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pol<strong>it</strong>iche migratorie . Volontariato<br />
residenze socio assistenziali<br />
disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à . dipendenze . adozioni<br />
racconti _ reportage<br />
gian luca campagna . daniela novelli . claudio mascagni . Francesco antonelli<br />
roberto gabriele . claudio mercuri . loris annapurna . roberto ramaccia
Voci dal nulla<br />
racconti & reportage<br />
in copertina<br />
foto di claudio mercuri<br />
coordinamento ed<strong>it</strong>oriale<br />
gian luca campagna<br />
Grafica e impaginazione<br />
Fabrizio Matarrese<br />
testi a cura di<br />
gian luca campagna<br />
daniela novelli<br />
claudio mascagni<br />
Francesco antonelli<br />
Foto a cura di<br />
roberto gabriele<br />
claudio mercuri<br />
loris annapurna<br />
roberto ramaccia<br />
Associazione Culturale<br />
<strong>il</strong> calamaio
sommario<br />
pol<strong>it</strong>iche migratorie<br />
due patrie, due bandiere pagina 13<br />
le terre delle acque pagina 23<br />
Mal d’Africa pagina 29<br />
Volontariato<br />
Il vino contro la criminal<strong>it</strong>à pagina 39<br />
angeli tra le corsie pagina 45<br />
<strong>il</strong> corpo di cristo pagina 51<br />
Solidarietà al femmin<strong>il</strong>e pagina 59<br />
Residenze Socio Assistenziali<br />
Libertango pagina 69<br />
disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
Terra d’utopia pagina 77<br />
La rabbia e l’orgoglio pagina 87<br />
Adozioni<br />
Mamma di pancia e mamma di cuore pagina 95<br />
Dipendenze<br />
Spir<strong>it</strong>o d’amicizia pagina 103<br />
<strong>il</strong> bivio della v<strong>it</strong>a pagina 111<br />
la mission<br />
I servizi dell’Assessorato pagina 120
introdUzione<br />
storie di v<strong>it</strong>a e <strong>il</strong> nuovo<br />
impegno dell’Assessorato<br />
Aldo Forte _ Assessore regionale alle Pol<strong>it</strong>iche Sociali e Famiglia _ Regione Lazio<br />
storie di v<strong>it</strong>a che non si arrendono di fronte alle difficoltà. Valori<br />
pos<strong>it</strong>ivi che scaturiscono dalla pratica del volontariato e della solidarietà.<br />
Professional<strong>it</strong>à capaci di offrire assistenza qualificata<br />
e di creare impresa sociale. <strong>il</strong> tutto declinato sulle diverse e numerose<br />
tematiche che contraddistinguono l’operato dell’Assessorato alle Pol<strong>it</strong>iche<br />
sociali e Famiglia della Regione Lazio. Dalle dipendenze da alcol<br />
e droghe ai problemi che riguardano l’infanzia, dal disagio di chi è<br />
affetto da patologie psichiche e fisiche alle questioni relative all’integrazione socio-culturale e lavorativa<br />
degli immigrati. Fino a gettare uno sguardo intelligente verso chi, da emigrato, ha vissuto la propria<br />
esistenza all’estero, contribuendo a costruire l’immagine pos<strong>it</strong>iva del nostro Paese nel mondo.<br />
‘Voci dal nulla’ testimonia tutto questo. E lo fa con un mer<strong>it</strong>o. Quello di aver colto e saputo trasmettere<br />
gli elementi di nov<strong>it</strong>à e la prospettiva innovativa con cui l’Assessorato sta affrontando queste<br />
tematiche. A partire dal cambio di rotta dal modello delle ‘buone azioni’, che ha contraddistinto <strong>il</strong><br />
passato, verso quello di ‘servizi e azioni di qual<strong>it</strong>à’, erogati sul terr<strong>it</strong>orio secondo linee guida e stan-<br />
9
dard omogenei dettati dalla regione. Un modello sul quale si innesta <strong>il</strong> superamento di una pol<strong>it</strong>ica<br />
composta da una serie di interventi spot senza un f<strong>il</strong>o conduttore o sperimentali ma senza segu<strong>it</strong>o,<br />
a una di carattere strutturale. Una pol<strong>it</strong>ica, cioè, che non si lim<strong>it</strong>i a dispensare risorse, ma che le<br />
investa su progetti e programmi di maggior durata e impatto sul terr<strong>it</strong>orio, valutati secondo cr<strong>it</strong>eri di<br />
oggettiv<strong>it</strong>à e trasparenza.<br />
Perché, come ci raccontano le storie racchiuse in ‘Voci dal nulla’, è sbagliato affrontare le questioni<br />
sociali alla stregua di problematiche con cui dover fare i conti secondo una logica emergenziale.<br />
Così come dal punto di vista organizzativo, anche da quello culturale bisogna effettuare un salto di<br />
qual<strong>it</strong>à. È necessario, cioè, spostarsi dalla sfera delle problematiche a quella delle opportun<strong>it</strong>à.<br />
D’altronde, basta sfogliare le pagine di questo volume per comprendere <strong>il</strong> valore di un’affermazione<br />
di questo tipo. pagine sulle quali si racconta la v<strong>it</strong>a di chi colp<strong>it</strong>o da glaucoma e privo, quindi, della<br />
vista, non ha però rinunciato a correre, competere con gli altri, destreggiarsi con un pallone e cimentarsi<br />
nei tornei nazionali di torball. E di chi, caduto nella spirale dell’alcool e delle droghe, risponde<br />
con caparbietà e grinta e, con <strong>il</strong> sostegno dei terapeuti, dimostra come un reinserimento nella v<strong>it</strong>a<br />
sociale di tutti i giorni possa diventare fac<strong>il</strong>e realtà. Nell’uno e nell’altro caso non un peso, quindi,<br />
ma un valore aggiunto per l’intera comun<strong>it</strong>à. Un valore aggiunto che <strong>il</strong> volontariato, in particolare,<br />
ha <strong>il</strong> potere di far crescere e sv<strong>il</strong>uppare. Per questa ragione, <strong>il</strong> nuovo corso dell’Assessorato sta investendo<br />
in primo luogo sulla passione, <strong>il</strong> talento e la volontà del terzo settore, per concretizzare quel<br />
progressivo e collettivo processo di responsab<strong>il</strong>izzazione alla qual<strong>it</strong>à che ci permetta di ramificare<br />
e diversificare la rete dei servizi attualmente attivi sui terr<strong>it</strong>ori. Un progetto che ha bisogno, però,<br />
di sempre nuova linfa, di nuovi volontari. Da questo punto di vista, ‘Voci dal nulla’ rivela la sua importanza.<br />
Testimoniare per coinvolgere. Affinché la pratica del volontariato diventi a tutti gli effetti<br />
quello che è, la maggiore fonte di energia rinnovab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> futuro della nostra società.<br />
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pol<strong>it</strong>iche migratorie . Volontariato<br />
residenze socio assistenziali<br />
disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à . dipendenze . adozioni<br />
racconti _ reportage<br />
gian luca campagna . daniela novelli . claudio mascagni . Francesco antonelli<br />
roberto gabriele . claudio mercuri . loris annapurna . roberto ramaccia
in senso orario, <strong>il</strong> passaporto della famiglia<br />
passaretta, mamma antonietta e papà giuseppe,<br />
con la piccola Assunta compresa nel documento d’ident<strong>it</strong>à<br />
della madre. a seguire, assunta e la sorellina maria luisa;<br />
assunta nella casa alla periferia di Buenos aires insieme<br />
alla signora anna; la famiglia passaretta in vis<strong>it</strong>a a un santuario argentino.<br />
14
testi di claudio mascagni<br />
ha la voce rotta dall’emozione Assunta D’O-<br />
nofrio quando avvolge <strong>il</strong> nastro della memoria<br />
e ripercorre la sua storia e quella della<br />
sua famiglia. oggi parte del cuore batte per <strong>il</strong> tricolore<br />
ma l’altra palp<strong>it</strong>a per la bandiera del Sol de<br />
Mayo, l’Argentina. Assunta nasce a Tremensuoli,<br />
frazione di Minturno, <strong>il</strong> 5 dicembre 1946, da Giuseppe<br />
e antonietta passaretta, in un clima ancora<br />
funestato da una guerra che aveva spazzato via<br />
parte del sud pontino con la linea gustav. cresce<br />
nella numerosa famiglia paterna (11 fratelli, ma<br />
non conoscerà mai i nonni, già emigranti), che vive<br />
col lavoro di appar<strong>it</strong>ori, cioè gli addobbatori di<br />
emigrazione<br />
due patrie, due bandiere<br />
15<br />
piazze e chiese per le feste comandate. Il periodo<br />
è nero, haivoglia a imparare un mestiere da parte<br />
del padre, che è stagnino, la fame è tanta e la<br />
decisione di seguire i gen<strong>it</strong>ori è più viva che mai.<br />
È <strong>il</strong> 1949 quando <strong>il</strong> padre s’imbarca per l’Argentina<br />
col fratello Francesco per abbracciare la merica<br />
e <strong>il</strong> compaesano giovanni treglia. <strong>il</strong> governo<br />
argentino incentiva l’ed<strong>il</strong>izia popolare, esaltando<br />
la Ley de Inmigración y Colonización, da sempre<br />
favorevole alla manodopera <strong>it</strong>aliana: <strong>il</strong> lavoro c’è<br />
e Giuseppe monta le grondaie di lamiera. Ma c’è<br />
nostalgia della famiglia ed ecco che madre e figlia,<br />
accompagnate dallo zio Armando, lo raggiungo
no. «ricordo molto poco del viaggio in nave –rac-<br />
conta Assunta- ma mi è rimasto indeleb<strong>il</strong>e quando<br />
mi sporgevo dalla balaustra e fissavo l’acqua<br />
dell’oceano». Arrivano al porto di Buenos Aires <strong>il</strong><br />
14 febbraio 1950, «dove fui accolta da un uomo<br />
che non conoscevo: mio padre –sorride-. salimmo<br />
su un taxi nero e mi lim<strong>it</strong>ai a osservare dal finestrino<br />
quel paesaggio pianeggiante». La destinazione<br />
è l’alloggio in via Independenza, presso Lomas del<br />
mirador, dimora condivisa con una coppia di napoli,<br />
armando e anna. È la v<strong>it</strong>a nel convent<strong>il</strong>lo,<br />
nel labirinto di lamiera e legno che accoglie decine<br />
di famiglie, che condividono cucina, bagno e la<br />
grande vasca centrale nel cort<strong>il</strong>e per lavare i panni.<br />
Ma i D’Onofrio cercano autonomia e Giuseppe<br />
si prodiga per costruire una casa tutta loro. nella<br />
stessa zona acquista <strong>il</strong> terreno su cui gettare le fondamenta:<br />
la domenica quell’area diviene un punto<br />
d’incontro tra i paesani che aiutano i D’Onofrio nel<br />
loro progetto, stretti negli affetti quando a tavola<br />
con la pastasciutta ci si riscopre <strong>it</strong>aliani. appena<br />
una stanza diventa vivib<strong>il</strong>e si trasferiscono nella<br />
nuova ab<strong>it</strong>azione, anche se mancano i pavimenti<br />
e gli intonaci sono grezzi. Sono momenti duri per<br />
i D’Onofrio, che con spir<strong>it</strong>o di sacrificio affrontano<br />
la v<strong>it</strong>a e accolgono maria luisa, la secondogen<strong>it</strong>a,<br />
mentre la comun<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana (e minturnese) cresce.<br />
16<br />
per assunta arriva <strong>il</strong> momento di frequentare la<br />
scuola e l’antipatia nei confronti dello spagnolo la<br />
indirizza verso un’insegnante privata per eliminare<br />
la confusione tra le due lingue. a scuola scopre un<br />
mondo chiamato argentina, viene a contatto con i<br />
coetanei che non sono teneri con gli ‘<strong>it</strong>aliani morti<br />
di fame’. «Tanos muertos de hambre era <strong>il</strong> nomignolo<br />
che ci affibbiavano –riprende-, era un insulto<br />
feroce che faceva male e che non ho mai dimenticato.<br />
E forse mai perdonato». Sono gli anni dell’ut<strong>il</strong>izzo<br />
del cocoliche (<strong>il</strong> mix di dialetto <strong>it</strong>aliano con<br />
la lingua spagnola) per accorciare le distanze. Ma<br />
è nel proprio microcosmo che la comun<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana<br />
vive la sua v<strong>it</strong>a, dove i momenti liberi sono dedicati<br />
alla musica, col padre che soffia nel clarinetto e zio<br />
Francesco pizzica <strong>il</strong> mandolino con tutti attorno a<br />
intonare canzoni e ad ascoltare storie che rimandano<br />
alla propria terra: alla guerra, ai lupi mannari<br />
o alle part<strong>it</strong>e di calcio giocate a campo guerino.<br />
«ard<strong>it</strong>i e valorosi i giocatori giocano precisi<br />
e veloci per non farsi mai scartare, con D’Onofrio,<br />
Bruno e Vento che son buoni per segnar, e ogni<br />
cuore si restringerà, russo stai attento a bloccare,<br />
Ionta non la fate passare, D’Aquinto che sei l’osso<br />
più duro nella mediana c’è un muro di cinta che<br />
non si spezzerà, atleti ripetete a questo tono che<br />
<strong>il</strong> Campo Guerino vale più di un tesoro» intona a
memoria. gli <strong>it</strong>aliani fanno quadrato, celebrano la<br />
domenica incontrandosi: provengono da san Justo,<br />
da Remedios de Escalada, da Azul, che dista 130<br />
Km. da Aires ma «era chiamata ‘la piccola Scauri’<br />
per la nostra forte presenza. Spesso però ci riunivamo<br />
a lanos, a casa di giovanni treglia, perché<br />
aveva un piccolo emporio aperto la domenica...».<br />
E finalmente giunge <strong>il</strong> 1963. «Ad agosto tornai per<br />
la prima volta in <strong>it</strong>alia –ricorda assunta-. mio padre<br />
lavorava come meccanico per una compagnia<br />
aerea, che gli offrì due posti: ero al settimo cielo.<br />
Per l’occasione comprai un prendisole bianco con<br />
la giacca blu, sandali bianchi e calze di seta». L’arrivo<br />
a Scauri si consuma con zio Armando, che è<br />
tornato in <strong>it</strong>alia, perché la moglie, nannina, aveva<br />
troppa nostalgia. «La mattina dopo mi recai finalmente<br />
a tremensuoli, nella casa dove ero nata, incontrando<br />
gli altri zii e i cugini. E poi la chiesa di<br />
san nicandro, sempre al centro dei nostri discorsi<br />
in Argentina...», ricorda oggi con un f<strong>il</strong>o di emozione.<br />
Il papà di Assunta manca dall’Italia da 14<br />
anni, fac<strong>il</strong>e immaginare la gioia tra i parenti, estesa<br />
a quella nipotina, che riceve regali e attenzioni.<br />
«Vedo le scene n<strong>it</strong>ide ancora oggi –riavvolge i ricordi<br />
assunta-: mio nonno, seduto sul muretto, che<br />
mi regala una catenina d’oro con un crocifisso, zio<br />
Adolfo che mi consegna una sp<strong>il</strong>la e zia Giuseppi-<br />
17<br />
na un anello, doni che conservo ancora».<br />
la v<strong>it</strong>a va avanti. «la nostra v<strong>it</strong>a trascorreva parallela<br />
attraverso due esatte metà –riprende-, una<br />
metà nel luogo di residenza e l’altra nella lontana<br />
Italia: è come avere due Patrie e due bandiere.<br />
noi, emigrati, abbiamo sempre avuto un bagaglio<br />
di coraggio, speranze e <strong>il</strong>lusioni, ma soprattutto <strong>il</strong><br />
culto del lavoro». Diventa sub<strong>it</strong>o donna Assunta, a<br />
18 anni perde l’amata madre e si divide tra la conduzione<br />
domestica e <strong>il</strong> lavoro in una d<strong>it</strong>ta tess<strong>il</strong>e:<br />
nella fabbrica, messa su da un <strong>it</strong>aliano, conosce<br />
Angelo, originario di Treviso, e sboccia l’amore.<br />
Sono anche generazioni di emigranti che si incontrano,<br />
dato che <strong>il</strong> futuro mar<strong>it</strong>o è figlio di veneti che<br />
sbarcarono a Rio de la Plata già nel 1927. «È col<br />
mio angelo che recuperai la voglia di vivere –continua-.<br />
avevamo entrambi 22 anni e ci sposammo nel<br />
1969, andando ad ab<strong>it</strong>are in una stanza della mia<br />
casa. E dopo 2 anni nacque Marcello Oscar». Le<br />
esigenze della famiglia crescono e così nel 1971 i<br />
suoceri offrono una sistemazione più confortevole:<br />
nella loro dimora insiste una stanza più grande dotata<br />
di cucina. angelo, per<strong>it</strong>o meccanico, comincia<br />
a lavorare anche 12 ore al giorno per concretizzare<br />
<strong>il</strong> sogno di possedere una casa propria: siamo<br />
nel 1973, anno in cui nasce Diego Leandro. E la<br />
v<strong>it</strong>a si ripete come un cerchio: «tutto procede velo-
ce: i nostri sacrifici, i racconti delle tradizioni ai ragazzi<br />
che crescevano, la nostalgia dell’Italia. E poi<br />
le nostre famiglie che si riunivano proprio come era<br />
avvenuto anni prima con quelle dei nostri gen<strong>it</strong>ori».<br />
gli argomenti non mancano, soprattutto alla luce di<br />
un’Italia che muta <strong>il</strong> suo status, che vive i suoi momenti<br />
esaltanti rappresentati dal boom economico<br />
«che ci riempie d’orgoglio. Ad ogni cambiamento<br />
ci siamo sent<strong>it</strong>i parte dell’Italia, perchè <strong>il</strong> sacrificio<br />
fatto da noi emigrati aveva contribu<strong>it</strong>o e contribuiva<br />
al progresso della nostra Terra Madre». Ma gli<br />
imprevisti sono in agguato, in argentina gli artigli<br />
dell’operazione Condor generano la d<strong>it</strong>tatura dei<br />
Colonnelli spazzando via una generazione con l’inizio<br />
della notte delle mat<strong>it</strong>e spezzate: è <strong>il</strong> marzo<br />
del 1976, la famiglia D’Onofrio vive momenti di<br />
grandi indecisioni e timori, a stretto contatto con gli<br />
squadroni della morte, col dramma dei desaparecidos<br />
e col dolore inconsolab<strong>il</strong>e delle madri di plaza<br />
de Mayo. «Prima elimineremo i sovversivi, poi i<br />
loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente<br />
quelli che resteranno indifferenti e infine<br />
gli indecisi» amava annunciare <strong>il</strong> presidente della<br />
junta m<strong>il</strong><strong>it</strong>are Videla. Il clima è di autentico terrore.<br />
«Crescevano i figli ma aumentavano anche le<br />
preoccupazioni –racconta Assunta-, <strong>il</strong> futuro si prevedeva<br />
scuro, non esistevano alternative possib<strong>il</strong>i:<br />
18<br />
avevamo due bambini ancora piccoli e un panorama<br />
che non garantiva nulla, tutto questo accresceva<br />
la paura del domani. La ver<strong>it</strong>à è che non siamo<br />
stati coraggiosi come i nostri gen<strong>it</strong>ori e qui abbiamo<br />
sbagliato, perché memori dei loro sacrifici avremmo<br />
dovuto seguire le loro orme. in quel periodo le<br />
cose sono precip<strong>it</strong>ate, l’economia in dissesto, ogni<br />
anno peggio del precedente». Fino a quando quel<br />
coraggio che si era sbiad<strong>it</strong>o riaffiora e nell’ottobre<br />
del 1998 Assunta e Angelo emigrano nel Trevigiano:<br />
«ma ricominciare a 51 anni è stata durissima»,<br />
ammette senza tanti giri di parole. Stringendo denti<br />
e cuore <strong>il</strong> calvario di due patrie e due bandiere<br />
si trasforma di nuovo in id<strong>il</strong>lio un anno e mezzo<br />
fa, quando i due rientrano stab<strong>il</strong>mente a mar del<br />
Plata, dove i ragazzi sono diventati nel frattempo<br />
uomini: Marcello Oscar è impiegato al municipio<br />
mentre Diego Leandro è gestore di una compagnia<br />
di carte di cred<strong>it</strong>o. Oggi, Assunta è presidente<br />
dell’associazione ‘Famiglia Laziali Un<strong>it</strong>i di Mar del<br />
Plata e dintorni’. «Conserviamo le tradizioni ma è<br />
<strong>il</strong> futuro che ci interessa –sorride-. come sempre,<br />
ci troviamo tutti a tavola davanti a un piatto di bucatini<br />
all’amatriciana: è <strong>il</strong> nostro modo di sentirci<br />
<strong>it</strong>aliani e di trovare le soluzioni ai problemi».
La famiglia D’Onofrio al gran completo: i figli<br />
marcello oscar e diego leandro, la signora<br />
Assunta e <strong>il</strong> mar<strong>it</strong>o Angelo, più i nipoti; Angela<br />
che tiene un discorso durante una riunione<br />
delle famiglie laziali all’interno dell’Associazione<br />
laziale del Mar del Plata; scene di momenti<br />
conviviali durante una di queste riunioni.<br />
19
l<br />
a<br />
quelle di:<br />
legge regionale 31 luglio 2003 n. 23 “Inter-<br />
venti in favore dei laziali emigrati all’estero e<br />
dei loro fam<strong>il</strong>iari” ha come final<strong>it</strong>à prior<strong>it</strong>arie<br />
- tutelare l’ident<strong>it</strong>à culturale;<br />
- mantenere e rinsaldare <strong>il</strong> legame degli emigrati con<br />
la terra d’origine, <strong>il</strong> rapporto con la loro cultura anche<br />
in concorso con altre regioni, enti ed ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche<br />
e private operanti nel settore dell’emigrazione, sia<br />
attraverso iniziative e manifestazioni culturali e sociali<br />
all’estero;<br />
- favorire interscambi culturali;<br />
- promuovere iniziative all’estero dirette alla diffusione<br />
la relazione<br />
Pol<strong>it</strong>iche per l’emigrazione<br />
20<br />
della conoscenza del patrimonio, storico, culturale, artistico,<br />
economico, ambientale e sociale della regione;<br />
- agevolare forme di attiv<strong>it</strong>à promozionali nei settori<br />
produttivi organizzate all’estero con <strong>il</strong> concorso delle<br />
associazioni di emigrati. La Regione interviene, altresì,<br />
a favore degli emigrati che intendano rientrare defin<strong>it</strong>ivamente<br />
nel Lazio agevolandone, con interventi di<br />
prima assistenza, <strong>il</strong> reinserimento sociale e produttivo.<br />
Inoltre, promuove e sostiene l’associazionismo tra gli<br />
emigrati laziali come strumento di partecipazione alla<br />
pol<strong>it</strong>ica regionale e momento di aggregazione delle<br />
comun<strong>it</strong>à laziali all’estero.<br />
La programmazione regionale in materia di emigra-
zione è articolata attraverso:<br />
- Adozione con deliberazione di Giunta, previo parere<br />
della Consulta regionale per l’emigrazione e passaggio<br />
nella competente commissione cons<strong>il</strong>iare del programma<br />
triennale degli interventi;<br />
- Aggiornamento annuale dello stesso con pianificazione<br />
degli interventi secondo le disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di b<strong>il</strong>ancio.<br />
non essendo stato ancora adottato <strong>il</strong> nuovo programma<br />
triennale degli interventi previsto dalla l.r. 23/03<br />
sono stati assunti come riferimento per la ripartizione<br />
delle risorse i cr<strong>it</strong>eri, precedentemente, adottati dalla<br />
Giunta con <strong>il</strong> programma triennale 2007/2009 di cui<br />
alla D.G.R. n. 60/07.<br />
In tal modo si è potuto procedere a:<br />
• ripartizione delle somme ai Comuni del Lazio per<br />
interventi socio assistenziali per gli emigrati che rientrano<br />
defin<strong>it</strong>ivamente sul terr<strong>it</strong>orio regionale (det. Dir.<br />
n. D4266 del 14 ottobre 2010 e det. Dir. DB5116 del<br />
28.10.2010 Importo complessivo € 187.958,44. Cap.<br />
H43504)<br />
• Finanziamenti per la realizzazione di corsi di lingua<br />
<strong>it</strong>aliana per giovani discendenti di emigrati di origine<br />
laziale di cui € 38.500,00 alla Dante Alighieri per la<br />
realizzazione di corsi in Argentina det. Dir. DB5125<br />
del 28.10.2010 ed € 20.000,00 al COASIT per la realizzazione<br />
di corsi in Australia- det. Dir. D5166 del<br />
21<br />
28.10.2010 Cap. H43506;<br />
• Realizzazione di un evento artistico culturale in<br />
Nord America in favore delle comun<strong>it</strong>à laziali ivi residenti<br />
€ 241.500,00 Cap H43506 (Det - dir. D5280<br />
del 29.10.2010)<br />
• Finanziamenti alle Associazioni regionali operanti<br />
all’estero iscr<strong>it</strong>te al registro regionale di cui alla<br />
L-R. 23/03 art. 6 per un importo complessivo di €<br />
20.000,00 Cap. H43505 per la realizzazione di specifiche<br />
progettual<strong>it</strong>à finalizzate a:<br />
- alla valorizzazione delle prospettive professionali dei<br />
giovani residenti all’estero e alla loro cresc<strong>it</strong>a culturale;<br />
- alla diffusione della lingua <strong>it</strong>aliana, nei paesi ove la<br />
Regione non ha già in corso collaborazioni con appos<strong>it</strong>i<br />
enti formativi;<br />
- alla promozione del patrimonio storico, ed culturale<br />
e artistico della Regione; aff<strong>it</strong>to sede dell’associazione;<br />
- acquisto personal computer per l’attiv<strong>it</strong>à dell’associazione;<br />
- attiv<strong>it</strong>à di comunicazione delle Federazioni.<br />
Ai sensi della L.R. 12/90 si è provveduto al rimborso ai<br />
Comuni del Lazio del rimborso delle somme anticipate<br />
per l’erogazione dell’indenn<strong>it</strong>à di mancato guadagno<br />
agli emigrati laziali residenti all’estero per la partecipazione<br />
alle consultazioni elettorali regionali ed amministrative.<br />
Importo € 105.665, 67- Spesa obbligatoria
Cap. R15402 (det. Dir. D3660 del 14.09.2010).<br />
Ai sensi della L.R.23/03, art. 12 si è provveduto con<br />
det. Dir. D3661 del 14.09.2010 al rimborso delle spese<br />
di trasferta ammesse, per i rappresentanti esteri del<br />
Com<strong>it</strong>ato esecutivo della Consulta regionale per l’emigrazione,<br />
riun<strong>it</strong>osi in data 22.05.2008 e in data<br />
09.10.2009.<br />
Adozione D.G.R. n. 378 del 07.08.2010 concernente<br />
Iscrizione registro regionale delle associazioni rappresentative<br />
operanti all’estero. Verifica di ufficio e aggiornamento<br />
dati del registro.<br />
Il 27, 28 e 29 novembre 2009 si è tenuta la V conferenza<br />
regionale per l’emigrazione, preceduta da quattro<br />
pre-conferenze continentali. Questo appuntamento,<br />
dopo gli importanti cambiamenti pol<strong>it</strong>ici, ist<strong>it</strong>uzionali e<br />
legislativi in materia di emigrazione, ha rappresentato<br />
un momento di verifica con i diretti interessati delle pol<strong>it</strong>iche<br />
regionali e di confronto propos<strong>it</strong>ivo per la programmazione<br />
futura.<br />
Si è proceduto alla correzione degli interventi registrati,<br />
ai fini della stampa degli atti finali prodotti dalla<br />
V Conferenza, importanti ed indicativi per <strong>il</strong> prossimo<br />
programma triennale, in particolare, su alcune<br />
tematiche r<strong>it</strong>enute prior<strong>it</strong>arie: ruolo comun<strong>it</strong>à laziali<br />
e associazionismo estero, lingua, cultura, informazione,<br />
comunicazione, rapporti intragenerazionali,<br />
formazione professionale, imprend<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à.<br />
22<br />
Prior<strong>it</strong>à dell’area<br />
Programma degli interventi in materia di emigrazione<br />
(l.r. 23/03)<br />
<strong>il</strong> programma dovrà individuare:<br />
• la tipologia degli interventi attuati direttamente dalla<br />
regione;<br />
• la tipologia degli interventi di competenza dei comuni<br />
e i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per <strong>il</strong> relativo finanziamento;<br />
• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la concessione dei contributi<br />
previsti art. 7 L.R. 23/03 a favore delle associazioni;<br />
• la tipologia degli interventi eventualmente attuab<strong>il</strong>i<br />
da altri enti o organismi e i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per <strong>il</strong><br />
relativo finanziamento;<br />
• le indicazioni di prior<strong>it</strong>à geografiche per la realizzazione<br />
degli interventi, che tengano conto delle realtà<br />
socio economiche dei paesi di accoglimento, priv<strong>il</strong>egiando<br />
le s<strong>it</strong>uazioni di maggiore difficoltà economica<br />
degli emigrati;<br />
• i cr<strong>it</strong>eri di ripartizione delle risorse previste nel b<strong>il</strong>ancio<br />
regionale per tipologie di intervento;<br />
• le modal<strong>it</strong>à per la verifica dello stato di attuazione<br />
degli interventi e per l’eventuale revoca dei finanziamenti<br />
o dei contributi.<br />
si dovranno inoltre, porre in essere le attiv<strong>it</strong>à relative a:<br />
• Rinnovo rappresentanti Consulta regionale per l’emigrazione<br />
• Rinnovo rappresentanti Consulta regionale per
l’immigrazione.<br />
• Gestione convenzione con la Dante Alighieri e<br />
<strong>il</strong> CO.AS.IT avente ad oggetto la realizzazione, rispettivamente<br />
in argentina e canada, dei corsi di<br />
lingua <strong>it</strong>aliana.<br />
• Gestione del progetto sperimentale promosso in<br />
Argentina “Lazio in the World” tram<strong>it</strong>e convenzione<br />
con l’Univers<strong>it</strong>à Alma Mater Studiorum di Bologna,<br />
sede di Buenos Aires. Per favorire la creazione di<br />
una rete priv<strong>il</strong>egiata a livello di mercato di scambi<br />
e relazioni in alcuni settori produttivi di eccellenza,<br />
tra le realtà imprend<strong>it</strong>oriali regionali e quelle di origine<br />
<strong>it</strong>aliana – laziale attive in Argentina.<br />
• Verifica delle rendicontazioni presentate dalle<br />
Associazioni per le progettual<strong>it</strong>à di cui all’art. 7<br />
L.R. 23/03.<br />
• Gestione Accordo di Programma con <strong>il</strong> Ministro<br />
del lavoro e solidarietà sociale.<br />
Convenzione con l’Ufficio scolastico regionale e la<br />
scuola dallo stesso individuata per la realizzazione<br />
dei corsi di lingua <strong>it</strong>aliana. mon<strong>it</strong>oraggio del progetto;<br />
verifica e rendicontazione.<br />
• Impresa sociale<br />
Chiusura bando 2008<br />
nuovo Bando impresa sociale nei settori del turismo<br />
sociale e gestione fattorie sociali<br />
• Progetto Tages mutter<br />
23<br />
Chiusura progetto sperimentale tram<strong>it</strong>e la verifica<br />
delle rendicontazioni.<br />
Elaborazione linee guida per i Comuni per l’attivazione<br />
di servizi di nido fam<strong>il</strong>iare.<br />
• Progetti tratta<br />
Elaborazione della rete sul terr<strong>it</strong>orio regionale dei<br />
servizi in favore delle v<strong>it</strong>time di tratta.<br />
Si dovrà, inoltre, dare attuazione al POR FSE Lazio<br />
2007-2013 Asse III “Inclusione Sociale“ e Asse V<br />
“Transnazional<strong>it</strong>à e Interregional<strong>it</strong>à” attraverso la<br />
programmazione del PET e l’emanazione dei relativi<br />
bandi per la presentazione di progetti.<br />
•A marzo 2011 è stata approvata in Giunta la delibera<br />
che stab<strong>il</strong>isce nuovi requis<strong>it</strong>i per l’iscrizione al<br />
‘Registro regionale delle associazioni che operano<br />
in favore degli emigrati laziali’ e per l’ottenimento<br />
dei fondi regionali. Finalizzati 240m<strong>il</strong>a euro per<br />
un progetto di comunicazione per i laziali emigrati<br />
all’estero, col quale valorizzare <strong>il</strong> nostro patrimonio<br />
culturale e sostenere <strong>il</strong> processo di internazionalizzazione<br />
degli aspetti produttivi d’eccellenza<br />
della nostra regione.
