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52<br />

parte prima<br />

GRETA è nata in Sicilia, primogenita di una famiglia contadina di quattro<br />

figli. Quando Greta ha due anni e mezzo, nasce la prima delle sue sorelle. La<br />

madre non sta bene e, anche in considerazione delle difficoltà economiche in<br />

cui versava la famiglia, Greta viene affidata a una zia paterna nubile. Da<br />

principio - racconta Greta - i genitori pensavano a un affido di breve durata;<br />

di fatto Greta resterà con la zia sino all’età di dieci anni, ferita da questo<br />

doloroso abbandono: “sono rimasta otto anni insieme a lei e questo mi ha<br />

provocato [...] parecchi problemi nel senso che comunque io sentivo molto la<br />

mancanza della mia famiglia, e la rabbia nei confronti di mia sorella e la gelosia<br />

e la mancanza comunque... di mia madre, e... oltretutto mia zia era una persona<br />

molto molto rigida”. La convivenza con la zia si interrompe quando questa<br />

signora, ormai matura, decide di sposarsi. Greta viene dunque riportata dalla<br />

madre: “mia zia sposandosi naturalmente voleva la sua libertà e quindi io sono<br />

rientrata nella mia famiglia di origine, solo che io l’ho preso proprio come...<br />

un... altro rifiuto [...] mi sono ritrovata in un’altra famiglia che non conoscevo,<br />

in più poi erano nati altri... le altre mie sorelle, altre due sorelle [...] mia<br />

mamma guardava i bambini piccoli, per cui “Greta lava, Greta stira, Greta fai<br />

questo...”. In questa famiglia che non conosceva più Greta è costretta all’as -<br />

sunzione precoce di un ruolo adulto, oltre all’aiuto nelle faccende domestiche,<br />

le si chiede di occuparsi dell’ultimo nato: “ho assunto questo ruolo di...<br />

seconda mamma [...] è nato mio fratello e io praticamente son stata [...] quella<br />

che mi prendevo cura di lui, per me era... il mio bambino”. A tredici anni<br />

Greta conosce la persona che, tre anni più tardi, sarebbe diventato suo<br />

marito. Si sposa giovanissima e, con il marito, si trasferisce a Torino. Poco do -<br />

po il matrimonio i rapporti iniziano a deteriorarsi, il marito, più maturo, si<br />

mo stra ossessivamente geloso, affliggendo con i suoi sospetti e le sue continue<br />

richieste di rassicurazioni e di prove di fedeltà la povera Greta. Ai problemi<br />

coniugali si aggiungono di lì a poco le responsabilità di cura che Greta con ti -<br />

nua ad assumersi nei confronti dei fratelli, anch’essi trasferiritisi a Torino.<br />

Greta continua ad occuparsi di loro, del fratello diventato tos sico dipen -<br />

dente, di una sorella etilista e di un’altra malata di cancro. In questo vortice di<br />

even ti stressanti si innestano difficoltà economiche, piccole tensioni con i figli<br />

che portano Greta a tentare il suicidio, un suicidio sventato dal figlio ma pro -<br />

gettato perché potesse essere efficace. Poco dopo la crisi con il marito si fa più<br />

profonda, Greta scopre che il marito ha una relazione extraconiugale e accetta,<br />

suo malgrado, la separazione. Da questo mare di sofferenza Greta emerge co -<br />

me un Titano, appena scalfita dalla sofferenza psichica (la diagnosi di Greta<br />

non è severa), padrona del proprio destino e qui, per quel che vale, padrona del<br />

proprio lavoro.<br />

Greta lavora sin dall’adolescenza nel settore alimentare. Costretta a conci -<br />

lia re il lavoro con le crescenti responsabilità di cura, nel 1993 decide di licen -<br />

ziar si, per tornare poi al lavoro di lì a poco. A seguito della crisi più severa, che<br />

la con dusse a tentare il suicidio, Greta lascia il lavoro per quattro mesi per farvi

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