‘di parte’ e coeva, si procederà
all’analisi dell’Historia Etruriae seu Commentariorum de rebus in Hetruria a Senensibus
gestis cum adversus Florentinos, tum adversus Ildebrandinum Ursinum Petilianensium
comitem libri tres di Francesco Contarini 56 , ambasciatore veneto a Siena nel periodo in cui la
Repubblica senese risultava posta sotto l’egemonia veneziana.
Al fine di cogliere i provvedimenti di natura economica promossi dalle scelte politiche senesi
e verificare la possibilità di individuare, seppure parzialmente, parte dei traffici mercantili e
bancari coevi, nel corso della fase di schedatura degli organi deliberativi del Concistoro e del
Consiglio Generale procederò anche all’annotazione di notizie di matrice economica che ho
già individuato esservi naturalmente presenti. Sulla stessa falsariga analizzerò anche le norme
presenti negli Statuti 57 senesi e approfondirò l’analisi dei pezzi archivistici superstiti compresi
all’interno del lacunoso fondo di Mercanzia 58 il quale per questo arco cronologico presenta
varie diversificate serie archivistiche (Mercanzia, serie ‘statuti’, serie ‘deliberazioni’, serie
‘compromessi’, serie ‘processi commerciali davanti al tribunale di Mercanzia’, serie ‘lettere e
carte varie’). Allo stesso modo esaminerò anche il Notarile 621 contenente alcuni atti
giudiziari di questa magistratura compresi tra il 1432 e il 1503.
L’analisi dei numerosi bastardelli di conti presenti nell’archivio di famiglia di cui disponiamo
in maniera più o meno continuativa dal secondo decennio del secolo sino agli anni ’70,
invece, rappresenterà la fonte principale nella definizione del patrimonio immobiliare,
fondiario e imprenditoriale dell’Aringhieri del quale si tenterà di tratteggiare l’evoluzione ed i
caratteri distintivi. In particolare per quello che riguarda la sua attività di mercante di
bestiame e affittuario di pascoli, una speciale attenzione sarà dedicata alla rete di relazioni da
lui frequentata con gli altri esponenti del ceto di governo, ad un tempo ‘acquirenti’ e
56 P. PRETO, Francesco Contarini, in “Dizionario Biografico degli Italiani” ad vocem. La cronaca venne
pubblicata una prima volta a cura di J. M. Brutus nel 1562 a Lione e successivamente a Venezia nel 1623 da
Antonio Pinelli. Tuttavia in entrambe le edizioni il testo subì rimaneggiamenti tali da renderla poco aderente al
codice originale. In questa sede si farà riferimento dunque all’ultima edizione curata da J. G. Graevius all’interno
del suo Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae, Leida 1723 nel quale invece l’aderenza al testo di origine
sembra essere stata rispettata.
57 Sul fondo Statuti si rimanda a ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-inventario dell'Archivio di Stato di Siena,
I, introduzione di G. Cecchini, Roma 1951, pp. 61-63.
58 Sul fondo Mercanzia si rimanda a ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida-inventario dell'Archivio di Stato di
Siena, II, introduzione di G. Cecchini, Roma 1951, pp. 214-216. Più in particolare su questo fondo nel periodo
da noi considerato si veda M. ASCHERI, Siena nel Rinascimento, Siena 1985 e ID, Istituzioni politiche, mercanti e
Mercanzie: qualche considerazione sul caso di Siena (secoli XIV-XV), in Economia e corporazioni, a cura di C.
Mozzarelli, Milano 1988, pp. 41-55.
12

‘compagni’ di affari comuni, nonché nei confronti del vescovo di Massa con il quale
l’Aringhieri intratteneva rapporti d’affari e interpersonali tutti ancora da definire.