le sorelle r<strong>it</strong>tika rajinder, rachna devi,<br />
asha rani e gurpreet Kaur, la maggiore;<br />
<strong>il</strong> papà, Tarsem Lal, nel Punjab m<strong>il</strong><strong>it</strong>are dell’eserc<strong>it</strong>o<br />
oggi agricoltore; Krishna devi, la madre,<br />
assorta all’interno del tempio di Sabaudia.<br />
24
testi di Francesco antonelli _ foto di claudio mercuri<br />
la terra delle cinque acque è lontana. Dal pont<strong>il</strong>e<br />
gli sguardi incollati sulle acque risplendono<br />
oltre i raggi delle ruote delle biciclette. lo<br />
specchio del lago di paola avvolto dalla macchia<br />
verde e la lingua di sabbia che poi ti intima di affacciarti<br />
al mare rimandano occhi e cuore verso<br />
quella terra che amplifica acqua e frutti già dal<br />
suo nome. punj aab. cinque acque. punjab questo<br />
significa: Satluj, Ravi, Bias, Chenab e Jehlam i cinque<br />
fiumi che lo attraversano. Tarsem Lal ha lasciato<br />
la famiglia a hoshiarpur, popolosa c<strong>it</strong>tà<br />
(148m<strong>il</strong>a anime) del Punjab indiano, ha svest<strong>it</strong>o la<br />
divisa m<strong>il</strong><strong>it</strong>are dell’eserc<strong>it</strong>o nazionale e si è lascia-<br />
immigrazione<br />
25<br />
le terre delle acque<br />
to col congedo quel confine d<strong>il</strong>aniato da tensioni<br />
tra Pakistan e India. Dopo vent’anni ha deciso di<br />
guardare oltre i cinque fiumi, decidendo di non<br />
affacciarsi più nelle acque del Chenab con la sua<br />
imponente centrale idroelettrica, e <strong>il</strong> ravi, sulle cui<br />
acque si è combattuta la battaglia dei dieci Re,<br />
come narrato nei sapienti inni sacri rgveda, fondamento<br />
di quella compless<strong>it</strong>à religiosa e f<strong>il</strong>osofica<br />
che è l’Induismo. Lo sguardo alla fine ha abbracciato<br />
l’Italia, Brescia, da principio, dove già<br />
anni prima aveva trovato rifugio e conforto <strong>il</strong> fratello,<br />
fino a quando un incontro fortu<strong>it</strong>o con un<br />
indù lo ha convinto a trasferirsi in una comun<strong>it</strong>à
più grande, in una terra fert<strong>il</strong>e quanto quella lasciata.<br />
Non si tratta di piantagioni a perd<strong>it</strong>a d’occhio<br />
di cotone, né di terreni punteggiati da canna<br />
da zucchero, orzo e frumento come quelli nostalgici<br />
del punjab. stavolta i campi coltivati vengono<br />
sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da alberi da frutta, meloni e cocomeri,<br />
ortaggi e verdure, primizie che affondano le proprie<br />
radici lungo i terreni arati in questi luoghi baciati<br />
da sole e vento, una volta regno paludoso<br />
oggi terra anch’essa fert<strong>il</strong>e. «Sabaudia e questa<br />
zona un poco ricordano i terreni coltivati del<br />
Punjab ma la nostalgia è nascosta nei nostri cuori».<br />
Parla poco Tarsem Lal, si fa aiutare e sostenere<br />
nel dialogo da r<strong>it</strong>tika rajinder, la discola di<br />
casa, 15 anni, un diploma di terza media da ottenere<br />
a fronte di una vivac<strong>it</strong>à tutta occidentale. <strong>il</strong><br />
Tempio d’Oro della c<strong>it</strong>tà sacra di Amr<strong>it</strong>sar è lontanissimo,<br />
così come gli affetti: allora tarsem decide<br />
di chiamare a sé dopo due anni anche tutta la sua<br />
famiglia, incoraggiato dal numero maggiore di<br />
euro guadagnati rispetto al regolare scarseggiare<br />
di rupie. E così in un attimo ecco materializzarsi<br />
l’amata consorte, Krishna Devi, 46 anni, e tutta la<br />
nidiata: Gurpreet Kaur, 22 anni, Rachna Devi, 20<br />
anni, Asha Rani, 17, Satish Kumar, 16 anni, l’unico<br />
maschio, e poi, appunto, r<strong>it</strong>tika. «cosa ci piace di<br />
più di questo terr<strong>it</strong>orio e dell’Italia? – sorride col<br />
26<br />
suo <strong>it</strong>aliano biascicato e tradotto da r<strong>it</strong>tika – che<br />
qui la legge è davvero uguale per tutti, questo mi<br />
ha colp<strong>it</strong>o molto. Purtroppo, avete una burocrazia<br />
lenta». E per chi è straniero in terra straniera, con<br />
tutte le difficoltà che incontra nell’oggi e nel domani,<br />
risulta un ostacolo più insormontab<strong>il</strong>e delle<br />
montagne dell’Himalaya, da dove nascono <strong>il</strong> Ravi<br />
e <strong>il</strong> chenab. eppure agli imprevisti <strong>il</strong> padre famiglia<br />
è ab<strong>it</strong>uato: gli scontri a fuoco con i fratelli<br />
pakistani condivano parte del quotidiano, i tre<br />
baffi da sottufficiale che gli griffavano la divisa<br />
indiana non lo mettevano certo al riparo da un<br />
proiett<strong>il</strong>e bastardo. Del resto, da quando nel 1947<br />
india e pakistan hanno tagliato in due questo stato<br />
agricolo particolarmente fert<strong>il</strong>e e appetib<strong>il</strong>e, i problemi<br />
sono incominciati a sorgere all’ordine del<br />
minuto, acu<strong>it</strong>i dalle clausole del trattato delle acque<br />
dell’Indo che spesso vengono interpretate ora<br />
dall’una ora dall’altra parte in un modo apparentemente<br />
non equ<strong>il</strong>ibrato. Ora non avverte più la<br />
sol<strong>it</strong>udine <strong>il</strong> capofamiglia, ha riun<strong>it</strong>o attorno a sé<br />
quel focolare domestico che aveva lasciato a hoshiarpur<br />
e ha permesso ai suoi figli anche di studiare,<br />
accelerando così quel processo di integrazione,<br />
consentendogli di trasformarlo in un<br />
percorso naturale. Se R<strong>it</strong>tika si impegna con prof<strong>it</strong>to<br />
a scuola, Satish ‘Sani’ ha abbracciato <strong>il</strong> primo
dei tre anni di studio in termoidraulica presso <strong>il</strong><br />
centro di formazione ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla Regione Lazio<br />
a Latina Scalo, ma questo non sta a significare che<br />
<strong>il</strong> ragazzo non contribuisca a rimpinguare <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio<br />
fam<strong>il</strong>iare: nel weekend si giostra tra la cucina<br />
e i tavoli dei ristoranti sulle dune, fac<strong>il</strong><strong>it</strong>andogli anche<br />
quella socializzazione coi coetanei, che poi si<br />
concretizza nella convocazione in diverse part<strong>it</strong>elle<br />
a calcio, momento in cui viene esaltata l’integrazione.<br />
Nell’accogliente casa di Tarsem, alle<br />
porte di sabaudia, chi non si applica sui libri lo<br />
trovi impegnato dalla mattina al pomeriggio, a seconda<br />
delle stagioni, nei campi e nelle serre delle<br />
numerose aziende agricole del terr<strong>it</strong>orio, combattendo<br />
con ravanelli, carote, melanzane, cetrioli,<br />
zucchine in quei terreni che si estendono tra la<br />
c<strong>it</strong>tà razionalista e le campagne che si spingono<br />
fino alla periferia di Latina. Così è stato <strong>il</strong> destino<br />
di Asha, che ha frequentato fino al secondo anno<br />
dell’ist<strong>it</strong>uto tecnico Marconi del capoluogo ma poi<br />
ha prefer<strong>it</strong>o le levatacce per <strong>il</strong> lavoro agricolo.<br />
eccola qui la spessa linea che li tiene legati e collegati<br />
all’amato Punjab: la terra, <strong>il</strong> lavoro nei campi,<br />
la frutta, la verdura e gli ortaggi. e la religione.<br />
Già, in questo fazzoletto fert<strong>il</strong>e di terra,<br />
soleggiato come poche altre parti d’Europa, sembra<br />
che si siano dati appuntamento tutti gli indiani<br />
27<br />
per dedicarsi all’agricoltura, a quel comparto<br />
economico che qui è espressione naturale. Sono<br />
circa 7m<strong>il</strong>a, sparsi tra le campagne di Terracina,<br />
san Felice circeo e sabaudia, e in centinaia si riuniscono<br />
la domenica mattina per condividere le<br />
preghiere nel tempio –proprio di fronte alla caserma<br />
contraerea Casaca-, dove si dialoga, si riflette,<br />
si mangia. e dove ti accolgono. come d<strong>il</strong>lon, <strong>il</strong><br />
padre spir<strong>it</strong>uale di questa comun<strong>it</strong>à. Non c’è differenza:<br />
qui sikh e indù (la famiglia di Tersam è tale,<br />
che rappresenta a sua volta circa <strong>il</strong> 40% della popolazione<br />
del Punjab) si fondono in nome del<br />
Veda, <strong>il</strong> grande insieme dei testi religiosi. non<br />
devi appartenere per forza a un’interior<strong>it</strong>à induista<br />
o sikh (turbanti e barba lunga sono segni inequivocab<strong>il</strong>i<br />
per indicare quest’ultimi) per varcare<br />
la soglia della loro chiesa, l’importante è che le<br />
scarpe restino fuori, che <strong>il</strong> capo sia coperto da<br />
una bandana o da un fazzoletto e che l’abluzione<br />
delle mani sia effettuata. ma non pensiate che <strong>il</strong><br />
rigore sia dominante in questo tempio che richiama<br />
l’epopea dorata della sacra Amr<strong>it</strong>sar, dove le<br />
donne siedono da una parte e gli uomini si accovacciano<br />
dall’altra: <strong>il</strong> tr<strong>il</strong>lare dei telefonini cellulari<br />
si rincorre tra le d<strong>it</strong>a di sikh e indù assieme al<br />
chiacchiericcio continuo mentre <strong>il</strong> Baba conduce <strong>il</strong><br />
sacro r<strong>it</strong>o e si apre a prediche di fratellanza. È in
questo luogo sacro, arredato alla bell’e meglio<br />
con moquette di second’ordine e riscaldato con<br />
funghi efficaci, che si potrebbero anche stringere<br />
futuri rapporti fam<strong>il</strong>iari, con la scelta dello sposo<br />
per la propria figlia da parte dei gen<strong>it</strong>ori, come<br />
avviene per gurpreet, che a breve volerà in india<br />
per conoscere <strong>il</strong> proprio mar<strong>it</strong>o. Tradizioni che<br />
non tramontano queste, dove la sever<strong>it</strong>à e <strong>il</strong> rigore<br />
vengono testimoniate dalle occhiatacce di termir<br />
alle figlie quando temporeggiano fuori dal tempio,<br />
poichè un fidanzamento al di fuori di queste<br />
regole non è affatto tollerato e concep<strong>it</strong>o. Ma<br />
qualche occhiata fugace viene scambiata da ragazze<br />
e ragazzi all’interno di un’improvvisata<br />
mensa dove è ammesso <strong>il</strong> consumo di carne di pollo<br />
e capra (giammai di maiale e v<strong>it</strong>ella o di pesce),<br />
abbondante riso, razioni di lenticchie profumate<br />
con aglio, cipolla, kerry e peperoncino, più<br />
una mistura di the e latte. Non è quindi solo la<br />
preghiera a mantenere saldo quel ponte di collegamento<br />
esistente con la terra natìa, ma anche le<br />
tradizioni della tavola. “Quando torneremo in<br />
Punjab? A breve”, allarga le braccia Tersam. Così<br />
potrà ricongiungersi ai propri gen<strong>it</strong>ori, a cui invia<br />
ogni mese risparmi che ammontano a 300 euro,<br />
consentire a gurpreet, la primogen<strong>it</strong>a, di andare<br />
in sposa, accogliere nella casa di sabaudia anche<br />
28<br />
<strong>il</strong> futuro genero ed eventualmente tutta la sua famiglia,<br />
perché qui hanno deciso di piantare le proprie<br />
radici, forti come quelle delle piante che contribuiscono<br />
alla loro v<strong>it</strong>a. ma resta fermo un<br />
cruccio nel disegno di Tersam, un tarlo fisso che gli<br />
toglie <strong>il</strong> sonno e gli ara profondi solchi sulla fronte.<br />
Un mutuo. Un mutuo per acquistare una casa<br />
qui in Italia. E la banca di fronte alle sue insistenze<br />
gli chiede un contratto a tempo indeterminato.<br />
Brutta cosa la burocrazia per chi non si risparmia<br />
lavorando tutto <strong>il</strong> giorno.
29<br />
satish Kumar, 16 anni, studente<br />
di idraulica, insieme alle sorelle; la famiglia<br />
di tarsem e Krishna in casa; la preghiera al tempio e,<br />
nella pagina accanto d<strong>il</strong>lon, riconosciuto<br />
capo spir<strong>it</strong>uale della comun<strong>it</strong>à indiana.
30<br />
Bomar è nato a Komise, Marocco, nel 1980.<br />
Da 4 anni è in Italia e ha fatto i lavori più<br />
disparati prima di accedere alla sanatoria<br />
come badante per essere regolarizzato.<br />
collabora attivamente anche<br />
in una pescheria come commesso.
testi di gian luca campagna _ foto di claudio mercuri<br />
dalle sue parti le montagne non sono incantate<br />
e non hanno occhi, bocca e naso rivolti all’insù.<br />
E non sono puntellate nemmeno da una<br />
macchia verde rigogliosa. eppure la nostalgia di tanto<br />
in tanto si impadronisce di questo ragazzo marocchino<br />
di trent’anni, lontano dagli affetti e soprattutto<br />
dalla sua terra. Bomar sono 4 anni che non respira <strong>il</strong><br />
vento e la sabbia del suo marocco. È part<strong>it</strong>o con un<br />
carico di speranze m<strong>il</strong>le giorni fa come tanti suoi conterranei<br />
da Komise, una c<strong>it</strong>tà come tante, con <strong>il</strong> suo<br />
carico di dign<strong>it</strong>à e di decoro, con però lo ieri uguale<br />
all’oggi e al domani, dove lo scorrere del tempo ha<br />
un significato relativo. Bomar ha lasciato le <strong>il</strong>lusioni di<br />
immigrazione<br />
31<br />
Mal d’Africa<br />
una v<strong>it</strong>a migliore percorrendo molta strada e macinando<br />
k<strong>il</strong>ometri e cambiando lavori in ogni momento<br />
che lo r<strong>it</strong>eneva opportuno, per cercare di costruirsi un<br />
futuro chiamato domani più dign<strong>it</strong>oso e decoroso di<br />
quello lasciato a Komise. e così ha abbandonato i<br />
sogni con la stessa fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à con cui ha conosciuto una<br />
fatica senza fine. Ha gli occhi dolci e profondi Bomar,<br />
ma nell’animo <strong>il</strong> tormento è solo suo, lo custodisce<br />
gelosamente e lo maschera sorridendoti con la f<strong>il</strong>a di<br />
denti bianchissimi. non ti lascia penetrare, si scherma<br />
e ti tiene a deb<strong>it</strong>a distanza. Da Komise a Bolzano è<br />
stato un bel balzo per chi cercava un mondo e una<br />
dimensione differenti: ha raggiunto un cugino di 43
anni, inser<strong>it</strong>o nel tessuto sociale altoatesino impiegato<br />
come portalettere. ma <strong>il</strong> clima da conca della c<strong>it</strong>tà<br />
non fa per lui, troppa afa durante <strong>il</strong> periodo estivo e<br />
<strong>il</strong> rigido inverno non dipingono al meglio l’Italia paese<br />
del sole . Rapido cenno al parente e l’indirizzo che<br />
gli forniscono <strong>il</strong> destino e un paio di amici comuni conosciuti<br />
a Bolzano lo portano verso <strong>il</strong> mare, a San<br />
Felice Circeo, dove l’aria è più m<strong>it</strong>e e <strong>il</strong> clima è più<br />
temperato. sospeso in quel lembo di terra e acqua,<br />
abbraccia idealmente quell’Eden che aveva sognato<br />
nei pigri momenti scand<strong>it</strong>i nel bar paterno al v<strong>il</strong>laggio<br />
durante l’adolescenza. Ma la realtà non è fatta della<br />
stessa materia dei sogni e spesso è dura. La sveglia<br />
all’alba non è mai stato un problema di sorta, alle<br />
levatacce Bomar è ab<strong>it</strong>uato da sempre. Il lago di Paola<br />
non è solo uno specchio d’acqua solcato dalle<br />
vigorose e nervose pagaie dei canoisti in trance agonistica<br />
o dalle coppie in cerca sulle sponde di uno<br />
scorcio romantico per immortalare un momento sfuggente,<br />
è anche opportun<strong>it</strong>à pescosa. Bomar prende<br />
confidenza nella m<strong>it</strong><strong>il</strong>icoltura venendo a contatto con<br />
cozze e ostriche, sulla barca issa le reti col prezioso<br />
contenuto, stretto nel vivaio del lago. si siede sulla<br />
barca, si guarda attorno e vede specchiarsi in questo<br />
luogo che ha dell’incantevole anche la laguna di<br />
sabkha bou areq, dove si affaccia <strong>il</strong> porto di nador,<br />
nel nordest, vicina la Mel<strong>il</strong>la spagnola. Poco più in là<br />
32<br />
se volge lo sguardo altrove si trova a fissare le colline<br />
punteggiate di olivi, agrumi e fruttifere piante di pomodori:<br />
così come sui crinali lepini quelle stesse piante<br />
sono coricate sui colli di casa sua. L’olio. Da lui si<br />
ricava anche dall’argania, che punteggia tutta la parte<br />
ovest del suo marocco, magari qualche turista occidentale<br />
l’ha intravista nel parco nazionale di Souss<br />
massa, a sud di agadir. ma a Bomar tutto questo non<br />
basta. cerca altro. con lo sguardo va ancora altrove.<br />
così lo vedi macinare metri su metri sulla spiaggia<br />
dorata, all’ombra del Circeo, come uno dei tanti vu<br />
cumprà che colorano e rastrellano i lidi <strong>it</strong>aliani a furia<br />
di camminare. «andavamo a napoli una volta a settimana<br />
–racconta-, tornavamo carichi di stracci da rivendere<br />
a bagnanti e turisti». Tappeti, panshemine,<br />
parei, teli vengono stipati nel cofano di una vecchia<br />
mercedes per poi essere rivenduti tra sabaudia e<br />
san Felice. ecco, <strong>il</strong> circeo. le analogie corrono sul<br />
f<strong>il</strong>o dei ricordi: c’è turismo qui, turismo culturale, lo<br />
stesso che trovi a casa sua. Qui qualcuno sulla spiaggia<br />
gli chiede informazioni su V<strong>il</strong>la Domiziana o sulle<br />
fonti di lucullo, o ancora sulle mura ciclopiche o sulla<br />
torre templare, sorride dentro di sé, e rimugina sulle<br />
c<strong>it</strong>tà imperiali del suo marocco, quelle che hanno<br />
scr<strong>it</strong>to la storia dell’uman<strong>it</strong>à ancor prima degli antichi<br />
romani: le civ<strong>il</strong>tà berbere, quelle fenice, quelle arabe<br />
e poi, appunto, quelle romane che hanno dettato la
storia della sua terra, accogliendo poi la dominazione<br />
spagnola e poi quella coloniale di marca francese.<br />
e poi le spiagge, quelle della costa med<strong>it</strong>erranea, che<br />
gli richiamano alla memoria quelle dove lascia le<br />
orme. ma a Bomar questo non basta. in estate lo vedi<br />
anche aggirarsi tra gli american bar e i tavoli dei<br />
chioschi sulla spiaggia con la camicia bianca nell’inconfondib<strong>il</strong>e<br />
veste di cameriere a servire clienti. tra<br />
margar<strong>it</strong>a e daiquiri lui però preferisce <strong>il</strong> suo insost<strong>it</strong>uib<strong>il</strong>e<br />
thè alla menta, la bevanda nazionale, magari<br />
accostata a qualche ‘corna di gazzella’, <strong>il</strong> dolce dove<br />
la pasta di mandorle è fusa con i fiori d’arancio. Ma<br />
anche <strong>il</strong> lavoro di cameriere dura poco, la bella stagione<br />
termina ed è ora di ingegnarsi per reperire<br />
un’altra occupazione, magari più vantaggiosa. Così<br />
sfrutta l’opportun<strong>it</strong>à che gli concede un amico e indossa<br />
<strong>il</strong> camice bianco da macellaio. stare al bancone<br />
tra interiora di pecora, bistecche di manzo e ali di<br />
pollo gli fa crescere la nostalgia della sua terra, della<br />
sua casa, della sua famiglia. Ma quale terra? Quale<br />
casa? Papà non c’è più, zio Aziz, quello che conduce<br />
<strong>il</strong> pullman, lo cerca al pari della madre. «rimpiango<br />
<strong>il</strong> lavoro al bar di famiglia -riprende Bomar-. credevo,<br />
in sincer<strong>it</strong>à, che qui in Italia fosse tutto molto più bello,<br />
compreso <strong>il</strong> lavoro: immaginavo di trovare un altro<br />
mondo». Ma non è un lamento <strong>il</strong> suo, è una definizione<br />
pacata, ripercorrendo a r<strong>it</strong>roso con la memoria <strong>il</strong><br />
33<br />
bar adornato con le mattonelle zellij mentre si diffondono<br />
le note prodotte dal qanun, la cetra trapezoidale<br />
con le corde tese sul piano armonico di pergamena.<br />
cresce la nostalgia, aumenta quando cuore e<br />
mente lo portano lontano, quando le ombre lunghe<br />
della catena dell’Atlante coprono anche i cattivi pensieri<br />
e ti fanno amare <strong>il</strong> posto dove sei nato. È lì che<br />
nasce <strong>il</strong> moulouya, che attraversa c<strong>it</strong>tà e v<strong>il</strong>laggi e poi<br />
si getta nel Med<strong>it</strong>erraneo, ma è anche dove scende<br />
l’Oum Er-Rbia, che però ha un destino diverso e sfocia<br />
nell’Atlantico. Oggi Bomar lavora come badante<br />
presso la famiglia della pescioleria, una pescheria in<br />
un centro commerciale di sabaudia, dove collabora<br />
anche nell’attiv<strong>it</strong>à come commesso, smistando gli arrivi<br />
giornalieri di spigole, spada, crostacei e frutti di<br />
mare. Finalmente sono poco meno di tre anni che ha<br />
trovato una sua dimensione qui, dopo aver cercato<br />
una collocazione occupazionale stab<strong>il</strong>e. Non è un<br />
chiacchierone Bomar, non che non sia socievole, ma<br />
preferisce definirsi un ragazzo sol<strong>it</strong>ario, tant’è che di<br />
amici ne ha pochissimi. «Il mio migliore amico è un<br />
marocchino come me, e si chiama Omar» e sorride<br />
chiedendoti se hai compreso bene per via di quella<br />
consonante di differenza tra lui e <strong>il</strong> suo confidente.<br />
magari qualche volta ripassa a memoria qualche<br />
passo che gli ha scand<strong>it</strong>o l’adolescenza, concentrandosi<br />
su tahar Ben Jelloun, lo scr<strong>it</strong>tore franco-maroc-
chino da sempre in lotta contro <strong>il</strong> razzismo che nei<br />
suoi romanzi esalta i r<strong>it</strong>i tradizionali della sua terra.<br />
se ieri viveva a san Felice circeo, oggi ha trovato un<br />
appartamento al centro di sabaudia, vive da solo<br />
(«mi piace stare solo: guardo la tv <strong>it</strong>aliana, che mi<br />
piace molto, ed esco raramente»), di tanto in tanto si<br />
cucina gli spaghetti alle vongole, la sua pietanza prefer<strong>it</strong>a<br />
da quando sta qui sulla costa, ma niente a che<br />
fare col suo tajine, <strong>il</strong> piatto tradizionale delle sue parti<br />
che la madre gli preparava la domenica, un misto<br />
di patate, cipolle, carote e pomodori arricch<strong>it</strong>i da carne<br />
di mucca. la special<strong>it</strong>à, per intenderci, che prende<br />
<strong>il</strong> nome dal piatto di terracotta col tipico coperchio a<br />
forma di cono, in cui si cuoce –e si serve- carne in<br />
umido arricch<strong>it</strong>a da un intenso mix di aromi ottenuti<br />
dalle spezie. Certo, quando cadono le festiv<strong>it</strong>à invece<br />
di un ormai fam<strong>il</strong>iare rombo, pezzogna e fragolino,<br />
Bomar vorrebbe tanto inebriarsi dei profumi e del sapore<br />
del mechoui, ovvero l’intera pecora cotta al forno,<br />
completamente cosparsa di burro naturale: in<br />
questo modo le distanze col suo Paese sarebbero a<br />
dir poco azzerate. Allevia un poco la sua sol<strong>it</strong>udine<br />
con <strong>il</strong> ripassare mentalmente la geografia del suo Paese<br />
e le celebrazioni delle feste nazionali. L’uomo<br />
non è capace di stare solo per lunghi periodi, tant’è<br />
che oggi Bomar ha anche trovato <strong>il</strong> tempo per l’amore,<br />
cosa che in passato non gli aveva ostacolato <strong>il</strong><br />
34<br />
desiderio di raggiungere una v<strong>it</strong>a diversa nel Bel paese.<br />
«Ma è appena un mese che stiamo insieme», sorride.<br />
«Se penso di formarmi una famiglia qui in Italia?<br />
Perché no? Ma non so quello che sarà domani e non<br />
ho risposte. e forse nemmeno le cerco, almeno per<br />
ora». Certo, <strong>il</strong> pensiero maggiore è rivolto alla famiglia<br />
rimasta in marocco, che non vede da 4 anni. «mi<br />
mancano le mie due sorelle, mio fratello ma soprattutto<br />
mia madre. Ecco la sua mancanza è un vuoto troppo<br />
grande nel mio cuore che non riesco a colmare»,<br />
dice a bassa voce. «Lo so anch’io che è molto che<br />
manco dalla mia terra e non saprei nemmeno descrivere<br />
come oggi si vive lì o che sta accadendo, mio<br />
fratello e le mie sorelle non possono raggiungermi e<br />
questo è molto triste», continua. Si immagina sull’aereo<br />
della royal air maroc, fare scalo obbligato a<br />
Casablanca, imboccare l’Autoroutes du Maroc, lasciarsi<br />
alle spalle le sfav<strong>il</strong>lanti c<strong>it</strong>tà della costa, dirigersi<br />
con decisione nell’entroterra, divorare quella lama<br />
d’asfalto che lo divide dagli affetti del cuore. «Ma un<br />
giorno tornerò in marocco, non so quando, ma tornerò.<br />
oggi so che voglio vivere qui a sabaudia. ma un<br />
giorno andrò per una breve vacanza, questo lo so,<br />
abbraccerò tutta la mia famiglia e stringerò finalmente<br />
mia madre».
35<br />
Bomar adora <strong>il</strong> Circeo ma è colto da mal d’Africa.<br />
gli mancano <strong>il</strong> tajine, <strong>il</strong> cielo stellato del deserto,<br />
i racconti di tahar Ben Jelloun,<br />
lo scorrere del Moulouya e la vegetazione<br />
di souss massa. ma soprattutto la famiglia.
<strong>il</strong> D.lgs. n° 286 del 25/07/98 “Testo unico delle<br />
disposizioni che riguardano la disciplina dell’immigrazione<br />
e norme sulla condizione dello straniero”<br />
stab<strong>il</strong>isce che le Regioni attuino iniziative a favore degli<br />
immigrati extracomun<strong>it</strong>ari, da inserire in programmi<br />
annuali o pluriennali, adottati a segu<strong>it</strong>o di concertazione<br />
formale fra Regione ed Enti locali, secondo<br />
quanto stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o nel regolamento di attuazione approvato<br />
con D.P.R. n. 394 del 31/08/98.<br />
La Giunta regionale con deliberazione n. 792/2008<br />
ha proceduto all’adozione del Piano di ut<strong>il</strong>izzazione<br />
degli stanziamenti provenienti dal Fondo nazionale<br />
per le pol<strong>it</strong>iche sociali e destinate degli interventi a<br />
la relazione<br />
Pol<strong>it</strong>iche per l’immigrazione<br />
36<br />
favore degli immigrati per un finanziamento complessivo<br />
pari ad € 9.600.000,00 con una quota di cofinanziamento<br />
complessivo del programma a carico<br />
del b<strong>il</strong>ancio regionale non inferiore al 20% della assegnazione<br />
statale.<br />
Il finanziamento complessivo è stato ripart<strong>it</strong>o tra le<br />
cinque province del Lazio, sulla base dei seguenti cr<strong>it</strong>eri:<br />
- numero di immigrati presenti sul terr<strong>it</strong>orio: 60%,<br />
compresi i detenuti.<br />
- incidenza degli immigrati sul totale della popolazione:<br />
20%.<br />
- condizione socio economica delle aree di riferimen-
to (indice di disoccupazione).<br />
sulla base dei cr<strong>it</strong>eri individuati nella c<strong>it</strong>ata deliberazione<br />
è stata adottata la determinazione dirigenziale<br />
n. D4162 del 03/12/2008 che ripartisce lo stanziamento<br />
complessivo di € 9.600.000,00 nel seguente<br />
modo:<br />
VITERBO 996.107,68<br />
RIETI 767.438,04<br />
LATINA 996.932,45<br />
FROSINONE 924.179,11<br />
ROMA 5.753.342,72<br />
Nel corso dell’anno si è proceduto all’approvazione<br />
del piano provinciale di roma, i restanti piani provinciali<br />
sono stati approvati nel 2009.<br />
Si è proceduto inoltre alla continua verifica della rendicontazioni<br />
inviate dalle Province del Lazio in mer<strong>it</strong>o<br />
alle programmazioni delle annual<strong>it</strong>à 2001, 2003,<br />
2004 e 2006 nonché al mon<strong>it</strong>oraggio e alla verifica<br />
degli interventi attuati dalle province stesse sul proprio<br />
terr<strong>it</strong>orio con <strong>il</strong> supporto tecnico della F<strong>il</strong>as secondo<br />
quanto disposto dalla giunta regionale con<br />
deliberazione 622/08.<br />
interventi per neo comun<strong>it</strong>ari<br />
Con deliberazione n. 793 del 31.10.2008 la Giunta<br />
regionale ha disposto l’attuazione di interventi di<br />
integrazione per c<strong>it</strong>tadini neocomun<strong>it</strong>ari che, a se-<br />
37<br />
gu<strong>it</strong>o dell’ammissione di Romania e Bulgaria all’Unione<br />
Europea, sarebbero stati esclusi dai servizi e<br />
dagli interventi finalizzati a favorire una loro piena<br />
integrazione, finalizzando, a tal fine l’importo di €<br />
1.700.000,00 ripart<strong>it</strong>o tra le Province del Lazio sulla<br />
base delle presenze dei c<strong>it</strong>tadini neo comun<strong>it</strong>ari.<br />
sono state effettuate dalla struttura le attiv<strong>it</strong>à relative<br />
all’istruttoria dei Piani provinciali presentati sulla base<br />
dei cr<strong>it</strong>eri stab<strong>il</strong><strong>it</strong>i dalla giunta regionale.<br />
l.r. 10/08 Piani provinciali sovra distrettuali (D.G.R.<br />
1004/09)<br />
Sono state svolte le attiv<strong>it</strong>à relative all’istruttoria dei<br />
piani provinciali presentati (roma, Frosinone e rieti)<br />
sulla base dei cr<strong>it</strong>eri stab<strong>il</strong><strong>it</strong>i dalla giunta regionale<br />
con la deliberazione sopra indicata e secondo <strong>il</strong> riparto<br />
dei finanziamenti di segu<strong>it</strong>o indicato:<br />
VITERBO € 137.067,10<br />
RIETI € 98.948,45<br />
ROMA € 697.507,40<br />
LATINA € 150.043,30<br />
FROSINONE € 116.991,25<br />
Ut<strong>il</strong>izzazione risorse provenienti dallo Stato e non ut<strong>il</strong>izzate<br />
e delle risorse afferenti cap<strong>it</strong>oli di B<strong>il</strong>ancio di<br />
co-finanziasmento e del Cap. H43510.
In considerazione della mancata assegnazione di risorse<br />
provenienti dal Fondo Nazionale Pol<strong>it</strong>iche Sociali,<br />
si è provveduto ad un riesame delle risorse stanziate<br />
sui cap<strong>it</strong>oli di spesa comprese nell’UPB H43, al<br />
fine della verifica di un possib<strong>il</strong>e riut<strong>il</strong>izzo degli stessi<br />
nel caso di quote di co-finanziamento regionale per<br />
progetti non attivati sia nel caso di finanziamenti assegnati<br />
dallo Stato e finora non ut<strong>il</strong>izzati. A tal fine è<br />
stato predisposto appos<strong>it</strong>o promemoria per l’Assessore<br />
al fine di una eventuale rinegoziazione dei finanziamenti<br />
con <strong>il</strong> Ministero del Lavoro.<br />
r<strong>il</strong>evato che <strong>il</strong> programma triennale degli interventi<br />
non è stato ancora predisposto a segu<strong>it</strong>o della promulgazione<br />
della legge regionale n. 10/08, nel quale<br />
dovrebbero essere indicati i cr<strong>it</strong>eri per la ripartizione<br />
delle risorse a livello distrettuale e sovradistrettuale,<br />
si è proceduto alla ripartizione delle risorse disponib<strong>il</strong>i<br />
sul terr<strong>it</strong>orio secondo <strong>il</strong> dettato di legge e cioè<br />
su base distrettuale, ivi compreso <strong>il</strong> comune di roma<br />
e su base sovra distrettuale alle Province al fine di<br />
garantire i servizi permanenti attivati sul terr<strong>it</strong>orio in<br />
favore dei c<strong>it</strong>tadini extra comun<strong>it</strong>ari.<br />
Queste le proposte di DGR predisposte:<br />
1. Con proposta di deliberazione n. 17631 del<br />
21.10.2010 è stata ripart<strong>it</strong>a la somma complessiva di<br />
38<br />
€ 2.500.000,00 fra i distretti socio san<strong>it</strong>ari del Lazio,<br />
per l’attuazione di interventi in favore dei c<strong>it</strong>tadini<br />
stranieri immigrati, Cap. H43510 e Cap. H43102,<br />
esercizio finanziario 2010, con la quale si assegna al<br />
Comune di Roma la somma di € 839.823,00;<br />
2. Con proposta di deliberazione attualmente in <strong>it</strong>inere<br />
si ripartisce la somma di € 737.220,00 tra le<br />
Province del Lazio per interventi di carattere sovra<br />
distrettuale ed in particolare per <strong>il</strong> consolidamento sul<br />
terr<strong>it</strong>orio dei centri di servizi e degli sportelli informativi,<br />
sulla base del cr<strong>it</strong>erio della popolazione residente<br />
immigrata al 31.12.2009:<br />
Frosinone € 30.829,00<br />
Latina € 50.791,00<br />
Rieti € 16.139,00<br />
Roma € 600.591,00<br />
V<strong>it</strong>erbo € 38.869,00<br />
3. Definizione delle procedure per l’attuazione dell’accordo<br />
di programma con <strong>il</strong> ministero del lavoro e<br />
delle Pol<strong>it</strong>iche Sociali del 24/12/2009, concernente <strong>il</strong><br />
finanziamento di iniziative per l’apprendimento della<br />
lingua <strong>it</strong>aliana destinato ai c<strong>it</strong>tadini extracomun<strong>it</strong>ari<br />
regolarmente presenti nella regione Lazio. Con proposta<br />
di deliberazione n.17590 del 21/10/2010 (attualmente<br />
in <strong>it</strong>inere amministrativo) è stato individuato<br />
<strong>il</strong> soggetto attuativo nella scuola secondaria statale<br />
di I Grado “Lucio Lombardo Radice” – 4° CTP Luigi
di Liegro, finalizzando allo scopo l’importo di euro<br />
307.802,00 quale somma destinata dallo Stato ed è<br />
stata individuata la quota di cofinanziamento regionale<br />
pari ad euro 65.200,00. Cap. H43108 - Esercizio<br />
finanziario 2010.<br />
4. Prior<strong>it</strong>à dell’area (Novembre 2010 - Dicembre<br />
2011)<br />
Programma degli interventi in materia di immigrazione<br />
(l.r. 10/08)<br />
<strong>il</strong> programma dovrà individuare:<br />
• le aree prior<strong>it</strong>arie di intervento e gli obiettivi da<br />
perseguire nel corso del triennio;<br />
• la tipologia degli interventi attuati dalla Regione;<br />
• la tipologia degli interventi attuati dagli Enti locali;<br />
• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la concessione dei contributi<br />
a favore delle associazioni, degli enti ed organismi<br />
iscr<strong>it</strong>te al Registro regionale di cui all’art.27 della<br />
legge regionale;<br />
• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la ripartizione delle risorse<br />
regionali;<br />
• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la ripartizione delle risorse<br />
provenienti dal fondo nazionale per le pol<strong>it</strong>iche<br />
sociali, finalizzate alle pol<strong>it</strong>iche migratorie;<br />
• gli indirizzi e i cr<strong>it</strong>eri per la predisposizione dei<br />
servizi e degli interventi da inserire nei piani di zona<br />
di cui alla legge 38/96;<br />
• gli indirizzi ed i cr<strong>it</strong>eri per la predisposizione dei<br />
39<br />
piani annuali provinciali riguardanti interventi e servizi<br />
a valenza sovra distrettuale;<br />
• i cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à per la verifica dello stato di<br />
attuazione degli interventi nonché per l’eventuale revoca<br />
dei finanziamenti;<br />
• <strong>il</strong> piano annuale degli interventi 2011 in relazione<br />
alle disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di b<strong>il</strong>ancio.<br />
• A marzo 2011 sono stati stanziati 2,5 mln di euro<br />
per potenziare la rete dei servizi terr<strong>it</strong>oriali a supporto<br />
dei c<strong>it</strong>tadini immigrati e oltre 900m<strong>il</strong>a euro per programmi<br />
di apprendimento della nostra lingua e della<br />
conoscenza di base della cultura e della educazione<br />
civica <strong>it</strong>aliana rivolto ai lavoratori, alle donne e ai<br />
minori extracomun<strong>it</strong>ari regolarmente presenti nella<br />
nostra regione. inoltre, sono stati approvati i progetti<br />
presentati dalle province per un valore di 1,7 mln<br />
di euro per interventi in favore dei c<strong>it</strong>tadini immigrati<br />
neo-comun<strong>it</strong>ari; stanziati 800m<strong>il</strong>a euro per <strong>il</strong> potenziamento<br />
dei centri servizi e degli sportelli informativi<br />
per immigrati e per uno studio sui flussi migratori nel<br />
Lazio affidato al Centro Studi e Ricerche Idos, convenzionato<br />
con la Car<strong>it</strong>as Italiana e la Fondazione<br />
Migrantes. Altri 260m<strong>il</strong>a euro sono stati stanziati per<br />
un progetto didattico sull’immigrazione da portare<br />
nelle scuole per favorire i processi di integrazione e<br />
la diffusione della cultura sulle divers<strong>it</strong>à.
