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il paziente psichiatrico<br />

dove, dov’ero stato, che mi cercavano. A scuola mi cercavano, e... mi cercav... e io...<br />

iniziai a... mh... come si dice a... a... come se, come se quasi boh, mi mi fossi buttato<br />

giù. Come si dice, mi fossi... lasciato andare e... stetti a letto per molto tempo, perché<br />

prima mi veniva la feb bre... logica... logica conseguenza...<br />

A seguito di questa prima crisi Biagio - allora diciassettenne - viene rico ve ra to<br />

nell’SPDC di un ospedale cittadino. Tornato a casa - così racconta il padre -<br />

Biagio tenta nuovamente il suicidio calandosi sul viso una borsa di plastica: «<br />

Mia moglie l’ha trovato co... che si metteva la busta in testa» (Intervista al<br />

padre). Biagio viene accompagnato dal padre alle Molinette per una visita e poi<br />

rico verato - ancora minorenne - a Villa Cristina: « e li...mi hanno mi hanno mi<br />

han no sovradosato di farmaci». Rientrato in famiglia Biagio mette nuova men -<br />

te in atto condotte autolesive: per due volte beve candeggina e subisce altret -<br />

tante lavande gastriche. Viene dunque ricoverato alla clinica Fatebenefratelli<br />

do ve viene trattenuto per un mese ottenendo - dice il padre - un sensibile mi -<br />

glio ramento di salute.<br />

Nella fase immediatamente successiva all’esordio Biagio viene seguito da al -<br />

cuni educatori della cooperativa sociale Arcobaleno che, dice Biagio, lo hanno<br />

aiu tato a «prenderla come un gioco (...) mi hanno fatto ritrovare il sorriso».<br />

L’esperienza alla cooperativa sociale, basata sul riadattamento alle relazioni<br />

sociali e al lavoro (attraverso laboratori) diventa poi insoddisfacente<br />

Nel senso che questa cooperativa stava diventando per me come... vegeta... un<br />

vegetare; come uno stare attaccato, come... non..cioè il senso diii... diii... di inutilità;<br />

e quindi... e quindi... verso a quando ho fatto diciannove anni... ho domandato alla<br />

mia assistente sociale, perché anche mia madre, mio padre volevano questa cosa qui:<br />

perché non troviamo un lavoro, un lavoretto... per me; eee... e l’assistente sociale ha<br />

detto che ci sono dei cantieri per il Comune e... mi ha fatto entrare, mi ha fatto ha<br />

fatto entrare in questi cantieri e ho iniziato nel marzo del duemil... del mille nove -<br />

cen tonovantanove. (Intervista libera)<br />

La prima esperienza di lavoro, successiva all’esordio del suo disturbo, risale<br />

al 1999 (Biagio ha 21 anni) nei Cantieri organizzati dal Comune di Torino.<br />

Biagio si occupa del verde urbano un lavoro che giudica più impegnativo del<br />

pre visto: «di difficoltà superiore a quella che immaginavo...» . Il lavoro gli of -<br />

fre l’opportunità di disporre di qualche quattrino e di aprirsi a un insieme di<br />

re lazioni sociali extra-lavorative, al di fuori - con le sue parole - della cerchia<br />

psi chiatrica. In quel periodo Biagio si iscrive a una scuola guida e ottiene la pa -<br />

tente: «ho preso la patente, e... la patente ... eh cioè mi son trovato bene, ho<br />

ritrovato un po’ di autostima». Dell’esperienza dei Cantieri Biagio lamenta il<br />

fatto di essersi sentito costantemente osservato, valutato.<br />

Diciamo stava diventando come una specie di teatrino, di commedia...cioè non ero<br />

più io la persona che lavorava e che era indipendente, io credevo di essere<br />

indipendente... ma in realtà, in realtà ero come una persona che veniva seguita e..<br />

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