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il paziente psichiatrico<br />
abitudine di non approfondire troppo... i rapporti. Ècosì, è più forte di me, almeno,<br />
sul lavoro è così, perché per anni mi sono nascosta, e tuttora per me... è...<br />
un’abitudine non... [...] Ho sempre cercato di instaurare dei rapporti molto...<br />
molto... come posso dire? Super-indifferenti. Ecco, forse anche per evitare... che<br />
entrassero troppo nella mia vita, ecco. Ho sempre mantenuto un po’ le distanze. [...]<br />
Io vivo molto male, non so perché, il momento in cui si mangia tutti insieme [ride]<br />
ecco, è un momento in cui ho proprio pau, cioè paura, mi viene l’angoscia a<br />
mangiare con persone che non conosco. Forse perché si parla, ho sempre paura di<br />
dire qualche cavolata [ride] cosa volete farci? Sono ansiosa. E quindi anche quel<br />
momento lì, per carità! Mangiare tutti insieme è una cosa che proprio non... non<br />
sopporto. Il fare il pezzo di fare in... cui bisognava fare il corridoio tutti insieme per<br />
andare alla mensa [breve pausa] momenti assolutamente negativi per me, brutti.<br />
(Ilaria, Intervista guidata).<br />
Al registro della fuga è inoltre possibile ricondurre le strategie di conte ni -<br />
mento dello stress accumulato con lo svolgimento del proprio lavoro basate sul<br />
ri cor so all’assenza per malattia. Si tratta di una soluzione non priva di in -<br />
convenienti sia sul piano della carriera (includendo nella carriera anche la<br />
conservazione del posto di lavoro), sia sul piano delle relazioni sociali. Di<br />
questo aspetto dà conto la testimonianza di Marco, operaio in una grande<br />
azienda metalmeccanica, costretto, al rientro dalle brevi assenza per malattia<br />
cui fa ricorso, ad affrontare il sarcasmo («Ti sei riposato abbastanza?») e i<br />
rimproveri di colleghi e superiori. Marco, operaio capace e persona che,<br />
nell’aspetto e nelle modalità di comportamento, non lascia trapelare la natura<br />
del suo disturbo, viene percepito dai colleghi - così racconta Marco - come un<br />
simulatore che ricorre alla mutua per indulgere alla sua deprecabile pigrizia 39 .<br />
Ancora al registro della fuga è possibile ricondurre il rapporto con il lavoro<br />
in staurato in modo esemplare da due fra i pazienti interpellati, Antonio e<br />
Fabio, occupato il primo, disoccupato il secondo. Entrambi hanno speri men -<br />
ta to una sorta di “nomadismo occupazionale”, hanno cioè inanellato una serie<br />
di rapporti di lavoro, ciascuno dei quali si esauriva per loro iniziativa, quando<br />
la conciliazione con il disagio psichico diveniva estremamente pesante.<br />
La terza forma di conciliazione può essere designata, con Hirschan (2002<br />
ed. orig. 1970) come voice. Si tratta della linea di condotta adottata da un<br />
piccolo sottoinsieme di pazienti, perlopiù occupati, che rivendicano e, dove<br />
possibile praticano, il diritto a un rapporto di lavoro flessibile che sappia<br />
adattarsi al loro stato di salute. Esemplari in tal senso sono le testimonianze di<br />
Greta e Gia como. Greta lavora nel settore della grande distribuzione dove<br />
ricopre un ruolo di rilievo, che richiede frequenti contatti con la clientela.<br />
Greta ha chiesto e ottenuto - non senza fatica - un rapporto di lavoro part-time<br />
e la possibilità di adattare il proprio orario alle proprie esigenze di cura.<br />
L’atteggiamento di Greta è di chi rivendica l’esercizio di un diritto e non già<br />
quello di chi mendica una concessione. Giacomo, disoccupato al momento<br />
delle interviste, ha lavorato a lungo come tecnico elettronico, componendo<br />
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