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3.<br />
Il contesto familiare<br />
3.1. Introduzione<br />
il contesto familiare<br />
Le osservazioni che seguono sono state tratte dalle interviste discorsive e dai<br />
gruppi di discussione condotti con i familiari degli utenti dei Centri di Salute<br />
mentale, considerate dalla particolare prospettiva del lavoro. Il lavoro è parte<br />
del più ampio processo di riabilitazione attraverso il quale una persona con<br />
disagio psichico può riacquistare capacità e abilità sociali, relazionali e pro -<br />
fessionali. Come osservava Franco Basaglia “un individuo malato ha, come pri -<br />
ma necessità, non solo la cura della malattia ma molte altre cose: ha bisogno di<br />
un rapporto umano con chi lo cura, ha bisogno di risposte reali per il suo es -<br />
se re, ha bisogno di denaro, di una famiglia e di tutto ciò di cui anche noi medici<br />
che lo curiamo abbiamo bisogno” (Basaglia, 2000: 10).<br />
La posta dell’inclusione so ciale, dunque, non si gioca soltanto nel l’in -<br />
serimento lavorativo ma nel più am pio processo di riabilitazione, che include<br />
il lavoro ma altresì la casa, gli affetti e i saperi (Ciompi, 1994). Lo status di<br />
lavoratore, inoltre, può non essere di per sé sufficiente a garantire uno stato di<br />
benessere fisico e psicologico se la per cezione del lavoro da parte di chi lo<br />
svolge è espressa in termini di pri vazione relativa, come può avvenire nel caso<br />
di lavori imposti, umili sotto il pro filo del loro contenuto intrinseco, carat -<br />
terizzati da fatica, precarietà, sfruttamento (Gabriele e Giustini, 2000),<br />
routine, mancanza di progettualità, dipendenza dal contesto 57 (Pirella, 1999), e<br />
an cora “lavori mal retribuiti, pre cari o che - patentemente - si configurano co -<br />
me una sinecura”, con le parole di un familiare, un “lavoro finto”.<br />
Cristiano Castelfranchi mette bene in evi denza come le mancanze di potere,<br />
ossia le mancanze di capacità, risorse, mo tivazioni, diritti, supporti e le<br />
condizioni d’inferiorità sociale possano co stituire situazioni di rischio che,<br />
lasciate a sé stesse instaurano vortici ne gativi e involutivi nelle condizioni di<br />
vita e sociali di una persona (Castel fran chi, 2000).<br />
Mario Cardano, infine, richiama l’attenzione sulla minaccia di un’ag gres -<br />
sione all’autostima dei pazienti rappresentata dalle occupazioni di scarso pre -<br />
sti gio e suggerisce d’includere il lavoro all’interno di un progetto riabilitativo<br />
di più ampia portata, in modo che l’attività svolta non costituisca lo strumento<br />
prin cipe nella definizione dell’identità di queste persone.<br />
Le riflessioni che seguono ci consentono da un lato di cogliere il punto di<br />
vi sta dei familiari dei pazienti psichiatrici su questi temi, dall’altro lato di far<br />
emer gere i meccanismi di rappresentazione che possono fungere da mediatori<br />
nel l’ambito delle interazioni familiari e avere un’influenza sulle dinamiche la -<br />
vo rative dei loro congiunti.<br />
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