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76<br />

parte prima<br />

trovare un po’ l’intesa poi le cose girano bene. (Giacomo, Intervista libera).<br />

Riconquistate fiducia e autostima, Giacomo - prossimo al trentacinquesimo<br />

compleanno - decide di riprovare a lavorare nel settore in cui aveva maturato<br />

le proprie esperienze professionali, quello della riparazione di televisori. Torna<br />

al la boratorio che aveva lasciato a ridosso della crisi, racconta delle proprie vi -<br />

cen de al titolare che - è Giacomo a dirlo - si mostra molto comprensivo e lo<br />

rias sume: «è stato comprensivo mi ha detto che anche lui quando era giovane<br />

aveva passato dei momenti gravi, dei momenti di crisi eh... che sarebbe passato<br />

anche come era passato per lui sarebbe passato e... niente mi ha ripreso». Per<br />

un anno Giacomo riprende il lavoro e la vita del periodo che precedette la crisi,<br />

con un’importante novità: decide di acquistare un piccolo alloggio e andare a<br />

vivere da solo, al riparo dalle tensioni familiari: «avevo anche un po’ urgenza<br />

di andarmene via di casa... perché non ce la facevo più a stare a casa... non ce<br />

la facevo più. Poi quando sono andato via da casa dei miei genitori le cose si<br />

sono... perché avevo dei grossi problemi con mio padre... di carattere... non<br />

andavamo d’accordo. Poi andando via di casa le cose sono migliorate... proprio<br />

perché c’è questa possibilità di staccare...». Il laboratorio dove lavora chiude<br />

ma, di lì a poco Giacomo, con la mediazione di un collega, trova lavoro in un<br />

altro laboratorio.<br />

La nuova occupazione offre a Giacomo un contesto di lavoro che gli è de -<br />

ci samente congeniale: colleghi con i quali condivide interessi che vanno al di<br />

là del lavoro e un organizzazione delle attività lavorative improntata alla<br />

flessibilità: «lì mi trovavo bene, perché era un ambiente giovane, era un am -<br />

biente sereno, si guadagnava per quel che si lavorava, non si guadagnava mol -<br />

tis simo però, insomma era più stimolante, c’erano più interessi». Giacomo si<br />

sente bene e decide di sospendere la terapia farmacologica, aprendosi a una<br />

cri si che sopraggiungerà di lì a poco. La crisi ha origine, questa volta, nel l’am -<br />

bien te di vita di Giacomo.<br />

Giacomo vive in una casa su di un ballatoio. Al ballatoio i residenti accedo -<br />

no da una porta comune che Giacomo vuole chiusa, un’esigenza che i vicini<br />

riten gono meno pressante. Ciò che, da principio, nasce come una frizione fra<br />

con domini, cresce in un conflitto che - letto da Giacomo in un registro per se -<br />

cu torio - evolve, tanto nei fatti quanto nella sua rappresentazione: «ho avuto<br />

dei grossi problemi con i miei vicini di casa, qua, che adesso non ci sono più,<br />

so no andati via. (...) Ho avuto dei grossi problemi e tanto che ho dovuto di<br />

nuo vo smettere di lavorare. Perché non ero più tranquillo, avevo paura di tor -<br />

nare a casa la sera (...) Da lì è cominciato un po’ un altro ... calvario, diciamo,<br />

perché appunto, sempre per il fatto di essere sempre da solo, di non avere<br />

nessuno con cui parlare, stando a casa sempre da solo e lì magari urlavano,<br />

alzavano la voce, davano i colpi contro i muri facevano i prepotenti, diciamo.<br />

I miei nervi sono saltati, poi non riuscivo più ad andare a lavorare, infatti<br />

non sono più andato a lavorare di nuovo e... fino a che non sono stato<br />

ricoverato». Il ricovero, segue a un accesso d’ira cui Giacomo si è lasciato an -

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