Alcuni indizi lasciano intendere che oltre ai bastardelli di cui sopra, in origine esistessero
presumibilmente ulteriori registri contabili contenenti affari di natura più spiccatamente
bancaria a noi non pervenuti. I frequenti legami con alcuni banchi senesi come quello di
Lorenzo di Ghino ed in particolare il rapporto tra l’Aringhieri e la Repubblica lagunare mi
spinge a supporre l’esistenza di ulteriori attività economiche che, come ho accennato, la
presenza in pianta stabile a Venezia del fratellastro, Silvestro Montucci, sembrerebbe
ulteriormente lasciar ipotizzare. In particolare i frequenti legami tra l’Aringhieri e il banco
Benzi, nei momenti in cui il senese si ricongiunge al fratello nella città lagunare in occasione
delle ambasciate, potrebbe prefigurare un collegamento tra gli affari di famiglia e questo
banco. Tuttavia, lo stato lacunoso di documentazione relativa agli affari dei Benzi induce a
escludere al momento attuale la possibilità di accertare in maniera diretta e organica una tale
ipotesi di lavoro sulla quale mi riservo in caso di nuove acquisizioni di informazioni utili,
attualmente non contemplate, di tornare ad effettuare ulteriori verifiche. Ad ogni modo la
presenza all’interno del fondo diplomatico dell’Opera Metropolitana di Siena di due atti
notarili rogati a Venezia per conto del detto Montucci mi spingono ad andare a ricercare i
rogiti notarili pervenutici relativi ai due notai veneziani in questione (Bartolomeo de’
Grasolario 59 e Giacomo Corezzati 60 ) e conservati presso l’archivio di Stato di Venezia per
verificare la possibilità di individuare altri documenti in grado di illuminare in merito ai
traffici mercantili relativi alla famiglia e più in generale facenti capo a quel gruppo di senesi
presenti in pianta stabile a Venezia.
In base allo stesso principio, saranno fatti oggetto di indagine ulteriori atti notarili veneziani
redatti da notai senesi presenti a Venezia: Taddeo da Siena di cui si conserva documentazione
per l’anno 1459 61 e Cristoforo da Siena per il 1409 62 . Quest’ultimo riconduce la nostra
indagine anche agli anni del padre, Aringhiero di Niccolò da Casole, del quale si cercherà di
evidenziare il peculiare ruolo in veste di operatore economico tra Siena, Firenze ma
soprattutto Venezia, all’origine del distintivo rapporto tra Francesco e la Repubblica lagunare.
Anche per lui dunque si analizzerà con particolare cura un bastardello, presente nell’archivio
59 A. DA MOSTO, L’Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, I, Roma 1937,
p. 231.
60 Ivi, p. 231.
61 Ivi, p. 265.
62 Ivi, p. 261.
13

dell’Opera Metropolitana di Siena 63 , ricco di annotazioni di carattere finanziario da integrare
con l’analisi dei contratti pervenutici, conservati in archivio di Stato di Venezia, del notaio
Marco de’Raffanelli 64 per gli anni compresi tra il 1364 e il 1409 e che ad una prima
ricognizione delle pergamene senesi sembra essere stato il notaio di fiducia di più famiglie
senesi coinvolte in affari presso la laguna 65 .
Tornando alla figura di Francesco, nel corso di questa indagine opererò infine un’ulteriore
ricognizione dei notai senesi direttamente collegati con la famiglia così come le attestazioni
riportate sui bastardelli di volta in volta mi indicheranno. In particolar modo sin da ora posso
evidenziare come gli otto libretti di imbreviature di Giovanni di Benedetto da Casole d’Elsa 66 ,
particolarmente legato alla famiglia Aringhieri, saranno oggetto di accurata indagine, alla
ricerca di ulteriori testimonianze di affari ma anche di informazioni varie di tipo patrimoniale
o direttamente riconducibili alle logiche più prettamente familiari come la registrazione di
doti o di accordi matrimoniali.
Naturalmente l’analisi potrebbe ulteriormente tenere conto anche di altri fondi e archivi oltre
a quelli citati che potrebbero ragionevolmente contenere ulteriore documentazione utile e sui
quali, in una simile eventualità, mi riservo in un secondo tempo di indagare.
63
AOMS, Archivi aggregati – Famiglie e particolari 7 nel quale si conservano le entrate e le uscite relative allo
stesso Aringhiero per gli anni 1411-1414.
64
Ivi, p. 229.
