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pol<strong>it</strong>iche migratorie . Volontariato<br />

residenze socio assistenziali<br />

disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à . dipendenze . adozioni<br />

racconti _ reportage<br />

gian luca campagna . daniela novelli . claudio mascagni . Francesco antonelli<br />

roberto gabriele . claudio mercuri . loris annapurna . roberto ramaccia


Voci dal nulla<br />

racconti & reportage<br />

in copertina<br />

foto di claudio mercuri<br />

coordinamento ed<strong>it</strong>oriale<br />

gian luca campagna<br />

Grafica e impaginazione<br />

Fabrizio Matarrese<br />

testi a cura di<br />

gian luca campagna<br />

daniela novelli<br />

claudio mascagni<br />

Francesco antonelli<br />

Foto a cura di<br />

roberto gabriele<br />

claudio mercuri<br />

loris annapurna<br />

roberto ramaccia<br />

Associazione Culturale<br />

<strong>il</strong> calamaio


sommario<br />

pol<strong>it</strong>iche migratorie<br />

due patrie, due bandiere pagina 13<br />

le terre delle acque pagina 23<br />

Mal d’Africa pagina 29<br />

Volontariato<br />

Il vino contro la criminal<strong>it</strong>à pagina 39<br />

angeli tra le corsie pagina 45<br />

<strong>il</strong> corpo di cristo pagina 51<br />

Solidarietà al femmin<strong>il</strong>e pagina 59<br />

Residenze Socio Assistenziali<br />

Libertango pagina 69<br />

disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

Terra d’utopia pagina 77<br />

La rabbia e l’orgoglio pagina 87<br />

Adozioni<br />

Mamma di pancia e mamma di cuore pagina 95<br />

Dipendenze<br />

Spir<strong>it</strong>o d’amicizia pagina 103<br />

<strong>il</strong> bivio della v<strong>it</strong>a pagina 111<br />

la mission<br />

I servizi dell’Assessorato pagina 120


introdUzione<br />

storie di v<strong>it</strong>a e <strong>il</strong> nuovo<br />

impegno dell’Assessorato<br />

Aldo Forte _ Assessore regionale alle Pol<strong>it</strong>iche Sociali e Famiglia _ Regione Lazio<br />

storie di v<strong>it</strong>a che non si arrendono di fronte alle difficoltà. Valori<br />

pos<strong>it</strong>ivi che scaturiscono dalla pratica del volontariato e della solidarietà.<br />

Professional<strong>it</strong>à capaci di offrire assistenza qualificata<br />

e di creare impresa sociale. <strong>il</strong> tutto declinato sulle diverse e numerose<br />

tematiche che contraddistinguono l’operato dell’Assessorato alle Pol<strong>it</strong>iche<br />

sociali e Famiglia della Regione Lazio. Dalle dipendenze da alcol<br />

e droghe ai problemi che riguardano l’infanzia, dal disagio di chi è<br />

affetto da patologie psichiche e fisiche alle questioni relative all’integrazione socio-culturale e lavorativa<br />

degli immigrati. Fino a gettare uno sguardo intelligente verso chi, da emigrato, ha vissuto la propria<br />

esistenza all’estero, contribuendo a costruire l’immagine pos<strong>it</strong>iva del nostro Paese nel mondo.<br />

‘Voci dal nulla’ testimonia tutto questo. E lo fa con un mer<strong>it</strong>o. Quello di aver colto e saputo trasmettere<br />

gli elementi di nov<strong>it</strong>à e la prospettiva innovativa con cui l’Assessorato sta affrontando queste<br />

tematiche. A partire dal cambio di rotta dal modello delle ‘buone azioni’, che ha contraddistinto <strong>il</strong><br />

passato, verso quello di ‘servizi e azioni di qual<strong>it</strong>à’, erogati sul terr<strong>it</strong>orio secondo linee guida e stan-<br />

9


dard omogenei dettati dalla regione. Un modello sul quale si innesta <strong>il</strong> superamento di una pol<strong>it</strong>ica<br />

composta da una serie di interventi spot senza un f<strong>il</strong>o conduttore o sperimentali ma senza segu<strong>it</strong>o,<br />

a una di carattere strutturale. Una pol<strong>it</strong>ica, cioè, che non si lim<strong>it</strong>i a dispensare risorse, ma che le<br />

investa su progetti e programmi di maggior durata e impatto sul terr<strong>it</strong>orio, valutati secondo cr<strong>it</strong>eri di<br />

oggettiv<strong>it</strong>à e trasparenza.<br />

Perché, come ci raccontano le storie racchiuse in ‘Voci dal nulla’, è sbagliato affrontare le questioni<br />

sociali alla stregua di problematiche con cui dover fare i conti secondo una logica emergenziale.<br />

Così come dal punto di vista organizzativo, anche da quello culturale bisogna effettuare un salto di<br />

qual<strong>it</strong>à. È necessario, cioè, spostarsi dalla sfera delle problematiche a quella delle opportun<strong>it</strong>à.<br />

D’altronde, basta sfogliare le pagine di questo volume per comprendere <strong>il</strong> valore di un’affermazione<br />

di questo tipo. pagine sulle quali si racconta la v<strong>it</strong>a di chi colp<strong>it</strong>o da glaucoma e privo, quindi, della<br />

vista, non ha però rinunciato a correre, competere con gli altri, destreggiarsi con un pallone e cimentarsi<br />

nei tornei nazionali di torball. E di chi, caduto nella spirale dell’alcool e delle droghe, risponde<br />

con caparbietà e grinta e, con <strong>il</strong> sostegno dei terapeuti, dimostra come un reinserimento nella v<strong>it</strong>a<br />

sociale di tutti i giorni possa diventare fac<strong>il</strong>e realtà. Nell’uno e nell’altro caso non un peso, quindi,<br />

ma un valore aggiunto per l’intera comun<strong>it</strong>à. Un valore aggiunto che <strong>il</strong> volontariato, in particolare,<br />

ha <strong>il</strong> potere di far crescere e sv<strong>il</strong>uppare. Per questa ragione, <strong>il</strong> nuovo corso dell’Assessorato sta investendo<br />

in primo luogo sulla passione, <strong>il</strong> talento e la volontà del terzo settore, per concretizzare quel<br />

progressivo e collettivo processo di responsab<strong>il</strong>izzazione alla qual<strong>it</strong>à che ci permetta di ramificare<br />

e diversificare la rete dei servizi attualmente attivi sui terr<strong>it</strong>ori. Un progetto che ha bisogno, però,<br />

di sempre nuova linfa, di nuovi volontari. Da questo punto di vista, ‘Voci dal nulla’ rivela la sua importanza.<br />

Testimoniare per coinvolgere. Affinché la pratica del volontariato diventi a tutti gli effetti<br />

quello che è, la maggiore fonte di energia rinnovab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> futuro della nostra società.<br />

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pol<strong>it</strong>iche migratorie . Volontariato<br />

residenze socio assistenziali<br />

disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à . dipendenze . adozioni<br />

racconti _ reportage<br />

gian luca campagna . daniela novelli . claudio mascagni . Francesco antonelli<br />

roberto gabriele . claudio mercuri . loris annapurna . roberto ramaccia


in senso orario, <strong>il</strong> passaporto della famiglia<br />

passaretta, mamma antonietta e papà giuseppe,<br />

con la piccola Assunta compresa nel documento d’ident<strong>it</strong>à<br />

della madre. a seguire, assunta e la sorellina maria luisa;<br />

assunta nella casa alla periferia di Buenos aires insieme<br />

alla signora anna; la famiglia passaretta in vis<strong>it</strong>a a un santuario argentino.<br />

14


testi di claudio mascagni<br />

ha la voce rotta dall’emozione Assunta D’O-<br />

nofrio quando avvolge <strong>il</strong> nastro della memoria<br />

e ripercorre la sua storia e quella della<br />

sua famiglia. oggi parte del cuore batte per <strong>il</strong> tricolore<br />

ma l’altra palp<strong>it</strong>a per la bandiera del Sol de<br />

Mayo, l’Argentina. Assunta nasce a Tremensuoli,<br />

frazione di Minturno, <strong>il</strong> 5 dicembre 1946, da Giuseppe<br />

e antonietta passaretta, in un clima ancora<br />

funestato da una guerra che aveva spazzato via<br />

parte del sud pontino con la linea gustav. cresce<br />

nella numerosa famiglia paterna (11 fratelli, ma<br />

non conoscerà mai i nonni, già emigranti), che vive<br />

col lavoro di appar<strong>it</strong>ori, cioè gli addobbatori di<br />

emigrazione<br />

due patrie, due bandiere<br />

15<br />

piazze e chiese per le feste comandate. Il periodo<br />

è nero, haivoglia a imparare un mestiere da parte<br />

del padre, che è stagnino, la fame è tanta e la<br />

decisione di seguire i gen<strong>it</strong>ori è più viva che mai.<br />

È <strong>il</strong> 1949 quando <strong>il</strong> padre s’imbarca per l’Argentina<br />

col fratello Francesco per abbracciare la merica<br />

e <strong>il</strong> compaesano giovanni treglia. <strong>il</strong> governo<br />

argentino incentiva l’ed<strong>il</strong>izia popolare, esaltando<br />

la Ley de Inmigración y Colonización, da sempre<br />

favorevole alla manodopera <strong>it</strong>aliana: <strong>il</strong> lavoro c’è<br />

e Giuseppe monta le grondaie di lamiera. Ma c’è<br />

nostalgia della famiglia ed ecco che madre e figlia,<br />

accompagnate dallo zio Armando, lo raggiungo


no. «ricordo molto poco del viaggio in nave –rac-<br />

conta Assunta- ma mi è rimasto indeleb<strong>il</strong>e quando<br />

mi sporgevo dalla balaustra e fissavo l’acqua<br />

dell’oceano». Arrivano al porto di Buenos Aires <strong>il</strong><br />

14 febbraio 1950, «dove fui accolta da un uomo<br />

che non conoscevo: mio padre –sorride-. salimmo<br />

su un taxi nero e mi lim<strong>it</strong>ai a osservare dal finestrino<br />

quel paesaggio pianeggiante». La destinazione<br />

è l’alloggio in via Independenza, presso Lomas del<br />

mirador, dimora condivisa con una coppia di napoli,<br />

armando e anna. È la v<strong>it</strong>a nel convent<strong>il</strong>lo,<br />

nel labirinto di lamiera e legno che accoglie decine<br />

di famiglie, che condividono cucina, bagno e la<br />

grande vasca centrale nel cort<strong>il</strong>e per lavare i panni.<br />

Ma i D’Onofrio cercano autonomia e Giuseppe<br />

si prodiga per costruire una casa tutta loro. nella<br />

stessa zona acquista <strong>il</strong> terreno su cui gettare le fondamenta:<br />

la domenica quell’area diviene un punto<br />

d’incontro tra i paesani che aiutano i D’Onofrio nel<br />

loro progetto, stretti negli affetti quando a tavola<br />

con la pastasciutta ci si riscopre <strong>it</strong>aliani. appena<br />

una stanza diventa vivib<strong>il</strong>e si trasferiscono nella<br />

nuova ab<strong>it</strong>azione, anche se mancano i pavimenti<br />

e gli intonaci sono grezzi. Sono momenti duri per<br />

i D’Onofrio, che con spir<strong>it</strong>o di sacrificio affrontano<br />

la v<strong>it</strong>a e accolgono maria luisa, la secondogen<strong>it</strong>a,<br />

mentre la comun<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana (e minturnese) cresce.<br />

16<br />

per assunta arriva <strong>il</strong> momento di frequentare la<br />

scuola e l’antipatia nei confronti dello spagnolo la<br />

indirizza verso un’insegnante privata per eliminare<br />

la confusione tra le due lingue. a scuola scopre un<br />

mondo chiamato argentina, viene a contatto con i<br />

coetanei che non sono teneri con gli ‘<strong>it</strong>aliani morti<br />

di fame’. «Tanos muertos de hambre era <strong>il</strong> nomignolo<br />

che ci affibbiavano –riprende-, era un insulto<br />

feroce che faceva male e che non ho mai dimenticato.<br />

E forse mai perdonato». Sono gli anni dell’ut<strong>il</strong>izzo<br />

del cocoliche (<strong>il</strong> mix di dialetto <strong>it</strong>aliano con<br />

la lingua spagnola) per accorciare le distanze. Ma<br />

è nel proprio microcosmo che la comun<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana<br />

vive la sua v<strong>it</strong>a, dove i momenti liberi sono dedicati<br />

alla musica, col padre che soffia nel clarinetto e zio<br />

Francesco pizzica <strong>il</strong> mandolino con tutti attorno a<br />

intonare canzoni e ad ascoltare storie che rimandano<br />

alla propria terra: alla guerra, ai lupi mannari<br />

o alle part<strong>it</strong>e di calcio giocate a campo guerino.<br />

«ard<strong>it</strong>i e valorosi i giocatori giocano precisi<br />

e veloci per non farsi mai scartare, con D’Onofrio,<br />

Bruno e Vento che son buoni per segnar, e ogni<br />

cuore si restringerà, russo stai attento a bloccare,<br />

Ionta non la fate passare, D’Aquinto che sei l’osso<br />

più duro nella mediana c’è un muro di cinta che<br />

non si spezzerà, atleti ripetete a questo tono che<br />

<strong>il</strong> Campo Guerino vale più di un tesoro» intona a


memoria. gli <strong>it</strong>aliani fanno quadrato, celebrano la<br />

domenica incontrandosi: provengono da san Justo,<br />

da Remedios de Escalada, da Azul, che dista 130<br />

Km. da Aires ma «era chiamata ‘la piccola Scauri’<br />

per la nostra forte presenza. Spesso però ci riunivamo<br />

a lanos, a casa di giovanni treglia, perché<br />

aveva un piccolo emporio aperto la domenica...».<br />

E finalmente giunge <strong>il</strong> 1963. «Ad agosto tornai per<br />

la prima volta in <strong>it</strong>alia –ricorda assunta-. mio padre<br />

lavorava come meccanico per una compagnia<br />

aerea, che gli offrì due posti: ero al settimo cielo.<br />

Per l’occasione comprai un prendisole bianco con<br />

la giacca blu, sandali bianchi e calze di seta». L’arrivo<br />

a Scauri si consuma con zio Armando, che è<br />

tornato in <strong>it</strong>alia, perché la moglie, nannina, aveva<br />

troppa nostalgia. «La mattina dopo mi recai finalmente<br />

a tremensuoli, nella casa dove ero nata, incontrando<br />

gli altri zii e i cugini. E poi la chiesa di<br />

san nicandro, sempre al centro dei nostri discorsi<br />

in Argentina...», ricorda oggi con un f<strong>il</strong>o di emozione.<br />

Il papà di Assunta manca dall’Italia da 14<br />

anni, fac<strong>il</strong>e immaginare la gioia tra i parenti, estesa<br />

a quella nipotina, che riceve regali e attenzioni.<br />

«Vedo le scene n<strong>it</strong>ide ancora oggi –riavvolge i ricordi<br />

assunta-: mio nonno, seduto sul muretto, che<br />

mi regala una catenina d’oro con un crocifisso, zio<br />

Adolfo che mi consegna una sp<strong>il</strong>la e zia Giuseppi-<br />

17<br />

na un anello, doni che conservo ancora».<br />

la v<strong>it</strong>a va avanti. «la nostra v<strong>it</strong>a trascorreva parallela<br />

attraverso due esatte metà –riprende-, una<br />

metà nel luogo di residenza e l’altra nella lontana<br />

Italia: è come avere due Patrie e due bandiere.<br />

noi, emigrati, abbiamo sempre avuto un bagaglio<br />

di coraggio, speranze e <strong>il</strong>lusioni, ma soprattutto <strong>il</strong><br />

culto del lavoro». Diventa sub<strong>it</strong>o donna Assunta, a<br />

18 anni perde l’amata madre e si divide tra la conduzione<br />

domestica e <strong>il</strong> lavoro in una d<strong>it</strong>ta tess<strong>il</strong>e:<br />

nella fabbrica, messa su da un <strong>it</strong>aliano, conosce<br />

Angelo, originario di Treviso, e sboccia l’amore.<br />

Sono anche generazioni di emigranti che si incontrano,<br />

dato che <strong>il</strong> futuro mar<strong>it</strong>o è figlio di veneti che<br />

sbarcarono a Rio de la Plata già nel 1927. «È col<br />

mio angelo che recuperai la voglia di vivere –continua-.<br />

avevamo entrambi 22 anni e ci sposammo nel<br />

1969, andando ad ab<strong>it</strong>are in una stanza della mia<br />

casa. E dopo 2 anni nacque Marcello Oscar». Le<br />

esigenze della famiglia crescono e così nel 1971 i<br />

suoceri offrono una sistemazione più confortevole:<br />

nella loro dimora insiste una stanza più grande dotata<br />

di cucina. angelo, per<strong>it</strong>o meccanico, comincia<br />

a lavorare anche 12 ore al giorno per concretizzare<br />

<strong>il</strong> sogno di possedere una casa propria: siamo<br />

nel 1973, anno in cui nasce Diego Leandro. E la<br />

v<strong>it</strong>a si ripete come un cerchio: «tutto procede velo-


ce: i nostri sacrifici, i racconti delle tradizioni ai ragazzi<br />

che crescevano, la nostalgia dell’Italia. E poi<br />

le nostre famiglie che si riunivano proprio come era<br />

avvenuto anni prima con quelle dei nostri gen<strong>it</strong>ori».<br />

gli argomenti non mancano, soprattutto alla luce di<br />

un’Italia che muta <strong>il</strong> suo status, che vive i suoi momenti<br />

esaltanti rappresentati dal boom economico<br />

«che ci riempie d’orgoglio. Ad ogni cambiamento<br />

ci siamo sent<strong>it</strong>i parte dell’Italia, perchè <strong>il</strong> sacrificio<br />

fatto da noi emigrati aveva contribu<strong>it</strong>o e contribuiva<br />

al progresso della nostra Terra Madre». Ma gli<br />

imprevisti sono in agguato, in argentina gli artigli<br />

dell’operazione Condor generano la d<strong>it</strong>tatura dei<br />

Colonnelli spazzando via una generazione con l’inizio<br />

della notte delle mat<strong>it</strong>e spezzate: è <strong>il</strong> marzo<br />

del 1976, la famiglia D’Onofrio vive momenti di<br />

grandi indecisioni e timori, a stretto contatto con gli<br />

squadroni della morte, col dramma dei desaparecidos<br />

e col dolore inconsolab<strong>il</strong>e delle madri di plaza<br />

de Mayo. «Prima elimineremo i sovversivi, poi i<br />

loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente<br />

quelli che resteranno indifferenti e infine<br />

gli indecisi» amava annunciare <strong>il</strong> presidente della<br />

junta m<strong>il</strong><strong>it</strong>are Videla. Il clima è di autentico terrore.<br />

«Crescevano i figli ma aumentavano anche le<br />

preoccupazioni –racconta Assunta-, <strong>il</strong> futuro si prevedeva<br />

scuro, non esistevano alternative possib<strong>il</strong>i:<br />

18<br />

avevamo due bambini ancora piccoli e un panorama<br />

che non garantiva nulla, tutto questo accresceva<br />

la paura del domani. La ver<strong>it</strong>à è che non siamo<br />

stati coraggiosi come i nostri gen<strong>it</strong>ori e qui abbiamo<br />

sbagliato, perché memori dei loro sacrifici avremmo<br />

dovuto seguire le loro orme. in quel periodo le<br />

cose sono precip<strong>it</strong>ate, l’economia in dissesto, ogni<br />

anno peggio del precedente». Fino a quando quel<br />

coraggio che si era sbiad<strong>it</strong>o riaffiora e nell’ottobre<br />

del 1998 Assunta e Angelo emigrano nel Trevigiano:<br />

«ma ricominciare a 51 anni è stata durissima»,<br />

ammette senza tanti giri di parole. Stringendo denti<br />

e cuore <strong>il</strong> calvario di due patrie e due bandiere<br />

si trasforma di nuovo in id<strong>il</strong>lio un anno e mezzo<br />

fa, quando i due rientrano stab<strong>il</strong>mente a mar del<br />

Plata, dove i ragazzi sono diventati nel frattempo<br />

uomini: Marcello Oscar è impiegato al municipio<br />

mentre Diego Leandro è gestore di una compagnia<br />

di carte di cred<strong>it</strong>o. Oggi, Assunta è presidente<br />

dell’associazione ‘Famiglia Laziali Un<strong>it</strong>i di Mar del<br />

Plata e dintorni’. «Conserviamo le tradizioni ma è<br />

<strong>il</strong> futuro che ci interessa –sorride-. come sempre,<br />

ci troviamo tutti a tavola davanti a un piatto di bucatini<br />

all’amatriciana: è <strong>il</strong> nostro modo di sentirci<br />

<strong>it</strong>aliani e di trovare le soluzioni ai problemi».


La famiglia D’Onofrio al gran completo: i figli<br />

marcello oscar e diego leandro, la signora<br />

Assunta e <strong>il</strong> mar<strong>it</strong>o Angelo, più i nipoti; Angela<br />

che tiene un discorso durante una riunione<br />

delle famiglie laziali all’interno dell’Associazione<br />

laziale del Mar del Plata; scene di momenti<br />

conviviali durante una di queste riunioni.<br />

19


l<br />

a<br />

quelle di:<br />

legge regionale 31 luglio 2003 n. 23 “Inter-<br />

venti in favore dei laziali emigrati all’estero e<br />

dei loro fam<strong>il</strong>iari” ha come final<strong>it</strong>à prior<strong>it</strong>arie<br />

- tutelare l’ident<strong>it</strong>à culturale;<br />

- mantenere e rinsaldare <strong>il</strong> legame degli emigrati con<br />

la terra d’origine, <strong>il</strong> rapporto con la loro cultura anche<br />

in concorso con altre regioni, enti ed ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche<br />

e private operanti nel settore dell’emigrazione, sia<br />

attraverso iniziative e manifestazioni culturali e sociali<br />

all’estero;<br />

- favorire interscambi culturali;<br />

- promuovere iniziative all’estero dirette alla diffusione<br />

la relazione<br />

Pol<strong>it</strong>iche per l’emigrazione<br />

20<br />

della conoscenza del patrimonio, storico, culturale, artistico,<br />

economico, ambientale e sociale della regione;<br />

- agevolare forme di attiv<strong>it</strong>à promozionali nei settori<br />

produttivi organizzate all’estero con <strong>il</strong> concorso delle<br />

associazioni di emigrati. La Regione interviene, altresì,<br />

a favore degli emigrati che intendano rientrare defin<strong>it</strong>ivamente<br />

nel Lazio agevolandone, con interventi di<br />

prima assistenza, <strong>il</strong> reinserimento sociale e produttivo.<br />

Inoltre, promuove e sostiene l’associazionismo tra gli<br />

emigrati laziali come strumento di partecipazione alla<br />

pol<strong>it</strong>ica regionale e momento di aggregazione delle<br />

comun<strong>it</strong>à laziali all’estero.<br />

La programmazione regionale in materia di emigra-


zione è articolata attraverso:<br />

- Adozione con deliberazione di Giunta, previo parere<br />

della Consulta regionale per l’emigrazione e passaggio<br />

nella competente commissione cons<strong>il</strong>iare del programma<br />

triennale degli interventi;<br />

- Aggiornamento annuale dello stesso con pianificazione<br />

degli interventi secondo le disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di b<strong>il</strong>ancio.<br />

non essendo stato ancora adottato <strong>il</strong> nuovo programma<br />

triennale degli interventi previsto dalla l.r. 23/03<br />

sono stati assunti come riferimento per la ripartizione<br />

delle risorse i cr<strong>it</strong>eri, precedentemente, adottati dalla<br />

Giunta con <strong>il</strong> programma triennale 2007/2009 di cui<br />

alla D.G.R. n. 60/07.<br />

In tal modo si è potuto procedere a:<br />

• ripartizione delle somme ai Comuni del Lazio per<br />

interventi socio assistenziali per gli emigrati che rientrano<br />

defin<strong>it</strong>ivamente sul terr<strong>it</strong>orio regionale (det. Dir.<br />

n. D4266 del 14 ottobre 2010 e det. Dir. DB5116 del<br />

28.10.2010 Importo complessivo € 187.958,44. Cap.<br />

H43504)<br />

• Finanziamenti per la realizzazione di corsi di lingua<br />

<strong>it</strong>aliana per giovani discendenti di emigrati di origine<br />

laziale di cui € 38.500,00 alla Dante Alighieri per la<br />

realizzazione di corsi in Argentina det. Dir. DB5125<br />

del 28.10.2010 ed € 20.000,00 al COASIT per la realizzazione<br />

di corsi in Australia- det. Dir. D5166 del<br />

21<br />

28.10.2010 Cap. H43506;<br />

• Realizzazione di un evento artistico culturale in<br />

Nord America in favore delle comun<strong>it</strong>à laziali ivi residenti<br />

€ 241.500,00 Cap H43506 (Det - dir. D5280<br />

del 29.10.2010)<br />

• Finanziamenti alle Associazioni regionali operanti<br />

all’estero iscr<strong>it</strong>te al registro regionale di cui alla<br />

L-R. 23/03 art. 6 per un importo complessivo di €<br />

20.000,00 Cap. H43505 per la realizzazione di specifiche<br />

progettual<strong>it</strong>à finalizzate a:<br />

- alla valorizzazione delle prospettive professionali dei<br />

giovani residenti all’estero e alla loro cresc<strong>it</strong>a culturale;<br />

- alla diffusione della lingua <strong>it</strong>aliana, nei paesi ove la<br />

Regione non ha già in corso collaborazioni con appos<strong>it</strong>i<br />

enti formativi;<br />

- alla promozione del patrimonio storico, ed culturale<br />

e artistico della Regione; aff<strong>it</strong>to sede dell’associazione;<br />

- acquisto personal computer per l’attiv<strong>it</strong>à dell’associazione;<br />

- attiv<strong>it</strong>à di comunicazione delle Federazioni.<br />

Ai sensi della L.R. 12/90 si è provveduto al rimborso ai<br />

Comuni del Lazio del rimborso delle somme anticipate<br />

per l’erogazione dell’indenn<strong>it</strong>à di mancato guadagno<br />

agli emigrati laziali residenti all’estero per la partecipazione<br />

alle consultazioni elettorali regionali ed amministrative.<br />

Importo € 105.665, 67- Spesa obbligatoria


Cap. R15402 (det. Dir. D3660 del 14.09.2010).<br />

Ai sensi della L.R.23/03, art. 12 si è provveduto con<br />

det. Dir. D3661 del 14.09.2010 al rimborso delle spese<br />

di trasferta ammesse, per i rappresentanti esteri del<br />

Com<strong>it</strong>ato esecutivo della Consulta regionale per l’emigrazione,<br />

riun<strong>it</strong>osi in data 22.05.2008 e in data<br />

09.10.2009.<br />

Adozione D.G.R. n. 378 del 07.08.2010 concernente<br />

Iscrizione registro regionale delle associazioni rappresentative<br />

operanti all’estero. Verifica di ufficio e aggiornamento<br />

dati del registro.<br />

Il 27, 28 e 29 novembre 2009 si è tenuta la V conferenza<br />

regionale per l’emigrazione, preceduta da quattro<br />

pre-conferenze continentali. Questo appuntamento,<br />

dopo gli importanti cambiamenti pol<strong>it</strong>ici, ist<strong>it</strong>uzionali e<br />

legislativi in materia di emigrazione, ha rappresentato<br />

un momento di verifica con i diretti interessati delle pol<strong>it</strong>iche<br />

regionali e di confronto propos<strong>it</strong>ivo per la programmazione<br />

futura.<br />

Si è proceduto alla correzione degli interventi registrati,<br />

ai fini della stampa degli atti finali prodotti dalla<br />

V Conferenza, importanti ed indicativi per <strong>il</strong> prossimo<br />

programma triennale, in particolare, su alcune<br />

tematiche r<strong>it</strong>enute prior<strong>it</strong>arie: ruolo comun<strong>it</strong>à laziali<br />

e associazionismo estero, lingua, cultura, informazione,<br />

comunicazione, rapporti intragenerazionali,<br />

formazione professionale, imprend<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à.<br />

22<br />

Prior<strong>it</strong>à dell’area<br />

Programma degli interventi in materia di emigrazione<br />

(l.r. 23/03)<br />

<strong>il</strong> programma dovrà individuare:<br />

• la tipologia degli interventi attuati direttamente dalla<br />

regione;<br />

• la tipologia degli interventi di competenza dei comuni<br />

e i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per <strong>il</strong> relativo finanziamento;<br />

• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la concessione dei contributi<br />

previsti art. 7 L.R. 23/03 a favore delle associazioni;<br />

• la tipologia degli interventi eventualmente attuab<strong>il</strong>i<br />

da altri enti o organismi e i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per <strong>il</strong><br />

relativo finanziamento;<br />

• le indicazioni di prior<strong>it</strong>à geografiche per la realizzazione<br />

degli interventi, che tengano conto delle realtà<br />

socio economiche dei paesi di accoglimento, priv<strong>il</strong>egiando<br />

le s<strong>it</strong>uazioni di maggiore difficoltà economica<br />

degli emigrati;<br />

• i cr<strong>it</strong>eri di ripartizione delle risorse previste nel b<strong>il</strong>ancio<br />

regionale per tipologie di intervento;<br />

• le modal<strong>it</strong>à per la verifica dello stato di attuazione<br />

degli interventi e per l’eventuale revoca dei finanziamenti<br />

o dei contributi.<br />

si dovranno inoltre, porre in essere le attiv<strong>it</strong>à relative a:<br />

• Rinnovo rappresentanti Consulta regionale per l’emigrazione<br />

• Rinnovo rappresentanti Consulta regionale per


l’immigrazione.<br />

• Gestione convenzione con la Dante Alighieri e<br />

<strong>il</strong> CO.AS.IT avente ad oggetto la realizzazione, rispettivamente<br />

in argentina e canada, dei corsi di<br />

lingua <strong>it</strong>aliana.<br />

• Gestione del progetto sperimentale promosso in<br />

Argentina “Lazio in the World” tram<strong>it</strong>e convenzione<br />

con l’Univers<strong>it</strong>à Alma Mater Studiorum di Bologna,<br />

sede di Buenos Aires. Per favorire la creazione di<br />

una rete priv<strong>il</strong>egiata a livello di mercato di scambi<br />

e relazioni in alcuni settori produttivi di eccellenza,<br />

tra le realtà imprend<strong>it</strong>oriali regionali e quelle di origine<br />

<strong>it</strong>aliana – laziale attive in Argentina.<br />

• Verifica delle rendicontazioni presentate dalle<br />

Associazioni per le progettual<strong>it</strong>à di cui all’art. 7<br />

L.R. 23/03.<br />

• Gestione Accordo di Programma con <strong>il</strong> Ministro<br />

del lavoro e solidarietà sociale.<br />

Convenzione con l’Ufficio scolastico regionale e la<br />

scuola dallo stesso individuata per la realizzazione<br />

dei corsi di lingua <strong>it</strong>aliana. mon<strong>it</strong>oraggio del progetto;<br />

verifica e rendicontazione.<br />

• Impresa sociale<br />

Chiusura bando 2008<br />

nuovo Bando impresa sociale nei settori del turismo<br />

sociale e gestione fattorie sociali<br />

• Progetto Tages mutter<br />

23<br />

Chiusura progetto sperimentale tram<strong>it</strong>e la verifica<br />

delle rendicontazioni.<br />

Elaborazione linee guida per i Comuni per l’attivazione<br />

di servizi di nido fam<strong>il</strong>iare.<br />

• Progetti tratta<br />

Elaborazione della rete sul terr<strong>it</strong>orio regionale dei<br />

servizi in favore delle v<strong>it</strong>time di tratta.<br />

Si dovrà, inoltre, dare attuazione al POR FSE Lazio<br />

2007-2013 Asse III “Inclusione Sociale“ e Asse V<br />

“Transnazional<strong>it</strong>à e Interregional<strong>it</strong>à” attraverso la<br />

programmazione del PET e l’emanazione dei relativi<br />

bandi per la presentazione di progetti.<br />

•A marzo 2011 è stata approvata in Giunta la delibera<br />

che stab<strong>il</strong>isce nuovi requis<strong>it</strong>i per l’iscrizione al<br />

‘Registro regionale delle associazioni che operano<br />

in favore degli emigrati laziali’ e per l’ottenimento<br />

dei fondi regionali. Finalizzati 240m<strong>il</strong>a euro per<br />

un progetto di comunicazione per i laziali emigrati<br />

all’estero, col quale valorizzare <strong>il</strong> nostro patrimonio<br />

culturale e sostenere <strong>il</strong> processo di internazionalizzazione<br />

degli aspetti produttivi d’eccellenza<br />

della nostra regione.


le sorelle r<strong>it</strong>tika rajinder, rachna devi,<br />

asha rani e gurpreet Kaur, la maggiore;<br />

<strong>il</strong> papà, Tarsem Lal, nel Punjab m<strong>il</strong><strong>it</strong>are dell’eserc<strong>it</strong>o<br />

oggi agricoltore; Krishna devi, la madre,<br />

assorta all’interno del tempio di Sabaudia.<br />

24


testi di Francesco antonelli _ foto di claudio mercuri<br />

la terra delle cinque acque è lontana. Dal pont<strong>il</strong>e<br />

gli sguardi incollati sulle acque risplendono<br />

oltre i raggi delle ruote delle biciclette. lo<br />

specchio del lago di paola avvolto dalla macchia<br />

verde e la lingua di sabbia che poi ti intima di affacciarti<br />

al mare rimandano occhi e cuore verso<br />

quella terra che amplifica acqua e frutti già dal<br />

suo nome. punj aab. cinque acque. punjab questo<br />

significa: Satluj, Ravi, Bias, Chenab e Jehlam i cinque<br />

fiumi che lo attraversano. Tarsem Lal ha lasciato<br />

la famiglia a hoshiarpur, popolosa c<strong>it</strong>tà<br />

(148m<strong>il</strong>a anime) del Punjab indiano, ha svest<strong>it</strong>o la<br />

divisa m<strong>il</strong><strong>it</strong>are dell’eserc<strong>it</strong>o nazionale e si è lascia-<br />

immigrazione<br />

25<br />

le terre delle acque<br />

to col congedo quel confine d<strong>il</strong>aniato da tensioni<br />

tra Pakistan e India. Dopo vent’anni ha deciso di<br />

guardare oltre i cinque fiumi, decidendo di non<br />

affacciarsi più nelle acque del Chenab con la sua<br />

imponente centrale idroelettrica, e <strong>il</strong> ravi, sulle cui<br />

acque si è combattuta la battaglia dei dieci Re,<br />

come narrato nei sapienti inni sacri rgveda, fondamento<br />

di quella compless<strong>it</strong>à religiosa e f<strong>il</strong>osofica<br />

che è l’Induismo. Lo sguardo alla fine ha abbracciato<br />

l’Italia, Brescia, da principio, dove già<br />

anni prima aveva trovato rifugio e conforto <strong>il</strong> fratello,<br />

fino a quando un incontro fortu<strong>it</strong>o con un<br />

indù lo ha convinto a trasferirsi in una comun<strong>it</strong>à


più grande, in una terra fert<strong>il</strong>e quanto quella lasciata.<br />

Non si tratta di piantagioni a perd<strong>it</strong>a d’occhio<br />

di cotone, né di terreni punteggiati da canna<br />

da zucchero, orzo e frumento come quelli nostalgici<br />

del punjab. stavolta i campi coltivati vengono<br />

sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da alberi da frutta, meloni e cocomeri,<br />

ortaggi e verdure, primizie che affondano le proprie<br />

radici lungo i terreni arati in questi luoghi baciati<br />

da sole e vento, una volta regno paludoso<br />

oggi terra anch’essa fert<strong>il</strong>e. «Sabaudia e questa<br />

zona un poco ricordano i terreni coltivati del<br />

Punjab ma la nostalgia è nascosta nei nostri cuori».<br />

Parla poco Tarsem Lal, si fa aiutare e sostenere<br />

nel dialogo da r<strong>it</strong>tika rajinder, la discola di<br />

casa, 15 anni, un diploma di terza media da ottenere<br />

a fronte di una vivac<strong>it</strong>à tutta occidentale. <strong>il</strong><br />

