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SIENKIEWICZ

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— 88 —<br />

aveva appreso da Atte, e qual nuovo pericolo minacciasse la sua dilotta^<br />

e rendesse necessario ii nascondei*la accuratamente iiinanzi a Poppea<br />

nel caso che renisse ritrovata. Poi non pote trattenersi dal rauovergli<br />

i piu acerbi rimproveri pei suoi funesti consigli. Senza di lui tutto<br />

sat-ebbe andato dirersainente. Licia sarebbe riinasta presso Aulo, ed<br />

egli ravrebbo potuta Yedere ogni giorno, e sarebbe stato ora piu felice<br />

d'un Cesare.<br />

Man mano che parlava e piu auraentava la sua commozione, sinche<br />

delie lagrime di dolore e di rabbia rennero a solcargli le gote,<br />

Petronio, che non avrebbe mai sospettato nel nipote una simile potente<br />

passione, alla vista di uelle lagrime non pote trattenersi dairesclamare<br />

:<br />

— Oh! invincibile sovrana d'amore, tu sola domini gli Dei e ii<br />

moudo intero!<br />

XIL<br />

Quando i due discesero innanzi alla casa di Petronio,<br />

tificó loro che niuno degli schiayi inyiati a sorvegliare le porte delia<br />

citta era tornato. Egli aveva mandato loro ii cibo e Tawertiniento che<br />

sarebbero stati frustati uelli che non avessero rigorosamente adem-<br />

Tatriense no-<br />

piuto alla loro missione.<br />

— Vedi — bene, disse — Petronio, ch'essi sono ancor in citta; non<br />

v'ha dubbio. In tal caso si troveranno presto. Manda anche i tuoi servi<br />

a Ile porte, ed a preferenza uelli che seguirano la lettiga^ e che piu<br />

facilmente uindi riconoscerebbero Licia !<br />

— Li mandai agli ergastoli, — rispose Yinicio, — ma non monta;<br />

rcYocheró Tordine e li spediró alle porte, come mi consigli tu.<br />

Ció detto scrisse alcune parole sur una tavoletta di cera e la rimise<br />

a Petronio che spiccó tosto un messo alla casa di Vinicio. Indi entra-<br />

rono nel portico interno e sedettero sur una panca di marmo a conyersare<br />

piu oltre.<br />

Eunica, dalia chioma d'oro, ed Iras spinsero sotto ai loro piedi degli<br />

sgabelli di bronzo e riempirono i calici mescendo ii vino da magnifiohe<br />

anfore dal collo stretto, portate da Yolterra e da Cecina.<br />

— Qualcuno dei tuoi schiavi non conoscerebbe per caso quel Licio<br />

gigantesco? — chiese Petronio.<br />

— Atacino e Gulone lo conoscevano; ma uno cadde morto ieri nel<br />

difendere la lettiga; Taltro Tuccisi io.<br />

— Quanto me ne duole! — sclamó Petronio. — Pensare che ci ha<br />

portato in braccio tutti e due !<br />

— Era mia intenzione anzi di rendergli la —<br />

Iberta, riprese Vinicio,<br />

raa non parlarmi piu di lui ora; parliamo di Licia. Roma e un mar.<br />

— II mar b precisamente ii luogo ove si pescano lo perle. Certo<br />

non la ritroveremo nó oggi, nó domani; ma ó certo che finiremo col<br />

ritrovarla. Tu mi rimproverasti poco dianzi d'averti suggerito una falsa<br />

via, ma invece la via buona per só divenne falsa, strada facendo. Hai<br />

udito tu stesso dei resto dalia bocca di Aulo ch'egli vuol recarsi coi<br />

suoi in Sicilia, nel qual caso tu e la ragazza sareste stati divisi !<br />

'^-^

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