65
Ad esempio anche la famiglia Mignanelli, direttamente collegata a quella Aringhieri per rapporti di affari e
parentela utilizzava il medesimo notaio per i suoi affari privati così come risulta da N. MAHMOUD HELMY, I
Mignanelli: mercatura, impegno pubblico e intellettuale di un casato senese, “Bullettino Senese di Storia
Patria”, CXIV, 2007, p. 58 nota 174.
66
ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, L’Archivio notarile (1221 – 1862). Inventario a cura di G. Catoni e S. Fineschi,
Roma 1975, p. 60. Le imbreviature di Benedetto comprendono un arco cronologico assai vasto: dal 1416 al
1458.
14

Repertorio delle principali fonti archivistiche da analizzare
ARCHIVIO DELL’OPERA METROPOLITANA DI SIENA
ARCHIVI E AGGREGATI – ENA DI DI A DI SENEARI
Famiglia Aringhieri
7 -23 (sec. XIV- 1471)
ARCHIVIO DI STATO DI SIENA
BALIA
Deliberazioni
1-10 (1455-1458)
Copialettere
396-397 (1455-1456)
452-454 (1451-1453)
Carteggio
488-496 (1455-1477)
CAPITOLI
11-12 (XIII-XVIII secolo)
77 (1371-1491)
152-196 (1430-1468)
228-229 (1428-1456)
CONCISTORO
Deliberazioni
377-623 (1429-1470)
Cifrari
2308 (sec. XIV-XVI)
Condanne
1590 (1404-1476)
Copialettere
1632-1687 (1429-1469)
Copiarii
1771-1772 (1436-1483)
Carteggio
1915-2024 (1428-1471)
Lettere senza data
2301-2307 (sec. XIV – XVI)
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Legazioni e commissarie
2407-2408 (1422-1483)
2410-2416 (1420-1475)
2418 (1436-1470)
2448-2454 (1385-1560)
2456-2461 (1383- sec XVI.)
MERCANZIA
Statuti
4 (1391-1510)
Deliberazioni
13 (1466 – 1467)
Compromessi
131 – 138 (1413 – 1469)
Processi commerciali davanti al tribunale della Mercanzia
689-690 (1450-1499)
Lettere e carte varie
913 (sec. XIV-1700)
NOTARILE ANTECOSIMIANO
309 – 316, notaio Giovanni di Benedetto da Casole d’Elsa (1416 – 1456)
621 (1432 – 1503)
CONSIGLIO GENERALE
Deliberazioni
213-233 (1428-1471)
Libri dei bossoli
417-432 (1439– 1469)
Stracciafogli
270-305 (1431-1470)
PARTICOLARI FAMIGLIE FORESTIERE
Buste 1 – 11 (XV secolo)
PARTICOLARI FAMIGLIE SENESI
Buste 1- 203 (XV secolo)
STATUTI DI SIENA
39-42 (1412-1452)
44-47 (1433-1760)
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ARCHIVIO GIUSDICENTI DELLO STATO SENESE - ENA DI DI A DI SE NENA
Campagnatico 4 (n. p.) (1435-1436)
Montalcino 54 (n. p.) (1464-1466)
ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA
Senato
Secreta, registri ad annum (per gli anni 1445, 1449-1451, 1455-1456)
Consiglio dei Dieci
Registri misti ad annum (per gli anni 1445, 1449-1451, 1455-1456)
Commemoriali (per gli anni 1445, 1449-1451, 1455-1456)
Notai di Venezia
Notaio Marco de’Raffanelli (1364-1409)
Notaio Cristoforo da Siena (1409)
Notaio Giacomo Corezzati (1411-1472)
Notaio Taddeo da Siena (1459)
Notaio Bartolomeo de’ Grasolario (1409-1534)
BIBLIOTECA MARCIANA DI VENEZIA
Manoscritto Larino, cl. X, 318 (=3521)
ARCHIVIO DI STATO DI ROMA
Tribunale criminale del senatore (materiale archivistico per gli anni 1459 e 1463)
BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA
Fondo chigiano, manoscritto G I 22
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Bibliografia essenziale di partenza
con particolare riferimento allo Stato senese e alla sua politica
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