Tempio d’Oro della c<strong>it</strong>tà sacra di Amr<strong>it</strong>sar è lontanissimo,<br />

così come gli affetti: allora tarsem decide<br />

di chiamare a sé dopo due anni anche tutta la sua<br />

famiglia, incoraggiato dal numero maggiore di<br />

euro guadagnati rispetto al regolare scarseggiare<br />

di rupie. E così in un attimo ecco materializzarsi<br />

l’amata consorte, Krishna Devi, 46 anni, e tutta la<br />

nidiata: Gurpreet Kaur, 22 anni, Rachna Devi, 20<br />

anni, Asha Rani, 17, Satish Kumar, 16 anni, l’unico<br />

maschio, e poi, appunto, r<strong>it</strong>tika. «cosa ci piace di<br />

più di questo terr<strong>it</strong>orio e dell’Italia? – sorride col<br />

26<br />

suo <strong>it</strong>aliano biascicato e tradotto da r<strong>it</strong>tika – che<br />

qui la legge è davvero uguale per tutti, questo mi<br />

ha colp<strong>it</strong>o molto. Purtroppo, avete una burocrazia<br />

lenta». E per chi è straniero in terra straniera, con<br />

tutte le difficoltà che incontra nell’oggi e nel domani,<br />

risulta un ostacolo più insormontab<strong>il</strong>e delle<br />

montagne dell’Himalaya, da dove nascono <strong>il</strong> Ravi<br />

e <strong>il</strong> chenab. eppure agli imprevisti <strong>il</strong> padre famiglia<br />

è ab<strong>it</strong>uato: gli scontri a fuoco con i fratelli<br />

pakistani condivano parte del quotidiano, i tre<br />

baffi da sottufficiale che gli griffavano la divisa<br />

indiana non lo mettevano certo al riparo da un<br />

proiett<strong>il</strong>e bastardo. Del resto, da quando nel 1947<br />

india e pakistan hanno tagliato in due questo stato<br />

agricolo particolarmente fert<strong>il</strong>e e appetib<strong>il</strong>e, i problemi<br />

sono incominciati a sorgere all’ordine del<br />

minuto, acu<strong>it</strong>i dalle clausole del trattato delle acque<br />

dell’Indo che spesso vengono interpretate ora<br />

dall’una ora dall’altra parte in un modo apparentemente<br />

non equ<strong>il</strong>ibrato. Ora non avverte più la<br />

sol<strong>it</strong>udine <strong>il</strong> capofamiglia, ha riun<strong>it</strong>o attorno a sé<br />

quel focolare domestico che aveva lasciato a hoshiarpur<br />

e ha permesso ai suoi figli anche di studiare,<br />

accelerando così quel processo di integrazione,<br />

consentendogli di trasformarlo in un<br />

percorso naturale. Se R<strong>it</strong>tika si impegna con prof<strong>it</strong>to<br />

a scuola, Satish ‘Sani’ ha abbracciato <strong>il</strong> primo


dei tre anni di studio in termoidraulica presso <strong>il</strong><br />

centro di formazione ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla Regione Lazio<br />

a Latina Scalo, ma questo non sta a significare che<br />

<strong>il</strong> ragazzo non contribuisca a rimpinguare <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio<br />

fam<strong>il</strong>iare: nel weekend si giostra tra la cucina<br />

e i tavoli dei ristoranti sulle dune, fac<strong>il</strong><strong>it</strong>andogli anche<br />

quella socializzazione coi coetanei, che poi si<br />

concretizza nella convocazione in diverse part<strong>it</strong>elle<br />

a calcio, momento in cui viene esaltata l’integrazione.<br />

Nell’accogliente casa di Tarsem, alle<br />

porte di sabaudia, chi non si applica sui libri lo<br />

trovi impegnato dalla mattina al pomeriggio, a seconda<br />

delle stagioni, nei campi e nelle serre delle<br />

numerose aziende agricole del terr<strong>it</strong>orio, combattendo<br />

con ravanelli, carote, melanzane, cetrioli,<br />

zucchine in quei terreni che si estendono tra la<br />

c<strong>it</strong>tà razionalista e le campagne che si spingono<br />

fino alla periferia di Latina. Così è stato <strong>il</strong> destino<br />

di Asha, che ha frequentato fino al secondo anno<br />

dell’ist<strong>it</strong>uto tecnico Marconi del capoluogo ma poi<br />

ha prefer<strong>it</strong>o le levatacce per <strong>il</strong> lavoro agricolo.<br />

eccola qui la spessa linea che li tiene legati e collegati<br />

all’amato Punjab: la terra, <strong>il</strong> lavoro nei campi,<br />

la frutta, la verdura e gli ortaggi. e la religione.<br />

Già, in questo fazzoletto fert<strong>il</strong>e di terra,<br />

soleggiato come poche altre parti d’Europa, sembra<br />

che si siano dati appuntamento tutti gli indiani<br />

27<br />

per dedicarsi all’agricoltura, a quel comparto<br />

economico che qui è espressione naturale. Sono<br />

circa 7m<strong>il</strong>a, sparsi tra le campagne di Terracina,<br />

san Felice circeo e sabaudia, e in centinaia si riuniscono<br />

la domenica mattina per condividere le<br />

preghiere nel tempio –proprio di fronte alla caserma<br />

contraerea Casaca-, dove si dialoga, si riflette,<br />

si mangia. e dove ti accolgono. come d<strong>il</strong>lon, <strong>il</strong><br />

padre spir<strong>it</strong>uale di questa comun<strong>it</strong>à. Non c’è differenza:<br />

qui sikh e indù (la famiglia di Tersam è tale,<br />

che rappresenta a sua volta circa <strong>il</strong> 40% della popolazione<br />

del Punjab) si fondono in nome del<br />

Veda, <strong>il</strong> grande insieme dei testi religiosi. non<br />

devi appartenere per forza a un’interior<strong>it</strong>à induista<br />

o sikh (turbanti e barba lunga sono segni inequivocab<strong>il</strong>i<br />

per indicare quest’ultimi) per varcare<br />

la soglia della loro chiesa, l’importante è che le<br />

scarpe restino fuori, che <strong>il</strong> capo sia coperto da<br />

una bandana o da un fazzoletto e che l’abluzione<br />

delle mani sia effettuata. ma non pensiate che <strong>il</strong><br />

rigore sia dominante in questo tempio che richiama<br />

l’epopea dorata della sacra Amr<strong>it</strong>sar, dove le<br />

donne siedono da una parte e gli uomini si accovacciano<br />

dall’altra: <strong>il</strong> tr<strong>il</strong>lare dei telefonini cellulari<br />

si rincorre tra le d<strong>it</strong>a di sikh e indù assieme al<br />

chiacchiericcio continuo mentre <strong>il</strong> Baba conduce <strong>il</strong><br />

sacro r<strong>it</strong>o e si apre a prediche di fratellanza. È in


questo luogo sacro, arredato alla bell’e meglio<br />

con moquette di second’ordine e riscaldato con<br />

funghi efficaci, che si potrebbero anche stringere<br />

futuri rapporti fam<strong>il</strong>iari, con la scelta dello sposo<br />

per la propria figlia da parte dei gen<strong>it</strong>ori, come<br />

avviene per gurpreet, che a breve volerà in india<br />

per conoscere <strong>il</strong> proprio mar<strong>it</strong>o. Tradizioni che<br />

non tramontano queste, dove la sever<strong>it</strong>à e <strong>il</strong> rigore<br />

vengono testimoniate dalle occhiatacce di termir<br />

alle figlie quando temporeggiano fuori dal tempio,<br />

poichè un fidanzamento al di fuori di queste<br />

regole non è affatto tollerato e concep<strong>it</strong>o. Ma<br />

qualche occhiata fugace viene scambiata da ragazze<br />

e ragazzi all’interno di un’improvvisata<br />

mensa dove è ammesso <strong>il</strong> consumo di carne di pollo<br />

e capra (giammai di maiale e v<strong>it</strong>ella o di pesce),<br />

abbondante riso, razioni di lenticchie profumate<br />

con aglio, cipolla, kerry e peperoncino, più<br />

una mistura di the e latte. Non è quindi solo la<br />

preghiera a mantenere saldo quel ponte di collegamento<br />

esistente con la terra natìa, ma anche le<br />

tradizioni della tavola. “Quando torneremo in<br />

Punjab? A breve”, allarga le braccia Tersam. Così<br />

potrà ricongiungersi ai propri gen<strong>it</strong>ori, a cui invia<br />

ogni mese risparmi che ammontano a 300 euro,<br />

consentire a gurpreet, la primogen<strong>it</strong>a, di andare<br />

in sposa, accogliere nella casa di sabaudia anche<br />

28<br />

<strong>il</strong> futuro genero ed eventualmente tutta la sua famiglia,<br />

perché qui hanno deciso di piantare le proprie<br />

radici, forti come quelle delle piante che contribuiscono<br />

alla loro v<strong>it</strong>a. ma resta fermo un<br />

cruccio nel disegno di Tersam, un tarlo fisso che gli<br />

toglie <strong>il</strong> sonno e gli ara profondi solchi sulla fronte.<br />

Un mutuo. Un mutuo per acquistare una casa<br />

qui in Italia. E la banca di fronte alle sue insistenze<br />

gli chiede un contratto a tempo indeterminato.<br />

Brutta cosa la burocrazia per chi non si risparmia<br />

lavorando tutto <strong>il</strong> giorno.


29<br />

satish Kumar, 16 anni, studente<br />

di idraulica, insieme alle sorelle; la famiglia<br />

di tarsem e Krishna in casa; la preghiera al tempio e,<br />

nella pagina accanto d<strong>il</strong>lon, riconosciuto<br />

capo spir<strong>it</strong>uale della comun<strong>it</strong>à indiana.


30<br />

Bomar è nato a Komise, Marocco, nel 1980.<br />

Da 4 anni è in Italia e ha fatto i lavori più<br />

disparati prima di accedere alla sanatoria<br />

come badante per essere regolarizzato.<br />

collabora attivamente anche<br />

in una pescheria come commesso.


testi di gian luca campagna _ foto di claudio mercuri<br />

dalle sue parti le montagne non sono incantate<br />

e non hanno occhi, bocca e naso rivolti all’insù.<br />

E non sono puntellate nemmeno da una<br />

macchia verde rigogliosa. eppure la nostalgia di tanto<br />

in tanto si impadronisce di questo ragazzo marocchino<br />

di trent’anni, lontano dagli affetti e soprattutto<br />

dalla sua terra. Bomar sono 4 anni che non respira <strong>il</strong><br />

vento e la sabbia del suo marocco. È part<strong>it</strong>o con un<br />

carico di speranze m<strong>il</strong>le giorni fa come tanti suoi conterranei<br />

da Komise, una c<strong>it</strong>tà come tante, con <strong>il</strong> suo<br />

carico di dign<strong>it</strong>à e di decoro, con però lo ieri uguale<br />

all’oggi e al domani, dove lo scorrere del tempo ha<br />

un significato relativo. Bomar ha lasciato le <strong>il</strong>lusioni di<br />

immigrazione<br />

31<br />

Mal d’Africa<br />

una v<strong>it</strong>a migliore percorrendo molta strada e macinando<br />

k<strong>il</strong>ometri e cambiando lavori in ogni momento<br />

che lo r<strong>it</strong>eneva opportuno, per cercare di costruirsi un<br />

futuro chiamato domani più dign<strong>it</strong>oso e decoroso di<br />

quello lasciato a Komise. e così ha abbandonato i<br />

sogni con la stessa fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à con cui ha conosciuto una<br />

fatica senza fine. Ha gli occhi dolci e profondi Bomar,<br />

ma nell’animo <strong>il</strong> tormento è solo suo, lo custodisce<br />

gelosamente e lo maschera sorridendoti con la f<strong>il</strong>a di<br />

denti bianchissimi. non ti lascia penetrare, si scherma<br />

e ti tiene a deb<strong>it</strong>a distanza. Da Komise a Bolzano è<br />

stato un bel balzo per chi cercava un mondo e una<br />

dimensione differenti: ha raggiunto un cugino di 43


anni, inser<strong>it</strong>o nel tessuto sociale altoatesino impiegato<br />

come portalettere. ma <strong>il</strong> clima da conca della c<strong>it</strong>tà<br />

non fa per lui, troppa afa durante <strong>il</strong> periodo estivo e<br />

<strong>il</strong> rigido inverno non dipingono al meglio l’Italia paese<br />

del sole . Rapido cenno al parente e l’indirizzo che<br />

gli forniscono <strong>il</strong> destino e un paio di amici comuni conosciuti<br />

a Bolzano lo portano verso <strong>il</strong> mare, a San<br />

Felice Circeo, dove l’aria è più m<strong>it</strong>e e <strong>il</strong> clima è più<br />

temperato. sospeso in quel lembo di terra e acqua,<br />

abbraccia idealmente quell’Eden che aveva sognato<br />

nei pigri momenti scand<strong>it</strong>i nel bar paterno al v<strong>il</strong>laggio<br />

durante l’adolescenza. Ma la realtà non è fatta della<br />

stessa materia dei sogni e spesso è dura. La sveglia<br />

all’alba non è mai stato un problema di sorta, alle<br />

levatacce Bomar è ab<strong>it</strong>uato da sempre. Il lago di Paola<br />

non è solo uno specchio d’acqua solcato dalle<br />

vigorose e nervose pagaie dei canoisti in trance agonistica<br />

o dalle coppie in cerca sulle sponde di uno<br />

scorcio romantico per immortalare un momento sfuggente,<br />

è anche opportun<strong>it</strong>à pescosa. Bomar prende<br />

confidenza nella m<strong>it</strong><strong>il</strong>icoltura venendo a contatto con<br />

cozze e ostriche, sulla barca issa le reti col prezioso<br />

contenuto, stretto nel vivaio del lago. si siede sulla<br />

barca, si guarda attorno e vede specchiarsi in questo<br />

luogo che ha dell’incantevole anche la laguna di<br />

sabkha bou areq, dove si affaccia <strong>il</strong> porto di nador,<br />

nel nordest, vicina la Mel<strong>il</strong>la spagnola. Poco più in là<br />

32<br />

se volge lo sguardo altrove si trova a fissare le colline<br />

punteggiate di olivi, agrumi e fruttifere piante di pomodori:<br />

così come sui crinali lepini quelle stesse piante<br />

sono coricate sui colli di casa sua. L’olio. Da lui si<br />

ricava anche dall’argania, che punteggia tutta la parte<br />

ovest del suo marocco, magari qualche turista occidentale<br />

l’ha intravista nel parco nazionale di Souss<br />

massa, a sud di agadir. ma a Bomar tutto questo non<br />

basta. cerca altro. con lo sguardo va ancora altrove.<br />

così lo vedi macinare metri su metri sulla spiaggia<br />

dorata, all’ombra del Circeo, come uno dei tanti vu<br />

cumprà che colorano e rastrellano i lidi <strong>it</strong>aliani a furia<br />

di camminare. «andavamo a napoli una volta a settimana<br />

–racconta-, tornavamo carichi di stracci da rivendere<br />

a bagnanti e turisti». Tappeti, panshemine,<br />

parei, teli vengono stipati nel cofano di una vecchia<br />

mercedes per poi essere rivenduti tra sabaudia e<br />

san Felice. ecco, <strong>il</strong> circeo. le analogie corrono sul<br />

f<strong>il</strong>o dei ricordi: c’è turismo qui, turismo culturale, lo<br />

stesso che trovi a casa sua. Qui qualcuno sulla spiaggia<br />

gli chiede informazioni su V<strong>il</strong>la Domiziana o sulle<br />

fonti di lucullo, o ancora sulle mura ciclopiche o sulla<br />

torre templare, sorride dentro di sé, e rimugina sulle<br />

c<strong>it</strong>tà imperiali del suo marocco, quelle che hanno<br />

scr<strong>it</strong>to la storia dell’uman<strong>it</strong>à ancor prima degli antichi<br />

romani: le civ<strong>il</strong>tà berbere, quelle fenice, quelle arabe<br />

e poi, appunto, quelle romane che hanno dettato la


storia della sua terra, accogliendo poi la dominazione<br />

spagnola e poi quella coloniale di marca francese.<br />

e poi le spiagge, quelle della costa med<strong>it</strong>erranea, che<br />

gli richiamano alla memoria quelle dove lascia le<br />

orme. ma a Bomar questo non basta. in estate lo vedi<br />

anche aggirarsi tra gli american bar e i tavoli dei<br />

chioschi sulla spiaggia con la camicia bianca nell’inconfondib<strong>il</strong>e<br />

veste di cameriere a servire clienti. tra<br />

margar<strong>it</strong>a e daiquiri lui però preferisce <strong>il</strong> suo insost<strong>it</strong>uib<strong>il</strong>e<br />

thè alla menta, la bevanda nazionale, magari<br />

accostata a qualche ‘corna di gazzella’, <strong>il</strong> dolce dove<br />

la pasta di mandorle è fusa con i fiori d’arancio. Ma<br />

anche <strong>il</strong> lavoro di cameriere dura poco, la bella stagione<br />

termina ed è ora di ingegnarsi per reperire<br />

un’altra occupazione, magari più vantaggiosa. Così<br />

sfrutta l’opportun<strong>it</strong>à che gli concede un amico e indossa<br />

<strong>il</strong> camice bianco da macellaio. stare al bancone<br />

tra interiora di pecora, bistecche di manzo e ali di<br />

pollo gli fa crescere la nostalgia della sua terra, della<br />

sua casa, della sua famiglia. Ma quale terra? Quale<br />

casa? Papà non c’è più, zio Aziz, quello che conduce<br />

<strong>il</strong> pullman, lo cerca al pari della madre. «rimpiango<br />

<strong>il</strong> lavoro al bar di famiglia -riprende Bomar-. credevo,<br />

in sincer<strong>it</strong>à, che qui in Italia fosse tutto molto più bello,<br />

compreso <strong>il</strong> lavoro: immaginavo di trovare un altro<br />

mondo». Ma non è un lamento <strong>il</strong> suo, è una definizione<br />

pacata, ripercorrendo a r<strong>it</strong>roso con la memoria <strong>il</strong><br />

33<br />

bar adornato con le mattonelle zellij mentre si diffondono<br />

le note prodotte dal qanun, la cetra trapezoidale<br />

con le corde tese sul piano armonico di pergamena.<br />

cresce la nostalgia, aumenta quando cuore e<br />

mente lo portano lontano, quando le ombre lunghe<br />

della catena dell’Atlante coprono anche i cattivi pensieri<br />

e ti fanno amare <strong>il</strong> posto dove sei nato. È lì che<br />

nasce <strong>il</strong> moulouya, che attraversa c<strong>it</strong>tà e v<strong>il</strong>laggi e poi<br />

si getta nel Med<strong>it</strong>erraneo, ma è anche dove scende<br />

l’Oum Er-Rbia, che però ha un destino diverso e sfocia<br />

nell’Atlantico. Oggi Bomar lavora come badante<br />

presso la famiglia della pescioleria, una pescheria in<br />

un centro commerciale di sabaudia, dove collabora<br />

anche nell’attiv<strong>it</strong>à come commesso, smistando gli arrivi<br />

giornalieri di spigole, spada, crostacei e frutti di<br />

mare. Finalmente sono poco meno di tre anni che ha<br />

trovato una sua dimensione qui, dopo aver cercato<br />

una collocazione occupazionale stab<strong>il</strong>e. Non è un<br />

chiacchierone Bomar, non che non sia socievole, ma<br />

preferisce definirsi un ragazzo sol<strong>it</strong>ario, tant’è che di<br />

amici ne ha pochissimi. «Il mio migliore amico è un<br />

marocchino come me, e si chiama Omar» e sorride<br />

chiedendoti se hai compreso bene per via di quella<br />

consonante di differenza tra lui e <strong>il</strong> suo confidente.<br />

magari qualche volta ripassa a memoria qualche<br />

passo che gli ha scand<strong>it</strong>o l’adolescenza, concentrandosi<br />

su tahar Ben Jelloun, lo scr<strong>it</strong>tore franco-maroc-


chino da sempre in lotta contro <strong>il</strong> razzismo che nei<br />

suoi romanzi esalta i r<strong>it</strong>i tradizionali della sua terra.<br />

se ieri viveva a san Felice circeo, oggi ha trovato un<br />

appartamento al centro di sabaudia, vive da solo<br />

(«mi piace stare solo: guardo la tv <strong>it</strong>aliana, che mi<br />

piace molto, ed esco raramente»), di tanto in tanto si<br />

cucina gli spaghetti alle vongole, la sua pietanza prefer<strong>it</strong>a<br />

da quando sta qui sulla costa, ma niente a che<br />

fare col suo tajine, <strong>il</strong> piatto tradizionale delle sue parti<br />

che la madre gli preparava la domenica, un misto<br />

di patate, cipolle, carote e pomodori arricch<strong>it</strong>i da carne<br />

di mucca. la special<strong>it</strong>à, per intenderci, che prende<br />

<strong>il</strong> nome dal piatto di terracotta col tipico coperchio a<br />

forma di cono, in cui si cuoce –e si serve- carne in<br />

umido arricch<strong>it</strong>a da un intenso mix di aromi ottenuti<br />

dalle spezie. Certo, quando cadono le festiv<strong>it</strong>à invece<br />

di un ormai fam<strong>il</strong>iare rombo, pezzogna e fragolino,<br />

Bomar vorrebbe tanto inebriarsi dei profumi e del sapore<br />

del mechoui, ovvero l’intera pecora cotta al forno,<br />

completamente cosparsa di burro naturale: in<br />

questo modo le distanze col suo Paese sarebbero a<br />

dir poco azzerate. Allevia un poco la sua sol<strong>it</strong>udine<br />

con <strong>il</strong> ripassare mentalmente la geografia del suo Paese<br />

e le celebrazioni delle feste nazionali. L’uomo<br />

non è capace di stare solo per lunghi periodi, tant’è<br />

che oggi Bomar ha anche trovato <strong>il</strong> tempo per l’amore,<br />

cosa che in passato non gli aveva ostacolato <strong>il</strong><br />

34<br />

desiderio di raggiungere una v<strong>it</strong>a diversa nel Bel paese.<br />

«Ma è appena un mese che stiamo insieme», sorride.<br />

«Se penso di formarmi una famiglia qui in Italia?<br />

Perché no? Ma non so quello che sarà domani e non<br />

ho risposte. e forse nemmeno le cerco, almeno per<br />

ora». Certo, <strong>il</strong> pensiero maggiore è rivolto alla famiglia<br />

rimasta in marocco, che non vede da 4 anni. «mi<br />

mancano le mie due sorelle, mio fratello ma soprattutto<br />

mia madre. Ecco la sua mancanza è un vuoto troppo<br />

grande nel mio cuore che non riesco a colmare»,<br />

dice a bassa voce. «Lo so anch’io che è molto che<br />

manco dalla mia terra e non saprei nemmeno descrivere<br />

come oggi si vive lì o che sta accadendo, mio<br />

fratello e le mie sorelle non possono raggiungermi e<br />

questo è molto triste», continua. Si immagina sull’aereo<br />

della royal air maroc, fare scalo obbligato a<br />

Casablanca, imboccare l’Autoroutes du Maroc, lasciarsi<br />

alle spalle le sfav<strong>il</strong>lanti c<strong>it</strong>tà della costa, dirigersi<br />

con decisione nell’entroterra, divorare quella lama<br />

d’asfalto che lo divide dagli affetti del cuore. «Ma un<br />

giorno tornerò in marocco, non so quando, ma tornerò.<br />

oggi so che voglio vivere qui a sabaudia. ma un<br />

giorno andrò per una breve vacanza, questo lo so,<br />

abbraccerò tutta la mia famiglia e stringerò finalmente<br />

mia madre».


35<br />

Bomar adora <strong>il</strong> Circeo ma è colto da mal d’Africa.<br />

gli mancano <strong>il</strong> tajine, <strong>il</strong> cielo stellato del deserto,<br />

i racconti di tahar Ben Jelloun,<br />

lo scorrere del Moulouya e la vegetazione<br />

di souss massa. ma soprattutto la famiglia.


<strong>il</strong> D.lgs. n° 286 del 25/07/98 “Testo unico delle<br />

disposizioni che riguardano la disciplina dell’immigrazione<br />

e norme sulla condizione dello straniero”<br />

stab<strong>il</strong>isce che le Regioni attuino iniziative a favore degli<br />

immigrati extracomun<strong>it</strong>ari, da inserire in programmi<br />

annuali o pluriennali, adottati a segu<strong>it</strong>o di concertazione<br />

formale fra Regione ed Enti locali, secondo<br />

quanto stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o nel regolamento di attuazione approvato<br />

con D.P.R. n. 394 del 31/08/98.<br />

La Giunta regionale con deliberazione n. 792/2008<br />

ha proceduto all’adozione del Piano di ut<strong>il</strong>izzazione<br />

degli stanziamenti provenienti dal Fondo nazionale<br />

per le pol<strong>it</strong>iche sociali e destinate degli interventi a<br />

la relazione<br />

Pol<strong>it</strong>iche per l’immigrazione<br />

36<br />

favore degli immigrati per un finanziamento complessivo<br />

pari ad € 9.600.000,00 con una quota di cofinanziamento<br />

complessivo del programma a carico<br />

del b<strong>il</strong>ancio regionale non inferiore al 20% della assegnazione<br />

statale.<br />

Il finanziamento complessivo è stato ripart<strong>it</strong>o tra le<br />

cinque province del Lazio, sulla base dei seguenti cr<strong>it</strong>eri:<br />

- numero di immigrati presenti sul terr<strong>it</strong>orio: 60%,<br />

compresi i detenuti.<br />

- incidenza degli immigrati sul totale della popolazione:<br />

20%.<br />

- condizione socio economica delle aree di riferimen-


to (indice di disoccupazione).<br />

sulla base dei cr<strong>it</strong>eri individuati nella c<strong>it</strong>ata deliberazione<br />

è stata adottata la determinazione dirigenziale<br />

n. D4162 del 03/12/2008 che ripartisce lo stanziamento<br />

complessivo di € 9.600.000,00 nel seguente<br />

modo:<br />

VITERBO 996.107,68<br />

RIETI 767.438,04<br />

LATINA 996.932,45<br />

FROSINONE 924.179,11<br />

ROMA 5.753.342,72<br />

Nel corso dell’anno si è proceduto all’approvazione<br />

del piano provinciale di roma, i restanti piani provinciali<br />

sono stati approvati nel 2009.<br />

Si è proceduto inoltre alla continua verifica della rendicontazioni<br />

inviate dalle Province del Lazio in mer<strong>it</strong>o<br />

alle programmazioni delle annual<strong>it</strong>à 2001, 2003,<br />

2004 e 2006 nonché al mon<strong>it</strong>oraggio e alla verifica<br />

degli interventi attuati dalle province stesse sul proprio<br />

terr<strong>it</strong>orio con <strong>il</strong> supporto tecnico della F<strong>il</strong>as secondo<br />

quanto disposto dalla giunta regionale con<br />

deliberazione 622/08.<br />

interventi per neo comun<strong>it</strong>ari<br />

Con deliberazione n. 793 del 31.10.2008 la Giunta<br />

regionale ha disposto l’attuazione di interventi di<br />

integrazione per c<strong>it</strong>tadini neocomun<strong>it</strong>ari che, a se-<br />

37<br />

gu<strong>it</strong>o dell’ammissione di Romania e Bulgaria all’Unione<br />

Europea, sarebbero stati esclusi dai servizi e<br />

dagli interventi finalizzati a favorire una loro piena<br />

integrazione, finalizzando, a tal fine l’importo di €<br />

1.700.000,00 ripart<strong>it</strong>o tra le Province del Lazio sulla<br />

base delle presenze dei c<strong>it</strong>tadini neo comun<strong>it</strong>ari.<br />

sono state effettuate dalla struttura le attiv<strong>it</strong>à relative<br />

all’istruttoria dei Piani provinciali presentati sulla base<br />

dei cr<strong>it</strong>eri stab<strong>il</strong><strong>it</strong>i dalla giunta regionale.<br />

l.r. 10/08 Piani provinciali sovra distrettuali (D.G.R.<br />

1004/09)<br />

Sono state svolte le attiv<strong>it</strong>à relative all’istruttoria dei<br />

piani provinciali presentati (roma, Frosinone e rieti)<br />

sulla base dei cr<strong>it</strong>eri stab<strong>il</strong><strong>it</strong>i dalla giunta regionale<br />

con la deliberazione sopra indicata e secondo <strong>il</strong> riparto<br />

dei finanziamenti di segu<strong>it</strong>o indicato:<br />

VITERBO € 137.067,10<br />

RIETI € 98.948,45<br />

ROMA € 697.507,40<br />

LATINA € 150.043,30<br />

FROSINONE € 116.991,25<br />

Ut<strong>il</strong>izzazione risorse provenienti dallo Stato e non ut<strong>il</strong>izzate<br />

e delle risorse afferenti cap<strong>it</strong>oli di B<strong>il</strong>ancio di<br />

co-finanziasmento e del Cap. H43510.


In considerazione della mancata assegnazione di risorse<br />

provenienti dal Fondo Nazionale Pol<strong>it</strong>iche Sociali,<br />

si è provveduto ad un riesame delle risorse stanziate<br />

sui cap<strong>it</strong>oli di spesa comprese nell’UPB H43, al<br />

fine della verifica di un possib<strong>il</strong>e riut<strong>il</strong>izzo degli stessi<br />

nel caso di quote di co-finanziamento regionale per<br />

progetti non attivati sia nel caso di finanziamenti assegnati<br />

dallo Stato e finora non ut<strong>il</strong>izzati. A tal fine è<br />

stato predisposto appos<strong>it</strong>o promemoria per l’Assessore<br />

al fine di una eventuale rinegoziazione dei finanziamenti<br />

con <strong>il</strong> Ministero del Lavoro.<br />

r<strong>il</strong>evato che <strong>il</strong> programma triennale degli interventi<br />

non è stato ancora predisposto a segu<strong>it</strong>o della promulgazione<br />

della legge regionale n. 10/08, nel quale<br />

dovrebbero essere indicati i cr<strong>it</strong>eri per la ripartizione<br />

delle risorse a livello distrettuale e sovradistrettuale,<br />

si è proceduto alla ripartizione delle risorse disponib<strong>il</strong>i<br />

sul terr<strong>it</strong>orio secondo <strong>il</strong> dettato di legge e cioè<br />

su base distrettuale, ivi compreso <strong>il</strong> comune di roma<br />

e su base sovra distrettuale alle Province al fine di<br />

garantire i servizi permanenti attivati sul terr<strong>it</strong>orio in<br />

favore dei c<strong>it</strong>tadini extra comun<strong>it</strong>ari.<br />

Queste le proposte di DGR predisposte:<br />

1. Con proposta di deliberazione n. 17631 del<br />

21.10.2010 è stata ripart<strong>it</strong>a la somma complessiva di<br />

38<br />

€ 2.500.000,00 fra i distretti socio san<strong>it</strong>ari del Lazio,<br />

per l’attuazione di interventi in favore dei c<strong>it</strong>tadini<br />

stranieri immigrati, Cap. H43510 e Cap. H43102,<br />

esercizio finanziario 2010, con la quale si assegna al<br />

Comune di Roma la somma di € 839.823,00;<br />

2. Con proposta di deliberazione attualmente in <strong>it</strong>inere<br />

si ripartisce la somma di € 737.220,00 tra le<br />

Province del Lazio per interventi di carattere sovra<br />

distrettuale ed in particolare per <strong>il</strong> consolidamento sul<br />

terr<strong>it</strong>orio dei centri di servizi e degli sportelli informativi,<br />

sulla base del cr<strong>it</strong>erio della popolazione residente<br />

immigrata al 31.12.2009:<br />

Frosinone € 30.829,00<br />

Latina € 50.791,00<br />

Rieti € 16.139,00<br />

Roma € 600.591,00<br />

V<strong>it</strong>erbo € 38.869,00<br />

3. Definizione delle procedure per l’attuazione dell’accordo<br />

di programma con <strong>il</strong> ministero del lavoro e<br />

delle Pol<strong>it</strong>iche Sociali del 24/12/2009, concernente <strong>il</strong><br />

finanziamento di iniziative per l’apprendimento della<br />

lingua <strong>it</strong>aliana destinato ai c<strong>it</strong>tadini extracomun<strong>it</strong>ari<br />

regolarmente presenti nella regione Lazio. Con proposta<br />

di deliberazione n.17590 del 21/10/2010 (attualmente<br />

in <strong>it</strong>inere amministrativo) è stato individuato<br />

<strong>il</strong> soggetto attuativo nella scuola secondaria statale<br />

di I Grado “Lucio Lombardo Radice” – 4° CTP Luigi


di Liegro, finalizzando allo scopo l’importo di euro<br />

307.802,00 quale somma destinata dallo Stato ed è<br />

stata individuata la quota di cofinanziamento regionale<br />

pari ad euro 65.200,00. Cap. H43108 - Esercizio<br />

finanziario 2010.<br />

4. Prior<strong>it</strong>à dell’area (Novembre 2010 - Dicembre<br />

2011)<br />

Programma degli interventi in materia di immigrazione<br />

(l.r. 10/08)<br />

<strong>il</strong> programma dovrà individuare:<br />

• le aree prior<strong>it</strong>arie di intervento e gli obiettivi da<br />

perseguire nel corso del triennio;<br />

• la tipologia degli interventi attuati dalla Regione;<br />

• la tipologia degli interventi attuati dagli Enti locali;<br />

• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la concessione dei contributi<br />

a favore delle associazioni, degli enti ed organismi<br />

iscr<strong>it</strong>te al Registro regionale di cui all’art.27 della<br />

legge regionale;<br />

• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la ripartizione delle risorse<br />

regionali;<br />

• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la ripartizione delle risorse<br />

provenienti dal fondo nazionale per le pol<strong>it</strong>iche<br />

sociali, finalizzate alle pol<strong>it</strong>iche migratorie;<br />

• gli indirizzi e i cr<strong>it</strong>eri per la predisposizione dei<br />

servizi e degli interventi da inserire nei piani di zona<br />

di cui alla legge 38/96;<br />

• gli indirizzi ed i cr<strong>it</strong>eri per la predisposizione dei<br />

39<br />

piani annuali provinciali riguardanti interventi e servizi<br />

a valenza sovra distrettuale;<br />

• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la verifica dello stato di<br />

attuazione degli interventi nonché per l’eventuale revoca<br />

dei finanziamenti;<br />

• <strong>il</strong> piano annuale degli interventi 2011 in relazione<br />

alle disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di b<strong>il</strong>ancio.<br />

• A marzo 2011 sono stati stanziati 2,5 mln di euro<br />

per potenziare la rete dei servizi terr<strong>it</strong>oriali a supporto<br />

dei c<strong>it</strong>tadini immigrati e oltre 900m<strong>il</strong>a euro per programmi<br />

di apprendimento della nostra lingua e della<br />

conoscenza di base della cultura e della educazione<br />

civica <strong>it</strong>aliana rivolto ai lavoratori, alle donne e ai<br />

minori extracomun<strong>it</strong>ari regolarmente presenti nella<br />

nostra regione. inoltre, sono stati approvati i progetti<br />

presentati dalle province per un valore di 1,7 mln<br />

di euro per interventi in favore dei c<strong>it</strong>tadini immigrati<br />

neo-comun<strong>it</strong>ari; stanziati 800m<strong>il</strong>a euro per <strong>il</strong> potenziamento<br />

dei centri servizi e degli sportelli informativi<br />

per immigrati e per uno studio sui flussi migratori nel<br />

Lazio affidato al Centro Studi e Ricerche Idos, convenzionato<br />

con la Car<strong>it</strong>as Italiana e la Fondazione<br />

Migrantes. Altri 260m<strong>il</strong>a euro sono stati stanziati per<br />

un progetto didattico sull’immigrazione da portare<br />

nelle scuole per favorire i processi di integrazione e<br />

la diffusione della cultura sulle divers<strong>it</strong>à.