40<br />
<strong>il</strong> tribunale di santa maria capua Vetere<br />
confisca nel 1998 questo fondo agricolo alla famiglia<br />
Schiavone di Casal di Principe; nel 2002 <strong>il</strong> Demanio<br />
acquisisce <strong>il</strong> terreno, trasferendolo al comune<br />
di Cisterna. Nel giugno 2010 <strong>il</strong> casale viene<br />
defin<strong>it</strong>ivamente recuperato.
testi di claudio mascagni _ foto di loris annapurna<br />
i<br />
terreni rigati da quei vigneti ordinati, la brez-<br />
za che proviene dal mare, <strong>il</strong> casale blu in onore<br />
della bonifica che domina <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio del paesaggio.<br />
e quel vino spremuto da uve bianche,<br />
che racchiude ed evoca una lotta senza frontiere,<br />
aggrappandosi a un nome che non lascia spazio<br />
a dubbi. È possib<strong>il</strong>e sostenere la lotta contro la<br />
mafia con un buon bicchiere di vino Trebbiano?<br />
Sì, forse si può. Non è un caso che <strong>il</strong> vino in<br />
questione, un Igt Lazio, si fregi del nome ‘Campo<br />
Libero’, un t<strong>it</strong>olo che riassume in sè la volontà di<br />
esprimere un netto rifiuto per quello che rappresenta<br />
la criminal<strong>it</strong>à organizzata. In questo modo<br />
Volontariato<br />
<strong>il</strong> vino contro la criminal<strong>it</strong>à<br />
41<br />
ha detto di no alla mafia e all’<strong>il</strong>legal<strong>it</strong>à la Cooperativa<br />
<strong>il</strong> gabbiano, da anni impegnata nel mondo<br />
del volontariato e che nel progetto del casale<br />
di piano rosso ha invest<strong>it</strong>o uomini ed energie.<br />
Singolare la storia di questo terreno confiscato<br />
alla mafia s<strong>it</strong>o a Cisterna, in local<strong>it</strong>à Piano Rosso,<br />
e destinato alla rinasc<strong>it</strong>a e che oggi produce<br />
nettare di Bacco grazie a un rigoglioso vigneto.<br />
Si ricorderà che nel 2003 l’Agenzia del Demanio<br />
ha trasfer<strong>it</strong>o questo fondo agricolo di 10 ettari<br />
confiscato alla criminal<strong>it</strong>à al Comune di Cisterna<br />
per essere ut<strong>il</strong>izzato per scopi sociali. Ma la<br />
storia di questo casale (oggi completamente ri-
strutturato e adib<strong>it</strong>o anche a fattoria didattica) e<br />
di questo terreno coltivato a uve Trebbiano più i<br />
successivi v<strong>it</strong>igni merlot e chardonnay ha radici<br />
più profonde, testimoniate dall’ordine del Tribunale<br />
di santa maria capua Vetere che decideva<br />
di confiscare questo fondo agricolo alla famiglia<br />
Schiavone di Casal di Principe. Era <strong>il</strong> 1998. E<br />
soltanto quattro anni più tardi <strong>il</strong> Demanio acquisì<br />
defin<strong>it</strong>ivamente <strong>il</strong> terreno, trasferendolo al Comune<br />
di cisterna, su cui insisteva lo stesso, che lo<br />
cedette a sua volta in comodato d’uso alla cooperativa<br />
sociale Il Gabbiano. Era <strong>il</strong> 2004 quando<br />
cominciarono i lavori di bonifica attraverso<br />
movimenti terra con i successivi livellamenti, realizzando<br />
anche i classici passaggi interpoderali<br />
e le scoline e contestualmente recuperando i<br />
sei ettari di vigneto, tanto che a settembre ecco<br />
che arrivò una timida raccolta di uve dai tendoni.<br />
ma la cooperativa non si fermò a una semplice<br />
azione di recupero del terreno, andò oltre: così<br />
ecco che viene presentata alla Regione Lazio <strong>il</strong><br />
progetto di ristrutturazione del casale con richiesta<br />
di finanziamenti in base alla legge 15/2001,<br />
che promuove gli interventi a favore della sicurezza<br />
e la ristrutturazione dei beni confiscati alla<br />
criminal<strong>it</strong>à organizzata. Con lavoro certosino i<br />
terreni vengono tutti recuperati e ci si avvia alla<br />
42<br />
prima vendemmia vera e propria, organizzando<br />
al contempo <strong>il</strong> 21 settembre l’evento ‘Tutti in vigna’,<br />
ma la manifestazione viene però funestata<br />
da un episodio che lascia tutti interdetti: nella<br />
notte del 17 settembre un attentato anonimo<br />
distrugge almeno metà del vigneto, frenando i<br />
festeggiamenti ma non la volontà di apprestarsi<br />
a raccogliere quei primi grappoli simbolo di una<br />
risposta chiara e ferma alla criminal<strong>it</strong>à. così, in<br />
collaborazione con la cantina sociale ‘Terre d’Astura’<br />
di Borgo Santa Maria ecco nascere questo<br />
vino trebbiano «che rappresenta <strong>il</strong> frutto concreto<br />
del riscatto di un terreno prima appartenuto<br />
alla criminal<strong>it</strong>à» come sottolinea <strong>il</strong> presidente<br />
della cooperativa dario campagna: le uve, vinificate<br />
nel borgo di Latina, dànno così v<strong>it</strong>a a<br />
‘Campo Libero’, un Trebbiano fresco da gustare<br />
nelle sere estive e che si accosta perfettamente<br />
con stuzzicherie d’aper<strong>it</strong>ivo e con pesce leggero,<br />
dal colore giallo paglierino e dal sapore delicato<br />
e armonico. ‘Campo Libero’ infatti è <strong>il</strong> risultato<br />
di un uvaggio di natura trebbiana, allevata con<br />
<strong>il</strong> sistema dei tendoni con sesti d’impianto 3x3;<br />
la dens<strong>it</strong>à degli impianti è di 1.600 piante per<br />
ettaro, per una produzione di circa 150 quintali e<br />
una resa in vino dell’uva del 65%. I frutti vengono<br />
vendemmiati a settembre, vinificati in bianco e
fermentati in acciaio a temperatura controllata: <strong>il</strong><br />
risultato finale è vino di colore giallo paglierino<br />
più o meno carico, dall’odore vinoso con profumo<br />
tipico e dal sapore caratteristico, delicato di<br />
trebbiano.<br />
«La Fattoria “Piano Rosso” appartiene idealmente<br />
a tutti coloro che pensano che sia importante<br />
l’impegno individuale contro l’<strong>il</strong>legal<strong>it</strong>à –ha<br />
tenuto a precisare giorgio cianciarelli, uno dei<br />
responsab<strong>il</strong>i del progetto, che col suo lavoro ha<br />
permesso al casale di riprendere v<strong>it</strong>a-. piano<br />
rosso rappresenta un esempio di come un bene<br />
prima appartenuto alla criminal<strong>it</strong>à possa essere<br />
riscattato a nuova v<strong>it</strong>a ed aprirsi a nuove esperienze.<br />
Vogliamo gridarlo forte, ancora una volta,<br />
attraverso ogni iniziativa che si svolge qui nel<br />
casale». Quello che sorprende di questo restyling<br />
è che i lavori non hanno soltanto interessato <strong>il</strong><br />
recupero della vigna a una discreta produttiv<strong>it</strong>à,<br />
ma si sono estesi successivamente anche alla ristrutturazione<br />
del casale di epoca fascista, eretto<br />
durante <strong>il</strong> periodo della bonifica idraulica: oggi<br />
lo si può ammirare non solo per <strong>il</strong> colore originario<br />
che i coloni trovavano quando furono chiamati<br />
dal regime per contribuire alla redenzione<br />
del terr<strong>it</strong>orio, ma anche <strong>il</strong> numero (792) è stato<br />
riportato sulla facciata principale, r<strong>it</strong>ornata alla<br />
43<br />
luce grazie a dei fondi europei che in meno di<br />
un anno -<strong>il</strong> 18 giugno 2009 <strong>il</strong> casale era un cumulo<br />
di macerie e lamiere- hanno reso possib<strong>il</strong>e<br />
quest’opera di purificazione del lotto.<br />
Nel mese di giugno del 2010 c’è stato un significativo<br />
passaggio anche da parte dell’amministrazione<br />
comunale di Cisterna, poiché si è svolto<br />
proprio all’interno del casale un simbolico consiglio<br />
straordinario del comune. «acquistare <strong>il</strong><br />
vino ‘Campo Libero’ significa sostenere un’iniziativa<br />
sociale di grande importanza -ha dichiarato<br />
<strong>il</strong> sindaco antonello merolla- e mi viene da<br />
sorridere quando qualcuno si scandalizza perchè<br />
inv<strong>it</strong>o gli operatori della somministrazione di<br />
bevande alcoliche e della ristorazione ad acquistare<br />
questo vino, oggi lo ribadisco poichè acquistare<br />
‘Campo Libero’ sta a significare sostenere<br />
la lotta contro la criminal<strong>it</strong>à e la promozione di<br />
un prodotto tipico della nostra terra». Proprio a<br />
testimoniare l’intensa attiv<strong>it</strong>à della Cooperativa<br />
<strong>il</strong> gabbiano, strettamente correlata anche con le<br />
iniziative delle ist<strong>it</strong>uzioni, a metà luglio è stata<br />
organizzata la presentazione di ‘Parole d’annate’,<br />
un felice connubio tra <strong>il</strong> vino e la narrativa,<br />
brindando alla letteratura da tavola attraverso<br />
la cultura della legal<strong>it</strong>à. A tutto tondo. Infatti, l’evento,<br />
ha visto protagonisti alcuni scr<strong>it</strong>tori pontini
(gian luca campagna, perluigi Felli, F<strong>il</strong>omena<br />
cecere e michele de luca) scrivere un racconto<br />
di genere noir dove si lascia ampio spazio alla<br />
riflessione su alcuni concetti strettamente legati<br />
al rapporto di legal<strong>it</strong>à, racconti poi raccolti in<br />
un istant book legato al collo delle bottiglie di<br />
Trebbiano ‘Campo Libero’. Non resta che unirci<br />
al coro. Brindate con l’ottimo Trebbiano ‘Campo<br />
44<br />
Libero’, sottoscrivendo la reclame ist<strong>it</strong>uzionale:<br />
una bottiglia costa appena 3,50 euro e la potete<br />
trovare o presso <strong>il</strong> casale o alle coop di cisterna<br />
e apr<strong>il</strong>ia. alla salute.
L’etichetta ‘Campo Libero’<br />
è un vino di colore giallo paglierino più o meno carico,<br />
dall’odore vinoso con profumo intenso<br />
e dal sapore caratteristico,<br />
delicato di trebbiano.<br />
45
L’A.V.O. (Associazione Volontari Ospedale)<br />
apre la sua sede nella c<strong>it</strong>tà di Latina nel 1985 grazie<br />
a padre osvaldo capogna che, oltre ad esserne socio<br />
fondatore, ne è tuttora l’assistente spir<strong>it</strong>uale<br />
e opera all’interno dell’ospedale Goretti di Latina.<br />
46
testi di daniela novelli _ foto di roberto gabriele<br />
giuseppina ama stare con gli altri. per anni<br />
ha gest<strong>it</strong>o un’attiv<strong>it</strong>à commerciale che<br />
l’ha messa a stretto contatto con numerose<br />
persone. giuseppina ha molti interessi, si occupa<br />
anche di pol<strong>it</strong>ica e s’impegna attivamente nella<br />
circoscrizione in cui risiede. È una donna realizzata,<br />
si sente felice e appagata per quello che ha<br />
costru<strong>it</strong>o nella sua v<strong>it</strong>a; da piccola non sognava di<br />
fare altro, ma un ricordo di una sua compagna di<br />
scuola ogni tanto faceva capolino nella sua mente:<br />
questa ragazza era volontaria nelle attiv<strong>it</strong>à<br />
della croce rossa <strong>it</strong>aliana, un piccolo rimpianto<br />
per lei; le sarebbe piaciuto, come aveva fatto la<br />
Volontariato<br />
47<br />
angeli tra le corsie<br />
sua amica, rendersi ut<strong>il</strong>e agli altri. Giuseppina è<br />
sposata da tanti anni, non ha figli e quando decide<br />
di chiudere la sua attiv<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriale e andare<br />
in pensione, ha molto più tempo a sua disposizione.<br />
Pensa finalmente di r<strong>it</strong>agliare un piccolo<br />
spazio nella sua v<strong>it</strong>a da dedicare agli altri, come<br />
faceva la sua compagna di studi. Vinta un’iniziale<br />
timidezza, non decide di prendere contatti con la<br />
Croce Rossa Italiana, ma si avvicina a un’associazione<br />
che aveva notato all’interno dell’ospedale<br />
Santa Maria Goretti di Latina: l’A.V.O., un’associazione<br />
di volontari che dedicano parte del loro<br />
tempo al servizio dei malati. L’A.V.O. (Associazio-
ne Volontari ospedale) apre la sua sede nella c<strong>it</strong>tà<br />
di Latina nel 1985 grazie a Padre Osvaldo Capogna<br />
che, oltre ad esserne socio fondatore, ne è<br />
tuttora l’assistente spir<strong>it</strong>uale. Giuseppina quando<br />
si era recata in vis<strong>it</strong>a a una parente ricoverata in<br />
ospedale, aveva notato la presenza di volontari in<br />
camice bianco che accudivano i malati. colp<strong>it</strong>a<br />
dall’assoluta dedizione degli operatori e dalla<br />
loro gent<strong>il</strong>ezza, decide di recarsi nella sede dell’A-<br />
VO per richiedere informazioni. Arrivata in sede,<br />
pensa di poter cominciare sub<strong>it</strong>o a rendersi ut<strong>il</strong>e<br />
ma Paola Miceli, la presidentessa dell’associazione,<br />
le fa presente che prima di poter svolgere un<br />
comp<strong>it</strong>o tanto delicato bisogna seguire un corso di<br />
formazione gratu<strong>it</strong>o per aspiranti volontari e le<br />
precisa come possa far parte di quest’associazione<br />
chiunque abbia <strong>il</strong> desiderio di mettere una parte<br />
del proprio tempo al servizio degli ammalati<br />
degenti negli ospedali. La formazione rappresenta<br />
un percorso necessario poiché <strong>il</strong> servizio di volontariato<br />
deve essere qualificato. Oltre la specifica<br />
preparazione Paola le precisa come i volontari<br />
dell’AVO debbano avere due caratteristiche precipue:<br />
serietà e uman<strong>it</strong>à; ma, soprattutto, debbano<br />
essere mossi da una forte spinta interiore. giuseppina<br />
non si perde d’animo, sente di possedere tutti<br />
i requis<strong>it</strong>i per diventare “volontaria effettiva” e<br />
48<br />
decide di partecipare al corso annuale. la selezione<br />
non sarà fac<strong>il</strong>e, nel tempo molte persone<br />
sono state “scartate”, altre si sono allontanate volontariamente<br />
durante <strong>il</strong> percorso, in una sorta di<br />
selezione naturale: in fondo non è poi così fac<strong>il</strong>e<br />
stare a contatto con malati soli, privi di aiuto fam<strong>il</strong>iare,<br />
bisognosi ed in gravi difficoltà. Al termine<br />
del corso di formazione, Giuseppina indossa per<br />
la prima volta <strong>il</strong> camice bianco e, affiancata da un<br />
volontario effettivo, inizia l’attiv<strong>it</strong>à di tirocinante in<br />
corsia. sulla sua divisa viene apposto un cartellino<br />
in cui compare lo stemma dell’associazione, la<br />
dic<strong>it</strong>ura “volontario” e la fototessera di riconoscimento<br />
che le è stata scattata al suo arrivo. Durante<br />
i tre mesi di tirocinio, giuseppina capisce quanto<br />
sia importante relazionarsi con tatto e sensib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
con i malati e che, solo tentando di condividere<br />
con l’infermo la sua impotenza e la sua debolezza,<br />
lo si potrà incontrare davvero. La persona ricoverata<br />
non è un “numero”, un “caso clinico”,<br />
ma un individuo che vive <strong>il</strong> drammatico momento<br />
della malattia. I volontari esperti sanno che è al<br />
paziente che si deve lasciare guidare la vis<strong>it</strong>a, è<br />
lui che deve essere ascoltato, è a lui che deve essere<br />
lasciata la parola. gli operatori si avvicinano<br />
alle persone malate in s<strong>il</strong>enzio, con discrezione,<br />
sapendo cogliere la sofferenza, la sol<strong>it</strong>udine e vi
pongono, per quanto possib<strong>il</strong>e, rimedio offrendo<br />
<strong>il</strong> loro aiuto con un sorriso, con un gesto, con una<br />
parola. In s<strong>it</strong>uazioni estreme si comunica con lo<br />
sguardo e con <strong>il</strong> tatto. <strong>il</strong> corpo della persona ricoverata<br />
spesso è costretto a subire numerosi approcci<br />
tatt<strong>il</strong>i che, pur essendo curativi, possono<br />
essere vissuti come intrusivi e aggressivi, ma <strong>il</strong> malato,<br />
vedendosi destinatario di gesti di tenerezza<br />
e delicatezza da parte dei volontari, si sente accolto<br />
nel suo corpo debole e rispettato nell’intim<strong>it</strong>à<br />
del suo essere. spesso ai casi di malattia si associano<br />
storie di degrado, di miseria, di<br />
abbandono e in questi casi è importante saper<br />
ascoltare senza giudicare. Alla fine del tirocinio,<br />
giuseppina ha un colloquio con i responsab<strong>il</strong>i e<br />
con la psicologa dell’associazione per approfondire<br />
le motivazioni che l’hanno portata verso <strong>il</strong><br />
servizio dell’AVO. Lo affronta con seren<strong>it</strong>à, è tranqu<strong>il</strong>la,<br />
la sua attiv<strong>it</strong>à di volontariato non è un mero<br />
“riempi tempo”, la visione della sofferenza non<br />
l’ha turbata, anzi, ha potenziato <strong>il</strong> suo spir<strong>it</strong>o uman<strong>it</strong>ario,<br />
<strong>il</strong> suo amore per gli altri, la voglia di rendersi<br />
ut<strong>il</strong>e. La sua presenza in corsia non l’ha resa<br />
un’eroina né tantomeno ha deciso di fare la volontaria<br />
per indossare un camice e sentirsi un po’ medico.<br />
giuseppina ha compreso appieno i valori di<br />
accoglienza, ascolto, sostegno e condivisione che<br />
49<br />
sono alla base del servizio dell’Avo verso i malati<br />
che sono soli. così supera <strong>il</strong> colloquio e diventa<br />
una volontaria effettiva, insieme ai responsab<strong>il</strong>i<br />
definisce i termini del futuro servizio in base alle<br />
possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à personali e alle necess<strong>it</strong>à dell’associazione.<br />
L’AVO ha una struttura precisa, una solida<br />
gerarchia e regole chiare e condivise dagli associati<br />
che permettono di portare avanti le attiv<strong>it</strong>à a<br />
prescindere dalle singole persone. i volontari che<br />
si alternano nelle numerose mansioni seguono tutti<br />
un preciso calendario e un registro. le attiv<strong>it</strong>à di<br />
assistenza morale e materiale nei reparti sono<br />
perfettamente integrate con <strong>il</strong> lavoro dei san<strong>it</strong>ari e<br />
spesso le richieste d’intervento avvengono su segnalazione<br />
delle assistenti sociali. I bisogni degli<br />
ammalati mutano, sono registrati quotidianamente<br />
in una grossa lavagna all’interno della sede e<br />
sono aggiornati dopo i vari turni. non tutti gli associati<br />
fanno servizio all’interno dei reparti ospedalieri,<br />
alcuni decidono di impegnarsi nelle attiv<strong>it</strong>à<br />
di organizzazione e in segreteria, altri si<br />
occupano dell’accoglienza dei pazienti con difficoltà<br />
motorie accompagnandoli negli ambulatori<br />
per le vis<strong>it</strong>e. taluni fanno dei turni per fornire indicazioni<br />
ut<strong>il</strong>i all’Info Point che l’AVO ha attivato<br />
all’ingresso dell’ospedale di Latina, altri collaborano<br />
a progetti mirati ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i nei singoli reparti.
Inoltre esiste l’attiv<strong>it</strong>à di reperimento di beni o oggetti<br />
per gli indigenti che spesso sono ricoverati<br />
senza avere nemmeno un pigiama. Alcuni si preoccupano<br />
di accompagnare i ricoverati alle funzioni<br />
religiose o di organizzare dei momenti di<br />
intrattenimento in collaborazione con altre associazioni,<br />
soprattutto in occasione delle festiv<strong>it</strong>à.<br />
dei volontari si dedicano esclusivamente alla gestione<br />
della casa di accoglienza “Lina Fasulo”,<br />
una dimora le cui stanze sono messe a disposizione<br />
dei parenti dei malati che vengono da fuori<br />
latina e che non possono permettersi la spesa di<br />
un albergo. La casa di accoglienza porta <strong>il</strong> nome<br />
di Lina Fasulo, una giovane volontaria dell’AVO<br />
prematuramente scomparsa a causa di un incidente<br />
stradale. i gen<strong>it</strong>ori di lina avevano acquistato<br />
la casa per la loro figliola e, conoscendo lo spir<strong>it</strong>o<br />
di servizio che la legava così profondamente all’Avo,<br />
dopo la sua morte, hanno deciso di donarla<br />
all’associazione con la final<strong>it</strong>à di metterla a disposizione<br />
dei congiunti dei pazienti ricoverati presso<br />
la struttura ospedaliera. anche i gen<strong>it</strong>ori di lina<br />
dopo la morte della figlia hanno deciso di diventare<br />
volontari. Nell’associazione i legami che s’istaurano<br />
tra i volontari sono intensi e si trasformano<br />
spesso in amicizia profonda, è fac<strong>il</strong>e che gli<br />
operatori si incontrino anche fuori dall’ospedale e<br />
50<br />
decidano di festeggiare insieme compleanni o lieti<br />
eventi. Qualcuno di loro durante <strong>il</strong> servizio ha trovato<br />
anche l’amore. Per Giuseppina sono passati<br />
ormai quattro anni dal primo giorno in reparto<br />
quando ha deciso di impegnarsi nell’assistenza<br />
dei malati. ora si reca in ospedale due volte la<br />
settimana per confortarli, imboccarli, porgere loro<br />
un bicchiere d’acqua. La foto che la raffigura nel<br />
cartellino posto sulla divisa, non le rende giustizia:<br />
Giuseppina è molto più raggiante da quando<br />
è entrata a far parte dell’AVO.
La formazione rappresenta un percorso necessario<br />
poiché <strong>il</strong> servizio di volontariato deve essere<br />
qualificato. Oltre la specifica preparazione<br />
i volontari dell’AVO devono avere due caratteristiche<br />
precipue: serietà e uman<strong>it</strong>à; ma, soprattutto,<br />
devono essere mossi da una forte spinta interiore.<br />
51
In senso orario, Ludovica D’Alessio, presidentessa<br />
dell’Associazione car<strong>it</strong>ativa francescana;<br />
parte della squadra operativa in cucina, tra fornelli<br />
e lavabo; qui sopra lo chef Nicola Carucci, 30 anni<br />
d’esperienza tra i fornelli dell’ist<strong>it</strong>uto alberghiero.<br />
52
testi di gian luca campagna _ foto di claudio mercuri<br />
è inconfondib<strong>il</strong>e. Ti penetra su per <strong>il</strong><br />
naso e non ti molla. Svolti l’angolo e la scia<br />
L’odore<br />
non ti abbandona, abbracci con lo sguardo<br />
la piazza int<strong>it</strong>olata ai martiri dalmati e istriani<br />
e l’odore è ancora più deciso. Lo sguardo cerca<br />
di penetrare tra i fabbricati in mattoni rossi, figli<br />
della recente riqualificazione urbana per uno dei<br />
quartieri storicamente più diffic<strong>il</strong>i di Latina, i rumori<br />
molesti sembrano scomparsi e l’odore cresce d’intens<strong>it</strong>à,<br />
ti guida fin verso un caseggiato all’apparenza<br />
anonimo. È qui che Ludovica ti accoglie, ti<br />
abbraccia con lo sguardo assieme ai suoi 15 volontari<br />
che ogni martedì pomeriggio si impegnano<br />
Volontariato<br />
53<br />
<strong>il</strong> corpo di cristo<br />
e si prodigano nella cucina della mensa della car<strong>it</strong>as<br />
Diocesana. L’odore degli aromi che esaltano<br />
la carne d’abbacchio ci ha condotto fin qui, ti sorprendi<br />
quasi. Il menù è curato personalmente dallo<br />
chef Nicola Carucci, 30 anni d’esperienza tra i fornelli<br />
dell’ist<strong>it</strong>uto alberghiero, e segu<strong>it</strong>o dal marm<strong>it</strong>on<br />
Roberto Munzi, una v<strong>it</strong>a spesa lungo le rotaie<br />
delle ferrovie regionali come ispettore di qual<strong>it</strong>à,<br />
più uno stuolo di aiutanti perfette come Angela e<br />
Letizia, consorti di Nicola e Roberto, la dolcissima<br />
Stella, più le attive Meri, Elsa e S<strong>il</strong>via. Il menù è di<br />
prima scelta: i legumi brontolano prima di confondersi<br />
con la pasta corta mentre si diffondono per
tutte le 80 sedie gialle disposte regolari accanto<br />
ai tavoli bianchi gli odori dell’abbacchio al forno,<br />
del pollo arrosto e delle salsicce che navigano in<br />
padella, con contorno di patate prezzemolate.<br />
«Per chi è musulmano niente paura: formaggi e<br />
tonno sost<strong>it</strong>uiscono ogni tipo di carne» sorride Roberto.<br />
Ecco, è <strong>il</strong> sorriso quello che unisce i volontari<br />
dell’Associazione car<strong>it</strong>ativa francescana, l’unica<br />
a non essere inglobata all’interno delle parrocchie<br />
latinensi che si attivano dal lunedì al venerdì nel<br />
preparare quei circa 200 pasti giornalieri serv<strong>it</strong>i<br />
alla mensa diocesana di via Cicerone. Ed è un continuo<br />
via vai di ucraini, romeni, russi, maghrebini,<br />
ma anche <strong>it</strong>aliani. «E i nostri connazionali sono circa<br />
<strong>il</strong> 20% -dice Ludovica, una v<strong>it</strong>a nel sacro nome<br />
dell’insegnamento, vent’anni dapprima nelle scuole<br />
elementari, gli altri venti all’ist<strong>it</strong>uto commerciale<br />
V<strong>it</strong>torio Veneto, a insegnare <strong>it</strong>aliano, storia e<br />
soprattutto <strong>il</strong> rispetto per <strong>il</strong> prossimo-, un dato che<br />
deve portare a riflettere». E già perché la mensa<br />
è termometro sociale: gli <strong>it</strong>aliani che varcano la<br />
soglia dello stab<strong>il</strong>e vestono bene, ma attraversano<br />
difficoltà contingenti derivate da una separazione<br />
coniugale dolorosa e improvvisa. «Casa e figli alla<br />
ex moglie, lo stipendio di per sé già modesto: ecco<br />
gli elementi che inducono un neoseparato <strong>it</strong>aliano<br />
a sedersi alla mensa della car<strong>it</strong>as –svela ludovi-<br />
54<br />
ca-, considerando anche che è alta la percentuale,<br />
non solo <strong>it</strong>aliana, di chi viene a cenare per alleviare<br />
la sol<strong>it</strong>udine e scambiare semplicemente quattro<br />
chiacchiere». Ecco, la sol<strong>it</strong>udine è un altro nemico<br />
di chi viene a sedersi qui alla mensa. «cosa mi<br />
spinge al volontariato? –spiega Ludovica- La mia<br />
indole mi porta naturalmente a poveri e adolescenti,<br />
a scuola con i ragazzi ho avviato progetti che li<br />
portavano a contatto con realtà e dimensioni completamente<br />
differenti dalle loro, in stretta relazione<br />
con coetanei affetti da handicap. tutto questo li<br />
ha arricch<strong>it</strong>i e ha arricch<strong>it</strong>o me e chi mi è vicino,<br />
poiché questo mio costante impegno non ha mai<br />
rubato tempo a mio mar<strong>it</strong>o e ai miei figli: ho sempre<br />
cercato di far combaciare famiglia, scuola e<br />
volontariato, grazie anche a Dio» e sorride. Ecco.<br />
ecco un altro punto. la forte componente spir<strong>it</strong>uale<br />
che lega e cementifica ancor più uno staff che è<br />
un<strong>it</strong>o da un decennio: prima delle 17,30, momento<br />
della distribuzione dei pasti, ci si riunisce tutti in<br />
preghiera nella cucina. «<strong>il</strong> volontariato cattolico<br />
ha qualcosa in più delle altre tipologie di volontariato<br />
–continua Ludovica- <strong>il</strong> vedere nell’altro <strong>il</strong><br />
volto di Cristo ti aiuta molto in questo comp<strong>it</strong>o».<br />
stella accenna di sì con <strong>il</strong> capo, ti sorride e ammicca<br />
mentre è indaffaratissima a poggiare le Golden<br />
sui vassoi: «Quando sono qui avverto una carica
e un’energia nel sentirmi ut<strong>il</strong>e per gli altri che dò<br />
tutta me stessa, tant’è che quando rincaso sono<br />
esausta!». È variegato <strong>il</strong> gruppo che fa riferimento<br />
a ludovica: pensionati, casalinghe, studenti, liberi<br />
professionisti, senza dimenticare le aziende<br />
che sistematicamente provvedono a riempire la dispensa<br />
di ogni ben di Dio. «Non è affatto un peso<br />
stare qui –aggiunge sorridente nicola-. e poi ci<br />
sentiamo una famiglia». Ed è <strong>il</strong> concetto di famiglia<br />
che distende <strong>il</strong> sorriso di ludovica, che la notte di<br />
Natale ha organizzato in un ristorante di Latina<br />
la cena per 100 bisognosi, con tanto di lotteria e<br />
doni. «È necessario stare vicini a molti stranieri,<br />
perché quando non riescono a inserirsi nel nostro<br />
tessuto sociale vanno a vivere lungo <strong>il</strong> canale delle<br />
acque medie –riprende-, si smarriscono attaccandosi<br />
all’alcool, perdono ogni tipo di ambizione e<br />
non hanno <strong>il</strong> coraggio di rimpatriare, dove sarebbero<br />
considerati dei fall<strong>it</strong>i. così noi cerchiamo di<br />
infondergli una speranza». Un concetto di cristianizzazione<br />
pratica, adatta ai tempi moderni, poco<br />
teorica anche se intrisa di forte spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à. ah, dimenticavamo:<br />
buon appet<strong>it</strong>o.<br />
Il volto del Cristo sul crocifisso appare stanco e scavato,<br />
emaciato per <strong>il</strong> supplizio inferto dagli uomini.<br />
I muri bianchi scrostati dall’umid<strong>it</strong>à e la tappezze-<br />
55<br />
ria anni ottanta non offuscano la volontà di chi da<br />
oltre vent’anni continua a mandare avanti la mensa<br />
dei poveri nella parrocchia di Borgo sabotino.<br />
don amedeo passeri, forte come una quercia, non<br />
bada tanto al sott<strong>il</strong>e, parla fuori dai denti ma ogni<br />
parola risulta sempre pacata. Nemmeno l’ennesimo<br />
furto nella nuova chiesa di stella maris lo scompone,<br />
questo parroco che da Terracina è venuto<br />
a sost<strong>it</strong>uire nel cuore dei borghigiani <strong>il</strong> carisma di<br />
Don Vincenzo ha risposto ‘obbedisco’ alla nuova<br />
missione affidatagli dalla Curia e si è rimboccato le<br />
maniche per creare una piccola grande comun<strong>it</strong>à<br />
cristiana. per uno di quei beffardi crocevia che <strong>il</strong><br />
destino si diverte a intessere, nelle sue vene scorre<br />
lo stesso sangue e la stessa sostanza che scorrono<br />
in quelle di Ludovica D’Alessio, dato che li unisce<br />
un legame di stretta parentela. oggi, come ieri,<br />
don amedeo ha messo su con la ferrea volontà dei<br />
borghigiani una parrocchia efficace: la mensa dei<br />
poveri è uno dei servizi che vede ruotare come un<br />
moderno turn over i volontari del posto. È venerdì<br />
quando tocca a elsa e concetta, due sorelle di<br />
chiare origini friulane, madri di questa terra e figlie<br />
della bonifica: le scorgi indaffarate tra <strong>il</strong> cesto del<br />
pane, <strong>il</strong> pentolone coi rigatoni pronti a saltare nel<br />
sugo ai funghi e le padelle con salsicce coi broccoletti<br />
più i wurstel, poi ti scompaiono di là dove do-
i volontari della mensa della car<strong>it</strong>as diocesana<br />
arrivano a via cicerone alle 15.<br />
preparano i vassoi, cucinano circa<br />
200 pasti serali; prima delle 17,30,<br />
momento della distribuzione dei pasti,<br />
ci si riunisce tutti in preghiera nella cucina.<br />
56
mina un surgelatore e un frigo che ti rinviano a una<br />
cucina organizzata, mentre su una credenza di st<strong>il</strong>e<br />
indecifrab<strong>il</strong>e accanto a una collana di peperoncini<br />
trovi anche confezioni di tachipirina e aspirine a<br />
volontà, pronte a essere distribu<strong>it</strong>e. «niente vino,<br />
solo acqua –taglia corto elsa- a volte gli stranieri<br />
che frequentano la mensa arrivano anche un po’<br />
alticci e quindi da tempo si è deciso di vietare alcolici».<br />
Sono una trentina e arrivano alla spicciolata,<br />
con l’umid<strong>it</strong>à permeata nelle ossa, per via del<br />
l<strong>it</strong>orale e del canale mussolini: romeni, albanesi e<br />
polacchi i più numerosi ma anche qualche <strong>it</strong>aliano.<br />
Mario viene da Bacau, è in sella alla sua bicicletta<br />
e dopo una giornata nei campi se ne torna a Borgo<br />
Bainsizza portando pane duro e pizza al pomodoro<br />
alla famiglia; inica claudia e constantin ti<br />
sorridono, sono sposati, hanno lasciato i figli nella<br />
grigia iasi e cenano seduti dopo aver raccolto per<br />
tutto <strong>il</strong> giorno peperoni e melanzane nelle serre.<br />
Il via vai è continuo, anche perché la mensa viene<br />
ut<strong>il</strong>izzata –data la fam<strong>il</strong>iar<strong>it</strong>à che ne è scatur<strong>it</strong>a<br />
in un ambiente così circoscr<strong>it</strong>to- come un locale da<br />
asporto, dove scegliere tra le pietanze cucinate e<br />
riempire i conten<strong>it</strong>ori in plastica. «prestiamo servizio<br />
fino alle 19 ma come si fa a cessare quando<br />
l’andirivieni è costante?», si -e ti- chiede Elsa, che<br />
una volta alla settimana da 3 anni è agguerr<strong>it</strong>a sui<br />
57<br />
fornelli della cucina di don amedeo. e come si fa<br />
a non rispondere quando è <strong>il</strong> parroco che ti coinvolge?<br />
Classe ’36, originario di Priverno, entra a<br />
10 anni nel seminario di Bassano del Grappa. Non<br />
si può spiegare la storia della mensa della parrocchia<br />
del Santissimo Cuore di Gesù scindendola dal<br />
suo parroco che ne detta tempi e r<strong>it</strong>mi dalla sua nasc<strong>it</strong>a,<br />
risalenti a poco più di vent’anni. Dopo aver<br />
completato gli studi liceali e di teologia, don amedeo<br />
è assegnato al Santissimo Salvatore di Terracina,<br />
per poi passare alla nascente parrocchia di<br />
san damiano, dove da tralicci di vigneti divelti e<br />
terra sabbiosa insieme ai fedeli erige dal nulla una<br />
chiesa con indicib<strong>il</strong>i sacrifici, ma, ahinoi, senza mai<br />
inaugurarla. Infatti, <strong>il</strong> 27 luglio del ’90 Monsignor<br />
pec<strong>il</strong>e lo spedisce a sabotino, che piange ancora<br />
Don Vincenzo, da 42 anni pastore delle anime del<br />
borgo. «io non sono venuto per essere amato, ma<br />
vengo per amare: questo dissi quando mi insidiai a<br />
Sabotino, rafforzato dagli insegnamenti dei Focolari.<br />
del resto, andavo a sost<strong>it</strong>uire un parroco che<br />
era nato col borgo stesso: un autentico impegno».<br />
non si tira indietro questa quercia di parroco, dalle<br />
mani vissute e forti con quelle vene gonfie simbolo<br />
di continuo lavoro manuale, che affronta di petto<br />
ogni s<strong>it</strong>uazione con la fermezza della fede e la determinazione<br />
della cristian<strong>it</strong>à, senza nascondere
che <strong>il</strong> suo credo è anche vac<strong>il</strong>lato lungo <strong>il</strong> percorso,<br />
ma che ha trovato nuova linfa dagli insegnamenti<br />
di Chiara Lubich. «Non avverto mai l’amarezza,<br />
perché questa è ins<strong>it</strong>a in chi perde qualcosa –dice-<br />
. io mi rimetto sempre alla volontà del signore e<br />
sono uomo libero perché sono distaccato dalle<br />
cose terrene». Non avverte un peso Don Amedeo,<br />
dall’alto dei suoi 74 anni, dove ogni solco scavato<br />
sulla fronte rappresenta una profonda gioia, condivisa<br />
col suo gregge. «perché preparo in cucina<br />
58<br />
e servo qui alla mensa? Oh, bella –ti risponde con<br />
un sorriso sbiad<strong>it</strong>o Concetta- ma sono vent’anni che<br />
lo faccio per aiutare i nostri fratelli». Questo dice<br />
l’insegnamento di Don Amedeo.
