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58<br />

parte prima<br />

ziale di pulizia e/o custodia, garantito loro dalla Legge 68 del 1999.<br />

I benefici di questa legge si applicano ai lavoratori cui è stata riconosciuta<br />

un’invalidità civile superiore al 45%. La relativa omogeneità del contesto la vo -<br />

rativo (sono tutte cooperative sociali di tipo B), delle mansioni e del profilo<br />

me dico-legale dei soggetti congiurano nel dipingere come uniforme, grigia -<br />

mente omogenea la compagine dei soggetti qui raccolti 49 . Di fatto le cose stan -<br />

no altrimenti: coabitano nella medesima categoria soggetti che hanno profili<br />

dia gnostici e un rapporto con il lavoro profondamente dissimile.<br />

Per dar conto di questa eterogeneità presenterò il profilo delle due persone<br />

che risultano più distanti fra loro, Noemi e Aldo.<br />

NOEMI ha 39 anni, è nata in provincia di Foggia da una famiglia numerosa.<br />

Ha cinque sorelle e un fratello. La madre lavorava come custode in una mat -<br />

tatoio e si occupava anche dei campi. Il padre, anch’egli contadino, emigra in<br />

Germania per lavoro durante l’infanzia di Noemi. Fin da piccola Noemi, aiuta<br />

la famiglia nei lavori in campagna, cosa che ricorda come un obbligo, come<br />

una costrizione. Il racconto di Noemi contiene molte «fughe», la prima di cui<br />

dà conto avviene quando ha 13 anni: scappa di casa (dal mattino alla sera) con<br />

la sorella più piccola reagendo a una sgridata che riteneva ingiusta. Scappa poi<br />

una seconda volta, più in là nel tempo, per raggiungere una sorella che viveva<br />

a Torino. Vive con la sorella 3-4 anni, ritrovando però - in altra forma - le<br />

costrizioni dalle quali sembra volesse fuggire: “dopo comunque ho capito che<br />

malgrado i miei genitori, la severità, però ho capito che comunque ci volevano<br />

bene, loro ci insegnavano qualcosa. Invece da mia sorella mi imponeva delle<br />

regole più... di pulir la casa, di guardar la bambina, quindi ho detto: qui sono<br />

caduta dalla padella, come si usa dire, nella brace e comunque volevo<br />

riallacciare il rapporto con i miei genitori, mi mancava questa figura materna<br />

e paterna, e non sapevo come fare”. A Torino Noemi conosce l’uomo che<br />

diverrà suo marito e con lui torna in Puglia: “ho incontrato il papà di mia figlia,<br />

quindi mi ha corteggiato e siamo scappati, e ho riconquistato con, di nuovo la<br />

mia famiglia, la mia vita”. Noemi vive per un anno a casa della suocera per poi<br />

trasferirsi nuovamente con il partner a Torino: “dopo visto che comunque non<br />

mi ambientavo più nei paesini, allora sono-sono sono ritornata a Torino, sem -<br />

pre col papà di mia figlia”. Progressivamente i rapporti con il partner si dete -<br />

riorano, e tuttavia decide di restare con lui per non ferire i genitori: “avevo<br />

paura di nuovo di perdere i miei genitori e di dargli un ulteriore dispiacere,<br />

perché comunque quando io sono scappata insomma non è stato bello anche<br />

per i miei genitori il mio atto, anche se io comunque mi sono ribellata a delle<br />

regole di vita che non accettavo, però capivo anche il dispiacere che gli ho<br />

provocato e quindi non volevo recargli un ulteriore dispiacere.”.<br />

In seguito Noemi si sposa, ha una figlia e, insieme al marito, compra casa,<br />

vivono insieme ma “le cose non andavano fra noi due e quindi gli ho detto di<br />

far una vita comunque separati in casa e di crescere la bambina”. Noemi

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