40<br />

<strong>il</strong> tribunale di santa maria capua Vetere<br />

confisca nel 1998 questo fondo agricolo alla famiglia<br />

Schiavone di Casal di Principe; nel 2002 <strong>il</strong> Demanio<br />

acquisisce <strong>il</strong> terreno, trasferendolo al comune<br />

di Cisterna. Nel giugno 2010 <strong>il</strong> casale viene<br />

defin<strong>it</strong>ivamente recuperato.


testi di claudio mascagni _ foto di loris annapurna<br />

i<br />

terreni rigati da quei vigneti ordinati, la brez-<br />

za che proviene dal mare, <strong>il</strong> casale blu in onore<br />

della bonifica che domina <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio del paesaggio.<br />

e quel vino spremuto da uve bianche,<br />

che racchiude ed evoca una lotta senza frontiere,<br />

aggrappandosi a un nome che non lascia spazio<br />

a dubbi. È possib<strong>il</strong>e sostenere la lotta contro la<br />

mafia con un buon bicchiere di vino Trebbiano?<br />

Sì, forse si può. Non è un caso che <strong>il</strong> vino in<br />

questione, un Igt Lazio, si fregi del nome ‘Campo<br />

Libero’, un t<strong>it</strong>olo che riassume in sè la volontà di<br />

esprimere un netto rifiuto per quello che rappresenta<br />

la criminal<strong>it</strong>à organizzata. In questo modo<br />

Volontariato<br />

<strong>il</strong> vino contro la criminal<strong>it</strong>à<br />

41<br />

ha detto di no alla mafia e all’<strong>il</strong>legal<strong>it</strong>à la Cooperativa<br />

<strong>il</strong> gabbiano, da anni impegnata nel mondo<br />

del volontariato e che nel progetto del casale<br />

di piano rosso ha invest<strong>it</strong>o uomini ed energie.<br />

Singolare la storia di questo terreno confiscato<br />

alla mafia s<strong>it</strong>o a Cisterna, in local<strong>it</strong>à Piano Rosso,<br />

e destinato alla rinasc<strong>it</strong>a e che oggi produce<br />

nettare di Bacco grazie a un rigoglioso vigneto.<br />

Si ricorderà che nel 2003 l’Agenzia del Demanio<br />

ha trasfer<strong>it</strong>o questo fondo agricolo di 10 ettari<br />

confiscato alla criminal<strong>it</strong>à al Comune di Cisterna<br />

per essere ut<strong>il</strong>izzato per scopi sociali. Ma la<br />

storia di questo casale (oggi completamente ri-


strutturato e adib<strong>it</strong>o anche a fattoria didattica) e<br />

di questo terreno coltivato a uve Trebbiano più i<br />

successivi v<strong>it</strong>igni merlot e chardonnay ha radici<br />

più profonde, testimoniate dall’ordine del Tribunale<br />

di santa maria capua Vetere che decideva<br />

di confiscare questo fondo agricolo alla famiglia<br />

Schiavone di Casal di Principe. Era <strong>il</strong> 1998. E<br />

soltanto quattro anni più tardi <strong>il</strong> Demanio acquisì<br />

defin<strong>it</strong>ivamente <strong>il</strong> terreno, trasferendolo al Comune<br />

di cisterna, su cui insisteva lo stesso, che lo<br />

cedette a sua volta in comodato d’uso alla cooperativa<br />

sociale Il Gabbiano. Era <strong>il</strong> 2004 quando<br />

cominciarono i lavori di bonifica attraverso<br />

movimenti terra con i successivi livellamenti, realizzando<br />

anche i classici passaggi interpoderali<br />

e le scoline e contestualmente recuperando i<br />

sei ettari di vigneto, tanto che a settembre ecco<br />

che arrivò una timida raccolta di uve dai tendoni.<br />

ma la cooperativa non si fermò a una semplice<br />

azione di recupero del terreno, andò oltre: così<br />

ecco che viene presentata alla Regione Lazio <strong>il</strong><br />

progetto di ristrutturazione del casale con richiesta<br />

di finanziamenti in base alla legge 15/2001,<br />

che promuove gli interventi a favore della sicurezza<br />

e la ristrutturazione dei beni confiscati alla<br />

criminal<strong>it</strong>à organizzata. Con lavoro certosino i<br />

terreni vengono tutti recuperati e ci si avvia alla<br />

42<br />

prima vendemmia vera e propria, organizzando<br />

al contempo <strong>il</strong> 21 settembre l’evento ‘Tutti in vigna’,<br />

ma la manifestazione viene però funestata<br />

da un episodio che lascia tutti interdetti: nella<br />

notte del 17 settembre un attentato anonimo<br />

distrugge almeno metà del vigneto, frenando i<br />

festeggiamenti ma non la volontà di apprestarsi<br />

a raccogliere quei primi grappoli simbolo di una<br />

risposta chiara e ferma alla criminal<strong>it</strong>à. così, in<br />

collaborazione con la cantina sociale ‘Terre d’Astura’<br />

di Borgo Santa Maria ecco nascere questo<br />

vino trebbiano «che rappresenta <strong>il</strong> frutto concreto<br />

del riscatto di un terreno prima appartenuto<br />

alla criminal<strong>it</strong>à» come sottolinea <strong>il</strong> presidente<br />

della cooperativa dario campagna: le uve, vinificate<br />

nel borgo di Latina, dànno così v<strong>it</strong>a a<br />

‘Campo Libero’, un Trebbiano fresco da gustare<br />

nelle sere estive e che si accosta perfettamente<br />

con stuzzicherie d’aper<strong>it</strong>ivo e con pesce leggero,<br />

dal colore giallo paglierino e dal sapore delicato<br />

e armonico. ‘Campo Libero’ infatti è <strong>il</strong> risultato<br />

di un uvaggio di natura trebbiana, allevata con<br />

<strong>il</strong> sistema dei tendoni con sesti d’impianto 3x3;<br />

la dens<strong>it</strong>à degli impianti è di 1.600 piante per<br />

ettaro, per una produzione di circa 150 quintali e<br />

una resa in vino dell’uva del 65%. I frutti vengono<br />

vendemmiati a settembre, vinificati in bianco e


fermentati in acciaio a temperatura controllata: <strong>il</strong><br />

risultato finale è vino di colore giallo paglierino<br />

più o meno carico, dall’odore vinoso con profumo<br />

tipico e dal sapore caratteristico, delicato di<br />

trebbiano.<br />

«La Fattoria “Piano Rosso” appartiene idealmente<br />

a tutti coloro che pensano che sia importante<br />

l’impegno individuale contro l’<strong>il</strong>legal<strong>it</strong>à –ha<br />

tenuto a precisare giorgio cianciarelli, uno dei<br />

responsab<strong>il</strong>i del progetto, che col suo lavoro ha<br />

permesso al casale di riprendere v<strong>it</strong>a-. piano<br />

rosso rappresenta un esempio di come un bene<br />

prima appartenuto alla criminal<strong>it</strong>à possa essere<br />

riscattato a nuova v<strong>it</strong>a ed aprirsi a nuove esperienze.<br />

Vogliamo gridarlo forte, ancora una volta,<br />

attraverso ogni iniziativa che si svolge qui nel<br />

casale». Quello che sorprende di questo restyling<br />

è che i lavori non hanno soltanto interessato <strong>il</strong><br />

recupero della vigna a una discreta produttiv<strong>it</strong>à,<br />

ma si sono estesi successivamente anche alla ristrutturazione<br />

del casale di epoca fascista, eretto<br />

durante <strong>il</strong> periodo della bonifica idraulica: oggi<br />

lo si può ammirare non solo per <strong>il</strong> colore originario<br />

che i coloni trovavano quando furono chiamati<br />

dal regime per contribuire alla redenzione<br />

del terr<strong>it</strong>orio, ma anche <strong>il</strong> numero (792) è stato<br />

riportato sulla facciata principale, r<strong>it</strong>ornata alla<br />

43<br />

luce grazie a dei fondi europei che in meno di<br />

un anno -<strong>il</strong> 18 giugno 2009 <strong>il</strong> casale era un cumulo<br />

di macerie e lamiere- hanno reso possib<strong>il</strong>e<br />

quest’opera di purificazione del lotto.<br />

Nel mese di giugno del 2010 c’è stato un significativo<br />

passaggio anche da parte dell’amministrazione<br />

comunale di Cisterna, poiché si è svolto<br />

proprio all’interno del casale un simbolico consiglio<br />

straordinario del comune. «acquistare <strong>il</strong><br />

vino ‘Campo Libero’ significa sostenere un’iniziativa<br />

sociale di grande importanza -ha dichiarato<br />

<strong>il</strong> sindaco antonello merolla- e mi viene da<br />

sorridere quando qualcuno si scandalizza perchè<br />

inv<strong>it</strong>o gli operatori della somministrazione di<br />

bevande alcoliche e della ristorazione ad acquistare<br />

questo vino, oggi lo ribadisco poichè acquistare<br />

‘Campo Libero’ sta a significare sostenere<br />

la lotta contro la criminal<strong>it</strong>à e la promozione di<br />

un prodotto tipico della nostra terra». Proprio a<br />

testimoniare l’intensa attiv<strong>it</strong>à della Cooperativa<br />

<strong>il</strong> gabbiano, strettamente correlata anche con le<br />

iniziative delle ist<strong>it</strong>uzioni, a metà luglio è stata<br />

organizzata la presentazione di ‘Parole d’annate’,<br />

un felice connubio tra <strong>il</strong> vino e la narrativa,<br />

brindando alla letteratura da tavola attraverso<br />

la cultura della legal<strong>it</strong>à. A tutto tondo. Infatti, l’evento,<br />

ha visto protagonisti alcuni scr<strong>it</strong>tori pontini


(gian luca campagna, perluigi Felli, F<strong>il</strong>omena<br />

cecere e michele de luca) scrivere un racconto<br />

di genere noir dove si lascia ampio spazio alla<br />

riflessione su alcuni concetti strettamente legati<br />

al rapporto di legal<strong>it</strong>à, racconti poi raccolti in<br />

un istant book legato al collo delle bottiglie di<br />

Trebbiano ‘Campo Libero’. Non resta che unirci<br />

al coro. Brindate con l’ottimo Trebbiano ‘Campo<br />

44<br />

Libero’, sottoscrivendo la reclame ist<strong>it</strong>uzionale:<br />

una bottiglia costa appena 3,50 euro e la potete<br />

trovare o presso <strong>il</strong> casale o alle coop di cisterna<br />

e apr<strong>il</strong>ia. alla salute.


L’etichetta ‘Campo Libero’<br />

è un vino di colore giallo paglierino più o meno carico,<br />

dall’odore vinoso con profumo intenso<br />

e dal sapore caratteristico,<br />

delicato di trebbiano.<br />

45


L’A.V.O. (Associazione Volontari Ospedale)<br />

apre la sua sede nella c<strong>it</strong>tà di Latina nel 1985 grazie<br />

a padre osvaldo capogna che, oltre ad esserne socio<br />

fondatore, ne è tuttora l’assistente spir<strong>it</strong>uale<br />

e opera all’interno dell’ospedale Goretti di Latina.<br />

46


testi di daniela novelli _ foto di roberto gabriele<br />

giuseppina ama stare con gli altri. per anni<br />

ha gest<strong>it</strong>o un’attiv<strong>it</strong>à commerciale che<br />

l’ha messa a stretto contatto con numerose<br />

persone. giuseppina ha molti interessi, si occupa<br />

anche di pol<strong>it</strong>ica e s’impegna attivamente nella<br />

circoscrizione in cui risiede. È una donna realizzata,<br />

si sente felice e appagata per quello che ha<br />

costru<strong>it</strong>o nella sua v<strong>it</strong>a; da piccola non sognava di<br />

fare altro, ma un ricordo di una sua compagna di<br />

scuola ogni tanto faceva capolino nella sua mente:<br />

questa ragazza era volontaria nelle attiv<strong>it</strong>à<br />

della croce rossa <strong>it</strong>aliana, un piccolo rimpianto<br />

per lei; le sarebbe piaciuto, come aveva fatto la<br />

Volontariato<br />

47<br />

angeli tra le corsie<br />

sua amica, rendersi ut<strong>il</strong>e agli altri. Giuseppina è<br />

sposata da tanti anni, non ha figli e quando decide<br />

di chiudere la sua attiv<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriale e andare<br />

in pensione, ha molto più tempo a sua disposizione.<br />

Pensa finalmente di r<strong>it</strong>agliare un piccolo<br />

spazio nella sua v<strong>it</strong>a da dedicare agli altri, come<br />

faceva la sua compagna di studi. Vinta un’iniziale<br />

timidezza, non decide di prendere contatti con la<br />

Croce Rossa Italiana, ma si avvicina a un’associazione<br />

che aveva notato all’interno dell’ospedale<br />

Santa Maria Goretti di Latina: l’A.V.O., un’associazione<br />

di volontari che dedicano parte del loro<br />

tempo al servizio dei malati. L’A.V.O. (Associazio-


ne Volontari ospedale) apre la sua sede nella c<strong>it</strong>tà<br />

di Latina nel 1985 grazie a Padre Osvaldo Capogna<br />

che, oltre ad esserne socio fondatore, ne è<br />

tuttora l’assistente spir<strong>it</strong>uale. Giuseppina quando<br />

si era recata in vis<strong>it</strong>a a una parente ricoverata in<br />

ospedale, aveva notato la presenza di volontari in<br />

camice bianco che accudivano i malati. colp<strong>it</strong>a<br />

dall’assoluta dedizione degli operatori e dalla<br />

loro gent<strong>il</strong>ezza, decide di recarsi nella sede dell’A-<br />

VO per richiedere informazioni. Arrivata in sede,<br />

pensa di poter cominciare sub<strong>it</strong>o a rendersi ut<strong>il</strong>e<br />

ma Paola Miceli, la presidentessa dell’associazione,<br />

le fa presente che prima di poter svolgere un<br />

comp<strong>it</strong>o tanto delicato bisogna seguire un corso di<br />

formazione gratu<strong>it</strong>o per aspiranti volontari e le<br />

precisa come possa far parte di quest’associazione<br />

chiunque abbia <strong>il</strong> desiderio di mettere una parte<br />

del proprio tempo al servizio degli ammalati<br />

degenti negli ospedali. La formazione rappresenta<br />

un percorso necessario poiché <strong>il</strong> servizio di volontariato<br />

deve essere qualificato. Oltre la specifica<br />

preparazione Paola le precisa come i volontari<br />

dell’AVO debbano avere due caratteristiche precipue:<br />

serietà e uman<strong>it</strong>à; ma, soprattutto, debbano<br />

essere mossi da una forte spinta interiore. giuseppina<br />

non si perde d’animo, sente di possedere tutti<br />

i requis<strong>it</strong>i per diventare “volontaria effettiva” e<br />

48<br />

decide di partecipare al corso annuale. la selezione<br />

non sarà fac<strong>il</strong>e, nel tempo molte persone<br />

sono state “scartate”, altre si sono allontanate volontariamente<br />

durante <strong>il</strong> percorso, in una sorta di<br />

selezione naturale: in fondo non è poi così fac<strong>il</strong>e<br />

stare a contatto con malati soli, privi di aiuto fam<strong>il</strong>iare,<br />

bisognosi ed in gravi difficoltà. Al termine<br />

del corso di formazione, Giuseppina indossa per<br />

la prima volta <strong>il</strong> camice bianco e, affiancata da un<br />

volontario effettivo, inizia l’attiv<strong>it</strong>à di tirocinante in<br />

corsia. sulla sua divisa viene apposto un cartellino<br />

in cui compare lo stemma dell’associazione, la<br />

dic<strong>it</strong>ura “volontario” e la fototessera di riconoscimento<br />

che le è stata scattata al suo arrivo. Durante<br />

i tre mesi di tirocinio, giuseppina capisce quanto<br />

sia importante relazionarsi con tatto e sensib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

con i malati e che, solo tentando di condividere<br />

con l’infermo la sua impotenza e la sua debolezza,<br />

lo si potrà incontrare davvero. La persona ricoverata<br />

non è un “numero”, un “caso clinico”,<br />

ma un individuo che vive <strong>il</strong> drammatico momento<br />

della malattia. I volontari esperti sanno che è al<br />

paziente che si deve lasciare guidare la vis<strong>it</strong>a, è<br />

lui che deve essere ascoltato, è a lui che deve essere<br />

lasciata la parola. gli operatori si avvicinano<br />

alle persone malate in s<strong>il</strong>enzio, con discrezione,<br />

sapendo cogliere la sofferenza, la sol<strong>it</strong>udine e vi


pongono, per quanto possib<strong>il</strong>e, rimedio offrendo<br />

<strong>il</strong> loro aiuto con un sorriso, con un gesto, con una<br />

parola. In s<strong>it</strong>uazioni estreme si comunica con lo<br />

sguardo e con <strong>il</strong> tatto. <strong>il</strong> corpo della persona ricoverata<br />

spesso è costretto a subire numerosi approcci<br />

tatt<strong>il</strong>i che, pur essendo curativi, possono<br />

essere vissuti come intrusivi e aggressivi, ma <strong>il</strong> malato,<br />

vedendosi destinatario di gesti di tenerezza<br />

e delicatezza da parte dei volontari, si sente accolto<br />

nel suo corpo debole e rispettato nell’intim<strong>it</strong>à<br />

del suo essere. spesso ai casi di malattia si associano<br />

storie di degrado, di miseria, di<br />

abbandono e in questi casi è importante saper<br />

ascoltare senza giudicare. Alla fine del tirocinio,<br />

giuseppina ha un colloquio con i responsab<strong>il</strong>i e<br />

con la psicologa dell’associazione per approfondire<br />

le motivazioni che l’hanno portata verso <strong>il</strong><br />

servizio dell’AVO. Lo affronta con seren<strong>it</strong>à, è tranqu<strong>il</strong>la,<br />

la sua attiv<strong>it</strong>à di volontariato non è un mero<br />

“riempi tempo”, la visione della sofferenza non<br />

l’ha turbata, anzi, ha potenziato <strong>il</strong> suo spir<strong>it</strong>o uman<strong>it</strong>ario,<br />

<strong>il</strong> suo amore per gli altri, la voglia di rendersi<br />

ut<strong>il</strong>e. La sua presenza in corsia non l’ha resa<br />

un’eroina né tantomeno ha deciso di fare la volontaria<br />

per indossare un camice e sentirsi un po’ medico.<br />

giuseppina ha compreso appieno i valori di<br />

accoglienza, ascolto, sostegno e condivisione che<br />

49<br />

sono alla base del servizio dell’Avo verso i malati<br />

che sono soli. così supera <strong>il</strong> colloquio e diventa<br />

una volontaria effettiva, insieme ai responsab<strong>il</strong>i<br />

definisce i termini del futuro servizio in base alle<br />

possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à personali e alle necess<strong>it</strong>à dell’associazione.<br />

L’AVO ha una struttura precisa, una solida<br />

gerarchia e regole chiare e condivise dagli associati<br />

che permettono di portare avanti le attiv<strong>it</strong>à a<br />

prescindere dalle singole persone. i volontari che<br />

si alternano nelle numerose mansioni seguono tutti<br />

un preciso calendario e un registro. le attiv<strong>it</strong>à di<br />

assistenza morale e materiale nei reparti sono<br />

perfettamente integrate con <strong>il</strong> lavoro dei san<strong>it</strong>ari e<br />

spesso le richieste d’intervento avvengono su segnalazione<br />

delle assistenti sociali. I bisogni degli<br />

ammalati mutano, sono registrati quotidianamente<br />

in una grossa lavagna all’interno della sede e<br />

sono aggiornati dopo i vari turni. non tutti gli associati<br />

fanno servizio all’interno dei reparti ospedalieri,<br />

alcuni decidono di impegnarsi nelle attiv<strong>it</strong>à<br />

di organizzazione e in segreteria, altri si<br />

occupano dell’accoglienza dei pazienti con difficoltà<br />

motorie accompagnandoli negli ambulatori<br />

per le vis<strong>it</strong>e. taluni fanno dei turni per fornire indicazioni<br />

ut<strong>il</strong>i all’Info Point che l’AVO ha attivato<br />

all’ingresso dell’ospedale di Latina, altri collaborano<br />

a progetti mirati ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i nei singoli reparti.


Inoltre esiste l’attiv<strong>it</strong>à di reperimento di beni o oggetti<br />

per gli indigenti che spesso sono ricoverati<br />

senza avere nemmeno un pigiama. Alcuni si preoccupano<br />

di accompagnare i ricoverati alle funzioni<br />

religiose o di organizzare dei momenti di<br />

intrattenimento in collaborazione con altre associazioni,<br />

soprattutto in occasione delle festiv<strong>it</strong>à.<br />

dei volontari si dedicano esclusivamente alla gestione<br />

della casa di accoglienza “Lina Fasulo”,<br />

una dimora le cui stanze sono messe a disposizione<br />

dei parenti dei malati che vengono da fuori<br />

latina e che non possono permettersi la spesa di<br />

un albergo. La casa di accoglienza porta <strong>il</strong> nome<br />

di Lina Fasulo, una giovane volontaria dell’AVO<br />

prematuramente scomparsa a causa di un incidente<br />

stradale. i gen<strong>it</strong>ori di lina avevano acquistato<br />

la casa per la loro figliola e, conoscendo lo spir<strong>it</strong>o<br />

di servizio che la legava così profondamente all’Avo,<br />

dopo la sua morte, hanno deciso di donarla<br />

all’associazione con la final<strong>it</strong>à di metterla a disposizione<br />

dei congiunti dei pazienti ricoverati presso<br />

la struttura ospedaliera. anche i gen<strong>it</strong>ori di lina<br />

dopo la morte della figlia hanno deciso di diventare<br />

volontari. Nell’associazione i legami che s’istaurano<br />

tra i volontari sono intensi e si trasformano<br />

spesso in amicizia profonda, è fac<strong>il</strong>e che gli<br />

operatori si incontrino anche fuori dall’ospedale e<br />

50<br />

decidano di festeggiare insieme compleanni o lieti<br />

eventi. Qualcuno di loro durante <strong>il</strong> servizio ha trovato<br />

anche l’amore. Per Giuseppina sono passati<br />

ormai quattro anni dal primo giorno in reparto<br />

quando ha deciso di impegnarsi nell’assistenza<br />

dei malati. ora si reca in ospedale due volte la<br />

settimana per confortarli, imboccarli, porgere loro<br />

un bicchiere d’acqua. La foto che la raffigura nel<br />

cartellino posto sulla divisa, non le rende giustizia:<br />

Giuseppina è molto più raggiante da quando<br />

è entrata a far parte dell’AVO.


La formazione rappresenta un percorso necessario<br />

poiché <strong>il</strong> servizio di volontariato deve essere<br />

qualificato. Oltre la specifica preparazione<br />

i volontari dell’AVO devono avere due caratteristiche<br />

precipue: serietà e uman<strong>it</strong>à; ma, soprattutto,<br />

devono essere mossi da una forte spinta interiore.<br />

51


In senso orario, Ludovica D’Alessio, presidentessa<br />

dell’Associazione car<strong>it</strong>ativa francescana;<br />

parte della squadra operativa in cucina, tra fornelli<br />

e lavabo; qui sopra lo chef Nicola Carucci, 30 anni<br />

d’esperienza tra i fornelli dell’ist<strong>it</strong>uto alberghiero.<br />

52


testi di gian luca campagna _ foto di claudio mercuri<br />

è inconfondib<strong>il</strong>e. Ti penetra su per <strong>il</strong><br />

naso e non ti molla. Svolti l’angolo e la scia<br />

L’odore<br />

non ti abbandona, abbracci con lo sguardo<br />

la piazza int<strong>it</strong>olata ai martiri dalmati e istriani<br />

e l’odore è ancora più deciso. Lo sguardo cerca<br />

di penetrare tra i fabbricati in mattoni rossi, figli<br />

della recente riqualificazione urbana per uno dei<br />

quartieri storicamente più diffic<strong>il</strong>i di Latina, i rumori<br />

molesti sembrano scomparsi e l’odore cresce d’intens<strong>it</strong>à,<br />

ti guida fin verso un caseggiato all’apparenza<br />

anonimo. È qui che Ludovica ti accoglie, ti<br />

abbraccia con lo sguardo assieme ai suoi 15 volontari<br />

che ogni martedì pomeriggio si impegnano<br />

Volontariato<br />

53<br />

<strong>il</strong> corpo di cristo<br />

e si prodigano nella cucina della mensa della car<strong>it</strong>as<br />

Diocesana. L’odore degli aromi che esaltano<br />

la carne d’abbacchio ci ha condotto fin qui, ti sorprendi<br />

quasi. Il menù è curato personalmente dallo<br />

chef Nicola Carucci, 30 anni d’esperienza tra i fornelli<br />

dell’ist<strong>it</strong>uto alberghiero, e segu<strong>it</strong>o dal marm<strong>it</strong>on<br />

Roberto Munzi, una v<strong>it</strong>a spesa lungo le rotaie<br />

delle ferrovie regionali come ispettore di qual<strong>it</strong>à,<br />

più uno stuolo di aiutanti perfette come Angela e<br />

Letizia, consorti di Nicola e Roberto, la dolcissima<br />

Stella, più le attive Meri, Elsa e S<strong>il</strong>via. Il menù è di<br />

prima scelta: i legumi brontolano prima di confondersi<br />

con la pasta corta mentre si diffondono per


tutte le 80 sedie gialle disposte regolari accanto<br />

ai tavoli bianchi gli odori dell’abbacchio al forno,<br />

del pollo arrosto e delle salsicce che navigano in<br />

padella, con contorno di patate prezzemolate.<br />

«Per chi è musulmano niente paura: formaggi e<br />

tonno sost<strong>it</strong>uiscono ogni tipo di carne» sorride Roberto.<br />

Ecco, è <strong>il</strong> sorriso quello che unisce i volontari<br />

dell’Associazione car<strong>it</strong>ativa francescana, l’unica<br />

a non essere inglobata all’interno delle parrocchie<br />

latinensi che si attivano dal lunedì al venerdì nel<br />

preparare quei circa 200 pasti giornalieri serv<strong>it</strong>i<br />

alla mensa diocesana di via Cicerone. Ed è un continuo<br />

via vai di ucraini, romeni, russi, maghrebini,<br />

ma anche <strong>it</strong>aliani. «E i nostri connazionali sono circa<br />

<strong>il</strong> 20% -dice Ludovica, una v<strong>it</strong>a nel sacro nome<br />

dell’insegnamento, vent’anni dapprima nelle scuole<br />

elementari, gli altri venti all’ist<strong>it</strong>uto commerciale<br />

V<strong>it</strong>torio Veneto, a insegnare <strong>it</strong>aliano, storia e<br />

soprattutto <strong>il</strong> rispetto per <strong>il</strong> prossimo-, un dato che<br />

deve portare a riflettere». E già perché la mensa<br />

è termometro sociale: gli <strong>it</strong>aliani che varcano la<br />

soglia dello stab<strong>il</strong>e vestono bene, ma attraversano<br />

difficoltà contingenti derivate da una separazione<br />

coniugale dolorosa e improvvisa. «Casa e figli alla<br />

ex moglie, lo stipendio di per sé già modesto: ecco<br />

gli elementi che inducono un neoseparato <strong>it</strong>aliano<br />

a sedersi alla mensa della car<strong>it</strong>as –svela ludovi-<br />

54<br />

ca-, considerando anche che è alta la percentuale,<br />

non solo <strong>it</strong>aliana, di chi viene a cenare per alleviare<br />

la sol<strong>it</strong>udine e scambiare semplicemente quattro<br />

chiacchiere». Ecco, la sol<strong>it</strong>udine è un altro nemico<br />

di chi viene a sedersi qui alla mensa. «cosa mi<br />

spinge al volontariato? –spiega Ludovica- La mia<br />

indole mi porta naturalmente a poveri e adolescenti,<br />

a scuola con i ragazzi ho avviato progetti che li<br />

portavano a contatto con realtà e dimensioni completamente<br />

differenti dalle loro, in stretta relazione<br />

con coetanei affetti da handicap. tutto questo li<br />

ha arricch<strong>it</strong>i e ha arricch<strong>it</strong>o me e chi mi è vicino,<br />

poiché questo mio costante impegno non ha mai<br />

rubato tempo a mio mar<strong>it</strong>o e ai miei figli: ho sempre<br />

cercato di far combaciare famiglia, scuola e<br />

volontariato, grazie anche a Dio» e sorride. Ecco.<br />

ecco un altro punto. la forte componente spir<strong>it</strong>uale<br />

che lega e cementifica ancor più uno staff che è<br />

un<strong>it</strong>o da un decennio: prima delle 17,30, momento<br />

della distribuzione dei pasti, ci si riunisce tutti in<br />

preghiera nella cucina. «<strong>il</strong> volontariato cattolico<br />

ha qualcosa in più delle altre tipologie di volontariato<br />

–continua Ludovica- <strong>il</strong> vedere nell’altro <strong>il</strong><br />

volto di Cristo ti aiuta molto in questo comp<strong>it</strong>o».<br />

stella accenna di sì con <strong>il</strong> capo, ti sorride e ammicca<br />

mentre è indaffaratissima a poggiare le Golden<br />

sui vassoi: «Quando sono qui avverto una carica


e un’energia nel sentirmi ut<strong>il</strong>e per gli altri che dò<br />

tutta me stessa, tant’è che quando rincaso sono<br />

esausta!». È variegato <strong>il</strong> gruppo che fa riferimento<br />

a ludovica: pensionati, casalinghe, studenti, liberi<br />

professionisti, senza dimenticare le aziende<br />

che sistematicamente provvedono a riempire la dispensa<br />

di ogni ben di Dio. «Non è affatto un peso<br />

stare qui –aggiunge sorridente nicola-. e poi ci<br />

sentiamo una famiglia». Ed è <strong>il</strong> concetto di famiglia<br />

che distende <strong>il</strong> sorriso di ludovica, che la notte di<br />

Natale ha organizzato in un ristorante di Latina<br />

la cena per 100 bisognosi, con tanto di lotteria e<br />

doni. «È necessario stare vicini a molti stranieri,<br />

perché quando non riescono a inserirsi nel nostro<br />

tessuto sociale vanno a vivere lungo <strong>il</strong> canale delle<br />

acque medie –riprende-, si smarriscono attaccandosi<br />

all’alcool, perdono ogni tipo di ambizione e<br />

non hanno <strong>il</strong> coraggio di rimpatriare, dove sarebbero<br />

considerati dei fall<strong>it</strong>i. così noi cerchiamo di<br />

infondergli una speranza». Un concetto di cristianizzazione<br />

pratica, adatta ai tempi moderni, poco<br />

teorica anche se intrisa di forte spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à. ah, dimenticavamo:<br />

buon appet<strong>it</strong>o.<br />

Il volto del Cristo sul crocifisso appare stanco e scavato,<br />

emaciato per <strong>il</strong> supplizio inferto dagli uomini.<br />

I muri bianchi scrostati dall’umid<strong>it</strong>à e la tappezze-<br />

55<br />

ria anni ottanta non offuscano la volontà di chi da<br />

oltre vent’anni continua a mandare avanti la mensa<br />

dei poveri nella parrocchia di Borgo sabotino.<br />

don amedeo passeri, forte come una quercia, non<br />

bada tanto al sott<strong>il</strong>e, parla fuori dai denti ma ogni<br />

parola risulta sempre pacata. Nemmeno l’ennesimo<br />

furto nella nuova chiesa di stella maris lo scompone,<br />

questo parroco che da Terracina è venuto<br />

a sost<strong>it</strong>uire nel cuore dei borghigiani <strong>il</strong> carisma di<br />