elsa e concetta, due sorelle di chiare origini friulane,<br />
preparano la cena a immigrati di ogni nazional<strong>it</strong>à<br />
nella mensa della parrocchia di Borgo sabotino;<br />
a capo di questa piccola comun<strong>it</strong>à vi è Don Amedeo<br />
Passeri, vent’anni parroco del Santissimo Cuore di Gesù.<br />
59
Contro le violenze è operativo<br />
<strong>il</strong> 1522, <strong>il</strong> numero del centro antiviolenza attivo 24 ore<br />
al giorno; dall’altro capo del telefono c’è<br />
un’operatrice del Centro Donna L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h di Latina<br />
appos<strong>it</strong>amente formata per l’attiv<strong>it</strong>à di accoglienza.<br />
60
testi di daniela novelli _ foto di roberto gabriele<br />
a<br />
volte anche piangere può diventare un<br />
lusso. mara non riusciva a farlo ormai da<br />
cinque anni, dai suoi occhi tristi e asciutti<br />
non sgorgava mai una lacrima. provava dolore,<br />
ma questa sofferenza preferiva congelarla, non<br />
esprimerla. L’imperativo era nascondere, non dire<br />
nulla, celare anche al suo intimo la ver<strong>it</strong>à, nella<br />
speranza che <strong>il</strong> non vivere le emozioni negative<br />
potesse automaticamente annullarle. Troppo diffic<strong>il</strong>e<br />
da accettare la realtà, non riusciva a capac<strong>it</strong>arsi<br />
che la causa del suo dramma fosse l’uomo<br />
che aveva scelto per condividere <strong>il</strong> suo progetto di<br />
v<strong>it</strong>a, l’uomo che aveva deciso di sposare, <strong>il</strong> padre<br />
Volontariato<br />
solidarietà al femmin<strong>il</strong>e<br />
61<br />
dei suoi figli. In fondo, <strong>il</strong> suo era un progetto semplice,<br />
comune a tante donne: una famiglia, dei figli<br />
e un uomo da amare. Il “principe azzurro” di<br />
mara, dopo <strong>il</strong> matrimonio, sveste i suoi panni regali<br />
e si trasforma in un “orco”. Le vessazioni sono<br />
cominciate poco alla volta, prima con scenate di<br />
gelosia, poi i rimproveri per la gestione della casa,<br />
gli insulti e, infine, l’isolamento. Il “principe”,<br />
però, è solo all’inizio del perverso e lento annientamento<br />
della personal<strong>it</strong>à di mara: la priva del<br />
lavoro e della gestione dell’economia domestica<br />
e, dopo la nasc<strong>it</strong>a del primo figlio, la denigra nel<br />
suo aspetto fisico. Le toglie ogni sicurezza e quan-
do Mara è isolata e debole, cominciano ad arrivare<br />
anche i primi ceffoni. da lì al pronto soccorso<br />
di un ospedale, <strong>il</strong> passo è breve. «In fondo che<br />
cos’è uno schiaffo –pensa Mara- forse ho sbagliato,<br />
la collera è la dimostrazione di un’attenzione<br />
verso di me, riuscirò a cambiarlo...». Il rapporto è<br />
ormai malato e pensare di cambiare un uomo è<br />
spesso solo una pia <strong>il</strong>lusione femmin<strong>il</strong>e: non siamo<br />
nel mondo delle favole, gli orchi non diventano<br />
principi e i sogni non cambiano la realtà. mara<br />
continua a nascondere tutto anche a suo figlio, ma<br />
al Pronto Soccorso ci va sempre più spesso e ai<br />
san<strong>it</strong>ari che la assistono continua a mentire, dice<br />
sempre di essersi fatta male nello svolgimento delle<br />
faccende domestiche. Mentire per lei è più fac<strong>il</strong>e<br />
che confessare a se stessa che l’uomo che ama<br />
e che dice di ricambiarla, la riduce a meno di<br />
niente. Non c’è amore senza rispetto. Il suo tacere<br />
innesca una spirale senza usc<strong>it</strong>a, non sente<br />
nemmeno più <strong>il</strong> dolore, non piange. Un giorno<br />
però, le percosse sono più forti del sol<strong>it</strong>o, Mara<br />
vede la morte da vicino, ha paura, deve proteggersi<br />
e pensare a suo figlio, ma è sola e non sa<br />
cosa fare. L’istinto di sopravvivenza e la voglia di<br />
proteggere <strong>il</strong> suo bambino, per la prima volta<br />
prendono <strong>il</strong> sopravvento e la spingono a chiedere<br />
aiuto. sente <strong>il</strong> bisogno di parlare con qualcuno, sì,<br />
62<br />
ma con chi? La vergogna di trovarsi in quella s<strong>it</strong>uazione<br />
è tanta, forse parlare con una donna, una<br />
sconosciuta, sarà più fac<strong>il</strong>e. Mara compone <strong>il</strong><br />
1522, <strong>il</strong> numero del centro antiviolenza attivo 24<br />
ore al giorno; dall’altro capo del telefono c’è<br />
un’operatrice del Centro Donna L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h di Latina appos<strong>it</strong>amente<br />
formata per l’attiv<strong>it</strong>à di accoglienza.<br />
L’operatrice che da poco tempo è entrata a far<br />
parte del centro d’ascolto come volontaria è l’unica<br />
del suo corso di tirocinio formativo ad aver superato<br />
l’ammissione al servizio. La selezione è<br />
stata dura perché l’accoglienza è un momento<br />
molto complesso nelle attiv<strong>it</strong>à del centro. <strong>il</strong> primo<br />
approccio è molto importante: non bisogna perdere<br />
“l‘aggancio” con la donna che riesce per la<br />
prima volta a trovare <strong>il</strong> coraggio di parlare, non<br />
bisogna avere pregiudizi nell’ascolto, bisogna saper<br />
cogliere le emergenze reali e, soprattutto, non<br />
bisogna lasciarsi travolgere dalle esperienze devastanti<br />
che troppo spesso vedono coinvolte le<br />
donne. L’operatrice all’altro capo del telefono capisce<br />
che la s<strong>it</strong>uazione di Mara è grave, la donna<br />
è in una s<strong>it</strong>uazione di rischio reale per la sua incolum<strong>it</strong>à<br />
e le fissa un immediato colloquio presso <strong>il</strong><br />
centro antiviolenza, operante cinque giorni a settimana,<br />
in convenzione con <strong>il</strong> Comune di Latina.<br />
con <strong>il</strong> contributo di una sua collega riesce a met-
terla a suo agio, nessun giudizio di mer<strong>it</strong>o su di<br />
lei, nessun f<strong>il</strong>tro ist<strong>it</strong>uzionale, Mara non è una<br />
“pratica”, si sente accolta e riesce a raccontarsi<br />
ad altre donne, recuperando un piccolo spazio di<br />
libertà. Arriva a “toccare” <strong>il</strong> suo dolore e dopo<br />
cinque anni di “congelamento” emozionale, le lacrime<br />
riprendono a sgorgare copiose dai suoi occhi.<br />
le operatrici, constatata lo stato di grav<strong>it</strong>à, le<br />
prospettano la possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di un suo allontanamento<br />
dalla s<strong>it</strong>uazione di pericolo: Mara accetta l’opportun<strong>it</strong>à<br />
di un suo ingresso in una struttura protetta.<br />
Così, in accordo con i servizi terr<strong>it</strong>oriali,<br />
Mara e suo figlio vengono osp<strong>it</strong>ati nella “Casa<br />
Rifugio Em<strong>il</strong>y”. La casa gest<strong>it</strong>a del “Centro Donna<br />
L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h” non è una casa famiglia, è un vero e proprio<br />
rifugio temporaneo per allontanare e isolare<br />
dal pericolo immediato le donne, spesso con i figli<br />
minori e per intraprendere un percorso di usc<strong>it</strong>a<br />
dalla violenza. Mara deve rientrare in possesso<br />
della sua v<strong>it</strong>a, deve recuperare la sua autonomia.<br />
Non è fac<strong>il</strong>e per lei, ormai non ha più contatti sociali,<br />
non ha soldi, non ha un lavoro e gli anni di<br />
maltrattamenti sistematici le hanno fatto credere di<br />
non essere né una “brava mamma”, né una “brava<br />
donna”. <strong>il</strong> lavoro che svolgono le operatrici<br />
antiviolenza all’interno della casa è un lavoro di<br />
“ricostruzione” nel pieno rispetto della personali-<br />
63<br />
tà. alcune donne che vi sono entrate, hanno deciso<br />
di r<strong>it</strong>ornare nella loro casa di origine, altre hanno<br />
colto l’occasione per ricominciare. Mara decide<br />
di restare, suo figlio inizia un percorso parallelo al<br />
suo, viene inser<strong>it</strong>o nel progetto dedicato ai minori<br />
denominato: “Piccoli Osp<strong>it</strong>i”. Entrambi riprendono<br />
in mano la loro v<strong>it</strong>a, passando attraverso la<br />
dimensione del gioco, del racconto, della manipolazione,<br />
delle piccole attiv<strong>it</strong>à, quali prendersi cura<br />
dell’orto, degli animali, delle faccende domestiche,<br />
dividendosi i comp<strong>it</strong>i con gli altri in una s<strong>it</strong>uazione<br />
di mutuo aiuto. Non c’è nessun aspetto “salvifico”<br />
all’interno della casa, che non è una<br />
struttura meramente assistenziale. Attraverso i colloqui<br />
e le varie attiv<strong>it</strong>à programmate mara comincia<br />
a capire <strong>il</strong> perché di alcuni meccanismi posti in<br />
essere negli anni, che l’hanno portata a entrare<br />
nella spirale della violenza, viene aiutata a riscoprire<br />
le sue risorse, a fare anche dei “b<strong>il</strong>anci di<br />
competenze”, scoprendo la solidarietà con le<br />
“coinqu<strong>il</strong>ine” che hanno vissuto esperienze sim<strong>il</strong>i.<br />
Quando qualcuna di loro, trovato un lavoro e un<br />
alloggio, esce dalla casa al termine del progetto<br />
di usc<strong>it</strong>a dalla violenza, vive sentimenti ambivalenti:<br />
all’orgoglio di avercela fatta, si accompagna<br />
spesso un po’ di tensione, l’ansia di affrontare l’esterno<br />
esiste e poi è forte la paura di instaurare
nuovi rapporti. le donne in usc<strong>it</strong>a non vengono<br />
lasciate sole, ma continuano a essere segu<strong>it</strong>e dalle<br />
operatrici (quello che tecnicamente si chiama un<br />
follow- up). alcune donne rimangono in contatto<br />
tra loro, altre, dopo essersi ricostru<strong>it</strong>e una v<strong>it</strong>a,<br />
partecipano a momenti di festa o a specifiche attiv<strong>it</strong>à<br />
all’interno della casa, rappresentando, di fatto,<br />
un esempio pos<strong>it</strong>ivo per chi ancora risiede.<br />
mara deve pensare al futuro, deve attivarsi per<br />
trovare un lavoro che le permetta di mantenere lei<br />
e suo figlio. Con la sua volontà, la sua personal<strong>it</strong>à<br />
r<strong>it</strong>rovata, e con l’aiuto delle operatrici, Mara supera<br />
anche questo ostacolo. Ora Mara è una donna<br />
che ha cominciato una nuova v<strong>it</strong>a grazie ad<br />
altre donne che, negli anni ’70, hanno deciso di<br />
intraprendere un cammino contro la violenza,<br />
schierandosi a favore dell’autonomia, della libertà<br />
e della dign<strong>it</strong>à della donna. Il “Centro Donna<br />
L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h” nasce ufficialmente nel 1986 e da allora<br />
svolge attiv<strong>it</strong>à culturali e di ricerca sull’ident<strong>it</strong>à di<br />
genere e sulla violenza. Negli anni ’90 attiva la<br />
prima linea telefonica di emergenza contro la violenza<br />
intra ed extra fam<strong>il</strong>iare in provincia di Latina.<br />
Le donne che vi operano potenziano progressivamente<br />
le attiv<strong>it</strong>à di consulenze legali, di<br />
formazione, di colloqui di ascolto, di prima accoglienza<br />
e di sostegno per “uscire dalla violenza”.<br />
64<br />
Nel 2003, dopo molte battaglie, nasce la prima<br />
“Casa Rifugio Em<strong>il</strong>y”. L’associazione fa parte della<br />
Rete nazionale antiviolenza ed è socia fondatrice<br />
dell’associazione D.I.R.E., collabora attivamente<br />
con tutti gli enti ist<strong>it</strong>uzionali presenti nel terr<strong>it</strong>orio,<br />
nell’ottica di costruire la Rete locale antiviolenza,<br />
che metta in atto “buone prassi” e lavori in sinergia.<br />
Varie generazioni di donne si sono alternate<br />
e confrontate nel lavoro di prevenzione e nelle attiv<strong>it</strong>à<br />
culturali. Patrizia Amodio, che fa parte del<br />
nucleo storico fondativo, attualmente presidente<br />
del centro, continua senza sosta <strong>il</strong> suo impegno,<br />
sulle discriminazioni di genere e sulla violenza.<br />
Patrizia e le altre volontarie hanno in mente nuovi<br />
obiettivi, tra questi prior<strong>it</strong>ario è quello di ist<strong>it</strong>uire<br />
una “casa di proseguimento” per le donne, un luogo<br />
in cui continuare <strong>il</strong> percorso iniziato nella casa<br />
rifugio. nella casa di proseguimento le donne<br />
avrebbero la possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di sperimentare, attraverso<br />
la gestione della v<strong>it</strong>a quotidiana, la propria capac<strong>it</strong>à<br />
di autonomia, aumentando la consapevolezza<br />
di sé al fine di ripensarsi in chiave diversa,<br />
superando <strong>il</strong> senso di inadeguatezza derivante<br />
dal loro vissuto.
La Casa Rifugio Em<strong>il</strong>y è gest<strong>it</strong>a<br />
dal Centro Donna L<strong>il</strong>l<strong>it</strong>h: non è una casa<br />
famiglia, è un vero e proprio rifugio<br />
temporaneo per allontanare e isolare<br />
dal pericolo immediato le donne.<br />
65
di segu<strong>it</strong>o la regione e le sue suddivisioni<br />
inerenti <strong>il</strong> volontariato. L.R. n. 29/93 – or-<br />
ganizzazioni di volontariato<br />
la regione, in conform<strong>it</strong>à ai principi stab<strong>il</strong><strong>it</strong>i dalla<br />
legge 11 agosto 1991, n. 266, incentiva lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
delle organizzazioni di volontariato, salvaguardandone<br />
l’autonomia, riconosce e favorisce la loro<br />
attiv<strong>it</strong>à come libera espressione di partecipazione,<br />
solidarietà e non sost<strong>it</strong>utivo dell’intervento pubblico<br />
per <strong>il</strong> conseguimento delle final<strong>it</strong>à di carattere sociale,<br />
civ<strong>il</strong>e e culturale. È ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o presso la regione<br />
<strong>il</strong> registro regionale delle organizzazioni di volontariato.<br />
Le organizzazioni di volontariato presenta-<br />
la relazione<br />
la regione e <strong>il</strong> volontariato<br />
66<br />
no, tram<strong>it</strong>e <strong>il</strong> legale rappresentante, alla Direzione<br />
Regionale Servizi Sociali la domanda di iscrizione<br />
nel registro, corredata di copia degli accordi degli<br />
aderenti o dell’atto cost<strong>it</strong>utivo o dello statuto, redatti<br />
nella forma dell’atto pubblico o della scr<strong>it</strong>tura<br />
privata autenticata o registrata e di una relazione<br />
sull’attiv<strong>it</strong>à che l’organizzazione svolge. L’elenco<br />
delle organizzazioni di volontariato iscr<strong>it</strong>te nel registro<br />
viene pubblicato annualmente sul Bollettino<br />
Ufficiale della Regione (BUR). L’albo è distinto in 5<br />
sezioni (Ambiente, Protezione civ<strong>il</strong>e, Cultura, San<strong>it</strong>à,<br />
Servizi Sociali).
L.R. n. 22/99 – associazioni di promozione sociale<br />
Nel registro regionale delle associazioni di promozione<br />
sociale possono iscriversi le associazioni in possesso<br />
dei requis<strong>it</strong>i di cui all’articolo 3 della legge ed<br />
operanti negli amb<strong>it</strong>i di attiv<strong>it</strong>à previsti dall’articolo 2<br />
della L.R. n.22/99. Le associazioni operanti da almeno<br />
sei mesi nella regione presentano alla Direzione<br />
Regionale Servizi Sociali la domanda di iscrizione<br />
nel Registro, corredata di copia dell’atto cost<strong>it</strong>utivo e<br />
dello statuto e di una relazione sull’attiv<strong>it</strong>à.<br />
L.R. N. 24/96 – cooperative sociali<br />
La Regione Lazio, in attuazione degli articoli 3 e 4<br />
della Cost<strong>it</strong>uzione, nonché in attuazione della legge<br />
8 novembre 1991, n. 381, ha emanato la legge<br />
regionale n. 24/96 che promuove lo sv<strong>il</strong>uppo delle<br />
cooperative sociali finalizzate alla promozione<br />
umana e integrazione sociale, con riferimento alle<br />
persone svantaggiate.<br />
Per le final<strong>it</strong>à è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o l’Albo regionale delle<br />
cooperative sociali, gest<strong>it</strong>o dalla Direzione Regionale<br />
Servizi Sociali.<br />
L’albo si articola nelle seguenti sezioni:<br />
a) “sezione A” nella quale sono iscr<strong>it</strong>te le cooperative<br />
che gestiscono servizi socio-san<strong>it</strong>ari ed educativi;<br />
b) “sezione B” nella quale sono iscr<strong>it</strong>te le coope-<br />
67<br />
rative che svolgono attiv<strong>it</strong>à diverse, agricole, industriali,<br />
commerciali, di formazione professionale o<br />
di servizi, finalizzate all’inserimento lavorativo di<br />
persone svantaggiate;<br />
c) “sezione C” nella quale sono iscr<strong>it</strong>ti i consorzi di<br />
cui all’articolo 8 della legge n. 381/91.<br />
L.R. n. 24/83 – associazioni, fondazioni e unioni<br />
di disab<strong>il</strong>i<br />
La Legge Regionale 28 apr<strong>il</strong>e 1983, n. 24, concernente<br />
“Interventi in favore di Associazioni, Fondazioni<br />
e Unioni di disab<strong>il</strong>i, operanti nel terr<strong>it</strong>orio<br />
regionale”, come modificata dall’art. 26 della L.R.<br />
22/05/97, n. 11 prevede all’art. 4 che la Regione<br />
provvede a definire un albo degli organismi di cui<br />
all’articolo 1, che, in relazione alle loro caratteristiche<br />
ist<strong>it</strong>uzionali e alla ragione sociale, possano<br />
essere ammessi ai contributi previsti della legge.<br />
Interventi economici in favore del terzo settore<br />
Tutte le domande si presentano alla scadenza del<br />
30 giugno dell’anno precedente a quello cui fanno<br />
riferimento le risorse finanziarie del b<strong>il</strong>ancio regionale:<br />
• L.R. 28 giugno 1993, n. 29: contributi in favore<br />
delle organizzazioni di volontariato: l’importo massimo<br />
della richiesta è di 26.000 euro e <strong>il</strong> contributo
è pari al 75% dell’importo riconosciuto ammissib<strong>il</strong>e.<br />
• L.R. 01 settembre 1999, n. 22 - contributi in favore<br />
delle Associazioni: nel 2010 sono stati ammessi<br />
a contributo 11 associazioni e due Comuni su 157<br />
progetti presentati a fronte di € 120.000 disponib<strong>il</strong>i.<br />
•L.R. 24 maggio 1990, n. 58 - concessione di contributi<br />
ad associazioni sociali regionali: gli Enti presentano<br />
annualmente la richiesta di finanziamento<br />
per ottenere <strong>il</strong> contributo che è dato da una quota<br />
assegnata ai richiedenti per le spese di gestione in<br />
parti uguali e <strong>il</strong> restante 50% secondo quote proporzionali<br />
al preventivo presentato.<br />
• L.R. 24 dicembre 2008, n. 31, art. 48 - “Sv<strong>il</strong>uppo<br />
di una rete regionale delle banche del tempo”: per<br />
<strong>il</strong> 2010 sono stati approvati 6 interventi, di cui 2 per<br />
nuova ist<strong>it</strong>uzione e 4 per la gestione di banche del<br />
tempo già esistenti per € 50m<strong>il</strong>a di fondi.<br />
• L.R. 28 apr<strong>il</strong>e 1983, n. 24 - procedure per la<br />
concessione di contributi; sono stati finanziati 5 enti<br />
per un impegno dei fondi € 100.000.<br />
• L.R. 14 gennaio 1987. n. 9 Interventi regionali in<br />
favore delle cooperative integrate: si possono presentare<br />
richieste di finanziamento per le seguenti<br />
voci ed attiv<strong>it</strong>à: incremento di cap<strong>it</strong>ale, piano di sv<strong>il</strong>uppo,<br />
oneri sociali, borse lavoro e adeguamento<br />
68<br />
del posto di lavoro.<br />
• Le Leggi Regionali prevedono degli interventi di<br />
sostegno in favore delle Associazioni di Promozione<br />
Sociale, delle Organizzazioni di Volontariato e<br />
delle cooperative integrate. le delibere di giunta<br />
regionale (DGR n. 351/2006 e DGR n. 279/2006)<br />
inerenti i cr<strong>it</strong>eri per l’erogazione dei contributi per<br />
le organizzazioni di volontariato e per le associazioni<br />
di promozione sociale prescrivono una serie<br />
complessa di adempimenti.<br />
la normativa regionale contempla cinque voci di<br />
contributo e un’istruttoria complessa, dovendo le<br />
cooperative integrate avere <strong>il</strong> 30% dei soci lavoratori<br />
invalidi per accedere ai contributi.<br />
La legge regionale n. 16/07 concernente “Disposizioni<br />
dirette alla tutela del lavoro, al contrasto e<br />
all’emersione del lavoro non regolare” ha prescr<strong>it</strong>to<br />
una serie di requis<strong>it</strong>i per l’accesso ai contributi<br />
e di conseguenza degli ulteriori adempimenti per<br />
le strutture regionali, tra cui la richiesta telematica<br />
agli enti di competenza del DURC.<br />
A segu<strong>it</strong>o dei finanziamenti viene svolta l’attiv<strong>it</strong>à<br />
nell’esame dei rendiconti relativi ai contributi erogati.<br />
Attiv<strong>it</strong>à inerenti <strong>il</strong> servizio civ<strong>il</strong>e<br />
Con la legge 6 marzo 2001 n. 64 è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
<strong>il</strong> servizio civ<strong>il</strong>e nazionale. Il decreto legislativo 5
apr<strong>il</strong>e 2002 n.77 recante la disciplina del servizio<br />
civ<strong>il</strong>e nazionale, ha stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o, all’articolo 6, commi<br />
4 e 5, la ripartizione delle competenze in materia<br />
di valutazione e approvazione dei progetti di servizio<br />
civ<strong>il</strong>e tra l’Ufficio Nazionale per <strong>il</strong> Servizio<br />
civ<strong>il</strong>e, le regioni e le province autonome.<br />
Le aree d’intervento nelle quali è possib<strong>il</strong>e prestare<br />
<strong>il</strong> Servizio Civ<strong>il</strong>e Nazionale sono riconducib<strong>il</strong>i ai<br />
settori: assistenza, protezione civ<strong>il</strong>e, ambiente, patrimonio<br />
artistico e culturale, educazione e promozione<br />
culturale. Il Protocollo d’intesa sottoscr<strong>it</strong>to tra<br />
l’Ufficio Nazionale per <strong>il</strong> Servizio Civ<strong>il</strong>e e le Regioni<br />
approvato contiene gli indirizzi per l’ist<strong>it</strong>uzione, a livello<br />
regionale, degli albi degli enti di servizio civ<strong>il</strong>e.<br />
La deliberazione della Giunta Regionale n. 82 del<br />
14.02.2006, pubblicata sul BURL del 28 febbraio<br />
2006, ha per oggetto “Ist<strong>it</strong>uzione albo regionale<br />
degli enti di servizio civ<strong>il</strong>e: procedure e modal<strong>it</strong>à”.<br />
Le attiv<strong>it</strong>à dell’Ufficio riguardano:<br />
• Accred<strong>it</strong>amento: consiste nell’accertamento del<br />
possesso di adeguati requis<strong>it</strong>i strutturali e organizzativi<br />
e delle competenze e risorse specificatamente<br />
destinate al servizio civ<strong>il</strong>e richiesti agli enti dalle<br />
norme di settore. Gli enti di servizio civ<strong>il</strong>e regionale<br />
accred<strong>it</strong>ati sono 227.<br />
• Progettazione: <strong>il</strong> DPCM del 4 novembre 2009 ha<br />
69<br />
approvato <strong>il</strong> “Prontuario concernente le caratteristiche<br />
e le modal<strong>it</strong>à per la redazione e la presentazione<br />
dei progetti di Servizio Civ<strong>il</strong>e nazionale da<br />
realizzarsi in Italia e all’estero nonché i cr<strong>it</strong>eri per<br />
la selezione e l’approvazione degli stessi”.<br />
• Gli enti ogni anno presentano i progetti in base<br />
ad appos<strong>it</strong>a delibera di Giunta Regionale. Poi l’Ufficio<br />
provvede alla cost<strong>it</strong>uzione di una Commissione<br />
per la valutazione degli stessi con Decreto del<br />
presidente e, previo r<strong>il</strong>ascio del nullaosta da parte<br />
dell’Ufficio Nazionale Servizio Civ<strong>il</strong>e, procede<br />
all’approvazione della graduatoria.<br />
• Formazione e Comunicazione: è in atto un programma<br />
di intervento per <strong>il</strong> supporto e lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
del servizio civ<strong>il</strong>e volontario del Lazio, la cui realizzazione<br />
è stata affidata all’Agenzia Sv<strong>il</strong>uppo Amministrazioni<br />
Pubbliche (ASAP). L’Agenzia assiste<br />
la Regione per lo svolgimento di due funzioni regionali:<br />
la formazione degli operatori (operatori locali<br />
di progetto, formatori, progettisti) e <strong>il</strong> mon<strong>it</strong>oraggio<br />
dei progetti di servizio civ<strong>il</strong>e. Nel 2011 sono stati<br />
avviati 7 corsi per i progettisti che hanno coinvolto<br />
circa 150 operatori. Oggi si sta progettando la realizzazione<br />
di un portale.
