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il paziente psichiatrico<br />

tative di Edoardo. Su questo aspetto il giudizio di Edoardo è deci sa mente cri -<br />

tico: «penso che chi è entrato in questo sistema [allude al circuito del la psi -<br />

chiatria] non lavora più, cioè insomma, è totalmente bruciato. Poi ci sono altre<br />

opportunità che sono quelle, insomma, o di chi è già nel mondo del la voro e<br />

quindi o di ritornarci ma con qualche difficoltà oppure se c’è già ben per lui.<br />

Chi deve entrare nel mondo del lavoro, perché ha fatto uno stop lungo co -<br />

me nel mio caso (...) penso che sia veramente molto difficile, l’alternativa delle<br />

cooperative è veramente una cosa vergognosa; e tutte le opportunità di la voro<br />

sono sfruttamento».<br />

In modo alterno, in tutti questi anni, Edoardo ha coltivato la propria pas -<br />

sione per la pittura e - si può dire - con buoni risultati. Ed è la pittura il lavoro<br />

di Edoardo, un lavoro che più di altri si concilia con le oscillazioni del suo stato<br />

di salute, che meglio riesce ad armonizzarsi con i suoi ritmi di vita, un lavoro<br />

che innanzitutto una passione: «non smetterò di dipingere, anche se non avrò<br />

suc cesso, anche se per vivere dovrò fare il lavapiatti». Questa attività, dal red -<br />

dito incerto, viene preferito - senza tentennamenti - ai lavori che più co mu -<br />

nemente si prospettano ai pazienti psichiatrici, perlopiù ai sensi della legge 68<br />

sul l’inserimento agevolato dei disabili psichici. Degno di nota, al riguardo, è<br />

l’at teggiamento di Edoardo nei confronti delle tutele offerte da questo dispo -<br />

si tivo giuridico: Edoardo pensa - non sempre a proposito 52 - che lo status di in -<br />

valido sia stigmatizzante e che il farvi ricorso abbia più in con ve nienti che van -<br />

taggi: «sei fregato per sempre. Cioè in realtà sei invalido men tale, cosa puoi<br />

fare? L’usciere. (...) io penso che sia meglio non averla co munque è pericolosa<br />

per altri motivi, anche legali; guarda che un invalido può a vere un tutore, non<br />

può avere figli, insomma lasciamo perdere; meglio non a verla ...». La pittura<br />

insieme a una scelta di frugalità stanno alla base del ri fiuto di Edoardo verso i<br />

“lavori del circuito della psichiatria”, una scelta che ri po sa altresì sull’attesa del<br />

riconoscimento di una pensione di reversibilità su cui con ta per sbarcare il<br />

lunario. La pittura costituisce l’alternativa al lavoro convenzionale anche per<br />

Dalia, ma con un’aggiunta che, ancora una volta segnala una specificità di<br />

genere.<br />

DALIA ha 32 anni e da dodici convive con un disturbo psichiatrico severo.<br />

Dalia - si ricorderà (vedi par. 2.1) - ha un figlio di cinque anni che ancor più<br />

della pittura costituisce il centro della sua vita, e lui che le «dà la carica». Il suo<br />

atteggiamento nei confronti del lavoro, critico, ma meno intransigente rispetto<br />

a Edoardo e Adriano, poggia su due pilastri: la profonda vocazione alla ma ter -<br />

nità e la passione per la pittura. Dalia, che non avuto esperienze profes sionali<br />

prima dell’esordio del proprio disturbo, ha un orientamento verso il lavoro<br />

schiettamente strumentale: il lavoro - in specie quello di cui ha fatto esperienza<br />

nei circuiti della psichiatria, è lo strumento con il quale si accede a un reddito,<br />

nulla di più. Inoltre il lavoro può essere anche fonte d’angoscia, di tensione,<br />

sensazioni che non l’accompagnano nella cura del figlio o nella pittura: «se -<br />

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