Don Vincenzo ha risposto ‘obbedisco’ alla nuova<br />

missione affidatagli dalla Curia e si è rimboccato le<br />

maniche per creare una piccola grande comun<strong>it</strong>à<br />

cristiana. per uno di quei beffardi crocevia che <strong>il</strong><br />

destino si diverte a intessere, nelle sue vene scorre<br />

lo stesso sangue e la stessa sostanza che scorrono<br />

in quelle di Ludovica D’Alessio, dato che li unisce<br />

un legame di stretta parentela. oggi, come ieri,<br />

don amedeo ha messo su con la ferrea volontà dei<br />

borghigiani una parrocchia efficace: la mensa dei<br />

poveri è uno dei servizi che vede ruotare come un<br />

moderno turn over i volontari del posto. È venerdì<br />

quando tocca a elsa e concetta, due sorelle di<br />

chiare origini friulane, madri di questa terra e figlie<br />

della bonifica: le scorgi indaffarate tra <strong>il</strong> cesto del<br />

pane, <strong>il</strong> pentolone coi rigatoni pronti a saltare nel<br />

sugo ai funghi e le padelle con salsicce coi broccoletti<br />

più i wurstel, poi ti scompaiono di là dove do-


i volontari della mensa della car<strong>it</strong>as diocesana<br />

arrivano a via cicerone alle 15.<br />

preparano i vassoi, cucinano circa<br />

200 pasti serali; prima delle 17,30,<br />

momento della distribuzione dei pasti,<br />

ci si riunisce tutti in preghiera nella cucina.<br />

56


mina un surgelatore e un frigo che ti rinviano a una<br />

cucina organizzata, mentre su una credenza di st<strong>il</strong>e<br />

indecifrab<strong>il</strong>e accanto a una collana di peperoncini<br />

trovi anche confezioni di tachipirina e aspirine a<br />

volontà, pronte a essere distribu<strong>it</strong>e. «niente vino,<br />

solo acqua –taglia corto elsa- a volte gli stranieri<br />

che frequentano la mensa arrivano anche un po’<br />

alticci e quindi da tempo si è deciso di vietare alcolici».<br />

Sono una trentina e arrivano alla spicciolata,<br />

con l’umid<strong>it</strong>à permeata nelle ossa, per via del<br />

l<strong>it</strong>orale e del canale mussolini: romeni, albanesi e<br />

polacchi i più numerosi ma anche qualche <strong>it</strong>aliano.<br />

Mario viene da Bacau, è in sella alla sua bicicletta<br />

e dopo una giornata nei campi se ne torna a Borgo<br />

Bainsizza portando pane duro e pizza al pomodoro<br />

alla famiglia; inica claudia e constantin ti<br />

sorridono, sono sposati, hanno lasciato i figli nella<br />

grigia iasi e cenano seduti dopo aver raccolto per<br />

tutto <strong>il</strong> giorno peperoni e melanzane nelle serre.<br />

Il via vai è continuo, anche perché la mensa viene<br />

ut<strong>il</strong>izzata –data la fam<strong>il</strong>iar<strong>it</strong>à che ne è scatur<strong>it</strong>a<br />

in un ambiente così circoscr<strong>it</strong>to- come un locale da<br />

asporto, dove scegliere tra le pietanze cucinate e<br />

riempire i conten<strong>it</strong>ori in plastica. «prestiamo servizio<br />

fino alle 19 ma come si fa a cessare quando<br />

l’andirivieni è costante?», si -e ti- chiede Elsa, che<br />

una volta alla settimana da 3 anni è agguerr<strong>it</strong>a sui<br />

57<br />

fornelli della cucina di don amedeo. e come si fa<br />

a non rispondere quando è <strong>il</strong> parroco che ti coinvolge?<br />

Classe ’36, originario di Priverno, entra a<br />

10 anni nel seminario di Bassano del Grappa. Non<br />

si può spiegare la storia della mensa della parrocchia<br />

del Santissimo Cuore di Gesù scindendola dal<br />

suo parroco che ne detta tempi e r<strong>it</strong>mi dalla sua nasc<strong>it</strong>a,<br />

risalenti a poco più di vent’anni. Dopo aver<br />

completato gli studi liceali e di teologia, don amedeo<br />

è assegnato al Santissimo Salvatore di Terracina,<br />

per poi passare alla nascente parrocchia di<br />

san damiano, dove da tralicci di vigneti divelti e<br />

terra sabbiosa insieme ai fedeli erige dal nulla una<br />

chiesa con indicib<strong>il</strong>i sacrifici, ma, ahinoi, senza mai<br />

inaugurarla. Infatti, <strong>il</strong> 27 luglio del ’90 Monsignor<br />

pec<strong>il</strong>e lo spedisce a sabotino, che piange ancora<br />

Don Vincenzo, da 42 anni pastore delle anime del<br />

borgo. «io non sono venuto per essere amato, ma<br />

vengo per amare: questo dissi quando mi insidiai a<br />

Sabotino, rafforzato dagli insegnamenti dei Focolari.<br />

del resto, andavo a sost<strong>it</strong>uire un parroco che<br />

era nato col borgo stesso: un autentico impegno».<br />

non si tira indietro questa quercia di parroco, dalle<br />

mani vissute e forti con quelle vene gonfie simbolo<br />

di continuo lavoro manuale, che affronta di petto<br />

ogni s<strong>it</strong>uazione con la fermezza della fede e la determinazione<br />

della cristian<strong>it</strong>à, senza nascondere


che <strong>il</strong> suo credo è anche vac<strong>il</strong>lato lungo <strong>il</strong> percorso,<br />

ma che ha trovato nuova linfa dagli insegnamenti<br />

di Chiara Lubich. «Non avverto mai l’amarezza,<br />

perché questa è ins<strong>it</strong>a in chi perde qualcosa –dice-<br />

. io mi rimetto sempre alla volontà del signore e<br />

sono uomo libero perché sono distaccato dalle<br />

cose terrene». Non avverte un peso Don Amedeo,<br />

dall’alto dei suoi 74 anni, dove ogni solco scavato<br />

sulla fronte rappresenta una profonda gioia, condivisa<br />

col suo gregge. «perché preparo in cucina<br />

58<br />

e servo qui alla mensa? Oh, bella –ti risponde con<br />

un sorriso sbiad<strong>it</strong>o Concetta- ma sono vent’anni che<br />

lo faccio per aiutare i nostri fratelli». Questo dice<br />

l’insegnamento di Don Amedeo.


elsa e concetta, due sorelle di chiare origini friulane,<br />

preparano la cena a immigrati di ogni nazional<strong>it</strong>à<br />

nella mensa della parrocchia di Borgo sabotino;<br />

a capo di questa piccola comun<strong>it</strong>à vi è Don Amedeo<br />

Passeri, vent’anni parroco del Santissimo Cuore di Gesù.<br />

59


Contro le violenze è operativo<br />

<strong>il</strong> 1522, <strong>il</strong> numero del centro antiviolenza attivo 24 ore<br />

al giorno; dall’altro capo del telefono c’è<br />

un’operatrice del Centro Donna L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h di Latina<br />

appos<strong>it</strong>amente formata per l’attiv<strong>it</strong>à di accoglienza.<br />

60


testi di daniela novelli _ foto di roberto gabriele<br />

a<br />

volte anche piangere può diventare un<br />

lusso. mara non riusciva a farlo ormai da<br />

cinque anni, dai suoi occhi tristi e asciutti<br />

non sgorgava mai una lacrima. provava dolore,<br />

ma questa sofferenza preferiva congelarla, non<br />

esprimerla. L’imperativo era nascondere, non dire<br />

nulla, celare anche al suo intimo la ver<strong>it</strong>à, nella<br />

speranza che <strong>il</strong> non vivere le emozioni negative<br />

potesse automaticamente annullarle. Troppo diffic<strong>il</strong>e<br />

da accettare la realtà, non riusciva a capac<strong>it</strong>arsi<br />

che la causa del suo dramma fosse l’uomo<br />

che aveva scelto per condividere <strong>il</strong> suo progetto di<br />

v<strong>it</strong>a, l’uomo che aveva deciso di sposare, <strong>il</strong> padre<br />

Volontariato<br />

solidarietà al femmin<strong>il</strong>e<br />

61<br />

dei suoi figli. In fondo, <strong>il</strong> suo era un progetto semplice,<br />

comune a tante donne: una famiglia, dei figli<br />

e un uomo da amare. Il “principe azzurro” di<br />

mara, dopo <strong>il</strong> matrimonio, sveste i suoi panni regali<br />

e si trasforma in un “orco”. Le vessazioni sono<br />

cominciate poco alla volta, prima con scenate di<br />

gelosia, poi i rimproveri per la gestione della casa,<br />

gli insulti e, infine, l’isolamento. Il “principe”,<br />

però, è solo all’inizio del perverso e lento annientamento<br />

della personal<strong>it</strong>à di mara: la priva del<br />

lavoro e della gestione dell’economia domestica<br />

e, dopo la nasc<strong>it</strong>a del primo figlio, la denigra nel<br />

suo aspetto fisico. Le toglie ogni sicurezza e quan-


do Mara è isolata e debole, cominciano ad arrivare<br />

anche i primi ceffoni. da lì al pronto soccorso<br />

di un ospedale, <strong>il</strong> passo è breve. «In fondo che<br />

cos’è uno schiaffo –pensa Mara- forse ho sbagliato,<br />

la collera è la dimostrazione di un’attenzione<br />

verso di me, riuscirò a cambiarlo...». Il rapporto è<br />

ormai malato e pensare di cambiare un uomo è<br />

spesso solo una pia <strong>il</strong>lusione femmin<strong>il</strong>e: non siamo<br />

nel mondo delle favole, gli orchi non diventano<br />

principi e i sogni non cambiano la realtà. mara<br />

continua a nascondere tutto anche a suo figlio, ma<br />

al Pronto Soccorso ci va sempre più spesso e ai<br />

san<strong>it</strong>ari che la assistono continua a mentire, dice<br />

sempre di essersi fatta male nello svolgimento delle<br />

faccende domestiche. Mentire per lei è più fac<strong>il</strong>e<br />

che confessare a se stessa che l’uomo che ama<br />

e che dice di ricambiarla, la riduce a meno di<br />

niente. Non c’è amore senza rispetto. Il suo tacere<br />

innesca una spirale senza usc<strong>it</strong>a, non sente<br />

nemmeno più <strong>il</strong> dolore, non piange. Un giorno<br />

però, le percosse sono più forti del sol<strong>it</strong>o, Mara<br />

vede la morte da vicino, ha paura, deve proteggersi<br />

e pensare a suo figlio, ma è sola e non sa<br />

cosa fare. L’istinto di sopravvivenza e la voglia di<br />

proteggere <strong>il</strong> suo bambino, per la prima volta<br />

prendono <strong>il</strong> sopravvento e la spingono a chiedere<br />

aiuto. sente <strong>il</strong> bisogno di parlare con qualcuno, sì,<br />

62<br />

ma con chi? La vergogna di trovarsi in quella s<strong>it</strong>uazione<br />

è tanta, forse parlare con una donna, una<br />

sconosciuta, sarà più fac<strong>il</strong>e. Mara compone <strong>il</strong><br />

1522, <strong>il</strong> numero del centro antiviolenza attivo 24<br />

ore al giorno; dall’altro capo del telefono c’è<br />

un’operatrice del Centro Donna L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h di Latina appos<strong>it</strong>amente<br />

formata per l’attiv<strong>it</strong>à di accoglienza.<br />

L’operatrice che da poco tempo è entrata a far<br />

parte del centro d’ascolto come volontaria è l’unica<br />

del suo corso di tirocinio formativo ad aver superato<br />

l’ammissione al servizio. La selezione è<br />

stata dura perché l’accoglienza è un momento<br />

molto complesso nelle attiv<strong>it</strong>à del centro. <strong>il</strong> primo<br />

approccio è molto importante: non bisogna perdere<br />

“l‘aggancio” con la donna che riesce per la<br />

prima volta a trovare <strong>il</strong> coraggio di parlare, non<br />

bisogna avere pregiudizi nell’ascolto, bisogna saper<br />

cogliere le emergenze reali e, soprattutto, non<br />

bisogna lasciarsi travolgere dalle esperienze devastanti<br />

che troppo spesso vedono coinvolte le<br />

donne. L’operatrice all’altro capo del telefono capisce<br />

che la s<strong>it</strong>uazione di Mara è grave, la donna<br />

è in una s<strong>it</strong>uazione di rischio reale per la sua incolum<strong>it</strong>à<br />

e le fissa un immediato colloquio presso <strong>il</strong><br />

centro antiviolenza, operante cinque giorni a settimana,<br />

in convenzione con <strong>il</strong> Comune di Latina.<br />

con <strong>il</strong> contributo di una sua collega riesce a met-


terla a suo agio, nessun giudizio di mer<strong>it</strong>o su di<br />

lei, nessun f<strong>il</strong>tro ist<strong>it</strong>uzionale, Mara non è una<br />

“pratica”, si sente accolta e riesce a raccontarsi<br />

ad altre donne, recuperando un piccolo spazio di<br />

libertà. Arriva a “toccare” <strong>il</strong> suo dolore e dopo<br />

cinque anni di “congelamento” emozionale, le lacrime<br />

riprendono a sgorgare copiose dai suoi occhi.<br />

le operatrici, constatata lo stato di grav<strong>it</strong>à, le<br />

prospettano la possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di un suo allontanamento<br />

dalla s<strong>it</strong>uazione di pericolo: Mara accetta l’opportun<strong>it</strong>à<br />

di un suo ingresso in una struttura protetta.<br />

Così, in accordo con i servizi terr<strong>it</strong>oriali,<br />

Mara e suo figlio vengono osp<strong>it</strong>ati nella “Casa<br />

Rifugio Em<strong>il</strong>y”. La casa gest<strong>it</strong>a del “Centro Donna<br />

L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h” non è una casa famiglia, è un vero e proprio<br />

rifugio temporaneo per allontanare e isolare<br />

dal pericolo immediato le donne, spesso con i figli<br />

minori e per intraprendere un percorso di usc<strong>it</strong>a<br />

dalla violenza. Mara deve rientrare in possesso<br />

della sua v<strong>it</strong>a, deve recuperare la sua autonomia.<br />

Non è fac<strong>il</strong>e per lei, ormai non ha più contatti sociali,<br />

non ha soldi, non ha un lavoro e gli anni di<br />

maltrattamenti sistematici le hanno fatto credere di<br />

non essere né una “brava mamma”, né una “brava<br />

donna”. <strong>il</strong> lavoro che svolgono le operatrici<br />

antiviolenza all’interno della casa è un lavoro di<br />

“ricostruzione” nel pieno rispetto della personali-<br />

63<br />

tà. alcune donne che vi sono entrate, hanno deciso<br />

di r<strong>it</strong>ornare nella loro casa di origine, altre hanno<br />

colto l’occasione per ricominciare. Mara decide<br />

di restare, suo figlio inizia un percorso parallelo al<br />

suo, viene inser<strong>it</strong>o nel progetto dedicato ai minori<br />

denominato: “Piccoli Osp<strong>it</strong>i”. Entrambi riprendono<br />

in mano la loro v<strong>it</strong>a, passando attraverso la<br />

dimensione del gioco, del racconto, della manipolazione,<br />

delle piccole attiv<strong>it</strong>à, quali prendersi cura<br />

dell’orto, degli animali, delle faccende domestiche,<br />

dividendosi i comp<strong>it</strong>i con gli altri in una s<strong>it</strong>uazione<br />

di mutuo aiuto. Non c’è nessun aspetto “salvifico”<br />

all’interno della casa, che non è una<br />

struttura meramente assistenziale. Attraverso i colloqui<br />

e le varie attiv<strong>it</strong>à programmate mara comincia<br />

a capire <strong>il</strong> perché di alcuni meccanismi posti in<br />

essere negli anni, che l’hanno portata a entrare<br />

nella spirale della violenza, viene aiutata a riscoprire<br />

le sue risorse, a fare anche dei “b<strong>il</strong>anci di<br />

competenze”, scoprendo la solidarietà con le<br />

“coinqu<strong>il</strong>ine” che hanno vissuto esperienze sim<strong>il</strong>i.<br />

Quando qualcuna di loro, trovato un lavoro e un<br />

alloggio, esce dalla casa al termine del progetto<br />

di usc<strong>it</strong>a dalla violenza, vive sentimenti ambivalenti:<br />

all’orgoglio di avercela fatta, si accompagna<br />

spesso un po’ di tensione, l’ansia di affrontare l’esterno<br />

esiste e poi è forte la paura di instaurare


nuovi rapporti. le donne in usc<strong>it</strong>a non vengono<br />

lasciate sole, ma continuano a essere segu<strong>it</strong>e dalle<br />

operatrici (quello che tecnicamente si chiama un<br />

follow- up). alcune donne rimangono in contatto<br />

tra loro, altre, dopo essersi ricostru<strong>it</strong>e una v<strong>it</strong>a,<br />

partecipano a momenti di festa o a specifiche attiv<strong>it</strong>à<br />

all’interno della casa, rappresentando, di fatto,<br />

un esempio pos<strong>it</strong>ivo per chi ancora risiede.<br />

mara deve pensare al futuro, deve attivarsi per<br />

trovare un lavoro che le permetta di mantenere lei<br />

e suo figlio. Con la sua volontà, la sua personal<strong>it</strong>à<br />

r<strong>it</strong>rovata, e con l’aiuto delle operatrici, Mara supera<br />

anche questo ostacolo. Ora Mara è una donna<br />

che ha cominciato una nuova v<strong>it</strong>a grazie ad<br />

altre donne che, negli anni ’70, hanno deciso di<br />

intraprendere un cammino contro la violenza,<br />

schierandosi a favore dell’autonomia, della libertà<br />

e della dign<strong>it</strong>à della donna. Il “Centro Donna<br />

L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h” nasce ufficialmente nel 1986 e da allora<br />

svolge attiv<strong>it</strong>à culturali e di ricerca sull’ident<strong>it</strong>à di<br />

genere e sulla violenza. Negli anni ’90 attiva la<br />

prima linea telefonica di emergenza contro la violenza<br />

intra ed extra fam<strong>il</strong>iare in provincia di Latina.<br />

Le donne che vi operano potenziano progressivamente<br />

le attiv<strong>it</strong>à di consulenze legali, di<br />

formazione, di colloqui di ascolto, di prima accoglienza<br />

e di sostegno per “uscire dalla violenza”.<br />

64<br />

Nel 2003, dopo molte battaglie, nasce la prima<br />

“Casa Rifugio Em<strong>il</strong>y”. L’associazione fa parte della<br />

Rete nazionale antiviolenza ed è socia fondatrice<br />

dell’associazione D.I.R.E., collabora attivamente<br />

con tutti gli enti ist<strong>it</strong>uzionali presenti nel terr<strong>it</strong>orio,<br />

nell’ottica di costruire la Rete locale antiviolenza,<br />

che metta in atto “buone prassi” e lavori in sinergia.<br />

Varie generazioni di donne si sono alternate<br />

e confrontate nel lavoro di prevenzione e nelle attiv<strong>it</strong>à<br />

culturali. Patrizia Amodio, che fa parte del<br />

nucleo storico fondativo, attualmente presidente<br />

del centro, continua senza sosta <strong>il</strong> suo impegno,<br />

sulle discriminazioni di genere e sulla violenza.<br />

Patrizia e le altre volontarie hanno in mente nuovi<br />

obiettivi, tra questi prior<strong>it</strong>ario è quello di ist<strong>it</strong>uire<br />

una “casa di proseguimento” per le donne, un luogo<br />

in cui continuare <strong>il</strong> percorso iniziato nella casa<br />

rifugio. nella casa di proseguimento le donne<br />

avrebbero la possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di sperimentare, attraverso<br />

la gestione della v<strong>it</strong>a quotidiana, la propria capac<strong>it</strong>à<br />

di autonomia, aumentando la consapevolezza<br />

di sé al fine di ripensarsi in chiave diversa,<br />

superando <strong>il</strong> senso di inadeguatezza derivante<br />

dal loro vissuto.


La Casa Rifugio Em<strong>il</strong>y è gest<strong>it</strong>a<br />

dal Centro Donna L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h: non è una casa<br />

famiglia, è un vero e proprio rifugio<br />

temporaneo per allontanare e isolare<br />

dal pericolo immediato le donne.<br />

65


di segu<strong>it</strong>o la regione e le sue suddivisioni<br />

inerenti <strong>il</strong> volontariato. L.R. n. 29/93 – or-<br />

ganizzazioni di volontariato<br />

la regione, in conform<strong>it</strong>à ai principi stab<strong>il</strong><strong>it</strong>i dalla<br />

legge 11 agosto 1991, n. 266, incentiva lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

delle organizzazioni di volontariato, salvaguardandone<br />

l’autonomia, riconosce e favorisce la loro<br />

attiv<strong>it</strong>à come libera espressione di partecipazione,<br />

solidarietà e non sost<strong>it</strong>utivo dell’intervento pubblico<br />

per <strong>il</strong> conseguimento delle final<strong>it</strong>à di carattere sociale,<br />

civ<strong>il</strong>e e culturale. È ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o presso la regione<br />

<strong>il</strong> registro regionale delle organizzazioni di volontariato.<br />

Le organizzazioni di volontariato presenta-<br />

la relazione<br />

la regione e <strong>il</strong> volontariato<br />

66<br />

no, tram<strong>it</strong>e <strong>il</strong> legale rappresentante, alla Direzione<br />

Regionale Servizi Sociali la domanda di iscrizione<br />

nel registro, corredata di copia degli accordi degli<br />

aderenti o dell’atto cost<strong>it</strong>utivo o dello statuto, redatti<br />

nella forma dell’atto pubblico o della scr<strong>it</strong>tura<br />

privata autenticata o registrata e di una relazione<br />

sull’attiv<strong>it</strong>à che l’organizzazione svolge. L’elenco<br />

delle organizzazioni di volontariato iscr<strong>it</strong>te nel registro<br />

viene pubblicato annualmente sul Bollettino<br />

Ufficiale della Regione (BUR). L’albo è distinto in 5<br />

sezioni (Ambiente, Protezione civ<strong>il</strong>e, Cultura, San<strong>it</strong>à,<br />

Servizi Sociali).


L.R. n. 22/99 – associazioni di promozione sociale<br />

Nel registro regionale delle associazioni di promozione<br />

sociale possono iscriversi le associazioni in possesso<br />

dei requis<strong>it</strong>i di cui all’articolo 3 della legge ed<br />

operanti negli amb<strong>it</strong>i di attiv<strong>it</strong>à previsti dall’articolo 2<br />

della L.R. n.22/99. Le associazioni operanti da almeno<br />

sei mesi nella regione presentano alla Direzione<br />

Regionale Servizi Sociali la domanda di iscrizione<br />

nel Registro, corredata di copia dell’atto cost<strong>it</strong>utivo e<br />

dello statuto e di una relazione sull’attiv<strong>it</strong>à.<br />

L.R. N. 24/96 – cooperative sociali<br />

La Regione Lazio, in attuazione degli articoli 3 e 4<br />

della Cost<strong>it</strong>uzione, nonché in attuazione della legge<br />

8 novembre 1991, n. 381, ha emanato la legge<br />

regionale n. 24/96 che promuove lo sv<strong>il</strong>uppo delle<br />

cooperative sociali finalizzate alla promozione<br />

umana e integrazione sociale, con riferimento alle<br />

persone svantaggiate.<br />

Per le final<strong>it</strong>à è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o l’Albo regionale delle<br />

cooperative sociali, gest<strong>it</strong>o dalla Direzione Regionale<br />

Servizi Sociali.<br />

L’albo si articola nelle seguenti sezioni:<br />

a) “sezione A” nella quale sono iscr<strong>it</strong>te le cooperative<br />

che gestiscono servizi socio-san<strong>it</strong>ari ed educativi;<br />

b) “sezione B” nella quale sono iscr<strong>it</strong>te le coope-<br />

67<br />

rative che svolgono attiv<strong>it</strong>à diverse, agricole, industriali,<br />

commerciali, di formazione professionale o<br />

di servizi, finalizzate all’inserimento lavorativo di<br />

persone svantaggiate;<br />

c) “sezione C” nella quale sono iscr<strong>it</strong>ti i consorzi di<br />

cui all’articolo 8 della legge n. 381/91.<br />

L.R. n. 24/83 – associazioni, fondazioni e unioni<br />

di disab<strong>il</strong>i<br />

La Legge Regionale 28 apr<strong>il</strong>e 1983, n. 24, concernente<br />

“Interventi in favore di Associazioni, Fondazioni<br />

e Unioni di disab<strong>il</strong>i, operanti nel terr<strong>it</strong>orio<br />

regionale”, come modificata dall’art. 26 della L.R.<br />

22/05/97, n. 11 prevede all’art. 4 che la Regione<br />

provvede a definire un albo degli organismi di cui<br />

all’articolo 1, che, in relazione alle loro caratteristiche<br />

ist<strong>it</strong>uzionali e alla ragione sociale, possano<br />

essere ammessi ai contributi previsti della legge.<br />

Interventi economici in favore del terzo settore<br />

Tutte le domande si presentano alla scadenza del<br />

30 giugno dell’anno precedente a quello cui fanno<br />

riferimento le risorse finanziarie del b<strong>il</strong>ancio regionale:<br />

• L.R. 28 giugno 1993, n. 29: contributi in favore<br />

delle organizzazioni di volontariato: l’importo massimo<br />

della richiesta è di 26.000 euro e <strong>il</strong> contributo


è pari al 75% dell’importo riconosciuto ammissib<strong>il</strong>e.<br />

• L.R. 01 settembre 1999, n. 22 - contributi in favore<br />

delle Associazioni: nel 2010 sono stati ammessi<br />

a contributo 11 associazioni e due Comuni su 157<br />

progetti presentati a fronte di € 120.000 disponib<strong>il</strong>i.<br />

•L.R. 24 maggio 1990, n. 58 - concessione di contributi<br />

ad associazioni sociali regionali: gli Enti presentano<br />

annualmente la richiesta di finanziamento<br />

per ottenere <strong>il</strong> contributo che è dato da una quota<br />

assegnata ai richiedenti per le spese di gestione in<br />

parti uguali e <strong>il</strong> restante 50% secondo quote proporzionali<br />

al preventivo presentato.<br />

• L.R. 24 dicembre 2008, n. 31, art. 48 - “Sv<strong>il</strong>uppo<br />

di una rete regionale delle banche del tempo”: per<br />

<strong>il</strong> 2010 sono stati approvati 6 interventi, di cui 2 per<br />

nuova ist<strong>it</strong>uzione e 4 per la gestione di banche del<br />

tempo già esistenti per € 50m<strong>il</strong>a di fondi.<br />

• L.R. 28 apr<strong>il</strong>e 1983, n. 24 - procedure per la<br />

concessione di contributi; sono stati finanziati 5 enti<br />

per un impegno dei fondi € 100.000.<br />

• L.R. 14 gennaio 1987. n. 9 Interventi regionali in<br />

favore delle cooperative integrate: si possono presentare<br />

richieste di finanziamento per le seguenti<br />

voci ed attiv<strong>it</strong>à: incremento di cap<strong>it</strong>ale, piano di sv<strong>il</strong>uppo,<br />

oneri sociali, borse lavoro e adeguamento<br />

68<br />

del posto di lavoro.<br />

• Le Leggi Regionali prevedono degli interventi di<br />

sostegno in favore delle Associazioni di Promozione<br />

Sociale, delle Organizzazioni di Volontariato e<br />

delle cooperative integrate. le delibere di giunta<br />

regionale (DGR n. 351/2006 e DGR n. 279/2006)<br />

inerenti i cr<strong>it</strong>eri per l’erogazione dei contributi per<br />

le organizzazioni di volontariato e per le associazioni<br />

di promozione sociale prescrivono una serie<br />

complessa di adempimenti.<br />

la normativa regionale contempla cinque voci di<br />

contributo e un’istruttoria complessa, dovendo le<br />

cooperative integrate avere <strong>il</strong> 30% dei soci lavoratori<br />

invalidi per accedere ai contributi.<br />

La legge regionale n. 16/07 concernente “Disposizioni<br />

dirette alla tutela del lavoro, al contrasto e<br />

all’emersione del lavoro non regolare” ha prescr<strong>it</strong>to<br />

una serie di requis<strong>it</strong>i per l’accesso ai contributi<br />

e di conseguenza degli ulteriori adempimenti per<br />

le strutture regionali, tra cui la richiesta telematica<br />

agli enti di competenza del DURC.<br />

A segu<strong>it</strong>o dei finanziamenti viene svolta l’attiv<strong>it</strong>à<br />

nell’esame dei rendiconti relativi ai contributi erogati.<br />

Attiv<strong>it</strong>à inerenti <strong>il</strong> servizio civ<strong>il</strong>e<br />

Con la legge 6 marzo 2001 n. 64 è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />

<strong>il</strong> servizio civ<strong>il</strong>e nazionale. Il decreto legislativo 5


apr<strong>il</strong>e 2002 n.77 recante la disciplina del servizio<br />

civ<strong>il</strong>e nazionale, ha stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o, all’articolo 6, commi<br />

4 e 5, la ripartizione delle competenze in materia<br />

di valutazione e approvazione dei progetti di servizio<br />

civ<strong>il</strong>e tra l’Ufficio Nazionale per <strong>il</strong> Servizio<br />

civ<strong>il</strong>e, le regioni e le province autonome.<br />

Le aree d’intervento nelle quali è possib<strong>il</strong>e prestare<br />

<strong>il</strong> Servizio Civ<strong>il</strong>e Nazionale sono riconducib<strong>il</strong>i ai<br />

settori: assistenza, protezione civ<strong>il</strong>e, ambiente, patrimonio<br />

artistico e culturale, educazione e promozione<br />

culturale. Il Protocollo d’intesa sottoscr<strong>it</strong>to tra<br />

l’Ufficio Nazionale per <strong>il</strong> Servizio Civ<strong>il</strong>e e le Regioni<br />

approvato contiene gli indirizzi per l’ist<strong>it</strong>uzione, a livello<br />

regionale, degli albi degli enti di servizio civ<strong>il</strong>e.<br />

La deliberazione della Giunta Regionale n. 82 del<br />

14.02.2006, pubblicata sul BURL del 28 febbraio<br />

2006, ha per oggetto “Ist<strong>it</strong>uzione albo regionale<br />

degli enti di servizio civ<strong>il</strong>e: procedure e modal<strong>it</strong>à”.<br />

Le attiv<strong>it</strong>à dell’Ufficio riguardano:<br />

• Accred<strong>it</strong>amento: consiste nell’accertamento del<br />

possesso di adeguati requis<strong>it</strong>i strutturali e organizzativi<br />

e delle competenze e risorse specificatamente<br />

destinate al servizio civ<strong>il</strong>e richiesti agli enti dalle<br />

norme di settore. Gli enti di servizio civ<strong>il</strong>e regionale<br />

accred<strong>it</strong>ati sono 227.<br />

• Progettazione: <strong>il</strong> DPCM del 4 novembre 2009 ha<br />

69<br />

approvato <strong>il</strong> “Prontuario concernente le caratteristiche<br />

e le modal<strong>it</strong>à per la redazione e la presentazione<br />

dei progetti di Servizio Civ<strong>il</strong>e nazionale da<br />

realizzarsi in Italia e all’estero nonché i cr<strong>it</strong>eri per<br />

la selezione e l’approvazione degli stessi”.<br />

• Gli enti ogni anno presentano i progetti in base<br />

ad appos<strong>it</strong>a delibera di Giunta Regionale. Poi l’Ufficio<br />

provvede alla cost<strong>it</strong>uzione di una Commissione<br />

per la valutazione degli stessi con Decreto del<br />

presidente e, previo r<strong>il</strong>ascio del nullaosta da parte<br />

dell’Ufficio Nazionale Servizio Civ<strong>il</strong>e, procede<br />

all’approvazione della graduatoria.<br />

• Formazione e Comunicazione: è in atto un programma<br />

di intervento per <strong>il</strong> supporto e lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

del servizio civ<strong>il</strong>e volontario del Lazio, la cui realizzazione<br />

è stata affidata all’Agenzia Sv<strong>il</strong>uppo Amministrazioni<br />

Pubbliche (ASAP). L’Agenzia assiste<br />

la Regione per lo svolgimento di due funzioni regionali:<br />

la formazione degli operatori (operatori locali<br />

di progetto, formatori, progettisti) e <strong>il</strong> mon<strong>it</strong>oraggio<br />

dei progetti di servizio civ<strong>il</strong>e. Nel 2011 sono stati<br />

avviati 7 corsi per i progettisti che hanno coinvolto<br />

circa 150 operatori. Oggi si sta progettando la realizzazione<br />

di un portale.


