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parte prima<br />
trovare un po’ l’intesa poi le cose girano bene. (Giacomo, Intervista libera).<br />
Riconquistate fiducia e autostima, Giacomo - prossimo al trentacinquesimo<br />
compleanno - decide di riprovare a lavorare nel settore in cui aveva maturato<br />
le proprie esperienze professionali, quello della riparazione di televisori. Torna<br />
al la boratorio che aveva lasciato a ridosso della crisi, racconta delle proprie vi -<br />
cen de al titolare che - è Giacomo a dirlo - si mostra molto comprensivo e lo<br />
rias sume: «è stato comprensivo mi ha detto che anche lui quando era giovane<br />
aveva passato dei momenti gravi, dei momenti di crisi eh... che sarebbe passato<br />
anche come era passato per lui sarebbe passato e... niente mi ha ripreso». Per<br />
un anno Giacomo riprende il lavoro e la vita del periodo che precedette la crisi,<br />
con un’importante novità: decide di acquistare un piccolo alloggio e andare a<br />
vivere da solo, al riparo dalle tensioni familiari: «avevo anche un po’ urgenza<br />
di andarmene via di casa... perché non ce la facevo più a stare a casa... non ce<br />
la facevo più. Poi quando sono andato via da casa dei miei genitori le cose si<br />
sono... perché avevo dei grossi problemi con mio padre... di carattere... non<br />
andavamo d’accordo. Poi andando via di casa le cose sono migliorate... proprio<br />
perché c’è questa possibilità di staccare...». Il laboratorio dove lavora chiude<br />
ma, di lì a poco Giacomo, con la mediazione di un collega, trova lavoro in un<br />
altro laboratorio.<br />
La nuova occupazione offre a Giacomo un contesto di lavoro che gli è de -<br />
ci samente congeniale: colleghi con i quali condivide interessi che vanno al di<br />
là del lavoro e un organizzazione delle attività lavorative improntata alla<br />
flessibilità: «lì mi trovavo bene, perché era un ambiente giovane, era un am -<br />
biente sereno, si guadagnava per quel che si lavorava, non si guadagnava mol -<br />
tis simo però, insomma era più stimolante, c’erano più interessi». Giacomo si<br />
sente bene e decide di sospendere la terapia farmacologica, aprendosi a una<br />
cri si che sopraggiungerà di lì a poco. La crisi ha origine, questa volta, nel l’am -<br />
bien te di vita di Giacomo.<br />
Giacomo vive in una casa su di un ballatoio. Al ballatoio i residenti accedo -<br />
no da una porta comune che Giacomo vuole chiusa, un’esigenza che i vicini<br />
riten gono meno pressante. Ciò che, da principio, nasce come una frizione fra<br />
con domini, cresce in un conflitto che - letto da Giacomo in un registro per se -<br />
cu torio - evolve, tanto nei fatti quanto nella sua rappresentazione: «ho avuto<br />
dei grossi problemi con i miei vicini di casa, qua, che adesso non ci sono più,<br />
so no andati via. (...) Ho avuto dei grossi problemi e tanto che ho dovuto di<br />
nuo vo smettere di lavorare. Perché non ero più tranquillo, avevo paura di tor -<br />
nare a casa la sera (...) Da lì è cominciato un po’ un altro ... calvario, diciamo,<br />
perché appunto, sempre per il fatto di essere sempre da solo, di non avere<br />
nessuno con cui parlare, stando a casa sempre da solo e lì magari urlavano,<br />
alzavano la voce, davano i colpi contro i muri facevano i prepotenti, diciamo.<br />
I miei nervi sono saltati, poi non riuscivo più ad andare a lavorare, infatti<br />
non sono più andato a lavorare di nuovo e... fino a che non sono stato<br />
ricoverato». Il ricovero, segue a un accesso d’ira cui Giacomo si è lasciato an -