L'attualità degli anni Trenta - Guida Finestra
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L’opera di Piero Portaluppi a Villa Necchi Campiglio<br />
Raffaella Quadri<br />
L’attualità <strong>degli</strong> <strong>anni</strong> <strong>Trenta</strong><br />
Come possono essere attuali gli <strong>anni</strong> <strong>Trenta</strong>? Basta una visita<br />
a Villa Necchi Campiglio, recentemente restaurata dal<br />
Fai nel cuore di Milano e aperta al pubblico, per capire<br />
quanto il passato riesca ad essere all’avanguardia.<br />
Villa Necchi Campiglio da giugno è aperta al<br />
pubblico e, se i milanesi possono vantarsi di<br />
possedere nel cuore della città questo gioiello<br />
dell’architettura di inizio Novecento, il merito<br />
va al Fai. Il Fondo per l’Ambiente Italiano,<br />
infatti, ha pazientemente ristrutturato la villa,<br />
riportandola al suo antico splendore, anche<br />
grazie a una serie di importanti collaboratori,<br />
tra cui il Comune di Milano, che ha patrocinato<br />
il progetto. Per la sua realizzazione, ci<br />
sono voluti tre <strong>anni</strong> di lavoro e circa 6 milioni<br />
di euro d’investimento.<br />
I serramenti della veranda sono a doppio ordine<br />
con fioriere inserite nel mezzo. Le porte a scomparsa,<br />
invece, sono rivestite da lastre di alpacca.<br />
Al centro: "Il puro folle" di Adolf Wildt, parte della<br />
collezione d’arte donata alla villa.<br />
(foto Giorgio Majno)
Unica aggiunta agli arredi della villa che,<br />
per esplicito volere dei proprietari, è stata<br />
mantenuta esattamente com’era, è la preziosa<br />
collezione d’arte di cui la gallerista<br />
Claudia Gian Ferrari ha fatto prestito permanente<br />
al Fai.<br />
Particolari di pregio<br />
Per chi, come noi, ha avuto già il piacere di<br />
visitare la villa che fu delle sorelle Nedda e<br />
Gigina Necchi e del marito di questa, Angelo<br />
Campiglio, allo stupore per la raffinatezza<br />
dei proprietari e per l’originalità delle scelte<br />
operate dall’architetto Piero Portaluppi - che<br />
la progettò negli <strong>anni</strong> <strong>Trenta</strong> - si unisce quella<br />
di scoprire che la villa di via Mozart 12 offre<br />
anche altre interessanti chicche. Ci riferiamo<br />
a una serie di dettagli che hanno stupito gli<br />
stessi addetti alla ristrutturazione. Andiamo a<br />
scoprirne alcuni in compagnia dell’ingegnere<br />
Gianluca Arrighi, direttore generale dei lavori.<br />
Finestre in triplo ordine<br />
“Certamente - spiega Arrighi -,ciò che caratterizza<br />
maggiormente la villa - ed è poi un elemento<br />
tipico dell’architettura del Portaluppi - è<br />
l’ampio uso di materiali diversi, che ritroviamo<br />
sia nelle finiture delle facciate e dell’interno<br />
sia nei serramenti”. La particolarità di questi<br />
ultimi è data dal loro numero, giustificato<br />
anche dalle dimensioni della villa, e dalla loro<br />
struttura: si parla di ben 150 elementi, raggruppati<br />
in 85 tipologie diverse. “Le aperture<br />
esterne delle porte finestre, per esempio, sono<br />
in triplo ordine, ovvero hanno i serramenti<br />
esterni, quasi tutti scorrevoli, le persiane nel<br />
mezzo e, a seguire, un ultimo serramento<br />
vetrato interno”.<br />
Le operazioni d’intervento sono state volte al<br />
recupero dell’esistente, con l’intento, dove<br />
fosse possibile, di mantenere strutture e materiali<br />
originali.<br />
“I serramenti, quindi, sono stati smontati uno<br />
a uno e privati di tutte le parti di ferramenta,<br />
mentre quelle lignee sono state carteggiate<br />
per ripulirle dalle stratificazioni del tempo e,<br />
in alcuni casi, da posterori interventi di verniciatura.<br />
Successivamente, sulle parti interne<br />
sono state applicate diverse mani di gomma<br />
lacca, mentre sulle parti esposte all’esterno<br />
è stata ripristinata la lavorazione originale,<br />
costituita da un trattamento simile al flatting<br />
attuale”. Arrighi ci spiega che ogni intervento<br />
è stato accuratamente progettato, partendo<br />
dall’analisi chimica e dallo studio dei materiali<br />