70<br />

Albertina Zagni, detta Berta, è arrivata<br />

dal Ferrarese col suo carico di speranze<br />

nel Natale del 1934 in un’altra terra redenta,<br />

strappata alle fauci delle paludi e bonificata,<br />

la popolosa frazione di borgo Hermada.


testi di claudio mascagni _ foto di claudio mercuri<br />

i<br />

ricordi si perdono lontani. C’è tempo per abban-<br />

donarsi alle nostalgie e vivere <strong>il</strong> presente con<br />

accanto quello che è stato. Il domani qui non ha<br />

molta importanza. Eppure si è a due passi da una<br />

natura incontaminata, ma <strong>il</strong> tempo dei progetti è<br />

terminato, o meglio non è prior<strong>it</strong>ario. Albertina<br />

zagni, detta sbrigativamente Berta, lascia pochi<br />

spazi ai sorrisi, si affida alla memoria e diventa<br />

un ruscello rumoroso quando apre la stura al f<strong>il</strong>m<br />

della sua v<strong>it</strong>a. ti fermi, ti siedi e ascolti. anche<br />

perché comprendi quanto la v<strong>it</strong>a sia un cerchio,<br />

quanto i punti che collegano ogni stazione siano<br />

legati l’uno all’altro da un f<strong>il</strong>o che solo apparente-<br />

assistenza sociale<br />

71<br />

libertango<br />

mente può sembrarti <strong>il</strong>logico. Ma è solo questione<br />

di tempo. <strong>il</strong> tempo ha necess<strong>it</strong>à di tempo e questa<br />

storia, come tante altre, lo testimonia. pensate che<br />

Berta ha deciso di vivere qui, in una confortevole<br />

residenza per anziani a Sabaudia, ma senza dimenticare<br />

le radici che affondano in una terra di<br />

palude quale è Copparo, vivace centro agricolo<br />

del Ferrarese, circondato dal corso del po, che<br />

qui irradia rii e canali, che detta modi e tempi<br />

di v<strong>it</strong>a. non solo agricola. Basti pensare che lo<br />

stemma di questa c<strong>it</strong>tadina rurale presenta un covone<br />

di grano e una coppa dorata, cinta da rami<br />

di quercia e di alloro. e che Berta, nata in quelle


lande all’epoca desolate <strong>il</strong> 23 ottobre del 1919,<br />

è arrivata col suo carico di speranze nel Natale<br />

del 1934 in un’altra terra redenta, strappata alle<br />

fauci delle paludi e bonificata. La terra promessa<br />

stavolta risponde a un nome tragico della grande<br />

Guerra: è la popolosa frazione di borgo Hermada<br />

che accoglie in un podere della migliara 56<br />

Berta e la sua famiglia, formata dalla bellezza<br />

di 5 sorelle. i venti di guerra sono lontani ma le<br />

sanzioni della Società delle Nazioni sono lì a inasprire<br />

un’autarchia che <strong>il</strong> popolo <strong>it</strong>aliano vive con<br />

straordinario coraggio e impegno. «aiutavamo<br />

mamma in casa sin da quando eravamo piccole<br />

–apre la valvola dei ricordi- eravamo poverissimi<br />

e <strong>il</strong> nostro sostentamento era forn<strong>it</strong>o dai prodotti<br />

del piccolo orto, più una piccola stalla con qualche<br />

animale». Inev<strong>it</strong>ab<strong>il</strong>e non cedere alle lusinghe<br />

del regime fascista e accettare di arrivare con <strong>il</strong><br />

treno in quella local<strong>it</strong>à che prende <strong>il</strong> nome da una<br />

delle battaglie dell’Isonzo, inespugnab<strong>il</strong>e colle e<br />

trincea per l’eserc<strong>it</strong>o austro-ungarico impegnato a<br />

conquistare vanamente trieste. scesa insieme ad<br />

altre 20 famiglie ferraresi ecco che la attendono<br />

ancora i prodotti della campagna, compresi foraggio<br />

e grano. È qui che Berta si sposa e che mette<br />

alla luce due figli. Ma nel 1939 preferisce tornare<br />

su a copparo, cedere alle lusinghe della nascen-<br />

72<br />

te industria locale e calarsi nel ruolo di tornatrice<br />

meccanica nella sgarbi & chiusi. «era un continuo<br />

di rulli, cerchi, sfere...». Ma anche lì <strong>il</strong> tempo scade<br />

e la guerra non risparmia di centrare col suo<br />

carico mortale la fabbrica. «Fu in quel momento<br />

che risultò altrettanto naturale tornare a lavorare<br />

in campagna, ma a montecatini. e quelli furono<br />

anche gli anni della separazione con mio mar<strong>it</strong>o»,<br />

ricorda. È la dign<strong>it</strong>à che questa donna non ha mai<br />

perduto e l’impegno di scommettere sul suo domani<br />

e su remo, che oggi vive a rovigo, e su rosanna,<br />

che invece ab<strong>it</strong>a a Bologna, i suoi figli. «Appena<br />

terminata la guerra sono tornata a lavorare in<br />

fabbrica, ero stanca della campagna –riprende-.<br />

E la sera per arrotondare confezionavo cerotti in<br />

casa». Lo spir<strong>it</strong>o del risparmio ha sempre cadenzato<br />

l’esistenza lavorativa di Berta, che ha così<br />

coltivato la sua grande passione, oltre i due figli: i<br />

viaggi. «Cuba, Russia, Tunisia, Slovenia e non c’è<br />

un angolo d’Italia che io non conosca. Ma sono<br />

sempre part<strong>it</strong>a in gruppo, perché possiedo l’istinto<br />

della socializzazione». E poi ecco che i tour cessano:<br />

«mi son dovuta operare alle anche 13 anni<br />

fa e a 80 anni ho deciso di trasferirmi ad Apr<strong>il</strong>ia e<br />

da poco sono qui, perché <strong>il</strong> clima mi piace e i parenti<br />

di borgo hermada sono vicini, ma ho versato<br />

lacrime amare per accettare questa s<strong>it</strong>uazione di


muovermi col girello». Una socializzazione che<br />

però non decolla nella residenza socio assistenziale:<br />

«Io qui perdo fac<strong>il</strong>mente la pazienza con<br />

gli altri, anche se poi mi commuovo quando i bambini<br />

delle scuole ci vengono a trovare: vedere la<br />

gente allegra mi strazia <strong>il</strong> cuore». E quindi Berta<br />

preferisce rifugiarsi dietro <strong>il</strong> suo scr<strong>it</strong>toio. carattere<br />

particolare Berta, che guarda molto la tv e si<br />

tiene informata con periodici, appuntando sul suo<br />

personalissimo diario riflessioni e commenti salaci<br />

e diretti -che sconfinano finanche nella pol<strong>it</strong>ica-,<br />

arricch<strong>it</strong>o da immagini r<strong>it</strong>agliate minuziosamente<br />

da rotocalchi. Ha una calligrafia pul<strong>it</strong>a, scrive senza<br />

una minima sbavatura d’inchiostro e con gli<br />

occhi azzurri e <strong>il</strong> cardigan abbottonato fino al collo<br />

sib<strong>il</strong>a: «Che cosa cerco oggi? A 92 anni cosa<br />

pretendete che cerchi? La luna? Aspetto solo la<br />

chiamata di Dio».<br />

Nella stanza accanto altre pieghe e altre rughe,<br />

con storie che a volte appaiono più lineari, in maniera<br />

retta, che percorrono sentieri dir<strong>it</strong>ti, in una<br />

strada senza particolari gobbe. Maria Pipoli è<br />

un’appassionata di tango, accenna qualche passo<br />

con l’ingombrante scialle azzurro mentre le scint<strong>il</strong>lano<br />

gli occhi verdi e così i ricordi vanno diretti<br />

a Mario, <strong>il</strong> mar<strong>it</strong>o che l’ha appena lasciata, con<br />

cui ha condiviso una v<strong>it</strong>a colma di soddisfazioni.<br />

73<br />

Catapultati a Sabaudia sul finire degli Anni 70 da<br />

una v<strong>it</strong>a movimentata, mantenevano come coppia<br />

sempre l’impegno di aprire le danze. «E ho solo e<br />

sempre ballato col mio Mario» ci tiene a sottolineare<br />

Maria. Se è vero, come è vero, che <strong>il</strong> tango non<br />

è né maschio né è femmina, ma è coppia, allora<br />

ecco che Mario e Maria sono una testimonianza<br />

di come questo ballo dimostri che <strong>il</strong> livello di comunicazione<br />

tra i corpi qui viene esaltato: emozione,<br />

energia respirazione, abbraccio e palp<strong>it</strong>azione si<br />

fondono dai passi all’improvvisazione marcata.<br />

originaria di Udine, <strong>il</strong> padre, guardia carceraria,<br />

si trasferisce con la famiglia a Turi, sull’altopiano<br />

della murgia, un terr<strong>it</strong>orio ricco di doline e grotte<br />

sotterranee. È qui che scorre un’infanzia felice, incontrando<br />

l’amato ad appena 10 anni: «E quando<br />

ne avevo 15 mi portò l’anello, ma io ero troppo<br />

giovane: studiavo per diventare maestra!». Sembra<br />

una favola questa dei due adolescenti, nati<br />

entrambi nel 1922, lei ad apr<strong>il</strong>e, lui ad agosto,<br />

che però si frequentano soltanto tra sospiri e occhiate<br />

all’interno delle navate della chiesa Madre<br />

di questo civettuolo centro rurale del Barese. poi,<br />

l’amore sboccia a 19 anni: si sposano e seguono <strong>il</strong><br />

padre di lui a Rovigo, dove prestava servizio per<br />

la Benemer<strong>it</strong>a. ma qui cominciano i problemi di<br />

convivenza con la suocera, proprio mentre soffia


la tempesta della guerra. maria fa fagotto e se ne<br />

torna a Bari dalla madre: è qui che nel ’42 nasce<br />

la primogen<strong>it</strong>a Teresa (poi nel ’45 Tommaso e nel<br />

’55 Giulia) mentre Mario rischia la v<strong>it</strong>a sul fronte<br />

<strong>it</strong>aliano, fino a quando l’aereo m<strong>il</strong><strong>it</strong>are su cui era<br />

in volo precip<strong>it</strong>a («era un velivolo tutto scassato!»<br />

sbotta Maria) e all’ospedale di Napoli lo ‘rammendano’<br />

alla bell’e meglio; poi quel corpo martoriato<br />

lo trasferiscono nella base di putignano,<br />

dove gli diagnosticano la morte sicura. malconcio<br />

era malconcio Mario, tant’è che trascorre 3 anni<br />

della sua v<strong>it</strong>a a letto: «lo accudivo con amore e<br />

ogni giorno gli preparavo una torta per rimetterlo<br />

in forze», ricorda lucida Maria. Ed è proprio a<br />

turi che mario si riprende tanto da far urlare al<br />

miracolo, stretto negli affetti fam<strong>il</strong>iari e accarezzato<br />

da quegli inverni piovosi alternati alle nevicate<br />

e messo a dura prova dalle estati torride. <strong>il</strong> tempo<br />

scorre e Mario, grande invalido di guerra, è occupato<br />

come vig<strong>il</strong>e san<strong>it</strong>ario, poi <strong>il</strong> caso li porta<br />

vent’anni fa a ricoprire <strong>il</strong> ruolo di magazziniere<br />

alla Miralanza di Pontinia. L’arrivo in terra pontina<br />

avvenne perché mario spesso conduceva col<br />

camion i carichi di mozzarelle del caseificio di un<br />

amico fino a Roma; a entrambi <strong>il</strong> clima della zona<br />

piacque e quindi scelsero di vivere a sabaudia,<br />

vicina a terracina, c<strong>it</strong>tà da dove mario col camion<br />

74<br />

se ne partiva per portare i cocomeri sui banchi<br />

delle frutterie bergamasche. Poi l’incarico alla Miralanza<br />

e l’avventura della pizzeria a Pontinia,<br />

aperta coi soldi ricavati dalla vend<strong>it</strong>a del camion.<br />

«I miei figli? Sono qui tutti e tre a Sabaudia, li ho<br />

vicini e vengono sempre a recarmi vis<strong>it</strong>a», sorride<br />

volteggiando con lo scialle azzurro e accennando<br />

un passo su una nota immaginaria di libertango.<br />

Vive di bei ricordi Maria, a 88 anni, sempre stretta<br />

col suo Mario, che domina la stanza con le<br />

immagini seppiate sulle pareti, come se scandisse<br />

tempi e r<strong>it</strong>mi mai tramontati. ‘Strano, ho già visto<br />

questo viso prima d’ora, l’ho visto camminare<br />

avanti e indietro fuori dalla mia porta come un<br />

falco che insegue la sua preda, come la notte che<br />

aspetta <strong>il</strong> giorno’.*<br />

* Libertango _ di Astor Pantaleón Piazzolla (Mar del Plata,<br />

11 marzo 1921 – Buenos Aires, 4 luglio 1992), musicista e<br />

compos<strong>it</strong>ore argentino, di chiara origine <strong>it</strong>aliana, r<strong>it</strong>enuto <strong>il</strong><br />

riformatore dello st<strong>il</strong>e musicale del tango.


75<br />

Maria Pipoli è un’appassionata<br />

di tango. Nativa di Turi, sull’altopiano<br />

della Murgia, è arrivata col suo<br />

inseparab<strong>il</strong>e mario a sabaudia<br />

sul finire degli Anni 70.


nella retta delle Residenze Socio Assistenziali<br />

(R.S.A.) è a carico del Fondo San<strong>it</strong>ario Regionale<br />

la spesa san<strong>it</strong>aria mentre a carico<br />

dell’utente e/o del Fondo Sociale le spese di carattere<br />

alberghiero e socio-assistenziale. La normativa<br />

che regola le RSA è la D.G.R. n. 98/2007 che ha<br />

stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o una rimodulazione degli oneri della diaria<br />

giornaliera e ha introdotto l’applicazione dell’Indicatore<br />

della S<strong>it</strong>uazione Economica Equivalente (ISEE)<br />

in ordine alla contribuzione dell’utenza per le prestazioni<br />

socio san<strong>it</strong>arie agevolate. Per <strong>il</strong> periodo dal<br />

1.05.2007 al 1.05.2008 la quota sociale RSA corrispondeva<br />

al 40% della diaria giornaliera, mentre la<br />

quota a carico del Fondo san<strong>it</strong>ario era del 60%. A<br />

partire dal maggio 2008 la percentuale della quota<br />

sociale della diaria RSA è passata al 50% della<br />

tariffa giornaliera. L’entrata in vigore del D.G.R. ha<br />

comportato un notevole aumento della spesa socia-<br />

la relazione<br />

76<br />

<strong>il</strong> mondo delle rsa<br />

le a carico dei comuni e della regione (<strong>il</strong> contributo<br />

regionale è pari all’80% della spesa comunale rendicontata).<br />

Per <strong>il</strong> 2008 lo stanziamento ammontava<br />

a euro 34.000.000,00 mentre la spesa complessiva<br />

per le RSA è stata di euro 38.038.599,35 (liquidati<br />

con determinazioni D3480/2009 e D1369/2010 e<br />

saldati con D1414/2010 in quanto <strong>il</strong> cap<strong>it</strong>olo di b<strong>il</strong>ancio<br />

non presentava la necessaria disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à finanziaria);<br />

per <strong>il</strong> 2009 lo stanziamento ammontava<br />

a euro 42.000.000,00 mentre la spesa regionale<br />

ammonta a complessivi euro 47.159.368,60 di cui<br />

solo euro 35.230.640,74 sono stati impegnati. La<br />

rimanente cifra a copertura degli oneri relativi per<br />

<strong>il</strong> 2009 è stata saldata con successiva determinazione,<br />

a valere sull’esercizio finanziario 2011 (e quindi<br />

grava sui fondi stanziati per l’annual<strong>it</strong>à 2011). Si<br />

rammenta al riguardo che in sede di assestamento<br />

di b<strong>il</strong>ancio 2009 la disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à del cap<strong>it</strong>olo di


<strong>il</strong>ancio preposto al pagamento RSA è stata ridotta<br />

di € 4.000.000,00. Per l’anno 2010 lo stanziamento<br />

ammonta a euro 46.000.000,00 di cui euro<br />

11.935.659,20 già impegnati e liquidati per <strong>il</strong> saldo<br />

delle spese nell’anno 2009. Le spese RSA sostenute<br />

nell’anno 2010, rendicontate dai comuni a gennaio<br />

2011 e la cui istruttoria è in corso, ammontano a<br />

complessivi euro 65.203.214,25; la somma da liquidare<br />

ai comuni, pari all’80% della spesa rendicontata,<br />

ammonterebbe pertanto a euro 52.162.571,41.<br />

le cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à delle rsa<br />

1. Aumento esponenziale della spesa a segu<strong>it</strong>o della<br />

rimodulazione della diaria RSA;<br />

2. scarsa liquid<strong>it</strong>à di b<strong>il</strong>ancio. i fondi del cap<strong>it</strong>olo<br />

di b<strong>il</strong>ancio non sono sufficienti per erogare <strong>il</strong> contributo<br />

ai comuni in una sola tranche;<br />

3. I tempi che intercorrono tra l’emissione dei mandati<br />

di pagamento e la liquidazione degli stessi<br />

sono troppo lunghi;<br />

4. I tempi dell’istruttoria sono troppo lunghi. Sarebbe<br />

opportuno informatizzare <strong>il</strong> sistema di rendicontazione,<br />

impedire gli errori fatti dai Comuni<br />

in sede di rendicontazione attraverso <strong>il</strong> controllo<br />

dell’inserimento dei dati;<br />

5. necess<strong>it</strong>à di rivedere la normativa rsa che risulta<br />

carente di alcuni punti, anche a segu<strong>it</strong>o dell’a-<br />

77<br />

brogazione del Regolamento regionale n. 1 del<br />

1994, mai sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o.<br />

Lungodegenza<br />

a segu<strong>it</strong>o dei decreti del commissario ad acta nn.<br />

U0041/09 e U0056/09, la Direzione Regionale<br />

Programmazione San<strong>it</strong>aria ha stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o che, per i<br />

casi in cui fosse posto a carico dell’utente la quota<br />

di competenza, andava osservato quanto previsto<br />

dalla DGR 98/07 rispetto all’eventuale compartecipazione<br />

comunale (e quindi anche regionale). La<br />

nota è stata diffusa dalla San<strong>it</strong>à senza avere avuto<br />

precedenti consultazioni con l’Assessorato delle Pol<strong>it</strong>iche<br />

sociali.<br />

Riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azioni<br />

si sta predisponendo una circolare esplicativa che<br />

fornisca delucidazioni sulla DGR 380/10 e indicazioni<br />

in mer<strong>it</strong>o alle rendicontazioni da diffondere a<br />

tutti i comuni, le strutture ex articolo 26 e i caF. È<br />

necessario prevedere uno stanziamento adeguato<br />

sul cap<strong>it</strong>olo di b<strong>il</strong>ancio preposto al rimborso ai comuni<br />

per le spese effettuate per la contribuzione<br />

alle riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azioni. Indispensab<strong>il</strong>e avere un supporto<br />

informatico che gestisca le rendicontazioni per velocizzare<br />

i tempi delle istruttorie.


i lavoratori disab<strong>il</strong>i della Fattoria solidale<br />

del circeo, nelle campagne di pontinia,<br />

una tenuta nata nel 1900, seguono un corso<br />

di formazione per due anni imparando<br />

a coltivare la terra per produrre ortaggi e verdure.<br />

78


testi di gian luca campagna _ foto di roberto gabriele<br />

la stampa st<strong>il</strong>e ‘800 abbraccia <strong>il</strong> casale dai<br />

riflessi porpora. Sembra che riverberino la<br />

luce che li scalda verso ogni anfratto nascosto<br />

e verso le distese a perd<strong>it</strong>a d’occhio. Un collie<br />

zoppicando ti scorta sulla sterrata appiccicosa e<br />

fangosa, ti accoglie marco di stefano con un sorriso<br />

cordiale, rampollo di una nob<strong>il</strong>e dinastia che<br />

in questa piana ha messo radici ben prima della<br />

bonifica integrale e che ha scand<strong>it</strong>o v<strong>it</strong>a, regole e<br />

r<strong>it</strong>mi. ha volutamente sconvolto la sua v<strong>it</strong>a, o forse<br />

ne ha ottimizzato i suoi tratti salienti traducendo<br />

<strong>il</strong> concetto tutto personale di pratic<strong>it</strong>à, fondendo<br />

in un colpo unico lavoro e spir<strong>it</strong>o di solidarietà.<br />

disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

79<br />

Terra d’utopia<br />

Marco dal 2004 ha creato in questa tenuta dove<br />

gli orologi pare che abbiano firmato una tregua<br />

quell’utopia descr<strong>it</strong>ta da Francesco Bacone,<br />

quell’utopia che ha nutr<strong>it</strong>o per secoli una vastissima<br />

produzione letteraria. Ha dato v<strong>it</strong>a alla fattoria<br />

solidale per eccellenza, sotto lo sguardo compiaciuto<br />

del monte che dà anche <strong>il</strong> nome al<br />

marchio di quello che in questa azienda agricola<br />

d’altri tempi viene coltivato. Nella Fattoria solidale<br />

del circeo, sospesa nelle campagne tra pontinia<br />

e sabaudia, dove scorre <strong>il</strong> sulfureo Ufente,<br />

infatti, i lavoratori sono ragazzi diversamente<br />

ab<strong>il</strong>i, con differenti patologie fisiche e psichiche,


impegnati a produrre insalate e ortaggi. marco ti<br />

parla sotto lo sguardo benevolo degli avi di famiglia<br />

nel salotto dove sorseggiare un caffè o un thè<br />

resta un r<strong>it</strong>o da consumarsi con calma v<strong>it</strong>toriana.<br />

È dal nonno michelangelo che ered<strong>it</strong>a un patrimonio<br />

di latifondo ma soprattutto un forte spir<strong>it</strong>o<br />

di solidarietà aggiungendovi quella caparbietà<br />

che mista a un pizzico di incoscienza portò l’antenato<br />

agli inizi del secolo scorso, all’epoca<br />

17enne, a salvare l’azienda di famiglia, consistente<br />

in un’ingente industria boschiva. Se l’azienda<br />

rischiava <strong>il</strong> fallimento per via del mancato acquisto<br />

di migliaia di traversine che dovevano<br />

contribuire a potenziare <strong>il</strong> sistema ferroviario<br />

dell’allora Stato pontificio stretto nella morsa del<br />

neonato stato <strong>it</strong>aliano, michelangelo non si scoraggiò<br />

e scoprì che la stessa tipologia di traversine<br />

veniva ut<strong>il</strong>izzata nell’Est della Francia: un colpo<br />

di fortuna, determinato da una volontà ferrea<br />

di ricercare una soluzione agli imprevisti epocali<br />

che sconvolgevano lo stivale in quegli anni. È<br />

sempre dal prode michelangelo che marco ered<strong>it</strong>a<br />

<strong>il</strong> testimone della solidarietà e della disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

verso gli altri, rafforzandone gli elementi di<br />

uguaglianza sociale: se <strong>il</strong> nonno garantiva ai propri<br />

operai un trattamento di favore, mutuandone<br />

esigenze e aspettative (che lo salvò dalle reazio-<br />

80<br />

ni estreme dei moti socialisti prima dell’avvento<br />

della d<strong>it</strong>tatura fascista), ecco che quello stesso<br />

spir<strong>it</strong>o alberga oggi nell’animo del nipote. «Ho<br />

sempre fatto volontariato –dice marco, 36 anni,<br />

una laurea in legge nel cassetto-, sin dai tempi<br />

del liceo a roma e in tutto <strong>il</strong> percorso scolastico.<br />

È sempre stata una conseguenza naturale rispetto<br />

al mio mondo. poi ho trasformato quello che era<br />

l’impiego sociale del mio tempo libero in un lavoro,<br />

perché a un certo punto è divenuto inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>e».<br />

E siccome ‘<strong>il</strong> fare del bene’ è sempre stato<br />

segnato nel Dna di Marco ecco che l’idea che<br />

macerava da tempo è finalmente maturata ed è<br />

esplosa nella realizzazione di un progetto che ha<br />

<strong>il</strong> sapore dell’incredib<strong>il</strong>e, tanto che oggi si fregia<br />

della griffe della prima azienda sociale al mondo:<br />

«Il concetto di sfida e quello di solidarietà<br />

vanno di pari passo», ammette, temprato dalle<br />

sue giornate lavorative che aprono alle 5 e si<br />

chiudono alle 23. da lì ecco i colloqui con psicologi<br />

ed educatori per affrontare questa sfida solidale,<br />

più <strong>il</strong> collegamento fattivo con la Latina Formazione<br />

della Provincia di Latina per coprire i<br />

due anni di lezioni e corsi nelle aule didattiche<br />

della Fattoria. «non facciamo abracadabra, cerchiamo<br />

con la nostra èquipe di creare delle condizioni<br />

normali di inserimento nel mondo del lavo-


o per chi è svantaggiato –riprende-. Al primo<br />

posto sì poniamo <strong>il</strong> benessere della persona, ma<br />

questa è anche un’impresa e come tutte le imprese<br />

si misura col mercato, quindi ci sono delle motivazioni<br />

economiche…». Se vi cap<strong>it</strong>a –e vi cap<strong>it</strong>erà-<br />

di imbattervi in questa azienda scoprirete<br />

una tenuta dove i disab<strong>il</strong>i hanno la stessa dign<strong>it</strong>à<br />

di un normodotato, dove <strong>il</strong> microcosmo bucolico<br />

si fonde con una sorta di paradiso che annulla<br />

divers<strong>it</strong>à e preconcetti di uomini e animali. e già,<br />

perché i ragazzi disab<strong>il</strong>i non sono soltanto dei<br />

provetti e ab<strong>il</strong>i agricoltori con zappa e semi tra i<br />

guanti, ma anche fini allevatori, che interagiscono<br />

con estrema fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à con vacche e bufali, l’animale<br />

per eccellenza delle zone paludose. «Fa<br />

rabbia quando vedi persone normodotate che<br />

sputano in faccia alla fortuna che ti ha dato la<br />

v<strong>it</strong>a» scuote <strong>il</strong> capo Di Stefano. Corre <strong>il</strong> 2003<br />

quando Marco abbozza un progetto di fattoria<br />

sociale, segu<strong>it</strong>o da una sperimentazione colma di<br />

dubbi e incertezze: «del resto, non esiste da nessuna<br />

parte <strong>il</strong> manuale della perfetta fattoria sociale.<br />

giravo in ogni dove e assorbivo come una<br />

spugna qualsiasi tipo di insegnamento e suggerimento»,<br />

precisa. E di impegno si parla quando si<br />

pensa che gli ettari da gestire sono la bellezza di<br />

180. In questa famiglia allargata dove regna l’al-<br />

81<br />

legria la giornata comincia come tradizione vuole<br />

quando c’è l’oro in bocca. Giovanni, 29 anni, di<br />

Priverno, è da 3 anni che è qui e si occupa delle<br />

piante d’insalata, curandole e innaffiandole, al<br />

pari di Francesca, mentre Valerio, 27 anni, di Borgo<br />

Vodice, gli dà sì una mano ma principalmente<br />

accudisce M<strong>il</strong>ady, <strong>il</strong> pony, coccolato con l’ins<strong>il</strong>ato<br />

di mais. Ecco, qui i ragazzi che hanno r<strong>it</strong>ardi cogn<strong>it</strong>ivi,<br />

sindromi di down o generici problemi psicologici,<br />

seguono un corso di formazione che ha<br />

la durata di 2 anni, un tirocinio che li porta a diretto<br />

contatto con la realtà agricola, insegnandogli<br />

tecniche e metodologie, avvicinandoli al lavoro<br />

e cercando di concedergli un’opportun<strong>it</strong>à<br />

occupazionale che fino a qualche anno fa veniva<br />

vista come, appunto, un’utopia. Poi, certo, c’è chi<br />

brucia le tappe, come Valerio, 22 anni, di sabaudia,<br />

che dopo appena 1 anno ricopre <strong>il</strong> ruolo di<br />

responsab<strong>il</strong>e della commercializzazione dell’insalata<br />

e degli ortaggi. e già, perché la Fattoria solidale<br />

del Circeo è un marchio, nel senso che tra gli<br />

scaffali del reparto ortofrutta (pam e coop su tutti)<br />

di molte c<strong>it</strong>tà della provincia e del Lazio potete<br />

trovare i sacchetti della lattuga e delle cipolle<br />

bianche con la griffe del sole che si staglia sul<br />

promontorio caro alla maga circe, oltre al fatto<br />

che le consegne vengono effettuate a domic<strong>il</strong>io


Nella foto grande Giovanni, che semina e innaffia le piante.<br />

In questo percorso i lavoratori disab<strong>il</strong>i sono segu<strong>it</strong>i da una nutr<strong>it</strong>a èquipe<br />

di psicologi, psicoterapeuti, educatori e assistenti sociali, tra cui andrea zampetti e<br />

paola sabatini, che accolgono con entusiasmo la scelta di marco di stefano<br />

di creare dal nulla una fattoria solidale e sociale. È <strong>il</strong> 2004.<br />

82


con la f<strong>il</strong>osofia del km zero, «per essere compet<strong>it</strong>ivi»,<br />

sorridono Valerio, Franco, 28 anni, e Livio,<br />

43, anche loro di Sabaudia. Ma l’immagine della<br />

famiglia perfetta che apre la giornata con una<br />

colazione da Mulino Bianco funziona fino a un<br />

certo punto. <strong>il</strong> lavoro di raccordo e di coordinamento<br />

è continuativo e rigido, tenuto su da una<br />

squadra di psicologi e psicoterapeuti che sembrano<br />

appena usc<strong>it</strong>i da un serial televisivo a stelle e<br />

strisce, per la competenza, per <strong>il</strong> sorriso, per la<br />

disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à e per la tenacia che mostrano ogni<br />

santo giorno. col sole e sotto la pioggia. e già,<br />

perché alla fine se devono accompagnare i ragazzi<br />

in campagna anche loro devono affrontare<br />

l’intenso odore di letame e <strong>il</strong> fango che si impregna<br />

sugli stivali. «Figuriamoci, è stato un r<strong>it</strong>orno<br />

al passato, dato che i miei gen<strong>it</strong>ori hanno un vigneto<br />

–sorride manuela cocco, 35 anni, di Velletri,<br />

psicologa, da 3 anni qui- chi l’avrebbe mai<br />

detto che dopo gli studi sarei tornata a camminare<br />

tra scoline e piante?». Ma è nelle parole di<br />

paola sabatini, psicologa, 36 anni, e di andrea<br />

zampetti, 35 anni, pedagogista, romani e coniugati<br />

tra loro, che prende sostanza <strong>il</strong> sentimento di<br />

questo progetto. Era <strong>il</strong> 2004 quando s’incontrano<br />

con marco di stefano e pongono le basi per creare<br />

un progetto tanto folle quanto affascinante,<br />

83<br />

un’utopia dal sapore antico proiettato nei tempi<br />

attuali. «La ver<strong>it</strong>à è che eravamo stanchi io e Paola<br />

di occuparci di tossicodipendenti -racconta<br />

andrea- qui vedi crescere qualcosa, ogni giorno<br />

tocchi con mano come rinascono le persone. e<br />

questa è un’energia che carica anche noi». Singolare<br />

la storia di questa giovane coppia romana,<br />

pendolare al contrario, che ogni giorno s’alza<br />

la mattina e prende <strong>il</strong> treno alle 7.45 da<br />

termini per scendere a Fossanova e gettarsi a capof<strong>it</strong>to<br />

in un lavoro da educatori che sconfina e<br />

convive con quello agricolo. «L’entusiasmo non è<br />

mai scemato –sorride Paola- è sempre uguale a<br />

quello del primo giorno», «ma la responsab<strong>il</strong><strong>it</strong>à è<br />

alta –le va dietro Andrea-, qui siamo all’aria<br />

aperta, non è un luogo di contenimento: se c’è<br />

una crisi va gest<strong>it</strong>a con fermezza». Infatti se i ragazzi<br />

disab<strong>il</strong>i che si muovono attorno alla fattoria<br />

sono nell’ordine di una quarantina (ma si attua <strong>il</strong><br />

turnover), tra educatori, psicologi, psicoterapeuti<br />

e assistenti sociali si arriva a 8 elementi. C’è da<br />

lavorare: vi sono 60 ettari da coprire con la semina<br />

di granoturco, anche se si attende <strong>il</strong> 20 apr<strong>il</strong>e<br />

r<strong>it</strong>ardando –e non di poco- questa fase. «i proverbi<br />

dei contadini non sbagliano mai: primavera<br />

non v’è se Pasqua non c’è», sorride Di Stefano.<br />

«In campagna i ragazzi sono sempre occupati –


iprende Andrea-, è molto diffic<strong>il</strong>e che non ci sia<br />

lavoro. Questo sta a significare che i ragazzi imparano<br />

a crescere e a capire che sono capaci e<br />

che con la tenacia e la pazienza possono raggiungere<br />

degli obiettivi». «Qui la cattedra della<br />

scuola è decisamente lontana, qui anche le nostre<br />

professional<strong>it</strong>à sono in discussione ogni giorno,<br />

perché la teoria è solo tale e la pratica la tocchi<br />

–aggiunge Manuela, che in precedenza era occupata<br />

come assistente ai portatori di handicap-,<br />

qui si responsab<strong>il</strong>izza l’individuo ad agire, a concedergli<br />

una certa dose di autonomia. <strong>il</strong> nostro<br />

comp<strong>it</strong>o è proprio quello di capire quali sono le<br />

loro reali potenzial<strong>it</strong>à e cercare di trasmetterle a<br />

loro stessi». «Già, qui non si fa assistenza –sancisce<br />

Paola- ma lavoro e formazione». Quando arrivano<br />

le scolaresche in g<strong>it</strong>a o le troupe di giornalisti<br />

i ragazzi raddoppiano gli sforzi e nell’orto<br />

didattico spiegano, <strong>il</strong>lustrano e insegnano <strong>il</strong> processo<br />

v<strong>it</strong>ale delle piante che poi termina nelle cassette<br />

gest<strong>it</strong>e nel magazzino, come fa Fabio Cacciotti,<br />

un giovanottone di roccagorga, cicerone<br />

doc. Ma <strong>il</strong> lavoro non termina con l’agricoltura,<br />

nell’azienda insiste l’allevamento di circa 200<br />

capi tra bufali e vacche, anche se la trasformazione<br />

casearia e di macellazione avviene al di fuori<br />

della Fattoria. Ma nella terra d’Utopia i sogni<br />

84<br />

non conoscono <strong>il</strong> ciclo v<strong>it</strong>ale, si rigenerano di continuo,<br />

come la fantasia sempre più concreta di<br />

Marco di inaugurare nel giro di un paio d’estati<br />

l’agr<strong>it</strong>urismo con una tavola imband<strong>it</strong>a con primizie<br />

e potenziata da una cinquantina di posti letto,<br />

che valorizzeranno ulteriormente un’area d’altri<br />

tempi, dove insiste un procoio ottagonale in perfetto<br />

stato e una catena frangivento formata da<br />

maestosi pini mar<strong>it</strong>timi ed eucalipti. Per ora, è<br />

vero, ci si accontenta di un panino e di un’insalata<br />

nel chiosco gest<strong>it</strong>o da giovanni, costretto sulla<br />

sedia a rotelle per via della schiena bifida, che<br />

ogni mattina si beffa del destino bastardo e con<br />

la sua Mercedes fa la spola con la stazione di<br />

Fossanova per trasportare alla Fattoria molti ragazzi.<br />

«Ma <strong>il</strong> vero obiettivo resta quello di creare<br />

in questa tenuta un vero v<strong>il</strong>laggio famiglia –dice<br />

serio di stefano-, un piccolo borgo autonomo<br />

dove ogni tipo di differenza viene azzerata».<br />

Non storcete <strong>il</strong> naso, nella terra d’Utopia può accadere<br />

di tutto. ci potete scommettere.


nella foto grande marco di stefano, nella sua casa.<br />

poi alcune scene di v<strong>it</strong>a ordinaria nella fattoria:<br />

Valerio che accudisce m<strong>il</strong>ady;<br />

Valerio e Giovanni nella pausa caffè al chiosco;<br />

i ragazzi intenti al lavoro nell’orto.<br />

85


come stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o nel regolamento regionale 3<br />

febbraio 2000, n. 1 la Regione Lazio eroga<br />

provvidenze economiche a favore di persone<br />

con sofferenza psichica, assist<strong>it</strong>e dal Dipartimento<br />

di salute mentale delle ASL. Le provvidenze<br />

sono parte integrante del programma terapeuticoriab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo<br />

finalizzato al reinserimento sociale del<br />

paziente e devono essere integrate con le attiv<strong>it</strong>à<br />

e gli interventi svolti dai servizi sociali degli enti locali.<br />

L’erogazione delle provvidenze economiche<br />

ha carattere temporaneo ed avviene per <strong>il</strong> tempo<br />

e nelle misure determinate dal programma terapeutico-riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo<br />

individuale delle persone assist<strong>it</strong>e<br />

la relazione<br />

86<br />

disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

dal Dipartimento di salute mentale, in funzione del<br />

processo di recupero psichico-sociale del paziente<br />

stesso.<br />

Le provvidenze economiche hanno diverse forme:<br />

• assegno straordinario: ha carattere di urgenza<br />

ed è finalizzato a fronteggiare s<strong>it</strong>uazioni eccezionali<br />

in particolare per agevolare l’avvio del processo<br />

terapeutico, è concesso solo una volta l’anno e<br />

per un periodo massimo di tre mesi.<br />

• assegno di emergenza temporanea: è concesso<br />

solo una volta l’anno e per un periodo massimo


di tre mesi nelle more dell’erogazione dell’assegno<br />

ordinario.<br />

• assegno ordinario: fa parte del programma terapeutico<br />

ed è corrisposto previa relazione sociosan<strong>it</strong>aria<br />

nella quale siano specificate le final<strong>it</strong>à<br />

terapeutiche del sostegno economico. L’assegno<br />

ordinario è corrisposto per un periodo massimo di<br />

un anno ed è rinnovab<strong>il</strong>e.<br />

• assegno di reinserimento sociale: fa parte del<br />

programma terapeutico ed è finalizzato al reinserimento<br />

sociale o alla deist<strong>it</strong>uzionalizzazione dell’assist<strong>it</strong>o;<br />

è corrisposto nei casi in cui l’utente non disponga<br />

di mezzi economici e di un valido supporto<br />

fam<strong>il</strong>iare. Può essere ut<strong>il</strong>izzato per contribuire alle<br />

spese alloggiative, per l’attiv<strong>it</strong>à di tirocinio professionale<br />

(non superiore a due anni continuativi) e<br />

attiv<strong>it</strong>à risocializzanti anche in previsione del reinserimento<br />

lavorativo. È corrisposto per un periodo<br />

massimo di un anno, ed è rinnovab<strong>il</strong>e.<br />

• la Regione Lazio tram<strong>it</strong>e la direzione servizi sociali<br />

ripartisce annualmente gli appos<strong>it</strong>i fondi stanziati<br />

nel b<strong>il</strong>ancio regionale (€ 6.000.000,00) tra<br />

<strong>il</strong> comune di roma ed i comuni sede di distretto<br />

san<strong>it</strong>ario, in base alla popolazione delle Aziende<br />

san<strong>it</strong>arie locali e/o dei distretti di riferimento. i comuni<br />

sono tenuti a trasferire dette somme all’Azienda<br />

san<strong>it</strong>aria locale terr<strong>it</strong>orialmente competente, la<br />

87<br />

quale è tenuta, a sua volta, a rendicontare l’ut<strong>il</strong>izzazione<br />

dei fondi alla Regione Lazio. È intenzione<br />

dell’Assessorato procedere ad adeguare gli interventi<br />

alla s<strong>it</strong>uazione attuale anche in relazione alla<br />

nuova proposta di legge sui servizi sociali. Ci sono<br />

state richieste e sollec<strong>it</strong>i da parte degli operatori e<br />

della consulta sul disagio mentale del comune di<br />

Roma. A marzo 2011 sono stati stanziati 4,5 m<strong>il</strong>ioni<br />

di euro per interventi di integrazione scolastica<br />

rivolti agli oltre 4.800 alunni con disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à delle<br />

scuole superiori del Lazio. È stato siglato <strong>il</strong> Protocollo<br />

d’Intesa Regione Lazio-INPDAP: conclusa la<br />

collaborazione per realizzare un nuovo modello di<br />

welfare che risponda efficacemente alle esigenze<br />

dei c<strong>it</strong>tadini, con particolare riferimento alle categorie<br />

che presentano una condizione di maggiore<br />

frag<strong>il</strong><strong>it</strong>à (disab<strong>il</strong>i, giovani e anziani). Inoltre per<br />

l’assistenza domic<strong>il</strong>iare sono stati stanziati 15 mln e<br />

500m<strong>il</strong>a euro per azioni a sostegno delle persone<br />

non autosufficienti e servizi di sollievo alle famiglie<br />

per sost<strong>it</strong>uirle nelle responsab<strong>il</strong><strong>it</strong>à di cura durante<br />

l’orario di lavoro o nei periodi di temporanea impossib<strong>il</strong><strong>it</strong>à.<br />

Per quanto concerne <strong>il</strong> fondo per l’integrazione<br />

socio-san<strong>it</strong>aria: stanziati oltre 19 mln di<br />

euro per garantire <strong>il</strong> trasporto dei disab<strong>il</strong>i da e verso<br />

i luoghi di assistenza e di cura forn<strong>it</strong>o dalle Asl.


