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il paziente psichiatrico<br />
infruttuosi tentativi di intraprendere un attività lavorativa. Ennio ricorda al<br />
riguardo una breve esperienza da un gommista, nella quale a un mese di lavoro<br />
sono immediatamente seguiti quattro mesi di assenza per malattia; e ancora un<br />
tirocinio formativo in un impresa della grande distribuzione. Il tirocinio, che<br />
impegnava Ennio per poche ore al giorno, tuttavia, non si è potuto tradurre in<br />
un assunzione, poiché nato esclusivamente come occasione formativa.<br />
Al momento dell’intervista Ennio vive solo in una casa di cui dispone a fronte<br />
del pagamento di un canone d’affitto più che agevolato. È inoltre tito la re di una<br />
pensione di invalidità e di un sussidio con cui integra il proprio red dito: «non è<br />
che muoio di fame, prendo il sussidio, la pensione... ». Consapevole del carattere<br />
tutt’altro che piano del proprio percorso profes sio nale e della debolezza delle<br />
proprie credenziali educative - « sono poveri i miei titoli di studi» - Ennio mostra<br />
un evidente disinvestimento nei confronti del lavoro. Dubbioso sulla sua capacità<br />
di reggere alle difficoltà che potrebbe im porgli l’assunzione di un impegno di<br />
lavoro, Ennio preferisce ridurre i pro pri consumi, vivere di quel poco che ha. A<br />
ciò corrisponde un atteggiamento dal sapore fatalista: Ennio non cerca un lavoro,<br />
ma si aspetta che sia il Centro di Salute Mentale a proporglielo, per rendersi<br />
disponibile solo a talune occupazioni: un lavoro part-time, meglio pomeridiano,<br />
non molto faticoso, non in un ambiente molto rumoroso, con una congrua<br />
retribuzione. Senza lavoro, tuttavia, la vita di Ennio non è priva di impegni, di<br />
attività, di quel la strutturazione temporale che discende dalla partecipazione al<br />
mercato del lavoro 53 . Ennio impone ordine, struttura l’organizzazione del proprio<br />
tem po quotidiano partecipando alle attività del Centro di salute mentale:<br />
«martedì disegno, mercoledì gruppo basket, poi c’è il pranzo, la cena il mar te dì,<br />
giovedì teatro che poi c’è la cena, venerdì calcio allenamento, partita quan do c’è,<br />
giovedì e venerdì». È, da ultimo, degno di nota il fatto che questa vici nan za con i<br />
servizi riabilitativi e ricreativi messi a disposizione dal Centro di Sa lute Mentale<br />
cui fa riferimento non si rispecchiano in atteggiamento di adesione al ruolo del<br />
buon paziente, a quanto Goffman definì “adattamento primario”. Chiamato ad<br />
esprimere un giudizio sugli operatori che si prendono cura di lui presso il Centro<br />
di Salute Mentale, Ennio si esprime in questi termini: «ci vogliamo tutti bene,<br />
andiamo d’accordo, anche se delle volte sono testoni, hanno sempre ragione loro.<br />
Difatti, infatti sono degli operatori, o dottori, sono i dottori che contano,<br />
contano! Sono persone anche come noi però hanno studiato, diamogli ragione.<br />
Hanno sempre ragione loro, comandano loro. Ti devi sottomettere, devi<br />
obbedire è logico. Non è che siamo a scuola un un carcere, oppure che sei<br />
sottopresso da delle leggi, però devi fare il bravo, educato... ».<br />
2.5.5. Forme di esclusione: atteggiamento negoziale<br />
Questa forma di esclusione indica un atteggiamento nel quale si coglie -<br />
insieme - consapevolezza e dignità. Si tratta di un’esclusione che esprime,<br />
innanzitutto, la rigidità della domanda espressa nella definizione di specifiche<br />
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