utilizzati.<br />
“Nel frattempo - continua -, è stata fatta<br />
la revisione dei meccanismi di apertura e<br />
chiusura e, in particolare - trattandosi in prevalenza<br />
di serramenti di scorrimento -, dei<br />
binari fissi e delle carrucole”. Alcune di queste,<br />
ormai logorate dal tempo, hanno dovuto<br />
essere sostituite e sono state realizzate su<br />
misura, riproducendone le caratteristiche<br />
originali. “Una volta rimpiazzate le parti rovinate<br />
e inutilizzabili, sono stati ripristinati i<br />
funzionamenti interni in ferramenta, mentre<br />
gli elementi esterni, come maniglie, serrature<br />
e piastre, rigorosamente in ottone, sono<br />
stati lucidati in laboratorio”.<br />
La messa in sicurezza<br />
Il direttore dei lavori precisa che gli unici interventi<br />
aggiuntivi sono stati relativi all’adeguamento<br />
normativo e impiantistico della<br />
L’ing. Gianluca Arrighi,<br />
direttore generale dei<br />
lavori di Villa Necchi<br />
Campiglio.<br />
Serramenti e facciate<br />
esterne sono stati<br />
ripuliti e trattati.<br />
Mentre, a protezione<br />
dell’ingresso, un<br />
grande cancello scende<br />
verticalmente sotto<br />
il livello della soglia.<br />
(Foto Giorgio Majno)<br />
Particolare delle<br />
operazioni di pulitura<br />
del serramento<br />
dell’ingresso per<br />
eliminare la vernice che<br />
copriva l’ottone originale,<br />
poi lucidato e protetto<br />
con un antiossidante.<br />
villa per l’apertura al pubblico. Un’operazione<br />
abbastanza importante, in questo senso, è<br />
stata effettuata proprio sui vetri, sia per motivi<br />
di sicurezza sia, in alcuni spazi della villa, per<br />
esigenze di conservazione. “Non potendo, né<br />
volendo, sostituire i vetri originali, sono state<br />
applicate delle speciali pellicole della 3M che<br />
hanno equiparato le vetrate della villa a vetrate<br />
di sicurezza stratificate, con un livello di<br />
protezione soddisfacente, dal punto di vista<br />
sia pratico che normativo. Inoltre, in alcune<br />
stanze, è stata impiegata una pellicola in grado<br />
anche di proteggere gli arredi interni dai<br />
raggi ultravioletti. In particolare ai piani rialzato<br />
e primo, che presentano le maggiori esigenze<br />
di conservazione, basti pensare alla sala da<br />
pranzo con le pareti rivestite da pergamena”.<br />
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Altro esempio di messa in sicurezza riguarda<br />
la saracinesca dell’ingresso. Si tratta di un’altra<br />
caratteristica originale del Portaluppi, un<br />
grande cancello scorrevole verticalmente che,<br />
nell’aprirsi, scompare al di sotto del livello<br />
della soglia d’ingresso, scendendo nel seminterrato.<br />
“Il funzionamento avviene grazie<br />
a un serie di contrappesi e a un motore, tutti<br />
rigorosamente originali e ancora funzionanti,<br />
che trovano posto proprio nel seminterrato.<br />
Al momento, è stata fatta una pulizia con<br />
scrostamento delle parti in distacco e la riverniciatura<br />
del cancello. Ma è già stato studiato<br />
l’adeguamento normativo per la sua messa in<br />
sicurezza, che sarà presto eseguita, con l’installazione<br />
di fotocellule e di un vano protettivo<br />
- una chiusura in rete metallica - nel locale<br />
seminterrato, in modo tale che il cancello non<br />
sia accessibile durante la movimentazione”.<br />
Struttura della veranda<br />
Sulla veranda, costituita da lastre di vetro molto<br />
grandi, è stato operato il medesimo intervento<br />
delle finestre. “È formata da serramenti<br />
a doppio ordine - il primo esterno e il secondo<br />
interno, con l’inserimento delle fioriere - che<br />
scorrono su binari nei davanzali e, avendo un<br />
telaio sottile, hanno una propria autoportanza<br />
insieme al vetro. Anche in questo caso, abbiamo<br />
smontato i serramenti e le vetrate sono<br />
state trattate con la pellicola protettiva della<br />
3M. I telai, quasi completamente in ottone,<br />
sono stati sottoposti a microsabbiatura, per<br />
eliminarne le parti verniciate, lucidati e successivamente<br />