88<br />

alessandro Fantin, assieme a Fabio<br />

samar<strong>it</strong>ani e michael Federici, compone<br />

l’ossatura della squadra, più Davide<br />

Vettorel, domenico Volpe e mirko<br />

Mingiane. Allenatore è Fulvio Diana.


testi di Francesco antonelli _ foto di claudio mercuri<br />

Fabio intuisce, si allunga e devia <strong>il</strong> pallone. poi,<br />

inarca la schiena e blocca <strong>il</strong> pallone, si inginoc-<br />

chia con uno scatto e appoggia velocemente<br />

la sfera ad alessandro. <strong>il</strong> bomber dalla maglia ne-<br />

razzurra non ci pensa su, si proietta in avanti, fa<br />

perno sulla gamba destra e scaglia <strong>il</strong> pallone nella<br />

metà campo avversaria cercando di dare un effetto<br />

particolare. Dall’altra parte si avverte un’imprecazione<br />

e sib<strong>il</strong>ano i batacchi dei campanelli e i tre<br />

intuiscono che la palla ha gonfiato la rete. Già,<br />

intuiscono. ma poi hanno la conferma: sentono<br />

un fischio che annuncia <strong>il</strong> vantaggio. Benvenuti nel<br />

fantastico mondo del torball, la disciplina sportiva<br />

disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à Fisiche<br />

La rabbia e l’orgoglio<br />

89<br />

che emula <strong>il</strong> calcio ma si gioca con le mani, dove<br />

i protagonisti sono i non vedenti, con sugli occhi<br />

applicata una benda oculare che non consente nessun<br />

tipo di visib<strong>il</strong><strong>it</strong>à, dato che anche gli ipovedenti<br />

possono scendere in campo. <strong>il</strong> latina anche in questa<br />

stagione disputerà <strong>il</strong> suo campionato di serie c<br />

sfidando Ascoli, Campobasso, Agrigento, Foggia,<br />

Teramo e la terza squadra di Napoli e nutre velle<strong>it</strong>à<br />

di v<strong>it</strong>toria finale per approdare nella cadetteria.<br />

Ma <strong>il</strong> cammino è lungo: part<strong>it</strong>o <strong>il</strong> campionato in<br />

febbraio ha <strong>il</strong> suo termine a maggio e <strong>il</strong> tecnico ha<br />

<strong>il</strong> suo bel daffare per far rigare dir<strong>it</strong>ta una squadra<br />

che fac<strong>il</strong>mente si declina all’indisciplina. «Beh, ora


i ragazzi in campo sono più ordinati –racconta Fulvio<br />

Diana, l’allenatore che ha vest<strong>it</strong>o per 15 anni <strong>il</strong><br />

ruolo di laterale destro nella roma vincendo anche<br />

la Coppa dei campioni nel 1993, unica volta che<br />

un’<strong>it</strong>aliana ha conquistato un trofeo continentalema<br />

fondamentalmente seguono quello che impartisco<br />

durate le tre sedute settimanali di allenamento».<br />

È aggressivo Fulvio, un carattere che contrasta in<br />

realtà con la m<strong>it</strong>ezza dei gesti e la misura delle parole:<br />

«Gioco sempre col centrale avanzato –afferma-<br />

cercando di affidarmi alle reti di Alessandro».<br />

Spiega che <strong>il</strong> torball nel tempo si è evoluto, che ai<br />

tre inizialmente disposti in linea o col centrale arretrato<br />

ha fatto segu<strong>it</strong>o una tattica più d’attacco con<br />

l’intera squadra schierata molto avanzata, «ma<br />

per adottare questa mossa i giocatori non hanno<br />

punti di riferimento ed è molto rischiosa applicarla».<br />

Infatti, nel torball i giocatori oltre ad essere<br />

‘guidati’ dai campanelli interni del pallone tengono<br />

la posizione grazie ai tappetini di riferimento<br />

che vengono stesi sul parquet. scuote <strong>il</strong> capo Fulvio<br />

mentre spiega schemi e regole, la squadra batte la<br />

fiacca negli allenamenti e non tollera più di tanto<br />

le distrazioni. I giocatori si scambiano di posizione,<br />

qualche ruolo non sortisce l’effetto sperato e ci<br />

scappa anche qualche rimprovero color<strong>it</strong>o: si gioca<br />

mica si scherza. Si deve a Fulvio, con la retina<br />

90<br />

a posto ma privo di iride, un’occupazione come<br />

impiegato al tribunale del capoluogo, e alla sua<br />

caparbietà se oggi a latina si gioca a questo sport,<br />

quando nel 2006, dopo una parentesi col calcetto,<br />

decide insieme ad alessandro Fantin di fondare<br />

una squadra. Ed è proprio Alessandro, assieme a<br />

Fabio samar<strong>it</strong>ani e michael Federici a comporre<br />

l’ossatura della squadra (ma ci sono anche a dare<br />

man forte Davide Vettorel, Domenico Volpe e l’altro<br />

goleador, Mirko Mingiane, nazionale di judo):<br />

Fantin è stato anche un campione dell’atletica coi<br />

suoi 13” sui 100 metri e la fettuccia che raggiunge<br />

quasi i 5 metri nel salto in lungo, chiaro che uno<br />

così rivesta anche <strong>il</strong> ruolo di cap<strong>it</strong>ano. «ho giocato<br />

anche a pallavolo e corso campestri: lo sport mi<br />

emoziona e vivo una v<strong>it</strong>a normale», sorride. Infatti,<br />

alessandro, affetto da leucoma corneale dalla<br />

nasc<strong>it</strong>a, è sposato da 7 anni con Stefania ed è impiegato<br />

all’Enel. L’altro giocatore della squadra<br />

t<strong>it</strong>olare è Fabio, che a 14 anni ha sub<strong>it</strong>o un glaucoma<br />

derivatogli dall’occhio pigro, per poi perdere<br />

anche l’altro occhio, con cui ha appena <strong>il</strong> 10% di<br />

campo visivo centrale. «se provo rabbia per la mia<br />

condizione? –risponde– Certo. Come non potrei,<br />

del resto? Quando fui colp<strong>it</strong>o dal glaucoma giocavo<br />

mediano nel maccarese, la squadra della mia<br />

c<strong>it</strong>tà, ma continuo a seguire <strong>il</strong> calcio: con un video-


proiettore seguo le azioni grazie a uno schermo di<br />

3 metri ma faccio fatica se le squadre corrono veloci...<br />

Poi nell’89 mi sono trasfer<strong>it</strong>o a Latina. Perché?<br />

Beh, perché ho conosciuto Patrizia, che è diventata<br />

mia moglie». Oggi, Fabio lavora come centralinista<br />

presso la sede distaccata di latina del ministero<br />

dei beni culturali ed ha un figlio, Gianluca, 11 anni.<br />

e sono proprio loro tre che fanno da chioccia a michael,<br />

che dal judo è passato al torball e che studia<br />

al marconi per diventare un domani dirigente di<br />

comun<strong>it</strong>à. colp<strong>it</strong>o a 2 mesi dalla nasc<strong>it</strong>a dal glaucoma<br />

e dalla cataratta, michael ha sub<strong>it</strong>o nel giro<br />

di qualche anno una forte opacizzazione della cornea,<br />

tanto che a 8 anni si è r<strong>it</strong>enuto necessario <strong>il</strong> raschiamento<br />

della stessa che però gli ha consent<strong>it</strong>o<br />

di avere almeno 2 cm di visuale. «È diffic<strong>il</strong>e accettare<br />

questa s<strong>it</strong>uazione di non vedente -ammette- ma<br />

la v<strong>it</strong>a va avanti. Il torball mi emoziona e quando<br />

indosso la maschera oculare mi sento come tutti gli<br />

altri, non esistono più differenze: diventiamo tutti<br />

uguali, tutti calati nello stesso campo e nella stessa<br />

dimensione. I miei desideri? Eliminare l’opacizzazione<br />

dell’occhio sinistro con un altro intervento e<br />

poi mi auguro di conseguire <strong>il</strong> diploma di assistente<br />

sociale, trovare un lavoro e formare una famiglia».<br />

parla a ragion veduta michael: quando arriva sul<br />

viso quel pallone di 5 ch<strong>il</strong>ogrammi non guarda in<br />

91<br />

faccia a nessuno, non fa distinguo alcuno. Alla fine<br />

<strong>il</strong> buio è democratico: con la banda oculare applicata<br />

sugli occhi vedenti e non sono lì a giocarsi la<br />

part<strong>it</strong>a. E la palla non fa distinzioni di sorta. Anche<br />

Davide Vettorel è affetto da una malattia agli occhi<br />

congen<strong>it</strong>a: dalla nasc<strong>it</strong>a convive con la retin<strong>it</strong>e, poi<br />

esplosa a 7 anni, rallentata dapprima dai farmaci<br />

ma poi estesasi e divenuta inarrestab<strong>il</strong>e nel suo<br />

perverso percorso. «A 18 anni sono diventato ipovedente<br />

grave, nel senso che oggi vedo solo per<br />

vie periferiche -dice-. Quello che mi urta di più? Mi<br />

imbarazzo quando entro in un negozio e chiaramente<br />

le persone non comprendono da sub<strong>it</strong>o le<br />

mie difficoltà, perché ho necess<strong>it</strong>à di ambientarmi e<br />

magari tergiverso o temporeggio... o quando vado<br />

a fare la spesa: è diffic<strong>il</strong>e scegliere tra gli scaffali,<br />

eh... ma più difficoltoso resta attraversare la strada,<br />

però col tempo cominci ad affidarti agli altri<br />

sensi», tant’è che ha un lavoro (come centralinista<br />

presso <strong>il</strong> tribunale) e adora praticare sport «perché<br />

mi porta a contatto con molte realtà, giro l’Italia<br />

e l’Europa insieme agli altri» e leggere, «grazie<br />

all’aiuto di un videoingrand<strong>it</strong>ore che mi permette di<br />

scorrere comodamente le righe. <strong>il</strong> mio libro prefer<strong>it</strong>o?<br />

‘Il nome della rosa’ di Eco...». Chi invece giocava<br />

a flipper e b<strong>il</strong>iardo oltre che a calciobal<strong>il</strong>la è<br />

domenico, oggi totalmente non vedente, nato con


una cataratta congen<strong>it</strong>a e la cornea opacizzata,<br />

ma non si lamenta: ha un lavoro come impiegato<br />

(presso l’amministrazione provinciale), convive con<br />

Patrizia, adora cantare Baglioni e si fa portare a<br />

spasso da asia, uno splendido alano danese. arriva<br />

un fischio, <strong>il</strong> timeout è terminato. Fulvio avanza<br />

e si riprende la scena. Giornalisti e fotografi sono<br />

ammessi, figuriamoci, ma ora è <strong>il</strong> momento di riprendere<br />

gli allenamenti e di tempo se ne è perso a<br />

sufficienza. Ulteriori distrazioni non sono ammesse.<br />

C’è un campionato da vincere. Tutto <strong>il</strong> resto non<br />

conta.<br />

92


93<br />

Il torball è la disciplina sportiva che emula<br />

<strong>il</strong> calcio ma si gioca con le mani, dove<br />

i protagonisti sono i non vedenti, con sugli<br />

occhi applicata una benda oculare che non<br />

consente nessun tipo di visib<strong>il</strong><strong>it</strong>à, dato che anche<br />

gli ipovedenti possono scendere in campo.


integrazione scolastica - Alunni con disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

delle scuole primarie e secondarie di primo grado<br />

a segu<strong>it</strong>o di presentazione progetti da parte<br />

dei Comuni dei diversi distretti socio assistenziali. I<br />

settori d’intervento indicati nella “Determinazione<br />

Dirigenziale, D4358 del 23 dicembre 2009” sono<br />

inerenti al sostegno alle attiv<strong>it</strong>à di integrazione scolastica<br />

dei soggetti con disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à, che prevedano<br />

l’ut<strong>il</strong>izzazione di figure professionali quali gli AEC<br />

(assistenti educativi culturali); agli interventi integrativi<br />

per favorire l’inserimento nelle scuole di<br />

alunni disab<strong>il</strong>i mediante forn<strong>it</strong>ura di attrezzature<br />

specialistiche; all’attivazione di centri di supporto<br />

terr<strong>it</strong>oriali permanenti di informazione e consulenza,<br />

per sostenere l’uso efficace delle nuove<br />

tecnologie per gli alunni disab<strong>il</strong>i al fine di potenziare<br />

i processi di apprendimento e integrazione;<br />

all’ist<strong>it</strong>uzione delle “Aus<strong>il</strong>ioteche” presso gli ist<strong>it</strong>uti<br />

la relazione<br />

94<br />

disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

scolastici capof<strong>il</strong>a, per la fruizione da parte degli<br />

alunni disab<strong>il</strong>i di dispos<strong>it</strong>ivi protesici come supporto<br />

alle attiv<strong>it</strong>à didattiche, prevedendo la razionalizzazione<br />

delle spese, piani operativi, per favorire<br />

lo scambio tra scuole; all’attivazione di centri terr<strong>it</strong>oriali<br />

ubicati sia all’interno che all’esterno delle<br />

Ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche per la realizzazione di attiv<strong>it</strong>à<br />

di laboratorio occupazionale, musicale, teatrale,<br />

artistico - espressive e comunicazione da svolgersi<br />

sotto tutoraggio di personale qualificato.<br />

soggiorni estivi e week end di sollievo - legge<br />

Regionale 28.12.2007 n. 26 Art. 56. Fondo per<br />

soggiorni estivi e week end di sollievo da ut<strong>il</strong>izzare<br />

durante tutto l’anno in luoghi di v<strong>il</strong>leggiatura per<br />

disab<strong>il</strong>i in età evolutiva ed adulti disab<strong>il</strong>i residenti<br />

nei comuni dei distretti, ai quali viene assegnato<br />

un contributo per le spese sostenute dai disab<strong>il</strong>i succ<strong>it</strong>ati.<br />

Prevenzione della cec<strong>it</strong>à - Legge Regionale


28.12.2007, n.26. Interventi di prevenzione della<br />

cec<strong>it</strong>à e per la riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione visiva e l’integrazione<br />

sociale dei ciechi pluriminorati, in favore dell’Ist<strong>it</strong>uto<br />

s. alessio – margher<strong>it</strong>a di savoia, concernente<br />

<strong>il</strong> progetto, teso a realizzare uno specifico servizio<br />

permanente rivolto a utenti disab<strong>il</strong>i non vedenti che<br />

versano in s<strong>it</strong>uazioni di particolari difficoltà, allo<br />

scopo di promuovere una migliore qual<strong>it</strong>à della<br />

v<strong>it</strong>a delle persone non vedenti e pluriminorati attraverso<br />

lo sv<strong>il</strong>uppo di una rete integrata terr<strong>it</strong>oriale di<br />

servizi a carattere residenziale e diurno, come indicato<br />

all’art. 17 della Legge Regionale 28.12.2007,<br />

n.26.<br />

• Trapiantati - Artt. 3 e 8 L.R. 41/2002. La Regione<br />

promuove interventi mirati per agevolare i pazienti<br />

in attesa di trapianto e trapiantati di organi e tessuti,<br />

attraverso la concessione di contributi alle spese<br />

di carattere non san<strong>it</strong>ario, rimborso spese di viaggio<br />

e di soggiorno.<br />

• Disab<strong>il</strong>i motori - Art. 27, legge 9 febbraio 1992,<br />

n. 104. Contributo del 20% alle spese di modifica<br />

degli strumenti di guida, sostenute da t<strong>it</strong>olari di<br />

patente delle categorie a, B o c speciali, con incapac<strong>it</strong>à<br />

motorie permanenti. Alzheimer - È stata avviata<br />

la sperimentazione nel campo dell’Alzheimer<br />

attraverso <strong>il</strong> finanziamento di 4 progetti sperimentali,<br />

che si pongono l’obiettivo di portare sollievo<br />

95<br />

alle famiglie attraverso l’assistenza domic<strong>il</strong>iare e la<br />

formazione dei volontari e dei caregiver. La sperimentazione<br />

portata avanti in questi ultimi 2 anni ha<br />

avuto un ottimo riscontro presso le famiglie interessate<br />

dai progetti; l’obiettivo è sv<strong>il</strong>upparlo per l’intera<br />

regione, dato che oggi copre roma, latina e<br />

Frosinone. interventi in favore dei non udenti - progetto<br />

“Servizio Ponte Regionale” - ENS onlus. Progetto<br />

di primaria importanza per le persone sorde,<br />

finalizzato all’abbattimento delle barriere della comunicazione,<br />

che consente di soddisfare la esigenze<br />

dei 4.000 sordi della regione. A marzo 2011 è<br />

stato finanziato <strong>il</strong> Presidio del Lazio, Centro Servizi<br />

Regionale per l’autonomia e le diverse ab<strong>il</strong><strong>it</strong>à, del<br />

settimanale “Bra<strong>il</strong>le News” per i non vedenti e del<br />

progetto “Servizio Ponte” dell’Ente nazionale per<br />

la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens). Inoltre<br />

è stata presentata la guida turistica rivolta ai disab<strong>il</strong>i<br />

‘Viaggiare Informati nei Castelli Romani’ che,<br />

accanto alla descrizione delle strutture e dei servizi,<br />

contiene informazione attendib<strong>il</strong>i e verificate<br />

in loco sulle caratteristiche di fruib<strong>il</strong><strong>it</strong>à degli spazi<br />

e l’eventuale presenza di barriere arch<strong>it</strong>ettoniche.<br />

Una guida realizzata anche in formato mp3 per i<br />

non vedenti sullo st<strong>il</strong>e degli audio-libri. per lo sport<br />

verrà organizzato <strong>il</strong> Campionato <strong>it</strong>aliano di vela<br />

classe paraolimpica nel comune di Formia.


Anna Zaralli, psicologa e psicoterapeuta, è responsab<strong>il</strong>e dal 2000<br />

del G<strong>il</strong> Adozioni sezione Latina. Nel 2010 <strong>il</strong> Comune di Latina<br />

ha attivato 24 pratiche d’adozione, 28 <strong>il</strong> distretto di Latina,<br />

17 quello di Fondi e Terracina, 15 quello di Formia e Gaeta,<br />

per un totale di 84 adozioni, 20 in più rispetto al 2009.<br />

96


paolo trotterella vicino all’altalena, osserva gli<br />

altri bambini che dell’andirivieni sospeso nel<br />

vuoto hanno fatto la prima occupazione del<br />

pomeriggio. Attende con pazienza <strong>il</strong> suo turno.<br />

Se ne sta in disparte, vicino la siepe d’alloro. Fissa<br />

quella mamma con i fuseau grigi che spinge <strong>il</strong><br />

suo marco in quel moto perpetuo. con lo sguardo<br />

cerca la sua di mamma e non capisce perché in<br />

mezzo a tutti quei bambini lui è l’unico ad avere<br />

un colore scuro. Fra qualche anno ‘sua madre’<br />

glielo confiderà. E quello che nella mente di un<br />

bambino è solo un sospetto potrà divenire certezza:<br />

lui è un figlio che non è nato nella pancia della<br />

adozioni<br />

mamma di pancia e mamma di cuore<br />

testi di gian luca campagna _ foto di roberto ramaccia<br />

97<br />

sua mamma, ma è nato nella pancia di una donna<br />

che non ha voluto o non ha potuto tenerlo con sé,<br />

come natura comanda. ecco, paolo sta per conoscere<br />

la favola di un bambino che non è nato nella<br />

pancia della mamma che poi decise di tenerlo con<br />

sé. È una favola diversa. e per questo le parole<br />

vanno scand<strong>it</strong>e bene anche dalla mamma e dal<br />

papà che devono interpretare questi ruoli. infatti,<br />

chi è impegnato quotidianamente sul fronte delle<br />

adozioni sa bene del distinguo esistente tra fare<br />

un’adozione e <strong>il</strong> fare una buona adozione.<br />

marcella non parlava da 3 anni. disegnava sui


fogli grandi impugnando colori dai toni scuri e lasciando<br />

segni dai tratti marcati e decisi. oggi preferisce<br />

ut<strong>il</strong>izzare mat<strong>it</strong>e dai toni chiari e accesi e<br />

<strong>il</strong> suo tema ricorrente è quello di una famiglia che<br />

pranza su un prato con sullo sfondo una casa con<br />

porte e finestre. «Oggi parlo con voi grandi perché<br />

prima mi facevate paura…», dice con quegli<br />

occhi grandi color nocciola.<br />

Bambini come paolo e come marcella sono due<br />

esempi di adozioni. «È impossib<strong>il</strong>e racchiudere in<br />

un unico contesto le tipologie di adozioni –spiega<br />

Anna Zaralli, responsab<strong>il</strong>e dal 2000 del G<strong>il</strong><br />

Adozioni sezione Latina, un numero imprecisato<br />

di esperienze abbracciate nel suo ruolo di psicologa<br />

e psicoterapeuta-. ogni storia racconta una<br />

propria storia, col suo carico di dolori». E già. È<br />

questo <strong>il</strong> punto di partenza. Il dolore. Si parte da<br />

qui. Una partenza obbligatoria e necessaria per<br />

raggiungere un’adozione. «Non ho un figlio, ne<br />

prendo uno in adozione –continua la dottoressa<br />

Zaralli-: questa è la frase ricorrente di chi si avvicina<br />

ai nostri uffici. Dicono, parlo dei futuri gen<strong>it</strong>ori<br />

adottivi, che alla fine sia la stessa cosa. È chiaro<br />

che questi concetti dominino all’inizio, poi si accorgono<br />

di quanto sia complesso. e non mi riferisco<br />

di certo alle sole traf<strong>il</strong>e burocratiche. La nuova<br />

98<br />

coppia di gen<strong>it</strong>ori non deve ‘solo’ dare amore,<br />

ma deve recuperare <strong>il</strong> bambino adottato, perché<br />

<strong>il</strong> bambino adottato è un bambino danneggiato».<br />

Un danno declinato da un rapporto con gli adulti<br />

malato, nato male e terminato peggio. i gen<strong>it</strong>ori<br />

adottivi dovranno, quindi, ricostruire questo rapporto<br />

di fiducia. E la partenza abbraccia anche <strong>il</strong><br />

percorso doloroso di una coppia che prende coscienza<br />

della propria ster<strong>il</strong><strong>it</strong>à e dell’impossib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

di avere figli per vie naturali, poi aggiungiamoci<br />

<strong>il</strong> dolore del bambino che vive <strong>il</strong> suo dramma personalissimo<br />

e amplificato per via di una sensib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

esposta e ancora genuinamente istintiva. a questo<br />

si aggiunga che dopo l’abbandono va contemplata<br />

anche la v<strong>it</strong>a quotidiana del bambino all’interno<br />

dell’orfanotrofio. «Ma avete idea di cosa<br />

possa significare essere lavati con uno scopettone<br />

o con un potente spruzzo di un tubo?» <strong>il</strong>lustra la<br />

zaralli. «o cosa si possa portare dentro un bambino<br />

che ha visto ammazzare la propria madre?<br />

o che ha lasciato in una baracca di legno andata<br />

a fuoco i gen<strong>it</strong>ori e i fratelli, arsi vivi? O pensate<br />

ancora a un bambino che per 4 giorni ha vagato<br />

per <strong>il</strong> mercato di phon penn: come avrà trascorso<br />

tutte quelle ore prima di essere accolto in una<br />

struttura?». Ricucire lo strappo che si è verificato<br />

tra adulti e bambino: questa è la grande lotta che


impegna una famiglia che decide di intraprendere<br />

un’adozione. Entrare nel suo universo, intaccato<br />

da una nutrizione inadeguata, da modeste condizioni<br />

igieniche, da una decisa assenza di stimoli,<br />

da deprivazioni affettive e da eventuali abusi fisici<br />

e sessuali è arduo: è cercare di penetrare nella<br />

sua corazza, ma attraverso la pazienza, rimarginando<br />

fer<strong>it</strong>e forse sempre aperte.<br />

“I tuoi figli non sono figli tuoi,<br />

sono figli e le figlie della v<strong>it</strong>a stessa.<br />

Tu li metti al mondo, ma non li crei.<br />

Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.<br />

Puoi dar loro tutto <strong>il</strong> tuo amore, ma non le tue idee,<br />

perché essi hanno le loro proprie idee.<br />

Tu puoi dare loro dimora al loro corpo, non alla<br />

loro anima,<br />

perché la loro anima ab<strong>it</strong>a nella casa dell’avvenire,<br />

dove a te non è dato entrare, neppure col sogno.<br />

Puoi cercare di somigliare a loro, ma non volere<br />

che essi somiglino a te,<br />

perché la v<strong>it</strong>a non r<strong>it</strong>orna indietro e non si ferma a ieri.<br />

Tu sei l’arco che lancia i figli verso <strong>il</strong> domani”.<br />

Le parole del ‘profeta’ Gibran valgono molto più di<br />

qualsiasi altro commento ad alta voce. Non è semplice<br />

per una coppia ricevere un bimbo da adottare.<br />

La burocrazia ha inaspr<strong>it</strong>o e irrigid<strong>it</strong>o le norme che<br />

regolano <strong>il</strong> percorso, affinchè la coppia sia invest<strong>it</strong>a<br />

99<br />

di questa grossa responsab<strong>il</strong><strong>it</strong>à e sia consapevole<br />

dell’educazione che dovrà impartire. Un rapporto<br />

che non solo deve essere ricostru<strong>it</strong>o tra bambino e<br />

adulto, ma che è costellato anche dalle difficoltà<br />

della lingua (nel caso delle adozioni internazionali).<br />

Molto spazio è dedicato ai corsi cui si sottopone<br />

la coppia, suddivisi in tre fasi e che hanno spesso<br />

la durata di svariati anni, per poi culminare con la<br />

tanto agognata adozione. L’ist<strong>it</strong>uto dell’adozione<br />

permette di trovare la soluzione a due problemi<br />

complementari, quella di una coppia che avverte la<br />

necess<strong>it</strong>à di essere gen<strong>it</strong>ore e quello del bambino di<br />

avere con sé una famiglia. La gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à adottiva è<br />

fortemente appoggiata dall’azione della G<strong>il</strong>, sia nella<br />

preparazione come futuri gen<strong>it</strong>ori sia come futuro<br />

nucleo fam<strong>il</strong>iare, anche per rispondere agli interrogativi<br />

dei bambini adottati sulle fantasie riguardo i<br />

gen<strong>it</strong>ori biologici. In questo processo di formazione<br />

le coppie imparano a gestire le domande dei bambini:<br />

spiegare che esiste una mamma di pancia e una<br />

di cuore non è mai stata una cosa semplice, sebbene<br />

l’inganno e le fals<strong>it</strong>à debbono correre lontane da<br />

queste ver<strong>it</strong>à. Infatti, raccontare al bambino l’adozione<br />

deve avvenire quotidianamente, eliminando<br />

di fatto <strong>il</strong> giorno del trauma della rivelazione. Certo,<br />

va spiegato <strong>il</strong> collegamento col suo passato, anche<br />

perché non può non esserci un ponte rispetto a quel-


lo che è stato: tutto questo sta a testimoniare che<br />

formare un nucleo fam<strong>il</strong>iare di questo genere significa<br />

dapprima conoscersi, creare dei legami laddove<br />

in un rapporto precedente tra adulti e bambino c’è<br />

stata però una lacerazione traumatica, uno strappo<br />

che l’adozione cerca pazientemente di ricostruire,<br />

per creare un nuovo equ<strong>il</strong>ibrio. La G<strong>il</strong> Adozioni di<br />

Latina è suddivisa in 4 distretti: quello che fa capo al<br />

capoluogo, quello che abbraccia Fondi e terracina,<br />

segu<strong>it</strong>o da quello di Formia e gaeta, e poi dal distretto<br />

latina che racchiude <strong>il</strong> versante collinare e la<br />

zona nord. L’èquipe del Gruppo Integrato di Lavoro<br />

agisce in stretto contatto e relazione col Tribunale<br />

dei minori di roma, riceve richieste di indagini psicosociali<br />

da parte di coppie residenti nella provincia di<br />

Latina. Lo scorso anno, <strong>il</strong> 2010, sono arrivate 84 richieste<br />

a segu<strong>it</strong>o di disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à all’adozione nazionale<br />

e internazionale. Gli stessi gen<strong>it</strong>ori seguono un<br />

percorso formativo per contrastare e vincere paure,<br />

dubbi e timori: la dottoressa zaralli, «e resto una psicologa,<br />

non sono certo una manager», abbozza un<br />

sorriso leggero, coordina 2 assistenti sociali e 2 tirocinanti,<br />

attraverso anche una stretta correlazione col<br />

comune di latina, retto dalla dottoressa alessandra<br />

Rambaldi. «Oggi quello che potrebbe sfiancarci è la<br />

carenza di personale non certo la volontà di perseguire<br />

i nostri obiettivi –assicura-. Purtroppo non c’è<br />

100<br />

un’adeguata pol<strong>it</strong>ica di ricambio, e corriamo rischi<br />

concreti di rimanere scoperti nell’espletamento del<br />

servizio». Non mancano nella ridda di aneddoti storie<br />

significative nella loro singolar<strong>it</strong>à, come la ragazza<br />

che cresce in fretta, esplode nella sua sensual<strong>it</strong>à<br />

durante l’adolescenza precoce e i gen<strong>it</strong>ori che l’avevano<br />

adottata sono troppo anziani per poter tutelare<br />

la ragazza. E se stessi. «E qui apriamo un altro<br />

cap<strong>it</strong>olo doloroso -racconta la zaralli-: vale a dire la<br />

rest<strong>it</strong>uzione della persona adottata. E una volta mi è<br />

cap<strong>it</strong>ato di assistere a questa fase. Forse la coppia<br />

che aveva adottato la ragazza credeva di avere per<br />

la vecchiaia <strong>il</strong> proprio bastone o immaginava di avere<br />

per sé una badante. Ecco, oggi la selezione delle<br />

coppie è molto più dura rispetto al passato, in modo<br />

da ev<strong>it</strong>are che un domani la coppia imbarchi una<br />

ragazza con un biglietto di sola andata perché si<br />

accorge a distanza di anni che non riesce a gestire<br />

più una s<strong>it</strong>uazione divenuta ormai ingestib<strong>il</strong>e». Ecco,<br />

può accadere anche questo.<br />

Paolo fissa l’altalena libera. Guarda la ‘sua’ mamma<br />

che gli sorride. tocca a lui farsi spingere. È giunto<br />

<strong>il</strong> suo turno di volare verso un’altra v<strong>it</strong>a, dove la<br />

sua amichetta marcella colora visi gent<strong>il</strong>i in un luogo<br />

dove sono band<strong>it</strong>i <strong>il</strong> bianco e <strong>il</strong> nero.