70<br />
Albertina Zagni, detta Berta, è arrivata<br />
dal Ferrarese col suo carico di speranze<br />
nel Natale del 1934 in un’altra terra redenta,<br />
strappata alle fauci delle paludi e bonificata,<br />
la popolosa frazione di borgo Hermada.
testi di claudio mascagni _ foto di claudio mercuri<br />
i<br />
ricordi si perdono lontani. C’è tempo per abban-<br />
donarsi alle nostalgie e vivere <strong>il</strong> presente con<br />
accanto quello che è stato. Il domani qui non ha<br />
molta importanza. Eppure si è a due passi da una<br />
natura incontaminata, ma <strong>il</strong> tempo dei progetti è<br />
terminato, o meglio non è prior<strong>it</strong>ario. Albertina<br />
zagni, detta sbrigativamente Berta, lascia pochi<br />
spazi ai sorrisi, si affida alla memoria e diventa<br />
un ruscello rumoroso quando apre la stura al f<strong>il</strong>m<br />
della sua v<strong>it</strong>a. ti fermi, ti siedi e ascolti. anche<br />
perché comprendi quanto la v<strong>it</strong>a sia un cerchio,<br />
quanto i punti che collegano ogni stazione siano<br />
legati l’uno all’altro da un f<strong>il</strong>o che solo apparente-<br />
assistenza sociale<br />
71<br />
libertango<br />
mente può sembrarti <strong>il</strong>logico. Ma è solo questione<br />
di tempo. <strong>il</strong> tempo ha necess<strong>it</strong>à di tempo e questa<br />
storia, come tante altre, lo testimonia. pensate che<br />
Berta ha deciso di vivere qui, in una confortevole<br />
residenza per anziani a Sabaudia, ma senza dimenticare<br />
le radici che affondano in una terra di<br />
palude quale è Copparo, vivace centro agricolo<br />
del Ferrarese, circondato dal corso del po, che<br />
qui irradia rii e canali, che detta modi e tempi<br />
di v<strong>it</strong>a. non solo agricola. Basti pensare che lo<br />
stemma di questa c<strong>it</strong>tadina rurale presenta un covone<br />
di grano e una coppa dorata, cinta da rami<br />
di quercia e di alloro. e che Berta, nata in quelle
lande all’epoca desolate <strong>il</strong> 23 ottobre del 1919,<br />
è arrivata col suo carico di speranze nel Natale<br />
del 1934 in un’altra terra redenta, strappata alle<br />
fauci delle paludi e bonificata. La terra promessa<br />
stavolta risponde a un nome tragico della grande<br />
Guerra: è la popolosa frazione di borgo Hermada<br />
che accoglie in un podere della migliara 56<br />
Berta e la sua famiglia, formata dalla bellezza<br />
di 5 sorelle. i venti di guerra sono lontani ma le<br />
sanzioni della Società delle Nazioni sono lì a inasprire<br />
un’autarchia che <strong>il</strong> popolo <strong>it</strong>aliano vive con<br />
straordinario coraggio e impegno. «aiutavamo<br />
mamma in casa sin da quando eravamo piccole<br />
–apre la valvola dei ricordi- eravamo poverissimi<br />
e <strong>il</strong> nostro sostentamento era forn<strong>it</strong>o dai prodotti<br />
del piccolo orto, più una piccola stalla con qualche<br />
animale». Inev<strong>it</strong>ab<strong>il</strong>e non cedere alle lusinghe<br />
del regime fascista e accettare di arrivare con <strong>il</strong><br />
treno in quella local<strong>it</strong>à che prende <strong>il</strong> nome da una<br />
delle battaglie dell’Isonzo, inespugnab<strong>il</strong>e colle e<br />
trincea per l’eserc<strong>it</strong>o austro-ungarico impegnato a<br />
conquistare vanamente trieste. scesa insieme ad<br />
altre 20 famiglie ferraresi ecco che la attendono<br />
ancora i prodotti della campagna, compresi foraggio<br />
e grano. È qui che Berta si sposa e che mette<br />
alla luce due figli. Ma nel 1939 preferisce tornare<br />
su a copparo, cedere alle lusinghe della nascen-<br />
72<br />
te industria locale e calarsi nel ruolo di tornatrice<br />
meccanica nella sgarbi & chiusi. «era un continuo<br />
di rulli, cerchi, sfere...». Ma anche lì <strong>il</strong> tempo scade<br />
e la guerra non risparmia di centrare col suo<br />
carico mortale la fabbrica. «Fu in quel momento<br />
che risultò altrettanto naturale tornare a lavorare<br />
in campagna, ma a montecatini. e quelli furono<br />
anche gli anni della separazione con mio mar<strong>it</strong>o»,<br />
ricorda. È la dign<strong>it</strong>à che questa donna non ha mai<br />
perduto e l’impegno di scommettere sul suo domani<br />
e su remo, che oggi vive a rovigo, e su rosanna,<br />
che invece ab<strong>it</strong>a a Bologna, i suoi figli. «Appena<br />
terminata la guerra sono tornata a lavorare in<br />
fabbrica, ero stanca della campagna –riprende-.<br />
E la sera per arrotondare confezionavo cerotti in<br />
casa». Lo spir<strong>it</strong>o del risparmio ha sempre cadenzato<br />
l’esistenza lavorativa di Berta, che ha così<br />
coltivato la sua grande passione, oltre i due figli: i<br />
viaggi. «Cuba, Russia, Tunisia, Slovenia e non c’è<br />
un angolo d’Italia che io non conosca. Ma sono<br />
sempre part<strong>it</strong>a in gruppo, perché possiedo l’istinto<br />
della socializzazione». E poi ecco che i tour cessano:<br />
«mi son dovuta operare alle anche 13 anni<br />
fa e a 80 anni ho deciso di trasferirmi ad Apr<strong>il</strong>ia e<br />
da poco sono qui, perché <strong>il</strong> clima mi piace e i parenti<br />
di borgo hermada sono vicini, ma ho versato<br />
lacrime amare per accettare questa s<strong>it</strong>uazione di
muovermi col girello». Una socializzazione che<br />
però non decolla nella residenza socio assistenziale:<br />
«Io qui perdo fac<strong>il</strong>mente la pazienza con<br />
gli altri, anche se poi mi commuovo quando i bambini<br />
delle scuole ci vengono a trovare: vedere la<br />
gente allegra mi strazia <strong>il</strong> cuore». E quindi Berta<br />
preferisce rifugiarsi dietro <strong>il</strong> suo scr<strong>it</strong>toio. carattere<br />
particolare Berta, che guarda molto la tv e si<br />
tiene informata con periodici, appuntando sul suo<br />
personalissimo diario riflessioni e commenti salaci<br />
e diretti -che sconfinano finanche nella pol<strong>it</strong>ica-,<br />
arricch<strong>it</strong>o da immagini r<strong>it</strong>agliate minuziosamente<br />
da rotocalchi. Ha una calligrafia pul<strong>it</strong>a, scrive senza<br />
una minima sbavatura d’inchiostro e con gli<br />
occhi azzurri e <strong>il</strong> cardigan abbottonato fino al collo<br />
sib<strong>il</strong>a: «Che cosa cerco oggi? A 92 anni cosa<br />
pretendete che cerchi? La luna? Aspetto solo la<br />
chiamata di Dio».<br />
Nella stanza accanto altre pieghe e altre rughe,<br />
con storie che a volte appaiono più lineari, in maniera<br />
retta, che percorrono sentieri dir<strong>it</strong>ti, in una<br />
strada senza particolari gobbe. Maria Pipoli è<br />
un’appassionata di tango, accenna qualche passo<br />
con l’ingombrante scialle azzurro mentre le scint<strong>il</strong>lano<br />
gli occhi verdi e così i ricordi vanno diretti<br />
a Mario, <strong>il</strong> mar<strong>it</strong>o che l’ha appena lasciata, con<br />
cui ha condiviso una v<strong>it</strong>a colma di soddisfazioni.<br />
73<br />
Catapultati a Sabaudia sul finire degli Anni 70 da<br />
una v<strong>it</strong>a movimentata, mantenevano come coppia<br />
sempre l’impegno di aprire le danze. «E ho solo e<br />
sempre ballato col mio Mario» ci tiene a sottolineare<br />
Maria. Se è vero, come è vero, che <strong>il</strong> tango non<br />
è né maschio né è femmina, ma è coppia, allora<br />
ecco che Mario e Maria sono una testimonianza<br />
di come questo ballo dimostri che <strong>il</strong> livello di comunicazione<br />
tra i corpi qui viene esaltato: emozione,<br />
energia respirazione, abbraccio e palp<strong>it</strong>azione si<br />
fondono dai passi all’improvvisazione marcata.<br />
originaria di Udine, <strong>il</strong> padre, guardia carceraria,<br />
si trasferisce con la famiglia a Turi, sull’altopiano<br />
della murgia, un terr<strong>it</strong>orio ricco di doline e grotte<br />
sotterranee. È qui che scorre un’infanzia felice, incontrando<br />
l’amato ad appena 10 anni: «E quando<br />
ne avevo 15 mi portò l’anello, ma io ero troppo<br />
giovane: studiavo per diventare maestra!». Sembra<br />
una favola questa dei due adolescenti, nati<br />
entrambi nel 1922, lei ad apr<strong>il</strong>e, lui ad agosto,<br />
che però si frequentano soltanto tra sospiri e occhiate<br />
all’interno delle navate della chiesa Madre<br />
di questo civettuolo centro rurale del Barese. poi,<br />
l’amore sboccia a 19 anni: si sposano e seguono <strong>il</strong><br />
padre di lui a Rovigo, dove prestava servizio per<br />
la Benemer<strong>it</strong>a. ma qui cominciano i problemi di<br />
convivenza con la suocera, proprio mentre soffia
la tempesta della guerra. maria fa fagotto e se ne<br />
torna a Bari dalla madre: è qui che nel ’42 nasce<br />
la primogen<strong>it</strong>a Teresa (poi nel ’45 Tommaso e nel<br />
’55 Giulia) mentre Mario rischia la v<strong>it</strong>a sul fronte<br />
<strong>it</strong>aliano, fino a quando l’aereo m<strong>il</strong><strong>it</strong>are su cui era<br />
in volo precip<strong>it</strong>a («era un velivolo tutto scassato!»<br />
sbotta Maria) e all’ospedale di Napoli lo ‘rammendano’<br />
alla bell’e meglio; poi quel corpo martoriato<br />
lo trasferiscono nella base di putignano,<br />
dove gli diagnosticano la morte sicura. malconcio<br />
era malconcio Mario, tant’è che trascorre 3 anni<br />
della sua v<strong>it</strong>a a letto: «lo accudivo con amore e<br />
ogni giorno gli preparavo una torta per rimetterlo<br />
in forze», ricorda lucida Maria. Ed è proprio a<br />
turi che mario si riprende tanto da far urlare al<br />
miracolo, stretto negli affetti fam<strong>il</strong>iari e accarezzato<br />
da quegli inverni piovosi alternati alle nevicate<br />
e messo a dura prova dalle estati torride. <strong>il</strong> tempo<br />
scorre e Mario, grande invalido di guerra, è occupato<br />
come vig<strong>il</strong>e san<strong>it</strong>ario, poi <strong>il</strong> caso li porta<br />
vent’anni fa a ricoprire <strong>il</strong> ruolo di magazziniere<br />
alla Miralanza di Pontinia. L’arrivo in terra pontina<br />
avvenne perché mario spesso conduceva col<br />
camion i carichi di mozzarelle del caseificio di un<br />
amico fino a Roma; a entrambi <strong>il</strong> clima della zona<br />
piacque e quindi scelsero di vivere a sabaudia,<br />
vicina a terracina, c<strong>it</strong>tà da dove mario col camion<br />
74<br />
se ne partiva per portare i cocomeri sui banchi<br />
delle frutterie bergamasche. Poi l’incarico alla Miralanza<br />
e l’avventura della pizzeria a Pontinia,<br />
aperta coi soldi ricavati dalla vend<strong>it</strong>a del camion.<br />
«I miei figli? Sono qui tutti e tre a Sabaudia, li ho<br />
vicini e vengono sempre a recarmi vis<strong>it</strong>a», sorride<br />
volteggiando con lo scialle azzurro e accennando<br />
un passo su una nota immaginaria di libertango.<br />
Vive di bei ricordi Maria, a 88 anni, sempre stretta<br />
col suo Mario, che domina la stanza con le<br />
immagini seppiate sulle pareti, come se scandisse<br />
tempi e r<strong>it</strong>mi mai tramontati. ‘Strano, ho già visto<br />
questo viso prima d’ora, l’ho visto camminare<br />
avanti e indietro fuori dalla mia porta come un<br />
falco che insegue la sua preda, come la notte che<br />
aspetta <strong>il</strong> giorno’.*<br />
* Libertango _ di Astor Pantaleón Piazzolla (Mar del Plata,<br />
11 marzo 1921 – Buenos Aires, 4 luglio 1992), musicista e<br />
compos<strong>it</strong>ore argentino, di chiara origine <strong>it</strong>aliana, r<strong>it</strong>enuto <strong>il</strong><br />
riformatore dello st<strong>il</strong>e musicale del tango.
75<br />
Maria Pipoli è un’appassionata<br />
di tango. Nativa di Turi, sull’altopiano<br />
della Murgia, è arrivata col suo<br />
inseparab<strong>il</strong>e mario a sabaudia<br />
sul finire degli Anni 70.
nella retta delle Residenze Socio Assistenziali<br />
(R.S.A.) è a carico del Fondo San<strong>it</strong>ario Regionale<br />
la spesa san<strong>it</strong>aria mentre a carico<br />
dell’utente e/o del Fondo Sociale le spese di carattere<br />
alberghiero e socio-assistenziale. La normativa<br />
che regola le RSA è la D.G.R. n. 98/2007 che ha<br />
stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o una rimodulazione degli oneri della diaria<br />
giornaliera e ha introdotto l’applicazione dell’Indicatore<br />
della S<strong>it</strong>uazione Economica Equivalente (ISEE)<br />
in ordine alla contribuzione dell’utenza per le prestazioni<br />
socio san<strong>it</strong>arie agevolate. Per <strong>il</strong> periodo dal<br />
1.05.2007 al 1.05.2008 la quota sociale RSA corrispondeva<br />
al 40% della diaria giornaliera, mentre la<br />
quota a carico del Fondo san<strong>it</strong>ario era del 60%. A<br />
partire dal maggio 2008 la percentuale della quota<br />
sociale della diaria RSA è passata al 50% della<br />
tariffa giornaliera. L’entrata in vigore del D.G.R. ha<br />
comportato un notevole aumento della spesa socia-<br />
la relazione<br />
76<br />
<strong>il</strong> mondo delle rsa<br />
le a carico dei comuni e della regione (<strong>il</strong> contributo<br />
regionale è pari all’80% della spesa comunale rendicontata).<br />
Per <strong>il</strong> 2008 lo stanziamento ammontava<br />
a euro 34.000.000,00 mentre la spesa complessiva<br />
per le RSA è stata di euro 38.038.599,35 (liquidati<br />
con determinazioni D3480/2009 e D1369/2010 e<br />
saldati con D1414/2010 in quanto <strong>il</strong> cap<strong>it</strong>olo di b<strong>il</strong>ancio<br />
non presentava la necessaria disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à finanziaria);<br />
per <strong>il</strong> 2009 lo stanziamento ammontava<br />
a euro 42.000.000,00 mentre la spesa regionale<br />
ammonta a complessivi euro 47.159.368,60 di cui<br />
solo euro 35.230.640,74 sono stati impegnati. La<br />
rimanente cifra a copertura degli oneri relativi per<br />
<strong>il</strong> 2009 è stata saldata con successiva determinazione,<br />
a valere sull’esercizio finanziario 2011 (e quindi<br />
grava sui fondi stanziati per l’annual<strong>it</strong>à 2011). Si<br />
rammenta al riguardo che in sede di assestamento<br />
di b<strong>il</strong>ancio 2009 la disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à del cap<strong>it</strong>olo di
<strong>il</strong>ancio preposto al pagamento RSA è stata ridotta<br />
di € 4.000.000,00. Per l’anno 2010 lo stanziamento<br />
ammonta a euro 46.000.000,00 di cui euro<br />
11.935.659,20 già impegnati e liquidati per <strong>il</strong> saldo<br />
delle spese nell’anno 2009. Le spese RSA sostenute<br />
nell’anno 2010, rendicontate dai comuni a gennaio<br />
2011 e la cui istruttoria è in corso, ammontano a<br />
complessivi euro 65.203.214,25; la somma da liquidare<br />
ai comuni, pari all’80% della spesa rendicontata,<br />
ammonterebbe pertanto a euro 52.162.571,41.<br />
le cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à delle rsa<br />
1. Aumento esponenziale della spesa a segu<strong>it</strong>o della<br />
rimodulazione della diaria RSA;<br />
2. scarsa liquid<strong>it</strong>à di b<strong>il</strong>ancio. i fondi del cap<strong>it</strong>olo<br />
di b<strong>il</strong>ancio non sono sufficienti per erogare <strong>il</strong> contributo<br />
ai comuni in una sola tranche;<br />
3. I tempi che intercorrono tra l’emissione dei mandati<br />
di pagamento e la liquidazione degli stessi<br />
sono troppo lunghi;<br />
4. I tempi dell’istruttoria sono troppo lunghi. Sarebbe<br />
opportuno informatizzare <strong>il</strong> sistema di rendicontazione,<br />
impedire gli errori fatti dai Comuni<br />
in sede di rendicontazione attraverso <strong>il</strong> controllo<br />
dell’inserimento dei dati;<br />
5. necess<strong>it</strong>à di rivedere la normativa rsa che risulta<br />
carente di alcuni punti, anche a segu<strong>it</strong>o dell’a-<br />
77<br />
brogazione del Regolamento regionale n. 1 del<br />
1994, mai sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o.<br />
Lungodegenza<br />
a segu<strong>it</strong>o dei decreti del commissario ad acta nn.<br />
U0041/09 e U0056/09, la Direzione Regionale<br />
Programmazione San<strong>it</strong>aria ha stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o che, per i<br />
casi in cui fosse posto a carico dell’utente la quota<br />
di competenza, andava osservato quanto previsto<br />
dalla DGR 98/07 rispetto all’eventuale compartecipazione<br />
comunale (e quindi anche regionale). La<br />
nota è stata diffusa dalla San<strong>it</strong>à senza avere avuto<br />
precedenti consultazioni con l’Assessorato delle Pol<strong>it</strong>iche<br />
sociali.<br />
Riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azioni<br />
si sta predisponendo una circolare esplicativa che<br />
fornisca delucidazioni sulla DGR 380/10 e indicazioni<br />
in mer<strong>it</strong>o alle rendicontazioni da diffondere a<br />
tutti i comuni, le strutture ex articolo 26 e i caF. È<br />
necessario prevedere uno stanziamento adeguato<br />
sul cap<strong>it</strong>olo di b<strong>il</strong>ancio preposto al rimborso ai comuni<br />
per le spese effettuate per la contribuzione<br />
alle riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azioni. Indispensab<strong>il</strong>e avere un supporto<br />
informatico che gestisca le rendicontazioni per velocizzare<br />
i tempi delle istruttorie.
i lavoratori disab<strong>il</strong>i della Fattoria solidale<br />
del circeo, nelle campagne di pontinia,<br />
una tenuta nata nel 1900, seguono un corso<br />
di formazione per due anni imparando<br />
a coltivare la terra per produrre ortaggi e verdure.<br />
78
testi di gian luca campagna _ foto di roberto gabriele<br />
la stampa st<strong>il</strong>e ‘800 abbraccia <strong>il</strong> casale dai<br />
riflessi porpora. Sembra che riverberino la<br />
luce che li scalda verso ogni anfratto nascosto<br />
e verso le distese a perd<strong>it</strong>a d’occhio. Un collie<br />
zoppicando ti scorta sulla sterrata appiccicosa e<br />
fangosa, ti accoglie marco di stefano con un sorriso<br />
cordiale, rampollo di una nob<strong>il</strong>e dinastia che<br />
in questa piana ha messo radici ben prima della<br />
bonifica integrale e che ha scand<strong>it</strong>o v<strong>it</strong>a, regole e<br />
r<strong>it</strong>mi. ha volutamente sconvolto la sua v<strong>it</strong>a, o forse<br />
ne ha ottimizzato i suoi tratti salienti traducendo<br />
<strong>il</strong> concetto tutto personale di pratic<strong>it</strong>à, fondendo<br />
in un colpo unico lavoro e spir<strong>it</strong>o di solidarietà.<br />
disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
79<br />
Terra d’utopia<br />
Marco dal 2004 ha creato in questa tenuta dove<br />
gli orologi pare che abbiano firmato una tregua<br />
quell’utopia descr<strong>it</strong>ta da Francesco Bacone,<br />
quell’utopia che ha nutr<strong>it</strong>o per secoli una vastissima<br />
produzione letteraria. Ha dato v<strong>it</strong>a alla fattoria<br />
solidale per eccellenza, sotto lo sguardo compiaciuto<br />
del monte che dà anche <strong>il</strong> nome al<br />
marchio di quello che in questa azienda agricola<br />
d’altri tempi viene coltivato. Nella Fattoria solidale<br />
del circeo, sospesa nelle campagne tra pontinia<br />
e sabaudia, dove scorre <strong>il</strong> sulfureo Ufente,<br />
infatti, i lavoratori sono ragazzi diversamente<br />
ab<strong>il</strong>i, con differenti patologie fisiche e psichiche,
impegnati a produrre insalate e ortaggi. marco ti<br />
parla sotto lo sguardo benevolo degli avi di famiglia<br />
nel salotto dove sorseggiare un caffè o un thè<br />
resta un r<strong>it</strong>o da consumarsi con calma v<strong>it</strong>toriana.<br />
È dal nonno michelangelo che ered<strong>it</strong>a un patrimonio<br />
di latifondo ma soprattutto un forte spir<strong>it</strong>o<br />
di solidarietà aggiungendovi quella caparbietà<br />
che mista a un pizzico di incoscienza portò l’antenato<br />
agli inizi del secolo scorso, all’epoca<br />
17enne, a salvare l’azienda di famiglia, consistente<br />
in un’ingente industria boschiva. Se l’azienda<br />
rischiava <strong>il</strong> fallimento per via del mancato acquisto<br />
di migliaia di traversine che dovevano<br />
contribuire a potenziare <strong>il</strong> sistema ferroviario<br />
dell’allora Stato pontificio stretto nella morsa del<br />
neonato stato <strong>it</strong>aliano, michelangelo non si scoraggiò<br />
e scoprì che la stessa tipologia di traversine<br />
veniva ut<strong>il</strong>izzata nell’Est della Francia: un colpo<br />
di fortuna, determinato da una volontà ferrea<br />
di ricercare una soluzione agli imprevisti epocali<br />
che sconvolgevano lo stivale in quegli anni. È<br />
sempre dal prode michelangelo che marco ered<strong>it</strong>a<br />
<strong>il</strong> testimone della solidarietà e della disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
verso gli altri, rafforzandone gli elementi di<br />
uguaglianza sociale: se <strong>il</strong> nonno garantiva ai propri<br />
operai un trattamento di favore, mutuandone<br />
esigenze e aspettative (che lo salvò dalle reazio-<br />
80<br />
ni estreme dei moti socialisti prima dell’avvento<br />
della d<strong>it</strong>tatura fascista), ecco che quello stesso<br />
spir<strong>it</strong>o alberga oggi nell’animo del nipote. «Ho<br />
sempre fatto volontariato –dice marco, 36 anni,<br />
una laurea in legge nel cassetto-, sin dai tempi<br />
del liceo a roma e in tutto <strong>il</strong> percorso scolastico.<br />
È sempre stata una conseguenza naturale rispetto<br />
al mio mondo. poi ho trasformato quello che era<br />
l’impiego sociale del mio tempo libero in un lavoro,<br />
perché a un certo punto è divenuto inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>e».<br />
E siccome ‘<strong>il</strong> fare del bene’ è sempre stato<br />
segnato nel Dna di Marco ecco che l’idea che<br />
macerava da tempo è finalmente maturata ed è<br />
esplosa nella realizzazione di un progetto che ha<br />
<strong>il</strong> sapore dell’incredib<strong>il</strong>e, tanto che oggi si fregia<br />
della griffe della prima azienda sociale al mondo:<br />
«Il concetto di sfida e quello di solidarietà<br />
vanno di pari passo», ammette, temprato dalle<br />
sue giornate lavorative che aprono alle 5 e si<br />
chiudono alle 23. da lì ecco i colloqui con psicologi<br />
ed educatori per affrontare questa sfida solidale,<br />
più <strong>il</strong> collegamento fattivo con la Latina Formazione<br />
della Provincia di Latina per coprire i<br />
due anni di lezioni e corsi nelle aule didattiche<br />
della Fattoria. «non facciamo abracadabra, cerchiamo<br />
con la nostra èquipe di creare delle condizioni<br />
normali di inserimento nel mondo del lavo-
o per chi è svantaggiato –riprende-. Al primo<br />
posto sì poniamo <strong>il</strong> benessere della persona, ma<br />
questa è anche un’impresa e come tutte le imprese<br />
si misura col mercato, quindi ci sono delle motivazioni<br />
economiche…». Se vi cap<strong>it</strong>a –e vi cap<strong>it</strong>erà-<br />
di imbattervi in questa azienda scoprirete<br />
una tenuta dove i disab<strong>il</strong>i hanno la stessa dign<strong>it</strong>à<br />
di un normodotato, dove <strong>il</strong> microcosmo bucolico<br />
si fonde con una sorta di paradiso che annulla<br />
divers<strong>it</strong>à e preconcetti di uomini e animali. e già,<br />
perché i ragazzi disab<strong>il</strong>i non sono soltanto dei<br />
provetti e ab<strong>il</strong>i agricoltori con zappa e semi tra i<br />
guanti, ma anche fini allevatori, che interagiscono<br />
con estrema fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à con vacche e bufali, l’animale<br />
per eccellenza delle zone paludose. «Fa<br />
rabbia quando vedi persone normodotate che<br />
sputano in faccia alla fortuna che ti ha dato la<br />
v<strong>it</strong>a» scuote <strong>il</strong> capo Di Stefano. Corre <strong>il</strong> 2003<br />
quando Marco abbozza un progetto di fattoria<br />
sociale, segu<strong>it</strong>o da una sperimentazione colma di<br />
dubbi e incertezze: «del resto, non esiste da nessuna<br />
parte <strong>il</strong> manuale della perfetta fattoria sociale.<br />
giravo in ogni dove e assorbivo come una<br />
spugna qualsiasi tipo di insegnamento e suggerimento»,<br />
precisa. E di impegno si parla quando si<br />
pensa che gli ettari da gestire sono la bellezza di<br />
180. In questa famiglia allargata dove regna l’al-<br />
81<br />
legria la giornata comincia come tradizione vuole<br />
quando c’è l’oro in bocca. Giovanni, 29 anni, di<br />
Priverno, è da 3 anni che è qui e si occupa delle<br />
piante d’insalata, curandole e innaffiandole, al<br />
pari di Francesca, mentre Valerio, 27 anni, di Borgo<br />
Vodice, gli dà sì una mano ma principalmente<br />
accudisce M<strong>il</strong>ady, <strong>il</strong> pony, coccolato con l’ins<strong>il</strong>ato<br />
di mais. Ecco, qui i ragazzi che hanno r<strong>it</strong>ardi cogn<strong>it</strong>ivi,<br />
sindromi di down o generici problemi psicologici,<br />
seguono un corso di formazione che ha<br />
la durata di 2 anni, un tirocinio che li porta a diretto<br />
contatto con la realtà agricola, insegnandogli<br />
tecniche e metodologie, avvicinandoli al lavoro<br />
e cercando di concedergli un’opportun<strong>it</strong>à<br />
occupazionale che fino a qualche anno fa veniva<br />
vista come, appunto, un’utopia. Poi, certo, c’è chi<br />
brucia le tappe, come Valerio, 22 anni, di sabaudia,<br />
che dopo appena 1 anno ricopre <strong>il</strong> ruolo di<br />
responsab<strong>il</strong>e della commercializzazione dell’insalata<br />
e degli ortaggi. e già, perché la Fattoria solidale<br />
del Circeo è un marchio, nel senso che tra gli<br />
scaffali del reparto ortofrutta (pam e coop su tutti)<br />
di molte c<strong>it</strong>tà della provincia e del Lazio potete<br />
trovare i sacchetti della lattuga e delle cipolle<br />
bianche con la griffe del sole che si staglia sul<br />
promontorio caro alla maga circe, oltre al fatto<br />
che le consegne vengono effettuate a domic<strong>il</strong>io
Nella foto grande Giovanni, che semina e innaffia le piante.<br />
In questo percorso i lavoratori disab<strong>il</strong>i sono segu<strong>it</strong>i da una nutr<strong>it</strong>a èquipe<br />
di psicologi, psicoterapeuti, educatori e assistenti sociali, tra cui andrea zampetti e<br />
paola sabatini, che accolgono con entusiasmo la scelta di marco di stefano<br />
di creare dal nulla una fattoria solidale e sociale. È <strong>il</strong> 2004.<br />
82
con la f<strong>il</strong>osofia del km zero, «per essere compet<strong>it</strong>ivi»,<br />
sorridono Valerio, Franco, 28 anni, e Livio,<br />
43, anche loro di Sabaudia. Ma l’immagine della<br />
famiglia perfetta che apre la giornata con una<br />
colazione da Mulino Bianco funziona fino a un<br />
certo punto. <strong>il</strong> lavoro di raccordo e di coordinamento<br />
è continuativo e rigido, tenuto su da una<br />
squadra di psicologi e psicoterapeuti che sembrano<br />
appena usc<strong>it</strong>i da un serial televisivo a stelle e<br />
strisce, per la competenza, per <strong>il</strong> sorriso, per la<br />
disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à e per la tenacia che mostrano ogni<br />
santo giorno. col sole e sotto la pioggia. e già,<br />
perché alla fine se devono accompagnare i ragazzi<br />
in campagna anche loro devono affrontare<br />
l’intenso odore di letame e <strong>il</strong> fango che si impregna<br />
sugli stivali. «Figuriamoci, è stato un r<strong>it</strong>orno<br />
al passato, dato che i miei gen<strong>it</strong>ori hanno un vigneto<br />
–sorride manuela cocco, 35 anni, di Velletri,<br />
psicologa, da 3 anni qui- chi l’avrebbe mai<br />
detto che dopo gli studi sarei tornata a camminare<br />
tra scoline e piante?». Ma è nelle parole di<br />
paola sabatini, psicologa, 36 anni, e di andrea<br />
zampetti, 35 anni, pedagogista, romani e coniugati<br />
tra loro, che prende sostanza <strong>il</strong> sentimento di<br />
questo progetto. Era <strong>il</strong> 2004 quando s’incontrano<br />
con marco di stefano e pongono le basi per creare<br />
un progetto tanto folle quanto affascinante,<br />
83<br />
un’utopia dal sapore antico proiettato nei tempi<br />
attuali. «La ver<strong>it</strong>à è che eravamo stanchi io e Paola<br />
di occuparci di tossicodipendenti -racconta<br />
andrea- qui vedi crescere qualcosa, ogni giorno<br />
tocchi con mano come rinascono le persone. e<br />
questa è un’energia che carica anche noi». Singolare<br />
la storia di questa giovane coppia romana,<br />
pendolare al contrario, che ogni giorno s’alza<br />
la mattina e prende <strong>il</strong> treno alle 7.45 da<br />
termini per scendere a Fossanova e gettarsi a capof<strong>it</strong>to<br />
in un lavoro da educatori che sconfina e<br />
convive con quello agricolo. «L’entusiasmo non è<br />
mai scemato –sorride Paola- è sempre uguale a<br />
quello del primo giorno», «ma la responsab<strong>il</strong><strong>it</strong>à è<br />
alta –le va dietro Andrea-, qui siamo all’aria<br />
aperta, non è un luogo di contenimento: se c’è<br />
una crisi va gest<strong>it</strong>a con fermezza». Infatti se i ragazzi<br />
disab<strong>il</strong>i che si muovono attorno alla fattoria<br />
sono nell’ordine di una quarantina (ma si attua <strong>il</strong><br />
turnover), tra educatori, psicologi, psicoterapeuti<br />
e assistenti sociali si arriva a 8 elementi. C’è da<br />
lavorare: vi sono 60 ettari da coprire con la semina<br />
di granoturco, anche se si attende <strong>il</strong> 20 apr<strong>il</strong>e<br />
r<strong>it</strong>ardando –e non di poco- questa fase. «i proverbi<br />
dei contadini non sbagliano mai: primavera<br />
non v’è se Pasqua non c’è», sorride Di Stefano.<br />
«In campagna i ragazzi sono sempre occupati –
iprende Andrea-, è molto diffic<strong>il</strong>e che non ci sia<br />
lavoro. Questo sta a significare che i ragazzi imparano<br />
a crescere e a capire che sono capaci e<br />
che con la tenacia e la pazienza possono raggiungere<br />
degli obiettivi». «Qui la cattedra della<br />
scuola è decisamente lontana, qui anche le nostre<br />
professional<strong>it</strong>à sono in discussione ogni giorno,<br />
perché la teoria è solo tale e la pratica la tocchi<br />
–aggiunge Manuela, che in precedenza era occupata<br />
come assistente ai portatori di handicap-,<br />
qui si responsab<strong>il</strong>izza l’individuo ad agire, a concedergli<br />
una certa dose di autonomia. <strong>il</strong> nostro<br />
comp<strong>it</strong>o è proprio quello di capire quali sono le<br />
loro reali potenzial<strong>it</strong>à e cercare di trasmetterle a<br />
loro stessi». «Già, qui non si fa assistenza –sancisce<br />
Paola- ma lavoro e formazione». Quando arrivano<br />
le scolaresche in g<strong>it</strong>a o le troupe di giornalisti<br />
i ragazzi raddoppiano gli sforzi e nell’orto<br />
didattico spiegano, <strong>il</strong>lustrano e insegnano <strong>il</strong> processo<br />
v<strong>it</strong>ale delle piante che poi termina nelle cassette<br />
gest<strong>it</strong>e nel magazzino, come fa Fabio Cacciotti,<br />
un giovanottone di roccagorga, cicerone<br />
doc. Ma <strong>il</strong> lavoro non termina con l’agricoltura,<br />
nell’azienda insiste l’allevamento di circa 200<br />
capi tra bufali e vacche, anche se la trasformazione<br />
casearia e di macellazione avviene al di fuori<br />
della Fattoria. Ma nella terra d’Utopia i sogni<br />
84<br />
non conoscono <strong>il</strong> ciclo v<strong>it</strong>ale, si rigenerano di continuo,<br />
come la fantasia sempre più concreta di<br />
Marco di inaugurare nel giro di un paio d’estati<br />
l’agr<strong>it</strong>urismo con una tavola imband<strong>it</strong>a con primizie<br />
e potenziata da una cinquantina di posti letto,<br />
che valorizzeranno ulteriormente un’area d’altri<br />
tempi, dove insiste un procoio ottagonale in perfetto<br />
stato e una catena frangivento formata da<br />
maestosi pini mar<strong>it</strong>timi ed eucalipti. Per ora, è<br />
vero, ci si accontenta di un panino e di un’insalata<br />
nel chiosco gest<strong>it</strong>o da giovanni, costretto sulla<br />
sedia a rotelle per via della schiena bifida, che<br />
ogni mattina si beffa del destino bastardo e con<br />
la sua Mercedes fa la spola con la stazione di<br />
Fossanova per trasportare alla Fattoria molti ragazzi.<br />
«Ma <strong>il</strong> vero obiettivo resta quello di creare<br />
in questa tenuta un vero v<strong>il</strong>laggio famiglia –dice<br />
serio di stefano-, un piccolo borgo autonomo<br />
dove ogni tipo di differenza viene azzerata».<br />
Non storcete <strong>il</strong> naso, nella terra d’Utopia può accadere<br />
di tutto. ci potete scommettere.
nella foto grande marco di stefano, nella sua casa.<br />
poi alcune scene di v<strong>it</strong>a ordinaria nella fattoria:<br />
Valerio che accudisce m<strong>il</strong>ady;<br />
Valerio e Giovanni nella pausa caffè al chiosco;<br />
i ragazzi intenti al lavoro nell’orto.<br />
85
come stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o nel regolamento regionale 3<br />
febbraio 2000, n. 1 la Regione Lazio eroga<br />
provvidenze economiche a favore di persone<br />
con sofferenza psichica, assist<strong>it</strong>e dal Dipartimento<br />
di salute mentale delle ASL. Le provvidenze<br />
sono parte integrante del programma terapeuticoriab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo<br />
finalizzato al reinserimento sociale del<br />
paziente e devono essere integrate con le attiv<strong>it</strong>à<br />
e gli interventi svolti dai servizi sociali degli enti locali.<br />
L’erogazione delle provvidenze economiche<br />
ha carattere temporaneo ed avviene per <strong>il</strong> tempo<br />
e nelle misure determinate dal programma terapeutico-riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo<br />
individuale delle persone assist<strong>it</strong>e<br />
la relazione<br />
86<br />
disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
dal Dipartimento di salute mentale, in funzione del<br />
processo di recupero psichico-sociale del paziente<br />
stesso.<br />
Le provvidenze economiche hanno diverse forme:<br />
• assegno straordinario: ha carattere di urgenza<br />
ed è finalizzato a fronteggiare s<strong>it</strong>uazioni eccezionali<br />
in particolare per agevolare l’avvio del processo<br />
terapeutico, è concesso solo una volta l’anno e<br />
per un periodo massimo di tre mesi.<br />
• assegno di emergenza temporanea: è concesso<br />
solo una volta l’anno e per un periodo massimo
di tre mesi nelle more dell’erogazione dell’assegno<br />
ordinario.<br />
• assegno ordinario: fa parte del programma terapeutico<br />
ed è corrisposto previa relazione sociosan<strong>it</strong>aria<br />
nella quale siano specificate le final<strong>it</strong>à<br />
terapeutiche del sostegno economico. L’assegno<br />
ordinario è corrisposto per un periodo massimo di<br />
un anno ed è rinnovab<strong>il</strong>e.<br />
• assegno di reinserimento sociale: fa parte del<br />
programma terapeutico ed è finalizzato al reinserimento<br />
sociale o alla deist<strong>it</strong>uzionalizzazione dell’assist<strong>it</strong>o;<br />
è corrisposto nei casi in cui l’utente non disponga<br />
di mezzi economici e di un valido supporto<br />
fam<strong>il</strong>iare. Può essere ut<strong>il</strong>izzato per contribuire alle<br />
spese alloggiative, per l’attiv<strong>it</strong>à di tirocinio professionale<br />
(non superiore a due anni continuativi) e<br />
attiv<strong>it</strong>à risocializzanti anche in previsione del reinserimento<br />
lavorativo. È corrisposto per un periodo<br />
massimo di un anno, ed è rinnovab<strong>il</strong>e.<br />
• la Regione Lazio tram<strong>it</strong>e la direzione servizi sociali<br />
ripartisce annualmente gli appos<strong>it</strong>i fondi stanziati<br />
nel b<strong>il</strong>ancio regionale (€ 6.000.000,00) tra<br />
<strong>il</strong> comune di roma ed i comuni sede di distretto<br />
san<strong>it</strong>ario, in base alla popolazione delle Aziende<br />
san<strong>it</strong>arie locali e/o dei distretti di riferimento. i comuni<br />
sono tenuti a trasferire dette somme all’Azienda<br />
san<strong>it</strong>aria locale terr<strong>it</strong>orialmente competente, la<br />
87<br />
quale è tenuta, a sua volta, a rendicontare l’ut<strong>il</strong>izzazione<br />
dei fondi alla Regione Lazio. È intenzione<br />
dell’Assessorato procedere ad adeguare gli interventi<br />
alla s<strong>it</strong>uazione attuale anche in relazione alla<br />
nuova proposta di legge sui servizi sociali. Ci sono<br />
state richieste e sollec<strong>it</strong>i da parte degli operatori e<br />
della consulta sul disagio mentale del comune di<br />
Roma. A marzo 2011 sono stati stanziati 4,5 m<strong>il</strong>ioni<br />
di euro per interventi di integrazione scolastica<br />
rivolti agli oltre 4.800 alunni con disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à delle<br />
scuole superiori del Lazio. È stato siglato <strong>il</strong> Protocollo<br />
d’Intesa Regione Lazio-INPDAP: conclusa la<br />
collaborazione per realizzare un nuovo modello di<br />
welfare che risponda efficacemente alle esigenze<br />
dei c<strong>it</strong>tadini, con particolare riferimento alle categorie<br />
che presentano una condizione di maggiore<br />
frag<strong>il</strong><strong>it</strong>à (disab<strong>il</strong>i, giovani e anziani). Inoltre per<br />
l’assistenza domic<strong>il</strong>iare sono stati stanziati 15 mln e<br />
500m<strong>il</strong>a euro per azioni a sostegno delle persone<br />
non autosufficienti e servizi di sollievo alle famiglie<br />
per sost<strong>it</strong>uirle nelle responsab<strong>il</strong><strong>it</strong>à di cura durante<br />
l’orario di lavoro o nei periodi di temporanea impossib<strong>il</strong><strong>it</strong>à.<br />
Per quanto concerne <strong>il</strong> fondo per l’integrazione<br />
socio-san<strong>it</strong>aria: stanziati oltre 19 mln di<br />
euro per garantire <strong>il</strong> trasporto dei disab<strong>il</strong>i da e verso<br />
i luoghi di assistenza e di cura forn<strong>it</strong>o dalle Asl.
