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46<br />

parte prima<br />

una successione (non intenzionale) di esperienze profesionale separate le une<br />

dalle altre da periodi di profonda crisi, talvolta fronteggiate con un ricovero.<br />

Nel corso delle interviste Giacomo ha dato prova di una notevole capacità<br />

critica, di uno sguardo acuto che gli consente di riconoscere i propri limiti e<br />

valorizzare le, proprie risorse. Il lavoro che ritiene compatibile con il suo stato<br />

di salute, e che ha sperimentato in alcune fasi della sua vita, può essere definito<br />

come una sorta di cottimo non competitivo. Giacomo pesa a un lavoro di col -<br />

laborazione professionale nel quale ciascuno è pagato per il lavoro che svolge,<br />

ma senza che si diano “gare”, competizioni fra colleghi nel produrre di più 40 .<br />

La quarta ed ultima strategia di conciliazione passa attraverso una ri de -<br />

finizione, quantomeno parziale, delle relazioni di lavoro, o quantomeno di<br />

quel le che contraddistinguono il lavoro nei settori for profit e, in parte, nella<br />

pu bblica amministrazione. È l’opzione rappresentata dal lavoro nel settore<br />

del la cooperazione sociale, caratterizzato da una forma peculiare di mutalità<br />

che altrove (par. 4.1.) ho definito “mutualità solidale”. Nelle forme tradizionali<br />

di cooperazione il sostegno reciproco, la mutualità, nasce dalla condivisione di<br />

in teressi e capacità omogenee, per contro, nella cooperazione sociale 41 la mu -<br />

tua lità lega soggetti caratterizzati da interessi, identità e soprattutto capacità<br />

dif ferenti. Alla differenza di capacità corrisponde qui la richiesta di un<br />

contributo lavorativo maggiore ai più capaci - di solito i normodotati - ma<br />

senza che questo configuri il diritto a richiedere un compenso, una re tri bu -<br />

zione proporzionale (vedi Converso e Piccardo 2003: cap. 1).<br />

L’elezione delle cooperative sociali di tipo B quali contesti privilegiati di<br />

lavoro risponde - seppur su di un registro differente - all’esigenza di adattare<br />

il lavoro al lavoratore proprio dell’opzione descritta più sopra come voice. Ciò,<br />

quan tomeno quando il lavoro nelle coperative sociali di tipo B è una scelta<br />

consa pevole che riconosce il valore della mutualità solidale e orienta di con -<br />

seguenza l’agire con l’accettazione dell’aiuto dei più capaci e la di spo ni bilità a<br />

sostenere chi lo è meno 42 .<br />

Quanto all’orientamento al lavoro si colgono consistenti convergenze fra<br />

disoccupati e occupati, convergenze sulle quali si innestano alcune specificità<br />

proprie dei pazienti disoccupati. Le affinità riguardano la generica apertura al<br />

lavoro che assume - come ovvio - toni diversi fra occupati e disoccupati.<br />

Questa disposizione si esprime, per gli occupati, nella piena accettazione<br />

del le condizioni di lavoro e della mansione svolta; per i disoccupati, nella di -<br />

spo nibilità a svolgere un qualsiasi lavoro - ovviamente nei margini della le -<br />

galità e dell’equo compenso. A questo registro si può ricondurre più della metà<br />

dei casi interpellati. Secondo per importanza l’orientamento negoziale che, per<br />

gli oc cupati indica l’aspirazione a una ridefinizione delle condizioni di lavoro<br />

o al suo mutamento, mentre, per i disoccupati indica l’individuazione di un in -<br />

sieme condizioni auspicate. Questo orientamento, che raccoglie poco più di un<br />

quar to delle posizioni esaminate, compone richieste che insistono ora espres -<br />

samente sul contenuto del lavoro, che si vuole meno pressante, meno «con il

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