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parte prima<br />
ziale di pulizia e/o custodia, garantito loro dalla Legge 68 del 1999.<br />
I benefici di questa legge si applicano ai lavoratori cui è stata riconosciuta<br />
un’invalidità civile superiore al 45%. La relativa omogeneità del contesto la vo -<br />
rativo (sono tutte cooperative sociali di tipo B), delle mansioni e del profilo<br />
me dico-legale dei soggetti congiurano nel dipingere come uniforme, grigia -<br />
mente omogenea la compagine dei soggetti qui raccolti 49 . Di fatto le cose stan -<br />
no altrimenti: coabitano nella medesima categoria soggetti che hanno profili<br />
dia gnostici e un rapporto con il lavoro profondamente dissimile.<br />
Per dar conto di questa eterogeneità presenterò il profilo delle due persone<br />
che risultano più distanti fra loro, Noemi e Aldo.<br />
NOEMI ha 39 anni, è nata in provincia di Foggia da una famiglia numerosa.<br />
Ha cinque sorelle e un fratello. La madre lavorava come custode in una mat -<br />
tatoio e si occupava anche dei campi. Il padre, anch’egli contadino, emigra in<br />
Germania per lavoro durante l’infanzia di Noemi. Fin da piccola Noemi, aiuta<br />
la famiglia nei lavori in campagna, cosa che ricorda come un obbligo, come<br />
una costrizione. Il racconto di Noemi contiene molte «fughe», la prima di cui<br />
dà conto avviene quando ha 13 anni: scappa di casa (dal mattino alla sera) con<br />
la sorella più piccola reagendo a una sgridata che riteneva ingiusta. Scappa poi<br />
una seconda volta, più in là nel tempo, per raggiungere una sorella che viveva<br />
a Torino. Vive con la sorella 3-4 anni, ritrovando però - in altra forma - le<br />
costrizioni dalle quali sembra volesse fuggire: “dopo comunque ho capito che<br />
malgrado i miei genitori, la severità, però ho capito che comunque ci volevano<br />
bene, loro ci insegnavano qualcosa. Invece da mia sorella mi imponeva delle<br />
regole più... di pulir la casa, di guardar la bambina, quindi ho detto: qui sono<br />
caduta dalla padella, come si usa dire, nella brace e comunque volevo<br />
riallacciare il rapporto con i miei genitori, mi mancava questa figura materna<br />
e paterna, e non sapevo come fare”. A Torino Noemi conosce l’uomo che<br />
diverrà suo marito e con lui torna in Puglia: “ho incontrato il papà di mia figlia,<br />
quindi mi ha corteggiato e siamo scappati, e ho riconquistato con, di nuovo la<br />
mia famiglia, la mia vita”. Noemi vive per un anno a casa della suocera per poi<br />
trasferirsi nuovamente con il partner a Torino: “dopo visto che comunque non<br />
mi ambientavo più nei paesini, allora sono-sono sono ritornata a Torino, sem -<br />
pre col papà di mia figlia”. Progressivamente i rapporti con il partner si dete -<br />
riorano, e tuttavia decide di restare con lui per non ferire i genitori: “avevo<br />
paura di nuovo di perdere i miei genitori e di dargli un ulteriore dispiacere,<br />
perché comunque quando io sono scappata insomma non è stato bello anche<br />
per i miei genitori il mio atto, anche se io comunque mi sono ribellata a delle<br />
regole di vita che non accettavo, però capivo anche il dispiacere che gli ho<br />
provocato e quindi non volevo recargli un ulteriore dispiacere.”.<br />
In seguito Noemi si sposa, ha una figlia e, insieme al marito, compra casa,<br />
vivono insieme ma “le cose non andavano fra noi due e quindi gli ho detto di<br />
far una vita comunque separati in casa e di crescere la bambina”. Noemi