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parte prima<br />
attenzione alla congruenza del lavoro offerto con il titolo di studio, i bisogni,<br />
le aspirazioni e le competenze del proprio congiunto. La madre di Matteo e la<br />
madre di Gemma, inoltre, sottolineano la necessità di proteggere il proprio pa -<br />
rente da lavori poveri di contenuto, dalla brutalità e dall’intransigenza delle lo -<br />
giche di mercato, di fronte alle quali occorre essere ben dotati di strumenti di<br />
difesa e d’offesa. La madre di Gemma, tuttavia, ritiene la propria figlia tem po -<br />
raneamente inidonea allo svolgimento di qualsivoglia attività lavorativa,<br />
tantomeno un lavoro di pulizie, stante il problema di sovrappeso che l’affligge.<br />
Infine, cinque familiari su otto (la madre di Marcello, la madre di Matteo,<br />
la madre di Aldo, la madre di Gemma, il padre di Adriano) ritengono che sia<br />
preferibile proporre ai propri parenti un contratto di lavoro a tempo parziale.<br />
L’immagine della certificazione d’invalidità psichica e la valutazione della<br />
sua utilità appare piuttosto omogenea e riflette le tendenze sin qui delineate.<br />
Tutti concordano sul fatto che essa sia una risorsa economica, che taluni<br />
destinano all’acquisto dei farmaci (la madre di Biagio, la madre di Marcello, la<br />
madre di Alfredo, la madre di Gemma), altri all’espletamento d’esami clinici di<br />
controllo (la madre di Alfredo). Il padre di Adriano, inoltre, la considera un<br />
vantaggio ai fini dell’ottenimento della sua pensione di reversibilità.<br />
Sei familiari su otto (il padre, la madre e la sorella di Biagio, la madre di<br />
Marcello, la madre di Matteo, la madre di Aldo, la madre di Gemma, il padre<br />
di Adriano) ritengono che la certificazione sia una forma di risarcimento per<br />
una situazione di fatto, quantunque due di loro giudichino la relativa cifra<br />
irrisoria e inadeguata (la madre di Gemma, il padre di Adriano). Due persone,<br />
in fine, ritengono che essa sia uno strumento per l’accesso agevolato al mercato<br />
del lavoro (la madre di Marta, il padre di Adriano), benché la madre di Gemma<br />
e il padre di Adriano considerino la Legge 68 inefficace, giacché oggetto di<br />
rag giro da parte delle aziende. Infine, un solo familiare reputa reversibile la<br />
certi ficazione d’invalidità (il padre di Biagio). È degno di nota che questa va -<br />
lu tazione - corretta - sia resa da una persona semplice, tutt’altro che so fi sti ca -<br />
ta dal punto di vista intellettuale.<br />
Questo modello è confermato altresì dalle aspettative e dalle opinioni e -<br />
spres se nei confronti dei servizi di salute mentale in campo lavorativo, che da<br />
un lato si ritengono competenti per quanto attiene alla valutazione, al l’o rien -<br />
ta mento, alla formazione e all’inserimento lavorativo delle persone con di sagio<br />
psi chico (il padre e la sorella di Biagio, la madre di Matteo, la madre di Aldo,<br />
il padre di Adriano), dall’altro lato si reputano carenti sotto alcuni aspet ti: il<br />
bas so livello di coinvolgimento e d’attenzione alle ragioni dei familiari in<br />
quest’ambito (il padre di Adriano), l’assenza di un rapporto di collaborazione<br />
stret to con il datore di lavoro anche in seguito all’inserimento lavorativo (la<br />
ma dre di Marta), la mancanza di fondi da investire in quest’ambito (la madre<br />
di Matteo, il padre di Adriano), l’incompetenza nell’assistenza e nella consu -<br />
lenza sulle problematiche concernenti il lavoro in genere (la madre di Matteo),<br />
più in generale la mancanza d’iniziativa delle Istituzioni Pubbliche Locali che