trattati con un protettivo che<br />
rallenta l’ossidazione, in modo tale che mantengano<br />
la lucentezza il più a lungo possibile”.<br />
Uguale trattamento è stato fatto sul serramento<br />
dell’ingresso, anch’esso costituito da vetro<br />
e ottone. “In questo caso, però, il telaio non è<br />
stato microssabbiato, ma pulito a mano, con<br />
pagliette e prodotti specifici, infine lucidato e<br />
protetto con lo stesso antiossidante”.<br />
Porte con pregiati accorgimenti<br />
Altra caratteristica di Villa Necchi Campiglio<br />
consiste nelle porte a scomparsa. In particolare,<br />
le due della veranda, dotate di una struttura<br />
in ferro e ricoperte da lastre di alpacca, una<br />
lega di rame, zinco e nichel. “Per il recupero, si<br />
L’opera di Piero Portaluppi a Villa Necchi Campiglio<br />
è reso necessario smontare le piastre in metallo,<br />
che sono state portate in laboratorio per<br />
essere pulite e lucidate; mentre sulla struttura,<br />
un telaio che scorre a pavimento, è stata fatta<br />
una manutenzione per ripristinarne il funzionamento<br />
ottimale. Essendo le ante molto pesanti,<br />
infatti, le due porte presentavano problemi<br />
di apertura e chiusura”. Arrighi ci svela, poi,<br />
un piccolo accorgimento molto interessante:<br />
“queste due porte appoggiano a terra su un<br />
binario di ottone e hanno uno scorrimento al<br />
di sotto del livello del pavimento; all’apertura<br />
delle ante, automaticamente si solleva una<br />
sottile lastra in ottone che chiude la fessura di<br />
passaggio”.<br />
Sempre nella stessa zona, al pian terreno, ci<br />
sono altre porte scorrevoli in legno e vetrate,<br />
“per esempio, quella da cui si accede alla<br />
biblioteca e al salotto - ricorda Arrighi -. Sono<br />
dotate di un piccolo anello incassato che, una<br />
volta estratto, permette di aprirle e chiuderle”.<br />
Del tutto caratteristica è anche la porta, sem-<br />
pre a scomparsa, della camera da letto dei coniugi<br />
Campiglio, l’unica della casa con rivestimento<br />
in stoffa. “Il principio di funzionamento<br />
è lo stesso delle due porte della veranda: sotto<br />
il materiale di finitura c’è un telaio in ferro e le<br />
ante scorrono su binari con un meccanismo<br />
a carrucole. La particolarità è nella raffinata<br />
copertura, costituita da pannelli di seta”.<br />
Le boiserie e la scalinata sono state sottoposte a un delicato intervento di pulitura e recupero.<br />
Sullo sfondo, si possono notare anche i serramenti dell’ingresso.<br />
(foto Giorgio Majno)<br />
Anche in questo caso, i pannelli sono stati<br />
staccati e mandati in laboratorio per la pulizia<br />
e il restauro. “Tra l’altro - aggiunge il direttore<br />
generale dei lavori -, per precauzione,<br />
nelle intercapedini tra i due tavolati è stata<br />
realizzata una sorta di cassone in lamiera<br />
che separa il muro grezzo dai pannelli della<br />
porta, proteggendone la seta”.<br />
La caffetteria<br />
Uno dei pochi interventi in cui sono stati inseriti<br />
elementi completamente nuovi ha riguardato<br />
la caffetteria, dotata di sala da pranzo e<br />
cucina. È stata realizzata in giardino, ristruttu-
ando il patio vicino alla zona del tennis, di cui<br />
si è mantenuto il muro perimetrale ad arcate,<br />
per poi inserivi una struttura in ferro e vetro.<br />
Il progetto è dell’architetto Piero Castellini<br />
Baldissera con Bracchetti + Saibene Architetti<br />
Associati e la fornitura e la posa delle strutture<br />
vetrate sono della Comes Metalmeccanica srl<br />
di ComesGroup. “Non è stato facile abbinare<br />
le esigenze prettamente tecniche a quelle<br />
architettoniche per avere una struttura leggera,<br />
costituita soprattutto da vetro - confessa<br />
Arrighi -. Per la sua realizzazione, infatti, sono<br />
stati fatti studi sui nodi della struttura e, in<br />
particolare, sul nodo ferro-vetro. La gabbia è<br />
stata calata dall’alto e, in corrispondenza <strong>degli</strong><br />
archi esistenti, sono stati realizzati serramenti<br />
I serramenti in triplo ordine sono una particolarità<br />