La G<strong>il</strong> Adozioni di Latina è divisa in 4 distretti: quello che fa capo<br />

al capoluogo, quello che abbraccia Fondi e terracina, poi Formia<br />

e Gaeta, infine <strong>il</strong> distretto Latina che racchiude <strong>il</strong> versante collinare<br />

e la zona nord. Anna Zaralli coordina 2 assistenti sociali<br />

e 2 tirocinanti, attraverso anche una stretta correlazione<br />

col comune di latina, retto dalla dottoressa alessandra rambaldi.<br />

101


per quanto riguarda l’adozione comp<strong>it</strong>o della<br />

Regione è quello di coordinare e promuovere<br />

attiv<strong>it</strong>à dei servizi pubblici terr<strong>it</strong>oriali (Enti Locali<br />

e ASL) in modo che si realizzi concretamente <strong>il</strong><br />

superiore dir<strong>it</strong>to del minore a una famiglia idonea<br />

dove poter crescere, con degli standard minimi ed<br />

omogenei nel terr<strong>it</strong>orio regionale.<br />

Sulla base del protocollo regionale del 1999, comp<strong>it</strong>o<br />

della Regione è garantire che gli operatori seguano<br />

uno specifico percorso formativo, in aggiornamento<br />

permanente.<br />

attiv<strong>it</strong>à in corso - coordinamento attiv<strong>it</strong>à com<strong>it</strong>ato<br />

tecnico per le Adozioni; portale LazioAdozioni;<br />

la relazione<br />

Intervento sulle adozioni<br />

102<br />

mon<strong>it</strong>oraggio stato dei GIL Adozioni; finanziamento<br />

e mon<strong>it</strong>oraggio dei Call Center Adozioni; rinnovo<br />

del protocollo; rapporti con <strong>il</strong> tribunale dei minori;<br />

raccordo tra i soggetti che intervengono nel<br />

processo dell’adozione.<br />

Attiv<strong>it</strong>à da riprendere - gestione relazioni con Ist<strong>it</strong>uto<br />

degli Innocenti di Firenze (partecipazione ai<br />

seminari, buone prassi, etc); formazione degli operatori<br />

(destinati 200.000 euro).<br />

S<strong>it</strong>uazioni cr<strong>it</strong>iche - Stato dei GIL A (rinnovo personale,<br />

formazione, dotazione materiale): dal mo-


n<strong>it</strong>oraggio realizzato nel corso del 2010 dal dott.<br />

Marco Cao è emerso un quadro molto cr<strong>it</strong>ico in<br />

mer<strong>it</strong>o alla s<strong>it</strong>uazione del personale dei GIL A<br />

del Lazio, sia dal punto di vista del numero degli<br />

operatori che dell’aggiornamento professionale.<br />

In particolare la carenza è segnalata anche dalle<br />

stesse asl (Frosinone, roma e, roma c) che dichiarano<br />

di non poter far fronte ai servizi rivolti<br />

ai c<strong>it</strong>tadini soprattutto con l’avvicinarsi di s<strong>it</strong>uazioni<br />

di pensionamenti del personale qualificato che<br />

non può essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o adeguatamente perché<br />

la struttura non è in grado di fornire formazione<br />

specialistica. (Formazione quadriennale e due anni<br />

di supervisione clinica e continui aggiornamenti). È<br />

necessario pertanto avviare al più presto le procedure<br />

per la pubblicazione del bando di formazione<br />

specialistica regionale per <strong>il</strong> quale sono disponib<strong>il</strong>i<br />

circa 200m<strong>il</strong>a euro.<br />

• Call Center Adozioni - hanno lo scopo di favorire<br />

la conoscenza delle disposizioni normative in materia<br />

di adozione, <strong>il</strong>lustrare le attiv<strong>it</strong>à delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />

operanti nel settore, favorire la conoscenza dei<br />

procedimenti amministrativi relativi all’adozione,<br />

favorire l’adozione di minori portatori di handicap,<br />

favorire lo scambio di informazioni tra GIL Adozioni<br />

ed Enti Autorizzati.<br />

103<br />

cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à<br />

- Consuntivazione - Difficoltà ad ottenere i rendiconti<br />

finanziari dai call center;<br />

- Ricognizione - Occorre effettuare una verifica dello<br />

stato delle attiv<strong>it</strong>à dei call center e delle loro esigenze;<br />

- Requis<strong>it</strong>i organizzativi e strutturali - Occorre verificare,<br />

formalmente, i requis<strong>it</strong>i organizzativi e strutturali<br />

dei call center, rispetto alla previsione della<br />

dgr ist<strong>it</strong>utiva (probab<strong>il</strong>mente non rispettati);<br />

- Richieste di finanziamento - Non sono arrivate richieste<br />

di finanziamento per <strong>il</strong> 2009;<br />

Personale dei Call Center - Verificare la disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

e provenienza del personale dei call center, anche<br />

in relazione ai prossimi corsi per i GIL A.<br />

A marzo 2011 per quanto riguarda l’affido fam<strong>il</strong>iare<br />

sono stati stanziati 6 mln di euro per sostenere le<br />

famiglie affidatarie, allo scopo di ridurre o ev<strong>it</strong>are<br />

la permanenza dei minori nelle strutture di accoglienza.<br />

Per i minori sono stati finanziati 10 progetti<br />

sul terr<strong>it</strong>orio regionale a sostegno dei minori v<strong>it</strong>time<br />

di maltrattamento.


aldo ambrosi mentre svolge <strong>il</strong> ruolo<br />

di ‘serv<strong>it</strong>ore’, di colui che serra le f<strong>il</strong>a del Club<br />

dell’Aicat, ricoprendo un ruolo di insegnamento<br />

e riferimento per gli alcolisti. È coadiuvato<br />

in questo comp<strong>it</strong>o da Arturo, conosciuto nel 1993.<br />

104


testi di claudio mascagni _ foto di claudio mercuri<br />

al club». Beh, se eravate<br />

ab<strong>it</strong>uati a quelle riunioni degli alcoli-<br />

«Benvenuto<br />

sti anonimi che tanto hanno dominato<br />

e scand<strong>it</strong>o la letteratura cinematografica degli<br />

ultimi anni siete fuori strada. Nel senso che se è<br />

vero che ci si siede tutti attorno (a un tavolo), è<br />

altrettanto ver<strong>it</strong>iero che l’aria che si respira è differente.<br />

La tristezza è band<strong>it</strong>a e veloce risuona<br />

la parola. per farsi ascoltare o per rispondere a<br />

qualche provocazione di stampo goliardico. Almeno<br />

questo è quello che traspare. Aldo Ambrosi<br />

è del ’40 e non ha mai toccato un goccio di alcol<br />

in v<strong>it</strong>a sua. «Beh, per dirla tutta una volta c’è<br />

DIPENDENZA DALL’ALCOL<br />

105<br />

Spir<strong>it</strong>o d’amicizia<br />

stata che ho alzato <strong>il</strong> gom<strong>it</strong>o –ricorda- prestavo <strong>il</strong><br />

servizio m<strong>il</strong><strong>it</strong>are a Spoleto e incoraggiato da un<br />

marm<strong>it</strong>tone di Bergamo bevemmo tanta di quella<br />

grappa da star male per un intero giorno. da<br />

allora non ho toccato più alcol». E allora com’è<br />

possib<strong>il</strong>e che un uomo dalla v<strong>it</strong>a fondamentalmente<br />

integerrima come Aldo, figlio di contadini<br />

provenienti da Baone, paese del padovano, una<br />

v<strong>it</strong>a spesa tra <strong>il</strong> lavoro nei campi, quello di pizzicagnolo<br />

e di rappresentante alimentare, oggi<br />

sia un ‘serv<strong>it</strong>ore’, ossia chi ricopre un ruolo di<br />

insegnamento e riferimento per gli alcolisti? È<br />

l’amicizia <strong>il</strong> motivo per cui Aldo ieri e oggi è vi-


cino a chi si è lasciato conquistare dalle false<br />

lusinghe della bottiglia. «io e aldo siamo un<strong>it</strong>i<br />

da un’ischemia -attacca Arturo, classe 38-, era <strong>il</strong><br />

1993 e ci siamo incontrati in ospedale, anche se<br />

per cause diverse. Io all’epoca bevevo davvero<br />

come una spugna. Perché? Era morta Paola, la<br />

mia amata moglie e da quel momento per andare<br />

avanti ho cominciato ad essere democratico<br />

verso ogni tipo di superalcolico…». Sorride<br />

in modo stanco. arturo era un arch<strong>it</strong>etto con la<br />

passione per la narrativa, hobby che oggi coltiva<br />

anche se trascorre gran parte del tempo a sostenere<br />

aldo nei suoi progetti. «e già –riprende<br />

nel suo racconto- la nostra è una profonda storia<br />

d’amicizia. Io gli chiesi aiuto e lui alla fine si è<br />

affezionato». Aldo infatti non molla più Arturo:<br />

è <strong>il</strong> 1998, entra nel Club di San Marco a Latina<br />

dopo che l’amico vi era entrato per ‘disintossicarsi’<br />

nel 1996. Il Club è l’Aicat, presente in tutto<br />

<strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio nazionale in ben duem<strong>il</strong>a sezioni<br />

mentre è spalmato lungo <strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio provinciale<br />

in 38 punti, suddivisi nel numero di 7 tra Latina e<br />

borghi. Aldo è <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e del centro di Borgo<br />

sabotino mentre frontalmente gli sta amalia<br />

gobetto, che ha <strong>il</strong> suo daffare a Borgo grappa,<br />

da dove convergono dalle zone lim<strong>it</strong>rofe persone<br />

affl<strong>it</strong>te da problemi alcolici. Per aiutare l’alcoli-<br />

106<br />

sta seguono i dettami del croato Vladimir Utolin,<br />

dove «non si parla solo di alcolista ma di famiglie.<br />

L’alcol non è una malattia ma uno stato comportamentale»,<br />

dice con piglio sicuro. «Quello a<br />

cui tendo maggiormente io è operare attraverso<br />

la prevenzione –continua Amalia- quando arrivano<br />

ragazzi a chiedere aiuto per i gen<strong>it</strong>ori ti<br />

si spacca <strong>il</strong> cuore a metà. le prime volte che si<br />

viene qui c’è vergogna e diffidenza, altre arrivano<br />

ubriachi con le bugie che si rincorrono per<br />

quante ne tirano fuori». Amalia parla fissandoti<br />

sempre negli occhi, anche perché ha conosciuto<br />

da vicino la bestia dell’alcool, col mar<strong>it</strong>o. Era<br />

una donna disperata, legatissima ai figli e alla<br />

famiglia: sposata nel 1968, ha visto pian piano<br />

frantumarsi <strong>il</strong> proprio matrimonio nel 2001, ma<br />

ha reag<strong>it</strong>o in modo forte, coinvolgendo tutta la<br />

famiglia per aiutare <strong>il</strong> mar<strong>it</strong>o. «e abbiamo risolto<br />

<strong>il</strong> problema nel giro di 1 anno: è stata dura ma<br />

ce l’abbiamo fatta». Il Club si riunisce una volta<br />

alla settimana e ognuno attorno al tavolo parla,<br />

interviene, si sfoga, si confronta. Arturo spezza<br />

la pesantezza del clima cacciando fuori una storiella<br />

che ogni tanto verga con una penna blu<br />

sul suo quaderno rosso: da un sogno particolare<br />

ha costru<strong>it</strong>o una storia con protagonisti dei gatti,<br />

dove ai felini crescono ali e poi diventano angeli.


Ma <strong>il</strong> momento è presto spezzato. C’è Gabriella<br />

che ha appena ader<strong>it</strong>o al gruppo, dice che le è<br />

bastato frequentare un paio di volte <strong>il</strong> club per<br />

comprendere quali sono gli errori e come seguire<br />

le regole sugger<strong>it</strong>e. aldo non si lascia impressionare<br />

da questa frag<strong>il</strong>e sicurezza e le consiglia<br />

di chiamare nella difficoltà. «Hai i nostri numeri,<br />

chiamaci, a qualsiasi ora. so bene che quando<br />

si è soli si va in depressione: prendi <strong>il</strong> telefono in<br />

mano e chiama. Noi ti ascoltiamo» dice convincente.<br />

L’amicizia è l’argomento dominante, Arturo<br />

r<strong>il</strong>ancia e abbozza un discorso sull’empatia.<br />

Ma l’ultima arrivata è un osso duro, domina la<br />

scena, cerca conferme, prevarica e non lascia<br />

molti spazi agli altri. Accampa scuse e giustificazioni<br />

misere. «Quando vengono amici a cena io<br />

che faccio? Il vino non lo metto a tavola?» chiede<br />

sorpresa. «Certo che no» risponde secco Aldo.<br />

«E che dico?» insiste lei. «Che in questa casa non<br />

si beve. Punto» ribatte deciso Aldo. «Senti un po’<br />

–riprende Aldo, con un tono più provocatorio e<br />

confidenziale- Ma a te fa gola bere del vino?».<br />

«Sì» risponde pronta quella. «Appunto –ribadisce<br />

lui- non lo mettere a tavola!». Concetto base<br />

quello di Aldo, semplice ed efficace: l’alcol dentro<br />

la casa di un alcolista non ci deve stare affatto.<br />

i discorsi scivolano. aldo li coinvolge, li mette<br />

107<br />

a proprio agio, li fa parlare. la conti e la studi<br />

questa fauna che vuole uscire testardamente<br />

da queste cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à: l’uomo col viso butterato che<br />

ha velle<strong>it</strong>à artistiche, dal passato torbido e dal<br />

presente più chiaro come fosse disegnato da un<br />

pennello leggero, la donna coi capelli stopposi<br />

e la parlata veloce, <strong>il</strong> vecchio con le d<strong>it</strong>a palmari,<br />

l’uomo che non parla mai e demanda ogni<br />

decisione alla sua compagna che pazientemente<br />

gli è accanto, l’uomo che è entrato in depressione<br />

dopo aver smesso di lavorare «perché con la<br />

pensione diventi schiavo della famiglia –sorride<br />

ironico- ti senti inut<strong>il</strong>e e allora bevi, ma poi ti accorgi<br />

che devi riacquistare la tua dign<strong>it</strong>à quando<br />

non ti affidano nemmeno più i nipoti da accompagnare<br />

a scuola». C’è chi non beve da 2 anni ma<br />

continua a venire qui al club, anche «se mi manca<br />

un Campari» ammette candidamente. Il clima<br />

è disteso. Non potrebbe essere altrimenti in quella<br />

stanza dove domina su ogni parete l’immagine<br />

di Gesù Cristo e della Madonna, alternate a<br />

quelle di famiglie felici e a pubblic<strong>it</strong>à di patronati<br />

sindacali per la denuncia dei redd<strong>it</strong>i. «talvolta<br />

chi soffre di cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à legate all’alcol si pone falsi<br />

problemi quando poi è sufficiente la ver<strong>it</strong>à» dice<br />

con un f<strong>il</strong>o di voce Aldo. Domina l’insicurezza,<br />

anche nei discorsi, «perché è la più classica delle


giustificazioni per ricadere e attaccarsi alla bottiglia»<br />

sottolinea Aldo.<br />

L’alcol in Italia colpisce oltre un m<strong>il</strong>ione e mezzo<br />

di persone, numero che sale a tre m<strong>il</strong>ioni e mezzo<br />

se vengono considerati chi in genere abusa<br />

di alcol. L’alcol viene rapidamente assunto dal<br />

corpo attraverso <strong>il</strong> sangue e mediante <strong>il</strong> fegato:<br />

tra le cause dirette si ricordano le cirrosi epatiche<br />

e i tumori al fegato, le disfunzioni circolatorie,<br />

<strong>il</strong> tumore al pancreas, l’ep<strong>il</strong>essia, le allucinazioni,<br />

l’atrofia cerebrale, <strong>il</strong> delirio cronico di gelosia<br />

dovuto all’impotenza sessuale. L’alcol altera<br />

i meccanismi cerebrali, fisici ed emozionali, dati i<br />

suoi effetti anestetizzanti. Di sol<strong>it</strong>o si ricorre alla<br />

bottiglia per alleviare e far cercare di scomparire<br />

i dolori e i fallimenti. «i drammi interiori restano<br />

le più grandi motivazioni che spingono le persone<br />

a eccedere nel bere» precisa Aldo. «Li faccio<br />

sfogare, per scuoterli, per cercare di tirarli dal<br />

loro torpore sentimentale», dice senza tanti giri<br />

di parole. Aldo ha un’indole all’apparenza doc<strong>il</strong>e,<br />

i capelli canuti e ordinati, ma possiede due<br />

mani che somigliano tanto a due palanche e <strong>il</strong><br />

buon senso inv<strong>it</strong>a a non contrariarlo. ma porta<br />

cicatrici nel cuore e nell’anima quando rievoca la<br />

storia di romolo, un pug<strong>il</strong>e d<strong>il</strong>ettante romano che<br />

108<br />

fu selezionato per le Olimpiadi di Helsinki: «era<br />

un concentrato di malinconie e tristezze –racconta<br />

aldo-, lo conobbi che si era appena separato<br />

dalla moglie, entrò in depressione acuta, beveva<br />

tantissimo, fu necessario <strong>il</strong> ricovero ospedaliero<br />

e quando usciva si ingozzava di pasticche. Poi è<br />

morto. Di quella fine mi sento ancora oggi in parte<br />

responsab<strong>il</strong>e: perchè sono stato troppo duro<br />

negli atteggiamenti per cercare di condurlo alle<br />

giuste reazioni». Non è stato fac<strong>il</strong>e per Aldo vivere<br />

quei momenti, si irrigidì ma non smise, dopo<br />

un momentaneo sbandamento interiore, di recarsi<br />

al club e di assumere <strong>il</strong> ruolo di serv<strong>it</strong>ore.<br />

«Perché? Perché io attingo molto da loro. Chi è<br />

un alcolizzato è un uomo, un uomo da ascoltare,<br />

che va aiutato e fatto sfogare. Io? Io son qui» ti<br />

dice con quel vocione deciso ma accomodante.<br />

non abbiate timore, avvicinatevi al club.


Amalia Gobetto è un’altra ‘serv<strong>it</strong>rice’,<br />

una responsab<strong>il</strong>e per chi ha problemi<br />

legati all’alcol. L’Aicat è presente in tutto<br />

<strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio provinciale in 38 punti,<br />

suddivisi nel numero di 7 tra Latina e borghi.<br />

109


denominazione dell’attiv<strong>it</strong>à/servizio - Realizza-<br />

zione di centri per l’accoglienza di giovani con<br />

sindrome alcolica. Obiettivi del progetto - L’obiettivo<br />

è rest<strong>it</strong>uire alla società le persone che sono cadute<br />

nella trappola dell’alcol dipendenza. Tale obiettivo<br />

verrà persegu<strong>it</strong>o attraverso la creazione di centri di<br />

recupero per alcolisti, da estendere all’intero terr<strong>it</strong>orio<br />

regionale. Contenuti - Le attiv<strong>it</strong>à saranno inizialmente<br />

incentrate sulla scelta della localizzazione dei centri<br />

di recupero e accoglienza. Tale momento sarà effettuato<br />

dopo un’attenta analisi dei bisogni del terr<strong>it</strong>orio,<br />

attraverso la raccolta e l’elaborazione di dati statistici<br />

sul fenomeno dell’alcolismo. Dopo l’individuazione dei<br />

bisogni, si passerà alla scelta della localizzazione dei<br />

centri. Budget e integrazione con gli strumenti di pro-<br />

la relazione<br />

110<br />

la sindrome alcolica<br />

grammazione in corso - La Regione Lazio ha destinato<br />

con D.G.R. 634/2010 la somma di euro 600m<strong>il</strong>a per<br />

due progetti da realizzarsi nel distretto socio san<strong>it</strong>ario di<br />

Formia-gaeta e nella provincia di V<strong>it</strong>erbo. risultati attesi<br />

- si prevede di dare risposta alle richieste provenienti<br />

dal terr<strong>it</strong>orio regionale, garantendo la risocializzazione<br />

delle persone affette da sindrome alcolica, attraverso<br />

un percorso di recupero. si prevederà altresì a porre<br />

in essere una forte pol<strong>it</strong>ica di prevenzione. Prevenzione<br />

alcolismo - La legge regionale 24 dicembre 2008,<br />

n. 31, art. 49, stab<strong>il</strong>isce un finanziamento triennale in<br />

favore dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma, individuato<br />

quale centro di riferimento algologico della<br />

Regione Lazio. I Problemi e le Patologie Alcol Correlate<br />

rappresentano uno dei maggiori problemi san<strong>it</strong>ari in <strong>it</strong>a-


lia, con enormi implicazioni a livello medico, psicologico<br />

e sociale. i costi della problematica sono sottovalutati<br />

e, a fronte di circa 30.000 morti in Italia per problemi<br />

alcol correlati, le pol<strong>it</strong>iche di tutela san<strong>it</strong>aria in materia<br />

algologica sono ancora insufficienti. Il Centro di Riferimento<br />

Alcologico per la Regione Lazio (CRARL) è stato<br />

cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con DGR n. 5626 del 16 settembre 1997. Con<br />

tale DGR sono state riconosciute le attiv<strong>it</strong>à del Servizio<br />

Speciale di Prevenzione e Cira dei Danni Epatici da Alcol,<br />

creato nel 1979 nell’amb<strong>it</strong>o dell’accordo Univers<strong>it</strong>à-<br />

Regione Lazio per la strutturazione del Policlinico Umberto<br />

I. I comp<strong>it</strong>i affidati al CRARL dalla Deliberazione<br />

sono i seguenti:<br />

1. Individuazione delle risorse e delle strutture che<br />

si occupano di problemi e patologie alcol-correlate,<br />

esistenti e attive nel terr<strong>it</strong>orio della regione Lazio, al<br />

fine di poter realizzare nell’amb<strong>it</strong>o di tale terr<strong>it</strong>orio<br />

una rete di servizi.<br />

2. Attuazione del coordinamento regionale dei rappresentanti<br />

dei servizi pubblici e privati che a vario<br />

t<strong>it</strong>olo sono attivi nelle problematiche di riferimento.<br />

3. La promozione e lo sv<strong>il</strong>uppo di modelli di formazione<br />

e aggiornamento periodico degli operatori pubblici<br />

e privati attivi nelle problematiche di riferimento.<br />

4. La predisposizione, promozione e sperimentazione<br />

di protocolli coordinati, anche sperimentali, di intervento<br />

che prevedano la gestione a breve termine<br />

111<br />

dell’utente rispetto ad un percorso terapeutico e riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo<br />

integrato e multidisciplinare, medico, psicologico<br />

e sociale.<br />

5. L’ist<strong>it</strong>uzione di una banca dati ad aggiornamento<br />

costante sulla ricerca scientifica.<br />

6. La predisposizione, promozione e <strong>il</strong> coordinamento<br />

di modelli di prevenzione.<br />

7. La predisposizione, promozione e <strong>il</strong> coordinamento<br />

di modelli diagnostici sociali, medici e psicologici.<br />

8. La predisposizione, la sperimentazione e <strong>il</strong> coordinamento<br />

di strumenti per la verifica e <strong>il</strong> mon<strong>it</strong>oraggio<br />

qual<strong>it</strong>ativo e quant<strong>it</strong>ativo attraverso l’individuazione<br />

di idonei indicatori degli interventi effettuati dai componenti<br />

<strong>il</strong> sistema di rete.<br />

9. Coordinamento dell’attiv<strong>it</strong>à di penetrazione dei<br />

servizi nel terr<strong>it</strong>orio rispetto alla soglia di accesso dei<br />

servizi stessi.<br />

I finanziamenti previsti dalla legge regionale del 2008<br />

vanno a sostenere quegli interventi che rappresentano<br />

<strong>il</strong> cardine della funzione operativa del CRARL: 1.<br />

Assistenza socio-san<strong>it</strong>aria (un<strong>it</strong>à di accoglienza, ricovero,<br />

ambulatorio, un<strong>it</strong>à per la salute mentale); 2. ricerca;<br />

3. Formazione.<br />

• A marzo 2011 è stato finanziato con 400m<strong>il</strong>a euro<br />

<strong>il</strong> progetto d’implementazione del Centro di Riferimento<br />

alcologico del policlinico Umberto i di roma<br />

al quale si rivolgono ogni anno 2.500 persone.


nella foto grande ahmed, marocchino di casablanca:<br />

è dal 2000 in Italia. La v<strong>it</strong>a nella Comun<strong>it</strong>à Saman<br />

di Borgo Sabotino è scand<strong>it</strong>a da momenti ordinari,<br />

come ad esempio i turni in cucina mentre lo svago<br />

può essere rappresentato dalla palestra.<br />

112


testi di gian luca campagna _ foto di roberto gabriele<br />

gianfranco non ci prova a sorridere, stretto<br />

tra Bir<strong>il</strong>lo e Ben, l’enorme labrador dal<br />

pelo scuro e dagli occhi tristi. ti guarda<br />

con quegli azzurri e immagina in cuor suo di calarsi<br />

da un momento all’altro nei panni di Dago. Con<br />

un fendente <strong>il</strong> nob<strong>il</strong>e veneziano caduto in disgrazia<br />

si libera dalla morsa dei pirati saraceni e li ricaccia<br />

nelle più remote profond<strong>it</strong>à del mare, lui così<br />

affamato di giustizia e di lealtà, trad<strong>it</strong>o dall’amico<br />

fraterno e dalla donna che ha amato più del padre<br />

stesso. Ma Gianfranco non è Dago e nemmeno Mister<br />

No. E nemmeno Dylan Dog. Quelli sono eroi<br />

dei fumetti, anche se non può essere una casual<strong>it</strong>à<br />

dipendenza droghe<br />

113<br />

<strong>il</strong> bivio della v<strong>it</strong>a<br />

che le nuvole parlanti che affascinano gianfranco<br />

siano tutti degli antieroi, cinici, frag<strong>il</strong>i e romantici,<br />

lontani dagli stereotipi dell’eroe di carta borioso e<br />

invincib<strong>il</strong>e. Ma la realtà è altra. E Gianfranco lo sa<br />

bene, che è da 24 mesi osp<strong>it</strong>e di Saman, presso la<br />

Comun<strong>it</strong>à de ‘Le Vergini Nuove’ (antico nome di<br />

questa zona paludosa) che opera a Borgo Sabotino<br />

dal 1990, dedicandosi al recupero terapeutico<br />

e riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo di chi nella v<strong>it</strong>a è stato avv<strong>il</strong>uppato<br />

dai perversi tentacoli delle droghe, l’unica struttura<br />

residenziale convenzionata con la Asl provinciale.<br />

Gianfranco ha alle spalle una storia di sconf<strong>it</strong>te e<br />

scampoli di speranza di futuro, pronto a scommet


tere di nuovo su se stesso, cercando di non incap-<br />

pare negli stessi errori del passato. oggi <strong>il</strong> suo<br />

mondo fuori di qui vive sulle fantasie disegnate en<br />

plein air nelle tavole dei fumetti, ma l’interno della<br />

Comun<strong>it</strong>à è fatto di lavoro, med<strong>it</strong>azione e decoro.<br />

elementi che probab<strong>il</strong>mente sono mancati nella<br />

v<strong>it</strong>a, quella vera, all’esterno. «Quello che dico sempre,<br />

ai miei interlocutori, è che non sono privo di<br />

braccia –dice tutto d’un fiato senza mai guardarti<br />

negli occhi- quindi, alla fine, cosa mi manca?». E<br />

stavolta ti fissa con quegli occhi azzurri alla Dago.<br />

«Devo pensare prima a me piuttosto che ai miei figli,<br />

non ho una casa né un lavoro quando uscirò da<br />

qui…» tira fuori. E guarda da un’altra parte fissando<br />

un punto che solo lui conosce. già, gianfranco,<br />

42 anni: ha alle spalle un matrimonio fall<strong>it</strong>o, la perd<strong>it</strong>a<br />

dei gen<strong>it</strong>ori che lo ha segnato, di sicuro qualche<br />

compagnia sghemba e sbagliata (anche se lui<br />

non lo ammette), un rapporto coi figli, 20 e 16 anni,<br />

che non è mai completamente decollato. E un futuro<br />

colorato da incertezze concrete. Il 13 marzo ha<br />

festeggiato –si fa per dire- i 24 mesi all’interno della<br />

Saman, prima nella piana di Sibari (Cosenza),<br />

poi 3 mesi a Belgioioso (pavia), e poi ancora qualche<br />

calcolo calendarizzato prima di fermarsi qui<br />

nelle campagne alle porte di latina. ha una mente<br />

matematica gianfranco, ma si schernisce da sé:<br />

114<br />

«ho avuto una v<strong>it</strong>a normale –racconta- ero operaio<br />

in una fabbrica, poi manovale in vari cantieri –<br />

ammettendo di riflesso che la ricerca di un lavoro<br />

non è mai stato un problema-. Tutto tranqu<strong>il</strong>lo, poi<br />

mi sono sposato nel ’90, nel 2000 ho conosciuto<br />

l’eroina…». Ecco, non c’è un vero perché. E se c’è,<br />

Gianfranco non te lo racconta. «L’incapac<strong>it</strong>à di affrontare<br />

le s<strong>it</strong>uazioni mi ha portato all’ero, poi alla<br />

coca –confessa-. e ha massacrato <strong>il</strong> rapporto con<br />

mia moglie, che è defin<strong>it</strong>ivamente crollato. Perché?<br />

Il perché di tutto questo? Il problema sono io, io<br />

che sono sbagliato». Gianfranco entra in Comun<strong>it</strong>à<br />

nel 2007, resta pul<strong>it</strong>o per 13 mesi. Crede di avercela<br />

fatta, ma la morte dei gen<strong>it</strong>ori lo fa ripiombare<br />

in uno stato che solo lui conosce e si avvicina alla<br />

cocaina. Brucia l’ered<strong>it</strong>à con la stessa veloc<strong>it</strong>à con<br />

cui brucia quella maledetta polvere bianca che gli<br />

domina volontà, cuore e cervello. poi capisce che<br />

per recuperare se stesso deve tornare in comun<strong>it</strong>à<br />

e ricomincia <strong>il</strong> suo percorso: è qui alla Saman di<br />

sabotino dal 2 dicembre, «dove <strong>il</strong> giorno trascorre<br />

tra picca e pala». Prego? «Picca e pala. Lavoro<br />

lavoro lavoro. così con la mente stai impegnato e<br />

non pensi ad altro, stai bene, dài retta a me» prova<br />

ad abbozzare un sorriso che rimane strozzato negli<br />

occhi azzurri alla Dago. La stessa intens<strong>it</strong>à di<br />

Gianfranco ‘Dago’ la r<strong>it</strong>rovi nei profondi occhi ca-


stani di irene modena, capelli corti, un colpo di<br />

lacca leggera per mantenere qualche riccio ancora<br />

ribelle, romana, di professione psicoterapeuta, da<br />

3 anni alla saman a raccogliere storie diverse e<br />

anime spezzate, a cercare di ricomporre schegge<br />

di un vetro frantumato che quando si incolla resta<br />

tratteggiato e irregolare. «Vedo persone, non vedo<br />

progetti ma percorsi da instaurare assieme a chi ha<br />

queste problematiche –sorride appena- la tossicodipendenza<br />

fa parte di un quadro: se si entra in<br />

Comun<strong>it</strong>à è perché sono saltati gli schemi della<br />

v<strong>it</strong>a. Tocca a noi ricomporre questo puzzle. Chi è<br />

tossicodipendente avverte una continua necess<strong>it</strong>à<br />

di confronti, resta faticoso recuperare percorsi di<br />

v<strong>it</strong>a, perché questo è <strong>il</strong> nostro comp<strong>it</strong>o: chi si è drogato<br />

ha eliminato parte del suo passato ed è faticoso<br />

rimettere a posto parti e pezzi di un passato mai<br />

vissuto. Cosa mi colpisce in tutto questo? –continua-<br />

La sofferenza di ogni singola storia, storie mai una<br />

uguale all’altra e tutte assolutamente tragiche». Irene<br />

dal lunedì al venerdì riceve e ascolta i 13 ragazzi<br />

che stazionano qui a Sabotino: «In questo tempo<br />

vedi cambiare le v<strong>it</strong>e e a volte, quando vanno via<br />

da qui, si resta anche in contatto». Il sorriso di Agata<br />

Isabella, 27 anni, casertana, impegnata dal lunedì<br />

al giovedì, da 3 mesi alla Saman, è timido. Il<br />

suo ruolo è quello di responsab<strong>il</strong>e, più strettamente<br />

115<br />

organizzativo e amministrativo, di raccordo all’interno<br />

dell’intera struttura, insomma coordina gli<br />

operatori, sia gli educatori che i terapeuti, e cerca<br />

di mettere a frutto la sua fresca laurea in psicologia.<br />

ma una delle anime della saman di sabotino<br />

è Barbara Corvarola, genovese d’origine ma ormai<br />

pontina d’adozione e d’estrazione considerati<br />

i 15 anni di m<strong>il</strong><strong>it</strong>anza in Agro. La sua esperienza<br />

prima di approdare in comun<strong>it</strong>à terapeutica e riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativa<br />

è costellata di anni duri e formativi: gli<br />

homeless caratterizzano <strong>il</strong> suo impegno costante<br />

fino a quando non decide di tornare a giugno scorso<br />

alla saman di Borgo sabotino vicino a chi ha<br />

problemi legati alle tossicodipendenze. «Cosa posso<br />

raccontare di questi anni di lavoro? –racconta-<br />

Tanti sono gli aneddoti anche se mi è rimasto nel<br />

cuore un ragazzo. Era <strong>il</strong> 1996 e Vincenzo non<br />

dava segni di reazione, era un malato catatonico<br />

con una patologia psicologica molto grave fino a<br />

quando non si aprì e cominciò a raccontarmi la storia<br />

della sua v<strong>it</strong>a, con <strong>il</strong> dramma di aver vissuto<br />

l’assassinio della madre in diretta. Piano piano si è<br />

ripreso ma oggi l’ho completamente perso di vista».<br />

La v<strong>it</strong>a in Comun<strong>it</strong>à è scand<strong>it</strong>a in maniera regolare.<br />

e guai se non fosse così. riacquistare un<br />

r<strong>it</strong>mo e un batt<strong>it</strong>o regolare della v<strong>it</strong>a è fondamentale.<br />

esistono delle regole e non si può contravvenire.