88<br />
alessandro Fantin, assieme a Fabio<br />
samar<strong>it</strong>ani e michael Federici, compone<br />
l’ossatura della squadra, più Davide<br />
Vettorel, domenico Volpe e mirko<br />
Mingiane. Allenatore è Fulvio Diana.
testi di Francesco antonelli _ foto di claudio mercuri<br />
Fabio intuisce, si allunga e devia <strong>il</strong> pallone. poi,<br />
inarca la schiena e blocca <strong>il</strong> pallone, si inginoc-<br />
chia con uno scatto e appoggia velocemente<br />
la sfera ad alessandro. <strong>il</strong> bomber dalla maglia ne-<br />
razzurra non ci pensa su, si proietta in avanti, fa<br />
perno sulla gamba destra e scaglia <strong>il</strong> pallone nella<br />
metà campo avversaria cercando di dare un effetto<br />
particolare. Dall’altra parte si avverte un’imprecazione<br />
e sib<strong>il</strong>ano i batacchi dei campanelli e i tre<br />
intuiscono che la palla ha gonfiato la rete. Già,<br />
intuiscono. ma poi hanno la conferma: sentono<br />
un fischio che annuncia <strong>il</strong> vantaggio. Benvenuti nel<br />
fantastico mondo del torball, la disciplina sportiva<br />
disaB<strong>il</strong><strong>it</strong>à Fisiche<br />
La rabbia e l’orgoglio<br />
89<br />
che emula <strong>il</strong> calcio ma si gioca con le mani, dove<br />
i protagonisti sono i non vedenti, con sugli occhi<br />
applicata una benda oculare che non consente nessun<br />
tipo di visib<strong>il</strong><strong>it</strong>à, dato che anche gli ipovedenti<br />
possono scendere in campo. <strong>il</strong> latina anche in questa<br />
stagione disputerà <strong>il</strong> suo campionato di serie c<br />
sfidando Ascoli, Campobasso, Agrigento, Foggia,<br />
Teramo e la terza squadra di Napoli e nutre velle<strong>it</strong>à<br />
di v<strong>it</strong>toria finale per approdare nella cadetteria.<br />
Ma <strong>il</strong> cammino è lungo: part<strong>it</strong>o <strong>il</strong> campionato in<br />
febbraio ha <strong>il</strong> suo termine a maggio e <strong>il</strong> tecnico ha<br />
<strong>il</strong> suo bel daffare per far rigare dir<strong>it</strong>ta una squadra<br />
che fac<strong>il</strong>mente si declina all’indisciplina. «Beh, ora
i ragazzi in campo sono più ordinati –racconta Fulvio<br />
Diana, l’allenatore che ha vest<strong>it</strong>o per 15 anni <strong>il</strong><br />
ruolo di laterale destro nella roma vincendo anche<br />
la Coppa dei campioni nel 1993, unica volta che<br />
un’<strong>it</strong>aliana ha conquistato un trofeo continentalema<br />
fondamentalmente seguono quello che impartisco<br />
durate le tre sedute settimanali di allenamento».<br />
È aggressivo Fulvio, un carattere che contrasta in<br />
realtà con la m<strong>it</strong>ezza dei gesti e la misura delle parole:<br />
«Gioco sempre col centrale avanzato –afferma-<br />
cercando di affidarmi alle reti di Alessandro».<br />
Spiega che <strong>il</strong> torball nel tempo si è evoluto, che ai<br />
tre inizialmente disposti in linea o col centrale arretrato<br />
ha fatto segu<strong>it</strong>o una tattica più d’attacco con<br />
l’intera squadra schierata molto avanzata, «ma<br />
per adottare questa mossa i giocatori non hanno<br />
punti di riferimento ed è molto rischiosa applicarla».<br />
Infatti, nel torball i giocatori oltre ad essere<br />
‘guidati’ dai campanelli interni del pallone tengono<br />
la posizione grazie ai tappetini di riferimento<br />
che vengono stesi sul parquet. scuote <strong>il</strong> capo Fulvio<br />
mentre spiega schemi e regole, la squadra batte la<br />
fiacca negli allenamenti e non tollera più di tanto<br />
le distrazioni. I giocatori si scambiano di posizione,<br />
qualche ruolo non sortisce l’effetto sperato e ci<br />
scappa anche qualche rimprovero color<strong>it</strong>o: si gioca<br />
mica si scherza. Si deve a Fulvio, con la retina<br />
90<br />
a posto ma privo di iride, un’occupazione come<br />
impiegato al tribunale del capoluogo, e alla sua<br />
caparbietà se oggi a latina si gioca a questo sport,<br />
quando nel 2006, dopo una parentesi col calcetto,<br />
decide insieme ad alessandro Fantin di fondare<br />
una squadra. Ed è proprio Alessandro, assieme a<br />
Fabio samar<strong>it</strong>ani e michael Federici a comporre<br />
l’ossatura della squadra (ma ci sono anche a dare<br />
man forte Davide Vettorel, Domenico Volpe e l’altro<br />
goleador, Mirko Mingiane, nazionale di judo):<br />
Fantin è stato anche un campione dell’atletica coi<br />
suoi 13” sui 100 metri e la fettuccia che raggiunge<br />
quasi i 5 metri nel salto in lungo, chiaro che uno<br />
così rivesta anche <strong>il</strong> ruolo di cap<strong>it</strong>ano. «ho giocato<br />
anche a pallavolo e corso campestri: lo sport mi<br />
emoziona e vivo una v<strong>it</strong>a normale», sorride. Infatti,<br />
alessandro, affetto da leucoma corneale dalla<br />
nasc<strong>it</strong>a, è sposato da 7 anni con Stefania ed è impiegato<br />
all’Enel. L’altro giocatore della squadra<br />
t<strong>it</strong>olare è Fabio, che a 14 anni ha sub<strong>it</strong>o un glaucoma<br />
derivatogli dall’occhio pigro, per poi perdere<br />
anche l’altro occhio, con cui ha appena <strong>il</strong> 10% di<br />
campo visivo centrale. «se provo rabbia per la mia<br />
condizione? –risponde– Certo. Come non potrei,<br />
del resto? Quando fui colp<strong>it</strong>o dal glaucoma giocavo<br />
mediano nel maccarese, la squadra della mia<br />
c<strong>it</strong>tà, ma continuo a seguire <strong>il</strong> calcio: con un video-
proiettore seguo le azioni grazie a uno schermo di<br />
3 metri ma faccio fatica se le squadre corrono veloci...<br />
Poi nell’89 mi sono trasfer<strong>it</strong>o a Latina. Perché?<br />
Beh, perché ho conosciuto Patrizia, che è diventata<br />
mia moglie». Oggi, Fabio lavora come centralinista<br />
presso la sede distaccata di latina del ministero<br />
dei beni culturali ed ha un figlio, Gianluca, 11 anni.<br />
e sono proprio loro tre che fanno da chioccia a michael,<br />
che dal judo è passato al torball e che studia<br />
al marconi per diventare un domani dirigente di<br />
comun<strong>it</strong>à. colp<strong>it</strong>o a 2 mesi dalla nasc<strong>it</strong>a dal glaucoma<br />
e dalla cataratta, michael ha sub<strong>it</strong>o nel giro<br />
di qualche anno una forte opacizzazione della cornea,<br />
tanto che a 8 anni si è r<strong>it</strong>enuto necessario <strong>il</strong> raschiamento<br />
della stessa che però gli ha consent<strong>it</strong>o<br />
di avere almeno 2 cm di visuale. «È diffic<strong>il</strong>e accettare<br />
questa s<strong>it</strong>uazione di non vedente -ammette- ma<br />
la v<strong>it</strong>a va avanti. Il torball mi emoziona e quando<br />
indosso la maschera oculare mi sento come tutti gli<br />
altri, non esistono più differenze: diventiamo tutti<br />
uguali, tutti calati nello stesso campo e nella stessa<br />
dimensione. I miei desideri? Eliminare l’opacizzazione<br />
dell’occhio sinistro con un altro intervento e<br />
poi mi auguro di conseguire <strong>il</strong> diploma di assistente<br />
sociale, trovare un lavoro e formare una famiglia».<br />
parla a ragion veduta michael: quando arriva sul<br />
viso quel pallone di 5 ch<strong>il</strong>ogrammi non guarda in<br />
91<br />
faccia a nessuno, non fa distinguo alcuno. Alla fine<br />
<strong>il</strong> buio è democratico: con la banda oculare applicata<br />
sugli occhi vedenti e non sono lì a giocarsi la<br />
part<strong>it</strong>a. E la palla non fa distinzioni di sorta. Anche<br />
Davide Vettorel è affetto da una malattia agli occhi<br />
congen<strong>it</strong>a: dalla nasc<strong>it</strong>a convive con la retin<strong>it</strong>e, poi<br />
esplosa a 7 anni, rallentata dapprima dai farmaci<br />
ma poi estesasi e divenuta inarrestab<strong>il</strong>e nel suo<br />
perverso percorso. «A 18 anni sono diventato ipovedente<br />
grave, nel senso che oggi vedo solo per<br />
vie periferiche -dice-. Quello che mi urta di più? Mi<br />
imbarazzo quando entro in un negozio e chiaramente<br />
le persone non comprendono da sub<strong>it</strong>o le<br />
mie difficoltà, perché ho necess<strong>it</strong>à di ambientarmi e<br />
magari tergiverso o temporeggio... o quando vado<br />
a fare la spesa: è diffic<strong>il</strong>e scegliere tra gli scaffali,<br />
eh... ma più difficoltoso resta attraversare la strada,<br />
però col tempo cominci ad affidarti agli altri<br />
sensi», tant’è che ha un lavoro (come centralinista<br />
presso <strong>il</strong> tribunale) e adora praticare sport «perché<br />
mi porta a contatto con molte realtà, giro l’Italia<br />
e l’Europa insieme agli altri» e leggere, «grazie<br />
all’aiuto di un videoingrand<strong>it</strong>ore che mi permette di<br />
scorrere comodamente le righe. <strong>il</strong> mio libro prefer<strong>it</strong>o?<br />
‘Il nome della rosa’ di Eco...». Chi invece giocava<br />
a flipper e b<strong>il</strong>iardo oltre che a calciobal<strong>il</strong>la è<br />
domenico, oggi totalmente non vedente, nato con
una cataratta congen<strong>it</strong>a e la cornea opacizzata,<br />
ma non si lamenta: ha un lavoro come impiegato<br />
(presso l’amministrazione provinciale), convive con<br />
Patrizia, adora cantare Baglioni e si fa portare a<br />
spasso da asia, uno splendido alano danese. arriva<br />
un fischio, <strong>il</strong> timeout è terminato. Fulvio avanza<br />
e si riprende la scena. Giornalisti e fotografi sono<br />
ammessi, figuriamoci, ma ora è <strong>il</strong> momento di riprendere<br />
gli allenamenti e di tempo se ne è perso a<br />
sufficienza. Ulteriori distrazioni non sono ammesse.<br />
C’è un campionato da vincere. Tutto <strong>il</strong> resto non<br />
conta.<br />
92
93<br />
Il torball è la disciplina sportiva che emula<br />
<strong>il</strong> calcio ma si gioca con le mani, dove<br />
i protagonisti sono i non vedenti, con sugli<br />
occhi applicata una benda oculare che non<br />
consente nessun tipo di visib<strong>il</strong><strong>it</strong>à, dato che anche<br />
gli ipovedenti possono scendere in campo.
integrazione scolastica - Alunni con disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
delle scuole primarie e secondarie di primo grado<br />
a segu<strong>it</strong>o di presentazione progetti da parte<br />
dei Comuni dei diversi distretti socio assistenziali. I<br />
settori d’intervento indicati nella “Determinazione<br />
Dirigenziale, D4358 del 23 dicembre 2009” sono<br />
inerenti al sostegno alle attiv<strong>it</strong>à di integrazione scolastica<br />
dei soggetti con disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à, che prevedano<br />
l’ut<strong>il</strong>izzazione di figure professionali quali gli AEC<br />
(assistenti educativi culturali); agli interventi integrativi<br />
per favorire l’inserimento nelle scuole di<br />
alunni disab<strong>il</strong>i mediante forn<strong>it</strong>ura di attrezzature<br />
specialistiche; all’attivazione di centri di supporto<br />
terr<strong>it</strong>oriali permanenti di informazione e consulenza,<br />
per sostenere l’uso efficace delle nuove<br />
tecnologie per gli alunni disab<strong>il</strong>i al fine di potenziare<br />
i processi di apprendimento e integrazione;<br />
all’ist<strong>it</strong>uzione delle “Aus<strong>il</strong>ioteche” presso gli ist<strong>it</strong>uti<br />
la relazione<br />
94<br />
disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
scolastici capof<strong>il</strong>a, per la fruizione da parte degli<br />
alunni disab<strong>il</strong>i di dispos<strong>it</strong>ivi protesici come supporto<br />
alle attiv<strong>it</strong>à didattiche, prevedendo la razionalizzazione<br />
delle spese, piani operativi, per favorire<br />
lo scambio tra scuole; all’attivazione di centri terr<strong>it</strong>oriali<br />
ubicati sia all’interno che all’esterno delle<br />
Ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche per la realizzazione di attiv<strong>it</strong>à<br />
di laboratorio occupazionale, musicale, teatrale,<br />
artistico - espressive e comunicazione da svolgersi<br />
sotto tutoraggio di personale qualificato.<br />
soggiorni estivi e week end di sollievo - legge<br />
Regionale 28.12.2007 n. 26 Art. 56. Fondo per<br />
soggiorni estivi e week end di sollievo da ut<strong>il</strong>izzare<br />
durante tutto l’anno in luoghi di v<strong>il</strong>leggiatura per<br />
disab<strong>il</strong>i in età evolutiva ed adulti disab<strong>il</strong>i residenti<br />
nei comuni dei distretti, ai quali viene assegnato<br />
un contributo per le spese sostenute dai disab<strong>il</strong>i succ<strong>it</strong>ati.<br />
Prevenzione della cec<strong>it</strong>à - Legge Regionale
28.12.2007, n.26. Interventi di prevenzione della<br />
cec<strong>it</strong>à e per la riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione visiva e l’integrazione<br />
sociale dei ciechi pluriminorati, in favore dell’Ist<strong>it</strong>uto<br />
s. alessio – margher<strong>it</strong>a di savoia, concernente<br />
<strong>il</strong> progetto, teso a realizzare uno specifico servizio<br />
permanente rivolto a utenti disab<strong>il</strong>i non vedenti che<br />
versano in s<strong>it</strong>uazioni di particolari difficoltà, allo<br />
scopo di promuovere una migliore qual<strong>it</strong>à della<br />
v<strong>it</strong>a delle persone non vedenti e pluriminorati attraverso<br />
lo sv<strong>il</strong>uppo di una rete integrata terr<strong>it</strong>oriale di<br />
servizi a carattere residenziale e diurno, come indicato<br />
all’art. 17 della Legge Regionale 28.12.2007,<br />
n.26.<br />
• Trapiantati - Artt. 3 e 8 L.R. 41/2002. La Regione<br />
promuove interventi mirati per agevolare i pazienti<br />
in attesa di trapianto e trapiantati di organi e tessuti,<br />
attraverso la concessione di contributi alle spese<br />
di carattere non san<strong>it</strong>ario, rimborso spese di viaggio<br />
e di soggiorno.<br />
• Disab<strong>il</strong>i motori - Art. 27, legge 9 febbraio 1992,<br />
n. 104. Contributo del 20% alle spese di modifica<br />
degli strumenti di guida, sostenute da t<strong>it</strong>olari di<br />
patente delle categorie a, B o c speciali, con incapac<strong>it</strong>à<br />
motorie permanenti. Alzheimer - È stata avviata<br />
la sperimentazione nel campo dell’Alzheimer<br />
attraverso <strong>il</strong> finanziamento di 4 progetti sperimentali,<br />
che si pongono l’obiettivo di portare sollievo<br />
95<br />
alle famiglie attraverso l’assistenza domic<strong>il</strong>iare e la<br />
formazione dei volontari e dei caregiver. La sperimentazione<br />
portata avanti in questi ultimi 2 anni ha<br />
avuto un ottimo riscontro presso le famiglie interessate<br />
dai progetti; l’obiettivo è sv<strong>il</strong>upparlo per l’intera<br />
regione, dato che oggi copre roma, latina e<br />
Frosinone. interventi in favore dei non udenti - progetto<br />
“Servizio Ponte Regionale” - ENS onlus. Progetto<br />
di primaria importanza per le persone sorde,<br />
finalizzato all’abbattimento delle barriere della comunicazione,<br />
che consente di soddisfare la esigenze<br />
dei 4.000 sordi della regione. A marzo 2011 è<br />
stato finanziato <strong>il</strong> Presidio del Lazio, Centro Servizi<br />
Regionale per l’autonomia e le diverse ab<strong>il</strong><strong>it</strong>à, del<br />
settimanale “Bra<strong>il</strong>le News” per i non vedenti e del<br />
progetto “Servizio Ponte” dell’Ente nazionale per<br />
la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens). Inoltre<br />
è stata presentata la guida turistica rivolta ai disab<strong>il</strong>i<br />
‘Viaggiare Informati nei Castelli Romani’ che,<br />
accanto alla descrizione delle strutture e dei servizi,<br />
contiene informazione attendib<strong>il</strong>i e verificate<br />
in loco sulle caratteristiche di fruib<strong>il</strong><strong>it</strong>à degli spazi<br />
e l’eventuale presenza di barriere arch<strong>it</strong>ettoniche.<br />
Una guida realizzata anche in formato mp3 per i<br />
non vedenti sullo st<strong>il</strong>e degli audio-libri. per lo sport<br />
verrà organizzato <strong>il</strong> Campionato <strong>it</strong>aliano di vela<br />
classe paraolimpica nel comune di Formia.
Anna Zaralli, psicologa e psicoterapeuta, è responsab<strong>il</strong>e dal 2000<br />
del G<strong>il</strong> Adozioni sezione Latina. Nel 2010 <strong>il</strong> Comune di Latina<br />
ha attivato 24 pratiche d’adozione, 28 <strong>il</strong> distretto di Latina,<br />
17 quello di Fondi e Terracina, 15 quello di Formia e Gaeta,<br />
per un totale di 84 adozioni, 20 in più rispetto al 2009.<br />
96
paolo trotterella vicino all’altalena, osserva gli<br />
altri bambini che dell’andirivieni sospeso nel<br />
vuoto hanno fatto la prima occupazione del<br />
pomeriggio. Attende con pazienza <strong>il</strong> suo turno.<br />
Se ne sta in disparte, vicino la siepe d’alloro. Fissa<br />
quella mamma con i fuseau grigi che spinge <strong>il</strong><br />
suo marco in quel moto perpetuo. con lo sguardo<br />
cerca la sua di mamma e non capisce perché in<br />
mezzo a tutti quei bambini lui è l’unico ad avere<br />
un colore scuro. Fra qualche anno ‘sua madre’<br />
glielo confiderà. E quello che nella mente di un<br />
bambino è solo un sospetto potrà divenire certezza:<br />
lui è un figlio che non è nato nella pancia della<br />
adozioni<br />
mamma di pancia e mamma di cuore<br />
testi di gian luca campagna _ foto di roberto ramaccia<br />
97<br />
sua mamma, ma è nato nella pancia di una donna<br />
che non ha voluto o non ha potuto tenerlo con sé,<br />
come natura comanda. ecco, paolo sta per conoscere<br />
la favola di un bambino che non è nato nella<br />
pancia della mamma che poi decise di tenerlo con<br />
sé. È una favola diversa. e per questo le parole<br />
vanno scand<strong>it</strong>e bene anche dalla mamma e dal<br />
papà che devono interpretare questi ruoli. infatti,<br />
chi è impegnato quotidianamente sul fronte delle<br />
adozioni sa bene del distinguo esistente tra fare<br />
un’adozione e <strong>il</strong> fare una buona adozione.<br />
marcella non parlava da 3 anni. disegnava sui
fogli grandi impugnando colori dai toni scuri e lasciando<br />
segni dai tratti marcati e decisi. oggi preferisce<br />
ut<strong>il</strong>izzare mat<strong>it</strong>e dai toni chiari e accesi e<br />
<strong>il</strong> suo tema ricorrente è quello di una famiglia che<br />
pranza su un prato con sullo sfondo una casa con<br />
porte e finestre. «Oggi parlo con voi grandi perché<br />
prima mi facevate paura…», dice con quegli<br />
occhi grandi color nocciola.<br />
Bambini come paolo e come marcella sono due<br />
esempi di adozioni. «È impossib<strong>il</strong>e racchiudere in<br />
un unico contesto le tipologie di adozioni –spiega<br />
Anna Zaralli, responsab<strong>il</strong>e dal 2000 del G<strong>il</strong><br />
Adozioni sezione Latina, un numero imprecisato<br />
di esperienze abbracciate nel suo ruolo di psicologa<br />
e psicoterapeuta-. ogni storia racconta una<br />
propria storia, col suo carico di dolori». E già. È<br />
questo <strong>il</strong> punto di partenza. Il dolore. Si parte da<br />
qui. Una partenza obbligatoria e necessaria per<br />
raggiungere un’adozione. «Non ho un figlio, ne<br />
prendo uno in adozione –continua la dottoressa<br />
Zaralli-: questa è la frase ricorrente di chi si avvicina<br />
ai nostri uffici. Dicono, parlo dei futuri gen<strong>it</strong>ori<br />
adottivi, che alla fine sia la stessa cosa. È chiaro<br />
che questi concetti dominino all’inizio, poi si accorgono<br />
di quanto sia complesso. e non mi riferisco<br />
di certo alle sole traf<strong>il</strong>e burocratiche. La nuova<br />
98<br />
coppia di gen<strong>it</strong>ori non deve ‘solo’ dare amore,<br />
ma deve recuperare <strong>il</strong> bambino adottato, perché<br />
<strong>il</strong> bambino adottato è un bambino danneggiato».<br />
Un danno declinato da un rapporto con gli adulti<br />
malato, nato male e terminato peggio. i gen<strong>it</strong>ori<br />
adottivi dovranno, quindi, ricostruire questo rapporto<br />
di fiducia. E la partenza abbraccia anche <strong>il</strong><br />
percorso doloroso di una coppia che prende coscienza<br />
della propria ster<strong>il</strong><strong>it</strong>à e dell’impossib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
di avere figli per vie naturali, poi aggiungiamoci<br />
<strong>il</strong> dolore del bambino che vive <strong>il</strong> suo dramma personalissimo<br />
e amplificato per via di una sensib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
esposta e ancora genuinamente istintiva. a questo<br />
si aggiunga che dopo l’abbandono va contemplata<br />
anche la v<strong>it</strong>a quotidiana del bambino all’interno<br />
dell’orfanotrofio. «Ma avete idea di cosa<br />
possa significare essere lavati con uno scopettone<br />
o con un potente spruzzo di un tubo?» <strong>il</strong>lustra la<br />
zaralli. «o cosa si possa portare dentro un bambino<br />
che ha visto ammazzare la propria madre?<br />
o che ha lasciato in una baracca di legno andata<br />
a fuoco i gen<strong>it</strong>ori e i fratelli, arsi vivi? O pensate<br />
ancora a un bambino che per 4 giorni ha vagato<br />
per <strong>il</strong> mercato di phon penn: come avrà trascorso<br />
tutte quelle ore prima di essere accolto in una<br />
struttura?». Ricucire lo strappo che si è verificato<br />
tra adulti e bambino: questa è la grande lotta che
impegna una famiglia che decide di intraprendere<br />
un’adozione. Entrare nel suo universo, intaccato<br />
da una nutrizione inadeguata, da modeste condizioni<br />
igieniche, da una decisa assenza di stimoli,<br />
da deprivazioni affettive e da eventuali abusi fisici<br />
e sessuali è arduo: è cercare di penetrare nella<br />
sua corazza, ma attraverso la pazienza, rimarginando<br />
fer<strong>it</strong>e forse sempre aperte.<br />
“I tuoi figli non sono figli tuoi,<br />
sono figli e le figlie della v<strong>it</strong>a stessa.<br />
Tu li metti al mondo, ma non li crei.<br />
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.<br />
Puoi dar loro tutto <strong>il</strong> tuo amore, ma non le tue idee,<br />
perché essi hanno le loro proprie idee.<br />
Tu puoi dare loro dimora al loro corpo, non alla<br />
loro anima,<br />
perché la loro anima ab<strong>it</strong>a nella casa dell’avvenire,<br />
dove a te non è dato entrare, neppure col sogno.<br />
Puoi cercare di somigliare a loro, ma non volere<br />
che essi somiglino a te,<br />
perché la v<strong>it</strong>a non r<strong>it</strong>orna indietro e non si ferma a ieri.<br />
Tu sei l’arco che lancia i figli verso <strong>il</strong> domani”.<br />
Le parole del ‘profeta’ Gibran valgono molto più di<br />
qualsiasi altro commento ad alta voce. Non è semplice<br />
per una coppia ricevere un bimbo da adottare.<br />
La burocrazia ha inaspr<strong>it</strong>o e irrigid<strong>it</strong>o le norme che<br />
regolano <strong>il</strong> percorso, affinchè la coppia sia invest<strong>it</strong>a<br />
99<br />
di questa grossa responsab<strong>il</strong><strong>it</strong>à e sia consapevole<br />
dell’educazione che dovrà impartire. Un rapporto<br />
che non solo deve essere ricostru<strong>it</strong>o tra bambino e<br />
adulto, ma che è costellato anche dalle difficoltà<br />
della lingua (nel caso delle adozioni internazionali).<br />
Molto spazio è dedicato ai corsi cui si sottopone<br />
la coppia, suddivisi in tre fasi e che hanno spesso<br />
la durata di svariati anni, per poi culminare con la<br />
tanto agognata adozione. L’ist<strong>it</strong>uto dell’adozione<br />
permette di trovare la soluzione a due problemi<br />
complementari, quella di una coppia che avverte la<br />
necess<strong>it</strong>à di essere gen<strong>it</strong>ore e quello del bambino di<br />
avere con sé una famiglia. La gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à adottiva è<br />
fortemente appoggiata dall’azione della G<strong>il</strong>, sia nella<br />
preparazione come futuri gen<strong>it</strong>ori sia come futuro<br />
nucleo fam<strong>il</strong>iare, anche per rispondere agli interrogativi<br />
dei bambini adottati sulle fantasie riguardo i<br />
gen<strong>it</strong>ori biologici. In questo processo di formazione<br />
le coppie imparano a gestire le domande dei bambini:<br />
spiegare che esiste una mamma di pancia e una<br />
di cuore non è mai stata una cosa semplice, sebbene<br />
l’inganno e le fals<strong>it</strong>à debbono correre lontane da<br />
queste ver<strong>it</strong>à. Infatti, raccontare al bambino l’adozione<br />
deve avvenire quotidianamente, eliminando<br />
di fatto <strong>il</strong> giorno del trauma della rivelazione. Certo,<br />
va spiegato <strong>il</strong> collegamento col suo passato, anche<br />
perché non può non esserci un ponte rispetto a quel-
lo che è stato: tutto questo sta a testimoniare che<br />
formare un nucleo fam<strong>il</strong>iare di questo genere significa<br />
dapprima conoscersi, creare dei legami laddove<br />
in un rapporto precedente tra adulti e bambino c’è<br />
stata però una lacerazione traumatica, uno strappo<br />
che l’adozione cerca pazientemente di ricostruire,<br />
per creare un nuovo equ<strong>il</strong>ibrio. La G<strong>il</strong> Adozioni di<br />
Latina è suddivisa in 4 distretti: quello che fa capo al<br />
capoluogo, quello che abbraccia Fondi e terracina,<br />
segu<strong>it</strong>o da quello di Formia e gaeta, e poi dal distretto<br />
latina che racchiude <strong>il</strong> versante collinare e la<br />
zona nord. L’èquipe del Gruppo Integrato di Lavoro<br />
agisce in stretto contatto e relazione col Tribunale<br />
dei minori di roma, riceve richieste di indagini psicosociali<br />
da parte di coppie residenti nella provincia di<br />
Latina. Lo scorso anno, <strong>il</strong> 2010, sono arrivate 84 richieste<br />
a segu<strong>it</strong>o di disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à all’adozione nazionale<br />
e internazionale. Gli stessi gen<strong>it</strong>ori seguono un<br />
percorso formativo per contrastare e vincere paure,<br />
dubbi e timori: la dottoressa zaralli, «e resto una psicologa,<br />
non sono certo una manager», abbozza un<br />
sorriso leggero, coordina 2 assistenti sociali e 2 tirocinanti,<br />
attraverso anche una stretta correlazione col<br />
comune di latina, retto dalla dottoressa alessandra<br />
Rambaldi. «Oggi quello che potrebbe sfiancarci è la<br />
carenza di personale non certo la volontà di perseguire<br />
i nostri obiettivi –assicura-. Purtroppo non c’è<br />
100<br />
un’adeguata pol<strong>it</strong>ica di ricambio, e corriamo rischi<br />
concreti di rimanere scoperti nell’espletamento del<br />
servizio». Non mancano nella ridda di aneddoti storie<br />
significative nella loro singolar<strong>it</strong>à, come la ragazza<br />
che cresce in fretta, esplode nella sua sensual<strong>it</strong>à<br />
durante l’adolescenza precoce e i gen<strong>it</strong>ori che l’avevano<br />
adottata sono troppo anziani per poter tutelare<br />
la ragazza. E se stessi. «E qui apriamo un altro<br />
cap<strong>it</strong>olo doloroso -racconta la zaralli-: vale a dire la<br />
rest<strong>it</strong>uzione della persona adottata. E una volta mi è<br />
cap<strong>it</strong>ato di assistere a questa fase. Forse la coppia<br />
che aveva adottato la ragazza credeva di avere per<br />
la vecchiaia <strong>il</strong> proprio bastone o immaginava di avere<br />
per sé una badante. Ecco, oggi la selezione delle<br />
coppie è molto più dura rispetto al passato, in modo<br />
da ev<strong>it</strong>are che un domani la coppia imbarchi una<br />
ragazza con un biglietto di sola andata perché si<br />
accorge a distanza di anni che non riesce a gestire<br />
più una s<strong>it</strong>uazione divenuta ormai ingestib<strong>il</strong>e». Ecco,<br />
può accadere anche questo.<br />
Paolo fissa l’altalena libera. Guarda la ‘sua’ mamma<br />
che gli sorride. tocca a lui farsi spingere. È giunto<br />
<strong>il</strong> suo turno di volare verso un’altra v<strong>it</strong>a, dove la<br />
sua amichetta marcella colora visi gent<strong>il</strong>i in un luogo<br />
dove sono band<strong>it</strong>i <strong>il</strong> bianco e <strong>il</strong> nero.