della villa. Altrettanto originale è la soluzione della<br />
collocazione del fan coil nel muro a lato della finestra.<br />
di dimensioni pari all’apertura <strong>degli</strong> archi stessi.<br />
La copertura è costituita da lastre di vetro<br />
fisse e sigillate, di circa 1,2x2,8 metri ciascuna,<br />
sostenute da fissaggi puntuali e sono<br />
state utilizzate vetrazioni Visarm Stadip della<br />
Saint Gobain Glass con esterna temperata da<br />
12 mm+Pvb 1,52e lastra interna 12 mm float.<br />
Per i serramenti scorrevoli laterali, sono utilizzate<br />
vetrate isolanti stratificate 44.1/12/44.1.<br />
L’intervento è stato eseguito dalla Comes<br />
Metalmeccanica (Comes Group). Inoltre, per<br />
ridurre l’irraggiamento solare d’estate, la copertura<br />
della caffetteria è stata dotata di tende<br />
scorrevoli interne”.<br />
Coordinare le tempistiche<br />
La ristrutturazione di Villa Necchi Campiglio,<br />
come si è detto, ha impegnato gli addetti ai<br />
lavori per ben tre <strong>anni</strong>. L’intervento operato<br />
sui serramenti ha rappresentato una grossa<br />
fetta dei lavori, per la loro quantità e varietà.<br />
“Tanto il ripristino della funzionalità quanto<br />
il restauro hanno inciso sia sui tempi sia sui<br />
costi - spiega Arrighi -. È stato necessario<br />
intervenire con diverse fasi di lavorazione<br />
e abbiamo dovuto affrontare anche qualche<br />
problema, legato soprattutto alla movimentazione,<br />
dati le dimensioni, il peso e l’ingombro<br />
di alcuni serramenti”.<br />
Da un punto di vista meramente pratico, il<br />
problema maggiore ha riguardato l’organiz-<br />
Porta della camera da letto dei Campiglio rivestita di<br />
seta. Per proteggerla dall’eventuale contatto con il muro<br />
grezzo, tra i tavolati è stata posta una struttura in lamiera.<br />
zazione di azioni diverse ma contemporanee.<br />
“Gli interventi di cantiere dovevano convivere<br />
con le operazioni dei restauratori e,<br />
soprattutto nella fase di lucidatura, abbiamo<br />
dovuto provvedere a compartimentare gli<br />
spazi, per ridurre la polvere o per riscaldare<br />
gli ambienti di lavoro in inverno, in particolare<br />
durante l’uso di certe vernici e lacche”.<br />
Da un punto di vista tecnico, invece, non ci<br />
sono state grandi difficoltà, afferma Arrighi,<br />
“ma ogni intervento relativo a un tipo di elemento<br />
architettonico prevedeva un proprio<br />
ciclo specifico di azioni definite e di studi<br />
preliminari, con assaggi e prove”. In partico-<br />
lare, ci spiega che per mettere mano a tutti<br />
i serramenti interni ed esterni della villa, c’è<br />
voluto oltre un anno di tempo, con una conseguente<br />
incidenza sui costi.<br />
“Non è facile quantificare, perché si tratta di<br />
voci disarticolate - precisa -, ma certamente<br />
quella della manutenzione e restauro dei<br />
serramenti è stata una spesa superiore a<br />
200.000 euro”.<br />
Dalle boiserie…<br />
Oltre a quelli finora trattati, la ristrutturazione<br />
della villa di via Mozart ha comportato interventi<br />
anche in altri ambiti. “Sulle finiture, per<br />
esempio - racconta Arrighi -. Voci importanti,<br />
per la dimensione e la delicatezza dell’inter-<br />
Le porte scorrevoli del Fumoir sono decorate con<br />
fregio a losanghe di specchio.<br />
(foto Giorgio Majno)<br />
vento, sono state le boiserie che rivestono lo<br />
studio e la biblioteca al piano rialzato, e la sala<br />
del biliardo nel seminterrato, ora divenuta<br />
sala riunioni. Abbiamo effettuato una pulizia<br />
superficiale: il ripristino di parti staccate, la<br />
stiratura di alcune di esse per riconferire la<br />
forma piana e la successiva incollatura. E<br />
ancora una pulizia più profonda, con prodotti<br />
antiparassitari e antimuffa, per poi concludere<br />
con le stuccature, diverse mani di gomma<br />
lacca e una ceratura finale”.<br />
Lo stesso procedimento è stato seguito<br />
anche per la balaustra della scala.<br />
Anche le facciate hanno richiesto interventi<br />