Ogni settore della v<strong>it</strong>a comun<strong>it</strong>aria è suddiviso in<br />

altri settori attraverso una sorta di gerarchia interna<br />

piramidale, ricoperta da un ragazzo da recuperare,<br />

in modo da responsab<strong>il</strong>izzarlo: chi riveste,<br />

poi, <strong>il</strong> ruolo di raccordo tra gli operatori e i ragazzi<br />

è <strong>il</strong> cosiddetto ‘angelo’ (di giorno, e di notte), un<br />

vero diaframma in questa struttura dagli equ<strong>il</strong>ibri<br />

all’apparenza delicati ma decisi. E se un ragazzo<br />

dovesse subire una crisi, dovesse ‘sbroccare’? «Lo<br />

si porta in ufficio ed è comp<strong>it</strong>o dell’operatore e poi<br />

del terapeuta, attraverso anche un sistema di messa<br />

in rete col Centro d’accoglienza, trovare la soluzione».<br />

Di sol<strong>it</strong>o attraversa un periodo di crisi chi<br />

ha appena abbracciato <strong>il</strong> percorso o chi è a metà,<br />

del resto avere reazioni è inev<strong>it</strong>ab<strong>il</strong>e. Chi decide di<br />

entrare in una comun<strong>it</strong>à per disintossicarsi sa bene<br />

che i contatti con l’esterno sono ridotti all’osso, abbracciando<br />

quel percorso che di sol<strong>it</strong>o va dai 3 ai<br />

18 mesi: nel primo mese i rapporti coi fam<strong>il</strong>iari sono<br />

strettamente epistolari, poi si arriva anche a una<br />

telefonata a settimana, concedendo poi maggiori<br />

contatti a chi ha figli; al terzo mese scatta la vis<strong>it</strong>a<br />

all’interno della Comun<strong>it</strong>à, poi al sesto ecco la<br />

grande conquista: <strong>il</strong> ‘permesso di verifica’ ammette<br />

anche <strong>il</strong> trascorrere un paio di giorni alla settimana<br />

a casa, in modo da fac<strong>il</strong><strong>it</strong>are <strong>il</strong> processo di reinserimento.<br />

ahmed invece ha la fortuna di tornare a<br />

116<br />

casa e abbracciarli i figli. Ti fissa con i suoi occhi<br />

nocciola e ti mostra con una punta d’orgoglio e tenerezza<br />

<strong>il</strong> disegno che Adam gli ha dedicato per la<br />

festa del papà, poggiato sul comodino del letto<br />

sgualc<strong>it</strong>o. Adam ha 7 anni e Sara ne ha 3, Ahmed<br />

invece è da 14 mesi che è in recupero, «anche se<br />

una volta ci sono ricascato. ho fatto uso di ero anche<br />

quando stavo in permesso». La storia di Ahmed<br />

è tanto sim<strong>il</strong>e a quella di tanti suoi connazionali:<br />

nato e vissuto nei sobborghi più miseri di Casablanca,<br />

s’imbarca nel 2000 alla volta dell’Italia, arriva<br />

al porto di genova e da lì <strong>il</strong> suo peregrinare lo<br />

conduce a reggio calabria, «dove lavoravo come<br />

giardiniere presso qualche v<strong>il</strong>la sul l<strong>it</strong>orale», poi<br />

qualche zuffa alternata ai lavori in campagna e<br />

altre incomprensioni fino a quando arriva lo spaccio.<br />

Ma è a Roma che Ahmed perde completamente<br />

la sua ident<strong>it</strong>à: è <strong>il</strong> 2004 e la sua attiv<strong>it</strong>à principale<br />

è lo spaccio. Spaccia ero e coca. Fa solo<br />

quello. così in quel periodo comincia anche a bucarsi,<br />

poi c’è solo l’oblio squarciato dai raggi di<br />

luce dei figli, che oggi vivono a Roma con la mamma.<br />

«Che farò una volta che sono usc<strong>it</strong>o di qui? Se<br />

esco trovo sempre la stessa storia, cosa volete che<br />

faccia?». Non sfugge mai lo sguardo Ahmed. Ti<br />

guarda, ti risponde, ti chiede, aspetta le risposte:<br />

del resto è una v<strong>it</strong>a che è ab<strong>it</strong>uato a relazionarsi.


cerca lo sguardo anche di d<strong>il</strong>etta cipriani, educa-<br />

trice, che sta svolgendo i suoi 2 anni di tirocinio, da<br />

1 mese qui alla saman. «casa mia era un porto di<br />

mare e Casablanca è enorme», sussurra. Sul comodino<br />

è poggiato <strong>il</strong> Corano, «l’unico libro che riesco<br />

a leggere -soffia- quella carta igienica che sta su<br />

quegli scaffali non la vedo proprio» e indica gli altri<br />

libri p<strong>il</strong>ati in libreria. Il libro sacro del Profeta è<br />

l’unico ponte che lo lega ancora al Marocco, da<br />

cui manca dal 2005. «E che ci torno a fare: lì non<br />

ho più nulla. Sì, d’accordo, ci sono i miei gen<strong>it</strong>ori<br />

ma <strong>il</strong> resto è tutta povertà. E spero tanto che i miei<br />

fratelli insorgano anche loro come gli egiziani, i libici<br />

e i tunisini, anche se poi forse è meglio che resti<br />

al comando re mohammed: chi verrà al posto suo<br />

ha la pancia vuota e mangerà di sicuro in modo più<br />

vorace. No, forse alla fine è meglio che resti <strong>il</strong> sovrano<br />

di oggi». Scrolla le spalle, vorrebbe tanto<br />

riprendere a vangare <strong>il</strong> suo orto ahmed. «così non<br />

penso. Non penso a me e ai miei figli», dice. Nell’<strong>it</strong>inerario<br />

che porta alla disintossicazione e al riavvicinarsi<br />

a una v<strong>it</strong>a normale insistono una serie di<br />

attiv<strong>it</strong>à, che vanno da quelle psicorporee che sconfinano<br />

nella med<strong>it</strong>azione tenute da Nicola a quelle<br />

che abbracciano l’arte teatrale dettate da Enrico<br />

passando per <strong>il</strong> comparto agricolo, favor<strong>it</strong>o dagli<br />

oltre 2 ettari di terra incolta che circondano quest’o-<br />

117<br />

asi a due passi dal caos della c<strong>it</strong>tà. e sono quelle<br />

sterrate in aperta campagna a stimolare em<strong>il</strong>iano a<br />

correre ogni giorno, a macinare ch<strong>il</strong>ometri e a mulinare<br />

le gambe in quegli allunghi ripassati dai vortici<br />

della memoria quando con la maglia della lodigiani<br />

era una promessa del calcio. «Di cazzate<br />

quante ne ho fatte -si morde <strong>il</strong> labbro em<strong>il</strong>iano,<br />

37enne romano di Centocelle, dentro per rapina in<br />

banca (la Saman è convenzionata col Ministero<br />

della Giustizia per accogliere 3 detenuti in attesa di<br />

giudizio, ndc)- ero sicuro che avrei sfondato nel<br />

mondo del calcio. hai presente <strong>il</strong> classico numero<br />

10? Alto, con visione di gioco, fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à di palleggio?<br />

Esatto, alla Totti, grande Francesco… mi sono avvicinato<br />

alla coca quando avevo 17 anni, attorniato<br />

da un grande benessere, non mi mancava nulla,<br />

pregustavo un domani da calciatore professionista<br />

con tante donne a disposizione proprio quando ho<br />

fatto <strong>il</strong> salto in Primavera…». Poi, però ecco una<br />

serie di ‘cazzate’ in rapida successione: <strong>il</strong> vizio della<br />

cocaina che prende <strong>il</strong> sopravvento, lo spaccio e<br />

le compagnie pessime. le rapine. la rapina che lo<br />

incastra. Em<strong>il</strong>iano è dal 2008 alla Saman, anche<br />

lui prima a Sibari, poi da ottobre 2010 staziona qui<br />

a sabotino, «ma me ne vado a casa presto: <strong>il</strong> 14<br />

maggio esco da qui, affidato al Sert d’appartenenza».<br />

Corre e palleggia col pallone, Em<strong>il</strong>iano, «at-


118<br />

traverso una grande forma fisica» strizza l’occhio a<br />

dispetto delle 15 sigarette al giorno che consuma,<br />

«ma la coca è un lontano ricordo. Se mi è cap<strong>it</strong>ato<br />

di entrarci in contatto in questi giorni che coi permessi<br />

me ne torno in famiglia? Certo che sì. E la<br />

sfido, la tocco: e non pippo. Che farò ora che uscirò<br />

da qui? L’agente assicurativo o aprirò un centro<br />

estetico assieme a qualche amico. sì, ho le idee<br />

chiare ma mi manca sempre qualcosa». Cosa? «Mi<br />

manca la libertà, la mia libertà. Ma è questione di<br />

giorni ormai» sorride. Sorride e scompare dietro<br />

Bir<strong>il</strong>lo e Ben, l’enorme labrador dal pelo scuro e<br />

dagli occhi tristi.


nella foto grande irene modena,<br />

psicoterapeuta. in alto a destra la responsab<strong>il</strong>e isabella<br />

Agata e l’operatrice Barbara Corvarola; Em<strong>il</strong>iano,<br />

un passato da calciatore gettato al vento<br />

e ancora ahmed nella dispensa della cucina.<br />

119


la relazione<br />

Come prevenire le tossicodipendenze<br />

principale dei progetti di prevenzione<br />

(dal D.P.R. dell’ottobre 1990 n. 309,<br />

L’obiettivo<br />

modificato dalla legge 18 febbraio 1999, n.<br />

45) è quello di contrastare l’uso di sostanze psicoattive<br />

nella comun<strong>it</strong>à, soprattutto tra gli adolescenti<br />

prima che esso si instauri, attraverso la riduzione<br />

dei fattori di rischio e dei comportamenti problematici,<br />

o l’acquisizione di competenze e ab<strong>il</strong><strong>it</strong>à personali<br />

e, tra la popolazione a rischio, attraverso<br />

azioni di reinserimento sociale e lavorativo.<br />

La Regione Lazio, a decorrere dalla programmazione<br />

terr<strong>it</strong>oriale per <strong>il</strong> triennio 2008-2010, ha fatto rientrare<br />

la pianificazione degli interventi di lotta alla<br />

droga relativi alla prevenzione, al recupero ed al<br />

reinserimento sociale nei piani di zona, con un budget<br />

di risorse finanziarie aggiuntive, calcolate sulla<br />

base della popolazione a rischio e del numero dei<br />

120<br />

Servizi per le tossicodipendenze (SERT) presenti nel<br />

terr<strong>it</strong>orio dei distretti sociosan<strong>it</strong>ari e nel comune di<br />

roma, tenendo conto altresì degli interventi storici dei<br />

quali si è accertata l’effettiva attuazione e valid<strong>it</strong>à.<br />

Tale scelta è discesa dalla duplice esigenza di dare<br />

l’opportun<strong>it</strong>à alle ist<strong>it</strong>uzioni locali di individuare, attraverso<br />

un’attenta analisi dei bisogni, le progettual<strong>it</strong>à<br />

più idonee alle caratteristiche del proprio terr<strong>it</strong>orio, e<br />

di favorire la costruzione di una rete a livello distrettuale<br />

tra tutti gli attori coinvolti in tali problematiche.<br />

Fino ad oggi le linee di indirizzo regionali si sono<br />

lim<strong>it</strong>ate a definire i cr<strong>it</strong>eri di riparto delle risorse destinate<br />

a tali progettual<strong>it</strong>à, che, nella maggior parte<br />

dei casi, si riferiscono a centri di ascolto per studenti<br />

e per le loro famiglie, laboratori sociali, centri diurni,<br />

peer education, educativa terr<strong>it</strong>oriale nonché tirocini<br />

Formativi e inserimenti lavorativi. tuttavia, la


compless<strong>it</strong>à delle attiv<strong>it</strong>à di prevenzione nell’amb<strong>it</strong>o<br />

delle tossicodipendenze ha fatto emergere l’esigenza<br />

di una profonda riflessione che coinvolga tutti i<br />

soggetti interessati, dalla famiglia alla scuola, dai<br />

servizi sociali a quelli san<strong>it</strong>ari, che porti alla definizione<br />

di obiettivi chiari e di azioni contrassegnate<br />

da una maggiore probab<strong>il</strong><strong>it</strong>à di risultato.<br />

in particolare, una volta consolidati e data continu<strong>it</strong>à<br />

ai servizi già attivi sul terr<strong>it</strong>orio attraverso <strong>il</strong> loro<br />

inserimento nei piani di zona, si potranno attivare<br />

meccanismi di controllo dei risultati, ampliando altresì<br />

lo spettro degli interventi fino a comprendere<br />

non solo <strong>il</strong> contrasto dell’abuso di sostanze stupefacenti,<br />

ma dipendenze in sempre maggiore diffusione,<br />

quali ad esempio quelle dall’alcool e dal gioco<br />

d’azzardo.<br />

per quanto attiene in particolare ai piani per le tossicodipendenze<br />

inclusi nei Piani di Zona, la loro<br />

approvazione è subordinata a quella del Piano<br />

nel quale sono compresi, nonché alla effettiva attivazione<br />

e conclusione dei servizi di cui agli anni<br />

precedenti, comprovata attraverso relazioni sull’efficacia<br />

e rendicontazione delle relative spese. Poiché,<br />

allo stato, anche a causa del r<strong>it</strong>ardato trasferimento<br />

dei fondi, molti distretti non hanno ancora<br />

avviato le progettual<strong>it</strong>à, ovvero non hanno provveduto<br />

a trasmettere la documentazione a consuntivo<br />

121<br />

relativa agli anni precedenti, a fronte dell’approvazione<br />

dei Piani di Zona 2009 non è stato possib<strong>il</strong>e<br />

procedere alla liquidazione delle quote per gli<br />

interventi di lotta alla droga, ad eccezione di quelle<br />

spettanti al comune di roma e di altri quattro<br />

distretti socio-san<strong>it</strong>ari. per contrastare <strong>il</strong> fenomeno<br />

delle tossicodipendenze l’Assessorato ha posto in<br />

essere ‘Dipende da te’, una campagna di prevenzione<br />

contro l’abuso di droghe, ma anche alcool,<br />

farmaci e tecnologie (tv, videogiochi, internet,<br />

cellulari). Si rivolge a tutte le fasce d’età, grazie<br />

a cinque diversi progetti di sensib<strong>il</strong>izzazione che,<br />

sulla base di un supporto medico-scientifico specializzato,<br />

sfruttano la strategia della comunicazione<br />

da pari a pari e dell’entertainment education. Inoltre,<br />

lim<strong>it</strong>atamente per gli studenti univers<strong>it</strong>ari ecco<br />

l’iniziativa ‘I LOVE ME’, che coinvolge 6 atenei e<br />

oltre 50 discoteche della regione: in questo modo<br />

si intende diffondere una reale cultura del benessere<br />

– a contrasto di droga, alcool, tabacco, gioco<br />

d’azzardo – attraverso la formazione e l’azione<br />

sul terr<strong>it</strong>orio di 100 ‘Health Boys’, con l’obiettivo<br />

di incidere nei comportamenti dei ragazzi, anche<br />

attraverso la proposizione di attiv<strong>it</strong>à ludiche, alternative<br />

a quelle dannose a livello psichico e fisico.<br />

La campagna coinvolgerà circa 130m<strong>il</strong>a ragazzi,<br />

tra studenti univers<strong>it</strong>ari e giovani adulti.


la mission<br />

I servizi dell’Assessorato<br />

assessorato alla pol<strong>it</strong>iche sociali e Famiglia<br />

Via del Caravaggio, 99 00187 Roma<br />

Segreteria 06.51688639 – 51688447 aforte@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

alle pol<strong>it</strong>iche sociali e famiglia<br />

abbraccia diverse tematiche (Famiglia, in-<br />

L’assessorato<br />

fanzia, As<strong>il</strong>i Nido, Dipendenze, Disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à,<br />

Emigrazione, Immigrazione, Terzo Settore – Volontariato,<br />

Residenze San<strong>it</strong>arie – Assistenziali). Vediamo<br />

ogni area come svolge la propria attiv<strong>it</strong>à e<br />

come è indirizzata.<br />

Sostegno alla Famiglia e ai Minori<br />

dott. massimo americola<br />

06.51688018 mamericola@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

provvede a: curare gli adempimenti regionali in or-<br />

122<br />

dine agli interventi a sostegno della famiglia, della<br />

gestione degli as<strong>il</strong>i nido e delle assistenti materne,<br />

delle ludoteche, dei consultori e del servizio di assistente<br />

fam<strong>il</strong>iare. Curare le attiv<strong>it</strong>à di adozione e<br />

di affido. Curare gli interventi per <strong>il</strong> sostegno della<br />

matern<strong>it</strong>à e patern<strong>it</strong>à, della gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à e della natal<strong>it</strong>à,<br />

gli interventi per favorire la conc<strong>il</strong>iazione dei<br />

tempi di v<strong>it</strong>a e di lavoro. Curare le attiv<strong>it</strong>à finalizzate<br />

alla realizzazione di agevolazioni finanziarie a<br />

sostegno delle famiglie disagiate e <strong>il</strong> bonus bebè.<br />

Curare gli interventi relativi al potenziamento dei<br />

servizi socio educativi per la prima infanzia, la<br />

pre-adolescenza e l’adolescenza. Curare le inizia


tive di sensib<strong>il</strong>izzazione e informazione sul ruolo<br />

sociale della famiglia. curare le attiv<strong>it</strong>à relative al<br />

coordinamento ed al funzionamento dell’Osservatorio<br />

permanente sulla Famiglia e della conferenza<br />

regionale sulla Famiglia. Curare la valutazione<br />

dell’impatto sociale sulla famiglia delle azioni di<br />

pianificazione e programmazione regionale. Attuare<br />

i programmi finanziati con fondi comun<strong>it</strong>ari,<br />

nazionali e regionali per le materie di propria competenza.<br />

Ufficio Adozione e Affidamento Fam<strong>il</strong>iare<br />

provvede a: curare gli interventi regionali a sostegno<br />

della Famiglia ed in particolare in materia di<br />

adozione e affidamento fam<strong>il</strong>iare e l’ist<strong>it</strong>uzione e <strong>il</strong><br />

coordinamento di gruppi e com<strong>it</strong>ati tecnici specialistici.<br />

Curare l’attiv<strong>it</strong>à di informazione e formazione<br />

ivi comprese le iniziative di sensib<strong>il</strong>izzazione sul<br />

ruolo sociale della famiglia e in materia di adozione<br />

e affidamento fam<strong>il</strong>iare ivi compreso l’aggiornamento<br />

del portale “Lazio adozioni”, di concerto<br />

con l’Area competente in materia di comunicazione.<br />

curare i rapporti con i soggetti pubblici e privati<br />

competenti in materia di adozione e affidamento<br />

fam<strong>il</strong>iare. svolgere e coordinare studi e ricerche<br />

sulla Famiglia ed in particolare in materia di ado-<br />

123<br />

zione e affidamento fam<strong>il</strong>iare ivi comprese attiv<strong>it</strong>à<br />

di studio per la realizzazione di agevolazioni finanziarie<br />

a sostegno delle famiglie. Svolgere attiv<strong>it</strong>à di<br />

mon<strong>it</strong>oraggio sull’attiv<strong>it</strong>à legislativa sulla Famiglia<br />

ed in particolare in materia di adozione e affidamento<br />

fam<strong>il</strong>iare.<br />

Comunicazione e Coordinamento delle Attiv<strong>it</strong>à<br />

Sociali – arch. luca colosimo<br />

06.51688539 lcolosimo@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

Provvede a: Curare le attiv<strong>it</strong>à di comunicazione e<br />

<strong>il</strong> s<strong>it</strong>o web della Direzione, e organizzare seminari,<br />

eventi e manifestazioni, di concerto con le Aree<br />

della Direzione. Coordinare e programmare le attiv<strong>it</strong>à<br />

di formazione professionale del personale<br />

della Direzione. Gestire <strong>il</strong> Sistema Informativo Sociale<br />

e le attiv<strong>it</strong>à organizzazione dei dati statistici.<br />

curare i rapporti con le strutture regionali e con gli<br />

enti e organismi esterni competenti in materia di<br />

sistemi operativi/statistici. curare la gestione delle<br />

fonti informative nonché l’elaborazione dei dati ai<br />

fini della programmazione degli interventi socio-assistenziali.<br />

Attuare i programmi finanziati con fondi<br />

comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie di<br />

propria competenza. Svolgere le funzioni di Segreteria<br />

Tecnica dell’Organismo Intermedio dell’Asse


III “Inclusione Sociale” del POR F.S.E. Gestire progetti<br />

p<strong>il</strong>ota ed iniziative di carattere sperimentale di<br />

livello regionale; curare <strong>il</strong> coordinamento generale<br />

con le IPAB della Regione Lazio per la promozione<br />

di attiv<strong>it</strong>à finalizzate all’inclusione sociale. Coordinare<br />

i rapporti con le società in house della regione<br />

Lazio per le attiv<strong>it</strong>à di competenza della Direzione.<br />

Assicurare <strong>il</strong> coordinamento nella gestione<br />

delle risorse finanziarie assegnate alla Direzione<br />

Piani di Zona e Servizi Sociali Locali<br />

Dott. Alberto Sasso D’Elia<br />

06.51684938 asassodelia@regione.lazo.<strong>it</strong><br />

Provvede a: Curare gli adempimenti connessi all’attiv<strong>it</strong>à<br />

istruttoria, al mon<strong>it</strong>oraggio e alla verifica dei<br />

Piani di Zona nonché alla predisposizione degli atti<br />

di impegno e di erogazione dei relativi finanziamenti.<br />

Curare le attiv<strong>it</strong>à necessarie alla valutazione<br />

dei Piani di Zona, sent<strong>it</strong>e le Aree della Direzione,<br />

ciascuna per le materie di propria competenza.<br />

Collaborare con le altre aree nella predisposizione<br />

e gestione di progetti di natura sperimentale dei<br />

piani di zona, nelle materie di competenza della<br />

Direzione. Curare la programmazione ed attuazione<br />

piani distrettuali. Provvedere alla predisposi-<br />

124<br />

zione degli atti relativi agli interventi in favore dei<br />

piccoli comuni per superare le emergenze socio-assistenziali.<br />

Attuare i programmi finanziati con fondi<br />

comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie di<br />

propria competenza.<br />

Sostegno alla Disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />

dott.ssa renata sangiorgi<br />

06.51688637 rsangiorgi@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

provvede a: curare gli interventi regionali in favore<br />

dell’inserimento lavorativo delle persone diversamente<br />

ab<strong>il</strong>i di competenza della Direzione. Curare<br />

i rapporti con le strutture regionali competenti<br />

in materia di istruzione e dir<strong>it</strong>to allo studio per <strong>il</strong><br />

coordinamento degli interventi regionali per l’integrazione<br />

scolastica degli alunni diversamente<br />

ab<strong>il</strong>i. Curare gli interventi regionali per l’integrazione<br />

scolastica degli alunni diversamente ab<strong>il</strong>i di<br />

competenza della Direzione. Curare i rapporti con<br />

le strutture regionali competenti in materia di formazione<br />

e lavoro per <strong>il</strong> coordinamento degli interventi<br />

regionali in favore dell’inserimento lavorativo<br />

delle persone diversamente ab<strong>il</strong>i, in relazione a<br />

specifiche disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à. Curare in collaborazione con<br />

le strutture regionali competenti in materia di for-


mazione professionale la formazione e l’aggiornamento<br />

degli operatori dei servizi socio-assistenziali<br />

e socio-san<strong>it</strong>ari a favore delle persone diversamente<br />

ab<strong>il</strong>i. Curare la pianificazione e la gestione degli<br />

interventi regionali per la prevenzione ed <strong>il</strong> superamento<br />

della tossicodipendenza e dell’alcolismo,<br />

nonché delle altre forme di dipendenza. Curare le<br />

attiv<strong>it</strong>à connesse al r<strong>il</strong>ascio di rimborsi e contributi<br />

a soggetti privati e pubblici. Attuare i programmi finanziati<br />

con fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali<br />

per le materie di propria competenza.<br />

Programmazione e Pianificazione<br />

Socio-Assistenziale – Arch. Paola Falconi<br />

06.51688422 pfalconi@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

Provvede a: Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa alla programmazione<br />

e pianificazione del Piano socio-assistenziale.<br />

Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa alla programmazione<br />

degli interventi socio-assistenziali, in collaborazione<br />

con le Aree della Direzione per le attiv<strong>it</strong>à<br />

di rispettiva competenza. Curare <strong>il</strong> mon<strong>it</strong>oraggio<br />

sull’attuazione del Piano socio-assistenziale e degli<br />

interventi programmati dalla regione di competenza<br />

della Direzione, in collaborazione con le altre<br />

Aree della Direzione. Curare la predisposizione<br />

125<br />

dei provvedimenti per la definizione dei cr<strong>it</strong>eri di<br />

riparto del Fondo Nazionale per le Pol<strong>it</strong>iche Sociali<br />

e del Fondo regionale destinati ad enti pubblici e<br />

privati relativamente agli interventi del piano socioassistenziale.<br />

Provvedere all’elaborazione dei dati<br />

e delle informazioni ut<strong>il</strong>i alla programmazione degli<br />

interventi socio-assistenziali. Curare i rapporti<br />

con <strong>il</strong> coordinamento tecnico della commissione<br />

interregionale degli assessori alle pol<strong>it</strong>iche sociali<br />

e l’attiv<strong>it</strong>à dei rappresentanti della Direzione in<br />

seno ai gruppi tecnici interregionali. partecipare<br />

alla conferenza Stato-Regioni per le materie di propria<br />

competenza. Attuare i programmi finanziati<br />

con fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le<br />

materie di propria competenza<br />

Legislazione Sociale, Studi e Ricerche<br />

dott. Francesco Bucci<br />

06.51688479 francescobucci@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

Provvede a: Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa alla progettazione<br />

ed alla produzione normativa nel settore dei servizi<br />

sociali, anche in relazione alle norme finanziarie<br />

e di b<strong>il</strong>ancio, nonché l’attiv<strong>it</strong>à di consulenza giuridicoamministrativa<br />

nei confronti delle altre aree. curare<br />

l’attiv<strong>it</strong>à di analisi dei provvedimenti normativi statali


e comun<strong>it</strong>ari che hanno ripercussioni sulle attiv<strong>it</strong>à della<br />

Direzione. Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa allo studio ed<br />

alla definizione della tipologia e degli standard strutturali<br />

e gestionali delle strutture e dei servizi socio–<br />

assistenziali. Curare la definizione dei requis<strong>it</strong>i minimi<br />

e delle procedure per l’autorizzazione al funzionamento<br />

delle strutture e dei servizi socio–assistenziali,<br />

nonché degli indirizzi agli enti locali per l’esercizio<br />

dell’attiv<strong>it</strong>à di vig<strong>il</strong>anza. Provvedere all’elaborazione<br />

degli standard strutturali e gestionali di qual<strong>it</strong>à delle<br />

strutture e dei servizi socio- assistenziali. Curare la<br />

definizione dei requis<strong>it</strong>i e delle procedure per l’accred<strong>it</strong>amento<br />

delle strutture e dei servizi socio–assistenziali.<br />

Studiare e promuovere l’individuazione di<br />

sistemi per <strong>il</strong> controllo della qual<strong>it</strong>à dei servizi e delle<br />

prestazioni socio-assistenziali. Curare la procedura di<br />

certificazione sociale di prodotti e processi, al fine di<br />

migliorare le perfomance di qual<strong>it</strong>à dei soggetti e delle<br />

strutture che operano nel sociale. effettuare studi e<br />

ricerche in campo sociale.<br />

Integrazione Socio-San<strong>it</strong>aria<br />

Dott. Orlando Vannozzi<br />

06.51688401 ovannozzi@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

Provvede a: Svolgere l’attiv<strong>it</strong>à di coordinamento per<br />

126<br />

l’integrazione dei servizi socio-assistenziali con quelli<br />

san<strong>it</strong>ari e con gli altri servizi terr<strong>it</strong>oriali. Curare la<br />

pianificazione e la gestione degli interventi regionali<br />

in favore degli anziani, delle persone non autosufficienti,<br />

dei disagiati psichici. Curare la pianificazione<br />

e la gestione degli interventi regionali per la promozione<br />

di progetti di informazione e prevenzione sul<br />

hiV-aids. curare gli interventi in favore dei disab<strong>il</strong>i<br />

civ<strong>il</strong>i. curare i rapporti con le strutture regionali<br />

competenti in materia di san<strong>it</strong>à per <strong>il</strong> coordinamento<br />

delle iniziative per la promozione e la realizzazione<br />

dell’integrazione dei servizi sociali e san<strong>it</strong>ari a<br />

livello terr<strong>it</strong>oriale. Curare l’attiv<strong>it</strong>à di raccordo con<br />

le strutture regionali competenti in materia di san<strong>it</strong>à<br />

per la definizione dei programmi e degli interventi<br />

socio-san<strong>it</strong>ari. Attuare i programmi finanziati con<br />

fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie<br />

di propria competenza.<br />

Pol<strong>it</strong>iche Migratorie e Integrazione Sociale<br />

Dott.ssa Valentina Mazzarella<br />

06.51684772 vmazzarella@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

provvede a: promuovere e programmare le attiv<strong>it</strong>à<br />

a favore dei c<strong>it</strong>tadini immigrati e dei neocomun<strong>it</strong>ari.<br />

curare gli interventi regionali in favore dei nomadi


e delle minoranze etniche, dei rifugiati e dei richiedenti<br />

as<strong>il</strong>o. Programmare azioni ed interventi per la<br />

gestione dei centri antiviolenza per donne maltrattate<br />

e per le v<strong>it</strong>time della tratta. gestire gli interventi<br />

rivolti alla promozione dell’associazionismo tra gli<br />

immigrati e la tenuta dell’albo delle associazioni di<br />

immigrati. Gestire l’attiv<strong>it</strong>à di programmazione e pianificazione<br />

degli interventi in favore degli emigrati<br />

laziali e delle loro famiglie e l’attiv<strong>it</strong>à di promozione<br />

dell’associazionismo tra gli emigrati. Promuovere la<br />

partecipazione ad organismi che si occupano dei<br />

problemi dell’emigrazione e dell’immigrazione. Promuovere<br />

attiv<strong>it</strong>à di studio e ricerca del fenomeno migratorio.<br />

svolgere attiv<strong>it</strong>à di supporto alla consulta<br />

regionale per l’immigrazione e quella per l’emigrazione.<br />

Curare la tenuta del registro delle associazioni<br />

di emigrati. Attuare i programmi finanziati con<br />

fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie<br />

di propria competenza.<br />

Terzo Settore e Servizio Civ<strong>il</strong>e<br />

dott. em<strong>il</strong>io Bongiovanni<br />

06.51688413 ebongiovanni@regione.lazio.<strong>it</strong><br />

provvede a: curare gli adempimenti relativi alla<br />

pianificazione degli interventi di promozione e<br />

127<br />

sostegno delle organizzazioni di volontariato,<br />

dell’associazionismo e della cooperazione sociale.<br />

Coordinare gli interventi di promozione e sostegno<br />

in favore delle organizzazioni di volontariato, delle<br />

associazioni di promozione sociale, delle cooperative<br />

sociali. curare la tenuta dei registri regionali<br />

delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni<br />

di promozione sociale, nonché la tenuta<br />

dell’albo regionale delle cooperative sociali. Fornire<br />

attiv<strong>it</strong>à di supporto agli organismi rappresentativi<br />

del Terzo Settore previsti da normative statali o<br />

regionali. curare i rapporti con <strong>il</strong> com<strong>it</strong>ato di gestione<br />

ex lege n. 266/1991 e con i centri di servizio<br />

per <strong>il</strong> volontariato. gestire gli adempimenti inerenti<br />

le competenze regionali in materia di servizio civ<strong>il</strong>e.<br />

gestire i bandi a favore delle imprese sociali<br />

nella Regione Lazio. Attuare i programmi finanziati<br />

con fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le<br />

materie di propria competenza.<br />

Servizio Civ<strong>il</strong>e<br />

provvede a: gestire gli adempimenti inerenti le competenze<br />

regionali in materia di Servizio Civ<strong>il</strong>e. Curare<br />

i rapporti con l’Ufficio Nazionale del Servizio<br />

Civ<strong>il</strong>e. Curare la tenuta dell’albo regionale degli<br />

enti e delle organizzazioni che svolgono attiv<strong>it</strong>à in


materia di servizio civ<strong>il</strong>e. Effettuare la valutazione<br />

dei progetti di competenza regionale in materia.<br />

effettuare al mon<strong>it</strong>oraggio delle diverse fasi di realizzazione<br />

dei progetti.<br />

Osservatorio sulla Povertà<br />

dott.ssa antonella polenta<br />

apolenta@regione.lazio.<strong>it</strong> 06.51688648<br />

Provvede, in riferimento alla DGR n.59 del<br />

18/2/2011, a: Elaborare studi ed analisi sul fenomeno<br />

della povertà e dell’esclusione sociale in<br />

amb<strong>it</strong>o regionale. elaborare e sperimentare specifiche<br />

metodologie di ricerca, analisi e diffusione<br />

di modelli finalizzati al contrasto della povertà e<br />

dell’esclusione sociale. Avviare attiv<strong>it</strong>à di censimento,<br />

promozione e fac<strong>il</strong><strong>it</strong>azione delle reti di supporto<br />

formale e informale che operano sulle tematiche<br />

sociali inerenti la povertà nel terr<strong>it</strong>orio regionale.<br />

Promuovere forme di confronto e collaborazione<br />

con le associazioni e gli altri soggetti che operano<br />

a favore delle persone e delle famiglie in stato<br />

di indigenza. Avviare attiv<strong>it</strong>à di formazione e aggiornamento<br />

sulle tematiche sociali rivolta agli operatori<br />

delle associazioni che operano nel settore.<br />

Organizzare e promuovere campagne di comuni-<br />

cazione e sensib<strong>il</strong>izzazione a favore delle iniziative<br />

regionali di contrasto alla povertà.


Voci dal nUlla - storie di ordinaria esistenza<br />

fin<strong>it</strong>o di stampare nel mese di maggio 2011

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