La G<strong>il</strong> Adozioni di Latina è divisa in 4 distretti: quello che fa capo<br />
al capoluogo, quello che abbraccia Fondi e terracina, poi Formia<br />
e Gaeta, infine <strong>il</strong> distretto Latina che racchiude <strong>il</strong> versante collinare<br />
e la zona nord. Anna Zaralli coordina 2 assistenti sociali<br />
e 2 tirocinanti, attraverso anche una stretta correlazione<br />
col comune di latina, retto dalla dottoressa alessandra rambaldi.<br />
101
per quanto riguarda l’adozione comp<strong>it</strong>o della<br />
Regione è quello di coordinare e promuovere<br />
attiv<strong>it</strong>à dei servizi pubblici terr<strong>it</strong>oriali (Enti Locali<br />
e ASL) in modo che si realizzi concretamente <strong>il</strong><br />
superiore dir<strong>it</strong>to del minore a una famiglia idonea<br />
dove poter crescere, con degli standard minimi ed<br />
omogenei nel terr<strong>it</strong>orio regionale.<br />
Sulla base del protocollo regionale del 1999, comp<strong>it</strong>o<br />
della Regione è garantire che gli operatori seguano<br />
uno specifico percorso formativo, in aggiornamento<br />
permanente.<br />
attiv<strong>it</strong>à in corso - coordinamento attiv<strong>it</strong>à com<strong>it</strong>ato<br />
tecnico per le Adozioni; portale LazioAdozioni;<br />
la relazione<br />
Intervento sulle adozioni<br />
102<br />
mon<strong>it</strong>oraggio stato dei GIL Adozioni; finanziamento<br />
e mon<strong>it</strong>oraggio dei Call Center Adozioni; rinnovo<br />
del protocollo; rapporti con <strong>il</strong> tribunale dei minori;<br />
raccordo tra i soggetti che intervengono nel<br />
processo dell’adozione.<br />
Attiv<strong>it</strong>à da riprendere - gestione relazioni con Ist<strong>it</strong>uto<br />
degli Innocenti di Firenze (partecipazione ai<br />
seminari, buone prassi, etc); formazione degli operatori<br />
(destinati 200.000 euro).<br />
S<strong>it</strong>uazioni cr<strong>it</strong>iche - Stato dei GIL A (rinnovo personale,<br />
formazione, dotazione materiale): dal mo-
n<strong>it</strong>oraggio realizzato nel corso del 2010 dal dott.<br />
Marco Cao è emerso un quadro molto cr<strong>it</strong>ico in<br />
mer<strong>it</strong>o alla s<strong>it</strong>uazione del personale dei GIL A<br />
del Lazio, sia dal punto di vista del numero degli<br />
operatori che dell’aggiornamento professionale.<br />
In particolare la carenza è segnalata anche dalle<br />
stesse asl (Frosinone, roma e, roma c) che dichiarano<br />
di non poter far fronte ai servizi rivolti<br />
ai c<strong>it</strong>tadini soprattutto con l’avvicinarsi di s<strong>it</strong>uazioni<br />
di pensionamenti del personale qualificato che<br />
non può essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o adeguatamente perché<br />
la struttura non è in grado di fornire formazione<br />
specialistica. (Formazione quadriennale e due anni<br />
di supervisione clinica e continui aggiornamenti). È<br />
necessario pertanto avviare al più presto le procedure<br />
per la pubblicazione del bando di formazione<br />
specialistica regionale per <strong>il</strong> quale sono disponib<strong>il</strong>i<br />
circa 200m<strong>il</strong>a euro.<br />
• Call Center Adozioni - hanno lo scopo di favorire<br />
la conoscenza delle disposizioni normative in materia<br />
di adozione, <strong>il</strong>lustrare le attiv<strong>it</strong>à delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />
operanti nel settore, favorire la conoscenza dei<br />
procedimenti amministrativi relativi all’adozione,<br />
favorire l’adozione di minori portatori di handicap,<br />
favorire lo scambio di informazioni tra GIL Adozioni<br />
ed Enti Autorizzati.<br />
103<br />
cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à<br />
- Consuntivazione - Difficoltà ad ottenere i rendiconti<br />
finanziari dai call center;<br />
- Ricognizione - Occorre effettuare una verifica dello<br />
stato delle attiv<strong>it</strong>à dei call center e delle loro esigenze;<br />
- Requis<strong>it</strong>i organizzativi e strutturali - Occorre verificare,<br />
formalmente, i requis<strong>it</strong>i organizzativi e strutturali<br />
dei call center, rispetto alla previsione della<br />
dgr ist<strong>it</strong>utiva (probab<strong>il</strong>mente non rispettati);<br />
- Richieste di finanziamento - Non sono arrivate richieste<br />
di finanziamento per <strong>il</strong> 2009;<br />
Personale dei Call Center - Verificare la disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
e provenienza del personale dei call center, anche<br />
in relazione ai prossimi corsi per i GIL A.<br />
A marzo 2011 per quanto riguarda l’affido fam<strong>il</strong>iare<br />
sono stati stanziati 6 mln di euro per sostenere le<br />
famiglie affidatarie, allo scopo di ridurre o ev<strong>it</strong>are<br />
la permanenza dei minori nelle strutture di accoglienza.<br />
Per i minori sono stati finanziati 10 progetti<br />
sul terr<strong>it</strong>orio regionale a sostegno dei minori v<strong>it</strong>time<br />
di maltrattamento.
aldo ambrosi mentre svolge <strong>il</strong> ruolo<br />
di ‘serv<strong>it</strong>ore’, di colui che serra le f<strong>il</strong>a del Club<br />
dell’Aicat, ricoprendo un ruolo di insegnamento<br />
e riferimento per gli alcolisti. È coadiuvato<br />
in questo comp<strong>it</strong>o da Arturo, conosciuto nel 1993.<br />
104
testi di claudio mascagni _ foto di claudio mercuri<br />
al club». Beh, se eravate<br />
ab<strong>it</strong>uati a quelle riunioni degli alcoli-<br />
«Benvenuto<br />
sti anonimi che tanto hanno dominato<br />
e scand<strong>it</strong>o la letteratura cinematografica degli<br />
ultimi anni siete fuori strada. Nel senso che se è<br />
vero che ci si siede tutti attorno (a un tavolo), è<br />
altrettanto ver<strong>it</strong>iero che l’aria che si respira è differente.<br />
La tristezza è band<strong>it</strong>a e veloce risuona<br />
la parola. per farsi ascoltare o per rispondere a<br />
qualche provocazione di stampo goliardico. Almeno<br />
questo è quello che traspare. Aldo Ambrosi<br />
è del ’40 e non ha mai toccato un goccio di alcol<br />
in v<strong>it</strong>a sua. «Beh, per dirla tutta una volta c’è<br />
DIPENDENZA DALL’ALCOL<br />
105<br />
Spir<strong>it</strong>o d’amicizia<br />
stata che ho alzato <strong>il</strong> gom<strong>it</strong>o –ricorda- prestavo <strong>il</strong><br />
servizio m<strong>il</strong><strong>it</strong>are a Spoleto e incoraggiato da un<br />
marm<strong>it</strong>tone di Bergamo bevemmo tanta di quella<br />
grappa da star male per un intero giorno. da<br />
allora non ho toccato più alcol». E allora com’è<br />
possib<strong>il</strong>e che un uomo dalla v<strong>it</strong>a fondamentalmente<br />
integerrima come Aldo, figlio di contadini<br />
provenienti da Baone, paese del padovano, una<br />
v<strong>it</strong>a spesa tra <strong>il</strong> lavoro nei campi, quello di pizzicagnolo<br />
e di rappresentante alimentare, oggi<br />
sia un ‘serv<strong>it</strong>ore’, ossia chi ricopre un ruolo di<br />
insegnamento e riferimento per gli alcolisti? È<br />
l’amicizia <strong>il</strong> motivo per cui Aldo ieri e oggi è vi-
cino a chi si è lasciato conquistare dalle false<br />
lusinghe della bottiglia. «io e aldo siamo un<strong>it</strong>i<br />
da un’ischemia -attacca Arturo, classe 38-, era <strong>il</strong><br />
1993 e ci siamo incontrati in ospedale, anche se<br />
per cause diverse. Io all’epoca bevevo davvero<br />
come una spugna. Perché? Era morta Paola, la<br />
mia amata moglie e da quel momento per andare<br />
avanti ho cominciato ad essere democratico<br />
verso ogni tipo di superalcolico…». Sorride<br />
in modo stanco. arturo era un arch<strong>it</strong>etto con la<br />
passione per la narrativa, hobby che oggi coltiva<br />
anche se trascorre gran parte del tempo a sostenere<br />
aldo nei suoi progetti. «e già –riprende<br />
nel suo racconto- la nostra è una profonda storia<br />
d’amicizia. Io gli chiesi aiuto e lui alla fine si è<br />
affezionato». Aldo infatti non molla più Arturo:<br />
è <strong>il</strong> 1998, entra nel Club di San Marco a Latina<br />
dopo che l’amico vi era entrato per ‘disintossicarsi’<br />
nel 1996. Il Club è l’Aicat, presente in tutto<br />
<strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio nazionale in ben duem<strong>il</strong>a sezioni<br />
mentre è spalmato lungo <strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio provinciale<br />
in 38 punti, suddivisi nel numero di 7 tra Latina e<br />
borghi. Aldo è <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e del centro di Borgo<br />
sabotino mentre frontalmente gli sta amalia<br />
gobetto, che ha <strong>il</strong> suo daffare a Borgo grappa,<br />
da dove convergono dalle zone lim<strong>it</strong>rofe persone<br />
affl<strong>it</strong>te da problemi alcolici. Per aiutare l’alcoli-<br />
106<br />
sta seguono i dettami del croato Vladimir Utolin,<br />
dove «non si parla solo di alcolista ma di famiglie.<br />
L’alcol non è una malattia ma uno stato comportamentale»,<br />
dice con piglio sicuro. «Quello a<br />
cui tendo maggiormente io è operare attraverso<br />
la prevenzione –continua Amalia- quando arrivano<br />
ragazzi a chiedere aiuto per i gen<strong>it</strong>ori ti<br />
si spacca <strong>il</strong> cuore a metà. le prime volte che si<br />
viene qui c’è vergogna e diffidenza, altre arrivano<br />
ubriachi con le bugie che si rincorrono per<br />
quante ne tirano fuori». Amalia parla fissandoti<br />
sempre negli occhi, anche perché ha conosciuto<br />
da vicino la bestia dell’alcool, col mar<strong>it</strong>o. Era<br />
una donna disperata, legatissima ai figli e alla<br />
famiglia: sposata nel 1968, ha visto pian piano<br />
frantumarsi <strong>il</strong> proprio matrimonio nel 2001, ma<br />
ha reag<strong>it</strong>o in modo forte, coinvolgendo tutta la<br />
famiglia per aiutare <strong>il</strong> mar<strong>it</strong>o. «e abbiamo risolto<br />
<strong>il</strong> problema nel giro di 1 anno: è stata dura ma<br />
ce l’abbiamo fatta». Il Club si riunisce una volta<br />
alla settimana e ognuno attorno al tavolo parla,<br />
interviene, si sfoga, si confronta. Arturo spezza<br />
la pesantezza del clima cacciando fuori una storiella<br />
che ogni tanto verga con una penna blu<br />
sul suo quaderno rosso: da un sogno particolare<br />
ha costru<strong>it</strong>o una storia con protagonisti dei gatti,<br />
dove ai felini crescono ali e poi diventano angeli.
Ma <strong>il</strong> momento è presto spezzato. C’è Gabriella<br />
che ha appena ader<strong>it</strong>o al gruppo, dice che le è<br />
bastato frequentare un paio di volte <strong>il</strong> club per<br />
comprendere quali sono gli errori e come seguire<br />
le regole sugger<strong>it</strong>e. aldo non si lascia impressionare<br />
da questa frag<strong>il</strong>e sicurezza e le consiglia<br />
di chiamare nella difficoltà. «Hai i nostri numeri,<br />
chiamaci, a qualsiasi ora. so bene che quando<br />
si è soli si va in depressione: prendi <strong>il</strong> telefono in<br />
mano e chiama. Noi ti ascoltiamo» dice convincente.<br />
L’amicizia è l’argomento dominante, Arturo<br />
r<strong>il</strong>ancia e abbozza un discorso sull’empatia.<br />
Ma l’ultima arrivata è un osso duro, domina la<br />
scena, cerca conferme, prevarica e non lascia<br />
molti spazi agli altri. Accampa scuse e giustificazioni<br />
misere. «Quando vengono amici a cena io<br />
che faccio? Il vino non lo metto a tavola?» chiede<br />
sorpresa. «Certo che no» risponde secco Aldo.<br />
«E che dico?» insiste lei. «Che in questa casa non<br />
si beve. Punto» ribatte deciso Aldo. «Senti un po’<br />
–riprende Aldo, con un tono più provocatorio e<br />
confidenziale- Ma a te fa gola bere del vino?».<br />
«Sì» risponde pronta quella. «Appunto –ribadisce<br />
lui- non lo mettere a tavola!». Concetto base<br />
quello di Aldo, semplice ed efficace: l’alcol dentro<br />
la casa di un alcolista non ci deve stare affatto.<br />
i discorsi scivolano. aldo li coinvolge, li mette<br />
107<br />
a proprio agio, li fa parlare. la conti e la studi<br />
questa fauna che vuole uscire testardamente<br />
da queste cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à: l’uomo col viso butterato che<br />
ha velle<strong>it</strong>à artistiche, dal passato torbido e dal<br />
presente più chiaro come fosse disegnato da un<br />
pennello leggero, la donna coi capelli stopposi<br />
e la parlata veloce, <strong>il</strong> vecchio con le d<strong>it</strong>a palmari,<br />
l’uomo che non parla mai e demanda ogni<br />
decisione alla sua compagna che pazientemente<br />
gli è accanto, l’uomo che è entrato in depressione<br />
dopo aver smesso di lavorare «perché con la<br />
pensione diventi schiavo della famiglia –sorride<br />
ironico- ti senti inut<strong>il</strong>e e allora bevi, ma poi ti accorgi<br />
che devi riacquistare la tua dign<strong>it</strong>à quando<br />
non ti affidano nemmeno più i nipoti da accompagnare<br />
a scuola». C’è chi non beve da 2 anni ma<br />
continua a venire qui al club, anche «se mi manca<br />
un Campari» ammette candidamente. Il clima<br />
è disteso. Non potrebbe essere altrimenti in quella<br />
stanza dove domina su ogni parete l’immagine<br />
di Gesù Cristo e della Madonna, alternate a<br />
quelle di famiglie felici e a pubblic<strong>it</strong>à di patronati<br />
sindacali per la denuncia dei redd<strong>it</strong>i. «talvolta<br />
chi soffre di cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à legate all’alcol si pone falsi<br />
problemi quando poi è sufficiente la ver<strong>it</strong>à» dice<br />
con un f<strong>il</strong>o di voce Aldo. Domina l’insicurezza,<br />
anche nei discorsi, «perché è la più classica delle
giustificazioni per ricadere e attaccarsi alla bottiglia»<br />
sottolinea Aldo.<br />
L’alcol in Italia colpisce oltre un m<strong>il</strong>ione e mezzo<br />
di persone, numero che sale a tre m<strong>il</strong>ioni e mezzo<br />
se vengono considerati chi in genere abusa<br />
di alcol. L’alcol viene rapidamente assunto dal<br />
corpo attraverso <strong>il</strong> sangue e mediante <strong>il</strong> fegato:<br />
tra le cause dirette si ricordano le cirrosi epatiche<br />
e i tumori al fegato, le disfunzioni circolatorie,<br />
<strong>il</strong> tumore al pancreas, l’ep<strong>il</strong>essia, le allucinazioni,<br />
l’atrofia cerebrale, <strong>il</strong> delirio cronico di gelosia<br />
dovuto all’impotenza sessuale. L’alcol altera<br />
i meccanismi cerebrali, fisici ed emozionali, dati i<br />
suoi effetti anestetizzanti. Di sol<strong>it</strong>o si ricorre alla<br />
bottiglia per alleviare e far cercare di scomparire<br />
i dolori e i fallimenti. «i drammi interiori restano<br />
le più grandi motivazioni che spingono le persone<br />
a eccedere nel bere» precisa Aldo. «Li faccio<br />
sfogare, per scuoterli, per cercare di tirarli dal<br />
loro torpore sentimentale», dice senza tanti giri<br />
di parole. Aldo ha un’indole all’apparenza doc<strong>il</strong>e,<br />
i capelli canuti e ordinati, ma possiede due<br />
mani che somigliano tanto a due palanche e <strong>il</strong><br />
buon senso inv<strong>it</strong>a a non contrariarlo. ma porta<br />
cicatrici nel cuore e nell’anima quando rievoca la<br />
storia di romolo, un pug<strong>il</strong>e d<strong>il</strong>ettante romano che<br />
108<br />
fu selezionato per le Olimpiadi di Helsinki: «era<br />
un concentrato di malinconie e tristezze –racconta<br />
aldo-, lo conobbi che si era appena separato<br />
dalla moglie, entrò in depressione acuta, beveva<br />
tantissimo, fu necessario <strong>il</strong> ricovero ospedaliero<br />
e quando usciva si ingozzava di pasticche. Poi è<br />
morto. Di quella fine mi sento ancora oggi in parte<br />
responsab<strong>il</strong>e: perchè sono stato troppo duro<br />
negli atteggiamenti per cercare di condurlo alle<br />
giuste reazioni». Non è stato fac<strong>il</strong>e per Aldo vivere<br />
quei momenti, si irrigidì ma non smise, dopo<br />
un momentaneo sbandamento interiore, di recarsi<br />
al club e di assumere <strong>il</strong> ruolo di serv<strong>it</strong>ore.<br />
«Perché? Perché io attingo molto da loro. Chi è<br />
un alcolizzato è un uomo, un uomo da ascoltare,<br />
che va aiutato e fatto sfogare. Io? Io son qui» ti<br />
dice con quel vocione deciso ma accomodante.<br />
non abbiate timore, avvicinatevi al club.
Amalia Gobetto è un’altra ‘serv<strong>it</strong>rice’,<br />
una responsab<strong>il</strong>e per chi ha problemi<br />
legati all’alcol. L’Aicat è presente in tutto<br />
<strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio provinciale in 38 punti,<br />
suddivisi nel numero di 7 tra Latina e borghi.<br />
109
denominazione dell’attiv<strong>it</strong>à/servizio - Realizza-<br />
zione di centri per l’accoglienza di giovani con<br />
sindrome alcolica. Obiettivi del progetto - L’obiettivo<br />
è rest<strong>it</strong>uire alla società le persone che sono cadute<br />
nella trappola dell’alcol dipendenza. Tale obiettivo<br />
verrà persegu<strong>it</strong>o attraverso la creazione di centri di<br />
recupero per alcolisti, da estendere all’intero terr<strong>it</strong>orio<br />
regionale. Contenuti - Le attiv<strong>it</strong>à saranno inizialmente<br />
incentrate sulla scelta della localizzazione dei centri<br />
di recupero e accoglienza. Tale momento sarà effettuato<br />
dopo un’attenta analisi dei bisogni del terr<strong>it</strong>orio,<br />
attraverso la raccolta e l’elaborazione di dati statistici<br />
sul fenomeno dell’alcolismo. Dopo l’individuazione dei<br />
bisogni, si passerà alla scelta della localizzazione dei<br />
centri. Budget e integrazione con gli strumenti di pro-<br />
la relazione<br />
110<br />
la sindrome alcolica<br />
grammazione in corso - La Regione Lazio ha destinato<br />
con D.G.R. 634/2010 la somma di euro 600m<strong>il</strong>a per<br />
due progetti da realizzarsi nel distretto socio san<strong>it</strong>ario di<br />
Formia-gaeta e nella provincia di V<strong>it</strong>erbo. risultati attesi<br />
- si prevede di dare risposta alle richieste provenienti<br />
dal terr<strong>it</strong>orio regionale, garantendo la risocializzazione<br />
delle persone affette da sindrome alcolica, attraverso<br />
un percorso di recupero. si prevederà altresì a porre<br />
in essere una forte pol<strong>it</strong>ica di prevenzione. Prevenzione<br />
alcolismo - La legge regionale 24 dicembre 2008,<br />
n. 31, art. 49, stab<strong>il</strong>isce un finanziamento triennale in<br />
favore dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma, individuato<br />
quale centro di riferimento algologico della<br />
Regione Lazio. I Problemi e le Patologie Alcol Correlate<br />
rappresentano uno dei maggiori problemi san<strong>it</strong>ari in <strong>it</strong>a-
lia, con enormi implicazioni a livello medico, psicologico<br />
e sociale. i costi della problematica sono sottovalutati<br />
e, a fronte di circa 30.000 morti in Italia per problemi<br />
alcol correlati, le pol<strong>it</strong>iche di tutela san<strong>it</strong>aria in materia<br />
algologica sono ancora insufficienti. Il Centro di Riferimento<br />
Alcologico per la Regione Lazio (CRARL) è stato<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con DGR n. 5626 del 16 settembre 1997. Con<br />
tale DGR sono state riconosciute le attiv<strong>it</strong>à del Servizio<br />
Speciale di Prevenzione e Cira dei Danni Epatici da Alcol,<br />
creato nel 1979 nell’amb<strong>it</strong>o dell’accordo Univers<strong>it</strong>à-<br />
Regione Lazio per la strutturazione del Policlinico Umberto<br />
I. I comp<strong>it</strong>i affidati al CRARL dalla Deliberazione<br />
sono i seguenti:<br />
1. Individuazione delle risorse e delle strutture che<br />
si occupano di problemi e patologie alcol-correlate,<br />
esistenti e attive nel terr<strong>it</strong>orio della regione Lazio, al<br />
fine di poter realizzare nell’amb<strong>it</strong>o di tale terr<strong>it</strong>orio<br />
una rete di servizi.<br />
2. Attuazione del coordinamento regionale dei rappresentanti<br />
dei servizi pubblici e privati che a vario<br />
t<strong>it</strong>olo sono attivi nelle problematiche di riferimento.<br />
3. La promozione e lo sv<strong>il</strong>uppo di modelli di formazione<br />
e aggiornamento periodico degli operatori pubblici<br />
e privati attivi nelle problematiche di riferimento.<br />
4. La predisposizione, promozione e sperimentazione<br />
di protocolli coordinati, anche sperimentali, di intervento<br />
che prevedano la gestione a breve termine<br />
111<br />
dell’utente rispetto ad un percorso terapeutico e riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo<br />
integrato e multidisciplinare, medico, psicologico<br />
e sociale.<br />
5. L’ist<strong>it</strong>uzione di una banca dati ad aggiornamento<br />
costante sulla ricerca scientifica.<br />
6. La predisposizione, promozione e <strong>il</strong> coordinamento<br />
di modelli di prevenzione.<br />
7. La predisposizione, promozione e <strong>il</strong> coordinamento<br />
di modelli diagnostici sociali, medici e psicologici.<br />
8. La predisposizione, la sperimentazione e <strong>il</strong> coordinamento<br />
di strumenti per la verifica e <strong>il</strong> mon<strong>it</strong>oraggio<br />
qual<strong>it</strong>ativo e quant<strong>it</strong>ativo attraverso l’individuazione<br />
di idonei indicatori degli interventi effettuati dai componenti<br />
<strong>il</strong> sistema di rete.<br />
9. Coordinamento dell’attiv<strong>it</strong>à di penetrazione dei<br />
servizi nel terr<strong>it</strong>orio rispetto alla soglia di accesso dei<br />
servizi stessi.<br />
I finanziamenti previsti dalla legge regionale del 2008<br />
vanno a sostenere quegli interventi che rappresentano<br />
<strong>il</strong> cardine della funzione operativa del CRARL: 1.<br />
Assistenza socio-san<strong>it</strong>aria (un<strong>it</strong>à di accoglienza, ricovero,<br />
ambulatorio, un<strong>it</strong>à per la salute mentale); 2. ricerca;<br />
3. Formazione.<br />
• A marzo 2011 è stato finanziato con 400m<strong>il</strong>a euro<br />
<strong>il</strong> progetto d’implementazione del Centro di Riferimento<br />
alcologico del policlinico Umberto i di roma<br />
al quale si rivolgono ogni anno 2.500 persone.
nella foto grande ahmed, marocchino di casablanca:<br />
è dal 2000 in Italia. La v<strong>it</strong>a nella Comun<strong>it</strong>à Saman<br />
di Borgo Sabotino è scand<strong>it</strong>a da momenti ordinari,<br />
come ad esempio i turni in cucina mentre lo svago<br />
può essere rappresentato dalla palestra.<br />
112
testi di gian luca campagna _ foto di roberto gabriele<br />
gianfranco non ci prova a sorridere, stretto<br />
tra Bir<strong>il</strong>lo e Ben, l’enorme labrador dal<br />
pelo scuro e dagli occhi tristi. ti guarda<br />
con quegli azzurri e immagina in cuor suo di calarsi<br />
da un momento all’altro nei panni di Dago. Con<br />
un fendente <strong>il</strong> nob<strong>il</strong>e veneziano caduto in disgrazia<br />
si libera dalla morsa dei pirati saraceni e li ricaccia<br />
nelle più remote profond<strong>it</strong>à del mare, lui così<br />
affamato di giustizia e di lealtà, trad<strong>it</strong>o dall’amico<br />
fraterno e dalla donna che ha amato più del padre<br />
stesso. Ma Gianfranco non è Dago e nemmeno Mister<br />
No. E nemmeno Dylan Dog. Quelli sono eroi<br />
dei fumetti, anche se non può essere una casual<strong>it</strong>à<br />
dipendenza droghe<br />
113<br />
<strong>il</strong> bivio della v<strong>it</strong>a<br />
che le nuvole parlanti che affascinano gianfranco<br />
siano tutti degli antieroi, cinici, frag<strong>il</strong>i e romantici,<br />
lontani dagli stereotipi dell’eroe di carta borioso e<br />
invincib<strong>il</strong>e. Ma la realtà è altra. E Gianfranco lo sa<br />
bene, che è da 24 mesi osp<strong>it</strong>e di Saman, presso la<br />
Comun<strong>it</strong>à de ‘Le Vergini Nuove’ (antico nome di<br />
questa zona paludosa) che opera a Borgo Sabotino<br />
dal 1990, dedicandosi al recupero terapeutico<br />
e riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo di chi nella v<strong>it</strong>a è stato avv<strong>il</strong>uppato<br />
dai perversi tentacoli delle droghe, l’unica struttura<br />
residenziale convenzionata con la Asl provinciale.<br />
Gianfranco ha alle spalle una storia di sconf<strong>it</strong>te e<br />
scampoli di speranza di futuro, pronto a scommet
tere di nuovo su se stesso, cercando di non incap-<br />
pare negli stessi errori del passato. oggi <strong>il</strong> suo<br />
mondo fuori di qui vive sulle fantasie disegnate en<br />
plein air nelle tavole dei fumetti, ma l’interno della<br />
Comun<strong>it</strong>à è fatto di lavoro, med<strong>it</strong>azione e decoro.<br />
elementi che probab<strong>il</strong>mente sono mancati nella<br />
v<strong>it</strong>a, quella vera, all’esterno. «Quello che dico sempre,<br />
ai miei interlocutori, è che non sono privo di<br />
braccia –dice tutto d’un fiato senza mai guardarti<br />
negli occhi- quindi, alla fine, cosa mi manca?». E<br />
stavolta ti fissa con quegli occhi azzurri alla Dago.<br />
«Devo pensare prima a me piuttosto che ai miei figli,<br />
non ho una casa né un lavoro quando uscirò da<br />
qui…» tira fuori. E guarda da un’altra parte fissando<br />
un punto che solo lui conosce. già, gianfranco,<br />
42 anni: ha alle spalle un matrimonio fall<strong>it</strong>o, la perd<strong>it</strong>a<br />
dei gen<strong>it</strong>ori che lo ha segnato, di sicuro qualche<br />
compagnia sghemba e sbagliata (anche se lui<br />
non lo ammette), un rapporto coi figli, 20 e 16 anni,<br />
che non è mai completamente decollato. E un futuro<br />
colorato da incertezze concrete. Il 13 marzo ha<br />
festeggiato –si fa per dire- i 24 mesi all’interno della<br />
Saman, prima nella piana di Sibari (Cosenza),<br />
poi 3 mesi a Belgioioso (pavia), e poi ancora qualche<br />
calcolo calendarizzato prima di fermarsi qui<br />
nelle campagne alle porte di latina. ha una mente<br />
matematica gianfranco, ma si schernisce da sé:<br />
114<br />
«ho avuto una v<strong>it</strong>a normale –racconta- ero operaio<br />
in una fabbrica, poi manovale in vari cantieri –<br />
ammettendo di riflesso che la ricerca di un lavoro<br />
non è mai stato un problema-. Tutto tranqu<strong>il</strong>lo, poi<br />
mi sono sposato nel ’90, nel 2000 ho conosciuto<br />
l’eroina…». Ecco, non c’è un vero perché. E se c’è,<br />
Gianfranco non te lo racconta. «L’incapac<strong>it</strong>à di affrontare<br />
le s<strong>it</strong>uazioni mi ha portato all’ero, poi alla<br />
coca –confessa-. e ha massacrato <strong>il</strong> rapporto con<br />
mia moglie, che è defin<strong>it</strong>ivamente crollato. Perché?<br />
Il perché di tutto questo? Il problema sono io, io<br />
che sono sbagliato». Gianfranco entra in Comun<strong>it</strong>à<br />
nel 2007, resta pul<strong>it</strong>o per 13 mesi. Crede di avercela<br />
fatta, ma la morte dei gen<strong>it</strong>ori lo fa ripiombare<br />
in uno stato che solo lui conosce e si avvicina alla<br />
cocaina. Brucia l’ered<strong>it</strong>à con la stessa veloc<strong>it</strong>à con<br />
cui brucia quella maledetta polvere bianca che gli<br />
domina volontà, cuore e cervello. poi capisce che<br />
per recuperare se stesso deve tornare in comun<strong>it</strong>à<br />
e ricomincia <strong>il</strong> suo percorso: è qui alla Saman di<br />
sabotino dal 2 dicembre, «dove <strong>il</strong> giorno trascorre<br />
tra picca e pala». Prego? «Picca e pala. Lavoro<br />
lavoro lavoro. così con la mente stai impegnato e<br />
non pensi ad altro, stai bene, dài retta a me» prova<br />
ad abbozzare un sorriso che rimane strozzato negli<br />
occhi azzurri alla Dago. La stessa intens<strong>it</strong>à di<br />
Gianfranco ‘Dago’ la r<strong>it</strong>rovi nei profondi occhi ca-
stani di irene modena, capelli corti, un colpo di<br />
lacca leggera per mantenere qualche riccio ancora<br />
ribelle, romana, di professione psicoterapeuta, da<br />
3 anni alla saman a raccogliere storie diverse e<br />
anime spezzate, a cercare di ricomporre schegge<br />
di un vetro frantumato che quando si incolla resta<br />
tratteggiato e irregolare. «Vedo persone, non vedo<br />
progetti ma percorsi da instaurare assieme a chi ha<br />
queste problematiche –sorride appena- la tossicodipendenza<br />
fa parte di un quadro: se si entra in<br />
Comun<strong>it</strong>à è perché sono saltati gli schemi della<br />
v<strong>it</strong>a. Tocca a noi ricomporre questo puzzle. Chi è<br />
tossicodipendente avverte una continua necess<strong>it</strong>à<br />
di confronti, resta faticoso recuperare percorsi di<br />
v<strong>it</strong>a, perché questo è <strong>il</strong> nostro comp<strong>it</strong>o: chi si è drogato<br />
ha eliminato parte del suo passato ed è faticoso<br />
rimettere a posto parti e pezzi di un passato mai<br />
vissuto. Cosa mi colpisce in tutto questo? –continua-<br />
La sofferenza di ogni singola storia, storie mai una<br />
uguale all’altra e tutte assolutamente tragiche». Irene<br />
dal lunedì al venerdì riceve e ascolta i 13 ragazzi<br />
che stazionano qui a Sabotino: «In questo tempo<br />
vedi cambiare le v<strong>it</strong>e e a volte, quando vanno via<br />
da qui, si resta anche in contatto». Il sorriso di Agata<br />
Isabella, 27 anni, casertana, impegnata dal lunedì<br />
al giovedì, da 3 mesi alla Saman, è timido. Il<br />
suo ruolo è quello di responsab<strong>il</strong>e, più strettamente<br />
115<br />
organizzativo e amministrativo, di raccordo all’interno<br />
dell’intera struttura, insomma coordina gli<br />
operatori, sia gli educatori che i terapeuti, e cerca<br />
di mettere a frutto la sua fresca laurea in psicologia.<br />
ma una delle anime della saman di sabotino<br />
è Barbara Corvarola, genovese d’origine ma ormai<br />
pontina d’adozione e d’estrazione considerati<br />
i 15 anni di m<strong>il</strong><strong>it</strong>anza in Agro. La sua esperienza<br />
prima di approdare in comun<strong>it</strong>à terapeutica e riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativa<br />
è costellata di anni duri e formativi: gli<br />
homeless caratterizzano <strong>il</strong> suo impegno costante<br />
fino a quando non decide di tornare a giugno scorso<br />
alla saman di Borgo sabotino vicino a chi ha<br />
problemi legati alle tossicodipendenze. «Cosa posso<br />
raccontare di questi anni di lavoro? –racconta-<br />
Tanti sono gli aneddoti anche se mi è rimasto nel<br />
cuore un ragazzo. Era <strong>il</strong> 1996 e Vincenzo non<br />
dava segni di reazione, era un malato catatonico<br />
con una patologia psicologica molto grave fino a<br />
quando non si aprì e cominciò a raccontarmi la storia<br />
della sua v<strong>it</strong>a, con <strong>il</strong> dramma di aver vissuto<br />
l’assassinio della madre in diretta. Piano piano si è<br />
ripreso ma oggi l’ho completamente perso di vista».<br />
La v<strong>it</strong>a in Comun<strong>it</strong>à è scand<strong>it</strong>a in maniera regolare.<br />
e guai se non fosse così. riacquistare un<br />
r<strong>it</strong>mo e un batt<strong>it</strong>o regolare della v<strong>it</strong>a è fondamentale.<br />
esistono delle regole e non si può contravvenire.