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L’opera di Piero Portaluppi a Villa Necchi Campiglio<br />
Il progetto della caffetteria è stato realizzato dall’architetto Piero Castellini Baldissera con Bracchetti+Saibene Architetti Associati, mentre Comes Metalmeccanica srl è<br />
l'azienda che ha fornito e posato le strutture.<br />
>
I dati tecnici della caffetteria<br />
Comes Metalmeccanica srl ha eseguito l’intervento<br />
sulla caffetteria. Le lastre di vetro utilizzate per la<br />
copertura sono Visarm Stadip della Saint Gobain Glass<br />
Italia, composte dalla stratificazione di due lastre<br />
Planilux da 12 mm, temperate secondo procedimento<br />
specifico, e sottoposte alla prova Heat Soak Test. Sono<br />
stratificate con Pvb 1,52 (spessore finito 25-26 mm)<br />
interposto e successivamente molate a filo lucido sui<br />
quattro lati, così come è stato levigato lo spigolo di<br />
ogni angolo. Ciascuna lastra presenta quattro fori in<br />
prossimità <strong>degli</strong> angoli, dove sono collegate le rotulle<br />
a loro volta fissate ai supporti collegati alle strutture<br />
portanti. Tra le lastre di vetro rimane una fuga di<br />
circa 10 mm, che è stata sigillata con appositi mastici<br />
siliconici a base neutra. Per quanto riguarda il vetro,<br />
ne è stato scelto un tipo con una trasmittanza termica<br />
U g = 5,2 W/m 2 K e, complessivamente l’U w è 6,0 W/m 2 K.<br />
I serramenti scorrevoli sono del tipo Schüco Royal<br />
S120+, in alluminio a taglio termico, verniciati a polveri<br />
Ral 9010. Hanno una larghezza di telaio fisso di 120<br />
mm e una larghezza delle ante scorrevoli di 50 mm.<br />
Queste ultime sono dotate di un sistema alzante per<br />
lo scorrimento sui carrelli a tandem ad asta oscillante,<br />
così da assicurare l’equa ripartizione del carico su<br />
ciascuna ruota. Le vetrate isolanti sono composte da<br />
stratificato 44.1, intercapedine di 12 mm e stratificato<br />
44.1 (basso emissivo); inoltre hanno una trasmittanza<br />
termica U g di 1,3-1,4 W/m 2 K.<br />
specifici. Loro caratteristica è, infatti, la ricchezza<br />
di materiali utilizzati - gneiss, beola,<br />
marmo, ceppo, travertino, granito e diversi<br />
tipi di intonaco - su cui si è proceduto a un<br />
lavoro di pulitura delle stratificazioni dovute<br />
al tempo e alla sigillatura e stuccatura con<br />
dei trattamenti protettivi e idrorepellenti.<br />
…al sottotetto<br />
Un lavoro certosino è stato fatto sia sul finto<br />
marmo della scala di servizio, che porta<br />
al secondo piano, sia sulla pergamena che<br />
riveste la sala da pranzo. “In ambedue i<br />
casi, si è dovuto scrostare la vernice tipo<br />
flatting con la quale erano state maldestramente<br />
ricoperte. È stato un lavoro lungo<br />
e costoso, eseguito a mano con l’aiuto di<br />
bisturi, poi concluso con i dovuti reintegri<br />
Ricavata dal patio nella zona del<br />
tennis, la copertura della caffetteria è<br />
stata realizzata con una struttura appesa<br />
con lastre esterne temperate da 12 mm/<br />
Pvb 1,52 e lastre interne da 12 mm float.<br />
Per i serramenti scorrevoli sono stati<br />
utilizzati vetri isolanti stratificati<br />
Vsg 4+4/12/4+4.<br />
e la finitura a cera”.<br />
Infine, il sottotetto. “Si è trattato, in questo<br />
caso, di un intervento particolarmente<br />
invasivo, in quanto, per adibire una parte<br />
del sottotetto a sala riunioni, si è dovuto inserire<br />
una struttura in ferro con travi in due<br />
ordini. Queste, praticamente, costituiscono<br />
un nuovo solaio indipendente da quello originale,<br />
che è stato così ricoperto e che non<br />
aveva la portata necessaria a sopportare il<br />
sovraccarico per la nuova destinazione. Nella<br />
parte restante, invece, il rinforzo è stato<br />
fatto dai locali sottostanti, con travi in ferro<br />
poi coperte da un controsoffitto. In questa<br />
zona del solaio, sono stati mantenuti i pavimenti<br />
originali in linoleum, anch’esso recuperato<br />
attraverso una leggera abrasivatura e<br />
un trattamento di lucidatura”.<br />
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