Ogni settore della v<strong>it</strong>a comun<strong>it</strong>aria è suddiviso in<br />
altri settori attraverso una sorta di gerarchia interna<br />
piramidale, ricoperta da un ragazzo da recuperare,<br />
in modo da responsab<strong>il</strong>izzarlo: chi riveste,<br />
poi, <strong>il</strong> ruolo di raccordo tra gli operatori e i ragazzi<br />
è <strong>il</strong> cosiddetto ‘angelo’ (di giorno, e di notte), un<br />
vero diaframma in questa struttura dagli equ<strong>il</strong>ibri<br />
all’apparenza delicati ma decisi. E se un ragazzo<br />
dovesse subire una crisi, dovesse ‘sbroccare’? «Lo<br />
si porta in ufficio ed è comp<strong>it</strong>o dell’operatore e poi<br />
del terapeuta, attraverso anche un sistema di messa<br />
in rete col Centro d’accoglienza, trovare la soluzione».<br />
Di sol<strong>it</strong>o attraversa un periodo di crisi chi<br />
ha appena abbracciato <strong>il</strong> percorso o chi è a metà,<br />
del resto avere reazioni è inev<strong>it</strong>ab<strong>il</strong>e. Chi decide di<br />
entrare in una comun<strong>it</strong>à per disintossicarsi sa bene<br />
che i contatti con l’esterno sono ridotti all’osso, abbracciando<br />
quel percorso che di sol<strong>it</strong>o va dai 3 ai<br />
18 mesi: nel primo mese i rapporti coi fam<strong>il</strong>iari sono<br />
strettamente epistolari, poi si arriva anche a una<br />
telefonata a settimana, concedendo poi maggiori<br />
contatti a chi ha figli; al terzo mese scatta la vis<strong>it</strong>a<br />
all’interno della Comun<strong>it</strong>à, poi al sesto ecco la<br />
grande conquista: <strong>il</strong> ‘permesso di verifica’ ammette<br />
anche <strong>il</strong> trascorrere un paio di giorni alla settimana<br />
a casa, in modo da fac<strong>il</strong><strong>it</strong>are <strong>il</strong> processo di reinserimento.<br />
ahmed invece ha la fortuna di tornare a<br />
116<br />
casa e abbracciarli i figli. Ti fissa con i suoi occhi<br />
nocciola e ti mostra con una punta d’orgoglio e tenerezza<br />
<strong>il</strong> disegno che Adam gli ha dedicato per la<br />
festa del papà, poggiato sul comodino del letto<br />
sgualc<strong>it</strong>o. Adam ha 7 anni e Sara ne ha 3, Ahmed<br />
invece è da 14 mesi che è in recupero, «anche se<br />
una volta ci sono ricascato. ho fatto uso di ero anche<br />
quando stavo in permesso». La storia di Ahmed<br />
è tanto sim<strong>il</strong>e a quella di tanti suoi connazionali:<br />
nato e vissuto nei sobborghi più miseri di Casablanca,<br />
s’imbarca nel 2000 alla volta dell’Italia, arriva<br />
al porto di genova e da lì <strong>il</strong> suo peregrinare lo<br />
conduce a reggio calabria, «dove lavoravo come<br />
giardiniere presso qualche v<strong>il</strong>la sul l<strong>it</strong>orale», poi<br />
qualche zuffa alternata ai lavori in campagna e<br />
altre incomprensioni fino a quando arriva lo spaccio.<br />
Ma è a Roma che Ahmed perde completamente<br />
la sua ident<strong>it</strong>à: è <strong>il</strong> 2004 e la sua attiv<strong>it</strong>à principale<br />
è lo spaccio. Spaccia ero e coca. Fa solo<br />
quello. così in quel periodo comincia anche a bucarsi,<br />
poi c’è solo l’oblio squarciato dai raggi di<br />
luce dei figli, che oggi vivono a Roma con la mamma.<br />
«Che farò una volta che sono usc<strong>it</strong>o di qui? Se<br />
esco trovo sempre la stessa storia, cosa volete che<br />
faccia?». Non sfugge mai lo sguardo Ahmed. Ti<br />
guarda, ti risponde, ti chiede, aspetta le risposte:<br />
del resto è una v<strong>it</strong>a che è ab<strong>it</strong>uato a relazionarsi.
cerca lo sguardo anche di d<strong>il</strong>etta cipriani, educa-<br />
trice, che sta svolgendo i suoi 2 anni di tirocinio, da<br />
1 mese qui alla saman. «casa mia era un porto di<br />
mare e Casablanca è enorme», sussurra. Sul comodino<br />
è poggiato <strong>il</strong> Corano, «l’unico libro che riesco<br />
a leggere -soffia- quella carta igienica che sta su<br />
quegli scaffali non la vedo proprio» e indica gli altri<br />
libri p<strong>il</strong>ati in libreria. Il libro sacro del Profeta è<br />
l’unico ponte che lo lega ancora al Marocco, da<br />
cui manca dal 2005. «E che ci torno a fare: lì non<br />
ho più nulla. Sì, d’accordo, ci sono i miei gen<strong>it</strong>ori<br />
ma <strong>il</strong> resto è tutta povertà. E spero tanto che i miei<br />
fratelli insorgano anche loro come gli egiziani, i libici<br />
e i tunisini, anche se poi forse è meglio che resti<br />
al comando re mohammed: chi verrà al posto suo<br />
ha la pancia vuota e mangerà di sicuro in modo più<br />
vorace. No, forse alla fine è meglio che resti <strong>il</strong> sovrano<br />
di oggi». Scrolla le spalle, vorrebbe tanto<br />
riprendere a vangare <strong>il</strong> suo orto ahmed. «così non<br />
penso. Non penso a me e ai miei figli», dice. Nell’<strong>it</strong>inerario<br />
che porta alla disintossicazione e al riavvicinarsi<br />
a una v<strong>it</strong>a normale insistono una serie di<br />
attiv<strong>it</strong>à, che vanno da quelle psicorporee che sconfinano<br />
nella med<strong>it</strong>azione tenute da Nicola a quelle<br />
che abbracciano l’arte teatrale dettate da Enrico<br />
passando per <strong>il</strong> comparto agricolo, favor<strong>it</strong>o dagli<br />
oltre 2 ettari di terra incolta che circondano quest’o-<br />
117<br />
asi a due passi dal caos della c<strong>it</strong>tà. e sono quelle<br />
sterrate in aperta campagna a stimolare em<strong>il</strong>iano a<br />
correre ogni giorno, a macinare ch<strong>il</strong>ometri e a mulinare<br />
le gambe in quegli allunghi ripassati dai vortici<br />
della memoria quando con la maglia della lodigiani<br />
era una promessa del calcio. «Di cazzate<br />
quante ne ho fatte -si morde <strong>il</strong> labbro em<strong>il</strong>iano,<br />
37enne romano di Centocelle, dentro per rapina in<br />
banca (la Saman è convenzionata col Ministero<br />
della Giustizia per accogliere 3 detenuti in attesa di<br />
giudizio, ndc)- ero sicuro che avrei sfondato nel<br />
mondo del calcio. hai presente <strong>il</strong> classico numero<br />
10? Alto, con visione di gioco, fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à di palleggio?<br />
Esatto, alla Totti, grande Francesco… mi sono avvicinato<br />
alla coca quando avevo 17 anni, attorniato<br />
da un grande benessere, non mi mancava nulla,<br />
pregustavo un domani da calciatore professionista<br />
con tante donne a disposizione proprio quando ho<br />
fatto <strong>il</strong> salto in Primavera…». Poi, però ecco una<br />
serie di ‘cazzate’ in rapida successione: <strong>il</strong> vizio della<br />
cocaina che prende <strong>il</strong> sopravvento, lo spaccio e<br />
le compagnie pessime. le rapine. la rapina che lo<br />
incastra. Em<strong>il</strong>iano è dal 2008 alla Saman, anche<br />
lui prima a Sibari, poi da ottobre 2010 staziona qui<br />
a sabotino, «ma me ne vado a casa presto: <strong>il</strong> 14<br />
maggio esco da qui, affidato al Sert d’appartenenza».<br />
Corre e palleggia col pallone, Em<strong>il</strong>iano, «at-
118<br />
traverso una grande forma fisica» strizza l’occhio a<br />
dispetto delle 15 sigarette al giorno che consuma,<br />
«ma la coca è un lontano ricordo. Se mi è cap<strong>it</strong>ato<br />
di entrarci in contatto in questi giorni che coi permessi<br />
me ne torno in famiglia? Certo che sì. E la<br />
sfido, la tocco: e non pippo. Che farò ora che uscirò<br />
da qui? L’agente assicurativo o aprirò un centro<br />
estetico assieme a qualche amico. sì, ho le idee<br />
chiare ma mi manca sempre qualcosa». Cosa? «Mi<br />
manca la libertà, la mia libertà. Ma è questione di<br />
giorni ormai» sorride. Sorride e scompare dietro<br />
Bir<strong>il</strong>lo e Ben, l’enorme labrador dal pelo scuro e<br />
dagli occhi tristi.
nella foto grande irene modena,<br />
psicoterapeuta. in alto a destra la responsab<strong>il</strong>e isabella<br />
Agata e l’operatrice Barbara Corvarola; Em<strong>il</strong>iano,<br />
un passato da calciatore gettato al vento<br />
e ancora ahmed nella dispensa della cucina.<br />
119
la relazione<br />
Come prevenire le tossicodipendenze<br />
principale dei progetti di prevenzione<br />
(dal D.P.R. dell’ottobre 1990 n. 309,<br />
L’obiettivo<br />
modificato dalla legge 18 febbraio 1999, n.<br />
45) è quello di contrastare l’uso di sostanze psicoattive<br />
nella comun<strong>it</strong>à, soprattutto tra gli adolescenti<br />
prima che esso si instauri, attraverso la riduzione<br />
dei fattori di rischio e dei comportamenti problematici,<br />
o l’acquisizione di competenze e ab<strong>il</strong><strong>it</strong>à personali<br />
e, tra la popolazione a rischio, attraverso<br />
azioni di reinserimento sociale e lavorativo.<br />
La Regione Lazio, a decorrere dalla programmazione<br />
terr<strong>it</strong>oriale per <strong>il</strong> triennio 2008-2010, ha fatto rientrare<br />
la pianificazione degli interventi di lotta alla<br />
droga relativi alla prevenzione, al recupero ed al<br />
reinserimento sociale nei piani di zona, con un budget<br />
di risorse finanziarie aggiuntive, calcolate sulla<br />
base della popolazione a rischio e del numero dei<br />
120<br />
Servizi per le tossicodipendenze (SERT) presenti nel<br />
terr<strong>it</strong>orio dei distretti sociosan<strong>it</strong>ari e nel comune di<br />
roma, tenendo conto altresì degli interventi storici dei<br />
quali si è accertata l’effettiva attuazione e valid<strong>it</strong>à.<br />
Tale scelta è discesa dalla duplice esigenza di dare<br />
l’opportun<strong>it</strong>à alle ist<strong>it</strong>uzioni locali di individuare, attraverso<br />
un’attenta analisi dei bisogni, le progettual<strong>it</strong>à<br />
più idonee alle caratteristiche del proprio terr<strong>it</strong>orio, e<br />
di favorire la costruzione di una rete a livello distrettuale<br />
tra tutti gli attori coinvolti in tali problematiche.<br />
Fino ad oggi le linee di indirizzo regionali si sono<br />
lim<strong>it</strong>ate a definire i cr<strong>it</strong>eri di riparto delle risorse destinate<br />
a tali progettual<strong>it</strong>à, che, nella maggior parte<br />
dei casi, si riferiscono a centri di ascolto per studenti<br />
e per le loro famiglie, laboratori sociali, centri diurni,<br />
peer education, educativa terr<strong>it</strong>oriale nonché tirocini<br />
Formativi e inserimenti lavorativi. tuttavia, la
compless<strong>it</strong>à delle attiv<strong>it</strong>à di prevenzione nell’amb<strong>it</strong>o<br />
delle tossicodipendenze ha fatto emergere l’esigenza<br />
di una profonda riflessione che coinvolga tutti i<br />
soggetti interessati, dalla famiglia alla scuola, dai<br />
servizi sociali a quelli san<strong>it</strong>ari, che porti alla definizione<br />
di obiettivi chiari e di azioni contrassegnate<br />
da una maggiore probab<strong>il</strong><strong>it</strong>à di risultato.<br />
in particolare, una volta consolidati e data continu<strong>it</strong>à<br />
ai servizi già attivi sul terr<strong>it</strong>orio attraverso <strong>il</strong> loro<br />
inserimento nei piani di zona, si potranno attivare<br />
meccanismi di controllo dei risultati, ampliando altresì<br />
lo spettro degli interventi fino a comprendere<br />
non solo <strong>il</strong> contrasto dell’abuso di sostanze stupefacenti,<br />
ma dipendenze in sempre maggiore diffusione,<br />
quali ad esempio quelle dall’alcool e dal gioco<br />
d’azzardo.<br />
per quanto attiene in particolare ai piani per le tossicodipendenze<br />
inclusi nei Piani di Zona, la loro<br />
approvazione è subordinata a quella del Piano<br />
nel quale sono compresi, nonché alla effettiva attivazione<br />
e conclusione dei servizi di cui agli anni<br />
precedenti, comprovata attraverso relazioni sull’efficacia<br />
e rendicontazione delle relative spese. Poiché,<br />
allo stato, anche a causa del r<strong>it</strong>ardato trasferimento<br />
dei fondi, molti distretti non hanno ancora<br />
avviato le progettual<strong>it</strong>à, ovvero non hanno provveduto<br />
a trasmettere la documentazione a consuntivo<br />
121<br />
relativa agli anni precedenti, a fronte dell’approvazione<br />
dei Piani di Zona 2009 non è stato possib<strong>il</strong>e<br />
procedere alla liquidazione delle quote per gli<br />
interventi di lotta alla droga, ad eccezione di quelle<br />
spettanti al comune di roma e di altri quattro<br />
distretti socio-san<strong>it</strong>ari. per contrastare <strong>il</strong> fenomeno<br />
delle tossicodipendenze l’Assessorato ha posto in<br />
essere ‘Dipende da te’, una campagna di prevenzione<br />
contro l’abuso di droghe, ma anche alcool,<br />
farmaci e tecnologie (tv, videogiochi, internet,<br />
cellulari). Si rivolge a tutte le fasce d’età, grazie<br />
a cinque diversi progetti di sensib<strong>il</strong>izzazione che,<br />
sulla base di un supporto medico-scientifico specializzato,<br />
sfruttano la strategia della comunicazione<br />
da pari a pari e dell’entertainment education. Inoltre,<br />
lim<strong>it</strong>atamente per gli studenti univers<strong>it</strong>ari ecco<br />
l’iniziativa ‘I LOVE ME’, che coinvolge 6 atenei e<br />
oltre 50 discoteche della regione: in questo modo<br />
si intende diffondere una reale cultura del benessere<br />
– a contrasto di droga, alcool, tabacco, gioco<br />
d’azzardo – attraverso la formazione e l’azione<br />
sul terr<strong>it</strong>orio di 100 ‘Health Boys’, con l’obiettivo<br />
di incidere nei comportamenti dei ragazzi, anche<br />
attraverso la proposizione di attiv<strong>it</strong>à ludiche, alternative<br />
a quelle dannose a livello psichico e fisico.<br />
La campagna coinvolgerà circa 130m<strong>il</strong>a ragazzi,<br />
tra studenti univers<strong>it</strong>ari e giovani adulti.
la mission<br />
I servizi dell’Assessorato<br />
assessorato alla pol<strong>it</strong>iche sociali e Famiglia<br />
Via del Caravaggio, 99 00187 Roma<br />
Segreteria 06.51688639 – 51688447 aforte@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
alle pol<strong>it</strong>iche sociali e famiglia<br />
abbraccia diverse tematiche (Famiglia, in-<br />
L’assessorato<br />
fanzia, As<strong>il</strong>i Nido, Dipendenze, Disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à,<br />
Emigrazione, Immigrazione, Terzo Settore – Volontariato,<br />
Residenze San<strong>it</strong>arie – Assistenziali). Vediamo<br />
ogni area come svolge la propria attiv<strong>it</strong>à e<br />
come è indirizzata.<br />
Sostegno alla Famiglia e ai Minori<br />
dott. massimo americola<br />
06.51688018 mamericola@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
provvede a: curare gli adempimenti regionali in or-<br />
122<br />
dine agli interventi a sostegno della famiglia, della<br />
gestione degli as<strong>il</strong>i nido e delle assistenti materne,<br />
delle ludoteche, dei consultori e del servizio di assistente<br />
fam<strong>il</strong>iare. Curare le attiv<strong>it</strong>à di adozione e<br />
di affido. Curare gli interventi per <strong>il</strong> sostegno della<br />
matern<strong>it</strong>à e patern<strong>it</strong>à, della gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à e della natal<strong>it</strong>à,<br />
gli interventi per favorire la conc<strong>il</strong>iazione dei<br />
tempi di v<strong>it</strong>a e di lavoro. Curare le attiv<strong>it</strong>à finalizzate<br />
alla realizzazione di agevolazioni finanziarie a<br />
sostegno delle famiglie disagiate e <strong>il</strong> bonus bebè.<br />
Curare gli interventi relativi al potenziamento dei<br />
servizi socio educativi per la prima infanzia, la<br />
pre-adolescenza e l’adolescenza. Curare le inizia
tive di sensib<strong>il</strong>izzazione e informazione sul ruolo<br />
sociale della famiglia. curare le attiv<strong>it</strong>à relative al<br />
coordinamento ed al funzionamento dell’Osservatorio<br />
permanente sulla Famiglia e della conferenza<br />
regionale sulla Famiglia. Curare la valutazione<br />
dell’impatto sociale sulla famiglia delle azioni di<br />
pianificazione e programmazione regionale. Attuare<br />
i programmi finanziati con fondi comun<strong>it</strong>ari,<br />
nazionali e regionali per le materie di propria competenza.<br />
Ufficio Adozione e Affidamento Fam<strong>il</strong>iare<br />
provvede a: curare gli interventi regionali a sostegno<br />
della Famiglia ed in particolare in materia di<br />
adozione e affidamento fam<strong>il</strong>iare e l’ist<strong>it</strong>uzione e <strong>il</strong><br />
coordinamento di gruppi e com<strong>it</strong>ati tecnici specialistici.<br />
Curare l’attiv<strong>it</strong>à di informazione e formazione<br />
ivi comprese le iniziative di sensib<strong>il</strong>izzazione sul<br />
ruolo sociale della famiglia e in materia di adozione<br />
e affidamento fam<strong>il</strong>iare ivi compreso l’aggiornamento<br />
del portale “Lazio adozioni”, di concerto<br />
con l’Area competente in materia di comunicazione.<br />
curare i rapporti con i soggetti pubblici e privati<br />
competenti in materia di adozione e affidamento<br />
fam<strong>il</strong>iare. svolgere e coordinare studi e ricerche<br />
sulla Famiglia ed in particolare in materia di ado-<br />
123<br />
zione e affidamento fam<strong>il</strong>iare ivi comprese attiv<strong>it</strong>à<br />
di studio per la realizzazione di agevolazioni finanziarie<br />
a sostegno delle famiglie. Svolgere attiv<strong>it</strong>à di<br />
mon<strong>it</strong>oraggio sull’attiv<strong>it</strong>à legislativa sulla Famiglia<br />
ed in particolare in materia di adozione e affidamento<br />
fam<strong>il</strong>iare.<br />
Comunicazione e Coordinamento delle Attiv<strong>it</strong>à<br />
Sociali – arch. luca colosimo<br />
06.51688539 lcolosimo@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
Provvede a: Curare le attiv<strong>it</strong>à di comunicazione e<br />
<strong>il</strong> s<strong>it</strong>o web della Direzione, e organizzare seminari,<br />
eventi e manifestazioni, di concerto con le Aree<br />
della Direzione. Coordinare e programmare le attiv<strong>it</strong>à<br />
di formazione professionale del personale<br />
della Direzione. Gestire <strong>il</strong> Sistema Informativo Sociale<br />
e le attiv<strong>it</strong>à organizzazione dei dati statistici.<br />
curare i rapporti con le strutture regionali e con gli<br />
enti e organismi esterni competenti in materia di<br />
sistemi operativi/statistici. curare la gestione delle<br />
fonti informative nonché l’elaborazione dei dati ai<br />
fini della programmazione degli interventi socio-assistenziali.<br />
Attuare i programmi finanziati con fondi<br />
comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie di<br />
propria competenza. Svolgere le funzioni di Segreteria<br />
Tecnica dell’Organismo Intermedio dell’Asse
III “Inclusione Sociale” del POR F.S.E. Gestire progetti<br />
p<strong>il</strong>ota ed iniziative di carattere sperimentale di<br />
livello regionale; curare <strong>il</strong> coordinamento generale<br />
con le IPAB della Regione Lazio per la promozione<br />
di attiv<strong>it</strong>à finalizzate all’inclusione sociale. Coordinare<br />
i rapporti con le società in house della regione<br />
Lazio per le attiv<strong>it</strong>à di competenza della Direzione.<br />
Assicurare <strong>il</strong> coordinamento nella gestione<br />
delle risorse finanziarie assegnate alla Direzione<br />
Piani di Zona e Servizi Sociali Locali<br />
Dott. Alberto Sasso D’Elia<br />
06.51684938 asassodelia@regione.lazo.<strong>it</strong><br />
Provvede a: Curare gli adempimenti connessi all’attiv<strong>it</strong>à<br />
istruttoria, al mon<strong>it</strong>oraggio e alla verifica dei<br />
Piani di Zona nonché alla predisposizione degli atti<br />
di impegno e di erogazione dei relativi finanziamenti.<br />
Curare le attiv<strong>it</strong>à necessarie alla valutazione<br />
dei Piani di Zona, sent<strong>it</strong>e le Aree della Direzione,<br />
ciascuna per le materie di propria competenza.<br />
Collaborare con le altre aree nella predisposizione<br />
e gestione di progetti di natura sperimentale dei<br />
piani di zona, nelle materie di competenza della<br />
Direzione. Curare la programmazione ed attuazione<br />
piani distrettuali. Provvedere alla predisposi-<br />
124<br />
zione degli atti relativi agli interventi in favore dei<br />
piccoli comuni per superare le emergenze socio-assistenziali.<br />
Attuare i programmi finanziati con fondi<br />
comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie di<br />
propria competenza.<br />
Sostegno alla Disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à<br />
dott.ssa renata sangiorgi<br />
06.51688637 rsangiorgi@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
provvede a: curare gli interventi regionali in favore<br />
dell’inserimento lavorativo delle persone diversamente<br />
ab<strong>il</strong>i di competenza della Direzione. Curare<br />
i rapporti con le strutture regionali competenti<br />
in materia di istruzione e dir<strong>it</strong>to allo studio per <strong>il</strong><br />
coordinamento degli interventi regionali per l’integrazione<br />
scolastica degli alunni diversamente<br />
ab<strong>il</strong>i. Curare gli interventi regionali per l’integrazione<br />
scolastica degli alunni diversamente ab<strong>il</strong>i di<br />
competenza della Direzione. Curare i rapporti con<br />
le strutture regionali competenti in materia di formazione<br />
e lavoro per <strong>il</strong> coordinamento degli interventi<br />
regionali in favore dell’inserimento lavorativo<br />
delle persone diversamente ab<strong>il</strong>i, in relazione a<br />
specifiche disab<strong>il</strong><strong>it</strong>à. Curare in collaborazione con<br />
le strutture regionali competenti in materia di for-
mazione professionale la formazione e l’aggiornamento<br />
degli operatori dei servizi socio-assistenziali<br />
e socio-san<strong>it</strong>ari a favore delle persone diversamente<br />
ab<strong>il</strong>i. Curare la pianificazione e la gestione degli<br />
interventi regionali per la prevenzione ed <strong>il</strong> superamento<br />
della tossicodipendenza e dell’alcolismo,<br />
nonché delle altre forme di dipendenza. Curare le<br />
attiv<strong>it</strong>à connesse al r<strong>il</strong>ascio di rimborsi e contributi<br />
a soggetti privati e pubblici. Attuare i programmi finanziati<br />
con fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali<br />
per le materie di propria competenza.<br />
Programmazione e Pianificazione<br />
Socio-Assistenziale – Arch. Paola Falconi<br />
06.51688422 pfalconi@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
Provvede a: Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa alla programmazione<br />
e pianificazione del Piano socio-assistenziale.<br />
Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa alla programmazione<br />
degli interventi socio-assistenziali, in collaborazione<br />
con le Aree della Direzione per le attiv<strong>it</strong>à<br />
di rispettiva competenza. Curare <strong>il</strong> mon<strong>it</strong>oraggio<br />
sull’attuazione del Piano socio-assistenziale e degli<br />
interventi programmati dalla regione di competenza<br />
della Direzione, in collaborazione con le altre<br />
Aree della Direzione. Curare la predisposizione<br />
125<br />
dei provvedimenti per la definizione dei cr<strong>it</strong>eri di<br />
riparto del Fondo Nazionale per le Pol<strong>it</strong>iche Sociali<br />
e del Fondo regionale destinati ad enti pubblici e<br />
privati relativamente agli interventi del piano socioassistenziale.<br />
Provvedere all’elaborazione dei dati<br />
e delle informazioni ut<strong>il</strong>i alla programmazione degli<br />
interventi socio-assistenziali. Curare i rapporti<br />
con <strong>il</strong> coordinamento tecnico della commissione<br />
interregionale degli assessori alle pol<strong>it</strong>iche sociali<br />
e l’attiv<strong>it</strong>à dei rappresentanti della Direzione in<br />
seno ai gruppi tecnici interregionali. partecipare<br />
alla conferenza Stato-Regioni per le materie di propria<br />
competenza. Attuare i programmi finanziati<br />
con fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le<br />
materie di propria competenza<br />
Legislazione Sociale, Studi e Ricerche<br />
dott. Francesco Bucci<br />
06.51688479 francescobucci@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
Provvede a: Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa alla progettazione<br />
ed alla produzione normativa nel settore dei servizi<br />
sociali, anche in relazione alle norme finanziarie<br />
e di b<strong>il</strong>ancio, nonché l’attiv<strong>it</strong>à di consulenza giuridicoamministrativa<br />
nei confronti delle altre aree. curare<br />
l’attiv<strong>it</strong>à di analisi dei provvedimenti normativi statali
e comun<strong>it</strong>ari che hanno ripercussioni sulle attiv<strong>it</strong>à della<br />
Direzione. Curare l’attiv<strong>it</strong>à relativa allo studio ed<br />
alla definizione della tipologia e degli standard strutturali<br />
e gestionali delle strutture e dei servizi socio–<br />
assistenziali. Curare la definizione dei requis<strong>it</strong>i minimi<br />
e delle procedure per l’autorizzazione al funzionamento<br />
delle strutture e dei servizi socio–assistenziali,<br />
nonché degli indirizzi agli enti locali per l’esercizio<br />
dell’attiv<strong>it</strong>à di vig<strong>il</strong>anza. Provvedere all’elaborazione<br />
degli standard strutturali e gestionali di qual<strong>it</strong>à delle<br />
strutture e dei servizi socio- assistenziali. Curare la<br />
definizione dei requis<strong>it</strong>i e delle procedure per l’accred<strong>it</strong>amento<br />
delle strutture e dei servizi socio–assistenziali.<br />
Studiare e promuovere l’individuazione di<br />
sistemi per <strong>il</strong> controllo della qual<strong>it</strong>à dei servizi e delle<br />
prestazioni socio-assistenziali. Curare la procedura di<br />
certificazione sociale di prodotti e processi, al fine di<br />
migliorare le perfomance di qual<strong>it</strong>à dei soggetti e delle<br />
strutture che operano nel sociale. effettuare studi e<br />
ricerche in campo sociale.<br />
Integrazione Socio-San<strong>it</strong>aria<br />
Dott. Orlando Vannozzi<br />
06.51688401 ovannozzi@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
Provvede a: Svolgere l’attiv<strong>it</strong>à di coordinamento per<br />
126<br />
l’integrazione dei servizi socio-assistenziali con quelli<br />
san<strong>it</strong>ari e con gli altri servizi terr<strong>it</strong>oriali. Curare la<br />
pianificazione e la gestione degli interventi regionali<br />
in favore degli anziani, delle persone non autosufficienti,<br />
dei disagiati psichici. Curare la pianificazione<br />
e la gestione degli interventi regionali per la promozione<br />
di progetti di informazione e prevenzione sul<br />
hiV-aids. curare gli interventi in favore dei disab<strong>il</strong>i<br />
civ<strong>il</strong>i. curare i rapporti con le strutture regionali<br />
competenti in materia di san<strong>it</strong>à per <strong>il</strong> coordinamento<br />
delle iniziative per la promozione e la realizzazione<br />
dell’integrazione dei servizi sociali e san<strong>it</strong>ari a<br />
livello terr<strong>it</strong>oriale. Curare l’attiv<strong>it</strong>à di raccordo con<br />
le strutture regionali competenti in materia di san<strong>it</strong>à<br />
per la definizione dei programmi e degli interventi<br />
socio-san<strong>it</strong>ari. Attuare i programmi finanziati con<br />
fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie<br />
di propria competenza.<br />
Pol<strong>it</strong>iche Migratorie e Integrazione Sociale<br />
Dott.ssa Valentina Mazzarella<br />
06.51684772 vmazzarella@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
provvede a: promuovere e programmare le attiv<strong>it</strong>à<br />
a favore dei c<strong>it</strong>tadini immigrati e dei neocomun<strong>it</strong>ari.<br />
curare gli interventi regionali in favore dei nomadi
e delle minoranze etniche, dei rifugiati e dei richiedenti<br />
as<strong>il</strong>o. Programmare azioni ed interventi per la<br />
gestione dei centri antiviolenza per donne maltrattate<br />
e per le v<strong>it</strong>time della tratta. gestire gli interventi<br />
rivolti alla promozione dell’associazionismo tra gli<br />
immigrati e la tenuta dell’albo delle associazioni di<br />
immigrati. Gestire l’attiv<strong>it</strong>à di programmazione e pianificazione<br />
degli interventi in favore degli emigrati<br />
laziali e delle loro famiglie e l’attiv<strong>it</strong>à di promozione<br />
dell’associazionismo tra gli emigrati. Promuovere la<br />
partecipazione ad organismi che si occupano dei<br />
problemi dell’emigrazione e dell’immigrazione. Promuovere<br />
attiv<strong>it</strong>à di studio e ricerca del fenomeno migratorio.<br />
svolgere attiv<strong>it</strong>à di supporto alla consulta<br />
regionale per l’immigrazione e quella per l’emigrazione.<br />
Curare la tenuta del registro delle associazioni<br />
di emigrati. Attuare i programmi finanziati con<br />
fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le materie<br />
di propria competenza.<br />
Terzo Settore e Servizio Civ<strong>il</strong>e<br />
dott. em<strong>il</strong>io Bongiovanni<br />
06.51688413 ebongiovanni@regione.lazio.<strong>it</strong><br />
provvede a: curare gli adempimenti relativi alla<br />
pianificazione degli interventi di promozione e<br />
127<br />
sostegno delle organizzazioni di volontariato,<br />
dell’associazionismo e della cooperazione sociale.<br />
Coordinare gli interventi di promozione e sostegno<br />
in favore delle organizzazioni di volontariato, delle<br />
associazioni di promozione sociale, delle cooperative<br />
sociali. curare la tenuta dei registri regionali<br />
delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni<br />
di promozione sociale, nonché la tenuta<br />
dell’albo regionale delle cooperative sociali. Fornire<br />
attiv<strong>it</strong>à di supporto agli organismi rappresentativi<br />
del Terzo Settore previsti da normative statali o<br />
regionali. curare i rapporti con <strong>il</strong> com<strong>it</strong>ato di gestione<br />
ex lege n. 266/1991 e con i centri di servizio<br />
per <strong>il</strong> volontariato. gestire gli adempimenti inerenti<br />
le competenze regionali in materia di servizio civ<strong>il</strong>e.<br />
gestire i bandi a favore delle imprese sociali<br />
nella Regione Lazio. Attuare i programmi finanziati<br />
con fondi comun<strong>it</strong>ari, nazionali e regionali per le<br />
materie di propria competenza.<br />
Servizio Civ<strong>il</strong>e<br />
provvede a: gestire gli adempimenti inerenti le competenze<br />
regionali in materia di Servizio Civ<strong>il</strong>e. Curare<br />
i rapporti con l’Ufficio Nazionale del Servizio<br />
Civ<strong>il</strong>e. Curare la tenuta dell’albo regionale degli<br />
enti e delle organizzazioni che svolgono attiv<strong>it</strong>à in
materia di servizio civ<strong>il</strong>e. Effettuare la valutazione<br />
dei progetti di competenza regionale in materia.<br />
effettuare al mon<strong>it</strong>oraggio delle diverse fasi di realizzazione<br />
dei progetti.<br />
Osservatorio sulla Povertà<br />
dott.ssa antonella polenta<br />
apolenta@regione.lazio.<strong>it</strong> 06.51688648<br />
Provvede, in riferimento alla DGR n.59 del<br />
18/2/2011, a: Elaborare studi ed analisi sul fenomeno<br />
della povertà e dell’esclusione sociale in<br />
amb<strong>it</strong>o regionale. elaborare e sperimentare specifiche<br />
metodologie di ricerca, analisi e diffusione<br />
di modelli finalizzati al contrasto della povertà e<br />
dell’esclusione sociale. Avviare attiv<strong>it</strong>à di censimento,<br />
promozione e fac<strong>il</strong><strong>it</strong>azione delle reti di supporto<br />
formale e informale che operano sulle tematiche<br />
sociali inerenti la povertà nel terr<strong>it</strong>orio regionale.<br />
Promuovere forme di confronto e collaborazione<br />
con le associazioni e gli altri soggetti che operano<br />
a favore delle persone e delle famiglie in stato<br />
di indigenza. Avviare attiv<strong>it</strong>à di formazione e aggiornamento<br />
sulle tematiche sociali rivolta agli operatori<br />
delle associazioni che operano nel settore.<br />
Organizzare e promuovere campagne di comuni-<br />
cazione e sensib<strong>il</strong>izzazione a favore delle iniziative<br />
regionali di contrasto alla povertà.
Voci dal nUlla - storie di ordinaria esistenza<br />
fin<strong>it</strong>o di stampare nel mese di maggio 2011